venerdì 7 giugno 2013

QUANDO IL CAVALLO “Made in Italy” SCENDE IN CAMPO.


CORJULANA
Gianluca Palmizi Roma 2013
Photo Courtesy Stefano Secchi
 

Ecco tutti i cavalli Italiani che erano presenti al prestigioso appuntamento agonistico di Piazza di Siena.
“E’ tempo di invertire la tendenza”
Di Giulia Iannone

Peccato che pochi se ne siano accorti. Strano sinceramente dover sottolineare e rendere il cavallo” made in Italy” una notizia eccezionale e degna di nota. Un  tempo, soprattutto a Piazza di Siena, era una realtà tangibile, concreta.
Sempre a podio.
Oggi Cavallo Italiano è sinonimo di soggetto in via di estinzione, qualcosa di raro ma molto prezioso. In un mondo equestre  in cui tutto gira a rovescio, “fa notizia” e sinceramente fa molto piacere, questo tipo di informazione giornalistica del settore equestre. Ormai è a tutti ben nota la vicenda del cavallo italianissimo di origine,  Luce del Castegno oggi  sotto la sella di Philipp Wheishaupt protagonista di classe della categoria roma by night “dedicata al cavallo di 7 anni. Ma ce ne erano altri, molti altri.
Ecco chi erano:

 - Loro Piana Acamar sotto la sella di Massimiliano Ferrario e di proprietà di Az. Agr. Prato Rotondo di Massi Ferrario (che ha anche partecipato al Gran Premio CIttà di Roma su altezze di 160 cm)
- Colombea montata da Marco Porro, allevata e di proprietà di Stal Horn B.V.
- Corjulana montata da Gianluca Palmizi e di proprietà di Antonietta Laura Trinchero
- Corrada J montata da Gianluca Palmizi e di proprietà di Antonietta Laura Trinchero (11° nel premio n. 5 - categoria a tempo su altezze di 140 / 49 partenti)
- Indor GP montato da Marco Porro e di proprietà di Federico Formentini e allevato da Maria Gisella Bulgarelli
- Luce del Castegno montata dal fuoriclasse tedesco Philipp Weishaupt, di proprietà di Simona Gigante e allevata da Guerino Boglioni / Allevamento del Castegno (11° nel premio n.9 - Piccolo Gran Premio a tempo con jump off su altezze di 150 cm)
- New Zealand delle Roane montata da Fabio Brotto e di proprietà dell’Allevamento Equini di Brotto Sante Giorgio
- Quickly delle Roane montata da Matteo Zamana (anche proprietario)
- Silverstras montata da Giovanni Consorti e di proprietà di Giovanni Colonna (che ha anche partecipato al Gran Premio CIttà di Roma su altezze di 160 cm)
- Upanisad di San Patrignano sotto la sella di Jane Richard Philips, di proprietà di IHP - L.P. e allevato a San Patrignano;
 - Uppidù della Monica (di proprietà di Tania Tagliabue e allevato dall’Az. Agricola Collini Raffaello) che sotto la sella Massimiliano Ferrario ha partecipato alla categoria di Potenza
Anche nelle categorie riservate ai giovani cavalli (CSI1*YH) abbiamo visto molti sella italiani al via:
- Beijing di San Patrignano montato da Chiara Arrighetti, allevato e di proprietà di Soc. Coop. Sociale San Patrignano
- Beverlys montato da Bryan Mascenti, di proprietà di Rossella Spadi e allevato da Sergio Melotto
- Ciao Ciao Gp sotto la sella di Marco Antonio Merisio, di proprietà di Merisio Team SRL e allevato da Maria Gisella Bulgarelli (4° nel premio n. 4 - categoria riservata ai giovani cavalli a tempo su altezze di 140 cm)
- Lollo montato da Vittorio Cavalieri (anche proprietario)
- Mascalzone Senese montato da Andrea Franchi e di proprietà di Elsa Martha Ute Dannenberg
- Massiccio del Terriccio montato da Paolo Adorno, di proprietà di Paola Apolloni e allevato dall’Allevamento del Terriccio (5° nelle categorie riservate ai giovani cavalli dello CSI1*YH)
- Stakkato Sauro a.m. montato da Nico Lupino, di proprietà e allevato da A.M. Team di Martini Andrea (3° nella categoria riservata ai giovani cavalli dello CSI1*YH)
- Quafair della Caccia montato da FIlippo Moyersoen e allevato dall’Allevamento della Caccia
- Quaincot della Caccia montato da Mauro Bolioli, di proprietà di B&P srl e allevato dall’Allevamento della Caccia
- Quamanù dei Folletti montato da Roberto Prandi, di proprietà e allevato dalla Società Coop. Sociale dei Folletti di Salvatore Merendino
- Queriot montato da Ludovica Minoli, di proprietà di Francesco Minoli e allevato da Marina Teruzzi (3° e 6° nelle categorie riservate ai giovani cavalli dello CSI1*YH)
- Thun Beline d’Acheronte montato da Alessandro Colombo, di proprietà di Vincenzo Buonanoce e allevato dalla Società Agricola Il Cerro
- Triatec sotto la sella di Enrico Maria Frana, allevato e di proprietà di Amedeo Brembilla (7° e 4° nelle categorie riservate ai giovani cavalli)

A porre l’accento su questa giusta compagine di soggetti nostrani “DOC” la neo nata associazione italiana “Cavalli d’Italia” –ha circa un anno di attività e molti progetti ed iniziative in cantiere e già alcune all’attivo- che raccoglie tutti gli allevatori del settore. Non bisogna rassegnarsi  a questa lenta agonia che vive da tempo il cavallo da sella italiano. Una volta era una bella realtà vincente.
Il Presidente in carica, Renato Casiroli,  alcuni mesi fa in una intervista toccò alcuni punti significativi sul problema.   A  proposito di un primo rilevante gap disse  “l’allevamento equino è da considerarsi attività agricola, e tale deve rimanere fino a quando il cavallo non entra nello sport.
Purtroppo l’ anello tra gli allevatori e lo sport, con i vari professionisti non c’è mai stato.
I cavalieri di un certo rilievo hanno quasi sempre poco considerato i giovani cavalli, a differenza dei loro colleghi all’estero, per cui gli allevatori non sanno più dove mandare i loro prodotti a crescere.”
Corrada J montata da
Gianluca Palmizi
Photo courtesy Stefano Secchi

Un altro punto che va assolutamente curato è il marketing di comunicazione, in parole povere urge  far girare la notizia!  Continuava infatti   Casiroli in proposito “ Marketing significa evidenziare fortemente, anche all’estero soprattutto nei paesi emergenti, i grandi risultati che i cavalli italiani stanno avendo. Eremo del Castegno, esempio di eccellenza dell’allevamento italiano nel Dressage e “ambasciatore” del nostro allevamento alle prossime Olimpiadi e nel salto ostacoli non dimentichiamo anche New Zealand delle Roane e il suo Allevatore/Cavaliere Fabio Brotto. In questo sistema il marketing gioca un aspetto chiave, essendo la pubblicità l’anima del commercio. Noi siamo fermi mentre sulle nostre riviste tutti gli altri stud-book sono sempre presenti. Insomma saranno anche pochi, ma ci sono, soprattutto ora dove gli allevatori hanno fatto dei forti investimenti sulle fattrici. Purtroppo in molti stanno “ marchiando” estero non credendo più nel Sella Italiano e nelle Istituzioni italiane. Non è solo in questo settore, anche ingegneri o fisici abbandonano l’Italia, ma noi dobbiamo invertire la tendenza.
Dobbiamo compattarci attorno al “Made in Italy”!
ed ancora aggiungeva “crediamo che sia mortificante il fatto che si acquistino cavalli all’estero, magari di scarto, deprimendo un mercato italiano che può esprimere una ottima qualità.”
E’ un problema che mi sta molto a cuore e che ho toccato con mano nell’ultimo anno. Ho avuto davvero modo di capire  realmente quanti cavalli , e non di prima scelta, arrivino in Italia dall’estero, e che fanno parte di quello che potrei definire un “allevamento fatto in casa” parallelo rispetto gli stud book ufficiali. L’Olanda è leader in questo discorso, quasi ogni famiglia alleva in casa soggetti per altro di bella e ridondante genealogia, li alleva in casa, li addestra, li porta in gara in maniera discreta  e poi li immette sul mercato. Sono pur sempre prodotti “fai da te”.  La green card di questi soggetti è una  genealogia allettante ottima per  un commercio parallelo, molto spesso  destinato ad amatori.  Molti di questi soggetti arrivano proprio nel nostro paese. Nulla in contrario, però questa cosa potremmo e dovremmo farla noi nel momento in cui si mette in moto il nostro allevamento Made in Italy adatto a soddisfare tante esigenze. Bisogna investire sulle fattrici, come ricorda l’associazione Cavalli d’Italia, non basta dare lo stallone multi premiato!
Per una “Luce del Castegno” che dall’Italia arriva oltralpe, ecco invece arrivare dalla Germania Coq Rouge, cavallo sauro Oldenburg 2003 , neo acquisto, provato proprio il lunedì dopo Piazza di Siena. . . quella stessa Piazza di Siena che aveva in vetrina tutti questi gioielli italiani!

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