lunedì 30 novembre 2015

UNA “VITTORIA” DA NON DIMENTICARE

Le "amazzoni" d'oro del Team Lazio 2015
Photo di Giulia Iannone

Il Comitato Fise Lazio festeggia la doppia affermazione a Verona, durante Fiera Cavalli 2015, della squadra pony  e l’oro individuale di “Vittoria” Olivieri nel Gran Premio delle Regioni under 21.

A cura di Giulia Iannone


 E' accaduto questo pomeriggio, alle ore 17,30 nello splendido paesaggio e tramonto che solo Roma sa dare ai propri abitanti 
L'impianto militare di Tor di Quinto
Photo di Giulia Iannone


presso la casetta Comando dei Lancieri di Montebello,Ippodromo Militare Gen. Giannattasio - Viale Tor di Quinto 114  allestita ad hoc per l'occasione dalla Dott.ssa Fabrizia Graziani ,
Il logo istituzionale del Comitato Fise Lazio accoglie gli ospiti della serata
Photo di Giulia Iannone
 in un piccolo ma quanto mai accogliente e caldo ambiente in cui si è riunita la "famiglia del Comitato Regionale" 
Photo di Giulia Iannone


C'erano molti " amici ed appassionati di cavalli" , cavalieri ed amazzoni  di diverse generazioni, Ippo genitori, ippo famiglie, addetti ai lavori, rappresentanti della stampa e quanto altro, istruttori ed i tecnici artefici della bella performance di Verona... (premi, coccarde e riconoscimenti simbolici per fissare una data, un momento, un istante) 



giunti  a  condividere il momento gratificante che segue l'inaspettata e per questo bellissima e dolcissima affermazione agonistica che sa di gioia ma che immediatamente volge lo sguardo al presente ed al futuro per il raggiungimento di nuovi traguardi, di nuove esperienze, di nuovi progetti ed approdi, tenendo saldo e coerente il metodo ed il sentimento che genera la competizione.

La breve festa si è aperta con l'intervento del Presidente del Comitato Fise Lazio Giuseppe Brunetti, che ha introdotto un video riassunto sulla trasferta di Verona 2015, con i momenti salienti della vittoria della squadra laziale dei Pony durante la Coppa delle Regioni 

Attraverso il video è stato possibile ripercorrere le emozioni di Verona
Photo di Giulia Iannone






Occhi puntati sulla sequenza di immagini , come viene in risalto immediatamente dallo scatto che segue,  che ritrae gli astanti tuffati nell’evento scaligero.  Riconosciamo sulla destra  il Capo Equipe di questa magnifica squadra. Riccardo Padovan che brevemente ha così commentato durante la serata di oggi" E' stato un oro sperato, ma sicuramente inaspettato. Il team di giovanissimi ha tenuto duro, ha mantenuto i nervi saldi ed ha retto alla tensione, anche quando in prima giornata Jamuna Melis su Princess è stata eliminata per la perdita - imponderabile- del cap durante il percorso. Quest'anno finalmente ce l'abbiamo fatta! Credo che il risultato sia stato il frutto di un buon progetto concepito e portato avanti da  tutto il team,  di una buona formazione di questa stagione. Ebbene sì, abbiamo offerto in regalo ai giovani di questo team pony un ciclo di stage - 1 al mese da  aprile ad ottobre- con il tecnico italiano per eccellenza Giorgio Nuti, presso il Circolo Ippico "I Pioppi" di Piero Coata. Se vengo riconfermato " ha concluso Padovan " vorrei continuare prima di tutto a promuovere curare ed incentivare la crescita  dei cavalieri pony intesa come preparazione tecnica, come formazione e maturazione  del binomio in senso profondo il cui banco di prova e verifica divengono le gare. Ringrazio sicuramente il Presidente Brunetti per avermi sostenuto in questo ruolo, avendo appoggiato le mie scelte, perchè facendo una selezione per la creazione di squadra , le critiche sono all'ordine del giorno"

Ecco poi alcuni esponenti della squadra pony intervenuti alla cerimonia di premiazione



Giuseppe Brunetti consegna un riconoscimento sia a Riccardo Padovan

sia a Marco Sassara, coordinatore nell'ambito della commissione salto ostacoli pony e cavalli che ha commentato faraonicamente " E questa volta, è andata bene!"

Ed un riconoscimento particolare al Tecnico Piero Coata che quest'anno con la "sua squadra" cavalli  individuata per l'occasione ha lambito il podio, o meglio ottenuto la medaglia di legno, con Catarci, Mosca, Del Prete, Olivieri chiudendo con 7 penalità complessive, eppure ricompensato sul piatto della bilancia dalla Dea Bendata, dall'oro individuale di Vittoria Olivieri, selezionata per l'occasione proprio dall'allievo di Piero D'Inzeo " Ho chiamato Vittoria e le ho detto che mi serviva quest'anno per Verona. Lei ha montato per questa occasione una cavalla non sua. La montava da alcuni concorsi, l'ho vista in gara al test event di  San Lazzaro di Savena, Bologna, i primi di ottobre ed ho deciso di sceglierla. E' una ragazza brava e concentrata" ha commentato con la brevitas  che  lo   contraddistingue. " Il tecnico che ogni Presidente vorrebbe" ha aggiunto ironicamente Brunetti " poichè non parla!"  


ma vuole fatti e serietà sul campo, in scuderia e nel lavoro quotidiano a cavallo . 

Ha 20 anni Vittoria Olivieri, giovane ma avvezza al Gran Premio delle Regioni della Fiera di Verona, cui ha preso parte ben 4 volte. " Ero in squadra e lottavo per la squadra della mia regione per la quale dovevo assolutamente portare a casa il netto entrando per ultima in entrambe le manche" ha ricordato l'oro della categoria 130 " ero motivata e concentrata certo poi emozionata perchè non mi aspettavo di chiudere in prima posizione! Ho contato su me stessa e sulla forza del binomio ed alla fine la squadra è risalita dal sesto , purtroppo solo, al quarto posto". Una aggiunta su Carmen " la cavalla è  svizzera , ha  13 anni, ha uno spirito positivo e vincente,ed  in realtà non è mia!  Il mio cavallo di punta si è infortunato durante la stagione agonistica . Devo ringraziare il Presidente del Pony Club, Alessandro Blasi, per avermi prestato questo cavallo con cui subito è nato un bel feeling ed una reciproca intesa in soli 3 concorsi prima della Fiera. Ovviamente una dedica particolare va doverosamente  al mio istruttore Antongiulio Pieraccini. "


L'unico modo per portare i cavalli di questa vittoria ad una festa di premiazione sarebbe stato quello di parlarne , parlarne  di più dedicando qualche istante.  Sarebbe stato bello sentire un pensiero, una frase di commento espresso dalla viva voce dei ragazzi con la semplicità, spontaneità e freschezza di un legame confidente che viene prima di ogni Coppa, coccarda e trofeo. 
"La vera forza travolgente" scrive il maestro Lodovico Nava "  è l'amore che nasce tra il cavallo e l'allievo...una grande passione"









lunedì 16 novembre 2015

LO STILE EQUESTRE DI FILIPPO GILBERTO CATARCI


4 chiacchiere con Filippo Gilberto Catarci.
“Premio di stile alla Fiera Cavalli di Verona 2015”
Filippo Gilberto Catarci ritratto durante i Campionati italiani 2015
Photo courtesy Filippo G.Catarci facebook page

Intervista a cura di Giulia Iannone

Si presenti ai lettori equestri come più le fa piacere...
Ho 17 anni e vivo ad Anguillara Sabazia, sul lago di Bracciano. La mia famiglia è proprietaria di una tenuta agrituristica che alleva capre, pecore, vacche e cavalli, chiamata I Due Laghi. Il circolo ippico, quindi, è al suo interno. Frequento il 2º liceo classico e gioco a basket in una squadra non agonistica. Sono da sempre appassionato di tutti gli sport, dal calcio al Beach volley, dal tennis allo sci, anche se dedico la maggior parte della giornata all'equitazione e allo studio.”
Come ha approcciato l’equitazione e da quanto tempo la pratica?
Mi dicono che mio nonno Federico mi ha fatto salire con lui a cavallo tenendomi in braccio, ma in realtà a 4 anni ho cominciato a prendere le prime lezioni. Quindi questo è il 13esimo anno.”
Quanto conta e quanto è importante “l’istruttore” nella sua giovane formazione equestre? Chi è dunque quel qualcuno cui deve di essere arrivato fino al Premio di stile conseguito a Verona 2015?
Devo ringraziare più persone: in primis Maria Guttridge, istruttrice BHS che tutt'ora insegna nel nostro circolo,- cura la scuola di base-  con la quale  ho fatto i primi concorsi e che mi ha curato molto l'assetto; è stato importantissimo per me il grande cavaliere Mario Maini, che mi ha seguito molto sulla tecnica del  salto; negli ultimi 8 anni sono stato seguito da Pierpaolo Quagliariello, grazie al quale sono migliorato moltissimo ed ho raggiunto i livelli attuali. Negli ultimi anni è stato ed è il mio riferimento”
Gli incontri tecnici che hanno  lasciato un segno tangibile nel suo modo di montare fino a questo momento?
Ho preso parte a numerosi stage con il cavaliere irlandese Edward Doyle e con il tecnico italiano Giorgio Nuti.”
Dicevamo “Premio di stile a Verona 2015” : il premio era accompagnato da una motivazione? Se si quale? In caso contrario lei che tipo di spiegazione si è dato nel momento in cui l’ha ricevuto?
“E’ stata riunita per l'occasione una giuria selezionata di tecnici competenti che ha ritenuto di assegnare un premio per lo stile a 6 cavalieri tra quelli della coppa delle regioni. Al momento della consegna sono stato molto onorato e lo sono tutt'ora.”
"Lo stile è la padronanza della tecnica che permette di essere nel giusto assetto ..."
Photo courtesy Filippo G.Catarci facebook page

Che significa per lei stile a cavallo? quanto conta per lei, quanto ci tiene e quanto si impegna per esso?
Lo stile è la padronanza della tecnica che permette di essere sempre nel giusto assetto con il corpo composto in ogni momento del percorso. Mi alleno ogni giorno per diverse ore dato che seguo molti cavalli. Ci tengo davvero molto e cerco sempre, insieme al mio istruttore Pierpaolo, e alla sua severità, di migliorare.”
A proposito di stile equestre: chi è – se c’è- il cavaliere cui si ispira ,cui fa riferimento costante, insomma il  modello e punto di riferimento estetico ma soprattutto concettuale?
Per quanto riguarda lo stile equestre cerco di avere come riferimento cavalieri che hanno una struttura fisica simile alla mia, quindi alti e slanciati, come ad esempio Daniel Deusser. Per la grande grinta e determinazione ammiro molto Henrik von Eckermann, che ha a che fare con dei cavalli abbastanza complessi.”
Cosa spera e desidera per il proseguo della sua carriera equestre?
Spero vivamente di migliorare sempre più per raggiungere i livelli più alti, ma non c'è fretta: non voglio bruciare le tappe.”
"spero vivamente di migliorare sempre più ma senza fretta: non voglio bruciare le tappe!"
Photo courtesy Filippo G.Catarci facebook page

Lei ha due cavalli importanti con cui affronta le gare più rilevanti. Ma credo che Del Tikky sia il cavallo di punta? Quello comunque con cui ha preso parte a Verona? Parliamo di lui, pregi, difetti, carattere, qualità. E’ lui fino ad ora il cavallo del cuore?
Sì, un baio tedesco di nome Landewich e il sauro belga Del Tikky, che ha partecipato a Verona. È un cavallo che ha saltato gare grosse con il mio istruttore Pierpaolo, ha grande esperienza e buon rispetto. Sa essere molto focalizzato sulla gara ma è anche capace di distrarsi rapidamente. Non mi sento di nominarlo cavallo del cuore: sono molto legato ad ogni cavallo che monto, ognuno con le sue particolarità.”
L’equitazione è fatta di gioie e dolori. Vogliamo citare un ricordo equestre “molto felice” ( non per forza una vittoria in senso di gradino più alto del podio!) ed un momento di particolare dispiacere o disappunto che le ha dato una lezione in termini di insegnamento?
Un momento particolarmente felice è legato alla mia prima trasferta estera, in un CSI a Lamprechtshausen, in Austria, in cui ho conseguito una vittoria nel gp junior. Come esperienza negativa posso citare gli scorsi campionati centro-meridionali in cui ho gettato via la medaglia d'oro perdendo completamente il controllo della situazione, nonostante avessi numerosi punti di vantaggio. Sono comunque molto contento di aver fatto tesoro di quella lezione e di essere riuscito a gestire le gare successive.”



lunedì 9 novembre 2015

L’ORO” MADE IN ITALY” DI LUCA COATA IN SELLA A QUITE BEAUTY

Salto Ostacoli
Per la rubrica : " Complimenti a ... Luca Coata "
"Quite Beauty è una cavalla speciale! Sempre molto competitiva e pronta a dare il meglio quando entra in campo gara"
Photo courtesy Luca Coata facebook page, nella foto di Valeria Serra, Sardegna Jumping Tour 


Ci tengo a ringraziare in primis mio padre Piero che rappresenta nella mia vita e carriera sportiva un vero punto di riferimento”
A cura di Giulia Iannone
In quella stessa domenica che incoronava nella tappa di Verona della  Longines  Fei World Cup il francese  Simon Delestre su Hermes Ryan durante un jump off denso di colpi di scena, nella prima categoria della giornata iniziata alle 8,30 - a due fasi su altezza di 140 parte dello CSI 2 stelle-  un giovane cavaliere italiano, appartenente alla famiglia equestre “Coata” faceva suonare l’inno di Mameli con la complicità della cavalla di 10 anni, Quite Beauty, sella italiana da Quite Easy, con il tempo di 28.46 della seconda fase.
Ecco il commento di Luca Coata  alla ribalta, ancora una volta, con  la  cavalla italiana già oro 2015  a Gorla Minore nel criterium II grado al Campionato Italiano.


 Commentiamo la vittoria di domenica mattina nella cat. 140, gara a due fasi Premio Cavalleria Toscana dello CSI2 *. Se l'aspettava?

“Diciamo che mi aspettavo di fare una bella gara visto che Quite Beauty  ha una grande esperienza su gare anche più alte e più difficili e perché aveva saltato molto bene nei due giorni precedenti, poi domenica nella prima fase l'ho sentita ancora più in forma e ho capito che potevo spingere sull'acceleratore nella seconda fase.  L 'ho fatto ed è andata bene!”

Maggiore soddisfazione perchè in sella ad un cavallo tutto made in italy.  Ci parla  di Quite Beauty . Pregi , difetti, punti di forza, caratteristiche.
“ Quite è una cavalla speciale! Sempre molto competitiva e pronta a dare il meglio quando entra in campo gara. Mi ha già regalato molte soddisfazioni e sono sicuro che continuerà a farlo in proseguo”

"Una bella soddisfazione essere davanti a tutti a Verona, mentre risuonava l'inno d'Italia"
Photo courtesy Luca Coata facebook page

La sua emozione a Verona durante questa premiazione: cosa ha pensato mentre sentiva  le note dell'inno nazionale?  A chi dedica  la vittoria,  chi desidera ringraziare?
“Vincere una gara è sempre una cosa emozionante , vincerla dentro un campo come quello di Verona ancora di più.  Anche se si trattava di una gara dello  CSI 2* è stata una bella soddisfazione essere davanti a tutti mentre suonava l'inno d'Italia.  Ci tengo a ringraziare in primis mio padre Piero che rappresenta nella mia vita e carriera sportiva un vero punto di riferimento.  Un ringraziamento particolare anche a Domenico Merlani, proprietario di Quite Beauty .”
Verona, location speciale. Sicuramente  non è la sua prima volta in questo magico appuntamento equestre italiano .  Condivida con noi i suoi ricordi  del passato,  momenti belli, indimenticabili di questa edizione, cui lei  hai preso parte gareggiando nel 2 stelle.
“Sicuramente ,insieme a Piazza di Siena , Verona rappresenta una location speciale per noi cavalieri italiani.  Avevo già gareggiato in questa fiera con i pony e altre 5 volte per la coppa dei giovani.  Spero di riuscire a far parte dei BIG nei prossimi anni e prendere parte alla World cup”

"Quite Beauty, cavalla italiana di 10 anni ha già regalato molte soddisfazioni a Luca Coata:
qui ritratta in premiazione al Campionato Italiano 2015, oro nel criterium II grado."
Photo courtesy Luca Coata facebook page


 
Quali  sono i suoi programmi e piani per le prossime gare?

“ Dopo Verona Carito ( lo stallone holsteiner da Carthago  compagno di molte avventure di Luca Coata ormai da qualche anno, ndr)  e Quite Beauty  si riposeranno qualche week end per arrivare in forma al prossimo appuntamento che sarà il CSI **** di Salisburgo la prima settimana di dicembre.”

domenica 1 novembre 2015

“UN COSTRUTTIVO INVESTIMENTO DI TEMPO”!

Formazione
Massimiliano Floris e Luce Bellissima
Photo courtesy Olga Chieffi
FISE LAZIO
UD13 LAVORO DEL CAVALLO NON MONTATO:

A cura di Giulia Iannone

 Nei giorni 26 e 27 ottobre 2015 , si è svolta presso il IV reggimento Carabinieri a cavallo sito in Tor di quinto, l’unità didattica 13 sul tema “lavoro del cavallo non montato “ tenuto dal veterinario  Dott. Marco Reitano e dall’istruttore di III livello - Master di specializzazione in dressage,  Massimiliano Floris, I 30  iscritti al  corso , di cui alcuni provenienti da altre regioni quali la Campania e la Toscana, sono stati : Stefano Allega,  Mauro Ambrosetti,   Jacopo Ascani ,  Miriam Barbiere ,  Alba Claudia Bartocci ,  Camilla Bianchi ,  Jessica Campisi ,  Maria Cappelletti ,  Olga Chieffi ,  Alfonso Crucianelli,  Valentina Cursio ,  Daniele De Luca ,  Edoardo De Marinis , Daniele Di Cori ,  Francesco Gargallo di Castel Lentini ,  Flavia Gelsomini ,  Giulia Iannone ,  Agnese Lanzetta , Carlotta Lopalco,  Giorgia Maraschio ,  Veronica Mariani ,  Francesca Romana Nanni ,  Giulia Panebianco ,  Karen Petrella ,  Isabella Ryan ,  Tania Sacconi ,  Irene Sardella ,  Goffredo Savini ,  Sara Tripicchio ,  Eva Luna Zago.
Il corso di due giornate, ha fornito agli astanti  una ampia ed esauriente panoramica su di un lavoro che ha molte e svariate sfumature concettuali  attraverso un linguaggio comune della famiglia equestre, semplice, puntuale, immediato e preciso.
L’unità didattica ha sottolineato, costantemente,  come  il nostro rapporto con il cavallo inizi molto prima di salire in sella. La costruzione del dialogo con il nostro compagno di vita e di sport parte da lontano, ad esempio dai primi momenti di vita del piccolo puledro, quando accanto alla mamma può apprezzare ed approcciare più spontaneamente l’essere umano come figura familiare e non estranea di cui diffidare.  I concetti ed i motivi ispiratori, all’interno delle tante e numerose argomentazioni e tematiche tecniche che non intendiamo riprodurre in questa sede, hanno a che fare con la comunicazione, con il contatto che genera fiducia in una relazione di scambi ed interazione reciproca tra due esseri, uomo e cavallo, uniti e fusi come in un  solo corpo ed anima, sintetizzabile nell’idea dell’uomo centauro: unione  di intenti, di comprensione, di sostegno di condivisione di un progetto. Il lavoro da terra, e non unicamente espresso come lavoro alla longe, ci induce al ragionamento, all’osservazione, alla riflessione, alla correzione, alla ricerca dei giusti ritmi, del giusto approccio, di come presentarsi e conoscersi.  Un cavallo che accanto al suo partner umano ha compreso e gradito il proprio lavoro quotidiano e da ciò trae gioia, dunque è felice , è  un  “happy horse ed happy atlete”. 
Come insegnare da terra la cessione alla gamba, seguendo la teoria del rinforzo negativo
Photo courtesy Olga Chieffi


In questa carrellata di argomenti, non è mancato un momento di riepilogo storico, che ha fatto comprendere meglio come sia cambiata nell’uomo la consapevolezza, la considerazione ed il rispetto nei confronti del cavallo. Già  i nostri padri equestri ed i grandi Maestri classici avevano capito che i cavalli sono dotati di una sensibilità emotiva, interiore, di una capacità di apprendimento di cui tener conto , non solo in fase di addestramento. Senofonte, tra i primi,  all’epoca dell’Antica Grecia aveva intuizioni e sentimento che oggi definiremmo della doma dolce o gentile. “ quando il puledro si spaventa è carezzandolo che gli si insegna a non temere” ed ancora “tutto ciò che è forzato e imposto brutalmente non potrà mai essere bello”. Anche la frase di Simone di Atene avvalora questo quadro “Se un ballerino fosse forzato a ballare attraverso l’uso di fruste e speroni o comunque di strumenti affini, non potrebbe mostrare alcuna bellezza così come un cavallo in condizioni simili”. Nel cammino della dottrina equestre troviamo i grandi Maestri ai quali dobbiamo molto , per l’impegno profuso e la spinta emotiva con cui hanno effettuato una grande ricerca per elaborare e configurare una dottrina. Sono nomi come Federico Grisone, Giovan Battista Pignatelli, de La Gueriniere , padre ed ideatore della spalla in dentro solo per citare alcuni dei maggiori esponenti della dottrina classica. Costoro avevano capito e inteso molto e toccato vette altissime ma qualcosa mancava nel loro lavoro. In questi ultimi anni stiamo vivendo e siamo stati investiti da tutta una scia ed ondata di “gentilezza” che appartiene alla doma dolce o etologica.  Monty Roberts, Pat Parelli e tante altre personalità prestigiose  hanno portato alla ribalta problematiche e peculiarità psicologiche ed emotive sul cavallo. Questa rinnovata attenzione rivolta all’interiorità dell’equide, ha colmato le molte le troppe smagliature della “strada maestra” che sembra assopita e  disattenta su tali tematiche.    La  nostra tecnica di base  sembra essersene “scordata”, osiamo dire,  troppo spesso perché  mal praticata , troppo spesso frettolosa e precipitosa, ispirata e modellata sui criteri di  una società del consumismo che va di fretta e brucia sempre più le tappe,   tralasciando le sue buone abitudini, i “boni mores” del pensiero e della pratica equestre,  schemi e metodi e la grande lezione  del “giusto tempo “ , tutti pensieri  che traevano  linfa sensibile dalla mano e dal cuore  dell’uomo di cavalli. Quello vero! 
 Massimiliano Floris introduce  al lavoro della doppia longe su di una testiera senza imboccatura
Photo courtesy Olga Chieffi

 In tutto questa fucina di sentimenti e di tecnica, è apparso il Dott. Andrew Mclean a rimetter ordine ed a suggerire come coniugare alla perfezione scienza etologica e tecnica tradizionale. La parte dell’apprendimento è sicuramente la chiave di volta e trait de union tra i due ambiti. Che cosa mancava dunque ai Grandi Maestri classici? “non avevano le conoscenze scientifiche per spiegare perché le cose accadono. Il metodo però che essi adoperavano era migliore di quello di oggi, poiché loro non erano soliti scartare i cavalli. Oggi noi scartiamo i cavalli se hanno problemi. i  Grandi Maestri del dressage spiegavano i comportamenti dei cavalli con riferimenti del comportamento umano non animale: quel cavallo è buono, quel cavallo è cattivo... che sono doti umane e non attribuibili ad un animale. Il termine ad un cavallo piace, o non piace può essere anche vero ma la spiegazione del perché non piaceva o non può piacere non era esauriente. Bisognava cercare nel rinforzo positivo o negativo che avevano ricevuto prima. Dunque una spiegazione di tipo scientifico. “ lo ha detto proprio Mclean “ nell’etologia come scienza manca la componente dell’apprendimento “, questa componente proviene dal Nord America. “ per me – dice l’etologo australiano- le teorie sull’apprendimento basate sul condizionamento classico – rinforzo positivo o negativo- rappresentano un messaggio importantissimo. È giusto il concetto etologico, ma in ogni interazione il cavallo impara qualcosa. Qualcosa è cambiato nel suo comportamento.( L’ABC del cavallo sportivo, intervista ad Andrew McLean).
 Alla luce di questo concetto fondamentale, che si evince dall’excursus storico rapidamente tratteggiato durante il corso, è stata invece data ampia spiegazione degli 8 principi dell’addestramento, contenuti nel testo divulgato dalla Fise “ Principi di tutela e di gestione degli equidi” distribuito in aula.
Il Dott. Marco Reitano introduce il suo lavoro alla corda con la cavalla di 6 anni "Quisa Bella"
Photo courtesy Olga Chieffi

La  fase pratica del corso  ha visto all’opera il primo giorno il dott. Marco Reitano con strumenti e tecnica della migliore tradizione didattica della nostra scuola, di cui Reitano è illustre rappresentante, all’opera con la cavalla di 6 anni di origine sarda “Quisa Bella” che è stata messa a disposizione per l’occasione dal IV reggimento. La dimostrazione aveva lo scopo di rivedere, ripetere e suggerire in maniera concreta lo  schema di lavoro impostato in aula, breve esposizione di attrezzatura, osservazione ed approccio di base alla corda di un giovane soggetto.  Se la tecnica è sempre la strada maestra ed il motivo ispiratore della didattica, è anche vero che deve essere affiancata sempre dalla giusta comprensione e da una notevole capacità introspettiva. 
Fase iniziale del lavoro alla corda che Marco Reitano ha mostrato con la cavalla
giovane di origine sarda. Ecco come appariva "Quisa Bella" durante i primi momenti alla longe
Photo courtesy Olga Chieffi

Questo ensamble  di “tecnica ed anima” ha ispirato invece la lezione pratica di Massimiliano Floris che ha dato dimostrazione didattica  con la propria  cavalla di 6 anni  “Luce bellissima” figlia dello stallone da dressage Bellissimo M. un giovane soggetto   che ha lavorato con grande equilibrio psico- fisico in un contesto ambientale davvero non facile : non in tondino, tra gli spari di esercizio provenienti dal poligono limitrofo e la musica ad altissimo volume dell’esercitazione del Carosello dei carabinieri. Luce bellissima ha trovato la giusta concentrazione indossando una semplice testiera  senza imboccatura, con un cordino passato sul naso alla maniera di Linda Tellington, frusta lunga  da dressage. In seguito un breve prospetto per l’introduzione all’uso di base della doppia longe. Alcuni istanti finali in cui la cavalla è stata montata da Massimiliano Floris a dimostrazione del compimento concreto e tangibile della propedeuticità di un lavoro in vista dello scopo finale.
D’altronde lavorare con i cavalli è una occasione, un privilegio, una splendida avventura da vivere con profondità espressiva e consapevolezza. Ad un certo punto  del viaggio ci accorgeremo che mentre cerchiamo di “migliorare e valorizzare” il nostro compagno di vita, in realtà stiamo migliorando in primis noi stessi...