mercoledì 29 gennaio 2020

FRANCESCO ZAZA E WISPERING ROMANCE DOPO AMSTERDAM...

WISPERING ROMANCE: “LA SIGNORA HANNOVER” CHE IMPARA IN FRETTA
Di Giulia Iannone
"Lei, la Wisper,  è una signora molto viziata, è una cavalla fantastica! E’ molto introversa, ma nonostante sia della linea diretta di Weltmeyer che in genere dà cavalli  molto caldi, lei è davvero molto brava, è molto concentrata, è sempre motivata, volenterosa."
Photo Courtesy Petra Kerschbaum

FRANCESCO ZAZA chiude al 14mo posto in Gran Prix,la recentissima  tappa di Coppa del Mondo di Amsterdam, con 70,63%  ed accede al Freestyle, prova nella quale consegue la percentuale di 74,015. Ecco cosa ci ha raccontato  di questa esperienza  al telefono l’ex completista di questa fantastica avventura…

*Tutte le foto dell’articolo,  sono state scattate e  gentilmente concesse da Petra Kerschbaum
All Photos of the article were taken and kindly granted by Petra Kerschbaum

Facciamo un commento sulla tua prestazione Grand Prix. Cosa ti  è piaciuto e cosa per il futuro, desideri migliorare?
“ Il punteggio del 70% è stata una gradita sorpresa, mai mi sarei aspettato di ottenere un punteggio del genere in una cotale tappa di Coppa del Mondo. La cavalla ci sta veramente mettendo il cuore. Per le prossime gare, so che ci sono dei particolari da sistemare. Il dato significativo è che stiamo migliorando insieme: da Salisburgo, sento la hannover entrare nella dressage arena consapevole, questo è il punto importante, sento una connessione tra me e lei molto consistente. Il mio limite è sempre quello di non rischiare e spingere in gara ancora, per cui per esempio,  i passage sono sempre un po’ più veloci, i piaffe vanno benissimo perché sono valutati intorno all’8,5, devo essere ancora più preciso sugli esercizi di base del Gp, come le linee di centro, gli alt con i passi indietro, purtroppo quando si arriva un po’ a questo livello sono cose che smetti di provare. Basti pensare che una linea di centro vale quanto un trotto allungato, prendere 6,5 in una linea di centro con l’alt saluto e trotto è uno spreco di punti”.
Parliamo della tua kur: cosa racconta, e quali sono i punti di forza del cavallo che hai voluto esprimere, quali i punti delicati di Wispering?
Purtroppo, il freestyle che presento, è stato fatto sulla cavalla 3 anni fa, quando ero ancora un po’ all’inizio del discorso Grand Prix. Sto lavorando da 4 mesi su un freestyle nuovo ed è un lavoro molto lungo. Sono saltate fuori queste gare tipo Amsterdam, per cui sto ancora presentando un freestyle molto semplice con un grado di difficoltà che parte da 8.4, quindi rimango sempre molto basso. I punti di forza da valorizzare sono i cambi nel mezzo circolo, il giro di piaffè viene molto bene alla cavalla, ho aggiunto questa volta, rispetto a Salisburgo, una appoggiata a sinistra in passage all’inizio, però mi sono reso conto che la cavalla ha fatto molta fatica, infatti poi è venuto fuori un errore. Va anche detto che Wispering, la giornata del sabato, era un filino stanca, ed inoltre era un po’ tesa perché sono entrato nel momento in cui il pubblico era in delirio per Rothenberger, per cui quando sono entrato in quella confusione , la cavalla ha reagito diventando un pezzo di marmo!  Sono contentissimo, in conclusione, di entrambe le giornate, voi non potete immaginare!”
"La cavalla ci sta veramente mettendo il cuore!"
Photo Courtesy Petra Kerschbaum

La prossima gara dove e quando sarà?
“Pensavo di partecipare a S’Hertogenbosch, l’ultima tappa di Coppa del Mondo prima della finale, la seconda settimana di marzo”
Speravi, sognavi di strappare il biglietto per Tokyo?
“ Oggi come oggi pensare a Tokyo è impossibile, perché le qualifiche sono terminate  il 31 dicembre. Non c’è un posto per l’Italia, Tokyo sfuma quest’anno. Il mio obiettivo  è andare a Olympia, che è un po’ la mia olimpiade. “
Sei  seguito da Laura Conz: da quanto tempo lavori con lei, cosa ti  ha dato Laura e quanto è ed è stata importante per interpretare al meglio la cavalla e mettervi insieme prima che tecnicamente, empaticamente?
“ Lavoro con Laura Conz da un anno e mezzo. Prima mi sono gestito un po’ da solo, da buon autodidatta! La Conz è molto brava nel costruire i cavalli agendo nel rispetto psico-fisico dell’animale. Non è un coach che ti costruisce un piaffe da 8 con la forza. Questo è quello che voglio dire, ed il suo approccio è così in ogni aspetto. E’ arrivata il primo giorno da me in scuderia, ed abbiamo ricominciato da capo, dalle basi: il riscaldamento basso e rotondo, la cavalla è entrata  in condizione fisica  e siamo giunti ad un punto nel quale, sia io che Laura, non capiamo Wispering quanto possa ancora migliorare o sorprenderci nonostante abbia 17 anni. Conosco Laura Conz da sempre, perché mi ha seguito sin da piccolo, al tempo in cui praticavo concorso completo. Mi sono sempre trovato molto bene ed abbiamo un grande feeling, credo, di non esagerare affermando che Laura Conz è il miglior tecnico di dressage che abbiamo in Italia in questo momento e da sempre.”
 Hai  detto che Laura Conz interpreta il cavallo senza forzarlo. Ci spieghi  meglio questo passaggio?
“ Laura ha un estremo rispetto per l’animale. Questo è un dettaglio che mi è sempre piaciuto sin da quando mi seguiva in completo. Lei propone un cammino molto lungo, ma sai sempre che arrivi all’obiettivo finale con delle certezze. “
"Sono il tipo di cavaliere che sceglie il proprio cavallo in base al feeling o alla scintilla che nasce a pelle. “
Photo Courtesy Petra Kerschbaum

Vieni  dal completo: che gare facevi, chi sono stati i tuoi coaches?
 “ Sono stato seguito da Francesco Falorni per un po’ di anni, poi ho continuato da autodidatta! Quando sono diventato senior andavo in giro un pochino da solo , veramente con la mia storica amica e compagna di completo Roberta Cerrato, con la quale partivamo per le gare ( Roberta Cerrato era presente anche ad Amsterdam, come groom di Wispering, ndr). Siamo partiti con Jolly Roger, da young rider ho preso parte ad un campionato assoluto senior in Italia, fino ad arrivare in quarantena per Hong Kong. Da autodidatta, la mia green card per proseguire sul cammino dell’agonismo, è stata quella di trovare dei compagni a 4 gambe con cui avere grande feeling: diventano parte della mia famiglia. Sono il tipo di cavaliere che sceglie il proprio cavallo in base al feeling o alla scintilla che nasce a pelle. “
Come sei  passato al dressage?
Ho sempre montato in questa disciplina sia da junior che da young rider. Mi è sempre piaciuto, forse anche di più del completo. Ho partecipato anche ad un campionato europeo junior. Dopo di che, crescendo, ho fatto la mia scelta! “
Dalla stamina del completo alla ricerca della perfezione del dressage…allora ti sei sempre sentito a tuo agio?
“ Ovviamente mi sono sempre sentito a mio agio. Comunque anche il completo è la ricerca della perfezione, mica pensate che andiamo allo sbaraglio?( ride molto, ndr). Guardate che finisco un Grand Prix di dressage più sudato di quando finivo le gare 4 stelle in completo. La concentrazione richiesta in dressage è davvero stressante. Però essere stato completista mi aiuta moltissimo in termini di condizione fisica e benessere del cavallo, è un bagaglio culturale molto prezioso.  Inoltre Wispering lavora durante la settimana come un cavallo da completo: non ho cambiato le mie abitudini di allenamento. La cavalla ha 17 anni e due volte la settimana fa i galoppi per entrare in condizione atletica. Penso che il completo dia una formazione da uomo di cavalli utilissima anche per altre discipline. In fondo in fondo mi sento avvantaggiato”
Credo che Wispering Romance sia protagonista di una storia molto bella. Parlaci di lei: come l’hai trovata?
La Wisper è arrivata in Italia 3 anni fa. Ha fatto la fattrice all’estero fino a 11 anni. Il proprietario, nonché il mio socio in questo momento al centro equestre bresciano, l’ha acquistata in Olanda, l’ha portata a casa ed ha cominciato a farmela montare. La cavalla era all’epoca di livello F. Giocandoci un pochino, sono arrivato a gareggiare prima in M, l’anno dopo in St.Georges, e l’anno dopo ancora  in Gran Premio. Tutta la prima parte degli esercizi l’ho fatta come al solito, un po’ da solo. Per cui ad esempio, i cambi tempi tempi ed il primo piaffè non erano corretti ma mi sono un po’ improvvisato. All’epoca lavoravo al Bedesco perché seguivo tutta la parte del dressage, quindi avevo questa cavalla al mattino a cui mi sono affezionato sin da subito. Come cavaliere, costruisco sempre dei legami molto personali, ho sempre avuto bisogno di questo. Con i cavalli con i quali non scatta la scintilla emotiva, non vado da nessuna parte!”
"Mi sono accorto che le femmine hanno un altro modo di imparare: sono più veloci"
Photo Courtesy Petra Kerschbaum

Come è il carattere e la personalità  di questa cavalla hannover di 17 anni?
Lei è una signora molto viziata, è una cavalla fantastica! E’ molto introversa, ma nonostante sia della linea diretta di Weltmeyer che in genere dà cavalli  molto caldi, lei è davvero molto brava, è molto concentrata, è sempre motivata, volenterosa. Non è una femmina lunatica o incostante, anzi da quando ho incontrato lei ho deciso di prendere solo cavalle femmine. Ho comprato quattro femmine! Ho sempre avuto dei castroni, ma mi sono accorto che le femmine hanno un altro modo di imparare. Ed io mi trovo bene”
Hai detto “ Le femmine hanno un altro modo di imparare”: cosa significa?
“ Sono più veloci. Credo che si sia instaurato un legame speciale. Quando sono fuori ad insegnare, la vedo affacciata al box. Passa il tempo a fissarmi con le  orecchie dritte. Pur avendo 36 anni ,e non essendo mai stato il tipo di cavaliere “mio mini pony”, mi scopro ad avere un legame quasi da bambino con questa cavalla. Mi sta portando in posti ed in gare, in cui mai avrei pensato di essere”.
Come è stato entrare a far parte del contesto Coppa del Mondo tappa di Amsterdam, avere a fianco Edward Gal, Charlotte Dujardin e Isabell Werth?
“ Alla fine ho scoperto che tutti loro sono cavalieri come me, con tutti i propri problemi, come me con i cavalli. Sono già un po’ di volte che condivido con loro il  campo prova, e posso solo dire l’ovvio ossia che sono dei grandissimi cavalieri che mostrano una tecnica di  altissimo livello. Quello che osservo, non riesco a descriverlo a parole: per loro è  tutto semplice, impercettibile, impalpabile.”
Chi scegli  tra Isabell Werth e Charlotte Dujardin e perché?
“ Scelgo Isabell, perché ha una tecnica incredibile ed è una macchina per fare i punti. Vorrei rubare la sua esperienza”
Nel completo, chi è il tuo cavaliere di riferimento?
Andrew Nicholson”.




sabato 4 gennaio 2020

IL RICORDO DI MARIO MAINI A 4 ANNI DALLA SCOMPARSA

"Mario Maini è stato sempre conforme ed aderente alla tecnica equestre tradizionale"
ammirate la perfezione dei baricentri del cavaliere: è perfetto!
guardate la linea dalla bocca del cavallo alle braccia del cavaliere...

Pierre Mattia Menzione, ultimo allievo di Mario ha detto: Lui mi ha insegnato a volare sempre basso ed a lavorare col cervello. E Mario è sempre con me e dentro di me!”
Di Giulia Iannone
A 4 anni dalla scomparsa di Mario Maini, abbiamo contattato Pierre Mattia Menzione-  oggi cavaliere e novello addestratore di giovani cavalli nella disciplina del salto ad ostacoli- ultimo allievo in termini cronologici del “Cavalier Maini”,  per ricevere da lui al telefono, un pensiero, un ricordo, una frase di testimonianza. Pierre Mattia Menzione  ha dedicato all’amatissimo Mario delle parole bellissime, dolcemente malinconiche e nostalgiche simbolo ed espressione di eterna ammirazione stima e gratitudine per tutti gli insegnamenti di vita e di cultura equestre che lo specialista delle categorie di Potenza,  ha saputo elargire  durante gli ultimi anni della sua vita ed attività di insegnamento. Nel desiderio di ricordare e omaggiare Mario, non dobbiamo aggiungere nulla alle parole semplici e profonde di Pierre Mattia, se non un grazie sentito a quell’allievo commosso e così affranto dal distacco solo terreno, avvenuto nel 2016. Nel portare avanti il valore dell’insegnamento e del sentire di Mario Maini, l’allievo ha sconfitto le tenebre della morte, ed ha consegnato al cavaliere di Shephard’s Bush, l’immortalità dell’anima e  del sentimento equestre. “Mi manca tutto di Mario” ha dichiarato il giovane allievo”  la sua voce, i suoi consigli, i suoi rimproveri che oggi mi sono tanto cari. Ricordo e sento la mancanza di tutto. Pagherei e farei carte false per poterlo avere qui oggi. Per me è stato come un secondo padre, ha rappresentato e rappresenta, nel ricordo e nella forza dei suoi insegnamenti, un faro ed un punto di riferimento e di crescita e di equilibrio insostituibili. Oggi quando vado in gara, e mi capita di andare male, rivivo la sua voce, quando mi diceva con grinta ed insistenza di svegliarmi e di darmi da fare realmente come “Tobia” un cavallo simbolico- che Mario aveva incontrato nella sua carriera di istruttore-  cui mi paragonava per suggerirmi ed ispirarmi il valore del risveglio e del cambiamento. Mi mancano le chiacchierate simpatiche e spumeggianti, che facevamo al telefono, quando rientravo a casa la sera, tutto ciò che riguarda lui ed il contatto con i cavalli. E’ solo grazie a Lui che oggi ho tra le mani la possibilità di svolgere questo mestiere. Non è facile stare senza di lui, c’è chi ha avuto la fortuna di viverlo da giovane all’epoca d’oro del successo, quando era in auge ed osannato da tutti, io l’ho vissuto da vecchio, e si è sempre dimostrato e rivelato un Signore in ogni senso, sia fuori che nell’animo. “.
 Abbiamo chiesto a Pierre Mattia di raccontarci di più di questo fantomatico  cavallo Tobia, per capire al meglio la metafora simbolica e didattica suggerita dal Maestro Maini “ c’era un cavallo al Centro Ippico I Due Laghi. Era di origine danese, uno Knabstrup, era impiegato per la scuola. Questo cavallo, quando si stufava, dava una sgroppata e disarcionava il cavaliere, chiunque egli fosse! Il monito di Mario era ed è di fare come Tobia: bisogna svegliarsi nella vita e sgrullarsi tutti di dosso, e mirare ai gradini alti della classifica e della vita. Certo le parole di Mario erano altre, più toste e colorite, chi lo ha conosciuto può immaginare l’espressione ,  ma il senso e la metafora era assolutamente questa. Lui mi chiamava Tobia, lo sapevano tutti solo in scuderia ed io lo accettavo con gratitudine perché per me Mario è stato come una figura di famiglia, oltre che Maestro.

 Lui mi ha insegnato a volare sempre basso ed a lavorare col cervello. E Mario è sempre con me e dentro di me!”