martedì 25 aprile 2017

VITTORIA PANIZZON IN MARCIA VERSO GLI EUROPEI?

Brevi News
Photo Courtesy Vittoria Panizzon  fb page
" Vedremo quale traguardo di stagione puntare"!


Abbiamo contattato la nostra straordinaria completista italiana che vive e lavora in Inghilterra, Vittoria Panizzon,  per sapere come procede il suo programma di stagione, quali sono i suoi cavalli in lavoro oltre la “famosa Pennyz” che è già tornata in gara per la stagione 2017 e restiamo in attesa di scoprire “quale traguardo di stagione” punterà la nostra amazzone portacolori dell’aeronautica militare.
Ecco cosa ci ha raccontato…
A cura di Giulia Iannone


Pennyz ha iniziato la stagione con successo vincendo un Open Intermediate, mira adesso alla partecipazione di  qualche Advanced e CIC3, poi vedremo quale traguardo di stagione puntare.
Chequers Play the Game oramai fa gli Advanced con fiducia e mira il CCI3 di Tattersalls.
Supercillious e One Night Love sono qualitativi e mirano il CCI2 di Tattersalls.

Argentinus punterà gli Intermediate dopo una fantastica stagione di caccia su siepi enormi. Abbiamo poi due 6 anni molto promettenti comprati da proprietari l'anno scorso e altri quattro 4 anni di qualità comprati anche loro da proprietari nel 2016, che abbiamo domato quest'inverno ma che non inizieranno a gareggiare fino a fine stagione almeno. Comunque terrò aggiornati tutti i miei fans :  basta seguire il  mio  profilo Facebook  per le news! A presto, Vittoria”

giovedì 20 aprile 2017

ANTONIO INFORTUNATO ED OPERATO, GIANNI GOVONI NON SARA’ A LUMMEN


Gianni Govoni sta testando una cavalla nuova di nome Queen Z con cui spera di scendere in campo sull’ovale romano di Piazza di Siena
A cura di GIULIA IANNONE
Photo repertorio Giulia Iannone
"Antonio è stato operato e sarà fermo per 4 o 5 mesi"
Forza Antonio!


Non sono in gara al Campionato Italiano perché Antonio, il mio cavallo di punta si è infortunato” . Così ha esordito al telefono , questa sera,  il cavaliere più noto come  “Master of Faster” Gianni Govoni , che con grande disponibilità e sicuramente una ombra di amarezza nella voce, ha raccontato tutta la vicenda legata all’infortunio di Antonio , il cavallo che lo ha riportato,  nella stagione scorsa,  all’onore ed alla gloria che merita assieme alla giacca della nazionale italiana  “ il cavallo dopo che ha partecipato a Treffen “ ha detto il cavaliere di Carpi”a fine gennaio anche in accordo con il selezionatore Roberto Arioldi, ha osservato circa un mese di pausa relax. Si tratta di un cavallo caldo e di sangue. Da quanto lo monto, percorsi di esercizio non ne ha quasi mai fatti. Ha sempre fatto gare di qualifica e gare grosse e Gran Premi.  Lo tenevo riservato perché con lui avrei dovuto saltare Lummen. Avrei dovuto ricominciare la preparazione agonistica portandolo ad Arezzo per qualche percorso di lavoro. In queste 4 settimane non l’ho portato mai neanche a lavorare in campo ostacoli a casa, abbiamo sempre solo fatto passeggiate fuori e vicino al fiume che costeggia la mia scuderia. Mentre passeggiavamo  sulla riva, non so cosa sia successo…” . Purtroppo il cavallo baio figlio di Oklund  mostrava una zoppia ad un posteriore ed è stato operato, ieri pomeriggio , ad un sospensore posteriore, sicuramente sarà necessario tenerlo a riposo per circa 4 o 5 mesi minimo. “Quando operi un cavallo non si può mai sapere. Facendo fede ad altre esperienze che ho avuto in carriera, posso ricordare buoni risultati ed esiti favorevoli . Dipende tutto da  come reagiscono loro e da tanti altri fattori. La cosa che mi scoccia di più è che l’infortunio non deriva da un concorso, da uno sforzo in Gran Premio, magari da  un barrage in sfida col cronometro:  il cavallo erano 4 settimane che non faceva una barriera per terra, lavorava solo al passo e trotto in passeggiata solo sull’argine del fiume …questo è il pensiero che mi arreca più dolore onestamente”.
"Non ho reputato idoneo fare un campionato italiano tanto per partecipare "
Photo di repertorio
Giulia Iannone

In queste ore all’Arezzo Equestrian Center si sta svolgendo il Campionato Italiano Assoluto e Gianni Govoni brilla per la sua assenza “ avrei potuto partecipare benissimo perché posso contare su cavalli come Winn Winn e Larbraker o anche su una  cavalla nuova che sto provando e  che è davvero interessante,  però in programma avevo da fare Lummen quindi non era nei piani il campionato aretino.  Adesso essendo assente il mio cavallo di punta Antonio, sinceramente non ho reputato idoneo fare un campionato italiano assoluto tanto per partecipare o arrivare tra i primi dieci. All’età di 50 anni, sono sincero non mi interessa tanto! In accordo sempre con il selezionatore Roberto Arioldi, si è deciso di optare su due concorsi Csi da Etrea così mi sarà possibile provare qualcosa con la cavalla nuova, magari trovare una imboccatura idonea e la strada per focalizzare meglio la gestione con questo nuovo soggetto. In un campionato di tre giorni non si vanno a fare esperimenti. Voglio  inoltre cercare di arrivare a Roma al meglio con i cavalli che ho a disposizione”.
Saltato per Gianni Govoni l’appuntamento eccellente di Lummen, riusciamo a sapere in anteprima alcuna nomi della compagine azzurra “ Credo che la squadra sia composta da Bicocchi, Paini, Chimirri , Marziani …e non ricordo bene chi c’è più! In questo momento mi sfugge” e chiediamo anche qualche dettaglio in più su questa “nuova cavalla” in prova che dovrebbe e potrebbe sostituire Antonio, temporaneamente si spera uscito di scena “ la cavalla ha 10 anni e si chiama Queen Z da Quidam de Revel , è come tutti i cavalli che mi piace montare molto calda!  apparteneva ad un cavaliere messicano ed ha già saltato alcuni gran premi. Ha le carte in regola per affermarsi come buona cavalla e stiamo vedendo e sondando la strada da prendere sotto molti punti di vista. L’ho provata e montata già in due gare tranquille ad Arezzo l’altra settimana e ripeto, voglio provarla bene.  Questa cavalla è di un nostro cliente che si fida molto di me e stiamo vedendo come fare per prenderla in qualche modo in attesa di far rientrare Antonio come primo cavallo”.  In chiusura di conversazione ,con Gianni abbiamo cercato anche di capire qualcosa in più sul progetto “Piazza di Siena” : “ ad horas avrei in mente di portare sicuramente Winn Winn , questa nuova cavalla e vedere se portare il grigio Larbraker ed una altra cavalla di cui dispongo per fare le gare basse. Questo in teoria, poi bisogna vedere tutto a suo tempo. Mi piacerebbe tanto che Queen Z funzionasse sì da portarla a Roma come prima cavalla e poi Winn Winn da schierare nel piccolo gran premio e le altre gare”.  
"mi piacerebbe portare a Roma la nuova cavalla che sto testando, Queen Z"
Photo di repertorio Giulia Iannone

Grande la soddisfazione dell’allievo diretto di Raimondo D’Inzeo che in merito a Larbraker , il grigio italiano da Larino, ha saputo dire” il grigio sta collaborando molto. Ho dato anche a lui qualche mese di tranquillità. Cavalli del genere hanno molto bisogno di una gestione ben ponderata: a casa non bisogna chiedere tanto, deve rimanere fresco di testa. Nei tre concorsi ad Arezzo il cavallo si è espresso molto bene fino al’exploit della vittoria in GP. Il cavallo ha grandi mezzi ed è  sempre più collaborativo. Bisogna conoscerlo e gestirlo benissimo. Che dire di Winn Winn: lei la conosco da tempo. E’una ottima vincitrice!”
Alla nostra richiesta di ottenere un pronostico in merito al Campionato Italiano, Gianni ha risposto senza esitazione ” e’ tutto assolutamente aperto! Non ci sono né primi cavalli né primi cavalieri! Tutto può succedere. Posso solo dirvi questo”.
eccolo Antonio con la sua super groom Chiara una delle prime volte che l'ho visto da vicino
Photo di repertorio GIULIA IANNONE



martedì 18 aprile 2017

DESCRIVETE LA VOSTRA FILOSOFIA EDUCATIVA EQUESTRE


“Cosa volete insegnare grazie agli allievi?”
Come un compito, assegnato durante un modulo di pedagogia dedicato ai candidati istruttori di I livello, può tramutarsi in un articolo "didattico e divulgativo " di un metodo.
"Credo nella pazienza e nel metodo graduale e credo che
 il nostro primo scopo sia rendere il cavallo felice"


Di Giulia Iannone

Abbiamo deciso di pubblicare il compito assegnato durante il recente   corso di pedagogia e tecniche educative 1, svoltosi a Roma a fine marzo al C.I Porta di Roma,  e tenuto magistralmente dalla Dott.ssa Chiara De Santis, docente dotata di grande competenza, capacità comunicativa spiccata, grande creatività e metodo innovativo, ispirato chiaramente a Maria Montessori.  Anche questo corso come quello di psicologia, è stato basato sulla indipendenza e libertà di scelta del proprio percorso educativo, entro limiti codificati ovviamente, e sul rispetto delle doti e valori e talento naturale di ciascun candidato.
Scegliere di insegnare equitazione risponde ad una esigenza interiore e personale dettata da una scintilla che scatta in qualcuno di noi. “Saperlo è facile, è dirlo ad alta voce che è difficile”, diceva Tom Booker ossia il protagonista del libro “ L’uomo che sussurrava ai cavalli.” Ma prendere carta e penna e scrivere nero su bianco le giuste parole dietro le quali si cela il proprio mondo di valori e contenuti e propositi equestri, è cosa non facile quanto mai seria e fonte di lunga riflessione.
Il compito di Giulia Iannone è stato realizzato in forma di articolo.

Nel luglio del 2012 ho intervistato la dressagista irlandese Anna Merveldt, allora tecnico  in Italia del dressage settore pony, junior e young riders. Le chiesi perché tra le tre discipline equestri avesse scelto il dressage e lei mi disse che in Irlanda aveva montato in salto, completo, hunting e i pony. “credo” aveva inoltre dichiarato”  che il pony club inteso come esperienza a 360 ° sia l’approccio migliore per un bambino, dalla horsemanship o cultura equestre di base”. Allieva in Germania del grande Jo Hinneman, in merito al suo metodo di insegnamento, il suo modo di vivere gli allievi, le soddisfazioni da istruttore e prima di tutto il suo modo speciale di vivere il cavallo, mi aveva risposto: “ Ogni disciplina sportiva ha bisogno di buone basi. Tutto parte dalla base solida. La disciplina equestre come tale non ne è esente. Se le basi non sono stabili e confermate la crescita agonistica sarà molto lenta o addirittura totalmente assente. Non ci sono scorciatoie. Occorre tempo, pazienza, e conoscenza . Quando insegno pongo forte enfasi ed accento su questi punti. Per quanto mi riguarda , credo che vada di pari passo la necessità per ogni cavaliere di sviluppare una sensibilità personale, individuale, autonoma. In altre parole è dovere dell’istruttore educare il proprio allievo ad una equitazione indipendente ed autonoma”. Ovviamente, intervistavo lei perché in quelle risposte,  che sapevo avrei ricevuto, si celavano anche le mie di risposte mentre ipotizzavo la mia identità di coach e trainer. Dare all’allievo una buona e corretta posizione a cavallo che porterà ad un assetto dinamico e versatile, è una forma di amore e rispetto e passione nei confronti di un animale che ci sta a cuore, e di cui desideriamo prenderci cura, prima da terra e poi a cavallo. Ma le due fasi non sono disgiungibili. Si può paragonare l’equitazione al ballo: non basta sapere i passi e muovere i piedi. Per ballare bisogna coinvolgere tutto il corpo insieme all’anima ed alla mente. Ritmo, armonia, regolarità, sensibilità, gratitudine, collaborazione tra uomo e cavallo all’insegna della fiducia. La tecnica mai deve trasformarsi in una prigione per le due anime all’interno del binomio, ma canale incantevole di energia ed espressività. A George Theodorescu, il guru del dressage moderno, chiesero di descrivere la propria  filosofia di trainer e rider, e lui rispose” ogni cosa nell’arte equestre è dettata dalla logica. Tutti i movimenti se ragionati, meditati ed elaborati con logica diventeranno più facili al cavaliere. Se ragioni scopri sempre l’errore. Se il cavaliere presenta imprecisioni di assetto il cavallo troverà davvero difficile eseguire ciò che il cavaliere vuole. Se il cavallo va a destra ed il cavaliere a sinistra….povero cavallo”  ed era ancora solito dire il grande Maestro Rumeno naturalizzato tedesco” Credo nella pazienza e nel metodo graduale e credo che il nostro primo scopo sia rendere il cavallo felice, bisogna lavorare parlando con questi animali , scoprire la loro interiorità , i loro problemi, creare una solida alleanza ed amicizia montandoli e lavorandoli.”
E’ questo anche il mio credo e la mia filosofia didattica, attraverso la tecnica o più metodologie da applicare al cavallo: il metodo più idoneo e conforme a quel singolo cavallo ed allievo sa creare  una comunicazione speciale che si chiama binomio.

Poi tutto quello che nascerà sarà una invenzione , creazione, una visione su cui investire tempo, passione dedizione impegno.  

giovedì 6 aprile 2017

JERRY SMIT, NOMINATO NUOVO TEAM MANAGER ACCANTO A ROBERTO ARIOLDI , SI RACCONTA…

“ADESSO TOCCA ALL’ITALIA”
"E' ora che in Italia, faccia l'Italia" Abbiamo vissuto in tanti gli anni dei super coaches stranieri!
Photo courtesy Jerry Smit


Abbiamo chiamato al telefono il cavaliere nato a Milano,  legato nell’immaginario collettivo, tra gli altri cavalli, al grigio Nadir di san Patrignano, per commentare a caldo l’emozione di questa nuova avventura tutta italiana nel ruolo di Team Manager.
Dal ricordo di un Roberto Arioldi istruttore, alla esperienza in Cina passando a menzionare   tecnici e CT  della sua storia equestre  fino ai  cavalli del cuore  di ieri e di oggi.
A cura di GIULIA IANNONE

Lei sarà Team Manager accanto a Roberto Arioldi. Ci spiega meglio in cosa consiste il suo ruolo? Cosa significa per lei lavorare accanto a questo prestigioso cavaliere italiano?
“Conosco Roberto Arioldi da quando ero bambino! Ci conosciamo dunque da tanti anni. Ho lavorato con lui, abbiamo fatto le gare insieme …è stato anche il mio istruttore quando avevo quasi raggiunto i 14 anni. Per cui posso dire di avere un ottimo rapporto con Roberto. Per quel che riguarda il mio ruolo insieme a lui, sicuramente rappresento un grande aiuto per lui, penso, nel senso che avrà più occhi in giro per l’Italia e per il mondo per  vedere i nostri binomi e sicuramente un punto d’appoggio con il quale si potrà confrontare per le scelte tecniche e soprattutto penso di potergli essere molto d’aiuto per i rapporti con l’estero”
Il team manager in maniera specifica si occupa solo  di public relations o entra anche negli aspetti tecnici?
“ E’ un po’ una figura a 360°. Non c’è una occupazione precisa. Diciamo che il team manager è quello che dovrebbe, in teoria, essere un po’ in tutte le zone possibili e comunque provare ad essere di supporto per tutti i vari settori. Se c’è bisogno ad esempio di un consiglio, di 4 chiacchiere di un confronto …dovrei essere questo tipo di figura in sintesi”
E’ stato ideato un trittico: Roberto Arioldi, Jerry Smit e Giorgio Nuti in qualità di tecnico. E’ d’accordo con questo tipo di definizione?
“ La nuova federazione ha variato un pochino tutte le carte. Mettendo tante persone di alto livello, come  quelle che ha citato lei e poi Natale Chiaudani, per i cavalli giovani Marco Porro e via di seguito. Insomma tutte personalità equestri che hanno già dimostrato di avere competenza e capacità nel settore. L’intento della federazione è di svolgere una attività,  non pensando solo al singolo settore tecnico individuale,  ma a far crescere la federazione. Quest’ultima mira sicuramente a far funzionare tutto il sistema organizzativo dando un aiuto all’allevamento insomma a far crescere il nostro sport, facendolo diventare di alto livello in tutti i settori”
Jerry Smit segue l'attività stalloniera.
Nella foto Cristallo II
Photo courtesy Jerry Smit

Mi soffermo ancora su queste figure tecniche: Giorgio Nuti, Roberto Arioldi, Natale Chiaudani e lei , la cultura equestre “made in Italy” di prima classe è entrata di nuovo in federazione. Noi italiani siamo sempre stati  troppo esterofili ed abbiamo avuto Hans Horn e poi Henk Nooren- figure eccelse senza dubbio-  mentre abbiamo tanto cui attingere dal nostro vivaio di casa. Cosa ne pensa?
“ Abbiamo tutti vissuto queste esperienze con questi super coaches.  Adesso  è ora che in Italia “faccia l’Italia”. Credo di averla espressa nel migliore dei modi, rispondendo così!”
Siamo sicuramente rimasti stupiti un po’ tutti, nel leggere il suo nome nell’ultimo comunicato stampa fise, che la annunciava quale Team Manager accanto a Roberto Arioldi. Lei è stato presente in Italia ma anche l’assente illustre per alcuni anni. Come mai è stato scelto proprio lei?
“ Era già da anni che si parlava di qualcosa in tal senso. Negli ultimi anni, come tutti sanno, sono stato molto presente in Cina. Ho allenato di fatto, tenga conto che là si allenano le regioni,  ad ogni modo ho aiutato a far crescere un po’ questo sport in Cina. Tanto è vero che da quando abbiamo cominciato, sei anni or sono, c’era solo un concorso internazionale CSI 2 stelle adesso ce ne sono già 16 più 49 in calendario da sei anni a questa parte. Con i numeri che ci sono in Cina tutto lo sport si è incrementato del 40 %. Direi che è cresciuto parecchio. Con il numero di persone che ci sono in quel paese per cui faccia lei!”
Mi ha bruciato la domanda. Quindi la parentesi cinese rappresenta una green card per questo incarico ovviamente?
“ Non solo . Sono  anche un cavaliere  ancora in attività in quanto  sto ancora partecipando a concorsi e portando avanti questa carriera;  seguo   l’attività stalloniera tanto è vero che ho Coupe de Coeur e Goldfever che sono i cavalli della scuderia Beerbaum ;  ho una collaborazione stretta anche con Ludger con il quale ho sempre un buonissimo rapporto.  Tutti  questi elementi, uniti all’esperienza in Cina, credo abbiano fatto sì che la federazione abbia deciso di chiamarmi per tutti questi ruoli,  magari sono  diversi in diversi momenti e per diverse motivazioni”
Jerry e Cor du Lys
"Ho lavorato con i tecnici di tutto il mondo"
Photo courtesy Jerry Smit
Tornando alla sua parentesi in Cina. Lei mi ha detto che cosa ha portato dell’Europa in quel paese, vorrei invece sapere che cosa le ha insegnato, lasciato dentro, mostrato la Cina?
“ Come ogni paese differente che vai a visitare, ti colpisce la diversa cultura, il modo di approccio verso gli animali ancora molto diverso e lontano da quello che è il nostro,  inteso come Europa. Parliamo di una nazione che di cavalli ne sapeva ben poco e piano piano si è appassionata agli sport equestri tanto è vero che anche il governo sta spingendo moltissimo ad investire in questo settore, per cui la tendenza è cooperare e lavorare con tanti paesi”
Lei ha un curriculum eccellente…impossibile citare tutto ma parlare di tre partecipazioni ai Giochi Olimpici è più che sufficiente. Quali sono i tecnici ed i CT che ricorda con maggiore affetto e stima?
“ Parto da Roberto Arioldi, menziono Hans Horn, Henk Nooren, ovviamente Ludger Beerbaum, soprattutto anche Thomas Fuchs, Philippe Le Jeune …temo che me ne scappi qualcuno! Diciamo che ho lavorato con tutto il mondo.”
Quale sarà il tecnico cui lei si ispirerà per questo ruolo di team manager?
“ Cerco un po’ di ispirarmi a tutti quelli con cui ho lavorato , legati a tante esperienze e momenti equestri. Sicuramente mi piacerebbe mettere la mia di testa in questo ruolo, usando tutti gli insegnamenti estrapolati da quanto ho vissuto con queste grandi e forti e significative essenze equestri. Per dare però una risposta concreta,  il modello che sento più vicino al mio essere,  è Ludger Beerbaum. Trovo sia il cavaliere più completo perché ha fatto tutto. Ha fatto anche della sua attività una impresa, ha fatto tanto per l’allevamento, ha fatto crescere i cavalieri, ha fatto tanto per lo sport in generale in Germania. Un uomo che lavora così è davvero un modello per me”
Lei mi ha detto che è in piena attività agonistica. Può citare alcuni dei cavalli su cui può contare in questo momento?
“ Sono molti i proprietari che stanno investendo sul Jerry Smit cavaliere. Attualmente posso citare uno stallone di 8 anni sul quale conto abbastanza:  sta cominciando adesso ad affrontare i primi concorsi internazionali di un certo tipo. Sto facendo il tre stelle a Cattolica e la settimana prossima gareggerà nel 4 stelle. Poi ho un altro cavallo di 10 anni, il mio cavallo di punta in questo momento, che servirà a portare avanti il cavallo più giovane, e poi una serie di cavalli giovani che vengono dietro”
"il modello che sento più vicino al mio essere è
Ludger Berbaum"
Photo courtesy Jerry Smit

Se le chiedessi, così a bruciapelo, di citare il cavallo del cuore della sua carriera equestre svolta fino ad ora?
“ Tutti! Ogni cavallo ha avuto la sua storia nel momento in cui l’ho incontrato ed è entrato a far parte della mia vita. Nadir aveva una storia bellissima: nato in Italia, mi è stato affidato con l’obiettivo di scendere in campo agli Europei a San Patrignano, in casa sua, ed è stata una grande soddisfazione riuscire ad arrivarci. Comunque in squadra siamo arrivati quarti : il nostro piccolo risultato lo abbiamo fatto. Non quello desiderato all’epoca ma è stato un cavallo che mi ha dato molto, proprio perché era italiano. Non posso dimenticare Lux , Iamiro, Cassandra, Costantine, Falco Z…non posso dimenticare tanti cavalli che fortunatamente sono passati sotto la mia sella”




Le fa piacere tutta questa attenzione per i “giovani” che esprime questa fise?
“ma certo! Perché è lì che dobbiamo puntare. Si è sempre parlato del rinnovamento e del cambiamento e della crescita e nulla di ciò può avvenire se non si punta sui giovani. Non solo per i cavalieri ma anche per i cavalli …bisogna spingere anche molto sul nostro allevamento e farlo crescere, dare lo spunto ai nostri allevatori per avere un senso nel loro settore. Questo è il nostro obiettivo ed è uno dei miei ruoli da dietro le quinte.  Nel  mio piccolo cercherò di aiutare tutti”
Lei come ha fatto ad emergere al tempo in cui era un giovane cavaliere? Ha avuto una carriera junior o young rider?
“ Ho cominciato più che altro da young rider. Ho avuto il mio primo sponsor subito, poi quello che mi ha portato alle olimpiadi. Con i cavalli del tempo sono riuscito ad arrivare agli Europei ad Aarhus durante i quali chiusi con doppio netto in Coppa e l’anno dopo ero alle Olimpiadi di Barcellona 1992  e non avevo ancora 21 anni. Per cui ho letteralmente bruciato  la tappa da young rider “
Longines China Tour Guan zhou
"Jerry Smit insieme a Sloothak, Pollmann, Dubbeldam, Kirchoff"
Photo courtesy Jerry Smit

In chiusura, è il suo primo incarico federale? Come ci si sente?
“ Sono stato presidente del riders club al tempo. Era un ruolo che non aveva,  ancora in Italia,  grande rilievo, diciamo che adesso,  con la federazione ho un incarico più grande ed importante e mi sento bene, se riesco a svolgere bene il mio lavoro (ride) e bene se i miei colleghi possono trovarmi utile ed efficiente ed io posso servire a loro. E’ importante per me essere utile per uno sport che ho sempre amato, che  è la mia professione, e ci tengo tanto a  farlo crescere. “