sabato 21 dicembre 2013

INTERVISTA A JUAN CARLOS GARCIA


Bilanci e progetti del cavaliere azzurro che si “divide” tra salto ostacoli e completo.
Juan Carlos Garcia , nato a Bogotà il 2 ottobre 1967
Photo courtesy ecuestreonline.com

“ Dall’errore tecnico bisogna trarre forza, grinta e  voglia di migliorare per  crescere ancora”
Di Giulia Iannone

Facciamo il punto della sua stagione agonistica: Lei è tornato da una gara di salto ostacoli in Portogallo ed ora sta partendo per la Spagna.
“ La mia stagione, quest’anno,  finisce qui!  Farò fuori Italia la gara in Spagna con il salto ostacoli e dopo in Portogallo con il completo.”
Il suo ritmo di gare è molto serrato, come fa a conciliare con la condizione atletica dei suoi cavalli ed ovviamente con il suo privato?
“Fortunatamente ho una buona organizzazione, gente  molto valida  al mio fianco che mi consente di portare a termine tutti i programmi di lavoro. La verità è che io non sono quasi mai a casa! “
Mi parli dei suoi cavalli di punta, nella disciplina del salto c’è questo fantastico Bonzai Van de Warande... Che tipo è ?
Bonzai Van de Warande
Photo courtesy Gianluca Stisi

“Ora le spiego un po’! si tratta di un cavallo con tanto carattere e dotato di tanta sensibilità allo stesso tempo molto coraggioso. Mi piace molto questo temperamento un po’ irruento , un po’ quasi  aggressivo, forte, molto grintoso”
Per quanto concerne i suoi cavalli da completo, può citare qualche soggetto interessante e come si sta muovendo in questa altra disciplina equestre che lei porta avanti ad alto livello ?
“Attualmente ho  un cavallo che viene dalla Spagna che sta facendo ancora esperienza e deve ancora maturare un po’ prima di prendere parte a gare di una certa rilevanza. 
Garcia ai Weg di  Lexington 2010 su Iman du Golfe
Photo courtesy Equimage Media

Devo dire che nel Concorso del completo sono un filino più indietro rispetto al salto ostacoli perché, diciamolo chiaramente, io sto puntando TUTTO alla qualifica per avere accesso alle  Olimpiadi del 2016. E mi riferisco sia alla disciplina del salto ostacoli ma soprattutto del completo. Quest’anno nel completo ho fatto solo delle gare che definirei di collaudo, sono gare nelle quali non ho assolutamente cercato un risultato. Sto lavorando sicuramente in questa direzione per centrare l’obiettivo Rio 2016. Dunque ancora il prossimo anno non è un anno definitivo ed i prossimi due sono molto importanti.”
Come si destreggia, proprio da un punto di vista tecnico, tra i due CT della Federazione. In effetti lei si trova ad interagire con quello del salto ostacoli, e quello del completo. Come si orienta tra le esigenze tecniche e di squadra, tra  due personalità diverse?
Garcia tra completo e salto ostacoli
nel 2009 vinse la medaglia d'argento a squadre agli Europei di Salto ostacoli di Windsor,
pochi giorni dopo bissò l'argento a squadre nel completo a Fontainebleau
Photo courtesy equitando.com
“Si, completamente diverse. Il Tecnico del completo lo vedo una volta l’anno praticamente perché gli appuntamenti del completo sono veramente pochi, quelli del salto sono più costanti e continuativi ogni 15-20 giorni ho un incontro o personale o telefonico col  tecnico del salto “
Il suo team del settore completo è ancora ubicato in Francia?
“No no! I cavalli sono in Spagna ma il team è pressoché lo stesso in quanto il coach, Jean Luc Forze, ha due scuderie una Francia ed una in Spagna.”
Come va il suo rapporto con il dressage?
“ Devo dire meglio, mi sto piano piano appassionando. Fortunatamente negli ultimi 4 o 5 rettangoli mi sono  piazzato  tra i primi dieci, dunque un aspetto positivo che dà ragione del mio miglioramento. “
Perché porta avanti due carriere agonistiche parallele: una esigenza espressiva o cosa?
“Dopo tanti anni,  quasi 35 anni di carriera sportiva, credo ci sia un momento in cui il tutto diventa monotono. Ho deciso di fare un cambiamento nella mia vita per avere nuove sfide e nuovi obiettivi da raggiungere. Ecco perché ho voluto tentare questa esperienza equestre. Faccio sempre un paragone: il salto è come la formula 1 ed il completo è come il rally trasmettono emozioni e sensazioni diverse pur passando per una matrice equestre comune”
Con tutti questi impegni, con la famiglia come fa?
“Ho la fortuna di poter portare con me in molte trasferte mia figlia Maria Francesca che ormai ha 17 anni. Monta anche lei ma in maniera molto  dilettantistica! (Juan Carlos Garcia ha anche un figlio  di 9 anni, di nome Edoardo anche lui molto appassionato di cavalli. Monta già in gara e vince davvero molto con il suo pony, ndr) 
La fine dell’anno è sempre tempo di bilanci e progettualità. Facciamo un bilancio del 2013 e valutiamo in prospettiva cosa si profila per il 2014?
“Diciamo che l’anno si chiude in maniera positiva senza nulla di eclatante, non c’era un appuntamento rilevante da affrontare, questo è da sottolineare. Ho una programmazione a lungo termine ossia punto alle Olimpiadi 2016 passando per i Campionati del Mondo.”
Quale è il cavallo per il completo che la aiuterà in questo progetto?
Si chiama Quico del Duero, classe 2004 da Venuste Du Pont x Concorde”
"La disciplina equestre richiede grande equilibrio, capacità di analisi
e pause di giuste riflessioni"
Photo courtesy CSI San Patrignano

C’è un messaggio in particolare che desidera rivolgere ai lettori appassionati del settore equestre?
“Questo sport è caratterizzato da grande passione, da molto lavoro,  dedizione, alti e bassi. Molti sono i bassi rispetto agli alti. Il consiglio che posso dare, ogni volta che si va in basso, è quello di prendere ancora più forza e grinta e determinazione. Dagli errori trarre lo spunto e la voglia di migliorare e di crescere. Bisogna sempre ricordare che abbiamo a che fare con un essere vivente dotato di istinti, carattere e sensibilità, non si tratta di una racchetta da tennis!  La disciplina equestre richiede grande equilibrio, capacità di analisi e pause di giuste riflessioni per valutare cosa si sbaglia e come si possa fare per superare l’errore in cui siamo incappati. Vorrei con una immagine semplificare il discorso: noi cavalieri siamo collaudatori e piloti. La bravura risiede principalmente nell’ essere un buon collaudatore prima che pilota. Dobbiamo farci tante domande che aiutano a  trovare il giusto lavoro  per ogni tipo di cavallo che abbiamo la fortuna di montare. “

Per visionare la ripresa di Juan Carlos Garcia al recente CIC ** di Le Pouget lo scorso novembre su Off Set
http://www.troisfontaines-eventing.com/affich_video.php?id_video=Dressage_Garcia.flv
Per visionare il percorso della prova di concorso su Iman Du Golfe
http://www.troisfontaines-eventing.com/affich_video.php?id_video=jumping_cic2_Garcia.flv


domenica 17 novembre 2013

LO SGUARDO DEL CAMPIONE

Dedicato all'oro olimpico di Roma 1960

Un ricordo emozionale del Grande Raimondo D’Inzeo
Di Giulia Iannone

 Alla  notizia della dipartita terrena di Raimondo D’Inzeo molti si sono chiesti “ Cosa faremo e come faremo senza di lui”.
Tutta la stampa dal web al cartaceo non ha fatto altro che ricostruire e riproporre la biografia, la storia, il curriculum agonistico del cavaliere Raimondo D’Inzeo.
 Un cronista sportivo, negli anni 60, aveva paragonato i cavalli montati da Raimondo, ai cavalli di Achille, Balio e Xanto figli del vento Zefiro. Secondo la leggenda omerica, capivano la parola del padrone e potendo parlare essi stessi, gli dicevano che nessuno al pari di lui era degno della vittoria. Si tratta di una immagine speciale, che ha a che fare con il mito, con la leggenda, con l’immortalità. Questo parallelo altisonante cela in realtà un fondo di verità interessantissimo: l’uomo di cavalli, che sapeva parlare  con il tocco, con una carezza sulla criniera, con uno slancio interiore e fisico che tutto risolve.  Non posso spiegare così in poche righe da dove provenga  quel Maestro nato 88 anni fa.
 Posso solo dire che quando si incontrava il suo sguardo, i suoi occhi brillavano di una  luce ispirata e vigorosa.
Raimondo e Merano 
Me ne accorsi  alcuni anni or sono, d’estate, sul litorale salernitano.
Gli organizzatori del Concorso Ippico di Salerno, manifestazione che itinerava di continuo in cerca di collocazione fissa  sul lungomare cittadino, decisero, come ultima e risonante risorsa per dare uno scossone importante, di invitare una personalità di eccezione collegata all’evento. Raimondo D’Inzeo sta al concorso di Salerno come il cavallo salernitano fa parte della storia equestre di quell’illustre atleta. Un  giornalista prima di me ebbe in esclusiva l’intervista del caso. Tutte le domande di rito erano state già fatte e rese disponibili per il comunicato stampa. Il mio incontro con il cavaliere di Poggio Mirteto era ormai fuori discussione, quando però “qualcuno” cui sarò sempre grata,  mi spinse ad andare comunque a presentarmi alla tribuna Vip presso la quale era ospite il Campione con sua moglie. Qui avvenne un vero e proprio fuori programma: una conversazione informale ed   inattesa  a bordo campo. Il giornalista prima di me ,  non essendo realmente del settore, aveva scordato di chiedere il meglio: il legame di Raimondo D’Inzeo con il Concorso di Salerno, con la razza salernitana e da ciò in che maniera avvenisse  la scelta dei cavalli provenienti dal noto allevamento locale e pensieri emozioni, ricordi impressioni sull’equitazione tra passato e presente....”Lei è molto giovane” mi fu detto “tutto quello che potrò raccontarle potrà risuonarle nuovo, noioso e davvero troppo lontano nel tempo!  Ad ogni modo proverò a spiegarle qualcosa di quanto la incuriosisce”  e Raimondo mi sorrise. Era girato di tre quarti  e rivolto in modo tale da avere anche sotto controllo la situazione della gara internazionale che si stava svolgendo. La conversazione incalzò partendo da quanto fosse importante  il Concorso Ippico di Salerno che in origine si svolgeva non sul litorale salernitano, location sicuramente affascinante ma assolutamente non originaria, bensì in Piazza D’Armi, area cittadina oggi fagocitata da palazzi. Era lì che si provavano i cavalli razza salernitana ed in vari concorsi minori per saggiarne l’indole carattere e mezzi. Posillipo, Merano, Fiorello venivano tutti dall’allevamento Morese. 
Raimondo D'Inzeo su Posillipo, oro individuale

Pagoro, ci tenne a precisare,  era un cavallo persano, utilizzato anche per il completo. Sulla scelta del cavallo...sensazioni, emozioni, una scintilla, un feeling speciale e poi un grande lavoro di affiatamento, di confidenza, di complicità. Successe che all’improvviso Raimondo  iniziò totalmente e completamente ad animarsi, parlando di cavalli, dei suoi cavalli, in gara ed in lavoro quotidiano, toccando i punti nevralgici ed i concetti equestri che stavano dentro di lui, nella sua anima come una melodia solo sospesa e facile a riavviarsi. Il cavallo deve essere sereno, deve collaborare con la fiducia, la comprensione e non rispondere alla forza, bisogna sviluppare l’equilibrio naturale, concedere incollatura, rispettare il ritmo costante del galoppo che più è congeniale al cavallo, non imposto dal suo cavaliere. Il rispetto “sacro” della bocca, in girata l’uso preciso della gamba esterna.
Raimondo su Merano
"Il cavallo compagno di gara è complice e amico tra le nostre dita
tra fili di seta"

 Il cavallo compagno di gara è complice e amico tra le nostre dita tra fili di seta.   Quello che più mi colpì in tutto questo discorso che sempre più si addentrava nella cultura e sensibilità equestre del suo sentire ,che corrisponde al credo della Scuola italiana per eccellenza, fu lo sguardo del Campione. Nei suoi occhi la fierezza, la saggezza di chi conosce ma senza presunzione, di chi ha compreso attraverso la tecnica e lo studio e l’approfondimento di un metodo. IL rispetto, l’amore e la passione reale vera tangibile del protagonista dell’arte equestre che è il cavallo. Qualsiasi cavallo, con la propria indole, musica interiore e carattere. Sta al cavaliere attraverso adeguato studio psicologico trovarne la chiave di volta per interpretarlo alla perfezione e renderlo partecipe e volenteroso di fare, attore protagonista della vicenda. Quello che mi turbava  molto,  era quella luce negli occhi di chi sente ancora, dopo aver raggiunto tutti gli obiettivi, tutte le medaglie e i riconoscimenti sportivi, il richiamo del cavallo. Sentiva a bordo campo la galoppata nella sabbia e sapeva e percepiva che non era giusta, frutto di una mano ingenerosa che tira, di un assetto in contrasto, di una forza umana che reprime invece di convincere. 
Raimondo su Meteor, finale ad Aachen 1956
Tutti i titoli in carriera non varrebbero nulla se non fossero sorretti da doti umane, valori profondi, cultura specifica ed educazione che tramuta l’estro ed il talento in tecnica ed arte. Raimondo attingeva pienamente dalla famiglia, dal padre Costante, suo punto di riferimento ed origine dell’insegnamento, osservava ed ammirava ampiamente il fratello Piero, diverso nella forma espressiva equestre, da raggiungere da ammirare da eguagliare, sinanche da superare non con rivalità.
 I fratelli D’Oro, i fratelli d’Italia, i Dioscuri nel firmamento equestre internazionale,  partendo dalla disciplina del  completo fino  al salto ostacoli, hanno rappresentato una era equestre. 
Eccoli i Fratelli d'oro, i Dioscuri dell'equitazione
 A cavallo tra due secoli, hanno visto sentito e tenuto alta la bandiera italiana nel mondo. Uomo molto simpatico, generoso, semplice, solido e vigoroso come una roccia, robusto ed impettito, Raimondo  ha montato a cavallo fino ad oltre i 70 anni. 
ancora su Meteor ad Aachen 1956
 Fu  partigiano, carabiniere fin nelle midolla, commissario tecnico della nazionale italiana di salto ad ostacoli, grande istruttore a sua volta, grande ammiratore del talento e della passione dei propri allievi. Notò alcuni giovani, giusto per citare un paio di nomi,  quali Gianni Marfoli e Gianni Govoni.  
C’era tutto questo negli occhi di Raimondo d’Inzeo, quella sera d’estate sul litorale salernitano.  Non ci fu bisogno di chiedere  nulla altro : Avevo conosciuto  nello sguardo l’essenza  di un Campione.  Una luminosità interiore di entusiasmo, una fiamma, una passione primaria ed inesaurita  per il cavallo che  dura oltre l’agone, oltre la vittoria, oltre l’infinito.
 Mentre  uscivo dalla sala del Coni del Foro Italico, dopo aver tributato il mio ultimo saluto a Raimondo, ho pensato con grande rammarico al fratello Piero, da oggi solo in questa vita. Ho pensato, con un pizzico di egoismo personale, anche a noi, appassionati equestri un po’ più soli nello spirito e nella cultura equestre nei confronti di questa eredità.
 La scuola italiana è priva di eredi puri e piano piano scompare con i suoi emblemi, un vuoto che era già iniziato sui campi di gara, ove non esistono più stili né scuole perché tutto è stato livellato da un concetto: l’attore principale è il cavallo. Finito il tempo del  cavallo salernitano , è svanito  il concorso Ippico di Salerno, forse tra i più antichi d’Italia. Nell’altro secolo  sono rimaste le gesta e le imprese di Raimondo, gli istruttori di quella scuola e di quello stile che oggi non ha molta possibilità di esprimersi.   In questo secolo agonizza l’insegnamento e l’educazione che ha in Caprilli il suo fondatore. Era una educazione leale e severa, basata sul non dare mai la colpa al proprio cavallo. Quei cavalli piccolissimi, improbabili, agili divenivano alla  fine della preparazione animali lettarati: quelli che in gergo leggono con gli occhi e scrivono con gli zoccoli. Tutto cuore e tempra e generosità. Sono rimasti anche essi nell’altro secolo, un secolo così breve eppure tanto ricco.
Raimondo su Posillipo, Springderby Hamburg

A fine novembre a Piazza di Siena qui a Roma si svolgerà il Trofeo  Fratelli D’Inzeo. Per la prima volta i due Dioscuri inseparabili saranno divisi. Sarebbe davvero bello istituire un Premio “Raimondo D’Inzeo” al cavaliere più entusiasta ed estroso con la motivazione e la definizione che di suo figlio Raimondo, dava Papà Costante allora che allenava i giovanissimi fratelli :” è estroso, sembra improvvisare ad ogni percorso le sue mani irrequiete e la gamba che va all’indietro ...”
Raimondo D'Inzeo con Alwin Schockemohle


domenica 10 novembre 2013

ANTONIO GIULIANO SI DISTINGUE A FIERA CAVALLI DI VERONA

La migliore prestazione per la Campania è quella del  portacolori del Royal Jumping Persano ed allievo di Gennaro Bacco 
Antonio Giuliano
Photo Giulia Iannone

Di Giulia Iannone
E’ ancora una volta  Antonio Giuliano su White Spirit, a  ben figurare  per la Regione Campania.
E’ successo lo scorso week end , alla Fiera di Verona durante la Coppa delle Regioni Under 21.
Già a Piazza di Siena , lo scorso maggio, l’atleta portacolori del Royal Jumping Persano si era distinto con un doppio clean round durante la Coppa dei Giovani, contribuendo in maniera fondamentale, al bronzo conquistato dopo 13 anni dalla squadra della Campania.

Adesso a Verona, Antonio Giuliano, allievo di Gennaro Bacco, ha ottenuto la 12ma posizione individuale ( su 39 partenti) nel GP delle Regioni, H 130 a due manches, con il risultato positivo di 4/1 . White Spirit, femmina baia olandese del 2003 da Powergraaf/ L’esprit/ Grafiet si è distinta  come sempre,  anche a Verona, dando il massimo e tutta la sua collaborazione specialmente in eventi agonistici di rilievo.  Cavalla dotata di splendida testa, collaborativa, volenterosa e sensibile, si è ben espressa sull’ampio campo indoor di Verona su un tracciato che si può definire lineare e fluido, dotato di difficoltà tecniche ben idonee alla categoria. Si è trattata di una prova dura e difficile questa volta per il cavaliere del Royal Jumping Persano, privato in questa occasione, in maniera imperdonabile , del proprio coach Gennaro Bacco. “Si sarebbe potuto fare di più e con maggiore determinazione e brillantezza” ha commentato al telefono l’istruttore di Antonio Giuliano “ sicuramente il giovane cavaliere ha sentito la mancanza del proprio allenatore in un momento importante e cruciale come questo. Non solo per la rifinitura tecnica in campo prova, ma certamente per quel giusto grado di sicurezza interiore e fiducia e calma che solo può ispirarti l’istruttore, che forma un trinomio di armonia perfetta assieme al tuo cavallo. Ad  ogni modo, anche questa esperienza vissuta, rappresenta un momento di crescita ulteriore e di nuova consapevolezza nelle proprie capacità e nelle proprie risorse tecniche e istintive alla luce di quanto si costruisce  nelle training sessions quotidiane”. La correzione all’errore del primo giro, quando la cavalla olandese si è forse un po’ troppo rilassata su un verticale, è avvenuta grazie alla conversazione telefonica con il coach. Riuscendo semplicemente a rimettere un tempo nelle linee, il percorso della seconda manche è risultato netto salvo una lieve sbavatura nel tempo.  La cavalla scelta da Gennaro Bacco, White Spirit, ha ben svolto il proprio compito: il conseguimento del II grado in circa 8 mesi di trasferte, la buona prestazione alla Coppa dei Giovani a Piazza di Siena, la partecipazione in settembre al Campionato Italiano assoluto, una felice performance ora a Verona conclusasi con questo utile 12mo  posto individuale. “ ancora ricordo” ha continuato nel commento Gennaro Bacco “ quando ho cominciato a fare lezione ad Antonio con il suo pony. Aveva 6 anni e non è stato facile reimpostare la posizione da capo dal lavoro alla longia. I tasselli importanti nel suo percorso equestre sono stati i cavalli. Flight of Fancy il secondo pony, ma sicuramente California Sun Z è stata una cavalla molto utile e una grande scuola per questo allievo per due volte Bronzo nel Campionato Regionale Brevetti e 10mo ad Arezzo nella categoria Allievi Emergenti. Dopo un anno di stop è arrivata White Spirit, la cavalla giusta che ha fatto ritrovare la voglia e la motivazione per continuare gli impegni agonistici”. Lo spirito equestre nella sua idea concettuale più alta e pura deve cedere il passo alle esigenze ed ai ritmi frenetici dell’equitazione agonistica fatta di classifiche e di punteggi e risultati che devono sempre toccare i vertici alti della classifica.  Oggi avere dalla propria parte “il cavallo giusto” qualitativo equilibrato, regolare, affidabile è sicuramente un requisito basilare per la carriera equestre. Ed il cavallo viene scelto, non come strumento, si spera, ma come insostituibile compagno di gara e di vita, dal proprio istruttore, terza ala del trinomio cavallo-cavaliere. In cantiere, possiamo dire, un nuovo obiettivo per Antonio Giuliano: puntare al Campionato Italiano assoluto dell’anno prossimo , con un nuovo cavallo. 

giovedì 7 novembre 2013

INTERVISTA AD ARIANNA SCHIVO


“ Essere in squadra è assai motivante!
Spinge ogni cavaliere a voler dare il meglio di sé”
Arianna Schivo in trasferta
Photo courtesy Elise Levrault on Schivo facebook page

Di Giulia Iannone

 Il  nome di Arianna Schivo  è balzato all’attenzione con la tappa conclusiva della  Nations Cup :  a Boekelo, era in  squadra a difendere  i colori del nostro paese.
La completista italiana, classe 1986,  ormai da 3 anni in Francia,  si è raccontata in questa lunga intervista ...
"amazzone professionista, abito e lavoro a Saumur in Francia..."
Photo courtesy Libby Law Photography NZL da An Eventful Life


 Arianna Schivo...si presenti ai lettori come più le fa piacere
“  Mi definirei una  amazzone professionista.  Abito  e lavoro attualmente a Saumur in Francia. Ho conseguito il diploma di istruttore presso la scuola Nazionale d' Equitazione francese ( ENE ). Al contempo,  mi occupo della preparazione di giovani cavalli ,collaboro saltuariamente con l' ENE e pratico l' attività agonistica nella specialità del completo sotto la guida dell' Ecuyer del Cadre noir, Didier Dhennin”.
Didier Dhennin, Ecuyer del Cadre Noir
Photo Courtesy Arianna Schivo facebook
page


Come comincia la sua carriera equestre?
“Il mio cammino con i cavalli è cominciato all' età di 7 anni. All ’inizio ho praticato  un pò di volteggio,  poi  dressage e   salto ostacoli con i pony,  in vari centri ippici  a Roma e dintorni. Tra i 17-18 anni, mi sono trasferita nella scuderia di Francesco Cinelli, (in Ciociaria) che è stato il mio istruttore  per diversi anni.  Grazie  a lui  ho conosciuto il concorso completo. A questo punto, mi sono spostata  in Francia, prima   nella scuderia di Sebastien Poirier (ex cavaliere olimpionico di dressage) dove ho potuto lavorare a fondo sul dressage con i miei cavalli per qualche mese.  Poi mi sono allenata  un anno da Nicolas Touzaint   per un' intera stagione, infine  a Saumur, più precisamente all' ENE, dove ho seguito il corso istruttori. Contemporaneamente sono stata seguita nella mia preparazione agonistica da Didier Dhennin.”

Come mai ha scelto tra le altre, la disciplina del concorso completo e cosa le piace?

“Ho iniziato il completo solo all’età di  16 anni, dopo aver comprato il mio primo cavallo ed è, forse, grazie a quest' ultimo, che mi sono appassionata a questa disciplina.  In  completo, ho compreso nel tempo,  bisogna avere una complicità speciale con il cavallo.
Cross: rischio ed adrenalina!
Bramham 2013
Photo courtesy Arianna Schivo
Durante il  cross, siamo sempre messi di fronte al rischio e a tanta adrenalina. Inoltre  forma, interiormente e tecnicamente,  il  cavaliere come nessuna altra specialità equestre, visto che ci  si confronta con 3 diverse prove , con il medesimo cavallo”

Lei è italiana, ma  vive ed opera in Francia. Come mai si è trasferita in altro paese per portare a compimento il suo risvolto tecnico? Quando è avvenuto questo trasferimento?
“Mi sono trasferita in Francia 3 anni fa. Tutto è nato da un' incontro fortuito in  gara, durante la quale  ho conosciuto un commerciante svizzero ed il suo cavaliere Sebastien Poirier. Costoro mi hanno messa in contatto con  Nicolas Touzaint e l' ENE. Ho deciso, così,  di trasferirmi in Francia per l' elevato numero di concorsi che favorisce il confronto con cavalieri di altissimo livello, e non ultimo,  per  la presenza di migliori strutture. Tutto questo agevola e rende più semplice la mia scelta lavorativa in ambito  equestre”.
"una complicità speciale con il proprio cavallo"
Photo courtesy Schivo facebook page

Ci parli dei suoi cavalli, senza i quali in equitazione nulla è possibile! Quali i soggetti con i quali gareggia attualmente ed ovviamente ci parli di più  del cavallo con il quale ha partecipato alla Nations Cup di Olanda. Carettere, punti di forza, punti deboli...
“Attualmente ho 3 cavalli di mia proprietà e altri 2 in lavoro,  di 4 e 7 anni.
Ho una 4 anni ,Pygmalian, S.I. che ho allevato e preparato io e che quest' anno ha debuttato nel circuito dei 4 anni sia in completo che in salto ostacoli, concludendo bene la sua stagione con la finale dei 4 anni a Pompadour. Si tratta di  una cavallina molto onesta e volenterosa, che risponde a tutto quello che le si chiede. Sono  molto soddisfatta di lei.
"attualmente ho tre cavalli ed altri due in lavoro"
Photo courtesy Arianna Schivo facebook page

L’ altra cavalla di 3 anni, Altesse de l' ormeau ,S.F., che sto domando in questo momento, nella quale credo molto per il futuro,  è la sorella della mia cavalla più matura (Quefira) e che sembra avere la sua stessa stoffa!
E poi c' è, appunto,  Quefira de l' ormeau con la quale ero in Olanda, S.F. di 9 anni. Ho cominciato la preparazione agonistica di Quefira a 7 anni portandola progressivamente a livello 1-2 stelle  e quest' anno in 3 stelle.
Il suo debutto e stato il CIC*** di Bramham, in Inghilterra, dove ha dato prova di essere più che all' altezza di questo livello, segnando già un doppio netto nella prova di cross e in concorso concludendo in  23ma  posizione. Il suo secondo CIC*** mi ha dato una grande soddisfazione poiché ci siamo classificate in 13ma  posizione,  sempre con un doppio netto nelle 2 prove, su un terreno difficile come quello dell' Haras du Pin.
Il suo debutto in CCI*** é avvenuto invece a Boekelo.
Quefira è una cavalla che ha molto carattere e molto insanguata , quindi non sempre facile nel lavoro in piano. 
"Quefira è una cavalla non sempre facile in lavoro in piano..."
Haras Du Pin 2013
Photo courtesy Schivo facebook page
La specialità in cui deve migliorare ancora  è senz' altro il dressage, fondamentale per raggiungere una buona posizione in classifica. Le sue qualità migliori sono una testa, una forza e un' attitudine al salto straordinarie”
Facciamo un commento su Boekelo:  lei, i suoi compagni, il team, la preparazione, l’approccio... come si è trovata con la delegazione?
“La preparazione e l' approccio alla gara si sono svolte come previsto grazie all' aiuto del mio coach Didier Dhennin. 
"Daily work con Didier Dhennin"
Photo courtesy Schivo facebook page
Una volta sul posto,  mi sono trovata bene ed a mio agio dato che conoscevo già i miei compagni , ma anche grazie al CT  Andrea Mezzaroba, che pur dandomi un incarico importante come quello di mettermi in squadra per la prima volta , è riuscito a darmi fiducia senza farmi sentire sottopressione.”
Perché aveva scelto la tappa olandese?  si aspettava di essere in squadra a rappresentare l’Italia? Cosa ha provato in quella situazione, sapendo che si trattava anche della tappa finale alla presenza di tanti e cotali top riders del completo internazionale?
“Ho scelto Boekelo perché  è un buon CCI*** per far debuttare un giovane cavallo come Quefira. Speravo di poter essere inserita in squadra , poiché il CT Mezzaroba  aveva già potuto notare che il nostro binomio aveva le possibilità di essere competitivo  e poter far bene.
Sotto l'occhio vigile di Didier durante la training session a casa
Photo courtesy SChivo facebook page

Ho parlato di avere una speranza,  ma sapevo che nulla era certo,  perché  c' erano dei buoni cavalieri che mi affiancavano con maggior esperienza della mia. Sapere di essere in squadra mi ha dato una grande gioia e soddisfazione. Sono stata onorata di poter affiancare in squadra cavalieri di elevatissimo livello.  Nello  stesso tempo, ho sentito la responsabilità di dover effettuare una buona prova per poter ottenere il miglior piazzamento possibile per la squadra in questa importante finale.”
Era davvero  impegnativo il cross di Boekelo che ha fatto tanta selezione?
“Si!  il cross è  stato senz’ altro la prova più selettiva, viste le difficoltà che hanno avuto anche i grandi Campioni presenti in gara.  D’ altronde, arrivati a questo livello,  è normale che ci sia questa selezione...fa parte del gioco”
"A Boekelo il cross è stato senz'altro selettivo, viste le difficoltà che hanno avuto anche i grando campioni presenti in gara". Photo courtesy Uptown Eventing

Esperienza “squadra”: le farebbe piacere vivere di nuovo la squadra magari in un appuntamento “nevralgico” del settore?
“Certamente, ne sarei onorata!  sarebbe una altra  occasione per poter esprimere qualcosa in più .Far parte di una squadra ha il suo peso, perché si hanno parecchie responsabilità, ma è qualcosa di estremamente motivante: spinge ogni cavaliere a voler dare il meglio di se stesso.  “
"far parte di una squadra ha il suo peso..."
Daily work
Photo courtesy Schivo facebook

Quale è il suo cavaliere o amazzone di riferimento? Il suo cavallo famoso del cuore?
“Restando in casa, Vittoria Panizzon con Borough Pennyz e Stefano Brecciaroli con Apollo, sono per me due pilastri  importantissimi del completo,  un esempio da seguire. Sono due cavalieri che stimo e apprezzo moltissimo. Potrei citare...Andrew Nicholson.La sua fluidità,la sua fermezza e lucidità sopratutto durante il cross ,sono a mio avviso,  un magnifico esempio di come si monta in completo.”
Dressage, cross e concorso: cosa preferisce???
“Il cross, come penso sia per la maggior parte dei cavalieri di completo. Essendo la prova più lunga,  c'è un' intensità maggiore di emozioni, in essa  , si vede realmente la complicità tra il  cavallo ed il suo  cavaliere”
"In cross c'è una intensità maggiore di emozioni..."
Haras Du Pin 2013
Photo courtesy Schivo facebook

Facciamo un bilancio di questa stagione di gare: progetti per il futuro ed obiettivi da raggiungere?
“Il bilancio di questa stagione mi sembra  più che positivo,  perché ha segnato il  debutto, mio  e  di Quefira,  su un livello ***, ottenendo  risultati più che soddisfacenti ,come la 13ma posizione  sul CIC*** all' Haras du Pin.
L'obiettivo che vorrei raggiungere, sono le prossime olimpiadi a Rio,  in preparazione del quale  mi farebbe piacere poter partecipare anche ad un eventuale campionato.
So che è un progetto ambizioso, ma penso che Quefira abbia tutte le potenzialità per farlo e continuando a lavorar sodo,  ci si può arrivare!”
"Obiettivo Olimpiadi a Rio de Janeiro: so che è un progetto ambizioso! Ma continuando a lavorare sodo ci si può arrivare"
Saumur 2013
Photo courtesy Uptown eventing 




domenica 27 ottobre 2013

GALA' DEL COMPLETO


“Tutti insieme per non  disperdere le energie”
Di Giulia Iannone
Il Presidente dell'Associazione Nazionale Concorso Completo di Equitazione
Photo Giulia Iannone

“La famiglia equestre del completo deve stare unita per non disperdere energie utili alla disciplina equestre che stasera celebriamo.”
E’ questa l’essenza ed il mood della serata celebrativa per la disciplina del completo che si è svolta venerdì sera a Roma presso il salone dell’Hotel Majestic di Via Veneto.
Bello, nutrito e variegato il popolo “equestre” che ha animato, prendendo parte a questo Galà, una  festa voluta ed ideata  dall’Associazione Nazionale del Concorso Completo di equitazione, che in Filippo Cerulli Irelli ha il suo Presidente da alcuni mesi a questa parte.
Una occasione per ritrovarsi, per conoscersi più a fondo , per fare “squadra” passando  attraverso la celebrazione dei risultati agonistici prestigiosi di questa annata di gare, che ha visto svolgersi i Campionati Europei pony ad Arezzo ,
Jacopo Comelli, Ct pony Completo
Photo Giulia Iannone
 Junior-Young Riders a Jardy  e Senior a Malmo. Supporti filmati hanno ricordato i momenti salienti. Fasi non solo sportive e tecniche,  ma soprattutto stagione emotiva, di patos intenso, di  cuore pulsante  temprato dalle  alterne sorti dell’agone sportivo: podi sfiorati e podi mancati, squadre fondate formate, messe a dura prova dal viaggio, dal cambiamento, dalle luci ed ombre del successo e dell’insuccesso. Che crea amalgama. Su tutti “sovrano” il cavallo eroe fragile ed insicuro, perfetto e supremo. Il cavallo da completo, poi, figura speciale, che sa emergere e brillare tra i flutti delle tre discipline eccellendo ed incantando sempre con maggiore precisione nella prova di addestramento del completo moderno, affidabile e preciso nella prova di cross capace di  capovolgere la situazione, con le sue combinazioni oggi  più ingenti, ed infine cavallo  quasi specialista nella disciplina del salto ad ostacoli. Non voglio mancare di rispetto a nessuno, omettendo volti o nomi che si sono susseguiti come in una immensa passerella nella sala del Galà. 
In primo piano Stefano Brecciaroli riceve il premio dalle mani del Presidente Ancce
Photo Giulia Iannone
C’erano tante generazioni del completo, i più giovani che hanno trovato in Jacopo Comelli il loro “Navigator” di Arezzo, 
la squadra dell'Europeo pony di Arezzo
Photo Giulia Iannone
dove per un batter di ciglia hanno sfiorato un podio italiano bellissimo, ma in compenso hanno portato a “casa” in valigia , nel cuore e nella mente, una squadra meravigliosa per il futuro, nel Ct Rotatori ,  i “surviver” di Jardy, 
alcuni rappresentanti degli Europei di Jardy
Photo Giulia Iannone
eccellenti cavalieri che hanno saputo tener testa a condizioni climatiche molto difficili e proibitive, riportando a casa i loro cavalli sani e salvi ed al contempo la squadra. In Andrea Mezzaroba, presente sul palco e durante tutta la serata, il CT   di Malmo, 
Andrea Mezzaroba, Ct Senior
Occhi puntati sulle immagini di Malmo 2013
Photo Giulia Iannone
con i soli rappresentanti di quella squadra Lino Paparella, Luisa Palli e Vittoria Panizzon tutti con il naso all’insù a rivedere sullo schermo  le scene della Svezia, cross in riva al mare tra infinito e realtà. 
Tutti con il naso all'insù ...
Photo Giulia Iannone
Uno sprone per fare meglio, per portare il tricolore italiano dell’equitazione sicuramente “over 
the top”.
"Uno sprone per fare meglio"
Photo Giulia Iannone
 “Il nostro dovere” ha detto tra l’altro Vittoria Panizzon “è saper far esprimere e valorizzare ogni cavallo che viene affidato a noi cavalieri. 
Vittoria Panizzon alla serata del Galà Ancce
Photo Giulia Iannone
Sia che si tratti di cavalli che gareggiano ai massimi vertici, sia che si tratti del cavallo giovane per il quale costruire una carriera per il futuro, sia che si tratti del cavallino semplice che ci dà gioia nel portare a termine una prova di cross. Tutto questo è parte dello spirito equestre del completista”. 
 Ad un passo da questo, il discorso si è fatto mirato sui cavalli. Cavalli , questo è il vero fulcro dell’arte equestre.  Eccone alcuni dei nomi:  Pennyz, la grigia peperina giovanissima che ha già all’attivo gare di prestigio,
Vittoria Panizzon accanto a Lino Paparella mentre ripercorrono insieme alcune fasi dell'Europeo
Photo Giulia Iannone
 Apollo, il  compagno di gara di  Stefano Brecciaroli, presente a Badminton 2013 ed a riposo dopo l’evento per un infortunio che lo ha sottratto da Malmo, Lalia della Nave, la cavalla “hand made” tutta fatta dalla paziente e costante dedizione della timidissima Luisa Palli,
Luisa Palli accanto al suo "allievo" Lino Paparella
Photo Giulia Iannone
 molto silenziosa e di poche parole anche sul palco. E Poi Il baio nato ed allevato a Grosseto , Rubens delle Sementarecce, prima bronzo nel 2011 a Lion D’Anger, poi questo autunno, Campione italiano 2013 agli ordini di Emiliano Portale: 

“ monto  questo cavallo da quando aveva 4 anni. Il primo esordio in gara lo ha fatto con me. 
Emiliano Portale con accanto la moglie Cinzia Cati
Photo Giulia Iannone

Sono molto grato a questo cavallo ed ai suoi proprietari che hanno avuto fiducia in me e non si sono mai intromessi nel mio rapporto tecnico ed emotivo con questo splendido animale” . Proprio ad Emiliano Portale è stata attribuita la Coppa Challenge “Fabio Mangilli” premio istituito dall’Ancce nel 1998. 
Emiliano Portale riceve la Coppa Challenge Mangilli
accanto a lui a destra Fabio Fani Ciotti
Photo Giulia Iannone
Un riconoscimento che ci consente di ricordare il grande Marchese cui il Completo Italiano molto deve in termini di risultati ma soprattutto di coscienza e vocazione equestre. Questo Deus Ex Machina di molti trionfi italiani ha scritto alcune delle pagine più belle di vita vissuta e di sapere equestre.

Dopo questo momento di altissima ispirazione, procedo con il segnalare in breve il parterre  di eccezione: da Albino Garbari a Lodovico Nava, Marina Sciocchetti, 
Marina Sciocchetti seduta accanto ad Andrea Mezzaroba
Photo Giulia Iannone

Argenta e Virginia Campello , Sara ed Evelina Bertoli, Andrea White , ancora Francesco Girardi, Marco Salvatori, accorso di fretta e furia da quel di Narni per non mancare all’evento,  Giacomo della Chiesa, Fabio Fani Ciotti, Mattia Luciani che si divide tra Italia ed Inghilterra, Il Cavalier Vittorio Orlandi che ha portato in scena il progetto Scuderia Italia che si vorrebbe applicare anche alla disciplina del completo.
Vittorio Orlandi siede al tavolo accanto a Vittoria Panizzon
Photo Giulia Iannone
“ tutti hanno sempre pensato che la mia carriera equestre sia  cominciata  con il salto ostacoli. Per circa 8 anni io ho praticato il completo e le cacce a cavallo. questa preparazione di base è quella che fa la differenza e che ti rende completo, poliedrico”. Ha detto il cavaliere di Fiorello. Un Galà non puramente celebrativo, non fine a se stesso, ma anche denso di propositi e proposte e analisi dei fatti. La disciplina equestre dalla quale più facilmente ci si può aspettare una medaglia a squadre ad alti vertici ha bisogno di una svolta e di un forte scossone. Se il dressage puro è visto come una sorta di balletto classico per pochi eletti, il salto ostacoli come più abbordabile per la sua “presunta” immediatezza,  il completo potrebbe fare ampia presa specialmente sui giovanissimi. Accanto a sponsors e fondi necessari, necessità anche di popolarità, visibilità, promozione e divulgazione. In  Inghilterra è un immenso palcoscenico all’aria aperta, grazie alle sue locations da sogno ed al verde lussureggiante. 
Mattia Luciani con Beatrice Borin
Questo cavaliere italiano si divide tra Italia e UK
Photo Giulia Iannone
Poca informazione, poca comunicazione, scarsa vicinanza con i protagonisti, che a differenza degli UK sono poco avvezzi a concedersi ai fans.  Quanto succedeva questa estate in Svezia e Francia per i nostri portacolori, è stato davvero alla portata di pochi pochissimi appassionati del settore, mosche bianche di una disciplina che è la più formativa per l’atleta uomo accanto all’amico cavallo. 

martedì 22 ottobre 2013

MONDIAL DU LION 2013

THOMAS CARLILE ENTRA NELLA LEGGENDA
Di Giulia Iannone
6 anni- Thomas Carlile (FRA) e Tenareze
Photo Courtesy Mondial du Lion web site


Risultato storico al Mondial du Lion D’Anger.
Mai un cavaliere aveva vinto nello stesso anno il Campionato dei 6 e dei 7 anni
Thomas Carlile lo ha fatto!
Prima si è imposto con lo stallone di 6 anni Tenareze e poi di nuovo con Sirocco du Gers nel Campionato dei 7 anni.
7 anni- Ancora Thomas Carlile questa volta su Sirocco Du Gers
Photo courtesy Mondial du Lion web site


Dopo l’ultima ispezione veterinaria della domenica mattina, non restavano più di 42 binomi per la prova di salto ad ostacoli, nella categoria dei 7 anni. Ancora una volta, si può affermare, che anche questa fase del mondiale sia stata molto selettiva, visto che a conti fatti, ci sono stati solo tre netti in classifica. Tra i binomi che sicuramente hanno perso molto, c’è Karin Donckers. Ottava dopo il cross, la belga e la sua cavalla Grandioz, ha lasciato il campo con un fardello di 17 penalità, che l’ha portata in 23 ma posizione finale.
ecco nei 7 anni Lara de Lidekerke su Averouge des Quatre Chenes
Photo courtesy Mondial du Lion web site
 Al contrario, la  giovane connazionale, Lara de Liedekerke, ha conquistato saldamente la quarta e quinta posizione finale con Alpaga d’Arville e Averouge des Quatre Chenes, con un errore per ciascun cavallo. l’Irlandese  Aoife Clark ha fatto un errore con Fernhill Adventure conquistando il secondo posto nella classifica finale.
7 anni Aoife Clark su Fernhill Adventure
Photo courtesy Mondial du Lion web site
Ho in progetto per questo cavallo” ha affermato Clark” il Campionato Europeo del 2015 a Blair Castle”. Duello tutto francese per la conquista del terzo e primo posto. L’ha spuntata dunque Thomas Carlile con un bel netto nella prova di concorso.” Adoro questo cavallo “ ha esclamato alla stampa” si rilassato sin dal primo ostacolo e si è subito concentrato”.  Invece con due errori, Mathieu Lemoine si è dovuto accontentare del gradino basso del podio. Già autore di una vittoria impeccabile nei 6 anni con Tenareze, il 26enne Thomas Carlile, ha ripetuto l’exploit con Sirocco Du Gers. Sicuramente gioco di pressione tra i due connazionali, visto che tra Thomas e Mathieu dopo il cross, c’era solo un distacco di 0,30 punti negativi. Quando Bart L e Mathieu sono entrati in campo, la tensione ha fatto il resto. Prima un errore e poi il secondo hanno fatto sfumare la vittoria ed hanno reso necessario accontentarsi del terzo posto. Thomas invece vincendo anche questa categoria è entrato a fare parte della leggenda di questo Campionato del mondo giovani cavalli. Si tratta ad oggi dell’unico cavaliere ad aver ottenuto questo risultato nello stesso anno.

Infatti nei 6 anni, Thomas Carlile con lo stallone Tenareze ,da Jaguar Mail, ha portato a termine la gara con 40.40 punti negativi intonsi dalla prova del dressage. 
6 anni- Thomas Carlile & Tenareze, Campione dei 6 anni
Qui in un momento dello show Jumping
Photo courtesy Mondial du Lion web site
“Tenareze è Campione del Mondo” ha affermato il 26enne francese” si è comportato bene questa settimana, come un signore. Mi ha permesso di battere i migliori cavalli al mondo e penso che lo farà ancora. E’ giustamente entrato a far parte della scena internazionale e difficilmente ne uscirà. Penso che mi permetterà di avere un biglietto per Rio”. Secondo posto per Andrew Nicholson su Jet Set
6 anni- Andrew Nicholson su Jet Set
Photo courtesy Mondial du Lion web site
cavallo spagnolo di padre Holsteiner, con 46 punti negativi. “Jet Set è un cavallo di sangue spagnolo” ha raccontato il Neo Zelandese durante la conferenza stampa” Avevo già visto questo cavallo quando aveva tre anni, ma all’epoca era troppo caro. L’ho acquistato l’anno scorso, su consiglio di Luis Alvarez Cervera, che è il coach della squadra di salto ad ostacoli della Nuova Zelanda. Mi ha richiamato l’anno scorso. A suo dire questo cavallo non sarebbe arrivato a livello Grand Prix di salto, ma sarebbe potuto essere un buon cavallo da completo. E devo dire che si tratta di uno dei migliori 6 anni che abbia mai avuto. Sarà un cavallo per il futuro. In cross ha mostrato più esperienza degli altri cavalli in gara. E’ stato solo un po’ impressionato dal pubblico sulle tribune, ma è sempre rimasto attento alle mie indicazioni e quando viene il monento di lavorare, si concentra sul lavoro. Jet Set potrà essere una buona carta per Rio!”  Terzo il polacco Pawel Spisak su Banderas che ha terminato con 46.20 punti negativi. “ Banderas è un cavallo polacco di poca esperienza. Ha progredito però tutta la stagione. Ha un bellissimo potenziale da esprimere per il futuro. Per il cross non sapevo cosa aspettarmi da questo cavallo. Dovete sempre ricordare che il cross del Mondial è speciale a causa del pubblico e della originalità degli ostacoli. Dai primi tre salti è stato fantastico e lo è stato fino alla fine. Ha molto cuore e quando è impegnato questo cavallo dona tutto quello che ha”. 
Non dimentichiamo che nei 6 anni c'era anche Michael Jung con RiconaFST
quinti dopo il dressage, si sono ritirati dopo il cross
Photo courtesy Mondial du Lion web site
Veniamo alla rappresentativa azzurra di questo Mondiale 2013. Nei 6 anni l’Italia schierava Sara Bertoli con Mascalzone Romano delle Mimose, cavallo tutto italiano , nato da Incanto della Mezzaluna e Fetiche du Pas, allevato da Gianluca Assumma.  19mo dopo il dressage con 48.80 punti negativi, è avvenuto il ritiro in cross. Nella categoria dei 7 anni, Gianluca Gardini ha terminato la prova in 40ma posizione. In sella a Premier Clover Royale, soggetto irlandese  nato da Gelvin Clover e Rosy cavalier,  di proprietà di Elisabetta Moranzoni, Gardini ha terminato con 110,70 punti negativi.