sabato 15 giugno 2019

“DEVO GRAN PARTE DEI MIEI RISULTATI, AL METODO EQUESTRE DI MIO PADRE FEDERICO”.

 Pietro Roman è il Campione italiano senior di completo 2019
Photo courtesy Pietro Roman eventing page
"Devo gran parte dei miei risultati sportivi ,al metodo equestre di scuola italiana,  insegnatomi  da mio padre"


Di Giulia Iannone
“Poi ho potuto integrare con i pensieri di altri Grandi tecnici, da Daniel Pinto, Giorgio Nuti, Duccio Bartalucci, Jacopo Comelli”.  Le riflessioni del neo campione italiano di completo Pietro Roman, attualmente in Germania in gara nel CCI4*s.

Ti aspettavi di ripetere l’impresa, e quindi vincere il secondo titolo italiano?
 “Affrontare una gara, pensando di vincerla, vuol dire perdere in partenza. Dalla mia,  avevo un ottimo cavallo  di grande esperienza, di contro, quella dei Pratoni del Vivaro,  era la nostra quarta gara e il primo 4* come binomio.”

Ci racconti, a mente fredda, le tre fasi di questo campionato davvero intenso?
puoi darci la tua valutazione  tecnica preziosa sulla fase del cross: per brillare bisognava avere un cavallo preciso, in forma, in condizione…per affrontare le famose pendenze dei Pratoni del Vivaro? Ti reputi soddisfatto dello stato di forma di Castle?
“Riflettendo a mente fredda sulle tre prove, posso dirvi che nella prima, quella del dressage, ho dovuto gestire un po' la tensione di Jake, ma che malgrado qualche errore (un cambio di troppo e uno in due tempi), sono uscito molto soddisfatto, sapevo che in un campo come quello dei Pratoni non avrei ottenuto il massimo, quindi l'obbiettivo era di eseguire una ripresa corretta senza strafare. Il giorno successivo durante il cross country ho capito quale fosse la vera qualità di Jake, una potenza mai sentita prima e una sicurezza tra le bandierine che solo Barraduff mi sapeva trasmettere. Il terzo ed ultimo giorno siamo partiti leggermente "scarichi" commettendo un banale errore al salto  n° 2 che però, ci ha fatto suonare un campanello interiore, portandoci a  saltare  bene tutto il resto del percorso. Credo che per affrontare al meglio il percorso ideato da  Giuseppe della Chiesa , bisognasse avere un cavallo in ottima condizione fisica. Un tracciato a misura, tecnicamente impegnativo, che ha saputo sfruttare al meglio le pendenze dei Pratoni unito ad un gran caldo (improvviso ma prevedibile), ha reso la giornata di sabato decisamente interessante. Con il senno di poi avrei fatto un paio di galoppo in più.”
Photo Giulia Iannone
"Jake è un cavallo estremamente potente e sicuro dei propri mezzi"


Come ti eri preparato per questo appuntamento agonistico?
Mi sono preparato al  meglio per gli appuntamenti precedenti e ,passo dopo passo, i Pratoni mi sono venuti incontro: Ravenna per conoscerlo, Vairano per testarlo su una gara più impegnativa, Sopot per confermare le buone sensazioni precedenti”

Che cavallo è Castlewood? Cosa ne pensavi già quando lo montava in gara tuo fratello Luca, al quale sicuramente va un grazie speciale? E cosa significa gareggiare e vincere il titolo italiano col cavallo che ha interpretato Luca alle Olimpiadi? E’ davvero una splendida immagine per lo sport, per la cultura equestre ed i valori della vostra famiglia
Jake, come ogni buon cavallo, é un cavallo dalla forte personalità: sarebbe capace di saltare il vicarage V di Badminton al trotto, e poi, spaventarsi di una foglia fuori posto. Già vedendolo sotto la sella di Luca, sapevo che Jake era un cavallo estremamente potente e sicuro dei propri mezzi. Vincere un titolo, con un cavallo precedentemente montato da mio fratello Luca, ai massimi livelli, é un emozione grandissima che va poi a confermare e sottolineare il fatto di essere stati formati dalla stessa scuola.”
Photo Giulia Iannone
"Vincere un titolo, con un cavallo precedentemente montato da mio fratello Luca, ai massimi livelli, é un emozione grandissima che va poi a confermare e sottolineare il fatto di essere stati formati dalla stessa scuola.”


Come si ottengono le qualifiche per Tokyo 2020: a livello individuale e a livello di squadra. Cosa deve fare il team italia dopo la tappa di Nations Cup ai pratoni?
Le qualifiche per Tokyo 2020, a livello individuale, sono rimaste invariate rispetto al 2016 e seguono dunque la ranking Olimpica dell'anno precedente i giochi. A livello di squadra ci sono sempre i classici due posti ai campionati europei, che precedono  le olimpiadi ,e a differenza del 2016 in cui valeva solo la finale di FEI nations cup, viene riservato  un posto per la nazione con il punteggio più altro a fine circuito. É dunque fondamentale essere presenti con una squadra a tutte le tappe di FEI nations Cup,  per accrescere le probabilità di accumulare punti preziosi per la classifica finale.”

Barraduff, il cavallo irlandese croce e delizia per la sua personalità, potrà ancora dare il suo contributo per l’appuntamento a 5 cerchi?
Attualmente Barraduff, nonostante i suoi 17 anni, rimane il mio cavallo di punta. É in splendida forma ed ogni volta che accendo il van per andare in gara, é il primo a tirare fuori la testa dal box. Per quanto riguarda il prossimo anno, al momento credo sia fondamentale concentrarsi sul conseguimento  della qualifica ,ma se dovesse essere convocato, lui é l'ultimo a tirarsi indietro.”

Parliamo del Dragoncello. Due argenti, ed un oro negli emergenti per i vostri allievi, Francesca Blasi, tua moglie con la quale hai uno splendido feeling, in prima linea nell’insegnamento. Che significato ha trionfare anche con i propri allievi? Quanto è importante anche l’impegno validissimo profuso da Francesca con i giovani talenti della vostra scuola?
In scuderia siamo una grande squadra. Ci mettiamo tutti molto impegno, ma come hai ben detto tu, Francesca è quella che mette quel 30% in più.  Abbiamo una grande sintonia e ci capiamo al volo, nel lavoro come nella vita. Ne approfitto per rinnovare i complimenti a Lucrezia, Ludovica, Lorenza e Carolina, ai loro cavalli e ai loro genitori per le fantastiche performance ai campionati Italiani. Sicuramente questi risultati sono la conferma che la nostra scuola di pensiero è vincente ed applicabile a tutti i livelli.
L'impegno che mia moglie, insieme a tutto il resto della famiglia, mettono quotidianamente in scuderia è ciò che mi permette di fare quello che faccio come cavaliere, senza di loro nulla sarebbe possibile.”
Photo Credit Massimo Argenziano
"In scuderia siamo una grande squadra. Ci mettiamo tutti molto impegno.Sicuramente questi risultati sono la conferma che la nostra scuola di pensiero è vincente ed applicabile a tutti i livelli."


Tu ci dimostri che il metodo equestre italiano è vincente. Che crea cavalli longevi, sicuri, confidenti, collaborativi. Hai trovato in famiglia sempre tutte le risposte concrete ai dubbi equestri. Ora che sei cavaliere maturo, quanto sei grato a questo metodo ed a tutti gli insegnamenti paterni? Ti piacerebbe avere un cavallo italiano per creare un pendant perfetto tra cavaliere tecnica ed origini del cavallo?
Devo gran parte dei miei risultati sportivi ,al metodo equestre di scuola italiana,  insegnatomi  da mio padre. Credo che la carta vincente che ha fatto la differenza, sia stata quella di integrare con pensieri di altri grandi tecnici ( Daniel Pinto, Giorgio Nuti, Duccio Bartalucci e Jacopo Comelli) dai quali ho saputo interpretare e rendere mio ciò che mi mancava. Sicuramente sarebbe bello poter montare un cavallo Italiano, portandolo ai massimi livelli. Per ora un piccolo progetto c'è.... staremo a vedere.”

Ora come prosegue la stagione di gare?
Attualmente sono a Luhmuhlenn, con Barraduff nel cci4*s, che come appuntamento principe, ha gli europei a fine agosto, per Jake e gli altri cavalli devo ancora decidere il da farsi.”












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