martedì 30 aprile 2019

FRANCESCO PIZZORNI E L’ARTE DELLA MASCALCIA:

  PASSIONE,ENTUSIASMO, “TRADIZIONE DI FAMIGLIA.”
Di Giulia Iannone
"Ormai sono 10 anni che pratico la professione di maniscalco. Il mio maestro principale è stato mio padre Gervasio, e si può dire che lo accompagno da sempre!"

Abbiamo intervistato Francesco Pizzorni, giovane maniscalco del Lazio, appena rientrato dalla più grande competizione al mondo di mascalcia, che si svolge, ogni anno ad aprile in Olanda.  L’erede della mano sapiente di papà Gervasio, si è classificato  primo tra gli italiani in gara e settimo in classifica generale.  Al telefono per noi il racconto delle fasi salienti della competizione, della sua passione, dell’entusiasmo e voglia di fare…
(Tutte le foto sono gentilmente concesse da Francesco Pizzorni)

Dove si è svolta questa gara di mascalcia, chiamata Werkman spring games 2019?
“Si è svolta in Olanda a Groningen precisamente a Tolbert dall’11 al 13 aprile. E’ una gara in cui scende in campo tutto il mondo della mascalcia.  Se il  Campionato Europeo si disputa ogni due anni,  possiamo dire che questa di Tolbert  è la gara più importante al mondo. Diciamo che non è un campionato europeo, ma il livello è altissimo.”

Si accede per selezione?
“ Non ci sono selezioni. Si partecipa se si è pronti e ben preparati e disponibili a sostenere un alto costo di iscrizione. E’ più che altro in base alla propria preparazione. Può partecipare chiunque, fermo restando che si tratta di una delle gare più difficili al mondo. “

Come era strutturata la gara?
“ Eravamo 160 partecipanti, provenienti da tutte le nazioni,  suddivisi in tre categorie. Principianti, intermedi e poi open class. Ho partecipato  tra gli  intermedi perché le categorie sono  in base all’età. Dai 30 in poi si partecipa agli open class, che possono essere considerati i veterani della mascalcia, professionisti, quelli   che forgiano da molti anni. Io, ho 29 anni, e forgio solo  da due anni…si può dire che ho bruciato un po’ le tappe! Alla gara erano state predisposte  40 postazioni di lavoro. Quattro erano i round per ogni categoria. Quattro sessioni, più quattro round, per un totale di  16 riprese totali. In base alla diversa tipologia del ferro o categoria , veniva assegnata una ora per la prima fase: bisognava fare un  ferro preparato e un ferro a sorpresa, ideato dai giudici, il giorno prima durante il briefing del giovedì. In quel breafing,  i giudici hanno annunciato che ogni categoria avrebbe avuto due ferri a sorpresa. Altri  due, invece,  avevamo potuti studiarli,  nel senso che erano stati esposti due mesi prima e ci si poteva allenare per rispettare quelle misure e quel ferro dato. Quindi tutti i concorrenti si erano allenati su due ferri preparati, due ferri a sorpresa sono stati fatti il giovedì, poi c’è stato uno speed forge, che sarebbe una gara di velocità per cui in 15 minuti bisognava realizzare un ferro che era già stato dato dai giudici due mesi prima ed una prova chiamata “Eagle eye” ossia guardare un piede dalla distanza di un metro, senza toccarlo, senza misurarlo, solo con la fotografia dell’occhio, e riprodurre un ferro ad occhio, con le misure fotografate da lontano, solo con gli occhi,  per quel piede. Chi lo faceva meglio si aggiudicava la categoria. 20 erano i minuti a disposizione per questa prova.  Riepilogando, giovedì solo briefing, con tutte le spiegazioni del caso, il venerdì si sono svolte le due categorie di una ora ed il  sabato la speed forge e l’eagle eye.”
Tu su quale ti sei classificato meglio?
“Ho vinto la speed forge! Erano tutti punteggi e non contano, sono arrivato primo, terzo, sesto.. Sono arrivato in classifica finale settimo. Però primo fra gli italiani. Nella mia categoria.”
Con che tipo di esperienza ti presentavi in Olanda?
“ Ho vinto nell’ottobre 2018,  la gara alla Fiera di Verona, che si può considerare un campionato italiano, non era denominato campionato italiano, però lo si può considerare tale  perché scendeva in campo tutta l’Italia della mascalcia. “
"Alla gara erano state predisposte  40 postazioni di lavoro. Quattro erano i round per ogni categoria. "

Cosa ti lascia questa esperienza? Come ti ha motivato il confronto con gli altri colleghi?
“ Una esperienza fantastica che vorrei ripetere il più presto possibile. Purtroppo ci sarà solo tra due anni di nuovo questa gara. Nel frattempo cerco di qualificarmi per gli europei, perché per questo appuntamento serve la qualifica. Si disputeranno l’anno prossimo sempre ad aprile. Credo. Ci sarà una gara di qualificazione presso un open day , almeno così hanno fatto l’anno scorso, ma non vi partecipai perché ancora non ero pronto. Adesso sono preparato. A marzo un open day presso una delle nostre fabbriche a Bergamo, di solito fanno così. Sarà una gara tra tutti gli italiani. I primi quattro , più uno di riserva, vanno agli europei.”
Come è nata in te la voglia di prendere parte a delle competizioni di mascalcia?
“lo reputo un investimento sulla mia carriera, sulla mia preparazione, il mio mordente ed entusiasmo anche se è molto faticoso e ci sono molte spese. Questa gara per esempio, se consideriamo in soldi, mi è costata più di 5.000 euro. Non tutti hanno questa mentalità. Investo ad esempio molto sui materiali di lavoro, li considero un investimento per me ed anche la mia crescita e preparazione culturale personale. Ognuno ha il proprio approccio con il lavoro e la propria mentalità professionale. La mia è questa. Questo lavoro per me è animato da grande passione. Mi piace molto confrontarmi, lo faccio e continuerò a farlo. Spero di riuscire ad andare in Francia  tra un mese . Sarebbe molto utile trovare uno sponsor, che ad esempio possa  pagarmi almeno le spese di viaggio. Ci sono molte gare in questo periodo, oltre che in Francia anche in Spagna, Irlanda, e ma c’è la necessità anche di pensare al proprio lavoro. Non  è possibile lasciare i clienti! Il mercato è spietato.”
In che modo sei venuto a conoscenza di queste gare per maniscalchi?
“ Per caso. Circa tre anni fa sono stato ad un convegno. Per gioco hanno iniziato a forgiare ed hanno coinvolto anche me. Così ,è emerso che sono molto portato e, per questo motivo, mi sono iscritto alla prima gara. Senza un minimo di allenamento mi sono classificato terzo. Allo scopo ho iniziato anche a frequentare dei corsi. In occasione di questa gara in Olanda mi sono preparato a forgiare con Vincent Lamaille.

Potrei sapere allora, come ti sei formato e chi è stato il tuo maestro? Da quanti anni fai il maniscalco?
“ Ormai sono 10 anni che pratico la professione di maniscalco. Il mio maestro principale è stato mio padre Gervasio, e si può dire che lo accompagno da sempre! Le basi dunque me le ha date lui, ma c’è anche molto studio, impegno, approfondimento, per andare avanti, perché c’è molta evoluzione, la diagnostica per immagini va avanti, i veterinari si evolvono, le patologie aumentano, gli studi sui ferri cambiano, i ferri stessi cambiano, quindi c’è sempre un adeguarsi dietro l’innovazione. Ho preso parte ad alcuni corsi sul territorio italiano, poi tutti corsi privati, uno ad esempio con Vincent Lamaille, che è uno dei maggiori esponenti al mondo per quanto riguarda la forgiatura, e poi quando vado a queste gare ci sono sempre convegni abbinati. Comunque posso affermare che la formazione principale, si chiama gavetta!”
 "MI appassiona sistemare un cavallo che ha dolore e soffre, al creare da zero un ferro fatto a mano, che oggi molti maniscalchi non sanno più fare, al capire e migliorare ed elaborare nella propria mente strategie e soluzioni per migliorare nel proprio settore. "

Sprizza da ogni tua parola, gioia entusiasmo e passione per questo mestiere. Cosa ti appassiona?
“ Tutto! Dal sistemare un cavallo che ha dolore e soffre, al creare da zero un ferro fatto a mano, che oggi molti maniscalchi non sanno più fare, al capire e migliorare ed elaborare nella propria mente strategie e soluzioni per migliorare nel proprio settore. Capire l’errore e migliorare di volta in volta. “
Tuo padre Gervasio, cosa dice di tutte queste gare, della tua passione, di tutta questa voglia di fare?
“ Mio padre non mi dice nulla! E’ molto orgoglioso. Non si esprime mai con me, però so che è molto soddisfatto. Anche se ha una mentalità che è un po’ diversa dalla mia!  Lui è in piena maturità professionale: vede tutte le cose con calma e pacatezza. Io, anche per un piccolo dettaglio, mi emoziono subito. Mi piace molto l’innovazione e l’avanguardia nell’attrezzatura, nel furgone…mio padre è più pragmatico e , ai miei occhi, appare sempre così rilassato! “
"Mi piace molto l’innovazione e l’avanguardia nell’attrezzatura"
(ecco i ferri creati da Francesco Pizzorni durante la gara in Olanda)

Allora in chiusura, facciamo un appello per trovare uno sponsor?
“ Magari! Facciamo questo appello. Intanto vorrei ringraziare gli sponsor che hanno pensato a vestirci all’ultima competizione disputata in Olanda. Desidero anche ringraziare tutti i colleghi che mi sono stati vicini, e tutti gli amici con cui ho vissuto questa esperienza, che spero di ripetere al più presto”

venerdì 19 aprile 2019

FILIPPO CODECASA: IL CAVALIERE “SEMPLICE”

Filippo Codecasa assieme alla sua fidanzata Giorgia De Agostini in uno scatto gentilmente concesso
dallo sponsor Kep
"Quando abbiamo capito che la medaglia era certa, siamo tutti scoppiati a piangere dalla gioia. Una emozione che ricorderò sempre.”

Di Giulia Iannone
E’ lui a portare al collo la medaglia d’argento al campionato italiano 2019 e si è guadagnato di diritto l’accesso allo storico ovale di Piazza di Siena. “Sono nato in mezzo ai cavalli e non posso vivere senza di loro”. Ecco cosa ci ha raccontato al telefono il vice campione italiano….

Un argento al campionato italiano 2019 che forse ha un po’ il sapore della vittoria. Te lo aspettavi? Pensavi di poter vincere?
Il risultato ottenuto è incredibile! Sono davvero felice. Dopo mesi di duro lavoro speravo in una medaglia. Sicuramente quest’anno avevo le carte in regola per portare a termine un buon campionato: e così è stato”

Hai un bel palmares di titoli italiani da quello children fino a quello Yrider. Allora qui bisogna insistere con quello senior, giusto?
“La mia carriera giovanile è stata importante perché mi ha permesso  di fare molta esperienza. Da senior, però, le cose cambiano. Tutto diventa più difficile e bisogna dimostrare quanto vali   e lavorare sodo. Solo in questo modo, prima o poi, i risultati arrivano”

Ripercorriamo in breve, emotivamente e tecnicamente, le fasi salienti di questo campionato. Raccontaci come hai impostato con il cavallo le tre prove.
“ Il Campionato è andato esattamente secondo i nostri piani. Giovedì un warm up per far sì che Giulio 8, prendesse confidenza con il campo. Venerdì nella gara a caccia, l’obiettivo era ottenere un percorso netto senza però esagerare con la velocità. Infine sabato, puntavamo a effettuare due giri puliti, macchiati solo da un errore nella seconda manche. Alla fine del primo giro di sabato, ero settimo in classifica e la tensione era molto alta. Al termine del mio percorso, tutti i cavalieri, tranne Marziani, hanno commesso degli errori, così la mia posizione è salita. Il mio team, non staccava gli occhi dal tabellone della classifica. Quando abbiamo capito che la medaglia era certa, siamo tutti scoppiati a piangere dalla gioia. Una emozione che ricorderò sempre.”
Una dolcissima immagine di Giulio 8 tra le braccia di Giorgia De Agostini, gentilmente estrapolata dalla pagina facebook,
che porta scritto nella didascalia"Quante lacrime di gioia mi hai fatto versare solo tu lo sai!"

Parlaci dunque del tuo compagno di gara, Giulio 8, castrone baio del 2006. confidaci quanto più puoi in merito a carattere qualità pregi e difetti e che tipo di intesa avete instaurato?
“ Giulio è un cavallo unico. Tra noi c’è stato subito feeling anche se abbiamo dovuto lavorare, perché lui è un cavallo speciale. Carlo (Pfyffer) è stato fondamentale perché ha cresciuto lui il cavallo e lo conosce alla perfezione. Giulio è potente ed estremamente qualitativo ed è molto sensibile!”
Ti sei qualificato di diritto per Piazza di Siena. Continua la frase in base a cosa senti!
“Mi sono qualificato per Piazza di Siena, il bello è proprio questo, aver ottenuto la qualifica sul campo, grazie al merito di aver ottenuto una medaglia. Sarà la prima partecipazione per me, ed averla ottenuta così, mi rende estremamente orgoglioso.”
Come prosegue poi la tua stagione di gare?
“Ora in vista di Roma, effettuerò due CSI 3 stelle a Busto Arsizio e Montefalco. Dopo Roma, non abbiamo ancora programmato le gare”
Già da un anno lavori in Svizzera da Carlo Pfyffer. Allora come procede e come ti sei organizzato? Quanti cavalli ti sono stati affidati?
“ E’ da settembre che ho iniziato a montare presso le scuderie di Carlo Pfyffer e posso dire che mi trovo molto bene . L’organizzazione di scuderia è perfetta ed i cavalli sono di ottima qualità. Mi sono stati affidati all’incirca una decina di cavalli tra adulti e giovani.”
Sei noto per il tuo talento, per la tua freddezza, umiltà, gentilezza, disponibilità…addirittura sei definito il “Marcus Ehning” Italiano! Invece tu come vorresti presentarti ai lettori? Cosa non è stato detto della tua personalità e della tua passione per i cavalli?
“Il paragone mi lusinga molto ma penso di avere ancora molta strada da percorrere! Sono una persona semplice, sono nato in mezzo ai cavalli e non posso vivere senza questi meravigliosi animali”.
Photo courtesy FISE facebook page
"Sono una persona semplice, sono nato in mezzo ai cavalli e non posso vivere senza questi meravigliosi animali”.

Quale è il tuo sogno nel cassetto legato all’equitazione?
“ Penso che ogni atleta abbia lo stesso sogno…le Olimpiadi”
C’è un istruttore importante al quale devi dire grazie per i suoi insegnamenti?
“ Nel  corso della mia giovane carriera, ho cercato di imparare da tutti, il più possibile, ma, sicuramente colui che sento di dover ringraziare di più è mio padre”
Invece, quale è il cavallo,  che non potrai dimenticare, nonostante la tua giovane età?
“ Ci sono stati tanti cavalli importanti, che mi hanno permesso di vincere delle medaglie. Ma quello che avrà sempre un posto speciale nel mio cuore è Temple. Il mio pony con il quale ho conseguito il primo grado. Purtroppo oggi non c’è più, ma è stato con noi ben 17 anni!”