domenica 17 novembre 2013

LO SGUARDO DEL CAMPIONE

Dedicato all'oro olimpico di Roma 1960

Un ricordo emozionale del Grande Raimondo D’Inzeo
Di Giulia Iannone

 Alla  notizia della dipartita terrena di Raimondo D’Inzeo molti si sono chiesti “ Cosa faremo e come faremo senza di lui”.
Tutta la stampa dal web al cartaceo non ha fatto altro che ricostruire e riproporre la biografia, la storia, il curriculum agonistico del cavaliere Raimondo D’Inzeo.
 Un cronista sportivo, negli anni 60, aveva paragonato i cavalli montati da Raimondo, ai cavalli di Achille, Balio e Xanto figli del vento Zefiro. Secondo la leggenda omerica, capivano la parola del padrone e potendo parlare essi stessi, gli dicevano che nessuno al pari di lui era degno della vittoria. Si tratta di una immagine speciale, che ha a che fare con il mito, con la leggenda, con l’immortalità. Questo parallelo altisonante cela in realtà un fondo di verità interessantissimo: l’uomo di cavalli, che sapeva parlare  con il tocco, con una carezza sulla criniera, con uno slancio interiore e fisico che tutto risolve.  Non posso spiegare così in poche righe da dove provenga  quel Maestro nato 88 anni fa.
 Posso solo dire che quando si incontrava il suo sguardo, i suoi occhi brillavano di una  luce ispirata e vigorosa.
Raimondo e Merano 
Me ne accorsi  alcuni anni or sono, d’estate, sul litorale salernitano.
Gli organizzatori del Concorso Ippico di Salerno, manifestazione che itinerava di continuo in cerca di collocazione fissa  sul lungomare cittadino, decisero, come ultima e risonante risorsa per dare uno scossone importante, di invitare una personalità di eccezione collegata all’evento. Raimondo D’Inzeo sta al concorso di Salerno come il cavallo salernitano fa parte della storia equestre di quell’illustre atleta. Un  giornalista prima di me ebbe in esclusiva l’intervista del caso. Tutte le domande di rito erano state già fatte e rese disponibili per il comunicato stampa. Il mio incontro con il cavaliere di Poggio Mirteto era ormai fuori discussione, quando però “qualcuno” cui sarò sempre grata,  mi spinse ad andare comunque a presentarmi alla tribuna Vip presso la quale era ospite il Campione con sua moglie. Qui avvenne un vero e proprio fuori programma: una conversazione informale ed   inattesa  a bordo campo. Il giornalista prima di me ,  non essendo realmente del settore, aveva scordato di chiedere il meglio: il legame di Raimondo D’Inzeo con il Concorso di Salerno, con la razza salernitana e da ciò in che maniera avvenisse  la scelta dei cavalli provenienti dal noto allevamento locale e pensieri emozioni, ricordi impressioni sull’equitazione tra passato e presente....”Lei è molto giovane” mi fu detto “tutto quello che potrò raccontarle potrà risuonarle nuovo, noioso e davvero troppo lontano nel tempo!  Ad ogni modo proverò a spiegarle qualcosa di quanto la incuriosisce”  e Raimondo mi sorrise. Era girato di tre quarti  e rivolto in modo tale da avere anche sotto controllo la situazione della gara internazionale che si stava svolgendo. La conversazione incalzò partendo da quanto fosse importante  il Concorso Ippico di Salerno che in origine si svolgeva non sul litorale salernitano, location sicuramente affascinante ma assolutamente non originaria, bensì in Piazza D’Armi, area cittadina oggi fagocitata da palazzi. Era lì che si provavano i cavalli razza salernitana ed in vari concorsi minori per saggiarne l’indole carattere e mezzi. Posillipo, Merano, Fiorello venivano tutti dall’allevamento Morese. 
Raimondo D'Inzeo su Posillipo, oro individuale

Pagoro, ci tenne a precisare,  era un cavallo persano, utilizzato anche per il completo. Sulla scelta del cavallo...sensazioni, emozioni, una scintilla, un feeling speciale e poi un grande lavoro di affiatamento, di confidenza, di complicità. Successe che all’improvviso Raimondo  iniziò totalmente e completamente ad animarsi, parlando di cavalli, dei suoi cavalli, in gara ed in lavoro quotidiano, toccando i punti nevralgici ed i concetti equestri che stavano dentro di lui, nella sua anima come una melodia solo sospesa e facile a riavviarsi. Il cavallo deve essere sereno, deve collaborare con la fiducia, la comprensione e non rispondere alla forza, bisogna sviluppare l’equilibrio naturale, concedere incollatura, rispettare il ritmo costante del galoppo che più è congeniale al cavallo, non imposto dal suo cavaliere. Il rispetto “sacro” della bocca, in girata l’uso preciso della gamba esterna.
Raimondo su Merano
"Il cavallo compagno di gara è complice e amico tra le nostre dita
tra fili di seta"

 Il cavallo compagno di gara è complice e amico tra le nostre dita tra fili di seta.   Quello che più mi colpì in tutto questo discorso che sempre più si addentrava nella cultura e sensibilità equestre del suo sentire ,che corrisponde al credo della Scuola italiana per eccellenza, fu lo sguardo del Campione. Nei suoi occhi la fierezza, la saggezza di chi conosce ma senza presunzione, di chi ha compreso attraverso la tecnica e lo studio e l’approfondimento di un metodo. IL rispetto, l’amore e la passione reale vera tangibile del protagonista dell’arte equestre che è il cavallo. Qualsiasi cavallo, con la propria indole, musica interiore e carattere. Sta al cavaliere attraverso adeguato studio psicologico trovarne la chiave di volta per interpretarlo alla perfezione e renderlo partecipe e volenteroso di fare, attore protagonista della vicenda. Quello che mi turbava  molto,  era quella luce negli occhi di chi sente ancora, dopo aver raggiunto tutti gli obiettivi, tutte le medaglie e i riconoscimenti sportivi, il richiamo del cavallo. Sentiva a bordo campo la galoppata nella sabbia e sapeva e percepiva che non era giusta, frutto di una mano ingenerosa che tira, di un assetto in contrasto, di una forza umana che reprime invece di convincere. 
Raimondo su Meteor, finale ad Aachen 1956
Tutti i titoli in carriera non varrebbero nulla se non fossero sorretti da doti umane, valori profondi, cultura specifica ed educazione che tramuta l’estro ed il talento in tecnica ed arte. Raimondo attingeva pienamente dalla famiglia, dal padre Costante, suo punto di riferimento ed origine dell’insegnamento, osservava ed ammirava ampiamente il fratello Piero, diverso nella forma espressiva equestre, da raggiungere da ammirare da eguagliare, sinanche da superare non con rivalità.
 I fratelli D’Oro, i fratelli d’Italia, i Dioscuri nel firmamento equestre internazionale,  partendo dalla disciplina del  completo fino  al salto ostacoli, hanno rappresentato una era equestre. 
Eccoli i Fratelli d'oro, i Dioscuri dell'equitazione
 A cavallo tra due secoli, hanno visto sentito e tenuto alta la bandiera italiana nel mondo. Uomo molto simpatico, generoso, semplice, solido e vigoroso come una roccia, robusto ed impettito, Raimondo  ha montato a cavallo fino ad oltre i 70 anni. 
ancora su Meteor ad Aachen 1956
 Fu  partigiano, carabiniere fin nelle midolla, commissario tecnico della nazionale italiana di salto ad ostacoli, grande istruttore a sua volta, grande ammiratore del talento e della passione dei propri allievi. Notò alcuni giovani, giusto per citare un paio di nomi,  quali Gianni Marfoli e Gianni Govoni.  
C’era tutto questo negli occhi di Raimondo d’Inzeo, quella sera d’estate sul litorale salernitano.  Non ci fu bisogno di chiedere  nulla altro : Avevo conosciuto  nello sguardo l’essenza  di un Campione.  Una luminosità interiore di entusiasmo, una fiamma, una passione primaria ed inesaurita  per il cavallo che  dura oltre l’agone, oltre la vittoria, oltre l’infinito.
 Mentre  uscivo dalla sala del Coni del Foro Italico, dopo aver tributato il mio ultimo saluto a Raimondo, ho pensato con grande rammarico al fratello Piero, da oggi solo in questa vita. Ho pensato, con un pizzico di egoismo personale, anche a noi, appassionati equestri un po’ più soli nello spirito e nella cultura equestre nei confronti di questa eredità.
 La scuola italiana è priva di eredi puri e piano piano scompare con i suoi emblemi, un vuoto che era già iniziato sui campi di gara, ove non esistono più stili né scuole perché tutto è stato livellato da un concetto: l’attore principale è il cavallo. Finito il tempo del  cavallo salernitano , è svanito  il concorso Ippico di Salerno, forse tra i più antichi d’Italia. Nell’altro secolo  sono rimaste le gesta e le imprese di Raimondo, gli istruttori di quella scuola e di quello stile che oggi non ha molta possibilità di esprimersi.   In questo secolo agonizza l’insegnamento e l’educazione che ha in Caprilli il suo fondatore. Era una educazione leale e severa, basata sul non dare mai la colpa al proprio cavallo. Quei cavalli piccolissimi, improbabili, agili divenivano alla  fine della preparazione animali lettarati: quelli che in gergo leggono con gli occhi e scrivono con gli zoccoli. Tutto cuore e tempra e generosità. Sono rimasti anche essi nell’altro secolo, un secolo così breve eppure tanto ricco.
Raimondo su Posillipo, Springderby Hamburg

A fine novembre a Piazza di Siena qui a Roma si svolgerà il Trofeo  Fratelli D’Inzeo. Per la prima volta i due Dioscuri inseparabili saranno divisi. Sarebbe davvero bello istituire un Premio “Raimondo D’Inzeo” al cavaliere più entusiasta ed estroso con la motivazione e la definizione che di suo figlio Raimondo, dava Papà Costante allora che allenava i giovanissimi fratelli :” è estroso, sembra improvvisare ad ogni percorso le sue mani irrequiete e la gamba che va all’indietro ...”
Raimondo D'Inzeo con Alwin Schockemohle


domenica 10 novembre 2013

ANTONIO GIULIANO SI DISTINGUE A FIERA CAVALLI DI VERONA

La migliore prestazione per la Campania è quella del  portacolori del Royal Jumping Persano ed allievo di Gennaro Bacco 
Antonio Giuliano
Photo Giulia Iannone

Di Giulia Iannone
E’ ancora una volta  Antonio Giuliano su White Spirit, a  ben figurare  per la Regione Campania.
E’ successo lo scorso week end , alla Fiera di Verona durante la Coppa delle Regioni Under 21.
Già a Piazza di Siena , lo scorso maggio, l’atleta portacolori del Royal Jumping Persano si era distinto con un doppio clean round durante la Coppa dei Giovani, contribuendo in maniera fondamentale, al bronzo conquistato dopo 13 anni dalla squadra della Campania.

Adesso a Verona, Antonio Giuliano, allievo di Gennaro Bacco, ha ottenuto la 12ma posizione individuale ( su 39 partenti) nel GP delle Regioni, H 130 a due manches, con il risultato positivo di 4/1 . White Spirit, femmina baia olandese del 2003 da Powergraaf/ L’esprit/ Grafiet si è distinta  come sempre,  anche a Verona, dando il massimo e tutta la sua collaborazione specialmente in eventi agonistici di rilievo.  Cavalla dotata di splendida testa, collaborativa, volenterosa e sensibile, si è ben espressa sull’ampio campo indoor di Verona su un tracciato che si può definire lineare e fluido, dotato di difficoltà tecniche ben idonee alla categoria. Si è trattata di una prova dura e difficile questa volta per il cavaliere del Royal Jumping Persano, privato in questa occasione, in maniera imperdonabile , del proprio coach Gennaro Bacco. “Si sarebbe potuto fare di più e con maggiore determinazione e brillantezza” ha commentato al telefono l’istruttore di Antonio Giuliano “ sicuramente il giovane cavaliere ha sentito la mancanza del proprio allenatore in un momento importante e cruciale come questo. Non solo per la rifinitura tecnica in campo prova, ma certamente per quel giusto grado di sicurezza interiore e fiducia e calma che solo può ispirarti l’istruttore, che forma un trinomio di armonia perfetta assieme al tuo cavallo. Ad  ogni modo, anche questa esperienza vissuta, rappresenta un momento di crescita ulteriore e di nuova consapevolezza nelle proprie capacità e nelle proprie risorse tecniche e istintive alla luce di quanto si costruisce  nelle training sessions quotidiane”. La correzione all’errore del primo giro, quando la cavalla olandese si è forse un po’ troppo rilassata su un verticale, è avvenuta grazie alla conversazione telefonica con il coach. Riuscendo semplicemente a rimettere un tempo nelle linee, il percorso della seconda manche è risultato netto salvo una lieve sbavatura nel tempo.  La cavalla scelta da Gennaro Bacco, White Spirit, ha ben svolto il proprio compito: il conseguimento del II grado in circa 8 mesi di trasferte, la buona prestazione alla Coppa dei Giovani a Piazza di Siena, la partecipazione in settembre al Campionato Italiano assoluto, una felice performance ora a Verona conclusasi con questo utile 12mo  posto individuale. “ ancora ricordo” ha continuato nel commento Gennaro Bacco “ quando ho cominciato a fare lezione ad Antonio con il suo pony. Aveva 6 anni e non è stato facile reimpostare la posizione da capo dal lavoro alla longia. I tasselli importanti nel suo percorso equestre sono stati i cavalli. Flight of Fancy il secondo pony, ma sicuramente California Sun Z è stata una cavalla molto utile e una grande scuola per questo allievo per due volte Bronzo nel Campionato Regionale Brevetti e 10mo ad Arezzo nella categoria Allievi Emergenti. Dopo un anno di stop è arrivata White Spirit, la cavalla giusta che ha fatto ritrovare la voglia e la motivazione per continuare gli impegni agonistici”. Lo spirito equestre nella sua idea concettuale più alta e pura deve cedere il passo alle esigenze ed ai ritmi frenetici dell’equitazione agonistica fatta di classifiche e di punteggi e risultati che devono sempre toccare i vertici alti della classifica.  Oggi avere dalla propria parte “il cavallo giusto” qualitativo equilibrato, regolare, affidabile è sicuramente un requisito basilare per la carriera equestre. Ed il cavallo viene scelto, non come strumento, si spera, ma come insostituibile compagno di gara e di vita, dal proprio istruttore, terza ala del trinomio cavallo-cavaliere. In cantiere, possiamo dire, un nuovo obiettivo per Antonio Giuliano: puntare al Campionato Italiano assoluto dell’anno prossimo , con un nuovo cavallo. 

giovedì 7 novembre 2013

INTERVISTA AD ARIANNA SCHIVO


“ Essere in squadra è assai motivante!
Spinge ogni cavaliere a voler dare il meglio di sé”
Arianna Schivo in trasferta
Photo courtesy Elise Levrault on Schivo facebook page

Di Giulia Iannone

 Il  nome di Arianna Schivo  è balzato all’attenzione con la tappa conclusiva della  Nations Cup :  a Boekelo, era in  squadra a difendere  i colori del nostro paese.
La completista italiana, classe 1986,  ormai da 3 anni in Francia,  si è raccontata in questa lunga intervista ...
"amazzone professionista, abito e lavoro a Saumur in Francia..."
Photo courtesy Libby Law Photography NZL da An Eventful Life


 Arianna Schivo...si presenti ai lettori come più le fa piacere
“  Mi definirei una  amazzone professionista.  Abito  e lavoro attualmente a Saumur in Francia. Ho conseguito il diploma di istruttore presso la scuola Nazionale d' Equitazione francese ( ENE ). Al contempo,  mi occupo della preparazione di giovani cavalli ,collaboro saltuariamente con l' ENE e pratico l' attività agonistica nella specialità del completo sotto la guida dell' Ecuyer del Cadre noir, Didier Dhennin”.
Didier Dhennin, Ecuyer del Cadre Noir
Photo Courtesy Arianna Schivo facebook
page


Come comincia la sua carriera equestre?
“Il mio cammino con i cavalli è cominciato all' età di 7 anni. All ’inizio ho praticato  un pò di volteggio,  poi  dressage e   salto ostacoli con i pony,  in vari centri ippici  a Roma e dintorni. Tra i 17-18 anni, mi sono trasferita nella scuderia di Francesco Cinelli, (in Ciociaria) che è stato il mio istruttore  per diversi anni.  Grazie  a lui  ho conosciuto il concorso completo. A questo punto, mi sono spostata  in Francia, prima   nella scuderia di Sebastien Poirier (ex cavaliere olimpionico di dressage) dove ho potuto lavorare a fondo sul dressage con i miei cavalli per qualche mese.  Poi mi sono allenata  un anno da Nicolas Touzaint   per un' intera stagione, infine  a Saumur, più precisamente all' ENE, dove ho seguito il corso istruttori. Contemporaneamente sono stata seguita nella mia preparazione agonistica da Didier Dhennin.”

Come mai ha scelto tra le altre, la disciplina del concorso completo e cosa le piace?

“Ho iniziato il completo solo all’età di  16 anni, dopo aver comprato il mio primo cavallo ed è, forse, grazie a quest' ultimo, che mi sono appassionata a questa disciplina.  In  completo, ho compreso nel tempo,  bisogna avere una complicità speciale con il cavallo.
Cross: rischio ed adrenalina!
Bramham 2013
Photo courtesy Arianna Schivo
Durante il  cross, siamo sempre messi di fronte al rischio e a tanta adrenalina. Inoltre  forma, interiormente e tecnicamente,  il  cavaliere come nessuna altra specialità equestre, visto che ci  si confronta con 3 diverse prove , con il medesimo cavallo”

Lei è italiana, ma  vive ed opera in Francia. Come mai si è trasferita in altro paese per portare a compimento il suo risvolto tecnico? Quando è avvenuto questo trasferimento?
“Mi sono trasferita in Francia 3 anni fa. Tutto è nato da un' incontro fortuito in  gara, durante la quale  ho conosciuto un commerciante svizzero ed il suo cavaliere Sebastien Poirier. Costoro mi hanno messa in contatto con  Nicolas Touzaint e l' ENE. Ho deciso, così,  di trasferirmi in Francia per l' elevato numero di concorsi che favorisce il confronto con cavalieri di altissimo livello, e non ultimo,  per  la presenza di migliori strutture. Tutto questo agevola e rende più semplice la mia scelta lavorativa in ambito  equestre”.
"una complicità speciale con il proprio cavallo"
Photo courtesy Schivo facebook page

Ci parli dei suoi cavalli, senza i quali in equitazione nulla è possibile! Quali i soggetti con i quali gareggia attualmente ed ovviamente ci parli di più  del cavallo con il quale ha partecipato alla Nations Cup di Olanda. Carettere, punti di forza, punti deboli...
“Attualmente ho 3 cavalli di mia proprietà e altri 2 in lavoro,  di 4 e 7 anni.
Ho una 4 anni ,Pygmalian, S.I. che ho allevato e preparato io e che quest' anno ha debuttato nel circuito dei 4 anni sia in completo che in salto ostacoli, concludendo bene la sua stagione con la finale dei 4 anni a Pompadour. Si tratta di  una cavallina molto onesta e volenterosa, che risponde a tutto quello che le si chiede. Sono  molto soddisfatta di lei.
"attualmente ho tre cavalli ed altri due in lavoro"
Photo courtesy Arianna Schivo facebook page

L’ altra cavalla di 3 anni, Altesse de l' ormeau ,S.F., che sto domando in questo momento, nella quale credo molto per il futuro,  è la sorella della mia cavalla più matura (Quefira) e che sembra avere la sua stessa stoffa!
E poi c' è, appunto,  Quefira de l' ormeau con la quale ero in Olanda, S.F. di 9 anni. Ho cominciato la preparazione agonistica di Quefira a 7 anni portandola progressivamente a livello 1-2 stelle  e quest' anno in 3 stelle.
Il suo debutto e stato il CIC*** di Bramham, in Inghilterra, dove ha dato prova di essere più che all' altezza di questo livello, segnando già un doppio netto nella prova di cross e in concorso concludendo in  23ma  posizione. Il suo secondo CIC*** mi ha dato una grande soddisfazione poiché ci siamo classificate in 13ma  posizione,  sempre con un doppio netto nelle 2 prove, su un terreno difficile come quello dell' Haras du Pin.
Il suo debutto in CCI*** é avvenuto invece a Boekelo.
Quefira è una cavalla che ha molto carattere e molto insanguata , quindi non sempre facile nel lavoro in piano. 
"Quefira è una cavalla non sempre facile in lavoro in piano..."
Haras Du Pin 2013
Photo courtesy Schivo facebook page
La specialità in cui deve migliorare ancora  è senz' altro il dressage, fondamentale per raggiungere una buona posizione in classifica. Le sue qualità migliori sono una testa, una forza e un' attitudine al salto straordinarie”
Facciamo un commento su Boekelo:  lei, i suoi compagni, il team, la preparazione, l’approccio... come si è trovata con la delegazione?
“La preparazione e l' approccio alla gara si sono svolte come previsto grazie all' aiuto del mio coach Didier Dhennin. 
"Daily work con Didier Dhennin"
Photo courtesy Schivo facebook page
Una volta sul posto,  mi sono trovata bene ed a mio agio dato che conoscevo già i miei compagni , ma anche grazie al CT  Andrea Mezzaroba, che pur dandomi un incarico importante come quello di mettermi in squadra per la prima volta , è riuscito a darmi fiducia senza farmi sentire sottopressione.”
Perché aveva scelto la tappa olandese?  si aspettava di essere in squadra a rappresentare l’Italia? Cosa ha provato in quella situazione, sapendo che si trattava anche della tappa finale alla presenza di tanti e cotali top riders del completo internazionale?
“Ho scelto Boekelo perché  è un buon CCI*** per far debuttare un giovane cavallo come Quefira. Speravo di poter essere inserita in squadra , poiché il CT Mezzaroba  aveva già potuto notare che il nostro binomio aveva le possibilità di essere competitivo  e poter far bene.
Sotto l'occhio vigile di Didier durante la training session a casa
Photo courtesy SChivo facebook page

Ho parlato di avere una speranza,  ma sapevo che nulla era certo,  perché  c' erano dei buoni cavalieri che mi affiancavano con maggior esperienza della mia. Sapere di essere in squadra mi ha dato una grande gioia e soddisfazione. Sono stata onorata di poter affiancare in squadra cavalieri di elevatissimo livello.  Nello  stesso tempo, ho sentito la responsabilità di dover effettuare una buona prova per poter ottenere il miglior piazzamento possibile per la squadra in questa importante finale.”
Era davvero  impegnativo il cross di Boekelo che ha fatto tanta selezione?
“Si!  il cross è  stato senz’ altro la prova più selettiva, viste le difficoltà che hanno avuto anche i grandi Campioni presenti in gara.  D’ altronde, arrivati a questo livello,  è normale che ci sia questa selezione...fa parte del gioco”
"A Boekelo il cross è stato senz'altro selettivo, viste le difficoltà che hanno avuto anche i grando campioni presenti in gara". Photo courtesy Uptown Eventing

Esperienza “squadra”: le farebbe piacere vivere di nuovo la squadra magari in un appuntamento “nevralgico” del settore?
“Certamente, ne sarei onorata!  sarebbe una altra  occasione per poter esprimere qualcosa in più .Far parte di una squadra ha il suo peso, perché si hanno parecchie responsabilità, ma è qualcosa di estremamente motivante: spinge ogni cavaliere a voler dare il meglio di se stesso.  “
"far parte di una squadra ha il suo peso..."
Daily work
Photo courtesy Schivo facebook

Quale è il suo cavaliere o amazzone di riferimento? Il suo cavallo famoso del cuore?
“Restando in casa, Vittoria Panizzon con Borough Pennyz e Stefano Brecciaroli con Apollo, sono per me due pilastri  importantissimi del completo,  un esempio da seguire. Sono due cavalieri che stimo e apprezzo moltissimo. Potrei citare...Andrew Nicholson.La sua fluidità,la sua fermezza e lucidità sopratutto durante il cross ,sono a mio avviso,  un magnifico esempio di come si monta in completo.”
Dressage, cross e concorso: cosa preferisce???
“Il cross, come penso sia per la maggior parte dei cavalieri di completo. Essendo la prova più lunga,  c'è un' intensità maggiore di emozioni, in essa  , si vede realmente la complicità tra il  cavallo ed il suo  cavaliere”
"In cross c'è una intensità maggiore di emozioni..."
Haras Du Pin 2013
Photo courtesy Schivo facebook

Facciamo un bilancio di questa stagione di gare: progetti per il futuro ed obiettivi da raggiungere?
“Il bilancio di questa stagione mi sembra  più che positivo,  perché ha segnato il  debutto, mio  e  di Quefira,  su un livello ***, ottenendo  risultati più che soddisfacenti ,come la 13ma posizione  sul CIC*** all' Haras du Pin.
L'obiettivo che vorrei raggiungere, sono le prossime olimpiadi a Rio,  in preparazione del quale  mi farebbe piacere poter partecipare anche ad un eventuale campionato.
So che è un progetto ambizioso, ma penso che Quefira abbia tutte le potenzialità per farlo e continuando a lavorar sodo,  ci si può arrivare!”
"Obiettivo Olimpiadi a Rio de Janeiro: so che è un progetto ambizioso! Ma continuando a lavorare sodo ci si può arrivare"
Saumur 2013
Photo courtesy Uptown eventing