giovedì 30 marzo 2017

NATALE CHIAUDANI NOMINATO TECNICO DELLA FISE

Natale Chiaudani a Piazza di Siena in una foto di repertorio scattata da GIULIA IANNONE.
Tutte le foto dell'articolo sono di GIULIA IANNONE

LAVORERA’ ACCANTO A PIERO COATA SULLA PROGRESSIONE TECNICA ED AGONISTICA.
“ Non c’è più troppa passione” ha detto Natale Chiaudani”  c’è solo la voglia del risultato finale. Bisogna porre rimedio a questo errato modo di approcciare l’equitazione”
A cura di Giulia Iannone
Abbiamo contattato al telefono il cavaliere di Tortona per farci spiegare qualcosa in più sul nuovo incarico che gli è stato affidato nella FISE griffata Marco Di Paola. Ecco cosa ci ha detto Natale Chiaudani:

Abbiamo letto sul sito della Fise in relazione alla sua nomina che si occuperà  di “ curare l’ulteriore programma federale di progressione tecnica ed agonistica rivolto ai giovani cavalieri emergenti che appaiono dotati di talento  e capacità tecniche, ancorchè non ancora di rilevante interesse federale per mancanza di adeguato binomio o di esperienza”… in pratica in cosa consiste l’incarico ?
“ Consiste nel fare degli stage dedicati  a binomi emergenti che non siano ancora di un livello per cui possano essere utilizzati nelle squadre. Non sono ancora di interesse federale ma presentano qualcosa di promettente”
La dicitura sul sito fise continua “ e ai cavalieri senior e veterani impegnati in attività amatoriale di rilevante livello agonistico”.  Si pensa anche di coinvolgere questa fetta di cavalieri, come mai?
“ La motivazione è la stessa dei giovani cavalieri. Dobbiamo sottolineare che i veterani stanno rappresentando una realtà, hanno già incaricati  e capo equipe. Noi dobbiamo dedicarci  a qualche veterano interessato, con un cavallo discreto,  non ancora formato per essere impiegato nelle squadre.  Noi , ripeto anche in questo caso,  abbiamo il compito di fare degli stages a questi cavalieri. Quelli che sono appena al di sotto dell’essere di  interesse federale e che potrebbero arrivarci con qualche accorgimento,  ma per adesso non lo sono ancora”
"spero e mi auguro di poter dare un aiuto ed un valido contributo alle categorie di cavalieri cui si  rivolge
il mio ruolo di tecnico"

Come ha accolto l’idea di ricoprire questo ruolo tecnico e dunque di lavorare all’interno della federazione italiana sport equestri? Cosa prova e di che responsabilità si sente investito?
“ In passato ho già avuto degli incarichi. Ho fatto i corsi di aggiornamento per istruttori già diplomati. Mi sono occupato di curare sia la parte  pratica che quella   teorica. Dopo mi si chiedeva di stilare dei rapporti e delle relazioni in merito al rendimento durante l’esame orale ed al tipo di comportamento durante la frequenza del corso. Questo giusto per segnalare che non sono nuovo ad incarichi federali! Spero e mi auguro di poter dare un aiuto ed un valido contributo a queste due categorie di cavalieri”
Da cavaliere a tecnico come avviene il passaggio tra queste due figure di competenza e come concilierà?
“ Senza esitazione posso subito dire che ho sempre fatto il tecnico. Mi sono sempre occupato di istruzione,  ho sempre fatto praticamente anche quello! Questa volta l’incarico proviene dalla federazione ma in fin dei conti ho sempre svolto anche questo tipo di mestiere in ambito equestre. Non è assolutamente qualcosa di nuovo. Non mi ricordo quando ho cominciato ad insegnare,  ma posso dire che è da sempre”
Come si può conciliare con l’attività primaria di cavaliere?
“ Non è così grave! Si tratta di stages di due giorni, spesso insegno adoperando questo tipo di formula e la cosa è perfettamente conciliabile con l’attività di cavaliere. “
Veniamo all’idea concettuale che ispira questo tipo di ruolo tecnico: dedicare il proprio impegno tecnico a dei giovani cavalieri. E’ un incarico importante visto che i giovani spesso fanno fatica ad emergere, forse perché spesso rimangono nell’ombra, forse perché un po’ “schiacciati” dai cavalieri famosi e longevi come tipo di carriera, non so quali siano le sinergie che bloccano i giovani. Cosa si può dire?
Non c’è nessuna sinergia che blocca i giovani. Sa , stiamo parlando di uno sport individuale, in campo gara  si è da soli. Potrei capire nel calcio se uno non passa la palla ad uno bravo,  questo non riesce a fare goal. Ma questo non è il nostro caso! Se il giovane è veramente promettente e fa le cose giuste,  è normale che emerga. A mio avviso esistono degli intoppi dovuti ad una serie di rallentamenti rispetto all’obiettivo primario. Diciamo troppe sciocchezze scritte su face book,  troppe distrazioni. Li sento spesso a cena dopo la giornata di gara, i ragazzi  parlano solo del risultato scritto sulla classifica. Ma non sento nessuno fare un bel ragionamento utile e costruttivo tipo “ ho fatto un errore ma il mio cavallo ha saltato meglio perché l’ho impegnato ho lavorato meglio in piano…” nessuno, nessuno più parla così. Questa è una cosa gravissima cui si dovrà  cercare di porre rimedio. Voglio dire che va cambiato il modo di pensare, la mentalità e l’approccio alla performance sportiva in equitazione. Quattro penalità in un percorso fatto bene sarà molto più proficuo in futuro che strappare un netto in qualche modo con il cavallo che salta male,  ma non curanti della qualità del gesto atletico del cavallo. Perché con quel netto, anche fatto male, si va su face book, si va su internet. Prima della preparazione mentale vorrei sottolineare che non c’è più la passione, c’è solo la volontà del risultato finale. 
Natale Chiaudani non ha avuto una carriera giovanile
 nè da junior nè da Young Rider ma è emerso alla grande
lo stesso
L’altro giorno ho fatto una domanda ad una amazzone giovane  che monta abbastanza bene. Ho chiesto “ perché tutti voi ragazzi volete andare al Toscana Tour, con un campo difficile come il Boccaccio che magari non avete mai saggiato, partire nelle categorie 1,40 quando già su un campo normale fate fatica a fare netto, pagare un sacco di soldi di iscrizione e solo per essere al Toscana Tour e non essere competitivi. La ragazza mi risponde “ perché fa figo”. Ed è una risposta terribile. La gara va impostata con una motivazione ed il raggiungimento di obiettivi. Lo sport prevede una programmazione graduale in relazione al tipo di preparazione. Dunque ci sono due fenomeni pazzeschi: voler strappare un netto a tutti i costi tanto per pubblicarlo sulla pagina di face book dopo un secondo, in qualsiasi modo anche col cavallo che salta al contrario.  Dall’altra parte partecipare a dei concorsi fuori portata , troppo più alti rispetto al binomio sempre per andare sui social e partecipare a queste feste di sera attrazione ed evento mondano. C’è molta confusione. Ci potrebbero anche stare  questi elementi come contorno, ma quando diventano il leit motiv della situazione diventa tutto molto difficile. Il piatto principale dovrebbe essere lavorare bene i nostri cavalli e fare una buona equitazione con una progressione giusta. E’ inutile partecipare a delle gare quando non si è pronti. Farà anche figo, ma abbiamo spaventato i nostri cavalli ed ottenuto sono malumore ed energia negativa e questo è controproducente”
Facciamo un salto indietro, al tempo in cui Natale Chiaudani è stato un giovane cavaliere. Lei come ha fatto ad emergere?
“In realtà non ho fatto niente di tutto questo! Mio padre GIUSTAMENTE non mi ha mai fatto perdere una ora di SCUOLA, non ho fatto niente da junior e Young Rider. Avevo il primo grado quando sono andato alla scuola militare e poi ho montato con Piero D’Inzeo e lì ho preso il secondo grado e  piano piano sono cresciuto. Non ho fatto assolutamente carriera giovanile. Non ho mai dovuto fare marcia in dietro! Sa i ragazzi spesso fanno marcia indietro: partono come dei missili, gran premi anche se non meritano, poi un errore, fermata, il cavallo non è buono… tutto troppo veloce  quando non sono pronti. Tornare indietro è penoso è noioso i genitori alle spalle  a chiedere “ come mai” dato che i figli non sbagliano mai! Gli istruttori fremono ad andare veloce così il cavallo si cambia e si entra in un vortice. Le solite cose. Accelerare i tempi è davvero dannoso.  Il  cavallo fresco, di buon umore ce la fa a sopperire le pecche tecniche del ragazzino. Così il binomio funziona per un po’. Dopo finisce la festa. Allora il ragazzino si scoraggia…e tanta gente poi si perde. E non si dovrebbero perdere cavalieri per strada, perché non è detto che tutti salteranno le olimpiadi ma tutti arriveranno a divertirsi con il giusto sistema di lavoro. Però in un centro ippico è molto difficile. Magari ci sono tre ragazzini dello stesso livello magari non con le stesse possibilità economiche: uno va un po’ più in là, gli altri si ingelosiscono. E’ molto complicato quando ad  esempio,  i tre soggetti ipotetici sono partiti dai pony, si conoscono da anni, uno magari ha il padre più facoltoso, uno è più bravino e gli altri sulla scia devono fare a tutti i costi…allora è colpa del cavallo, di chi lo ha venduto…è realmente molto complicato. Sarebbe meglio avere un paio di scarpe da tennis o una racchetta! Ma non è così!”
"Ho avuto la fortuna di lavorare un pò con tanti grandi cavalieri:
Eric Navet, Albert Voorn, Michel Robert, Franke Sloothak...

C’è un tecnico del suo passato agonistico cui è legato ed al quale si ispira ogni volta che fa lezione e si ispirerà per ricoprire questo incarico?
Ho avuto la fortuna di lavorare un po’ con tanti grandi cavalieri. Eric Navet, Albert Voorn, Michel Robert anche Franke Sloothak – che ho trovato molto interessante. Ho preso da tante scuole, anche da quella tedesca , anche se Franke non è così moderno. Ho sempre tentato di mettere un po’ tutto insieme e prendere le parti “buone che tutti i campioni hanno”, di creare un mio metodo che è più morbido diciamo, che armonizza tanti ingredienti dei cavalieri che ho citato. Ho cercato di rendere il discorso molto semplice. Tutti capiscono le mie lezioni. Faccio fare molti esercizi su salti piccoli. Faccio capire che un cavallo può saltare anche con una risposta moderata basta che ci sia indicazione di direzione , di equilibrio, di volontà da parte del cavaliere , di sicurezza. Sono cose che ho imparato a mia volta in tanti anni.”
Lei condivide l’incarico con Piero Coata...
“ ( mi interrompe)  Non abbiamo ancora capito bene, ma non credo che terremo gli stages insieme. Credo che ci divideremo il territorio!”
Come idee, come impostazione mentale , come strategie di pensiero avete sì due estrazioni culturali differenti perché siete partiti da due realtà diverse, anche con due curriculum diversi, però ipotizzo, forse semplicisticamente , che Piero D’inzeo in quanto istruttore comune possa rappresentare la vostra trait de union comune. Lei come lo vede questo connubio? Come si trova con Piero Coata?
Ho visto crescere i suoi due ragazzi, Luca e Simone e con quest’ultimo ho partecipato a numerosi concorsi, dandogli anche una mano. Quindi conosco Piero da tantissimi anni, lui è piuttosto della “Scuola Nuti” che non è così differente dalla mia, perché Giorgio( Nuti, ndr) va spesso a casa sua a fare degli stages. Credo non ci sarà alcun problema a condividere questo incarico. Piero, rispetto a me, ha fatto di più il lavoro di istruzione, sicuramente io dalla mia parte ho meno numeri di allievi formati. Quindi lui avrà una casistica superiore come allievi, io una casistica superiore come esperienza sui  cavalli. Credo che parlandoci,  quando avremo un dubbio su di una persona – e dopo sarà quello il valore aggiunto di lavorare insieme- le due cose si compenseranno: lui ha visto molti più binomi fare le gare ed io ho fatto molte più gare che non seguito binomi.”
"Piero Coata è piuttosto della Scuola Nuti, che non è così differente dalla mia ..."
Questa foto è stata scattata al primo stage federale romano tenuto da Giorgio Nuti .
Nel particolare "Piero e Giorgio" insieme in campo

Come inizia e si articola il programma di lavoro, sa già qualcosa?
“ Non sappiamo ancora nulla, siamo in stand by per qualche giorno. Credo che avremo una lista ed uno schema da cui partire, ma non posso dire altro”






martedì 14 marzo 2017

“CARICO DI ASSI “ ALL’ALLEVAMENTO DI DOMENICO MERLANI

Scuderia di ingresso dell'allevamento degli Assi a Viterbo di Domenico Merlani e Federica Breda

“Mi piace tantissimo lavorare col puledro perché tutta la mia vita equestre parte da questo(Piero Coata)”
Testo e foto  di Giulia Iannone

Abbiamo visitato a Viterbo l’allevamento degli Assi, dedicato  al salto ostacoli,  di Domenico Merlani e Federica Breda.
Ci è stata offerta l’opportunità di assistere alle  training sessions  di ben otto puledri che, quest’anno,  esordiranno in  gara nella  categoria dedicata ai 4 anni. In campo c’era il tecnico di riferimento, Piero Coata, anche in questo caso, pedina importante ed insostituibile del progetto allevatoriale degli Assi.
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Tutto è partito da una grande amicizia tra Piero Coata  e Domenico Merlani , da una cavalla baia di nome  Quite Beauty come prima cavalla dell’allevamento. Oggi l’Allevamento degli Assi si propone come uno dei migliori in Italia per selezione ed organizzazione. Domenico Merlani ha iniziato a studiare tutte le linee di sangue e i due protagonisti di questo “progetto” vanno molto d’accordo.
Abbiamo iniziato l’allevamento nel 2010 ed è partito completamente nel 2011. L’idea nasce da un progetto ideato insieme a mia moglie, Federica (Breda, ndr) visto che per anni abbiamo comprato cavalli, in Italia ed all’estero,  per montare in gare nazionali e qualche internazionale. Alla fine abbiamo capito che avendo già il terreno ed il posto, avremmo potuto tentare una esperienza nuova come quella di prodursi in casa i cavalli “ così ha cominciato a raccontarci il padrone di casa , Domenico Merlani grande appassionato e cultore del cavallo giovane,  e poi ha aggiunto “ Così è partito tutto e devo dire che è una esperienza che ci sta dando delle belle soddisfazioni. Allevare è un progetto a lungo termine. Vedremo i risultati di questo programma almeno tra una decina d’anni per cominciare a capire se uno ha lavorato bene. 
Allevare è un progetto a lungo termine!
nella foto Federico Iacobone

Però già nei primi 5 o 6 riteniamo di aver raggiunto dei discreti risultati che ci spingono, con entusiasmo,  ad andare avanti.” E’ sempre bene fare qualche numero e cifra per avere sensazione del tipo di progetto di cui stiamo parlando “ Abbiamo in casa circa 14 fattrici in questo momento che vengono coperte a rotazione , non tutte. La media di questi 5 anni di attività è stata di circa 8 puledri l’anno. Abbiamo prodotto una quarantina di soggetti : i più grandi hanno 5 anni,  e,   ce ne sono già alcuni in giro per l’Italia perché sono stati venduti. Alcuni altri sono in scuderia e procedono secondo gli steps che abbiamo individuato per loro. L’operazione di per sé, anche dal punto di vista finanziario non sta andando male. Abbiamo raggiunto quasi il break even quindi siamo quasi in pareggio e speriamo  in futuro di poter aver qualche risultato in positivo.” In merito alla qualità, al carattere, alle linee di sangue che contraddistinguono il cavallo degli Assi prontamente è stato risposto “ Se riusciamo ad inserire,  in un cavallo sportivo,  forza, coraggio, cavalcabilità, qualità, tecnica avremo garanzia di esprimere un buon soggetto. 
"Se riusciamo ad inserire,  in un cavallo sportivo,  forza, coraggio, cavalcabilità, qualità, tecnica avremo garanzia di esprimere un buon soggetto. "

La sintesi di tutti questi ingredienti compone quello che desideriamo creare attraverso la selezione che noi operiamo. Noi lavoriamo su varie linee europee: Kwpn, Holsteiner, SBS, BWP, e Sella Francese. Cerchiamo di cogliere il meglio in circolazione in questo momento. Abbiamo usato ad esempio Nabab de Reve, Carthago, Diamant de Semilly,  i top  20 stalloni al mondo li abbiamo adoperati  tutti, ovviamente con investimenti anche importanti. Inoltre stiamo costruendo anche delle buone linee materne fatte in Italia,  partendo da ceppi originari stranieri molto importanti. Abbiamo ad esempio Kannan che sta dando buoni prodotti, Tinka’s Boy, Sandro Boy. Questi sono i concetti di partenza ed in generale. Sulla carta i cavalli sono tutti buoni. Il problema è quando si riesce a farli sposare bene: non è detto che usare un cavallo importante su una cavalla produca un risultato esplosivo. Ci vuole un po’ di fortuna sicuramente ma anche la coincidenza di far incontrare due linee, che magari risultino incastri perfetti. 
Ci vuole un po’ di fortuna sicuramente ma anche la coincidenza di far incontrare due linee, che magari risultino incastri perfetti. "
nella foto Edoardo Ingrà

Quindi il giusto sangue, il giusto carattere, la giusta forza, il giusto coraggio, il giusto rispetto. Ormai servono cavalli veloci ed  rinsanguati, per ciò  bisogna stare molto attenti a non perdere il sangue nelle linee. E soprattutto la cavalcabilità per un allevatore è fondamentale. Non è pensabile che escano tutti cavalli che andranno a saltare il metro e sessanta, quindi i cavalli normali potranno trovare collocazione nel circuito dedicato a tutti noi appassionati.”  In tutta questa alchimia di ingredienti che vanno a comporre l’identikit del cavallo degli Assi, non si può non parlare di tutta la  gestione dei soggetti in scuderia dalla fattrice al puledro “ Non si può risparmiare su nulla, dalla gestione alimentare, i terreni, i pascoli, su tutto quello che serve per far crescere in maniera ottimale il puledro.”  Per ciò che riguarda  l’aspetto  dell’addestramento , qui a Viterbo,  sono  coinvolti ben tre giovani ragazzi “ Raffaele Coggi si occupa della scuderia e di tutta la sua organizzazione. Si tratta di un ragazzo di Frosinone che fa l’Università qui a Viterbo e lavora con noi ormai da qualche anno. Appassionatissimo. E lui è una garanzia per la gestione dell’allevamento. Edoardo Ingrà è l’ultimo arrivato. Ha fatto una esperienza importante in Germania da Paul  Schokemohle. Ha 21 anni ed è stato allievo di Piero Coata. E poi Federico Iacobone, 18 anni. Ha all’attivo un campionato europeo pony e viene da Milano. E’ un ragazzo eccezionale. Ha lavorato un anno da Francois Mathy Junior e  ci è stato consigliato proprio da quella Scuderia.  Questa è una palestra importante per dei giovani italiani intenzionati a lavorare in questo settore. Noi abbiamo avuto un ragazzo che è stato qui tre anni, Giuseppe Felici. Uscito dalla nostra struttura,  anche grazie a questa esperienza,  ha avuto la forza di mettersi in proprio.” 
"tutto è partito da una grande amicizia tra Piero Coata e Domenico Merlani"

All’interno di questo favoloso team, la ciliegina sulla torta è rappresentata dalla figura tecnica che supervisiona il lavoro di tutti i giovani cavalli, ossia Piero Coata” Siamo amici con Piero, ci tengo a dirlo, ormai da oltre 30 anni. Piero è coinvolto in questo progetto dal primo giorno, quale pietra miliare di questa idea. E’ lui a curare tutta la parte tecnica e seguire nel day by day il programma di allenamento del giovane cavallo. Viene assiduamente in allevamento, segue i ragazzi, segue i cavalli, controlla il lavoro, lascia il programma di lavoro da svolgere in sua assenza. E’ la pedina non sostituibile in questo progetto.
"abbiamo visto all'opera un Piero Coata motivato ed entusiasta condividere il progetto dell'amico Domenico Merlani"

Per essere più precisi e citare anche tutti gli altri volti del team , Domenico Merlani ha fatto una carrellata  elencando velocemente tutti coloro che collaborano “ Consulente alle linee genetiche è Adriano Gentili, una persona che ha allevato per oltre 20 anni; Il veterinario è il Dott.  Carlo Tardella che si occupa della cura quotidiana e con lui la Dottoressa Chiara per la parte ginecologica,  il Dott. Ferdinando Canonici e la sua equipe medica della clinica è sempre alle spalle; il Dott. Sergio Gabriele che si occupa  della parte ginecologica, abbiamo la “Purina” e Riccardo Tardella che ci segue per l’alimentazione, alla mascalcia abbiamo Gian Marco Rocchi, un ragazzo giovane figlio di Filippo Rocchi”. In merito alla situazione allevatoriale in Italia, Merlani ha voluto dire “ Ormai abbiamo le linee che ci sono all’estero, noi abbiamo il problema che ne abbiamo un po’ di meno come numeri, quindi abbiamo più difficoltà a trovare il campione. 
"Piero è coinvolto in questo progetto dal primo giorno, quale pietra miliare di questa idea. E’ la pedina non sostituibile in questo progetto.” 

Quest’ultimo è il frutto di una coincidenza e di un incrocio fatale, come lo chiamo io, ed ovviamente più numeri hai e più è facile che ti capiti! Da noi ci sono tanti cavalli normali e buoni , sicuramente eccellenti, poi il crack assoluto viene nei numeri.Un cavallo da 1,60 ogni trecento cavalli si fa. Solo che poi bisogna avere un team in grado di valorizzarlo. Forse questo è quello che manca in Italia”.  Comprare un cavallo italiano oggi rappresenta una utile e vantaggiosa condizione “ si sono due elementi favorevoli. Per chi va in gara con questo tipo di soggetto,  la federazione insieme al MIPAF mettono a disposizione dei contributi riservati che non hanno gli altri cavalli; e poi forse l’elemento più sentito, è che il “made in Italy” va aiutato e non affossato. Quando compriamo un cavallo italiano sappiamo di aver aiutato un allevatore, un ragazzo che lavora in questo settore, lo sport italiano ed anche l’attività imprenditoriale italiana. Comprando all’estero …noi continuiamo ad aiutare l’estero, purtroppo. Se noi incentivassimo potremmo fare delle filiere più importanti e creare dei posti di lavoro in questo ambito”. Esiste già un piccolo biglietto da visita di questo allevamento che gareggia da alcuni anni sotto la sella di Luca Coata: si chiama Quite Beautyè una delle prime nostre nate. Forse la seconda. Ci sta dando grosse soddisfazioni. Stiamo lavorando senza fretta e con pazienza e sicuramente in allevamento ci sono dei soggetti all’altezza della cavalla baia che lei ha citato. Non sentiremo la sua mancanza dal punto di vista agonistico quando anche la figlia di Quidam, spero presto, rientrerà in allevamento”.  Abbiamo visto all’opera un Piero Coata motivato, entusiasta, a suo agio nel suo habitat naturale ossia alle prese con il cavallo giovane. 
"Mi piace tantissimo lavorare col puledro perché tutta la mia vita equestre parte da questo. Sono nato come addestratore di cavalli giovani. (Piero Coata)"

Infatti ci ha detto” Il mio compito è quello di osservare il soggetto che abbiamo tra le mani ed individuare per lui il programma di lavoro più giusto e consono perché possa esprimersi a livello agonistico. Ho la possibilità di avere in questo team due ragazzi giovani davvero promettenti e diligenti che lavorano ogni settimana con me. Il lavoro dei cavalli giovani è duro e richiede grande impegno, spirito di sacrificio e dedizione.  Se  non hai queste doti interiori ed un forte senso  del dovere e voglia di fare , questo mestiere può davvero risultare  difficile e pesante. 
focus sul training quotidiano all'allevamento degli assi

Non è per tutti. In Italia è difficile trovare dei ragazzi che vogliono fare questo tipo di attività. Edoardo Ingrà e Federico Iacobone , dopo l’esperienza all’estero in due grosse scuderie , sono tornati totalmente cambiati, plasmati e con un forte senso del dovere. Montare dalla mattina alla sera questo tipo di soggetti a tamburo battente richiede responsabilità e tanta tanta passione. Sa, questo del cavallo giovane è il “mio”mondo. Mi piace tantissimo lavorare col puledro perché tutta la mia vita equestre parte da questo. Sono nato come addestratore di cavalli giovani. Veder crescere un cavallo fatto in casa, osservarlo e studiarlo a fondo fisicamente ed interiormente e poi pensare per lui quello che può avvenire è una sfida che fai con te stesso e su ogni cavallo. Quando hanno solo 4 anni l’addestratore deve, come imperativo categorico, capire dove possono arrivare e quello che possono fare. Non puoi, non devi sbagliare. Il compito richiede intuito, competenza, una certa sensibilità, esperienza.”  
"veder crescere un cavallo fatto in casa è una sfida che fai con te stesso e su ogni cavallo"
(Piero Coata)




mercoledì 8 marzo 2017

“LAZIO DRESSAGE : LA PAROLA AI SUOI REFERENTI ”

I tre referenti della Commissione Lazio Dressage fotografati alla cerimonia di premiazione 2017
Foto di Giulia Iannone

A cura di Giulia Iannone
Abbiamo contattato la “Triade Paolo Bellocchi, Elisabetti Magistri, Maria Schiavone” componenti della Commissione Lazio Dressage,  del nuovo Comitato regionale, per capire a che punto si trova il Dressage nella nostra realtà territoriale, da cosa si riparte, e come si pensa di dare nuova linfa a questa Nobile disciplina.


 Presentatevi a vostro piacimento e raccontateci  la vostra  formazione equestre di base in primis e poi il vostro  impegno nel dressage.
“ I curricula dei componenti di questa Commissione sono già noti al mondo del Dressage, chi Cavaliere, chi Istruttore, chi Giudice, chi tutte e tre le cose ma soprattutto tutti appassionati di questo settore. L’impegno di ciascun Referente, già evidente in programmazione degli anni passati, è spinto dalla voglia di miglioramento del Dressage.” Quale è a vostro  avviso,  la situazione del dressage nella Regione Lazio e in maniera più ampia,  la situazione che vive questa disciplina in Italia?
 “Da un attenta analisi dei documenti del settore Dressage degli ultimi anni, si deduce un miglioramento tecnico dei binomi di specialità, evidenziato dall’aumento medio delle percentuali ottenute. Il numero degli interessati alla disciplina sembrano invece diminuiti. Le possibili cause di questa diminuzione possono essere molteplici, nello specifico tecnico questa Commissione è concorde nel dire che le programmazioni per incentivare e favorire la buona e numerosa partecipazione, devono comprendere tutti i livelli tecnici. Si ritiene infatti che per tutelare e favorire la partecipazione dei binomi a livello internazionale fino al Grand Prix, è necessario passare per la base, senza trascurare la possibilità di partecipazione e sperimentazione di ciascun livello.”
 La disciplina del dressage nel Lazio è andata via via perdendo numeri di iscritti ai concorsi. Molti concorsi nel 2016 sono stati annullati uno dietro l’altro, in taluni casi si sono svolti con il minimo richiesto. Voi  a cosa attribuite  o avete  attribuito questo fenomeno? Pensate  che ci sia connessione con il modo di giudicare nella nostra Regione?
In sede di riflessione delle motivazioni della scarsa partecipazione ai CDN durante l’ultimo anno, oltre quanto già espresso nel punto precedente, questa Commissione ha notato una evidente poca attenzione alla programmazione , in sede di calendario delle manifestazioni. La continua concomitanza in calendario , di eventi,  di settori e attività,  che coinvolgono spesso gli stessi cavalieri, cavalli e soprattutto tecnici, ha causato la dispersione degli interessati,  con evidente diminuzione degli iscritti. In particolar modo si è rianalizzato il buon risultato ottenuto in passato e,  ricordato agli interessati,  che il dressage non è e non dovrebbe essere solo disciplina di specialità ma anche preparazione di cavalli e cavalieri,  facenti parte di altri settori; Gli stessi, oltre che a fruire di un opportunità, passando per il lavoro in piano necessario per l’addestramento di ogni cavallo, favoriscono il settore dressage aumentandone il numero di scritti. Particolare accento è stato posto sui settori Ludico, Pony, e Giovanile che spesso lavorano su tutte e tre le discipline olimpiche. Per quanto concerne le capacità di giudizio menzionate nella domanda,  questa Commissione non crede in alcun modo che la scarsa partecipazione sia imputabile ai criteri di giudizio degli Ufficiali di Gara preposti, essendo loro ben formati e aggiornati regolarmente, al contempo però è da evidenziare che il numero basso degli iscritti non favorisce una buona rotazione dei giudici.”
Paolo Bellocchi , Maria Schiavone ed Elisabetta Magistri sempre a lavoro!
Foto di Giulia Iannone

  In regione esiste una aria di forte malcontento e insoddisfazione e sembra proprio che la famiglia del dressage sia poco unita e legata emotivamente. Voi cosa ne pensate ?
“Una buona programmazione, fatta di attenzione  ai punti evidenziati nella risposta  precedente, potrebbe  favorire anche l’aspetto aggregante.”
Quali sono i programmi per il futuro?  la prima gara della stagione 2017 a Casale San Nicola ,  ha riportato buon numero di iscritti. Come opererete  per far ripartire la nostra amata disciplina?

L’analisi di ogni aspetto tecnico è l’idea di questa Commissione,  per rivalutare il Dressage e si esprime in maniera più completa attraverso il Programma Lazio Dressage 2017 che, unitamente alle appendici tecniche parte integrante di esso,  creano un evidente punto di partenza e saranno fonte di nuova analisi in futuro. La Programmazione 2017 coinvolge tutti i livelli dalla E50 al Grand Prix, all’interno di ciascun livello sono ben distinti i Settori Ludico, Pony, Giovanile, Esperti, Professionisti, Giovani Cavalli, senza trascurare un gran sostegno agli appassionati Amatori e Veterani della disciplina.”