mercoledì 23 novembre 2016

MATILDE PIOVANI , ORO AL CAMPIONATO ITALIANO JUNIOR SU QILKENY M’AUREA

"Non me l'aspettavo proprio di vincere questo campionato,
ma ho lavorato tanto per arrivare fino a qui!"
Photo courtesy Matilde Piovani 

UNA VITTORIA INASPETTATA:
Ho pensato solo a  fare la mia gara, tranquillamente e nel modo giusto”
A cura di Giulia Iannone

E’ Matilde Piovani la nuova campionessa italiana di completo per la categoria junior in sella a Qilkeny M’Aurea , castrone sauro  sella francese del 2004 da Corland. Sale sul gradino più alto del podio con 48.70 punti negativi complessivi, lasciandosi alle sue spalle Gaia Mazzocchi su Quenji de Beny con 49.10 pn e al terzo posto Allegra Ragaini su Athina Quandolyn con il punteggio negativo finale di 49.20 pn.
Confusa, felice emozionata e disorientata con la medaglia d’oro al collo, Matilde ha subito dichiarato “Sinceramente non me l’aspettavo proprio perché prendevo parte ad una gara una stella solo per la terza volta e si trattava del mio primo internazionale in carriera , con un cavallo che non monto neanche da tanto, solo da gennaio. Capite bene quando dico che non mi aspettavo di arrivare così bene tanto da centrare l’obiettivo! Per me chiudere la gara  tra i primi 10 sarebbe stato un ottimo risultato stagionale. Comunque ho lavorato tanto per arrivare fino a qui. Il mio sauro sella francese è molto bravo nel cross country e nella prova di concorso, mentre,  in dressage,  se non lavori molto e cerchi di fare un lavoro molto pulito,  non prende punti perché  non è un soggetto dotato di  grandi  movimenti. Quindi con il mio istruttore, Stefano Busi, abbiamo lavorato tantissimo per riuscire a migliorare. Infatti sono riuscita a portare a termine un rettangolo trovandomi in decima posizione. Posso ritenermi abbastanza soddisfatta della prova perché io ed il mio cavallo abbiamo eseguito  una buona prova, il lavoro in rettangolo è stato pulito, non straordinario ma considerando le caratteristiche del cavallo, mi reputo più che soddisfatta. Ero decima nella gara internazionale e sesta  nell’ottica del campionato. Ho pensato che sarei potuta arrivare più vicina al podio, quarta o terza magari ,  poiché Qilkeny è molto forte in cross country e si comporta bene in salto ostacoli. Dunque si trattava di fare la mia gara tranquillamente e nel modo giusto. ”. Così  la Piovani, decima dopo il dressage con 48.30 punti negativi ed una percentuale del 67.80,  ha affrontato la prova del cross country grazie alla quale è risalita al quarto posto con netto agli ostacoli ed una lievissima sbavatura di tempo. “ Sono partita per il cross con un po’ di ansia, che c’è sempre, ma al contempo abbastanza tranquilla perché il mio cavallo si trasforma in una macchina in campagna. Posso tranquillamente concentrarmi sul percorso e posso pensare a montare bene perché lui se lo punti su un salto... non lo togli neanche a morire!”  In merito ad una descrizione più tecnica e puntuale del percorso di cross country a Ravenna, questa la puntuale spiegazione dell’allieva di Stefano Busi “partiamo da un presupposto che il cavallo che monto è molto lungo. Questo comporta che io debba  stare un po’ attenta,  se ci sono delle combinazioni un po’ strette, a girare su tutte e due le mani perché se no rischio  di uscire. Sinceramente mi aspettavo un cross più grande! Non ho trovato difficoltà ad eseguire il giro, mi è sembrato molto facile. Per il tempo posso dire che sono uscita di un secondo, quindi semplicemente deve essere venuto  un salto più vicino del solito. Il cavallo ha ripreso subito il fiato, non ha avuto alcun problema, ha saltato in campagna senza sforzo. Quindi ripeto, mi aspettavo qualcosa di più grande, non ho trovato difficoltà!” .
""Ho visto , penso, per la prima volta commuoversi il mio istruttore, Stefano Busi. Insegna con tutta la sua anima e grande impegno. E' grazie a Lui se ho ottenuto questo risultato"
Un momento della premiazione, photo courtesy Matilde Piovani

La prestazione della seconda giornata di gara del campionato, fa balzare il binomio dal sesto al terzo posto, ed è stato forse, in quel momento, che ha iniziato a farsi strada nella mente della giovane allieva del Pony Club Montevecchio, il pensiero di poter essere concretamente sul podio” certo! A questo punto mi sono resa conto di essere molto vicina” ha esclamato al telefono Matilde trasmettendo grande gioia perché la voce si è fatta calda e piena di orgoglio” ovviamente prima della prova di concorso l’ansia non era quella solita! Era molto più forte! Però sono riuscita a controllare bene il mio stato emotivo e questo è stato frutto di un altro grande progresso che ho fatto perché l’ansia è stata sempre il mio punto debole. Non riuscivo proprio a controllarla in passato, invece con questa gara mi sono resa conto di essere cresciuta e  maturata. Ad  ogni modo,  quando entro in campo  mi isolo, faccio la mia gara! Quanto al cavallo saltava magnificamente. In campo prova Stefano mi ha messo i salti bassi perché Qilkeny si sparava troppo per aria, il chè mi ha fatto partire sicura perché sarebbe bastato montare bene e concentrata. Sapevo che il mio cavallo non avrebbe toccato alcun ostacolo. Come di solito non fa! Ho fatto il mio percorso che era alto il giusto, a mio avviso era 1 metro e 15 un po’ pieno però giusto per un campionato italiano. Le misure delle linee erano tutte regolari, c’erano un po’ di linee spezzate ...forse bisognava prestare molta attenzione all’ultimo salto, il numero 10,  che era un verticalino molto vuoto e magari il cavallo si sarebbe potuto un po’ distrarre perché in fondo scorgeva il campo prova ...però niente di troppo difficile o insidioso!”.  Alla fine la presa di coscienza della prima posizione, ecco la descrizione di quel momento “ Gaia, tra l’altro mia compagna di scuderia,  (Mazzocchi, ndr) che occupava la prima posizione provvisoria,  ha commesso un errore. Mi sono dispiaciuta per lei, perché certo speravo di vincere ma non che lei commettesse errore in percorso! E’ stato allora, però, che ho capito di essere prima, al momento non ci potevo proprio credere, ci ho messo un po’ ad assimilare questo stato d’animo. E’ stato un traguardo che non mi aspettavo, molto inatteso. Ho lavorato tanto per arrivarci, ma non me lo aspettavo così presto.”  
"Sapevo che il mio cavallo, anche nella prova di concorso, non avrebbe toccato nessun ostacolo!"
Photo courtesy Matilde Piovani

 Compagno di avventura e del trionfo,  un cavallo speciale di 12 anni, del quale la neo laureata campionessa italiana junior ha voluto raccontarci “Ho comprato questo cavallo a Ravenna, era il cavallo di Alessandra Rubboli. L’ho preso perché ho altri due cavalli: una si chiama Herodiade che ho preso da Argenta Campello quando ero molto piccola ed inesperta , lei è una cavalla di grandi mezzi ma un po’ impegnativa quindi abbiamo avuto un po’ di problemi per cui adesso , è sempre mia, ma mi sono un po’ staccata da lei. La riprenderò a montare  tra un po’! Poi avevo un altro mio cavallo, un grigio di 9 anni di nome  Armstrong, che ho comprato a 3 anni ,  un cavallo di ottime potenzialità e genealogia, che però si è fatto male l’anno scorso. Deve stare fermo perché ha una lieve lesione ad un tendine. Quindi, per non rimanere ferma abbiamo deciso di prendere Qilkeny!  A  primo impatto non mi ci sono trovata molto bene, perché sono abituata a dei cavalli molto piccoli, molto raccolti, invece lui è molto lungo, un po’ pesante. Preso attraverso un accordo di fitto e provato in alcune gare,   abbiamo deciso di comprarlo perché secondo Stefano è un cavallo che può darmi tanto, con cui posso andare avanti. Si tratta di un soggetto che dà l’anima, che mette tutto se stesso, che aiuta molto il cavaliere. Non sa cosa significhi essere cattivo o inaffidabile! . Il suo punto debole è un po’ il dressage perché non è bello da vedere,è  un po’ lungo e con movimenti comuni, però se si riesce a fare un buon lavoro preciso, col cavallo ordinato e nella mano, il tuo 68 percento lo prendi. “ Una ragazza molto equilibrata, puntuale nella comunicazione e nella ricostruzione del suo campionato, che a tratti è stata tradita nella voce da sentimenti quale l’emozione, lo stupore, il grande affetto per il proprio anzi per i propri cavalli, ha manifestato gratitudine e riconoscenza per il proprio istruttore “Desidero ringraziare tanto il mio istruttore, Stefano Busi, che mi sostiene tanto, crede  molto in me. Insegna con tutto il suo essere e tutta la sua anima. Si impegna a fondo e ci fa lavorare tantissimo! Credo che a Ravenna ha avuto una bella soddisfazione professionale, nel vedere premiate al primo ed al secondo gradino del podio due sue allieve. Ho visto, penso,  per la prima volta commuoversi il mio istruttore durante la cerimonia di premiazione. E’ principalmente grazie a lui se ho ottenuto questo risultato. 
"Qilkeny è un cavallo che può aiutarmi tanto..."
Photo courtesy Matilde Piovani
Desidero ringraziare al contempo  i miei genitori che mi aiutano a conciliare studio – frequento un liceo classico!-  ed attività agonistica. Inoltre monto tutti i giorni tranne lunedì e giovedì e quando ho poco da studiare vado comunque in scuderia a montare. Ho molto bisogno dei miei genitori che mi aiutano a studiare a ripassare a fare tutto! Ringrazio anche la mia squadra del pony club Montevecchio, perché siamo un team molto unito, al campionato  erano tutti presenti per sostenermi e motivarmi con il tifo. La mia carriera equestre è iniziata lì, sono allieva da 7 anni in quel circolo. La mia crescita sportiva ed interiore è avvenuta grazie a tutti loro!”
 Conclusa la stagione di gare con questo splendido trionfo, Matilde Piovani ha in programma di effettuare un lavoro molto leggero e di mantenimento con il sauro sella francese per circa un mese, perché il lavoro di questa annata è stato intenso, poi sicuramente per allenamento parteciperà ad un paio di concorsi di salto ad ostacoli per ripartire poi a marzo del 2017 con le categorie una stella di concorso completo.

 Il  resto si deciderà strada facendo!

lunedì 21 novembre 2016

CARLO NEPI ALLA GUIDA DA OGGI DEL COMITATO REGIONALE FISE LAZIO

Carlo Nepi durante il suo ultimo discorso pre elezioni

DOBBIAMO COSTRUIRE, MIGLIORANDO, NON DISTRUGGERE!”
A cura di Giulia Iannone
Si è svolta oggi, lunedì 21 novembre 2016, presso l’Hotel Parco Tirreno, in Roma , l’assemblea elettiva per la nomina  del nuovo Presidente del Comitato regionale Lazio, che ha salutato ,dopo ben 8 anni di mandato, lo storico successore di Adriano Capuzzo, ossia Giuseppe Brunetti.
Da oggi è Carlo Nepi alla guida del Comitato Lazio, nominato con 687 voti contro i 521 ottenuti dall’altro candidato in corsa alla Presidenza,  il colonnello Amos Cisi.
È stata inoltre eletta sempre nella lunga giornata di votazioni che è terminata solo alle 16.30 di lunedì pomeriggio anche la “squadra” che lavorerà assieme al neo- eletto presidente. Il consiglio vedrà impegnati allora Maria Grazia Cecchini (63 voti), Francesco Cinelli (67 voti), Antonio De Cesaris (79 voti), Alberto De Giorgio (45 voti), Alessandro Salari (60 voti), Marco Salvatori (53 voti), Alessandra Pamela  Zanot (59 voti).
Rappresentante dei tecnici, Francesca Filippucci
(27 voti); rappresentante dei cavalieri proprietari, Veronica Bardi (16 voti).
 
Il  rappresentante dei cavalieri è stato individuato a seguito di un ballottaggio tra Fernando Giganti e Gianluca Apolloni.  La preferenza è andata a quest’ultimo  con 12 voti.

"Ricordo ancora la prima elezione. Eravamo sulla Flaminia Nuova ed eravamo in 12...
guarda adesso quanti siamo diventati"
Un commosso e toccato Brunetti saluta la platea dopo 8 anni


Subito abbiamo raccolto in sala il commento a “caldo” del Nuovo Presidente della Fise Lazio, Carlo Nepi:
 Il  suo commento a pochi minuti dalla sua nomina alla guida di questo Comitato regione Lazio. Lei subentra all’uscente Giuseppe Brunetti. Possiamo parlare di continuità nell’innovazione?
“ L’incarico che mi viene oggi affidato dall’assemblea è di grande rilievo e gravoso. Sostituire in questo ruolo presidenti eccellenti che si sono susseguiti nel tempo, l’ultimo dei quali è il Presidente Brunetti, impone in me grande impegno. Sono convinto che molte cose sono state fatte bene da chi mi ha preceduto, abbiamo ottenuto ottimi risultati sportivi, probabilmente dobbiamo intervenire in ciò che non ha funzionato. Ne parlerò con il Consiglio che si è appena insediato e vedremo di apportare utili accorgimenti e le modifiche necessarie”
L’hanno definita “il clone di Brunetti”! Pare purtroppo che il fenomeno della clonazione non riesca molto bene perché produce invecchiamento precoce. Dunque questo Comitato sarebbe già vecchio sul nascere? Direi invece, nella continuità avremo cambiamento o evoluzione? Perchè spesso quando si è omologhi ci può essere l’evoluzione di qualcosa, non pensa?
“ Sul fatto del clone, non so se essere onorato od offeso. Però siccome paragonano addirittura il presidente Brunetti a George Clooney ...No a parte gli scherzi , non sono il clone di nessuno! Ho una mia identità e credo di averlo dimostrato sempre in questi quattro anni da Vice Presidente e sempre nella mia vita. Intendo procedere secondo quello che è il mio pensiero, ovviamente ci sono molte condivisioni perché ho fatto parte di questo consiglio per 4 anni. Oggi il risultato elettorale va anche in quella direzione : la gente non ha interesse a distruggere le cose, la gente ha interesse a costruire migliorando e questo è l’impegno che ho assunto oggi.”
Giuseppe Brunetti ascolta il discorso di Carlo Nepi
"Io non sono il colone di nessuno!" Ho una mia identità..." ha detto il neo eletto Presidente che
per quattro anni è stato vice presidente con Brunetti

Adesso come si procede, come avviene la consegna dalle mani del suo predecessore e come inizierà ad operare?
“ Con l’elezione del consiglio di oggi, il consiglio verrà riunito per la prima volta per i primi adempimenti. Noi ci troviamo a ridosso della scadenza dell’annata sportiva, quindi vedremo di fare già i primi passaggi ed adempimenti prioritari. Tenete presente che abbiamo già approvato in consiglio il bilancio previsionale che ci è stato assegnato dalla FISE nel 2017, quindi già sappiamo quali debbono essere le somme che possiamo investire nello sport. A consiglio insediato, procederemo con le nomine dei tecnici e poi subito dopo a seguire nei programmi. Spero di avviare la nuova attività sportiva del prossimo anno con i programmi già fatti per l’annata sportiva.”
Lei più o meno sa su cosa bisogna intervenire subito? Ci sono delle situazioni che lei ha urgenza e priorità di risolvere?
“ Metto al primo posto l’efficienza degli uffici del Comitato. Ritengo che i tesserati abbiano bisogno di servizi puntuali ed efficienti in termini anche di cortesia dei dipendenti.  Il Comitato appartiene ai tesserati non dobbiamo scordarlo!”
Lei ha un altro settore che sta agonizzando e che ha dato segnali di grande difficoltà, mi riferisco al dressage. Lei ne è a conoscenza? Come intende muoversi?
“In termini di risultati il dressage rappresenta una eccellenza per la Nostra regione. Abbiamo degli atleti di altissimo livello. Credo che vada migliorata l’organizzazione all’interno del comitato in termini di programmazione sportiva e quant’altro. Abbiamo visto nel tempo numeri elevati all’inizio che mano a mano sono scemati. Bisogna intervenire e capire come e  perché sono scemati, ed in che modo conviene intervenire per consolidare il settore. Abbiamo in Consiglio appena eletta Alessandra Pamela Zanot che è appositamente dedicata a seguire il dressage quindi vediamo quali possono essere i rimedi possibili e migliori”.

La parola anche al Presidente uscente Giuseppe Brunetti, al quale rivolgiamo un saluto grato e sentito per la sensibilità professionale, l’entusiasmo, le ottime intuizioni, il coraggio, la determinazione e la tenacia che lo ha sostenuto in molte avversità che hanno contraddistinto il suo mandato.   Lo abbiamo visto anche commuoversi oggi al termine del suo discorso di commiato dinnanzi alla platea che gremiva la sala.
“CARLO NEPI EREDITA UN GRANDE E FORTE COMITATO”
Una bellissima immagine di Carlo Nepi con Giuseppe Brunetti

  
Come possiamo commentare la vittoria di colui che è stato per 4 anni il suo vice ?
“ Sono contento perché la vittoria di Carlo significa indirettamente la conferma di una gestione che mi vedeva al vertice. Credo che il riscontro da parte degli aventi diritto al voto sia positivo sull’operato che abbiamo svolto fino ad oggi. Inoltre sono contento perché Carlo è una persona che merita, ha una grande sportività, è particolarmente diplomatico aspetto che gli consentirà di affrontare in maniera più precisa e meglio di me,  certe situazioni che sicuramente si presenteranno nel corso della gestione.”
Cosa farà adesso il Presidente Brunetti e dove la potremo rivedere o trovare, magari a bordo campo di qualche concorso di salto ostacoli?
Adesso il Presidente Brunetti si prende un attimo di riflessione, però ho in mente alcuni progetti ... non solo equestri. C’è un ritorno di fiamma pure, forse, per la canoa! Adesso vediamo!”
Un magnifico feeling tra Piero Coata e Giuseppe Brunetti,
 una grande intuizione e scelta vincente  per il Lazio che
con il tecnico allievo di Piero D'Inzeo ha ottenuto diversi  trionfi:
 ultimissimo quella del Gran Premio delle Regioni
a Verona 2016

Un Comitato quello del Lazio molto ambito, ma al contempo difficile da gestire per la tendenza ad essere innovativo e molto attivo. Che cosa eredita Carlo Nepi?
“Eredita un grande comitato, forte non solo da un punto di vista sportivo ma anche politico e quindi eredita la responsabilità di indirizzare il gruppo per le prossime assemblee, che è una responsabilità importante. Credo inoltre che ci dobbiamo togliere i complessi derivanti dai cosiddetti dirigenti del Nord, dobbiamo cercare di combattere alla pari e come dice Piero (Coata, ndr) entrare in campo non per partecipare ma per vincere! La mentalità di assecondare gli altri non premia. Credo che oggi siamo maturi per rappresentare qualcosa di molto rilevante per l’intera federazione”
Quali sono i punti che lei non è riuscito a portare a compimento e che vanno immediatamente gestiti dal suo successore?
“ Non sono riuscito a portare a compimento, ed è quasi un assurdo in termini, il rapporto con la federazione nazionale. Avevamo capito che con la gestione di Vittorio Orlandi sarebbero subentrate tutta una serie di innovazioni nel campo della formazione , della gestione delle cosiddette squadre giovanili in cui noi avevamo tante cose da dire e da proporre. Lì ci siamo proprio arenati. E poi nell’altro compito importante che è la revisione delle carte federali, perché così come sono non vanno. Non va l’ordinamento della giustizia, non va lo statuto federale. In una società che cambia radicalmente noi dobbiamo mettere in campo una federazione diversa e che sappia cogliere realmente le esigenze delle utenze e non rinviare di continuo. Dobbiamo abbattere i costi di gestione della federazione ed investire tutto sui giovani. Quella è l’unica speranza che noi abbiamo. Per fare questo dobbiamo avere un altro tipo di federazione ed un certo tipo di uomini in federazione, che fino ad oggi non ci sono”
"Tranquilli! Non siamo stati arrestati" dicono divertiti Piero e Peppe!
Questi poliziotti sono nostri amici!!!

Ci sarà un periodo di transizione per le consegne...stile Obama –Trump?
“No! Questa successione noi l’abbiamo preparata già da tempo. Al di là del riscontro elettorale che ci penalizza un po’, però qui noi abbiamo combattuto contro poteri forti che hanno cercato di ostacolare il nostro cammino e quindi ci sta tutto il risultato così apparentemente esiguo. Non si è lasciata una regione in pace di scegliersi il proprio candidato ma ci sono state delle interferenze che hanno condizionato,  come non credo che avvenga nelle altre regioni. Però da noi è avvenuto!”
Cosa augura in fine al suo successore?
“ Per lo meno i risultati sportivi che ho avuto la fortuna di vedere io; gli auguro ancora molto di più perché noi dobbiamo andare ancora più avanti. Noi oggi abbiamo premiato i ragazzi che hanno vinto con i pony a livello europeo, io mi auguro che i prossimi campionati europei giovanili “cavalli” veda impegnato qualcuno dei nostri atleti. Anzi dirò ancora di più, auguro , così come è avvenuto a Rio,  che alle prossime olimpiadi ci sia qualche cavaliere laziale nel salto ostacoli che è la maggioranza dei nostri praticanti. Abbiamo  assolutamente necessità di emergere con qualche binomio importante. Abbiamo dei giovani che stanno promettendo bene , sono convinto che questi giovani possano fare molto di più se supportati e adeguatamente seguiti”
Ed infine ecco la squadra del Comitato Regionale Lazio che opererà per il prossimo quadriennio
Tutte le foto sono a cura di GIULIA IANNONE






mercoledì 16 novembre 2016

LUCA E SIMONE COATA DI RITORNO DALLO CSI5 W* E DALLO CSI 2* DI VERONA

 “FIERACAVALLI DI VERONA:  UNO DEGLI EVENTI ITALIANI A 5 STELLE CUI TENIAMO DI PIU’ ! ”
Eccoli Simone e Luca Coata rispettivamente su Cannavaro 17 e Quite Beauty


Il commento di Luca e Simone Coata di ritorno rispettivamente dallo Csi 5 *W e dallo CSI 2* di Verona , Fieracavalli. 
 Simone Coata : “Avrei potuto avere accesso al Gran Premio di Domenica, visto che poi sono rimasti 3 posti vuoti ed hanno disputato la categoria in 37 partenti ”

A cura di Giulia Iannone


Ha vinto la categoria 140 gold , “against the clock” di venerdì 11 novembre, Luca Coata in sella a Quite Beauty, cavalla italiana del 2005 da Quite Easy x Estasy della Mezzaluna, con il tempo di 54.85 con il quale si è lasciato alle spalle Ernesto Vacirca su Ultimo FS con 54.96 e Giovanni Lucchetti su Bella Strade con 55.5 e Giampiero Garofalo su Duarte con 55.86. In occasione di questo magnifico podio ha dichiarato il cavaliere romano “Quite è stata veloce e precisa e , come un anno fa , mi ha regalato una vittoria qui a Verona! È sempre bello far suonare l'inno, farlo suonare in questo prestigioso contesto agonistico ancora di più”.  Più che positivo il bilancio per il minore dei Fratelli Coata  sulla   118ma Fieracavalli in generale “Partecipare alla manifestazione di  Verona è sempre bello ed emozionante.  Sicuramente è una location particolare ed  il numeroso pubblico che gremisce le  tribune   riempie di energia e di carica emotiva utile alla performance di gara. Sono contento di come è andata la trasferta e di come abbiano saltato i miei cavalli ossia Crandessa impegnata nello  CSI under 25 nello stesso campo in cui si è disputata la World Cup; Carito e Quite Beauty, di cui ho già accennato in esordio,  impegnati nel Fixdesign CSI 2* !”
Significativa anche la prestazione di Simone Coata, il primo genito di  Piero Coata , che nell’occasione ha portato lo storico baio oldenburg  Cannavaro 17, poi LB Castello  il baio di 11 anni  e “Last but not least”  la grigia italiana di 9 anni Luce Luce, cavalla  con  la quale  si è guadagnato ad ottobre sul campo di Arezzo , di diritto, il lasciapassare per Verona vincendo il Campionato riservato al cavallo italiano degli 8 e oltre,. Ecco cosa ci ha detto Simone Coata sulla sua Verona 2016 “quello del Veneto è sempre un concorso cui teniamo molto. E’ l’unica tappa di Coppa del Mondo che c’è in Italia insieme a Piazza di Siena, cui poi da due anni a questa parte si è aggiunta anche la Tappa di Global Tour allo Stadio dei Marmi sempre di Roma. Una delle tre grandi manifestazioni equestri a cinque stelle che  ospitiamo  in Italia. I cavalli che ho montato nell’occasione hanno saltato tutti bene: Cannavaro è stato un po’ sfortunato perché porta a termine le due gare grosse con un errore, il chè si poteva evitare soprattutto nel piccolo Gran Premio. In questa gara avevo deciso di fare 8  tempi andando verso quel falso largo che veniva dopo la doppia gabbia:  evidentemente non ho preso abbastanza spazio e siamo arrivati 20 cm più vicino di quello che serviva! Secondo me si poteva evitare calcolando che c’erano solo 6 o 7 netti in quella gara, sarebbe stato un buon piazzamento. Gli altri due cavalli hanno saltato bene, Castello fa un errore sull’ultimo durante la gara di  apertura, e poi conclude al settimo posto nella ’50 di sabato. Luce Luce è nona nella ’50 di venerdì, sabato termina settima nella ’50 a Tabella C, poi domenica commette un errorino sul Jolly ma ha saltato bene! I miei cavalli sono stati bravi non posso dirgli  niente!” 
" Quando i cavalli stanno bene sono confidenti e collaborativi, non c'è bisogno di fare cose particolari"
Simone Coata su LB Castello

 Con poche parole, quasi una pennellata,  ci siamo fatti delineare da Simone Coata i tratti salienti dei tre cavalli con i quali sta gareggiando negli ultimi tempi “Cannavaro è  il cavallo che conosco meglio e che ha tutti i mezzi per saltare a questo livello. Nelle arene un po’ strette come può essere quella di Verona ed in generale negli indoor lui può fare più fatica però può saltare la categoria più grande in programma, non rappresenta un problema per lui; LB Castello è un cavallo con cui scendo in campo da 5 concorsi, stiamo ancora conoscendoci e spiegandoci per questo motivo secondo me il baio da Contender si è comportato molto bene: la gara di sabato in cui è arrivato settimo era una gara difficile e poi c’è Luce Luce...che dire! Mi stupisce ancora ogni volta! Il fatto che è migliorata così tanto in breve tempo , che ha vinto il Campionato degli 8 ed oltre, che è entrata a Verona in un ambiente che le poteva risultare problematico e denso di elementi fastidiosi ed invece il primo giorno si piazza subito nella ’50 e poi continua a saltare bene tre giorni,  mi fa sorgere la curiosità di vedere e scoprire dove potrà arrivare l’anno prossimo. Lo vedremo andando avanti.”  Giunto a Verona con tre cavalli ben preparati ed il morale abbastanza alto, Simone Coata ha aggiunto “Anzi! Secondo me si poteva anche partecipare al Gran Premio visto che poi sono rimasti tre posti vuoti perché c’è stato un regolamento alla base che non ci consentiva di gareggiare. Penso che succeda solo in Italia. Spiego meglio: in Gran Premio di Coppa del Mondo si parte in 40. Nel Gran Premio di Coppa del Mondo disputato in Italia e precisamente a Verona siamo partiti in 37. Una cosa del genere capita solo in Italia. Penso , con modestia ed umiltà, che il mio cavallo, la cavalla  di Paolo Paini, di Davide Sbardella ad esempio e non so chi altro... avrebbero potuto disputare il GP di domenica. Magari senza fare 0, terminando con 4 o 8...ma sempre in gara ad un Gran Premio di Coppa del Mondo che si disputa in casa nostra. “ I tre cavalli di Simone Coata si erano preparati prendendo parte al GESE di Bologna -  Circuito di Crescita  tutti e tre chiudendo senza alcuna penalità ,  dimostrando di essere in forma e pronti per la tappa del Nord Italia. Nelle due settimane prima di Verona un lavoro sempre di condizione svolto in serenità e tranquillità. Momento di verifica, inoltre, con il tecnico Giorgio Nuti, che ciclicamente si reca alla scuderia “ I pioppi” di Campagnano per una supervisione ed un confronto tecnico. Niente più di questo perché ha detto il cavaliere trentenne” quando i cavalli stanno bene sono collaborativi e confidenti e amano il proprio lavoro, non c’è bisogno di fare cose particolari”. In aggiunta a ciò, il cugino di Stefano Brecciaroli ha voluto aggiungere una  riflessione equestre  ”al momento non me ne ero accorto. 
"Un dettaglio può fare la differenza in percorso: stare dietro al cavallo. Mio padre Piero e Giorgio Nuti me lo hanno sempre ripetuto, ma è stato Andrew Nicholson a colpire maggiormente nel segno spiegandomelo di nuovo"

Ma  durante la preziosa lezione che sono riuscito a farmi fare dal grande campione neozelandese di completo Andrew Nicholson, ho inquadrato meglio   un concetto tecnico molto profondo e significativo, un dettaglio che fa la differenza in percorso,  che già  mio padre Piero e Giorgio Nuti mi avevano sempre ripetuto in precedenza, e chissà perché sono riuscito a focalizzarlo con Nicholson. La sensazione ed il concetto di stare dietro al cavallo, con il cavallo ben avanti alle gambe. Una situazione che ho fatto sempre fatica ad esprimere con continuità. Certo ci devo pensare ogni volta, ma in questo periodo sto riuscendo – speriamo di mantenere la concentrazione giusta- a montare stando dietro al cavallo!”
  Subito dopo Verona, Simone Coata assieme al fratello Luca,  scenderà in campo a Cattolica in un concorso nazionale, e poi terminerà la stagione 2016 con il quattro stelle di Salisburgo.

lunedì 14 novembre 2016

LA PAROLA A PIERO COATA DOPO IL GRAN PREMIO DELLE REGIONI DI VERONA 2016

CLOSE UP
Ecco la squadra che ha trionfato al Gran Premio delle Regioni della Fiera Cavalli di Verona 2016
Al centro tra i ragazzi Piero Coata
Photo concessa gentilmente dal Presidente Giuseppe Brunetti



“VERONA? FREDDEZZA EMOTIVA, SICUREZZA E CONFIDENZA TECNICA”
“Bisogna scegliere, tra accontentarsi di partecipare o battersi per vincere”!
a cura di Giulia Iannone

Abbiamo incontrato nella club house del Circolo Ippico “ I Pioppi” di Campagnano,
il tecnico e selezionatore Piero Coata,  di ritorno dalla 118ma edizione della Fiera Cavalli di Verona.  Raccolto  un commento sulla storica vittoria della squadra del Lazio nel Gran Premio delle Regioni 2016, con lo sguardo attento al “backstage” di quanto ha portato a questo risultato: selezioni, preparazione, valutazioni tecniche e concettuali.

 Si aspettava di trionfare a Verona nel Gran Premio delle Regioni?
No. Non me l’aspettavo perché ci siamo confrontati con un gruppo di squadre molto competitive. Desidero dedicare questo trionfo a Giuseppe Brunetti, presidente uscente del Comitato regionale Lazio, che lascia l’incarico dopo 8 anni di mandato. Non è mai successo che la rappresentativa giovanile di una regione italiana abbia vinto nello stesso anno sia Piazza di Siena che Verona. Il Lazio ha in bacheca questo primato!  Verona inoltre è una gara molto difficile che, per quanto possa far discutere,  non si tratta semplicemente di affrontare un percorso di 1,25 ed 1,30. L’evento agonistico si svolge in un padiglione indoor molto impegnativo per i binomi, il materiale con cui sono costruiti i salti  è di tipo molto delicato, c’è lo schermo al centro del campo, l’atmosfera è quella di una tappa di Coppa del Mondo i ragazzi quando entrano hanno già un primo impatto emotivo da brivido, figuriamoci poter eseguire due percorsi di altezza 1,25 ed 1,30.  Perciò  bisogna portare delle persone molto preparate”
Persone preparate dice. Come vi siete allenati e dunque preparati per affrontare questo tipo di impegno agonistico che viene vissuto come squadra?
 “Prima cosa io controllo tutto l’anno come si comportano i ragazzi, sia vedendoli perché giro regolarmente per i concorsi, sia aggiornandomi consultando periodicamente i risultati dei binomi. Poi ho fatto solo una gara di selezione /qualifica a Cattolica, solo per vedere lo stato di forma in quel momento del binomio. Ed ho compilato una rosa di 12 scelte dalla quale sarebbe stata fatta l’ulteriore scrematura per Verona. Ricordiamo sempre che se ne portano solo 5 è facile ed ovvio fare scontenti e generare malcontento e dare adito a critiche. Purtroppo però si DEVE scegliere. Bisogna avere un obiettivo chiaro in mente, però. Bisogna scegliere, tra accontentarsi di partecipare o battersi per vincere”!
 Da quanti anni ricopre il ruolo di tecnico e selezionatore per il Lazio e per grosse linee si ricorda quali sono stati i risultati più importanti raggiunti nella periodo della sua gestione tecnica?
“Guardi parlerei dell’ultimo quadriennio. Posso dire solo come fatto storico che io sono subentrato nel ruolo ad Adriano Gigli. A Verona credo che il primo anno ho preso il secondo posto, poi il terzo, poi il quarto per un malaugurato “errore” di emozione perché uno dei ragazzi si è dimenticato il percorso – vedete che brutti scherzi gioca il fattore emotivo in quell’indoor- e quest’anno il primo posto. A Piazza di Siena non ricordo bene se ho vinto due o tre volte ma poco cambia.”
Come sono stati i criteri di selezione per questo appuntamento agonistico?  Nella scelta lei ha dovuto fare anche una altra considerazione: ossia che Verona e Piazza di Siena sono due eventi agonistici molto diversi. Ci spiega bene  in cosa sono diversi l’evento della Coppa dei Giovani di Piazza di Siena ed il Gran Premio delle Regioni, più o meno già lo ha accennato ma ritorniamoci per capire ancora meglio la sfumatura da cui è nata la scelta dei binomi di novembre?
“Ho già detto che ho monitorato costantemente i cavalieri ed i cavalli. Ora Verona è una gara indoor, dunque che si svolge al coperto. Nella nostra regione non abbiamo dei posti idonei per effettuare delle gare al coperto. Controllando i ragazzi sempre tutto l’anno ho preso in considerazione i cavalieri più esperti perché quella del Veneto è una gara difficile e particolare. Facendo poi a Cattolica una ultima visione solo per accertarmi dello stato di forma con l’approssimarsi della Fiera Cavalli. Poi se andiamo a vedere i ragazzi che sono andati a Verona quest’anno, parliamo di Valerio Mosca, è tra i primi dieci della computer list nazionale, poi c’è Catarci che ha rifiutato di fare la selezione, poi Luigi del Prete che è 19mo nella computer list nazionale, Arianna Iacovacci è la prima della computer list nazionale , Elisa Ottobre la osservavo da tempo, è arrivata quarta ai Campionati Italiani appuntamento agonistico non tanto lontano dal punto di vista cronologico, ma io già la seguivo sia  con Cadanz che con l’altro cavallo. Ascanio Tozzi l’ho portato per lo stile. Guardate tutti vogliono andare a Verona, ma trovarne 5 veramente competitivi e disponibili alla fine risulta difficile. Diversa è Piazza di Siena. Il metodo e criterio con cui effettuo la selezione è diverso: giusto o sbagliato che sia, attenzione, non dico che sia il vangelo! In primo luogo cerco di portare dei ragazzi veramente giovani perché si salta con il primo grado, che facciano l’esperienza sul memorabile ovale romano. Vincano o non vincano quello è un altro problema! Ma io porto dei ragazzi giovani a Piazza di Siena, per fare una esperienza!”
Piero Coata, Giuseppe Brunetti e Marco Sassara
il Tecnico selezionatore, il Presidente Comitato Regione Lazio, Lo Chef de Equipe
Photo gentilmente concessa dal Presidente Com. Regione Lazio Giuseppe Brunetti

Parliamo della rosa di 12 nominativi che già aveva generato un po’ di brusio. Come sono confluiti i primi nominativi in questo elenco?
“ Occhio sui risultati e carte alla mano. Ho seguito i risultati, i binomi si equiparavano per certi versi. Poi ad esempio porto dietro un ragazzo come Riccardo Onori, perché ci tengo, è un giovane cavaliere che per me ha talento e va aiutato, va tenuto sempre in considerazione, va curato, coinvolto e motivato all’interno del circuito giovanile. Venendo a Cattolica alla gara, lo ha adocchiato un proprietario che  forse  gli darà un cavallo da montare. In questo sport come tutti sappiamo c’è chi ha possibilità e chi no, Riccardo è un ragazzo che ha talento e per me va aiutato, va tenuto nel gruppo”
Voci di corridoio seguenti alle scelte, sostenevano che binomi che gareggiano a livello di 1,50 sono esagerati per il Gran Premio delle regioni di Verona. Ma nelle altre realtà equestri italiane, che lei ha incontrato alla gara del veneto, quale è stato il livello contro cui vi siete confrontati?
“ I cavalieri delle altre regioni erano di un livello addirittura più alto del nostro! Senza considerare i cavalli! Noi siamo andati con dei ragazzi giovani ossia juniores, io ho usato solo una Young Rider. Le altre regioni hanno usato due Young Riders che avevano almeno in curriculum diverse coppe delle nazioni   se non anche Campionati d’Europa. Noi non avevamo binomi al pari. La Arianna Iacovacci non ha mai fatto Coppe delle Nazioni.”
Ha trovato che ci siano  state più critiche del solito questa volta. Secondo lei come mai? Si è dispiaciuto?
“Credo per un fatto politico. Se io ricopro con passione e grande piacere questo ruolo tecnico, lo faccio solo per lo sport non per la politica. In caso contrario temo abbiano sbagliato persona! Questa atmosfera  sterile mi ha arrecato dispiacere perché queste critiche sono superflue per la prestazione agonistica. Inoltre sono sempre a disposizione, pronto a chiarire ogni dubbio non solo tecnico ma anche inerente il criterio di selezione. Non mi piace che la gente parli dietro senza chiedere. Quest’ambiente purtroppo è molto di facciata ed ha la cattiva abitudine di generare chiacchiericcio e brusio che danneggia  lo sport in generale. Meglio confrontarsi e chiarirsi.”
Il podio di Verona scatto ufficiale
Photo courtesy Valerio Mosca facebook page

E’ stato anche detto che i criteri di selezione non sono indicati da nessuna parte nero su bianco ed anche che lei porta a questi appuntamenti prestigiosi solo i suoi allievi. Come può rispondere alla prima ed alla seconda impressione che gira come “voce di corridoio”?
“ La prima notazione è assolutamente falsa! Per Piazza di Siena vengono fatte tre tappe di selezione e due binomi  vanno di diritto e tre li scelgo io e non si scende mai al di sotto del sesto e del settimo posto della classifica su cui si fa selezione. Inoltre nella squadra specie per Piazza di Siena non viene preso in considerazione solo chi fa zero ma anche dei binomi utili per la categoria di stile. Per Verona ho già sottolineato prima, e la selezione si è fatta a cattolica solo per vedere lo stato di forma dei binomi, visto che gli atleti  sono monitorati costantemente da me. Verona è una gara particolare, è inutile che si parla di 4 o 5 tappe...ma dove si fanno, non esiste? Poi...io uso questo metodo, se si pensa che è errato, e mi prova che non è corretto, io sono tanto umile da ascoltare. Quanto al fatto che io porto solo i miei allievi.... inizio col dire che essere miei allievi non è una condizione di comodo o vantaggio, sono molto severo ed esigente. Temo che sia davvero molto molto peggio! Non si parte avvantaggiati. Nella rosa dei 12 non avete trovato altri miei allievi come Alessandro Donazza, Alessandro Natali e Matteo Del Prete, che pure  hanno il secondo grado, ma non erano ancora pronti. Quanto a Mosca e Luigi Del Prete, essi occupano posizioni di rilievo nella computer list nazionale. Però Valerio Mosca si è dovuto guadagnare il posto in squadra, non è che l’ho portato di diritto come qualcuno faceva prima. Non ho dato di diritto niente a nessuno. Non capisco però perché quando a decidere sono io ci sono problemi, quando io sottopongo i miei di allievi al giudizio di altri tecnici è tutto normale.”
Con l’approssimarsi del nuovo consiglio del nuovo Comitato Regionale Lazio, lei auspica di conservare questo ruolo tecnico? Le piacerebbe?
“Aspettiamo di vedere chi va avanti. Poi,  se me lo chiederanno,  valuterò. Però,  prima di ogni altra cosa,  bisogna vedere  chi prende in mano il Comitato!”
In una prospettiva futura invece, le piacerebbe ricoprire il ruolo di tecnico giovanile nazionale per la disciplina del salto ostacoli ovviamente?
“ E’ una risposta difficile perché io sono innamorato della mia scuderia, dei miei allievi. Il tecnico nazionale ti porta fuori da questi binari! Perciò sarebbe una riflessione molto lunga da fare...”
(GIULIA IANNONE)









giovedì 10 novembre 2016

PAOLO MARIO DE SIMONE VINCE SU OLEG 14 L’ORO AL CAMPIONATO ITALIANO YOUNGRIDERS

LA MEDAGLIA DEL RISCATTO”
Paolo Mario De Simone nello splendido scatto di MASSIMO ARGENZIANO


A cura di Giulia Iannone

Abbiamo contattato il giovane cavaliere per commentare la bella affermazione di Ravenna...


La medaglia del riscatto è l’oro di  Paolo Mario De Simone su Oleg 14 conquistato lo scorso week end a Ravenna.
Ha  vinto il campionato italiano di categoria con il punteggio di 57.50,  rimasto  intonso  dal dressage. Nono dopo il rettangolo e terzo dopo un cross strepitoso concluso netto agli ostacoli e senza penalità di tempo, De Simone  ha chiuso anche con netto alla prova di concorso. Si è lasciato alle spalle Luca Mezzaroba su Laomaco che si è colorato di argento con 59.90 pn dopo essere balzato in prima posizione dopo il cross ma con due barriere cadute in salto ostacoli. Terza posizione per Benedetta Mezzadri su Bellevue Chinchilla che ha chiuso con 62 punti negativi.  
L’affermazione di Paolo Mario De Simone arriva dopo un Campionato Europeo sfumato in casa, tutto era rimasto  bloccato come in un fotogramma durato il tempo di un alt in rettangolo, quando Oleg 14 ha deciso di impennarsi in maniera prolungata decretando l’ eliminazione del suo compagno.  Quella volta il  cavaliere yriders ha dovuto seguire da bordo campo tutto quel campionato europeo per il quale si era preparato tantissimo, sfumando in un istante “ E’ stato un bel riscatto” ha dichiarato senza esitazione il giovane allievo del Pony Athlion Sabina “abbiamo lavorato instancabilmente assieme ai miei due istruttori già da quel campionato puntando al titolo italiano, ed inserendo una gara intermedia di prova per non avere ulteriori sorprese! Siamo arrivati carichi motivati e concentrati ed è strano a dirsi ma quasi quasi non sono sorpreso di questo primo posto. Me lo aspettavo ad un certo punto. Ci speravo talmente tanto che a furia di immaginarlo si è concretizzato. Dopo il dressage ho dubitato un po’ però”. Nono dopo la prova di dressage, ecco come Paolo Mario ha commentato la propria prestazione in rettangolo “Dovevo rifare la ripresa dell’europeo. Quell’alt iniziale mi preoccupava. Non nascondo di essere partito prevenuto e teso sui primi movimenti e questo ha penalizzato non poco. Il cavallo era preparatissimo e poteva eseguire un lavoro sicuramente migliore , ma non è andata così male! Dentro di me sentivo che dovevo montare bene,  fare una buona gara, essere concentrato per il proseguo, fare un doppio netto in cross ed è questo che sono riuscito a fare nella giornata del cross che credo sia stata la parte saliente di questo campionato, al di là di tante cose che si possono dire e che si sono dette in questa gara...” 
"La fortuna questa volta ha voluto che fossi primo!"
Un momento del percorso di salto ostacoli, nello scatto di MASSIMO ARGENZIANO
 Un velo un’ ombra su questo campionato mentre parlavamo,  passando dalla giornata dressage a quella in campagna, che volutamente desidero lasciare tra la nebbia perché lo sport specie quello dei più giovani non deve conoscere polemiche e troppe parole che possano turbare ed alterare quanto di più bello appassionato emozionante ed intimo avviene - specie nella disciplina del completo in cui ogni giornata di gara è diversa ed imprevedibile – tra cavallo e cavaliere. Per cui siamo passati alla fase del cross – un netto strepitoso e perfettamente nel tempo-  di cui Paolo Mario De Simone ha detto “ e’ stato questo super risultato a far uscire determinate voci.... io alla fine  con Oleg, tranne nella gara precedente al campionato italiano, sono sempre entrato nel tempo anche quando gli altri cavalieri non ci sono riusciti. Abbiamo dimostrato ancora una volta che noi sappiamo galoppare più degli altri, pur avendo scelto una strada più corta nella pineta che non era una strada nascosta. La usavano i concorrenti della gara una stella. L’ho scelta consapevolmente anche se dopo mi sarei trovato a dover affrontare una girata più scomoda per il salto successivo. Ho guadagnato due o tre secondi ed il salto è venuto! Il giro si è rivelato esattamente come lo abbiamo esaminato. Tecnicamente nella media non ha prodotto grossi problemi, la preoccupazione maggiore era stare nel tempo. Quello era chiaro. C’erano molte combinazioni dopo lunghe galoppate che presupponevano  tutto un gioco fatto di riprendere e galoppare. Non facilissimo perché spezza il ritmo.” Risalito grazie all’ottimo percorso di campagna dalla nona alla terza posizione, la prova di concorso è stata ulteriormente impeccabile con un ulteriore percorso netto “la fortuna questa volta devo dire ha voluto che fossi primo. Purtroppo a discapito dei miei amici e compagni, ma le gare sono fatte così” .  Artefice assieme a Paolo Mario di questo campionato italiano in cui l’allineamento astrale è stato a dir poco perfetto, questo cavallo “geniale” ma al contempo imprevedibile Oleg 14, che così ci ha descritto il suo cavaliere “ è un cavallo fantastico, uno su un milione. Lo definirei genio e sregolatezza. E’ sensibilissimo e delicatissimo, si tende molto facilmente. Le sue sono tensioni che non lo caricano o lo scaldano, ma che lo tendono fino a  bloccarsi, si incastra da solo in una energia negativa dalla quale non riesce ad uscire più. Un cavallo a cui non si può insegnare niente perché è sapiente, ma l’unico aspetto sul quale si può lavorare è di tipo psicologico. Lui è molto esperto. Ci siamo trovati per caso, perché io dopo l’esperienza in Polonia dell’anno scorso in cui il mio cavallo di punta si è infortunato in viaggio cercavo un cavallo da affiancare all’altro che ho che si chiama Evenor. Era già nella scuderia in cui mi alleno, ho iniziato a provarlo, poi ho deciso di prenderlo con me .”
 Quanto alla forza interiore necessaria ad uno sportivo per risollevarsi dopo un dispiacere grande come quello occorso a Paolo Mario dopo l’Europeo sfumato, il giovane ha risposto “ Un grande dispiacere che potrei tradurre con una sensazione di grande e brutta rabbia. Dopo però te la devi far passare perché lo sport è fatto di tanti momenti spiacevoli che insegnano tantissimo. La rabbia se domata e tenuta sapientemente a bada può tramutarsi in motivazione e stimolo e credo che abbia molto a che fare con il risultato di cui stiamo parlando adesso. Amo lo sport pulito costruttivo e sincero, sono aiutato da ottimi istruttori dotati di grandi valori e principi, quindi voglio dire che la forza l’ho trovata da solo dentro di me, ma senza dubbio grazie all’educazione ed alla forma mentis che in 11 di lavoro hanno saputo donarmi i miei tecnici Giovanni Bonaccorsi ed Alessandra Magliari Galante.  Il messaggio che posso dare a seguito di questa mia esperienza agonistica che è andata “per aspera ad astra” è sapersi circondare di figure che insegnano a pensare in maniera sportiva. Credo anche che bisogna essere personali, bisogna cominciare ad un certo punto della preparazione tecnica, a mostrare la propria interiorità, la propria forza ed energia e la propria resilienza, la capacità che ha ognuno di noi di reagire di fronte ad una situazione difficile , filtrando bene a chi credere e a chi no!”
eccolo il podio del Campionato italiano Yriders 2016
Sul gradino più alto Paolo Mario De Simone
Ringraziamo vivamente MASSIMO ARGENZIANO per aver impreziosito il nostro articolo
con le sue foto magnifiche


Da quel gradino alto del podio, la concretizzazione di un risultato atteso immaginato tante volte e mai realizzato. “Da Junior avevo sfiorato l’oro ma arrivai secondo, è il mio primo titolo italiano!”. Termina così la stagione di completo per Paolo Mario De Simone , Oleg 14 ed Evenor, il cavallo più giovane del cavaliere laziale che si è piazzato al terzo posto del medesimo evento internazionale da cui è stata estrapolata la classifica Young Riders. 

mercoledì 9 novembre 2016

CLELIA CASIRAGHI DOMINA I CAMPIONATI ASSOLUTI DI COMPLETO:

“L’ INTESA VINCENTE CON VERDI”
Ecco il binomio campione italiano di completo 2016
Verdi e Clelia Casiraghi

A cura di Giulia Iannone
Ringraziamo per le immagini ,  Clelia Casiraghi che ci ha messo a disposizione il proprio materiale fotografico.

Abbiamo contattato la neo campionessa italiana Clelia Casiraghi che con “Verdi” Kwpn del 2002 ,  ha ottenuto questo novembre a Ravenna il prestigioso titolo.
Ecco cosa ci ha raccontato al telefono...

67.70 sono i punti negativi che hanno consentito alla allieva di Matteo Zoja sul Kwpn del 2002 figlio di Indoctro, di salire sul gradino più alto del podio lo scorso week end a Ravenna, precedendo di pochissimo Pietro Sandei su Rubis de Prere – secondo con 67.90 pn- ed Evelina Bertoli su Quidam del Duero con il bronzo al collo grazie al punteggio conclusivo di 69.60 pn.
L’affermazione di Clelia Casiraghi è davvero inaspettata e tutta in salita, come ci ha annunciato  al telefono ripercorrendo le fasi salienti di questo campionato iniziato con la prova di dressage giudicata con 56.90 punti negativi che la vedevano in decima posizione. Questo il suo commento “l’anno scorso vinsi il bronzo e l’oro mi sembrava così inavvicinabile! Quest’anno mi accontentavo davvero della medaglia d’argento. Invece eccomi a parlare dell’oro. All’inizio quando ho capito di essere giunta prima non ci ho creduto. Credevo mi stessero prendendo in giro! 
Un momento della premiazione
Matteo Zoja, il coach di Clelia Casiraghi, riceve il riconoscimento per il suo lavoro 

Che bella ed inaspettata emozione! Ho lottato molto soprattutto l’ultimo giorno perché non avevo range di errore. Mi sono stupita del mio sangue freddo in questa occasione e di aver mantenuto la mente lucida. Non sono partita benissimo. In dressage sono stata contenta di Verdi perché ha eseguito bene i movimenti, alcune parti molto pulite, ho avuto problemi nella parte al passo perché il mio cavallo  era un po’ frizzante e gasato ed in questa fase non ha molto collaborato, infatti ho preso come punteggio tra il 3 ed il 4! Questo mi ha abbassato molto la media. Ma io non mi sono demoralizzata. Ero contenta perché il cavallo ha risposto bene al trotto ed al galoppo. Non mi sono demotivata per la fase al passo, ho commesso io un errore nel cambio di galoppo. Ero abbastanza soddisfatta in generale, un po’ meno del posto in classifica. Ma il cavallo l’ho sentito in maniera positiva. A quel punto ho pensato con il mio tecnico che il campionato non era compromesso ma che era semplicemente in salita e bisognava cominciare a lottare!”  . La prova di cross è stata a questo punto fondamentale, il binomio allenato da Matteo Zoja ha fatto una scalata importante, risalendo dalla decima alla terza posizione  nella classifica del campionato ma dalla 18ma alla quarta se si parla dell’internazionale, con netto agli ostacoli e 10. 80 di sbavatura sul tempo “ il giro in campagna “ ci ha raccontato l’amazzone lombarda “ non ci preoccupava particolarmente. Dalla ricognizione in poi avevo potuto capire che non c’era un salto od una combinazione tecnica in particolare che mi destava particolare apprensione. Questo mi ha rasserenato perché vuol dire che dopo due anni di gare su questo livello significa che comincio ad avere confidenza con la categoria. E devo ammettere che questo mi faceva stare calma serena e combattiva. Avevo un salto da tenere d’occhio che era un po’ quadrato e dritto che per me e Verdi non era agevole o anche due fronte stretti in mezzo al bosco da gestire bene, ma lì era solamente un problema di direzione. Per il resto non avevo preoccupazione. Io ed il coach avevamo programmato solo un dettaglio: tirare la gara sul tempo, perché su questo punto si combatteva il campionato. Questo era il mio reale problema: pensare al tempo! Partire con sprint, tagliare, risparmiare secondi. Pensando a ciò devo ammettere che non mi sono piaciuta esteticamente molto, perché andando veloce ho trascurato un po’ la qualità estetica dei salti. In alcune occasioni è bello sottolineare che mi ha aiutato tanto il mio baio del 2002. “ Ancora una volta come nella migliore tradizione di questa disciplina equestre, quando avviene la sublimazione completa della fase addestrativa, il cavallo cui è piaciuto il lavoro ed è divenuto responsabile e volenteroso, dotato di quella “quinta gamba” che fa la differenza, avviene la magia, quell’intesa vincente di cui ci ha parlato Clelia Casiraghi come carta vincente di questo campionato” Lui ancora una volta mi ha dato una mano!”
" Esiste uno scambio reciproco tra me e Verdi: ci ascoltiamo, ci compensiamo,
ci aiutiamo  a vicenda"

ha sottolineato l’amazzone che con fermezza ha anche dichiarato che le doti ed il talento del suo cavallo di 14 anni era manifesta da molto tempo “lo scambio in cross è reciproco, ci ascoltiamo ci compensiamo ci aiutiamo a vicenda. Questo cavallo è davvero un fenomeno! Il lavoro che abbiamo svolto fino ad ora è giusto perché nel momento opportuno tutto viene fuori! Questa è la vera essenza di questa medaglia d’oro che porto al collo. Non ci sono premi e riconoscimenti materiali che valgono questa simbiosi!”  risalita così dal decimo al terzo posto, il campionato si è giocato in salto ostacoli. Non era consentito commettere più alcun errore. Il  percorso di concorso sarebbe dovuto essere solo perfetto e senza errori. Toccare una barriera significava scivolare al quinto posto. Tensione e concentrazione ma niente ansia. “ Il cavallo era ancora freschissimo dopo il cross. A livello cardiaco era perfetto, con una preparazione ed una forma straordinaria. Il cavallo risultato dopo la visita alla fine del cross, con il battito cardiaco più basso della gara! Domenica era forte e motivato ed abbiamo concluso con quel percorso netto che bisognava fare per vincere. Sarò un po’ egoista, ma dedico questa vittoria a me al cavallo ed al mio coach.
"Sarò egoista ma dedico questa vittoria a me al cavallo al mio Coach Matteo Zoja"

 E’ stato talmente inaspettato capire di essere in cima alla classifica che non ho avuto il tempo di pensare nulla tanto meno elaborare a chi dedicare questo trionfo. Mi ha fatto piacere che a ricevere la coccarda dedicata al proprietario del cavallo, ci fosse presente mia madre , è inutile dire che i miei genitori sono sempre stati i miei primi veri supporters!  Devo sottolineare anche  che il 2016 è stato un anno speciale, anzi un biennio particolare, tornando indietro con la mente anche al 2015.  Abbiamo preso parte a gare internazionali di grande rilievo, sono risultata  terza al campionato italiano l’anno scorso, una crescita tecnica che ha avuto un ottimo exploit , sempre in crescendo. A Fontainebleau ho potuto toccare con mano che io e Verdi siamo una macchina da guerra in cross che funzioniamo in maniera pazzesca. Quest’anno mi sono dedicata un po’ anche agli altri cavalli:  un periodo di pausa dai circuiti internazionali  per lavorare gli altri cavalli, adesso questa splendida medaglia per chiudere l’annata. Chi se l’aspettava!” 
" Puntiamo l'anno prossimo ai Campionati Europei Senior"

 Si chiude così in completo l’annata di questo brillante binomio, ma non del tutto a livello agonistico “intendo prendere” ci ha spiegato Clelia” in salto ostacoli il secondo grado. Mi mancano pochi punti con tutti e tre i cavalli. Siamo in grado di competere  con tutti i cavalli che monto,  su altezze di 1,30-1,35. Così c’è l’idea di partire bene in completo con i tre cavalli puntando, il prossimo anno,  al campionato Europeo. “