mercoledì 22 maggio 2013

Il sorriso dice tutto


L’Atteggiamento Mentale:
“Il Sorriso dice tutto”!
Il potere espressivo del sorriso, tra didattica e performance.
Di Giulia Iannone
( ispirato dal columnist”William Micklem).

La prima cosa che osservi in una persona non è l’abito, semplice o sfarzoso che sia. La prima cosa che noti è il suo volto. Da questo punto di vista, il sorriso dice tutto! Non tutti gli animali possono sorridere, al contrario gli umani possono farlo in maniera splendida. Senza aggiungere una sola parola, un sorriso può dire: “Benvenuto! Vieni dentro”, “Vai avanti, stai facendo bene” o, probabilmente l’espressione più apprezzabile di tutte “ questo è divertente! Questo è piacevole ed è piacevole fare questo insieme a te”.
Se il coach procede solo esprimendosi con gesti, se sta lavorando ad un livello, alto o basso che sia, questo comportamento finirà per renderlo spiacevole; se è infastidito, allora anche il sorriso sarà assente o alla meglio forzato e vuoto, e gli allievi vedranno e sentiranno  rapidamente questo. Come conseguenza, gli studenti perderanno l’effetto straordinariamente positivo di riconoscere nel  coach, mentre lavora in campo con loro, gioia e voglia di fare.
Le  tre “SSS”!
Questa è una parte importante di quello che io chiamo “ esprimere  solarità ”!  essere sempre solari è un requisito chiave per gli istruttori, perché l’insegnamento è tutto basato sulla interazione umana. Tutta la conoscenza tecnica del mondo è virtualmente inefficace senza le doti umane che uniscono e mettono in relazione  con lo studente in una maniera positiva.
“Esprimere sicurezza:  deve essere la priorità in ogni situazione sportiva, ma esprimere solarità potrebbe essere concatenato con la sicurezza. Questi due elementi, rappresentano i pre-requisiti per un insegnamento di successo.  Elementi degli insegnanti di scuola e dei “coach” dello sport che ricordiamo molto bene. Non necessariamente gli istruttori devono essere i più brillanti o famosi, ma devono essere quelli di cui ci fidiamo e che trovano piacere nell’insegnare proprio a noi, quelli che sanno creare un legame speciale,  quelli che sorridono ed esprimono solarità e positività, nonostante la consueta sequenza di pressioni e difficoltà nel lavoro. Questi sono i maestri che ricordiamo di più. Io credo fermamente che si possa insegnare agli istruttori in che modo poter essere solari e positivi.
C’è una terza parola che incomincia per S e che io collego a solarità  e sicurezza- , ed è semplicità. “Esprimere semplicità” è  il “santo Graal” dei Coach e semplicità è la parola più potente ed efficace nell’insegnamento. Essa accelererà il progresso di miglioramento nei cavalieri di ogni livello tecnico ed in tutte le attività. Perciò io cerco sempre di perfezionare e ridurre e semplificare , non importa si tratti di un finimento, di un esercizio in fase di allenamento, o di una frase. Questo è il principio ispiratore sia della Micklem Bridle sia delle mie “costanti e variabili per tutti gli esercizi” ( Micklem, nel suo insegnamento parla di  costanti- calmo,in avanti,dritto, leggero; e Variabili: direzione, velocità, impulso, equilibrio e tempismo. )  più semplice equivale a più facile da capire per cavallo e cavaliere, meno deviazioni e conclusione assoluta, meno tempo sprecato, e perciò,  una porta aperta verso un maggiore progresso.  Questo è valido, in particolare, per i cavalieri agonisti, dal momento che la ricerca  ha mostrato che la maggior parte di noi ha la funzione cerebrale cognitiva ridotta tra il 3-30 % quando si trova sottopressione.
Ecco perché, al peggio, noi diventiamo mentalmente e fisicamente “congelati” quando sotto pressione, o al meglio, facciamo errori stupidi. E’ capitato a tutti noi!
Però, mantenere le cose semplici, ci aiuta a fare la cosa giusta anche se siamo sotto la pressione della gara, in un barrage contro il tempo o in un cross country!  Come risultato, noi siamo più sicuri.  Questa è la grande “ricompensa” che noi non possiamo ignorare, e questo è perché noi abbiamo bisogno di contestare tutti i complicati e spesso contraddittori metodi equestri “in vendita” oggi.
Ecco perché la seguente citazione è sempre con me:”Noi attribuiamo bellezza a ciò che è semplice, che non ha parti superflue, che risponde esattamente al suo scopo, che si collega a tutte le cose, che è il significato di molti estremi” Ralph Waldo Emerson.
Dunque,  il compimento della più grande semplicità crea quello che io chiamo i momenti alla  “Carl Lewis o Sebastion Coe” miglioramento nel rendimento che produce bellissimi risultati entrambe in azione e sullo scoreboard. Carl Lewis è stato plurimedaglia d’oro negli anni ’80 e 90 come sprinter e nel salto in lungo ( 19 volte, tra Olimpiadi e Campionati del Mondo) e Sebastion Coe due volte medaglia d’oro Olimpica nei 1500 mt negli anni ’80. entrambe due magnifici runners con ogni gesto in armonia ed ogni cosa al posto giusto!  Negli sport equestri, queste qualità si trovano riassunte in cavalieri tipo il Britannico Carl Hester, che abbiamo visto brillare alle ultime Olimpiadi di Londra 2012, l’ostacolista francese Michael Robert, la superstar del completo Inglese William Fox Pitt. Questi cavalieri di elite mantengono le cose magnificamente e classicamente semplici. In più tutti loro adoperano filetti semplici, senza uso di martingale o strumenti di altro genere sia in addestramento che in gara. ( ovviamente, secondo le regole internazionali, Carl Hester deve usare morso e filetto nelle categorie di advanced level). Tutti loro hanno un assetto splendidamente in equilibrio e morbido, e tutti si sforzano di fare meno, piuttosto che troppo quando montano e cercano di evitare lo scontro con il proprio cavallo e la forza. Come risultato di questa grande semplicità, i loro cavalli sono “happy atlete” costantemente a proprio agio. Ecco perché sono vincenti.
Per questa ragione, tali cavalieri, sono etichettati come “talenti” , suggerendo che nessuno può copiarli o eguagliarli. Ma è vero il contrario. Essi sono grandissimi esempi per lo sport che essi rappresentano, proprio a causa della semplicità del loro modo di montare e lavorare. Essi non fanno affidamento su trucchi o scorciatoie, metodi complicati, forza, o qualcosa che sia irripetibile. Cercare di copiare o riprodurre i modelli di cavalieri non-ortodossi, sarebbe più difficile. Il punto chiave è che questi cavalieri, ed anche grandi istruttori, rendono semplice ciò che è apparentemente complesso. Capire che questa cosa sia possibile, è molto motivante per coloro che vogliono fare bene.
Non si può sbagliare con le tre SSS!
Esprimere sicurezza, semplicità e solarità produrrà costantemente il giusto risultato sia sullo scoreboard  sia sul volto degli allievi, che rappresenta il risultato ideale.  Pertanto le parole che iniziano con le tre SSS, sono i requisiti che io cerco in un coach e rappresentano la priorità nella formazione del coach.  Essere costantemente sicuri, semplici e solari è un enorme risultato dei buoni istruttori e la sfida per tutti gli istruttori che progrediscono nel proprio mestiere.  Può  sembrare parlare dell’ ovvio, quando scriviamo, ma molti istruttori non sono preparati a sufficienza su  questo tipo di argomenti. In maniera particolare, troppo pochi realizzano l’importanza di un sorriso genuino, che mostra il  piacere di stare con i propri allievi. Gli allievi hanno bisogno di istruttori solari, ed istruttori solari producono allievi solari.  Come si trovava scritto sui vecchi manuali del Pony Club” una  persona che sorride è una persona utile”


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