giovedì 13 ottobre 2016

LA SCOMPARSA DI ALBINO GARBARI...NELLE PAROLE DI ROBERTO ROTATORIPhoto courtesy

“MEMORIES”
Photo Courtesy Roberto Rotatori
"Albino un giorno mi ha donato e fatto omaggio della sua splendida amicizia"


a cura di Giulia Iannone
“IL CAVALIERE TEMPLARE CUSTODE DEL TEMPIO SACRO DEL COMPLETO ITALIANO”

NELLE PAROLE “CORAGGIOSE”  DI ROBERTO ROTATORI
Quando viene a mancare una persona a noi tanto cara, a noi vicina e molto amata, ci si consola spesso dicendo la frase retorica “ vivrà per sempre nel ricordo ed in quanti lo ricordano e lo ricorderanno.” Credo fermamente in questo concetto filosofico ed altamente ideale. Ma ad una condizione e con un avviso... il ricordo è un campo che va curato molto, non può essere abbandonato, va ravvivato, alimentato, rinvigorito, altrimenti diventa arido e secco e dopo scompare e si annulla per sempre. All’inizio è tutto facile, c’è l’entusiasmo del momento, ci si raccoglie tutti insieme, ognuno porta come cordoglio e consolazione il proprio spicchio di vissuto, la propria pagina di storia. Dopo la vita riprende, la ferita sia pur dolorosa si cicatrizza ed il tram tram quotidiano fagocita tutto ricostruendo nuovi legami, nuovi percorsi e la tela della vita che si è smagliata, si restringe.
No!  La smagliatura dell’assenza è una mancanza che sa di presenza e che deve essere vissuta in nome ed in memoria di chi ci ha preceduto e che abbiamo amato portandolo sempre e per sempre con noi.
Albino Garbari è stato sempre con noi, silenzioso, discreto, geniale, instancabile nel lavoro. Questo è il suo posto e questa la maniera con la quale dobbiamo portarlo sempre nel nostro cuore.
Roberto Rotatori al telefono, ha saputo dirmi con commozione e grande dolcezza quanto segue del suo amico...
“ Albino Garbari è una persona unica , difficile descriverla a parole, visto che il legame che ci univa, è quasi paragonabile a quello che mi legava a mio padre. Un uomo per bene, capace, bistrattato  in questi ultimi anni come spesso succede in Italia, molto più apprezzato  all’estero che considerato in Italia. L’ho conosciuto ai Pratoni ovviamente! Dove se no! Parlo dei primi anni ’90 ero lì in preparazione dei Campionati Italiani. Ai Pratoni in quegli anni non si poteva entrare e così avevo trovato la soluzione di sistemare il cavallo da Nicoletta Romagnoli. Ero andato a fare una trottata al CEF e ricordo benissimo questa macchina bianca che mi inseguiva a tutto gas e sono stato redarguito subito da Albino! Bene, questo è il primo ricordo che ho su di lui! Dopo però mi è stato sempre vicino, alle Olimpiadi, quando dovevo andare a fare una gara a Rocca di Papa, negli ultimi anni ero sempre a dormire a casa sua e di Teodolinda...mi ha aiutato tanto con gli Junior e Young rider, quando ero tecnico ed era il mio braccio destro. L’ho voluto con tutte le mie forze al mio fianco perché a mio modesto avviso Albino Garbari era la figura più rappresentativa del completo italiano e per me andava valorizzato e tenuto da conto al massimo possibile. Per me è inconcepibile come è stato trattato negli ultimi anni: cacciato fuori dai Pratoni da non so da chi sinceramente ... ma vi rendete conto? Secondo me negli ultimi anni ha sofferto molto interiormente, nella solitudine del suo essere, nel suo silenzio, nella riservatezza e delicatezza della sua signorilità. Non era solo però questo ci tengo a dirlo, era felicemente sposato, aveva tanti tantissimi amici, aveva una bellissima scuderia insieme alla amorevolissima Teodolinda.  Sono convinto che non mancheranno i messaggi di cordoglio provenienti da ogni parte del mondo. Albino è stato un costruttore di percorsi incomparabile: ha costruito i Mondiali, le Olimpiadi, una caterva di Campionati Europei ... e  soprattutto una figura equestre che  ha fatto crescere tutti noi con i suoi percorsi, il suo esserci, i suoi segreti che si è portato con sé di tutto quello che è passato per i Pratoni. Lui conosceva tutti i cavalli ha gestito al meglio durante 13 OLIMPIADI, tutte le squadre. Una  personalità del genere  doveva essere tenuta  in palmo di mano dalla Federazione, molto più apprezzato perché di valore ne ha tanto. Solo in Italia succedono delle cose del genere, ma scherziamo davvero?  Mi dà un lieve conforto sapere che se ne sia andato velocemente e soprattutto in un momento in cui i Pratoni stanno rinascendo e stanno riprendendo a vivere. Questo a lui ha dato una energia e la felicità la speranza che si meritava. Quando tornerò ai Pratoni lo sentirò vicino in ogni angolo, ogni albero, salto, collina, edificio, cespuglio, ogni parte della tenuta. Mi ricordo alle Olimpiadi – di Pechino- gli avevo fatto un sacco di foto e lui in ogni foto è come lontano da tutti i gruppetti di coloro che cercano di darsi un valore o un tono o una importanza che in realtà non hanno, lui invece nel suo angolino ha sempre fatto e detto la cosa giusta al contrario di tanti, insomma. Questo suo essere così schivo e riservato, in Italia, un paese di gente arrogante e presuntuosa non è stata una buona forma di pubblicità.
Albino DOVEVA RIMANERE AI PRATONI.
"Mi portava in giro a visitare i Pratoni in quegli angoli invisibili che conosceva solo lui"

 Ma prima ancora che il Centro federale chiudesse, era già stato allontanato , questa è una cosa che mi ha dato molto fastidio. Il degrado il saccheggio la violenta devastazione di quello storico centro è stata una ferita aperta nel suo cuore molto grande. Direi di più...l’abbandono di quello che per noi completisti era il nostro TEMPIO. Ringrazio veramente tanto tutti coloro che da un anno o direi due anni a questa parte ad esempio la Famiglia Cianfanelli tutta, Francesco Girardi, Massimo Ramirez, Fabio Fani Ciotti...insomma tutti quelli che hanno fatto in modo che i Pratoni riprendessero un po’ la dignità che meritavano. Parallelamente hanno dato un po’ ad Albino tanto di quello che gli hanno tolto, quindi li ringrazierò a vita! Mentre ripartiva il centro, si ricostruiva, si rimetteva a posto, Albino è stato sui luoghi molto spesso. Dopo tutto, chi più di lui avrebbe potuto?
Guardate credo che mi mancherà la sua umiltà la sua discrezione la sua semplicità, che poi è dei grandi. Ha sempre preferito e desiderato stare dietro le quinte, ma è stato lui che ha tenuto in piedi fino all’ultimo i Pratoni, per quanto ha potuto. Io sono stato tra gli ultimi in termini cronologici a conoscerlo, ci sono tante persone che sanno molto di più di me, ma la mia testimonianza ed il mio sentimento speciale verso Albino è composto di gratitudine ed affetto sincero perché lui un giorno con spontaneità ed empatia mi ha “donato” e fatto omaggio della sua “amicizia”. E questo non lo scorderò mai. Ai tempi del mio incarico di CT YR del completo, sapevo che averlo al mio fianco significava far filare tutte le cose al loro posto. Mi ricordo quando riuscimmo a riattivare la piscina ormai in stato di abbandono, ci siamo inventati  il modo per utilizzarla al minimo con l’acqua bassa ma comunque utile per l’idroterapia. Lui c’era sempre a tenere in ordine tutto a dare una sistemata ai salti...la cosa più bella è stata quando mi portava in giro per i Pratoni in angoli “invisibili” impensabili insperati e mi spiegava e raccontava tanti aneddoti : degli ostacoli che risalivano alle olimpiadi del 1960, me ne raccontava la costruzione. Non mi ha mai raccontato le cose degli altri, successe magari 40 anni prima a binomi a cavalli, non ha mai tradito la fiducia di nessuno. Era utilissimo, quando c’era un qualunque inconveniente su di un cavallo, con la sua esperienza riusciva a risolvere situazioni davvero particolari.  Aveva un occhio speciale  per i cavalli. Tu non lo vedevi ma era ovunque.”

E così sarà da oggi in poi il Caro silenzioso invisibile onnipresente Albino, noi non lo vedremo materialmente e concretamente ma sarà ovunque come era sempre stato, specie ai Pratoni, o in qualunque posto si disputerà una gara di concorso completo. 

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