venerdì 14 ottobre 2016

LA SCOMPARSA DI ALBINO GARBARI: IL COMMOSSO RICORDO DI MICHELE BETTI

MEMORIES

 “HO TANTA PAURA CHE VENGA DIMENTICATO: DEVE ANDARE SUI LIBRI DI STORIA DELL’EQUITAZIONE ACCANTO AI GRANDI MAESTRI E DEVE ESSERE MATERIA DI INSEGNAMENTO AI CORSI DI FORMAZIONE." 
Michele Betti insieme ,tra gli altri che riconosciamo sicuramente nella foto, ad Albino Garbari
lo scorso settembre davanti alla villetta...
Photo courtesy Michele Betti

a cura di Giulia Iannone

“ Albino è il completo italiano nella sua essenza ed è colui che ha insegnato ad una intera generazione di allievi che cosa è il completo. Ho letto tante testimonianze bellissime in questi giorni, mille immagini che realmente ritraggono il nostro amico Albino Garbari. Di una cosa sono certo : Albino Garbari insegnava ad amare i cavalli . Questa e´ una delle cose più importanti che mi ha insegnato questo grande uomo . Era indubbiamente l´ anima dei Pratoni, costruiva ostacoli fantastici, insegnava a mettere le fasce da manuale e percepivi chiaramente che tutto quello che faceva gli riusciva bene perché amava questi animali. L’ ho conosciuto nel 1973 avevo 14 anni , ero un bambino, dal 1977 al 2007 ho passato più tempo ai Pratoni che non a casa mia; ho vissuto più con Albino che con i miei parenti! Mi è stato vicino in occasione del primo ritiro Juniores , quando ho fatto il corso istruttori , quando sono diventato tecnico della FISE e anche a tutte le Olimpiadi. Insieme abbiamo vissuto momenti importanti ( quali Olimpiadi, Campionati di tutti i livelli ) ma soprattutto abbiamo trascorso tantissimo tempo insieme vivendo le realtà quotidiane. Ricordo che aveva un rapporto bellissimo con il Marchese Mangilli ,fatto di grande rispetto reciproco . Il Marchese Mangilli, nella sua immensa conoscenza e preparazione, si confrontava continuamente con Albino, parlava con lui perché la sua opinione era importante. Spesso ai Pratoni , li vedevi insieme, al pomeriggio , in scuderia ad osservare un determinato cavallo per vedere come si comportava nel box : per capire se era contento ,se stava bene ,se aveva una gamba avanti o indietro o se mangiava... li trovavi lì. I due non si dicevano una parola ma si guardavano. Questo vi da indizio di quanto fosse intimo e stretto il loro rapporto, il sodalizio equestre tra di loro. Questi grandi volti ed uomini di cavalli sono riusciti a fare grandi cose perché l’amore per il cavallo si esprime nel cercare di farli stare bene. Albino costruiva un salto di campagna, il percorso doveva essere bello fosse stato per il saggio delle scuole o per le Olimpiadi…… i percorsi erano selettivi e vinceva il migliore , ma MAI si faceva male un cavallo. Con i suoi percorsi dava risalto ai migliori, ma anche i meno preparati non correvano rischi inutili. Questa per me è una dote che ha avuto solo lui. La prima cosa che mi viene in mente da condividere in questo triste momento in cui perdiamo un amico, non è il ricordo migliore, perché ce ne sono tantissimi , ma mi piace ricordare degli episodi buffi! Il primo ritiro che feci nel 1974 ai Pratoni venni sgridato in maniera esemplare da Albino , perché la mia camera era in disordine! E Vi assicuro che non e´ stata la sola!!! Sono sopravvissuto a tante sgridate di Albino, che mi hanno aiutato a crescere e a formare il mio carattere . Ci tengo a dire che l’ho visto piangere due sole volte: Una volta quando era morto uno dei quattro cavalli della squadra di Tokyo 64 – non ricordo quale purtroppo- perché Albino si prendeva cura anche dei “cavalli vecchi” , li chiamavamo: le vecchie glorie... Questa è una immagine difficile da strappare dalla mia mente perché era un uomo duro forte esternamente. La seconda volta, qualche anno fa, quando cominciando a parlarmi dello sfascio dei Pratoni, mi descriveva come era ridotto quel fantastico centro, a quel punto gli sono venute le lacrime agli occhi , si e´ girato ed è andato via. Sono dei ricordi che mi emozionano ancor di più in questo momento. E’ stata una persona talmente fondamentale per l´equitazione italiana per tante generazioni che hanno avuto la fortuna di conoscerlo . Il suo ricordo per noi ci sarà sempre, quello non potrà mai andare via. Personalmente ci terrei tantissimo che ALBINO GARBARI ANDASSE SUI LIBRI DI STORIA: deve essere ricordato come sono stati ricordati i nostri grandi campioni dell’equitazione. La mia paura è che venga dimenticato dalle nuove generazioni e sarebbe un gran peccato . E’ quindi nostro compito, nostra missione quella di mantenere viva la figura di Albino ai nuovi istruttori ed allievi. Della sua vita personale so poco pochissimo. 
Per noi tutti lui era i Pratoni! 
"Il mondo di Albino, la sua vita, il suo essere erano i Pratoni!"
Il centro federale nello scatto di GIULIA IANNONE, novembre 2012

Lui viveva in una piccola stanza con un bagno, ha vissuto lì per 40 anni. Di origini istriane, montava a cavallo in Veneto con il suo compagno Gianni Nicolè, poi penso che dopo un corso istruttori nel 1958 fu chiamato dal Colonnello Bruni perché si cominciavano ad organizzare i Pratoni del Vivaro in vista delle Olimpiadi di Roma ’60. E lui si è trasferito. Da quel momento in avanti la sua vita è legata ai Pratoni. Non ha figli, è sposato da poco tempo con Teodolinda Rampolla di Napoli ed avevano un centro ippico loro a San Cesareo ove coltivavano la loro passione. Negli ultimi anni era stato un po’ messo da parte. Mi ricordo bene che nel programma federale non era previsto che Albino venisse alle Olimpiadi 2008 di Hong Kong. I cavalieri ed io che ero il tecnico, in quel momento, ci siamo imposti con determinazione : VOLEVAMO ASSOLUTAMENTE ALBINO CON NOI!!! Non ricordo con precisione ma sono quasi sicuro che ci siamo auto tassati per pagargli il biglietto e per trovargli un pass. Da questo si evince che c’è stato un momento in cui Albino non è stato valorizzato come doveva essere. Secondo me, farlo lavorare subordinatamente a certe persone nella direzione dei Pratoni del Vivaro , nel periodo di disfacimento totale, senza lasciargli alcuna voce in capitolo è stato un enorme sbaglio. L’ho rivisto ai Pratoni all’inizio di settembre in occasione del ritiro degli Junior e YoungRider . E´ venuto un giorno in cui c’era la prova di selezione, una gara vera e propria. Ci siamo visti, riabbracciati , era molto contento (ho anche una foto davanti alla villetta ) Abbiamo parlato molto e mi hanno colpito molto i 3 sentimenti che ho percepito in lui : Felicita´: era contento di vedere finalmente una rinascita dei Pratoni
 Speranza : per un futuro di consolidamento di questa rinascita
 Rabbia : una rabbia sofferente perché li avevano lasciati andare così.

E’ certo che la fine dei Pratoni ha inciso sulla sua interiorità...d’altronde il suo mondo la sua vita il suo essere erano i Pratoni. Concludo dicendo che sono certo che Albino, anche se non potremo vederlo sara´sempre con noi ed i nostri cavalli , vicino a tutti noi , perché´ e´ il nostro angelo custode . Un abbraccio alla cara Teodolinda.”

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