domenica 8 settembre 2013

LUCA MARIA MONETA DOPO HERNING

“BISOGNA ANDARE AVANTI!”
“Neptune Brecourt era stato etichettato come un cavallo detestabile, ribelle e poco accondiscendente . . .”
Luca Maria Moneta e Neptune
Photo courtesy Moneta Fb page

Intervista a cura di Giulia Iannone

A mente fredda, cerchiamo di ricostruire emozioni  e riflessioni in merito a questa prima esperienza europea in carriera.
“Questo era l’obiettivo della stagione 2013. Dall’inizio primavera, ho iniziato a preparare  il cavallo pensando a questo appuntamento agonistico. Era l’obiettivo, ripeto, che mi ero prefisso. Ho organizzato un calendario di gare, ho gestito tutta la stagione per cercare di arrivare all’Europeo in modo che fosse nelle mie possibilità. Il fatto di aver centrato l’obiettivo, è stata una grande soddisfazione.”
Sul suo “percorso” di preparazione, l’incontro con un Ct eccezionale, chiamato Hans Horn.  Credo che abbia contribuito moltissimo a quello che abbiamo visto nel campo di Herning. Dico bene?
“Sicuramente! Innanzitutto ha molto rispettato il mio modo di lavorare e di interagire con i cavalli, dandomi dei consigli e dei suggerimenti senza andare a stravolgere quello che era il mio sistema di lavoro. Già questo per me è stato un grossissimo vantaggio che mi ha permesso di arricchire la mia esperienza e formazione, senza trovarmi in difficoltà, forzato a cambiare le cose che sapevo già fare. Hans Horn mi ha anche consigliato come gestire la programmazione delle gare ed abbiamo stabilito quali sarebbero stati gli appuntamenti più o meno utili per il cavallo. Di conseguenza sono arrivato all’appuntamento europeo al meglio, dopo aver fatto due ritiri prima di Fasterlbo ed uno prima di Herning”
Ritiri tecnici: dove?
“in Olanda. Prima di Fasterlbo da solo, prima di Herning insieme ai componenti della squadra italiana degli europei”
Ecco Neptune e Luca in ritiro da Hans Horn
agosto 2013
Photo courtesy Luca Moneta Horsemanship

Quindi già con il ritiro è iniziato l’affiatamento anche tra componenti del “team”. Che sensazione le ha fatto?
“Fermo restando che ormai sono 3 anni che salto in Coppa delle Nazioni, ovviamente l’emozione di una squadra che rappresenta l’Italia durante un Campionato Europeo è sicuramente una motivazione ed un coinvolgimento maggiore. Una forte esperienza. I compagni di squadra sono dei ragazzi in gamba, ottimi professionisti, da un punto di vista umano è scattata subito una bellissima intesa. Si è creato un bellissimo gruppo. Come prima esperienza non potevo desiderare di più”
Luca Moneta e Neptune ad Herning 2013
Photo courtesy Moneta Fb page
Lei ha stupito tutti, essendo nuovo a questo impatto emotivo, con i suoi due netti inanellati come nulla fosse, nelle giornate iniziali. Che dire?
“Montare a cavallo, che sia un Campionato Europeo o una gara regionale, significa fare del mio meglio, cercare di ottenere il massimo della relazione con il mio cavallo. Mi sono impegnato come faccio sempre. Fortunatamente sono arrivato pronto con il mio cavallo al meglio. Diciamo che i primi due giorni tutto è andato bene e di conseguenza sono anche arrivati i due risultati.”
La sua “vicenda” agonistica nell’individuale ce la racconta per bene?
“Il secondo giro della Coppa, dopo aver saltato l’acqua, ho preparato i sei tempi di galoppo per il cancello, e nel momento in cui il cavallo ha battuto mi ha dato un po’ una schienata ed ho perso una staffa! Nel momento in cui ho perso la staffa, mi sono scomposto, ho perso l’equilibrio, il mio cavallo che è molto sensibile, si è agitato quindi non sono riuscito ad organizzare il verticale successivo dove ho fatto errore. In più ho perso molto tempo perché non riuscivo a trovare la staffa e quindi ho dovuto allargarmi molto per andare ad affrontare la linea con la doppia gabbia successiva. Poi ho avuto una altra imprecisione sulla ultima combinazione che veniva stretta a molti cavalli. Io ho sacrificato un pochino l’ingresso per riuscire ad organizzare bene l’uscita. Il cavallo mi ha ascoltato, ma ha fatto errore sulla seconda barriera dell’oxer di ingresso. Sicuramente con il senno di poi, avrei potuto lasciar saltare l’ingresso senza lavorare dentro per la combinazione. E’ stata una imprecisione mia.”
Quale è la storia di questo cavallo sella francese Neptune Brecourt ed in che maniera le è stato affidato dai suoi proprietari?
“Stiamo parlando di un cavallo francese e da puledro, a detta dell’allevatore, era detestabile, nel senso di ribelle e poco accondiscendente. Ha girato due o tre diversi commercianti specializzati in cavalli complicati. E’ stato anche provato da professionisti affermati, ma nessuno lo ha voluto, nonostante tutti avessero riconosciuto le sue potenzialità. Troppo difficile e complesso di carattere, questo a detta di tutti. All’epoca facevo degli stage, e questo mio allievo – un signore francese che è coproprietario del cavallo, lo abbiamo al 50% - ha visto il cavallo e me lo ha dato. Essendo mio allievo, conosceva il mio metodo e quindi pensava che sarei riuscito a gestirlo.”
A che età Neptune è arrivato tra le sue mani?
“alla fine dei 7 anni! “
“Cavallo complicato”, questa l’etichetta addosso a Neptune. Lei che idea si era fatto?
“Un cavallo molto sensibile che ha avuto delle esperienze molto difficili con l’uomo, dunque ha paura di quello che può succedere sopra di lui. Nello stesso tempo un carattere molto forte. Quindi, a causa della sua paura e della sua ansia, aveva tendenzialmente sempre voglia di discutere. Quando questo cavallo  non è in sintonia con il suo cavaliere è praticamente un cavallo impossibile.”
Neptune in libertà. Per un cavallo il pascolo è una attività fondamentale per il morale
e per evitare stress mentale
Photo courtesy Luca Moneta Horsemanship

Lei ha usato il “suo metodo”, ossia?
“Parte delle esperienze che ho avuto con Pat Parelli ed altri tipi di  nozioni che ho ricevuto,  mi consentono di lavorare con cavalli complicati. La tecnica di Pat Parelli insegna agli uomini a comprendere il comportamento dell’animale, non è una tecnica per risolvere cavalli  complicati.”
Lei ha ringraziato molto i proprietari che in questa storia sono stati molto importanti
“Per la loro fiducia in me e per aver rifiutato diverse offerte ricevute per questo cavallo. Hanno deciso di lasciarmelo per permettermi di fare sport ad alti livelli. Spero che la cosa possa continuare e che io possa continuare a tenere il cavallo a lungo”.
Lei reputa che Neptune abbia risolto i suoi problemi con l’uomo?
“No! E’ un cavallo con un livello molto alto di spirito, molto particolare, molto complicato. Ha bisogno di una relazione molto profonda di fiducia per diventare disponibile e collaborare.”
Come lo ha sentito ad Herning, perché visivamente, ha dato l’impressione di una equitazione semplice e facile.
“ Diciamo che era collaborativo. Penso che ci sia un grosso margine di miglioramento, poiché il cavallo è ancora un po’ ansioso, ed a volte, specie quando io non ho una posizione ineccepibile e perfetta, si mette un po’ contro. I due errori sul finale di Campionato derivano proprio da una mancanza di fiducia e serenità del cavallo che non mi permette di organizzare bene le distanze”
"la bocca di Neptune ha avuto numerose esperienze..."
Photo courtesy Moneta horsemanship

In questa ottica monta il cavallo in hackmore?
“E’ per lui uno strumento nuovo. Grazie a questo strumento sono riuscito a ricodificare un linguaggio in maniera diversa. La sua bocca ha avuto numerose esperienze, che avevano portato ad acuire le sue paure e le sue ansie.”
Molti hanno notato, non solo nei suoi cavalli, ma proprio nel cavalier Luca Moneta, una svolta, uno stato di grazia, una carica di tecnica ed emotività positiva. Lei sente questa energia?
“Sicuramente un atleta con successi, esperienza, risultati, la sicurezza del binomio, la consapevolezza delle capacità del cavallo, si sente bene ed è  carico interiormente.  Lavoro molto, non solo da un punto di vista tecnico, ma delle mente, della emotività del cavallo. Io stesso sono seguito da una psicologa dello sport, cerco di lavorare sul training autogeno. Curo tutti gli aspetti che riguardano l’atleta. Esiste l’atleta cavallo ed anche il cavaliere”
Si aspettava una decima posizione individuale in Campionato Europeo?
“il mio obiettivo europeo era cercare di avere la condizione del mio cavallo. Non mi ero posto una posizione in classifica particolare da raggiungere. Penso, oggi, si tratti di una posizione molto bella, un po’ di rammarico poiché avrei potuto fare di più. Mi allenerò per cercare di fare meglio nella prossima stagione.”
Poi, archiviato l’Europeo, lei è partito immediatamente per la Spagna, ossia Gijon, con gli  altri cavalli interessanti di cui dispone in scuderia:
“sono andato in Spagna con 3 cavalli. E’ stato un concorso molto positivo. Quova la cavalla giovane di 9 anni, con poca esperienza,vince la categoria del giovedì  e poi fa  anche un quarto posto, fa zero nel primo giro del Gran Premio della domenica, molto impegnativo, crollando un po’ nel barrage per via del caldo e della stanchezza. Ma lascia ben sperare perché possa essere un altro cavallo molto competitivo per il futuro. Connery ha saltato veramente benissimo facendo gare grosse con zero-zero-zero, dopo di che invece il giorno della Coppa,purtroppo,  non era assolutamente  in forma, e non siamo riusciti a centrare il risultato. Ho voluto fare lo stesso il percorso del Gran Premio ma il cavallo non era al meglio. Però alla fine il cavallo si dimostra all’altezza delle aspettative ma sarà una bella garanzia per il futuro”
Il proseguo?
“C’è stato subito Arezzo con la Coppa delle Nazioni con Neptune”

Ma Neptune dopo gli Europei cosa ha fatto?
Pausa in paddock in Germania per Neptune in compagnia dell'araba Thara
Photo courtesy Luca Moneta Horsemanship

“E’ stato meritatamente in paddock per rilassarsi ed ha fatto qualche passeggiata con la groom. L’ho montato un attimo, senza testiera,  prima di partire per farlo stare con me in campo affinchè riprendessimo il dialogo in serenità. Lui capisce subito quando si va in gara, conosce il suo mestiere.  Ora  sembra essere d’accordo. Incomincia a divertirsi!”
Ha fatto bene a dare più notizie su twitter. La gente la segue molto, lo sa? Le fa piacere?
“Molto. Penso che un po’ la gente si immedesimi con la mia storia. Il mio percorso in fondo, penso sia il percorso di tanti. Sono un po’ il testimonial di un certo tipo di corrente, di modo di vedere le cose. Mi lusinga ed anzi mi da un senso di responsabilità. Sento di dover fare sempre meglio per portare in alto questo modo di vedere l’equitazione e confermando sempre più il sistema ad altissimi livelli”
Lei infatti dimostra e rappresenta nel concreto  che la tecnica tradizionale e la strategia di comprensione dell’animale possono coesistere a pieno nel concetto di atleta cavallo.
“Questo è l’obiettivo ed il mio percorso equestre. Era un sogno all’inizio. Poter riuscire ad ottenere nello sport quello che ottenevo in etologia. Allora mi sono detto - perché no? Ho scelto i migliori maestri, costoro sono diventati i miei complici in questo progetto ambizioso e ad oggi stiamo continuando questo progetto. Lei consideri che a Gijon io ho lavorato con Michel Robert il quale mi ha chiesto una mano con un suo cavallo e mi ha dato una mano col mio! Adesso settimana prossima da me verrà Linda Parelli starà due giorni da me per lavorare insieme dei cavalli. Ho sentito al telefono GEORGE MORRIS che mi chiedeva di andare con lui in California a fare uno stage a Wellington. Bisogna andare avanti!”
Lei ha questo scambio culturale notevole con George Morris che è il pilastro del salto ostacoli, senza limiti temporali. Un genio assoluto, una sorta di erede equestre di De Nemethy. Che tipo di energia trae quando ha la fortuna di stare a contatto con George Morris?
“E’ un uomo che ti da una carica incredibile, sa stimolarti, molto rigoroso e determinato. Riesce ad essere molto efficace.”
George Morris crede molto nel flat work-lavoro in piano come nascita della confidenza e relazione con il proprio cavallo. E’ così?
“ Esatto. Non fine a se stesso. Pensi che un giorno mi raccontava George - dato che spesso siamo a pranzo e cena insieme - “vedi Luca! Il dressage è stato inventato per ammansire i cavalli caldi e complicati. E sono delle tecniche e delle figure fantastiche che portano il cavallo a diventare complice e disponibile con  te. Nessuno capisce più niente! Il DRESSAGE è uno STRUMENTO per ammansire i cavalli e renderli collaborativi.”






1 commento: