mercoledì 27 ottobre 2021

REBECCA CHIAPPERO BRONZO AL MONDIAL, GRAZIE AD UNA BELLA RIMONTA

“ IN CROSS, AL MONDIAL? SEMBRA DI GALOPPARE SULLA GENTE” Di Giulia Iannone
Rebecca Chiappero, su Bonmahon Chelsea, era 14ma dopo il dressage con 30,9 pn. Risalita dopo il cross country al decimo posto, doppio clean round, chiuso in 8.42, è riuscita ad agguantare la terza posizione, grazie al netto in concorso ippico, pur con una lievissima infrazione di tempo. L’abbiamo raggiunta telefonicamente al suo rientro in Italia, e con grande entusiasmo, gentilezza ed eleganza, si è raccontata… (le foto sono gentilmente concesse da Rebecca Chiappero) Come hai accolto la convocazione al Mondia du Lion per la categoria dei 6anni? “Sono partita con l’idea di qualificare entrambe i cavalli, perché ho portato anche un 7 anni. Quindi ho strutturato la mia stagione in funzione di questo. Poi con i cavalli giovani sai dove cominci, ma non sai mai dove arrivi, specialmente col 6 anni, anche per quello che è accaduto l’anno scorso con il covid. Eravamo tutti un po’ in ritardo. Siamo partiti con questo cavallo senza sapere se ce l’avremmo fatta” Quale è la storia di questo cavallo di nome Bonmahon Chelsea? “ E’ una storia particolare, l’ho acquistato a 3 anni su un video, che mi è stato segnalato. Sapevo che aveva una genealogia buona, e lo avevo osservato solo scosso. Il cavallo è di mia sorella, che ad un certo punto ha deciso di fare la proprietaria, ma di fatto è di famiglia, ed io ne sono l’amazzone ! L’ho comprato senza neanche vederlo dal vivo, è arrivato a casa da domare. Lo abbiamo domato, ma non ero poi convinta che fosse un cavallo adatto a me perché è cresciuto molto, è diventato un cavallo grande, ed io facevo un po’ fatica. Sono stata sul punto di volerlo vendere. Invece mia madre ha visto più lungo di tutti noi, e si è rivelata la sua prima fan. E grazie alla sua intuizione abbiamo deciso di tenerlo, intuizione a questo punto, rivelatasi giusta. Il cavallo prende le qualifiche ad agosto, unico cavallo italiano qualificato per Lion in Italia. Buccia di banana? L’ultima gara, di preparazione, mi reco in Francia a fare una gara, ed il cavallo mi guarda l’acqua, quindi non siamo neanche arrivati a Lion con il mood giusto da parte mia. Ho fatto dei training dopo, ma quando sbagli l’ultima gara prima di un appuntamento importante, è tutto più faticoso, per come sono fatta io interiormente, il mio desiderio è che tutto vada bene, anche se con i cavalli ho imparato che è molto difficile che accada. “
Cominci proprio a plasmare il cavallo da materia completamente grezza, come mai? “I prezzi dei cavalli oggi sono diventati improponibili, i cavalli di 4 o 5 anni costano tanti soldi. Ad un certo punto della mia carriera, ho capito che sono brava a produrre i cavalli giovani. Investo delle cifre relativamente abbordabili , ci metto del lavoro ed aspetto che venga fuori qualcosa di interessante.” Analisi delle 3 prove di gara. Ti piazzi in 14ma posizione dopo il dressage, con 30.9 pn ovvero 69.09% ( a me piace indicare la percentuale) con una prova discreta a parte qualche movimento. Cosa mi puoi dire? “ C’è ancora un problema di crescita del cavallo. Il suo problema più grande ad oggi, è la concentrazione. Le tensioni che ha manifestato durante la prima parte della ripresa, sono dovute al fatto che il cavallo si è distratto a guardare i fiori! Lui fa ancora molto fatica a concentrarsi. Cosa che invece poi ha fatto benissimo in cross, e non me l’aspettavo. Il punteggio è stato corretto, lui ha fatto un buon lavoro, è un bel cavallo, si pone bene nel rettangolo, è chiaro che bisogna capire un dettaglio particolare di Lion D’Angers. Si è lì a fare un 2 stelle ma se guardi l’ordine di partenza, è esattamente come quello di Badminton, come quello delle olimpiadi, c’erano 45 partenti ma soprattutto che partenti! Entravo dopo Izzy Taylor, c’ era la Julia Krajewski, ovvero la campionessa olimpica in carica, quindi non è un 2 stelle normale. Ci metto la mano sul fuoco, con quel lavoro, in un 2 stelle normale, avrebbe preso sicuramente una percentuale più alta, le richieste in questo contesto sono chiaramente più alte. “
Però …tu da 14ma nel dressage, migliori con il cross, netto nel tempo, e diventi decima. Come era il cross? “ Il cross di questa gara è molto scenografico, Lion è famoso per i salti, il violino, il ragno, e tante altre forme, è molto bello e ci tengono molto, la questione più importante nei 6 anni è il tempo. Un cross di 8 minuti e 44, è per tutti i cavalli la prima volta che lo affrontano. Tutti quanti ci troviamo ad affrontare una prova nella qual non sappiamo i cavalli come reagiranno. Il fattore stanchezza e il fattore emotività, determinato dalla presenza del pubblico. Il giorno del cross sono stati venduti 48 mila biglietti. Ci sono le corde che delimitano il tracciato, ma la gente è affacciata, quindi galoppi sulla gente. Per certi cavalli è un elemento che distrae, li preoccupa, mentre invece contro ogni mia previsione, “Bommy” è rimasto focalizzato sul suo impegno, ha saltato molto bene senza avere la minima incertezza, mai, e non è neanche arrivato stanco. Questo dettaglio, per il suo futuro di cavallo sportivo, è davvero molto importante” Tu hai rispettato lo spirito del completo, perché sei andata crescendo mano mano. Giusto? “ Noi in tutte e tre le prove abbiamo rispettato lo spirito del completo! “
Dunque, sei giunta al bronzo, grazie al cross ed al concorso ippico, ancora netto, con una lieve sbavatura di tempo. Ecco, una gara, non vinta col dressage, ma con le altre due prove, che dici, si d’accordo? “ Stavolta direi che per me determinante è stato soprattutto o quasi il salto ad ostacoli. È stata una rimonta impressionante. Negli ultimi anni la prova di dressage è diventata molto più importante. Togliendo il coefficiente in dressage, questo ha fatto in modo che tutti fossimo molto più vicini in classifica. Lo ha dimostrato anche questa gara in particolare. Se sei più vicino, anche solo una penalità in salto ostacoli ti cambia, nel senso che dai più importanza al cross ed al salto ostacoli. Credo che nei 6 anni non ci siano state tante fermate, l’ha fatta da padrone il tempo, e questo si vede anche nelle gare grosse, ed il salto ostacoli. Ma meno male! Per qualche anno, la classifica si faceva in dressage, e questo non va bene per il completo, perché perde il suo fascino! Siamo tutti d’accordo che non sia più come 30 anni fa, dove tu potevi avere un cavallo che lavorava malissimo in piano, e vincere la gara. I cavalli devono lavorare bene in piano, devono muoversi bene, devono avere determinate caratteristiche, ma devono averne poi anche altre specifiche da esprimere nelle altre prove. Tutte e 3 devono avere la giusta importanza.” Abbiamo raccontato la storia di “Bonny”, possiamo conoscerne il carattere, che doti ha, che spirito ha, che feeling avete? “ Lui è un cavallo che si fa amare davvero. In scuderia è amato da tutti perché è molto simpatico, ed è un cavallo collaborativo e confidente, non è mai contro il cavaliere, questo trovo sia molto importante. L’unica cosa che ha e che è snervante, è che per ora è un pochino spooky. La mia scuderia personale, non è dotata di impianti, per cui devo percorrere circa 1km e mezzo, in passeggiata, per raggiungere i campi del Riding di Casorate, passando in mezzo a case, nel bosco, con persone, gente che va in bicicletta, così accade che lui , quando non è concentrato, è il cavallo che continua a spaventarsi, fa lo scartino, questo è un po’ snervante, ma per fortuna crescendo, sta dimostrando che quando lavora, queste cose non le fa, ed in questa gara lo ha dimostrato completamente. Però è bello averlo in scuderia, lavorare con lui è piacevole, in più è dotato, salta molto bene, lavora bene in piano, quando hai tanti requisiti messi insieme, è più facile fargli fare la disciplina del concorso completo”
Regalami una cartolina visiva dal Mondial. Noi non c’eravamo, raccontaci in pillole, il momento più bello? “ Per quella che è la mia storia personale, come amazzone, il percorso di concorso ippico. Il cross è la prova che mi riesce meglio, sono molto a mio agio in campagna. In concorso, per via dei cavalli che mi sono capitati, un po’ per la mia insicurezza, è sempre stata quella che ho fatto più fatica a gestire. Mentre invece Bonny, che in campo prova era un po’ stranito- la prima volta che saltava dopo il cross, una prova così lunga- nel fisico, sai, la fatica si è fatta sentire, è entrato in campo, ed è stato come se tutta quegli spettatori presenti a bordo campo- ed è accaduto anche per il cross- gli abbia dato una energia ed una motivazione in più, il cavallo si è gonfiato, si è fatto grande ed è partito con grande voglia di fare. Montare un cavallo che ti passa questa sensazione, è la cosa più bella in assoluto. Ho montato come mi trovassi in percorso a casa, lui non ha sfiorato una barriera, e quando si è ricevuto dall’ultimo salto, per me, già l’idea di essere arrivata decima, perché ho alzato gli occhi al tabellone e risultavo decima provvisoria, mi suscitava grande gioia nell’animo. Inaspettata la rimonta folle che è avvenuta dopo. Per me Lion D’Angers, è la gara del cuore, io amo tantissimo questa gara, spero di avere altri puledri, che mi permettano di tornarci.” Senti che si tratta di una gara che corona il tuo modo di lavorare? “ Decisamente! Lavorando con i cavalli giovani, è lì il posto naturale in cui essere. Già per me, negli ultimi 2 anni, aver portato 2 cavalli, sia l’anno scorso che quest’anno, è proprio il sintomo che il lavoro che stiamo facendo, parlo al plurale perché non sono sola, ma c’è dietro un team d’appoggio, tutta una serie di persone che mi supportano ed il lavoro è quello giusto, e ci tengo a sottolineare, sono rimasta stupita, dall’affetto e dalla vicinanza, di una marea di persone che mi hanno telefonato, scritto messaggi dopo questo evento agonistico, non solo rivolgendomi complimenti- che anche io uso fare ai miei colleghi- ma specificando quanto io me lo meritassi per il mio modo di lavorare ed interpretare i cavalli. Questa è la cosa più importante”
Ti vogliamo anche con il cavallo giovane italiano, che dici? “Eh, si! Io tra l’altro sono reduce dalla gara di Tor di Quinto, in cui mi sono classificata al primo posto nei 4 anni, con il famoso Othello Bello, che a mio avviso è un piccolo fenomeno, ed io spero tra due anni di raccontare di lui in terra francese, ed al secondo posto, nella medesima categoria, con Kassiopea Preziosa. Io spero nel cavallo italiano, in scuderia ho anche un 3 anni, che l’anno prossimo farà il giro dei 4, però compriamo anche all’estero, perché i prezzi dei cavalli italiani sono troppo alti. Ne ho parlato anche con Marina Sciocchetti che era lì a Lion, è difficile potersi avvicinare al made in Italy” Ci presenti i tuoi riferimenti tecnici ed il tuo team d’appoggio? “ Primo fra tutti, cito, Marco Biasia, ho cominciato per la prova del salto ostacoli, e poi è diventato una figura quasi di famiglia, un grande riferimento per me. Non era con me in Francia, però eravamo in costante contatto telefonico, mi ha tenuto i cavalli in lavoro quando ero a Tor di Quinto, purtroppo c’è stata questa concomitanza di cose, io sono dovuta stare via 4 giorni prima di questa gara importante, quindi mi ha aiutato molto. Marco Biasia è fondamentale nella mia preparazione agonistica. Lavoro con lui per il salto ad ostacoli, ma essendo stato lui un ottimo cavaliere, quando c’è da chiedere un consiglio, lo chiedo a lui. Da qualche mese, mi segue per il dressage Ester Soldi, infatti mi ha dato già qualche piccolo accorgimento per la prova in rettangolo, benché la nostra collaborazione risalga a tempi molto recenti. Sono state indicazioni preziose. Dulcis in fundo, oltre a mia sorella che è la proprietaria del cavallo, la supporter numero uno è mia madre, Giovanna Carbone. Lei nei miei momenti di sconforto, e ne ho ovviamente parecchi, sa come tirarmi su e motivarmi , lei è la fan numero uno, ma credo che ogni cavaliere abbia nella mamma il primo fan. Però lei ha anche un ruolo nella scuderia, perché si occupa della parte amministrativa, burocratica e gestione, in senso generale, lo affronta lei, in modo che io possa concentrarmi esclusivamente sul lavoro dei cavalli. “ Come prosegue la stagione agonistica. Hai concluso? “ Sarò ai Pratoni del Vivaro, in realtà. Monterò Trebarwith, ( l’irlandese del 2004 da Hand in Glove, che era montato da Marco Biasia, ndr) adesso sta da me, questo cavallo non è più un giovincello, ma visto che ho un gap di cavalli maturi, perché ormai il cavallo più vecchio che ho in scuderia ha 7 anni, l’idea era che questo cavallo, l’anno prossimo, mi possa far saltare i 4 stelle, in modo da ritornare su certe gare, perché l’occhio perde l’allenamento, io da Quillando z non salto più su certe altezze. Dobbiamo riprendere le qualifiche, perciò facciamo il 3 stelle lungo ai Pratoni.”
Mentre tutti gli occhi del completo italiano, erano puntati sul campionato italiano a Montelibretti, ti sei sentita un pochino Cenerentola, non a Parigi come il famoso film, ma a Lion d’Angers? “ No assolutamente, io ero esattamente dove volevo essere. Ho già espresso il mio disappunto, non tanto perché volevo essere a Montelibretti, ma sulla concomitanza organizzativa di queste 2 gare così importanti. Se io questo Trebarwith, lo avessi preso prima, avrei dovuto scegliere a quale campionato partecipare. Secondo me è sbagliato che un cavaliere debba trovarsi in questa condizione. Credo che ci dovrebbe essere più attenzione a questo genere di dettagli. Però, per me, Lion D’Angers, rimane, la gara della vita, ed io volevo essere lì. Se poi non sono stata guardata o considerata, non mi interessa. Io me la sono goduta lo stesso, dall’inizio alla fine”

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