venerdì 16 giugno 2017

AAA CERCASI CAVALLO DA CORSO DI FORMAZIONE:


Come fa lo studente “quisque de populo” a frequentare l’iter formativo per diventare istruttore se non ha tra le mani un cavallo idoneo?
Dove si può reperire questo  “strumento di lavoro” a quattro gambe ?
Cosa può fare la federazione italiana per venire incontro alle esigenze degli aspiranti istruttori?
Di Giulia Iannone

Abbiamo inviato la presente lettera il 10 giugno 2017 al Presidente della FISE e siamo in attesa di cortesi e quanto mai attese news in merito dall'Avv.Marco Di Paola. 
Nell'attesa di ricevere una risposta,  pubblichiamo la medesima sul nostro blog per portare a conoscenza dei lettori gli argomenti trattati nell'epistola (G.I)
Mattinata di lavoro ad un corso di formazione svoltosi di recente nella regione Lazio.
Un bellissimo scorcio della campagna romana sulla Braccianese
PHOTO GIULIA IANNONE


Gentile Presidente Marco Di Paola,
desidero segnalare in questa lettera aperta,  una grande penosa ed incresciosa difficoltà che riguarda chi come me,  sta frequentando i corsi di formazione per diventare istruttore.   Si tratta di una difficoltà concreta che consiste  nel non riuscire a reperire un cavallo idoneo da presentare ai corsi di formazione per frequentare e sostenere l’esame pratico alla  fine del  modulo durante l’iter formativo ed a fine corso di singolo livello. Quando parliamo di cavallo idoneo intendiamo un soggetto tecnicamente preparato, in condizione atletica ed adeguato stato di salute ,  in regola con le vaccinazioni ed il passaporto, con la ferratura o cura dei piedi, di buona indole, paziente e collaborativo, con un giusto grado  di addestramento,  tale da poter affrontare serenamente ed in maniera costruttiva e consapevole alcuni giorni di lavoro specifico , ad esempio una unità didattica di dressage, per poter portare a compimento il proprio iter formativo intrapreso.
Questo può sembrare facile ma non lo è realmente per tutti.
Come può fare un allievo che per mille ragioni non ha tra le mani questo cavallo che potremmo definire “school master” per partecipare al corso?
Come fa un candidato “quisque de populo” che non è nato in  una famiglia equestre,  oppure che non ha  amici, parenti ,   il proprio istruttore o una  propria scuderia di appartenenza,  a reperire questo fantomatico cavallo da corso ?
Magari il proprio cavallo è troppo caldo o con un carattere delicato e sensibile,  poco idoneo ad una gestione troppo impegnativa, magari fermo per infortunio …allora il nostro povero e malcapitato aspirante istruttore  a chi si rivolge per poter frequentare lo stesso il proprio corso nei tempi che si è dato,  per portare a termine il proprio iter formativo?
Magari si  pensa di risolvere il problema prendendo in fitto un cavallo presso “privati”, ma a che costi, visto che chi è in difficoltà è disposto a pagare qualsiasi cifra,  preso nel vortice e nella spirale della disperazione e della necessità ?
Ed ancora,  magari questi cavalli disponibili al fitto  sono improponibili, infruibili, tenuti male, riesumati in tempi lampo  dal paddock perché tanto non servono più a nessuno,  ma possono far guadagnare lo stesso un bel gruzzoletto, e ci si porta al corso un bella statua da Museo delle cere di Madame Tussaud’s che  alla fine non farà  superare  , ovviamente, la prova del corso.
Se non ci si è passati a proprie spese non si sa cosa si prova,  in termini di tempo perso,  energie spese inutilmente e mortificazione subita.
 Allora,  perché la Federazione non pensa di sostenere e farsi carico delle esigenze di uno studente che frequenta i corsi di formazione, perché di questo si tratta in fin dei conti, di uno studente che ha bisogno di strumenti tecnici e didattici ed il cavallo rappresenta uno strumento di lavoro ed è compagno di studi e formazione personale?
Nel panorama della cultura equestre, il cavallo atleta,  oltre che compagno in campo gara a fini agonistici,  è anche compagno di studi, anzi il primo vero Maestro della nostra vita equestre.
Test di ingresso all'inizio del corso
PHOTO GIULIA IANNONE

 Non stiamo parlando di reperire un cavallo da Gran Premio, da Coppa del Mondo o Giochi Olimpici, ma di un cavallo didattico e scolastico che esegua ed esprima un lavoro tecnico argomento di conoscenza e su cui prendere confidenza. Se non reperisce il cavallo idoneo, il nostro povero e sconsolato candidato, solo e abbandonato a se stesso, deve solo desistere e non può portare a termine il proprio corso di studi, cercherà di frequentare tutte le unità didattiche teoriche ed attenderà un po’ di fortuna che lo  possa assistere per i moduli a cavallo. Ma con quale tempistica? Tutti gli altri colleghi saranno già passati avanti a lui, e seppur in possesso di una discreta preparazione tecnica e culturale, nessuno potrà capire ed osservare il vero valore di questo studente perché il cavallo, ancora una volta come sui campi di gara, è livellante ossia determina il livello e fa la differenza ,  già dal primo impatto visivo e sostanziale.
E’ bene sapere che , in Inghilterra, la British Horse Society, che ha preso molto piede anche in Italia ormai, fornisce,  proprio come schema di base,  i cavalli a coloro che frequentano i diversi steps di formazione per raggiungere l’obiettivo di diventare istruttori. I cavalli sono forniti dai circoli che ospitano gli studenti. I candidati devono saper montare dunque i cavalli proposti dalla BHS non i propri ! Allora prendendo spunto dall’ottimo e competitivo sistema inglese – che per di più sta creando grande concorrenza con i corsi didattici della nostra federazione italiana- si potrebbero creare ed ideare delle convenzioni con delle scuderie sul territorio italiano o creare degli accordi vantaggiosi anche con enti militari che con i cavalli ci lavorano e che di cavalli hanno grande disponibilità.
verifica finale: il commento della prova svolta
PHOTO GIULIA IANNONE
Ricordiamo che al Centro Militare di Equitazione, all’epoca in cui Andrea Mezzaroba era referente della formazione per la Fise Lazio , nell’ultimo periodo della sua gestione tecnica,  venivano messi a disposizione ben 6 cavalli della sezione corsi del CME ai corsisti. “Era una opzione molto apprezzata” ha dichiarato Andrea Mezzaroba ricordando quella fase della sua carriera “ perché i costi erano molto economici. Ovviamente erano tutti soggetti  idonei sia tecnicamente che fisicamente. Abbiamo sempre dato la possibilità di fare una prova preventiva, ma non sempre gli aspiranti ne approfittavano!”
 In alcuni casi , l’ex Ct della nazionale italiana di completo,  ha anche messo a disposizione i suoi due cavalli personali molto famosi : “Tenpo” il baio irlandese classe 1995 che fu riserva alle olimpiadi di Atene 2004 nonchè argento al Campionato Italiano militare di dressage e “Laomaco” detto “Lollo” il cavallo nato e cresciuto in Sardegna e lavorato ed addestrato interamente dai Mezzaroba –padre e figlio Luca- insieme ad Emiliano Portale per un periodo della carriera. Laomaco è stato anche bronzo al campionato europeo di completo a Montelibretti. Cavalli di indubbia qualità e preparazione tecnica sono stati dati i in prestito spontaneamente dal tecnico originario di Trento agli studenti,  con grande senso di generosità e spirito didattico senza alcun tornaconto economico.
 Quindi, per concludere, alla luce di queste motivazioni, sarebbe davvero il caso di investire in questo settore , essere più vicini alle esigenze dei corsisti con maggiore sensibilità e partecipazione concreta,  affiancandosi  al settore della formazione, regolando costi e  tariffe e supervisionando con cura i cavalli impiegati,  e  creando anche una filiera ad hoc, in cui magari,  oltre a fornire cavalli  realmente idonei – non quelli che non servono più a nessuno -  ai candidati sprovvisti, essere in grado di  effettuare un lavoro di preparazione mirata per consentire di prendere parte ai  corsi con maggiore consapevolezza e preparazione.
Allora …
Binomio attende di svolgere il proprio test
PHOTO GIULIA IANNONE

AAA cercasi non solo cavallo da corso di formazione ma cercasi soprattutto  Presidente della  federazione italiana Sport Equestri, aggiornato sulle problematiche reali di questi corsi di formazione,  Presidente  cui rivolgiamo il nostro accorato appello, che  indirizzi il proprio sguardo  a  sostenere più da vicino gli aspiranti istruttori , che rischiano di non finire mai il proprio corso di studi,  evitando che ci si  perda  tra mille difficoltà economiche burocratiche e pratiche e da qui  si cada in uno stato di prostrazione emotiva e nello smarrimento della propria  motivazione. Si è tanto livellati già in questo sport in campo gara perché il “cavallo” non è dello stesso valore per tutti, facciamo almeno in modo che un tecnico di domani, magari serio scrupoloso, interessato e ben preparato,  non debba sentirsi emarginato e fuori contesto per la medesima triste giustificazione.
 Si attende cortese intervento in merito.
Con speranza
GIULIA IANNONE

* le foto pubblicate sono tutte state scattate in lontananza   e opportunamente sfumate per rispettare la privacy dei protagonisti, volutamente colti di spalle. 



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