lunedì 14 novembre 2016

LA PAROLA A PIERO COATA DOPO IL GRAN PREMIO DELLE REGIONI DI VERONA 2016

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Ecco la squadra che ha trionfato al Gran Premio delle Regioni della Fiera Cavalli di Verona 2016
Al centro tra i ragazzi Piero Coata
Photo concessa gentilmente dal Presidente Giuseppe Brunetti



“VERONA? FREDDEZZA EMOTIVA, SICUREZZA E CONFIDENZA TECNICA”
“Bisogna scegliere, tra accontentarsi di partecipare o battersi per vincere”!
a cura di Giulia Iannone

Abbiamo incontrato nella club house del Circolo Ippico “ I Pioppi” di Campagnano,
il tecnico e selezionatore Piero Coata,  di ritorno dalla 118ma edizione della Fiera Cavalli di Verona.  Raccolto  un commento sulla storica vittoria della squadra del Lazio nel Gran Premio delle Regioni 2016, con lo sguardo attento al “backstage” di quanto ha portato a questo risultato: selezioni, preparazione, valutazioni tecniche e concettuali.

 Si aspettava di trionfare a Verona nel Gran Premio delle Regioni?
No. Non me l’aspettavo perché ci siamo confrontati con un gruppo di squadre molto competitive. Desidero dedicare questo trionfo a Giuseppe Brunetti, presidente uscente del Comitato regionale Lazio, che lascia l’incarico dopo 8 anni di mandato. Non è mai successo che la rappresentativa giovanile di una regione italiana abbia vinto nello stesso anno sia Piazza di Siena che Verona. Il Lazio ha in bacheca questo primato!  Verona inoltre è una gara molto difficile che, per quanto possa far discutere,  non si tratta semplicemente di affrontare un percorso di 1,25 ed 1,30. L’evento agonistico si svolge in un padiglione indoor molto impegnativo per i binomi, il materiale con cui sono costruiti i salti  è di tipo molto delicato, c’è lo schermo al centro del campo, l’atmosfera è quella di una tappa di Coppa del Mondo i ragazzi quando entrano hanno già un primo impatto emotivo da brivido, figuriamoci poter eseguire due percorsi di altezza 1,25 ed 1,30.  Perciò  bisogna portare delle persone molto preparate”
Persone preparate dice. Come vi siete allenati e dunque preparati per affrontare questo tipo di impegno agonistico che viene vissuto come squadra?
 “Prima cosa io controllo tutto l’anno come si comportano i ragazzi, sia vedendoli perché giro regolarmente per i concorsi, sia aggiornandomi consultando periodicamente i risultati dei binomi. Poi ho fatto solo una gara di selezione /qualifica a Cattolica, solo per vedere lo stato di forma in quel momento del binomio. Ed ho compilato una rosa di 12 scelte dalla quale sarebbe stata fatta l’ulteriore scrematura per Verona. Ricordiamo sempre che se ne portano solo 5 è facile ed ovvio fare scontenti e generare malcontento e dare adito a critiche. Purtroppo però si DEVE scegliere. Bisogna avere un obiettivo chiaro in mente, però. Bisogna scegliere, tra accontentarsi di partecipare o battersi per vincere”!
 Da quanti anni ricopre il ruolo di tecnico e selezionatore per il Lazio e per grosse linee si ricorda quali sono stati i risultati più importanti raggiunti nella periodo della sua gestione tecnica?
“Guardi parlerei dell’ultimo quadriennio. Posso dire solo come fatto storico che io sono subentrato nel ruolo ad Adriano Gigli. A Verona credo che il primo anno ho preso il secondo posto, poi il terzo, poi il quarto per un malaugurato “errore” di emozione perché uno dei ragazzi si è dimenticato il percorso – vedete che brutti scherzi gioca il fattore emotivo in quell’indoor- e quest’anno il primo posto. A Piazza di Siena non ricordo bene se ho vinto due o tre volte ma poco cambia.”
Come sono stati i criteri di selezione per questo appuntamento agonistico?  Nella scelta lei ha dovuto fare anche una altra considerazione: ossia che Verona e Piazza di Siena sono due eventi agonistici molto diversi. Ci spiega bene  in cosa sono diversi l’evento della Coppa dei Giovani di Piazza di Siena ed il Gran Premio delle Regioni, più o meno già lo ha accennato ma ritorniamoci per capire ancora meglio la sfumatura da cui è nata la scelta dei binomi di novembre?
“Ho già detto che ho monitorato costantemente i cavalieri ed i cavalli. Ora Verona è una gara indoor, dunque che si svolge al coperto. Nella nostra regione non abbiamo dei posti idonei per effettuare delle gare al coperto. Controllando i ragazzi sempre tutto l’anno ho preso in considerazione i cavalieri più esperti perché quella del Veneto è una gara difficile e particolare. Facendo poi a Cattolica una ultima visione solo per accertarmi dello stato di forma con l’approssimarsi della Fiera Cavalli. Poi se andiamo a vedere i ragazzi che sono andati a Verona quest’anno, parliamo di Valerio Mosca, è tra i primi dieci della computer list nazionale, poi c’è Catarci che ha rifiutato di fare la selezione, poi Luigi del Prete che è 19mo nella computer list nazionale, Arianna Iacovacci è la prima della computer list nazionale , Elisa Ottobre la osservavo da tempo, è arrivata quarta ai Campionati Italiani appuntamento agonistico non tanto lontano dal punto di vista cronologico, ma io già la seguivo sia  con Cadanz che con l’altro cavallo. Ascanio Tozzi l’ho portato per lo stile. Guardate tutti vogliono andare a Verona, ma trovarne 5 veramente competitivi e disponibili alla fine risulta difficile. Diversa è Piazza di Siena. Il metodo e criterio con cui effettuo la selezione è diverso: giusto o sbagliato che sia, attenzione, non dico che sia il vangelo! In primo luogo cerco di portare dei ragazzi veramente giovani perché si salta con il primo grado, che facciano l’esperienza sul memorabile ovale romano. Vincano o non vincano quello è un altro problema! Ma io porto dei ragazzi giovani a Piazza di Siena, per fare una esperienza!”
Piero Coata, Giuseppe Brunetti e Marco Sassara
il Tecnico selezionatore, il Presidente Comitato Regione Lazio, Lo Chef de Equipe
Photo gentilmente concessa dal Presidente Com. Regione Lazio Giuseppe Brunetti

Parliamo della rosa di 12 nominativi che già aveva generato un po’ di brusio. Come sono confluiti i primi nominativi in questo elenco?
“ Occhio sui risultati e carte alla mano. Ho seguito i risultati, i binomi si equiparavano per certi versi. Poi ad esempio porto dietro un ragazzo come Riccardo Onori, perché ci tengo, è un giovane cavaliere che per me ha talento e va aiutato, va tenuto sempre in considerazione, va curato, coinvolto e motivato all’interno del circuito giovanile. Venendo a Cattolica alla gara, lo ha adocchiato un proprietario che  forse  gli darà un cavallo da montare. In questo sport come tutti sappiamo c’è chi ha possibilità e chi no, Riccardo è un ragazzo che ha talento e per me va aiutato, va tenuto nel gruppo”
Voci di corridoio seguenti alle scelte, sostenevano che binomi che gareggiano a livello di 1,50 sono esagerati per il Gran Premio delle regioni di Verona. Ma nelle altre realtà equestri italiane, che lei ha incontrato alla gara del veneto, quale è stato il livello contro cui vi siete confrontati?
“ I cavalieri delle altre regioni erano di un livello addirittura più alto del nostro! Senza considerare i cavalli! Noi siamo andati con dei ragazzi giovani ossia juniores, io ho usato solo una Young Rider. Le altre regioni hanno usato due Young Riders che avevano almeno in curriculum diverse coppe delle nazioni   se non anche Campionati d’Europa. Noi non avevamo binomi al pari. La Arianna Iacovacci non ha mai fatto Coppe delle Nazioni.”
Ha trovato che ci siano  state più critiche del solito questa volta. Secondo lei come mai? Si è dispiaciuto?
“Credo per un fatto politico. Se io ricopro con passione e grande piacere questo ruolo tecnico, lo faccio solo per lo sport non per la politica. In caso contrario temo abbiano sbagliato persona! Questa atmosfera  sterile mi ha arrecato dispiacere perché queste critiche sono superflue per la prestazione agonistica. Inoltre sono sempre a disposizione, pronto a chiarire ogni dubbio non solo tecnico ma anche inerente il criterio di selezione. Non mi piace che la gente parli dietro senza chiedere. Quest’ambiente purtroppo è molto di facciata ed ha la cattiva abitudine di generare chiacchiericcio e brusio che danneggia  lo sport in generale. Meglio confrontarsi e chiarirsi.”
Il podio di Verona scatto ufficiale
Photo courtesy Valerio Mosca facebook page

E’ stato anche detto che i criteri di selezione non sono indicati da nessuna parte nero su bianco ed anche che lei porta a questi appuntamenti prestigiosi solo i suoi allievi. Come può rispondere alla prima ed alla seconda impressione che gira come “voce di corridoio”?
“ La prima notazione è assolutamente falsa! Per Piazza di Siena vengono fatte tre tappe di selezione e due binomi  vanno di diritto e tre li scelgo io e non si scende mai al di sotto del sesto e del settimo posto della classifica su cui si fa selezione. Inoltre nella squadra specie per Piazza di Siena non viene preso in considerazione solo chi fa zero ma anche dei binomi utili per la categoria di stile. Per Verona ho già sottolineato prima, e la selezione si è fatta a cattolica solo per vedere lo stato di forma dei binomi, visto che gli atleti  sono monitorati costantemente da me. Verona è una gara particolare, è inutile che si parla di 4 o 5 tappe...ma dove si fanno, non esiste? Poi...io uso questo metodo, se si pensa che è errato, e mi prova che non è corretto, io sono tanto umile da ascoltare. Quanto al fatto che io porto solo i miei allievi.... inizio col dire che essere miei allievi non è una condizione di comodo o vantaggio, sono molto severo ed esigente. Temo che sia davvero molto molto peggio! Non si parte avvantaggiati. Nella rosa dei 12 non avete trovato altri miei allievi come Alessandro Donazza, Alessandro Natali e Matteo Del Prete, che pure  hanno il secondo grado, ma non erano ancora pronti. Quanto a Mosca e Luigi Del Prete, essi occupano posizioni di rilievo nella computer list nazionale. Però Valerio Mosca si è dovuto guadagnare il posto in squadra, non è che l’ho portato di diritto come qualcuno faceva prima. Non ho dato di diritto niente a nessuno. Non capisco però perché quando a decidere sono io ci sono problemi, quando io sottopongo i miei di allievi al giudizio di altri tecnici è tutto normale.”
Con l’approssimarsi del nuovo consiglio del nuovo Comitato Regionale Lazio, lei auspica di conservare questo ruolo tecnico? Le piacerebbe?
“Aspettiamo di vedere chi va avanti. Poi,  se me lo chiederanno,  valuterò. Però,  prima di ogni altra cosa,  bisogna vedere  chi prende in mano il Comitato!”
In una prospettiva futura invece, le piacerebbe ricoprire il ruolo di tecnico giovanile nazionale per la disciplina del salto ostacoli ovviamente?
“ E’ una risposta difficile perché io sono innamorato della mia scuderia, dei miei allievi. Il tecnico nazionale ti porta fuori da questi binari! Perciò sarebbe una riflessione molto lunga da fare...”
(GIULIA IANNONE)









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