lunedì 15 maggio 2017

GIUSEPPE FORTE IL CT DEI PONY:

Giuseppe Forte nella sua "veste" di cavaliere
"Dopo mi sono dedicato all'insegnamento"
Photo Courtesy Giuseppe Forte

“ C’E’ TANTA SCUOLA ITALIANA INSEGNATA FIN DAL SETTORE PONY”
Sarà Giuseppe Forte il nuovo Ct del settore pony. Dopo molte stagioni ricche di soddisfazioni come Ct pony in Lombardia, la Nuova Fise punta su di lui per i giovanissimi in erba. Figura equestre di primissimo ordine, ha lavorato con Raimondo D’Inzeo e Graziano Mancinelli  ed è anche molto legato al cavaliere e tecnico lombardo Giorgio Nuti. Dalla base ai vertici troviamo finalmente una squadra di tecnici tutti provenienti dalla “Scuola Italiana” per eccellenza della migliore tradizione e sentire equestre.
A CURA DI GIULIA IANNONE

Può presentarsi a livello equestre ?
“  La mia esperienza di cavaliere è stata lunga, devo dire a buoni livelli e per me sono stati anni molto belli . Ho fatto parte di diverse Coppe delle Nazioni, ho lavorato molto con il Col. Raimondo D’Inzeo ma  ho iniziato con “Il Cavaliere” Mancinelli. Ho fatto le mie prime esperienze con quest’ultimo e poi ho lavorato con la federazione quindi con Raimondo D’Inzeo per un bel po’ di anni.  Dopo mi sono dedicato all’insegnamento. Sono tecnico per la Regione Lombardia già da un po’ di tempo   e quest’anno mi hanno dato l’opportunità di ricoprire il ruolo di CT. L’esperienza alle spalle ce l’abbiamo,  vediamo di fare del nostro meglio!”
Dunque le figure tecniche cui le si ispira anche per l’insegnamento credo siano Raimondo D’Inzeo e Graziano Mancinelli ?
“ Quello che ci hanno insegnato è la vecchia , che poi è ancora e sempre attuale, scuola italiana. Abbiamo sempre impiegato questo metodo con tutti i cavalli che abbiamo avuto da montare e dopo con tutti i ragazzi da seguire. Scuola  vecchia e tradizionale, sì, ma vedo che vale sempre ed è l’unica vera scuola che noi sosteniamo ed è quella che noi cerchiamo di far apprendere ai ragazzi d’  oggi. Non ci sono delle grandi novità, il mondo è unico e sempre lo stesso. Questa scuola sa portare sempre grandi risultati anche adesso. Quando uno vede oggi dei super cavalieri,  la loro monta è una delle più fluide e lineari, ossia   un po’ quella inventata dall’Italia”.
Veniamo al suo incarico nella FISE di Marco Di Paola. Lei sarà tecnico e selezionatore settore pony. Può dirci come si articolerà questo incarico?
“ Si svolge tutto in maniera un po’ veloce come tappe ed appuntamenti. Il nostro obiettivo di base sono I campionati europei  a fine a luglio , quindi abbiamo da adesso ad allora diversi concorsi molto importanti in tale ottica. Dobbiamo cercare di dedicarci con molta attenzione.  Nel  settore  pony,  ci sono ragazzini che escono velocemente e non ci sono tantissimi pony di  livello alto, inoltre ci sono tantissimi ragazzini che entrano dentro ma in poco tempo, purtroppo, devono fare una buona esperienza in vista di  un campionato europeo ma anche  in vista di tutte le Coppe delle Nazioni prima che sono già di livello alto e molto impegnative per ragazzi che non hanno ancora sostenuto degli impegni così gravosi. Bisogna individuare bene i soggetti che possono tenere la condizione psicologica, i pony che riescono ad impattare già bene in queste Coppe delle Nazioni da subito. Dobbiamo amalgamare tutte queste condizioni per essere freddi e concentrati all’appuntamento finale. Bisogna arrivare pronti. Osserverò i binomi in alcuni concorsi: questo week end mi trovo a Manerbio, dopo abbiamo ad Arezzo una grande selezione, poi dopo abbiamo la prima tappa a Lamprechtausen dove c’è la prima Coppa delle Nazioni, dopo poco tempo altre due tappe Hagen e Wierden, di mezzo ci sono i Campionati italiani e poi dopo un momento di calma e i Campionati Europei. Il primo pezzo importante della stagione va un po’ a finire. E’ solo tutto molto molto concentrato. Si va verso il periodo caldo e poi ci sono gli impegni scolastici di alcuni giovani cavalieri , abbiamo tante cose insieme da valutare,  per cui bisogna fare le cose con molta attenzione.”
"Ho fatto tanta gavetta in equitazione. reputo che si è più formati e preparati anche grazie alle tante esperienze
negative che forgiano dentro"
Photo Courtesy Giuseppe Forte

“Si legge nel comunicato in cui la si annunzia Ct nazionale…ruolo nel quale lei ha già dato ottime soddisfazioni alla Lombardia. Può ricordarci in che termini queste soddisfazioni? Da quanti anni lavora per la Lombardia?
“ Sono già diversi anni che lavoro per questa regione. Dopo un periodo di pausa, adesso ho ripreso e sono già ormai 4 o 5 anni. Noi abbiamo dei trofei mirati che portano a Poniadi e Ponilandia e Verona. Sono queste le soddisfazioni più grandi ottenute nel corso di questi anni di lavoro. Abbiamo riportato delle vittorie in quasi tutte queste manifestazioni agonistiche. Per i ragazzini un livello 1,15 fino a 1,20 sono appuntamenti importanti. La Lombardia è sempre stata la protagonista e devo dire che abbiamo lavorato molto bene sempre cambiando i ragazzi perché l’età è di 14 anni quindi dobbiamo avere un ricambio continuo e valido per sostituire quelli che escono. Nonostante il rincalzo, i risultati sono stati sempre super. Meglio di così non sarebbe potuto essere. Sono e siamo molto soddisfatti del lavoro fatto. Ogni anno, ci tengo a dirlo, abbiamo dato sempre ai Campionati Europei due o tre componenti che venivano dai nostri circuiti e dalle nostre categorie. Tutti ragazzi nati dal nostro vivaio. L’anno scorso e due anni fa, credo, che almeno tre su quattro fossero lombardi. “
Per molti anni il pony è stato reputato un cavallo “nano” e non è assolutamente così, si veda l’estero. In maniera più profonda , che cosa significa lavorare con i pony?
 “ Non è più possibile reputarlo un cavallo nano! Ormai ci sono dei pony che sono dei mini cavalli, pur rispettando l’altezza prescritta. Sono strutturati bene anche perché le altezze che affrontano sono anche abbastanza ragguardevoli: si avvicinano molto anzi affrontano le stesse altezze dei cavalli. I campionati Europei sono già gare di 1,35 qualcosa può toccare anche il metro e quaranta. L’impegno ed il lavoro richiesto è paragonabile realmente a quello del cavallo. Quando non è così bisogna avere tra le mani davvero un bel binomio che capisca queste cose. I pony caratterialmente sono molto tosti e grintosi e la loro forza è sicuramente il carattere. Il binomio va creato assolutamente per fare delle  gare così importanti,  perché il ragazzino è alle prime armi, Quando si crea il legame tra i due vanno avanti a mille, però bisogna stare sempre attenti perché il pony ha molta personalità. Ormai però essendo questi piccoli animali diventati dei mini cavalli, le distanze, le combinazioni le linee si avvicinano molto quasi a quelle del cavallo. Non c’è grande sbalzo quando il bambino passa dal pony al cavallo , adesso. “
L’Italia a che punto è?
“ L’anno scorso l’Italia ha vinto i Campionati Europei! Era tanto che non accadeva. Non abbiamo tanti binomi purtroppo che facciano quelle gare alte e soprattutto abbiamo pochi pony per fare queste altezze perché le cifre di acquisto  sono notevoli. Inoltre bisogna considerare che un ragazzino a 16 anni non può più montare un pony ,  quindi bisogna occuparsi di ricollocare il  pony in qualche modo :  si tratta di  un grande investimento per un tempo abbastanza ristretto, una situazione  molto onerosa. Da noi non c’è grande cultura di allevare e produrre pony,  quindi il fatto di doverli acquistare all’estero restringe molto il cerchio. Quando abbiamo avuto per le mani dei buoni soggetti, il livello riesce ad essere altrettanto alto. C’è questo handicap, che riguarda anche i cavalli, non essendo il nostro paese zona di allevamento di grande livello purtroppo,  bisogna sempre andare a cercarli all’estero. Mettiamo tutte queste cose insieme, unite  al dettaglio che la durata della carriera con il pony non è così lunga. Dai 14 ai 16 anni non sembra, ma il tempo è poco”
Sfatiamo allora un mito: Comprare il super pony all’estero fa andare direttamente al Campionato Europeo?
“ Purtroppo non è così! Se fosse così semplice, di gente che può comprarne ce n’è davvero tanta, anche se dopo bisogna rivenderlo. Però pur di arrivare al risultato la strada sarebbe praticata! Di pony che possono fare gli europei ce ne sono  all’estero, ma non è facile trovare e creare il binomio perfetto in così poco tempo!  Devi trovare un bel feeling, ma quindi stiamo parlando di bambini che non hanno dalla loro parte una tecnica consolidata ed esperienza. Non basta poi importare solo un lavoro, i due esseri devono conoscersi, identificarsi uno con l’altro. Poi i pony qualitativi  hanno anche molta personalità quindi ci vuole del tempo per  accettare chi c’è sopra. Il tempo è un ingrediente molto determinante per poter plasmare un bel binomio. Può capitare che uno vada in Inghilterra e Germania e subito parta la scintilla di una affinità  , ma deve essere veramente bravo il ragazzino. Se gli allievi fossero tutti così, sarebbe un lavoro molto semplice! Però le cose sudate e guadagnate sono molto più  equestri. Inoltre questi pony cambiano spesso mani, anche per loro essere sballottati da una parte all’altra, da un lavoro all’altro non è mica facile. Non sono delle macchine.  ”
"la mia esperienza di cavaliere è stata lunga. Ho fatto parte di diverse Coppe delle Nazioni"
Roma, Piazza di Siena : quando ancora c'era l'erba in campo!
Photo Courtesy Giuseppe Forte

La programmazione pony è stata affidata ad una commissione che sarà coordinata da Mino Palma e composta poi da Antongiulio Pieraccini e Daniela Tonali. Lei interagirà con questa commissione?
“ Loro avranno l’osservazione dei ragazzi nuovi che promettono ,  sul  territorio. Io devo dedicarmi a quella che è la parte alta ossia i ragazzi di prima fascia e portare avanti loro e tenere sempre d’occhio, giustamente, anche i ragazzi di seconda fascia perché come ripeto, il ricambio deve essere molto veloce perché i ragazzi a 16 anni escono”
Il momento pony rappresenta una occasione tecnica per i giovanissimi. Questa federazione mostra,  attraverso le sue scelte,  di essere molto attenta ai giovani.  Secondo lei in qualità di Ct quale è la differenza formativa e culturale  che mostra un ragazzo che è passato per un po’ nella gavetta pony?
“ Avendo fatto anche io tanta gavetta in equitazione,  reputo che si è più formati e preparati anche grazie alle tante esperienze negative che forgiano dentro. Trovo che chi ha lavorato sin da piccolissimo con i pony , pensiamo all’estero i bambini fanno le cacce ed il completo, si presenta nel giro grosso con una marea di esperienza alle spalle. La gavetta dà un aiuto in più in caso di difficoltà tecnica , circostanza negativa, un problema, si riesce ad uscire fuori con intelligenza e con saggezza e con la mente fredda. Chi ha già conosciuto queste cose a livello inferiore,  già da bambino,  non avrà problemi in  proseguo di carriera. Imparare a reagire di fronte all’imprevisto porta a completare la struttura dell’allievo sia fisica, che mentale organizzandosi  con l’animale. La tranquillità e la freddezza sono i due elementi più importanti in ambito equestre, praticare l’equitazione una volta a settimana non basta, oppure devi avere delle doti pazzesche personali che alla fine non bastano perché al momento del dunque gli altri passano avanti. Uno inventato non resta a lungo. Trovo che lo sport abbia comunque il merito di far tornare sempre i conti alla fine.”
La squadra di tecnici assemblata da Di Paola mostra di avere quel bel filo comune che noi aspettavamo da tanto: c’è molta scuola italiana. Troviamo due allievi di Mancinelli  e Raimondo D’Inzeo – lei e Giorgio Nuti- abbiamo tre allievi di Piero D’Inzeo: Natale Chiaudani, Piero Coata e Stefano Brecciaroli, nipote di Piero.
Allora forse il famoso progetto unico che voleva realizzare la precedente gestione, forse si potrebbe concretizzare attraverso di voi ed il vostro lavoro. Cosa ne pensa?A lei una altra grande e bella responsabilità culturale ?
“ Parliamo davvero tutti la stessa lingua proveniente dalla scuola italiana. Siamo nati lavorando in scuderia anche a contatto   con  i vecchi marescialli che abbiamo fatto in tempo a conoscere. io posso annoverare Defendente Pogliaga quale primo istruttore all’età di 13 anni, una cosa che va indietro nel tempo, sa ho 60 anni. Anche Giorgio Nuti ha lavorato con una figura del genere, il Maresciallo Pennuti. Tanti non li conoscono,  mai marescialli  allora erano i pezzi forte dell’equitazione italiana. Si,  trovo che questa federazione abbia centrato diverse persone. Non ci sono sbalzi di ideologie . Certo non è facile, perché può essere che tanti ragazzi abbiano preso una impostazione diversa- pensiamo alla staffa presa tanto in punta! - Non voglio dire semplicisticamente che uno deve montare solo  sollevato. Però i top riders di oggi montano con leggerezza e velocità come se fossero in pista quindi bisogna stare attenti a dare delle definizioni, perché ciò che passa per moderno oggi non è altro se non la vecchia cara scuola italiana. Anche gli stessi Jerry Smit e Roberto Arioldi  sono perfettamente in questo mood. Roberto Arioldi è un funambolo ed è molto personale,   ha lavorato con Mancinelli,  lo stesso Jerry anche se ha addosso molta scuola tedesca,  ha avuto parecchio  a che fare con noi! Trovo che c’è un bel gruppo di persone. Noi desideriamo solo proseguire con semplicità ed onesta quello che ci hanno insegnato i nostri maestri illustri. Sono andato recentemente a vedere uno stage diretto da Giorgio Nuti. Era un po’ che non lo vedevo lavorare, ma mi ha riportato tanto indietro negli anni. Abbiamo vinto con quegli insegnamenti semplici lineari e coerenti che funzioneranno sempre. Spesso è strategico usare grandi paroloni e rendere le cose difficili e complicate quando la strada maestra è tanto semplice e precisa. E’ come a tavola, se l’insalata è buona, non c’è bisogno neanche di condirla! “
"Noi desideriamo proseguire con semplicità ed onestà quello che ci hanno insegnato
i nostri maestri illustri"
Troppo Forte diceva l'articolo del tempo che ci ha inviato Giuseppe Forte.











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