domenica 28 febbraio 2016

“LA VOGLIA DI VINCERE DI PAOLO ZUVADELLI E WALESTRO”


L’intervista a Paolo Adamo Zuvadelli, trionfatore del Grand Prix Fixdesign International Show Jumping a Roma Cavalli.
il podio del GP di Roma Cavalli al centro Paolo Adamo Zuvadelli
Photo di Giulia Iannone

Un commento sulla gara, sul suo sauro “pancione” performante Walestro, sulla sua esperienza da allievo all’ultimo stage didattico tenuto da Henk Nooren – Mandi a Vermezzo.
A cura di Giulia Iannone

Si presenti ai lettori come le fa più piacere così ricordiamo a tutti chi è Paolo Adamo Zuvadelli?
Sono un istruttore di III livello ed un cavaliere professionista ormai da tanti anni! Ho la scuderia presso il  centro ippico Il Pegaso, a Barzago in provincia di Lecco.  Sono  molti anni che preparo e addestro  cavalli. Formo anche allievi. Questa  passione non mi è, diciamo, diminuita anzi vorrei dire il contrario. Nel corso degli anni l’intesa con questi animali è migliorata perché la conoscenza è migliorata, quindi mi diverto sempre di più a stare con i cavalli . ”
Facciamo un bilancio della sua trasferta romana a Roma Cavalli, Fixdesign International Show Jumping?
“ Mi posso ritenere veramente molto contento. Puntavo alle due gare più prestigiose che erano il Piccolo Gran Premio ed il Gran Premio, penso di avere centrato entrambe gli obiettivi. Ho portato uno dei miei migliori cavalli che è Walestro, cavallo con il quale ho vinto il gran premio e con il quale faccio binomio già da 4 anni. Stiamo parlando di un soggetto che negli ultimi tre gran premi ha vinto quindi che sbaglia poco e che mi ha dato grandi soddisfazioni in tutti questi anni. Inoltre ho portato un cavallo per me abbastanza nuovo, che il primo giorno ha avuto un po’ di difficoltà perché l’arena era per lui una novità con tutto questo pubblico e questi colori. Si chiama Piccolo S, ha  9 anni e  si è ben comportato il sabato arrivando secondo con una gara bella veloce e ben condotta”.
Paolo Adamo Zuvadelli in primo piano
istruttore di III livello, cavaliere professionista preparatore
di giovani cavalli
Photo courtesy Paolo Zuvadelli facebook page
(Mangimificio il Palazzetto)

Entriamo nel dettaglio. Giornata Grand Prix. Un pensiero sul percorso: dopo la ricognizione cosa ha pensato?
“ Il percorso era disegnato molto bene secondo me, però era sicuramente alla portata del mio cavallo che è abituato a saltare gare di quel livello. Ho cercato di rendere le cose semplici per lui,  infatti per lui sono state semplici. Nel senso che si tratta di un cavallo che conosco molto bene , ho cercato di dare la giusta fluidità al percorso e tutto mi è venuto come avevo un po’ immaginato. Ammesso poi alla fase successiva ,  la seconda manche si profilava  molto combattuta perché c’erano 13 binomi tutti con 0 penalità . Sono  andato a vedere il primo a partire che era Natale Chiaudani ed ho valutato così quali erano  le difficoltà e dove si poteva osare e cercare di vincere la gara. Di fatti quando è stato il mio momento ho cercato sin dalla partenza di andare veloce. Ho tolto una falcata di galoppo rispetto a Natale, anche se altri hanno fatto la mia stessa scelta, però ho cercato di dare molta velocità alle curve per vincere”
Ma allora lei è entrato con l’intento di vincere?
“ Esatto. Sono entrato per vincere! Ho cercato di vincere dando tutto quello che potevo dare, ho rischiato un po’ da tutte le parti, però il mio cavallo ha saltato con grande facilità e si è comportato molto bene. E’ stato molto bravo, sono molto contento.”
Da quale dei suoi colleghi si guardava o era impensierito?
Ero ultimo a partire, questo mi ha avvantaggiato molto. Una volta che è andato in testa Arnaldo Bologni- so che è un cavaliere veloce- sapevo anche di avere un cavallo più rapido del suo. Chiaramente quando si affronta un barrage un po’ tutti ti impensieriscono, però i cavalieri più quotati sono quelli che si sono inseriti nelle zone alte della classifica, come Luca Coata, Natale Chiaudani, Arnaldo Bologni. Conosco anche i loro cavalli quindi mi sono regolato. Ma in realtà io la gara l’ho fatta per il mio cavallo. Io gli ho chiesto il massimo e lui lo ha reso abbastanza semplice! E’ stata una bella gara per il seguente motivo: si può vincere in tanti modi. A volte vinci perché fai zero mentre gli altri non fanno zero. Quindi magari non hai osato al cento per cento ma sei stato quello che rispetto agli altri ha portato a termine un percorso netto. Invece sono entrato col proposito di dare velocità. Il barrage va già molto veloce e devo fare in modo che il mio divario sugli altri sia tale da garantirmi la vittoria. Sono stato sicuramente anche un po’ fortunato, però conta anche questo. Avrei tollerato anche un errore veloce, ma io volevo essere veloce! Non mi sono accontentato di fare netto! Il netto premiava poco.”
"A Roma sono entrato per vincere! Volevo essere veloce!"
Nella foto di Giulia Iannone Paolo Adamo Zuvadelli in sella al suo Walestro

Parliamo di Walestro Van Het Bloemenhof  con cui ha vinto il Grand Prix Fixdesign. Ci racconti tutto ma proprio tutto di lui: origine, età, caratteristiche, punti di forza, punti deboli, punti su cui ancora lavorare, da dove proviene...
“ Si tratta di un cavallo abbastanza conosciuto nell’ambiente. Viene dalle scuderie dei fratelli Philippaerts. Tutto nasce dalla mia forte amicizia con Luca Moneta. Quest’ultimo vede il cavallo nelle scuderie di Ugo Pisani, che aveva acquistato il cavallo da Philippaerts, (ricordiamo che Ugo Pisani è anche lo sponsor di Emanuele Gaudiano ed anche mio grandissimo amico) e suggerisce di affidarmelo per le gare. Ugo Pisani allora mi ha chiamato al telefono proponendomi il soggetto e me lo manda in scuderia.  Lo tengo in prova un po’ di tempo e nasce subito il feeling tra di noi. E’ nata subito una bella sintonia, tutt’oggi ce l’ho ancora in società con Ugo Pisani.  Walestro ci ha regalato una infinità di soddisfazioni perché il cavallo ha collezionato  prestigiosi risultati, tra cui un terzo posto ai Campionati italiani, mi ha portato di nuovo a saltare piazza di Siena. E’ un cavallo che amo veramente molto, è molto intelligente,molto gradevole, molto umano, a me piace molto come personalità. Un cavallo che cerca sempre la presenza dell’uomo, è molto sfacciato, sicuro di sé, ha un bel carattere anche se fisicamente non è così bello! Un po’ pancione un po’ goffo, ha delle grosse doti, ma ha una mente calma, serena, sa coordinarsi molto bene e riesce ad essere molto performante per questa sua capacità di rimanere calmo anche quando tu lo provochi molto. Nei momenti difficili è capace di tenere molta concentrazione mentale. Oggi il cavallo ha 17 anni, è molto esperto.  La  cosa più importante per un cavallo di questo genere è  tenere il suo morale altissimo ed  il  fisico più in ordine possibile. Non è così determinante lavorarlo, ossia serve rispettando però questi due principi. Anche quando il cavallo si riposa a lungo, si gode il paddock e viene  sempre coccolato da tutta la scuderia.  Il cavallo fa il suo rientro in gara a Roma dopo un mese e mezzo di riposo dalla conclusione della stagione 2015. a lui come sempre basta poco per essere operativo!”
E’ un bel messaggio questo, visto che molti in ambito equestre pensano che a 17 anni i cavalli sono già finiti!
“ Credo che non ci sono regole, un po’ come per le persone. Dipende molto dall’atteggiamento che un cavallo ha davanti ai suoi impegni. Se un cavallo ti dimostra che ha voglia volontà determinazione è giusto portarlo in gara. Viceversa un cavallo, anche se più giovane, che  ha spento un po’ il suo interesse,  trovo antipatico continuare a spronarlo per ottenere chissà che cosa. Oggi  porto volentieri  Walestro perché  si sente un “figo” ed io sono contento di montarlo e molti che lo osservano dall’esterno mi dicono che sembra un puledro! Si comporta come tale. Adesso non vedo l’ora di riportarlo in qualche altra gara perché so che lui in questo momento è molto volenteroso. Non è l’età che me lo dice ma il suo atteggiamento. Bisogna sempre sentire cosa ha da dirti un cavallo. Quando un cavallo è pronto devi scendere in campo.  Quando  non lo è ,   bisogna rispettare l’essere cavallo ,    come fosse una persona!”
Zuvadelli e Walestro bronzo nel 2014 ai Campionati italiani assoluti II grado
Photo courtesy Zuvadelli facebook page
per Riders Club Italia 

Finita la gara a Roma, lei è partito alla volta di Vermezzo, per prendere parte allo stage con Henk Nooren. Gradirei davvero molto un suo parere. Come si è trovato a lavorare con questo super coach?
“Ho la sensazione che c’è una organizzazione dietro ad una idea. Questa cosa già mi piace molto. Il tecnico ha già lavorato in Italia è conosciuto ed indiscutibile, fortemente preparato e direi anche molto contemporaneo e moderno. Ha dato una sua idea di come gestisce il lavoro oggi ed è stata molto chiara e facile.  Gli  stages così concepiti vedono in campo  al massimo  2 binomi per dare  una indicazione molto raffinata a dei cavalieri che in linea di massima sono tutti di alto livello. Sono d’accordo. I tempi sono cambiati. Il fatto che Nooren collabori con un tecnico del dressage come Mandi dimostra sempre di più che si fa un lavoro più mirato ed innovativo.”
Le è piaciuto Barnabas Mandi?
“ Il tecnico Ungherese è una persona squisita. Non lo avevo mai conosciuto ma sono adesso al mio secondo stage. Fa una equitazione che a me piace molto: semplice, poco invadente e molto produttiva dal mio punto di vista perché il concetto principale che ha trasmesso è che bisogna impostare un  lavoro e saper attendere e non pretendere. Un concetto abbastanza conosciuto, ma lui lo fa a livello molto raffinato. Sa aiutarti con una impostazione tipo “ un dressage moderno” o un “dressage modificato” più rivolto ad un aspetto più su di una altra disciplina. Mi è veramente molto piaciuto lavorare con Mr. Mandi. Mi ha dato delle buone sensazioni. Chiaramente anche lavorare con Henk mi piace molto. La cosa che più interessa è che ho avuto la sensazione che tra Roberto Arioldi, Emilio Puricelli ed un po’ tutto lo staff che sta ruotando attorno a questi cicli di stages, c’è uno spirito di organizzazione. Voler tenere unito un gruppo di persone e di far crescere il livello dell’equitazione italiana che credo sia la cosa necessaria, non solo per conseguire risultati ma proprio per alzare il livello culturale della nostra equitazione. “
Allora lei vorrebbe Henk Nooren non solo per una stagione agonistica?
“Non trovo indispensabile tenere un tecnico piuttosto che un altro. L’importante è tenere l’idea. Magari l’anno prossimo Henk Nooren non potrà lavorare in Italia perché seguirà qualcun altro, l’importante è avere un altro tecnico. L’importante è avere un concetto di ritrovarsi, lavorare insieme, scambiarsi delle idee e fare del lavoro insieme dove il livello è molto alto e dove soltanto stando a guardare  un cavaliere viene voglia di far meglio di quello che è abituato a fare. Questo è in sintesi il mio pensiero! Se ognuno sta a casa sua ci si impoverisce viceversa stare insieme e lavorare, anche durante il primo stage in assoluto con Puricelli, Arioldi e Mandi, alle Scuderie della Malaspina,  è stato comunque interessante. Meglio ancora con Nooren. Onestamente a tutti a due questi stage si respirava una bella aria di sport. Questo a me piace. “
Prossimi appuntamenti agonistici per lei?
“ Ho un paio di gare nazionali in  Lombardia dopo di che ci sarà un primo internazionale a Gorla che è un due stelle e poi si partirà per il Toscana Tour ed il Cattolica Tour ed avanti. Dopo si spera di fare qualcosa in più. Questi concorsi saranno divisione per il tecnico per le prime Coppe e dopo vediamo cosa sceglieranno”.




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