venerdì 12 aprile 2024

LA CINA ASSOLDA TECNICI E CAVALIERI DALL' ITALIA

LA CINA ASSOLDA TECNICI E CAVALIERI DALL'ITALIA. Matteo Zoja , ISTRUTTORE E CAVALIERE, DAL PIEMONTE PARTE VERSO L 'ORIENTE. Di Giulia Iannone
La terra del Dragone, potenza economica e tecnologica in ascesa, inizia ad importare i simboli di benessere, ricchezza e lusso occidentale. Tra essi, gli sport equestri, il salto ostacoli in maniera precisa, disciplina entrata a Shangai circa 20 anni fa. Non è solo una faccenda di sport, passione, amore per il cavallo, ma è soprattutto una questione di relazioni. In una società ultra competitiva come la Cina, il cavallo diventa un segno distintivo, uno status symbol, anche per gli esponenti delle famiglie più potenti e benestanti. Il cavallo rappresenta più aspetti:investimenti, viaggi, tempo libero, attività sociali. Più che uno sport è una esperienza. Ne abbiamo parlato con il piemontese Matteo Zoja, istruttore di 2o livello discipline olimpiche, allevatore, addestratore di giovani cavalli, cavaliere di completo e salto ad ostacoli , nome legato negli ultimi anni a doppio filo, al cavallo italiano Dante di Almaterra. Da alcuni mesi Matteo è in Cina per lavorare in ambito equestre, sta mettendo a servizio le proprie competenze tecniche umane e culturali per sviluppare le nuova passione della terra del dragone, in una zona precisa di quell'immenso territorio. SHANGAI. Tra un volo e l 'altro, abbiamo raccolto la testimonianza del nostro amico cavaliere ed istruttore. Come è nata questa proposta? In cosa consiste l'incarico tecnico, dove ti trovi ed operi? "L’idea è nata dal fatto che da luglio 2023, non sono più l’istruttore dei tulipani Asd, in Piemonte, e da luglio di quest’anno, avendo la proprietà deciso di chiudere la scuderia, presso la quale operavo, ero alla ricerca di un nuovo incarico e mi è stato proposto di andare in Cina. Sono andato a fine gennaio a vedere la scuderia e a definire quello che sarebbe stato il mio incarico e a fine febbraio sono partito. Sono istruttore e cavaliere presso il Qingyun equestrian club a Shanghai. Mi occupo di seguire tutti i cavalli degli allievi che, per motivi scolastici, vengono a montare soltanto il weekend. Per me, che arrivo da scuole con impostazioni “rigide”, la Cina è una nuova sfida" Che tipo di cavalli hai trovato? Livello, tipo di gestione della scuderia e team organizzativo? A che punto sono arrivati? "Il livello dei cavalli è molto buono. Arrivano tutti dall’Europa perché in Cina, non hanno allevamento. I soggetti sono solo da lavorare per renderli un po’ più “classici” perché la loro scuola non ha un livello alto. Si affidano molto a noi europei, padri della cultura equestre, infatti ho trovato, in concorso, altri colleghi provenienti dalla Spagna, Olanda e Belgio. Lo staff in scuderia è formato da due tipi di Groom : ci sono quelli che fanno i box e quelli che si occupano dei cavalli. Con i primi nn ho molto rapporto mentre con i secondi trascorro molto tempo per via del fatto che condividiamo i cavalli da lavorare. A parte le difficoltà con la lingua perché nn parlano inglese, cerco di insegnare loro il mestiere vero e soprattutto l’essere più meticolosi e attenti ai dettagli. Gli allievi che seguo sono bravi e hanno molta voglia di imparare. Ascoltano molto e cercano di capire e riproporre quello che ho voglia e desiderio di insegnargli. Loro parlano tutti inglese. Quello che ho potuto capire è che hanno voglia, sono economicamente forti ma non hanno le competenze perché sono all'inizio, con uno sport che non gli appartiene ma che hanno desiderio di importare" Photo courtesy Matteo Zoja

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