venerdì 4 febbraio 2022

“LA MIA EQUITAZIONE BORN IN U.S.A”

Close Up A TU PER TU CON CARLOS DODERO Di Giulia Iannone Parliamo degli albori della sua passione equestre: come è entrato a far parte della sua vita il cavallo atleta? “Ho iniziato ormai tantissimi anni fa, quando avevo 7 anni. Sono già 52 anni che sto con i cavalli! Ero a Buenos Aires. Da piccolo avevo un cane. Sono passato davanti ad una scuderia ed il proprietario mi ha chiesto se mi piacevano i cavalli... è così che è scattata la scintilla ed ho cominciato a montare a cavallo. Crescendo poi piano piano ho cambiato diverse scuderie. A 16 anni ero già semi professionista.” La sua formazione tecnica ed i suoi maestri? “ Il Maestro più importante della mia vita è stato il Dr. Hugo Miguel Arrambide, cavaliere e campione argentino che ha saltato tante volte in Europa, assieme ad esempio a Piero e Raimondo D’Inzeo, Graziano Mancinelli...e tutti i grandi cavalieri italiani. Veniva spesso a gareggiare a Piazza di Siena ed a Torino, insomma in quelli che erano gli eventi equestri di prestigio dell’Italia del tempo, ma comunque su tutti i campi gara del mondo. Ha partecipato ad Olimpiadi , ha fatto tutto! Questo è stato il mio maestro principale. Ho fatto stages con l’Ungherese Bertalan De Nemethy, il maestro dell’equitazione americana, con George Morris , Katie Monahan Prudent e tanti altri buoni istruttori americani. Perché ci tengo a sottolineare che la mia equitazione è prevalentemente americana. A quel tempo ricordiamo che gli americani avevano una percezione più sviluppata degli italiani in merito all’equilibrio del cavallo” Per parlare di un cavaliere in maniera precisa bisogna ricordare e citare i cavalli della propria carriera, magari quelli del cuore? “Ricorderei un cavallo che ho lavorato personalmente sin da quando era puledro, si chiamava “ Siete De oro ”, poi ho fatto altri “grandi cavalli” , i cavalli argentini che ho portato a fare la qualificazione per le Olimpiadi e per il Campionato del mondo. L’ultimo cavallo che ho fatto è Tres Dias, con cui ho partecipato ai Weg qui a Roma. Poi ho saltato con i cavalli della Sigra Nicoletti dell’allevamento che sta a Piacenza, con uno di questi mi qualificai per le Olimpiadi di Barcellona, poi ricordo Condor dell’Uccellaia. Ma ci sono tanti altri cavalli bravi con cui ho saltato! “ Si dice però che un cavaliere abbia un solo grande cavallo in carriera. Il suo? “ Ma tutti sono stati per me grandi cavalli, che mi hanno aiutato e portato a fare tante cose importanti. Forse posso dire di avere una stima speciale per il mio primo cavallo, Spruce Yahgan, ero giovane e con lui a 17 anni ho fatto parte della squadra argentina per i Campionati panamericani a Indianapolis. Si quello posso dire che sta “ nel mio cuore” per sempre! poi c’è l’altro cavallo qualificato per la gara delle Olimpiadi di Seoul, si chiama “Suri Yahgan” dell’allevamento che gestivo in Argentina, qui in Italia è stato importante per me “Lasc Chavodier “ e Condor dell’Uccellaia. Certo non posso dimenticare Tres Dias con cui ho fatto il Campionato del Mondo qui a Roma e che poi hanno montato anche i miei figli”. Quali sono i risultati agonistici più importanti della sua carriera? “ La qualificazione per il Campionato del Mondo e conseguente partecipazione ai Weg, ma anche calcare il suolo di Piazza di Siena e quello mitico di Aquisgrana. “ Il ricordo di gara più bello? “ Scendere in gara per difendere i colori del mio paese ai WEG qui a Roma, nello Stadio Flaminio nel 1998. Fu una emozione molto grande. Tornavo a Roma solo per fare il Campionato del Mondo, dopo essere stato per ben due anni a Buenos Aires. Dopo, però, sono rimasto una altra volta a vivere qua in Italia, non sono più tornato indietro in Argentina” La domanda è d’obbligo: come mai dall’Argentina si è trasferito in Italia qui a Roma? “Certo! All’epoca avevo uno sponsor molto buono in Argentina poi è terminato il contratto dopo 10 anni di lavoro ed ho deciso di venire in Italia, perché amo molto questo paese, e subito ho cominciato a lavorare al Centro Ippico Capannelle dove stava prima Raimondo D’Inzeo ed io ho preso il suo posto! Se non fosse andata bene in Italia sarei andato in Spagna e se no negli Stati Uniti! Ho avuto fortuna! Così a 31 anni ho preso tutta la mia famiglia, moglie e figli ed ho detto “Cambiamo paese”! la vita del cavaliere è questa, è proprio così che va! Volevo provare in un'altra nazione, ed ora dopo tanti anni sono diventato italiano al 100%” Da cavaliere ad istruttore, come è avvenuto il passaggio? “ E’ tutta la vita che faccio anche l’istruttore! Nel periodo in cui non avevo cavalli per fare le gare, mi sono trovato a fare le prime lezioni. Poi adesso è un po’ di tempo che sto un po’ male con la cervicale, sono tre mesi che non monto, altrimenti monterei tutti i giorni! Mi piace molto insegnare e trasmettere agli allievi, ho passione anche per questo aspetto dell’equitazione. Quando poi l’allievo ha volontà io mi appassiono ancora di più, mi piace davvero trasmettere la tecnica del salto. Credo però che più delle parole, d elle spiegazioni, dei libri, delle lezioni, un istruttore può dare l’esperienza vissuta. Reputo che questa sia la lezione più significativa da offrire all’allievo” Lei attualmente dove svolge la sua attività? “ Centro Ippico La Formicola, a Bel Poggio. Io curo il settore salto ostacoli e Sorin Badulescu si occupa del settore dressage. Mi trovo a cooperare con un grande amico e grande professionista. “ Il 24 e 25 aprile sarà da Giuliano de Crescenzo per uno stage. Lei è stato tecnicamente molto importante per questo giovane cavaliere campano. Come vi siete conosciuti? “ La prima cosa da dire è che Giuliano De Crescenzo si è affidato completamente alla mia esperienza, ha creduto in me ed ha avuto dei risultati! Ci siamo conosciuti in gara, poi mi ha chiamato lui, prima per fare delle lezioni private poi per fare degli stages nella sua scuderia. Adesso periodicamente seguo i suoi allievi con alcuni appuntamenti didattici. Ah, sono anche suo testimone di nozze! Siamo diventati molto amici e posso dire che si tratta di una famiglia davvero fantastica” La sua storia equestre è affascinante. Lei venuto dall’Argentina e con una formazione tecnica americana è vicinissimo all’indole ed allo stile equestre italiano in maniera perfetta. Che ne pensa? “ Se riflettiamo la matrice comune tra Italia ed America è l’intuizione di Caprilli! Con il tempo c’è stata una evoluzione, perché tutto va cambiando e tutto va avanti. Mi trovo molto di più con questo tipo di equitazione rispetto al metodo tedesco. Perché tiene conto dell’equilibrio e delle esigenze del cavallo che si monta, invece di imporre baricentri e modificare l’equilibrio. “ Quando affronta uno stage, come si orienta e come struttura la training session? “Tutto nasce dal lavoro in piano, durante il quale osservo e verifico l’impostazione dell’allievo: posizione e gestione del cavallo. Poi introduco degli esercizi specifici, lavoro su barriere per organizzare il galoppo, piccoli saltini e qualche linea di salti. Il secondo giorno si affronta anche un percorso basandosi sul lavoro impostato in prima giornata. “ Dell’equitazione contemporanea, può citare un cavaliere che stima, che apprezza? “ Antonio Alfonso. Forse sono un po’ di parte, perché gli ho insegnato tanto! Ma è un cavaliere molto preparato, molto bravo.” A livello internazionale? “ Anche se ha la sua età, per me una figura da ammirare è Nick Skelton!” Questo è l’anno delle Olimpiadi, Rio 2016: Vuole dire qualcosa in merito a questo evento? “ Un appuntamento difficile un po’ per tutti! Beh, non mi sento di dire molto. Vediamo. Forse l’unico cambiamento degli ultimi anni è lo sviluppo a livello equestre dei cavalieri di nazionalità araba. Sono gli unici che hanno fatto un cambiamento importante. Hanno avuto la possibilità di fare grandi investimenti su grandi istruttori e grandi cavalli. Hanno trovato i cavalli giusti ed hanno scelto ottimi preparatori. Ecco il motivo del loro grande exploit sulla scena equestre internazionale. Sono gli unici che hanno fatto un salto di qualità esponenziale” Il suo pensiero sull’Italia del salto ostacoli curata da Henk Nooren? “Mi sembra un grande professionista, molto esperto e tecnico. E’ stata una ottima intuizione, da una parte. Però noi abbiamo dei grandi tecnici nel nostro paese che delle volte non sono apprezzati. Un esempio di cosa intendo , un cavaliere ed istruttore che a me piace tantissimo, è Giorgio Nuti. A mio parere si tratta di un grandissimo professionista all’altezza di portare avanti una squadra! Lo dico sempre...”

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