Piero Coata a Piazza di Siena 2016 Photo courtesy C.R.Lazio per gentile concessione del Presidente Giuseppe Brunetti |
CHEF DE EQUIPE DELLA SQUADRA DEL LAZIO VINCITRICE DELLA COPPA DEI GIOVANI
A cura di Giulia Iannone
Nel “day after”della vittoria, abbiamo incontrato Piero Coata che ci ha
raccontato di più sulla affermazione della squadra che ha rappresentato la Regione Lazio quest’anno nella
Coppa dedicata alla memoria di Bruno Scolari.
Ecco il commento del tecnico romano:
Facciamo un bilancio delle due giornate di gara a
Piazza di Siena “Coppa dei Giovani”. Si aspettava l’affermazione della squadra
del Lazio?
“No, non me l’aspettavo perché non parto mai con
l’aspettativa o la pretesa che i ragazzi
che seguo, iscritti alla Coppa dei Giovani,
debbano vincere. Per i ragazzi è una
esperienza entrare nello storico ovale di Piazza di Siena. Stiamo parlando di
un campo difficile, quindi spero principalmente che i ragazzi montino bene, poi
se viene il risultato meglio ancora!”
Lei ha parlato giustamente di esperienza. Nel bagaglio di esperienza di un giovane
atleta , quando ancora l’equitazione è una passione priva di complicazioni
professionali, cosa può rappresentare aver preso parte alla Coppa dei Giovani
per il proseguo?
“ Specialmente a Piazza di Siena, cerco sempre di
portare dei ragazzi giovani nei quali riconosco il desiderio serio e concreto e
la predisposizione a portare avanti questa attività. Perché,
ripeto, è già una grande esperienza per un ragazzo “giovane” entrare ed il solo partecipare.”
Ci racconta qualche dietro le quinte della squadra
del Lazio: se ci sono stati dei momenti non so, simpatici, oppure di
particolare emozione oppure tensione che desidera condividere con noi?
“Beh direi che è andato tutto abbastanza bene!
Solo abbiamo avuto una giovane amazzone
che in prima giornata ha chiuso il suo giro riportando 8 penalità. Quando sono uscito ho incontrato il Presidente
del Comitato Regione ( Giuseppe Brunetti, ndr) e l’ho visto visibilmente
preoccupato. Sicché ho rassicurato anche lui, quasi prevedendo che proprio
quella amazzone ci avrebbe fatto vincere la Coppa ! Così è stato! Ma qui la fortuna c’ha messo
anche il suo utile zampino!”
"E' una grande esperienza per un giovane il solo partecipare alla Coppa dei Giovani" Photo courtesy C.R. lazio per gentile concessione del Presidente Giuseppe Brunetti |
Cosa le è piaciuto di questa formazione schierata per
il Lazio quest’anno, e cosa invece avrebbe desiderato di più in essa?
“ Vorrei in
verità fare una valutazione in generale invece. Ossia che la Coppa dei Giovani nel complesso ha tratto
giovamento da alcune modifiche apportate al regolamento. Grazie ad esse ,ad esempio, tutti e 5 i ragazzi hanno fatto parte della
squadra. Non c’è stato insomma chi è rimasto fuori e questo a mio sentire è una
cosa giusta per questo livello”
Quest’anno la gara ha avuto una classifica e quindi
premiazione a parte per lo “stile”. Cosa ne pensa di questa novità e della cura
di questo dettaglio? Forse uno stimolo in più per montare meglio?
“ Questo sicuramente. Sono molto favorevole alle gare
di stile, perché gli allievi e di conseguenza gli istruttori cercano di
migliorare. Vorrei però che i giudici
spiegassero con maggiore puntualità cosa vogliono vedere sul campo. Parlando un
po’ in giro, ho potuto appurare che quasi nessuno ha realmente compreso quali
siano le aspettative dei giudici. Prima della gara, sarebbe proficuo che i
Giudici spieghino nel dettaglio agli istruttori quello che vogliono!”
Lei è Chef de equipe per il Comitato Lazio da almeno
tre anni, ed ha già riportato due vittorie. Le piace questo ruolo tecnico e
cosa in particolare?
“ L’incarico mi piace soprattutto perché mi consente
di lavorare a stretto contatto con i giovani. Faccio fatica, invece, ad affrontare tutte quelle situazioni
accessorie prive di senso che a mio avviso non fanno parte dello sport, come ad
esempio le lamentale che si generano a
seguito delle selezioni atte a scegliere i componenti della squadra”
Avete fatto un lavoro collegiale nella sua scuderia “
I pioppi” di Campagnano con anche il
supporto tecnico speciale di Giorgio Nuti. Come si è svolto e cosa avete curato
nel dettaglio?
“Questo lo organizziamo tutti gli anni sia in vista
di Piazza di Siena che di Verona. Se c’è Giorgio Nuti ancora meglio, come in
questo caso! In primo luogo serve a tenere la squadra riunita ed a stringere tutto il gruppo per due giorni, lavorando insieme. Abbiamo fatto solo un lavoro di
esercizi e niente di particolare. Cavallo in equilibrio, calma e concentrazione
e serenità del cavaliere. Sembra poco, ma è già tanto!”
Dal punto di vista emotivo e psicologico per il
binomio?
“Per essere sinceri, il mio contributo e supporto
tecnico durante l’evento agonistico è più quello. Il lavoro di costruzione si
svolge a casa, ed in gara il mio scopo è quello di tenere tranquilli, motivati,
determinati i binomi e pensare a sentire
il cavallo. Basta!”
Questo tipo di gara consente ai cavalieri in erba di
condividere il campo con i migliori in circolazione del salto ostacoli. Cosa
dovrebbero osservare e carpire i giovanissimi? In che maniera dovrebbero essere
ispirati?
“ Di un
cavaliere professionista bisogna valutare
come si approccia alla gara, come si muove,
come lavora, come organizza le fasi salienti della competizione. La mattina alle 7 I top riders sono a cavallo
per un primo lavoro, alle 12 ristanno a
cavallo e forse la sera fanno la gara. I ragazzi così hanno l’opportunità di
capire che l’equitazione vera è una disciplina dura, fatta di sacrifici,
dedizione, impegno costante, pazienza. Certo sono cavalieri bravi, di successo,
campioni, hanno bei cavalli, materiale tecnico di alto
livello e di grandissima qualità, ma essi suggeriscono che tutto questo non si raggiunge senza il lavoro.”
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