"La squadra britannica si conferma per il secondo anno consecutivo senza rivali a Roma" Photo di GIULIA IANNONE |
La squadra della Gran Bretagna di Di
Lampard si conferma senza rivali per il
secondo anno consecutivo in Coppa delle Nazioni
L’Italia parte bene ,ma, dopo un secondo round
difficile, si attesta in ultima posizione con 24 penalità totali assieme alla
Svezia.
L’inviato Giulia Iannone
Cassionato, il cavallo grigio di Michael Whitaker invece di precipitare nello sconforto si è lasciato guidare... |
Tutto infine è stato tra le mani di John, il cavaliere “ The King” di altri tempi e di altra saggezza ed equilibrio morale ed interiore, semplicissimo e di grande umiltà a bordo campo sempre alla mano e gentilissimo. A lui era concesso di fare solo 0 o 4 altrimenti avrebbe determinato un barrage con Francia e Stati Uniti. Quando è entrato in campo, serio e fiero, si leggeva chiaramente nel binomio l’intenzione di fare zero. E’ venuto un clean round ponderatissimo che ha sciolto il pubblico non di casa in una ovazione e standing ovation, con l’immagine del cavaliere di Milton in esultanza quando all’ultimo ostacolo ha buttato via le redini ed ha stretto i pugni al cielo in segno di vittoria!
"ed ha saputo brillare sulle insidie!" Photo di Giulia Iannone |
La
squadra italiana partiva carica di buoni propositi, di buone prestazioni dei
singoli componenti individuali, di tanta voglia e speranza di spezzare il
sortilegio che ci impedisce di vincere questa gara dagli anni ’80. Si è tradotto però il tutto anche quest’anno
con un Nulla di fatto.
Secondi ex aequo si sono
classificati gli USA di Kent Farrington, Solem Callan, laura Kraut, Mclain
Ward e una Francia “stellare “ che
schierava nell’occasione Simon Delestre, Kevin Staut, Penelope Leprevost, Roger
Yves Bost con 12 penalità. Dietro di
loro la Germania
dei super cavalieri Marco Kutscher e Marcus Ehning con 14 penalità totali, Una
“Olanda “ delle grandi occasioni poiché composta da Jeroen Dubbeldam ed il suo
Zenith, Harrie Smolders, Jur Vrieling, Gerco Schroder che hanno chiuso con 20
con alcune sbavature di troppo , inaspettate per esempio nella seconda manche
da uno Zenith che letteralmente precipita nella forma fino a riportare 16 penalità; il Canada di
Eric Lamaze a 22 penalità, la Svezia a 24 penalità con
una Malin Johnsson Baryard perfetta con
doppio clean round, ed a pari 24 penalità, fanalino di coda la nostra Italia
che nell’occasione schierava Emanuele Gaudiano su Caspar 232, recuperato per la
gara dopo l’intervento alla clavicola in tempi davvero record, Lorenzo de Luca
davvero costante e coerente nel suo approccio alla gara che ha chiuso con 4/4 su
Ensor de Litrange, questo cavallo BWP figlio di Nabab de Reve che gli calza
davvero a pennello, un Emilio Bicocchi molto concentrato, forse troppo carico
di aspettative e di spinta emotiva per fare bene dopo il titolo italiano e la
vittoria a Manheim, con Ares che non ha vissuto proprio bene emotivamente il
percorso ideato dallo Chef de piste Uliano Vezzani, al quale ha confidato in
conferenza stampa di aver capito che l’Holsteiner di 10 anni al primo giro ha
fatto uno sforzo sul salto 3 e di lì per
la sua troppa sensibilità se l’è presa un po’, mettendosi contro in maniera
visibile nella seconda manche durante la quale ha riportato 16 penalità. Poi Piergiorgio
Bucci su Casallo Z, cavallo bellissimo e fantastico da veder saltar per la sua
bella tecnica sul salto, ha regalato anche lui come Gaudiano in apertura di
Coppa un utile netto, non riconfermato ma anzi tramutato in un 8 in secondo round con un errore
tecnico di cui si è preso la colpa in onestà il cavaliere abruzzese.
Lorenzo De Luca ha chiuso con regolarità il risultato della Coppa con 4/4 su Ensor de Litrange Lorenzo ha detto "non avevamo paura di vincere!" PHOTO DI GIULIA IANNONE |
Il giro ideato e disegnato
da Uliano Vezzani era sicuramente selettivo e ben studiato con dei punti
delicati che possiamo individuare – perché queste le trappole in cui maggiormente
sono incappati i binomi!- nel numero 2 girata colosseo, numero 6 verticale
tempio su blu, numero 8 A
largo a salire, che sono stati i più errorati.
Due piccoli escamotage coreografici che non erano delle semplici decorazioni, sono risultati fondamentali per creare delle traiettorie obbligate per i cavalieri. La decorazione verde a forma di cavallino, il laghetto in entrata- sotto il tabellone dello score- circondato da vasi di fiori, ed una staccionata di betulle in fondo sono stati posizionati così per evitare delle traiettorie troppo complicate ed azzardate per i cavalli all’insegna del benessere dell’atleta a 4 gambe. Scorrendo la classifica finale vediamo che sono stati solo quattro i doppi percorsi netti, sintomo di costanza, regolarità e concentrazione su entrambe le manches: John Whitaker con Ornellaia, l’americano McLain Ward con HH Azur, la francese Penelope Leprevost su Vagabod dela Pomme e la svedese Malin
Baryard-Johnsson su H&M Cue Channa.
Uno dei salti rivelatisi delicati: il numero 6 PHOTO DI GIULIA IANNONE |
Due piccoli escamotage coreografici che non erano delle semplici decorazioni, sono risultati fondamentali per creare delle traiettorie obbligate per i cavalieri. La decorazione verde a forma di cavallino, il laghetto in entrata- sotto il tabellone dello score- circondato da vasi di fiori, ed una staccionata di betulle in fondo sono stati posizionati così per evitare delle traiettorie troppo complicate ed azzardate per i cavalli all’insegna del benessere dell’atleta a 4 gambe. Scorrendo la classifica finale vediamo che sono stati solo quattro i doppi percorsi netti, sintomo di costanza, regolarità e concentrazione su entrambe le manches: John Whitaker con Ornellaia, l’americano McLain Ward con HH Azur, la francese Penelope Leprevost su Vagabod de
Quanto alla ennesima mancata
affermazione della squadra italiana, anche in conferenza stampa, si è parlato
molto di mancanza di fortuna, di un “sortilegio” che tarda ad infrangersi a
spezzare il meccanismo negativo che incastra i componenti. Credibile il
pensiero della “Tuke” : sempre nello sport è quel quid pluris, quella scintilla
che decide che è arrivato il momento della gloria. Ma la
Dea Bendata temo, stia aspettando che tutto
sia perfetto: manca sicuramente qualcosa
alla prestazione equestre, all’amalgama del team, al labor limae dei cavalli,
alla mentalità ed allo spirito dell’agone, alla coesione di squadra, il saper
reggere alla pressione ed alle aspettative. Non saprei dire, ma sicuramente una
attenta indagine va fatta ancora. Lorenzo De Luca ha detto una frase molto
bella in conferenza stampa : “ Non
c’era in noi solo un tipo di paura : Quella di vincere!”
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