Emilio Bicocchi il miglior italiano in
gara su Ares chiude al decimo posto con
4/4
Occasione mancata dell’84ma Edizione di
Piazza di Siena per commemorare il cavaliere appena scomparso Mario Maini.
A cura di Giulia Iannone
Il direttore di campo Uliano
Vezzani ha dato non pochi grattacapi in ultima giornata ai 50 iscritti del GP
Roma della Domenica.
Le trappole più lampanti e prevedibili sono state – e si sono viste
chiaramente durante la ricognizione del campo- a quel maledetto numero 4 – 5 :
riviera spalle alla porta e un dritto a seguire, costruito con tre sole
barriere bianche su fosso . Qui sono venute piantate, errori su errori,
addirittura cadute inaspettate. Ma le difficoltà tecniche come delle botole a
sorpresa si sono aperte all’improvviso per tutti in ogni dove. Avere un cavallo
assolutamente perfetto, responsabile per se stesso, in equilibrio, ancora
fresco fisicamente e mentalmente era la caratteristica principale per uscire
dal dedalo di ostacoli che neanche sul grafico di percorso sembravano essere
innocui. Quella doppia gabbia sotto la tribuna un altro grattacapo, alias il
numero 13 enorme a fine percorso, nessuna concessione al relax fine percorso,
ma una raccolta di energie iperbolica per affrontare l’ultimo scatto l’ultimo
volo verso casa. Correggere la cadenza toccando la bocca del cavallo per
rientrare si è rivelata una pessima strategia per molto grandi cavalieri,
allontanare o avvicinare la battuta last minute, ha significato intrappolarsi
ancora di più nella tela del ragno ordita da Mr. Chef de piste.
Sembrava una ecatombe, fino a che semplice e facile facile, ci ha pensato l’americana Laura Kraut – e non ne avevamo dubbi!- su Zeremonie una 9 anni Holsteiner da Cero II che ha dimostrato agli astanti come si usciva indenni ed immacolati dal labirinto. Anche Uliano Vezzani è andato a complimentarsi con la compagna di Nick Skelton, indicando che quella esecuzione perfetta gli aveva fatto venire la pelle d’oca! Gli zeri precisi fioccano da parte dello svedese Peder Fredricson H&M All in, replica pur nell’indecisione Mclain Ward su Azur che sembrava aver messo ormai da giorni a Roma, una seria ipoteca sulla vittoria. Marcus Ehning su Cornado e Marco Kutscher su Van Gogh risolvono alla tedesca : con la potenza, con la carta della tecnica sofisticata, sottomissione , metodo.
Gli italiani sbagliano e tanto: Filippo Bologni e Lorenzo De Luca cadono, Gianni Govoni ed Antonio fanno del loro meglio ma questa gara è arrivata troppo presto per loro, Filippo Moyersoen è eliminato e via discorrendo. Emilio Bicocchi ed il ritrovato Ares chiudono con4 in 74.61 ed accedono al
secondo giro. Per una posizione non rientra invece Natale Chiaudani su Almero
12 che hanno eseguito un giro bello, bellissimo. L’evergreen di 17 anni figlio
di Asti Spumante è ancora felice e brioso tra le mani sapienti del cavaliere di
Tortona, un giro di grande raffinatezza e consapevolezza tecnica. Per quel 4 ha chiuso al 14mo posto che
gli ha negato l’accesso alla seconda manche.
Quella di Laura Kraut al primo giro è stata una esecuzione perfetta, tanto da far venire la pelle d'oca ad Uliano Vezzani! PHOTO DI GIULIA IANNONE |
Sembrava una ecatombe, fino a che semplice e facile facile, ci ha pensato l’americana Laura Kraut – e non ne avevamo dubbi!- su Zeremonie una 9 anni Holsteiner da Cero II che ha dimostrato agli astanti come si usciva indenni ed immacolati dal labirinto. Anche Uliano Vezzani è andato a complimentarsi con la compagna di Nick Skelton, indicando che quella esecuzione perfetta gli aveva fatto venire la pelle d’oca! Gli zeri precisi fioccano da parte dello svedese Peder Fredricson H&M All in, replica pur nell’indecisione Mclain Ward su Azur che sembrava aver messo ormai da giorni a Roma, una seria ipoteca sulla vittoria. Marcus Ehning su Cornado e Marco Kutscher su Van Gogh risolvono alla tedesca : con la potenza, con la carta della tecnica sofisticata, sottomissione , metodo.
Giro d'onore finale per Mclain Ward su Azur PHOTO DI GIULIA IANNONE |
Gli italiani sbagliano e tanto: Filippo Bologni e Lorenzo De Luca cadono, Gianni Govoni ed Antonio fanno del loro meglio ma questa gara è arrivata troppo presto per loro, Filippo Moyersoen è eliminato e via discorrendo. Emilio Bicocchi ed il ritrovato Ares chiudono con
Al secondo giro partono
prima le 4 penalità, poi Ehning con 1 penalità, poi i netti.
La seconda manche è stata
caratterizzata dalla caduta terribile ed inaspettata di Marco Kutscher da Van
Gogh.
Sono entrati per spingere il barrage nel tentativo di vincere. Il tedesco ha rasentato la perfezione ancora una volta anche al secondo giro, se non fosse stato che Van Gogh ha deciso di prendere da solo una iniziativa: ha tolto un tempo di galoppo rispetto all’avvicinamento che aveva organizzato il suo cavaliere. Con questo errore sono caduti fragorosamente entrambe e Marco ha seriamente rischiato di essere schiacciato dallo stallone KWPN. Per fortuna nulla di questo è accaduto, per fortuna poco dopo, con il fiato sospeso per le condizioni di salute del grande fuori classe allievo di Beerbaum, avremmo saputo che Marco Kutscher ed il suo cavallo stavano bene e che non avevano riportato i gravi danni che si temevano. I doppi netti sono stati tre, quelli del podio del 2016: Mclain Ward su Azur con il tempo di 40.45, Peder Fredricson su All in con il tempo di 42.05, Laura Kraut su Zeremonie con il tempo di 45.39. Quarto invece Marcus Ehning su Cornado che ha chiuso con 0/1 tempo 46.59 e quinto Kent Farringhton su Voyeur con 4/0 tempo di 40.78.
Sono entrati per spingere il barrage nel tentativo di vincere. Il tedesco ha rasentato la perfezione ancora una volta anche al secondo giro, se non fosse stato che Van Gogh ha deciso di prendere da solo una iniziativa: ha tolto un tempo di galoppo rispetto all’avvicinamento che aveva organizzato il suo cavaliere. Con questo errore sono caduti fragorosamente entrambe e Marco ha seriamente rischiato di essere schiacciato dallo stallone KWPN. Per fortuna nulla di questo è accaduto, per fortuna poco dopo, con il fiato sospeso per le condizioni di salute del grande fuori classe allievo di Beerbaum, avremmo saputo che Marco Kutscher ed il suo cavallo stavano bene e che non avevano riportato i gravi danni che si temevano. I doppi netti sono stati tre, quelli del podio del 2016: Mclain Ward su Azur con il tempo di 40.45, Peder Fredricson su All in con il tempo di 42.05, Laura Kraut su Zeremonie con il tempo di 45.39. Quarto invece Marcus Ehning su Cornado che ha chiuso con 0/1 tempo 46.59 e quinto Kent Farringhton su Voyeur con 4/0 tempo di 40.78.
L’americano Mclain Ward si è
accaparrato in questa edizione una serie di premi accessori: avendo vinto anche
il Piccolo Gran Premio del sabato , ha conquistato in questa edizione il super
premio di 50mila euro messo in palio dalla
società MAG-JLTper l’eventuale vincitore di queste due prove; il
premio ‘Master fratelli d’Inzeo’, offerto dalla famiglia dei leggendari
fratelli Piero e Raimondo d’Inzeo; l’altro
premio, riservato al miglior cavaliere del concorso, titolato Intesa Sanpaolo, main sponsor
del concorso.
“UNA EDIZIONE STILE GLOBAL: DOVE E’ FINITA PIAZZA DI
SIENA?”
ma dove è finito lo stile di piazza di Siena? Sembrava di stare al Global Tour! PHOTO DI GIULIA IANNONE |
Il cronista televisivo che ha effettuato le dirette
ufficiali di quest’anno, ha ricordato che la pioggia è stata il vero grande assente
dell’edizione 84 dello CSIO Capitolino. A suo dire l’agente atmosferico più
affezionato all’ovale, non avrebbe
trovato posto da nessuna parte, per cui avrebbe rimandato la sua visita. A mio
sentire non è stato così. La pioggia non ha riconosciuto il Concorso ippico di
piazza di Siena, non ha riconosciuto l’ovale ridotto, ridimensionato e
striminzito dai pannelli luminosi stile Global Tour, ha trovato tutte le
tribune accalcate aderenti all’ovale di sabbia... ed è fuggita perplessa! C’ha
ripensato ma ha trovato il fortino cartonato all’ingresso dell’ovale al cui
piano superiore è stata alloggiata la giuria ed ha pensato di essere a Fort
Apache, attaccata dagli Indiani. Ha pensato di fermarsi tra la tribuna stampa
... ma a furia di spostarla di anno in anno non è riuscita ad orientarsi. La
tribuna stampa quest’anno è stata posizionata in una sede davvero infelice: stretta,
lontana, pessimo il colpo d’occhio, accanto alla gente sempre più sapiente e saccente che invece di
stare in religioso silenzio durante lo svolgimento delle gare effettua una
radio cronaca privata, purtroppo tutti insieme. Brusio assicurato! Oltre al bla
bla bla senza ritegno, ognuno aveva portato da casa da mangiare nella borsa
stile Mary Poppins, dalla quale è uscito
ogni bene di Dio alimentare, e matematicamente ecco riversato per terra ogni
incartamento, lattina, bottiglia di plastica.
Altro che differenziata, una discarica di maleducazione. Inutile parlare delle folate di odore di frittura provenienti dal villaggio alle spalle della gente sull’erba autorizzata ad una Woodstock cittadina tutti spaparanzati sull’erba tra diversi camioncini per “street food” che hanno affollato creando un nuovo evento nella storica manifestazione dedicata all’equitazione.
Altro che differenziata, una discarica di maleducazione. Inutile parlare delle folate di odore di frittura provenienti dal villaggio alle spalle della gente sull’erba autorizzata ad una Woodstock cittadina tutti spaparanzati sull’erba tra diversi camioncini per “street food” che hanno affollato creando un nuovo evento nella storica manifestazione dedicata all’equitazione.
Sagra, villaggio turistico, ex tempio sacro dell’equitazione.
Da una parte siamo stati più contenti perché la
macchina organizzativa è stata più snella e veloce e leggera rispetto all’anno
scorso, quando c’è stato da spostare tutti quei fiori in continuazione, ma
forse quest’anno c’è da rivedere un po’ la cosa e ritrovare il vero volto di
Piazza di Siena. Non è il global, non possiamo ipotizzare di rivivere la Roma dei tempi d’oro, della
dolce vita Felliniana, ma magari iniziamo a levare Woodstock, l’effetto concertino,
gli odori di frittura ed i cartocci stile Fish and Chips dei Docklands
londinesi!
Tribuna stampa al termine della Coppa delle Nazioni... Sta per cominciare il giro d'onore. Bel colpo d'occhio per i cavalieri, vero? PHOTO DI GIULIA IANNONE |
Insegniamo alla gente, in questo caso tutta, che non
si svuotano le tribune in occasione del giro d’onore dei premiati. Sono anni
che lo scrivo, lo ripeto, lo sottolineo, ma non c’è niente da fare. I giri
d’onore quando i cavalieri internazionali arrivano in Italia durano pochissimo:
non c’è nessuno a battere le mani, nessuno ad assistere. Meglio dare riposo e
sollievo al cavallo portandolo finalmente in box.
No signori, qui il vero assente è stato lo stile, il
ricordo, la gratitudine per il passato.
I pini della
storica Piazza avevano le chiome tristi ed affrante.
Loro che sanno
ed hanno conosciuto la gloria dei tempi che furono. Sono loro ad avermi
confidato che è mancato il ricordo ed il tributo per un loro cavaliere amico,
scomparso questo 4 gennaio 2016 all’età di 89 anni. Il vero grande assente è
stato il Tributo al Cavaliere Mario Maini legato a filo doppio con lo storico
evento romano. Sarebbe stato doveroso e naturale omaggiarlo, commemorarlo accanto
ai grandi cavalieri che hanno fatto la storia della nostra equitazione
italiana. Accanto ai F.lli D’Inzeo, a Graziano Mancinelli, a Fausto Puccini, a
Bruno Scolari, c’è anche Lui. Gli si sarebbe potuto benissimo dedicare il
Premio di Stile, lui che su tutti i campi del Mondo ha tenuto alto lo stile
“venuto dal futuro” di una monta seduta purissima.
Invece l’esilio, per lui il regno del silenzio e
delle Ombre, destinato a non avere alcun ricordo ufficiale. Ostracizzato in
vita per il suo carattere, ostracizzato in morte per il medesimo motivo. “ Avrò
tutto mancato anche la morte? Ecco il destino mio, meritar l’oblio?” recitando
il monologo finale del Cyrano De Bergerac, e concludo proprio con alcuni
estratti delle parole del poeta francese Rostand “ Voi mi strappate tutto, il
lauro e la rosa! Strappate pur! Malgrado vostro, c’è qualcosa ch’io porto meco
(...) senza piega né macchia , a Dio, vostro malgrado. Ed è...Il pennacchio
mio!” .
Una delle chiome della Piazza, una nuvola sul cielo
cittadino sembravano mostrare domenica sera il vanto di chi è rimasto fuori, ma
ha guardato tutto dal suo regno celeste. Ciao, Mario!
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