giovedì 22 dicembre 2016

GIANNI GOVONI DOPO SALISBURGO:


“ SE NON CAMBIA NULLA, NEL 2017 LA SQUADRA ITALIANA DI SALTO OSTACOLI PUO’ESSERE UNA DELLE PIU’ FORTI AL MONDO ! ”
"Antonio ha avuto una escalation in questo anno agonistico incredibile. La vittoria in Austria giunge come giusta ricompensa"
Un momento della premiazione. Photo courtesy Gianni Govoni facebook page

A cura di Giulia Iannone


“The Master of faster” in chiusura di stagione fa un bilancio dell’anno 2016, parlando dell’escalation tecnica del suo cavallo di punta Antonio, di quanto sia riuscito a comprenderlo ancora meglio dal punto di vista psico-  emotivo.
Programmi ed obiettivi agonistici per l’inizio dell’anno 2017…

Possiamo fare un commento dopo la vittoria in Gran Premio a Salisburgo. Se l’aspettava?
“ Non me l’aspettavo proprio di vincere però ci tenevo a fare una buona prova. Credo che Antonio ha raggiunto un livello atletico e di preparazione che mi dà la possibilità di affermare che si è meritato a  pieno di vincere. L’ho preparato molto bene per la fase saliente di questa gara. Il primo giorno ho fatto una gara tranquilla, mentre la domenica gli ho chiesto di impegnarsi al massimo.”
Da chi si guardava in questa competizione oppure ha fatto la sua gara senza pensare agli altri?
“ Devo dire che la fase importante è stata rappresentata dal barrage. Ero quarto ad entrare in barrage. Ho visto che dopo di me c’era Annina Zuger, l’amazzone svizzera  che poi è arrivata seconda, abbastanza veloce perché ha un buon cavallo di nome Louis . Invece quelli più veloci che mi facevano più paura erano quelli prima di me. Ma poi ho visto che hanno chiuso con 4 e qualcosa del genere sicchè ho eseguito un barrage tirato ma non spingendo fino alla morte! Ho pensato di controllare un po’ la gara senza esagerare e si è rivelata la scelta vincente. Mi sono detto che avrei potuto agguantare il primo o la seconda posizione e con questo pensiero ho affrontato il jump off. “
Dunque quando ha vinto e si è trovato sul podio è stato qualcosa di inaspettato?
“ Inaspettato… però credo che il mio cavallo Antonio quest’anno se lo merita, per l’escalation che ha fatto. Credo che abbia chiuso la stagione in maniera appropriata e assolutamente meritata”
E’ tempo di bilanci perché sta per finire il 2016. analizziamo questa annata di gare. Noi abbiamo cominciato a parlare da quel magico campionato italiano che le ha aperto tante porte. Si ricorda? Da allora sono successe tante cose molto significative. Ci racconta il suo pensiero?
“ Sono molto contento di questo cavallo Antonio! Ero partito a fare gli indoor un anno e mezzo fa e vedendolo adesso non posso se non affermare che ha fatto passi da gigante. Però credo che sia stato aiutato anche da Roberto (Arioldi, ndr) il quale mi ha dato la possibilità di provare il cavallo ed ha creduto nel binomio Antonio-Gianni Govoni, in più credo che la squadra italiana del salto ostacoli stia vivendo un momento molto favorevole. Da quando monto non credo di ricordare un momento così positivo! Sono sincero. Funziona tutto, la squadra soprattutto. Roberto Arioldi si è dimostrato ancora una volta un ottimo tecnico ed ha riunito di nuovo la squadra insieme. Siamo tutti molto vicini quando siamo in concorso. Credo che se non succede niente… secondo me … incrocio le dita mentre lo dico…. L’anno prossimo possiamo essere una delle squadre più forti al mondo. Credo che Roberto l’anno prossimo abbia due buone prime squadre. Ripeto se non cambia niente tipo infortuni o vendite di cavalli o cose del genere. Ci sono davvero molte buone possibilità in questo senso. “
Antonio è migliorato tantissimo. Noi ce ne accorgiamo visivamente dall’esterno, ma vorremmo da lei la conferma e una indicazione precisa. E’ migliorato ma in che modo?
“ E’ un concetto che va inquadrato ad ampio raggio. E’ migliorato in tante cose. Innanzitutto è un cavallo che adesso conosco direi a fondo, dopo un anno e due mesi di lavoro con lui. E’ fondamentale come si gestisce a casa: non va stressato. In campo gara è bravissimo e molto preciso. In campo prova è particolare. Va detto che è un cavallo di sangue quindi a casa è difficile saltare. Va maneggiato con grande cura ed attenzione, ma posso dire che ho, a questo punto,  il grande vantaggio di conoscerlo e comprenderlo molto bene. Ho capito come va preso. Non va preso assolutamente con la forza. Va molto tranquillizzato, calmato, ricercata la collaborazione. Bisogna definire un punto di incontro e da lì creare confidenza e sinergia. Anche nel lavoro in piano è migliorato molto. Il problema ribadisco è cercare di presentargli il lavoro con leggerezza, come una cosa piacevole. Lui è caldo e tende ad arrabbiarsi. Ma si già nel lavoro in piano, questo cavallo di carattere, inizia a decontrarsi. Sono dei cavalli particolari, bisogna stargli ogni giorno vicino e vanno compresi a fondo. Studio molto e tendo ad immagazzinare l’esperienza fatta durante l’anno. Cerco di unire tutte le tessere del puzzle selezionando tutto ciò che ha funzionato e scartando tutto quello che è risultato dannoso. Così facendo creo ed inanello una sequenza metodologica per inquadrare un cavallo. Io faccio così!”
Gianni Govoni ed Antonio al Gaston Glock's Grand Prix di Salisburgo.
Una bellissima foto che Alpespan ha dedicato al proprio testimonial, con la caratteristica giacca verde ...
Photo Courtesy Gianni Govoni facebook page

Non vogliamo fare torto agli altri cavalli che lei monta. Quindi descriviamo insieme l’anno di Winn Winn e di Larbraker. Ci parli anche di loro?
“ Allora ricordiamo che Winn Winn l’ho ricomprata a giugno. Era una cavalla che montavo io già 3 anni fa. Poi è andata in America con un ragazzo ed ha fatto un po’ di gare. Il ragazzo non era molto contento, e dato che era stata messa in vendita, l’ho ricomprata insieme al mio socio olandese Bart Gommeren ed un mio caro amico italiano che è Antonio Salvo. Mi serviva un altro cavallo per affiancare Antonio e dargli un po’ di fiato. Purtroppo quest’anno ancora non l’ho potuta sfruttare al massimo ,  ossia non sono riuscito a  fare qualche gran premio o piazzamento in classifica. Per adesso  non ce l’ho fatta perché volevo ancora testare Antonio bene ed avere ancora un po’ più di conferme da Antonio. Forse con Winn Winn ho un po’ esagerato nelle gare a tempo ed a tirare un pochino le gare. L’anno prossimo, dato che già conosco Antonio e so come prenderlo, credo di poter sfruttare lei meglio,  sicuramente,  rispetto a questi 6 mesi fatti nel 2016. Larbraker è un cavallo di tantissimi mezzi, tanta tanta potenza. Un cavallo bravissimo. Non ho fatto tanto con lui in questa stagione . Ma credo che il cavallo, per il passato che ha avuto, ha solo ricevuto benefico effetto da una situazione di calma senza fare troppi concorsi. Credo che sia un cavallo che mi può essere utile. Lo definirei un po’ un jolly : può fare tutto tipo gare  a tempo, la gara grossa…un po’ di tutto! “
Adesso ci sarà una pausa per le festività natalizie. Quindi un break e poi come si riprende?
“ Mi piacerebbe molto fare a metà gennaio Basilea con Antonio e Winn Winn. Poi vorrei fare Amsterdam a fine gennaio e poi vorrei lasciare i cavalli un po’ tranquilli  a   febbraio ed iniziare con gli outdoor ad Arezzo”
Le rivolgo  una richiesta particolare. Vuole fare un augurio speciale ai nostri cavalieri lettori, dando un consiglio su come gestire i  cavalli durante questa pausa natalizia. Noi pensiamo sempre a noi stessi. Invece come possiamo stare vicino ai nostri compagni di sport , tenendoli bene e alleggerendo il lavoro?
“ Il mio break dura circa due settimane. Magari non li monto.  I cavalli lavorano  alla corda, vanno in paddock , li metto liberi in maneggio, vanno in passeggiata, cerco un po’ di allontanare la mente dagli sforzi, dal lavoro, dai concorsi, dai viaggi. Per un cavallo atleta che sostiene una vita frenetica, credo sia importante. Lo faccio io e lo facciamo in molti. Auguri a tutti voi, ed ai Vostri cavalli!”
Gianni Govoni nella splendida foto di Michael Graf per Gianni Govoni
"Antonio è un cavallo che non va stressato. va maneggiato con cura ed attenzione"




mercoledì 21 dicembre 2016

“Valeria Michelangeli e Berlina M Romagnolo Z

FOCUS
IL PERSONAGGIO:
"VALERIA MICHELANGELI E BERLINA M "
"Grazie al mio coach Piero Coata perchè mi ha dato l'occasione di montare Berlina,
una cavalla così speciale!"
Photo courtesy Valeria Michelangeli facebook page

Un banco di prova?
Quando una visione prende forma”
A cura di Giulia Iannone

Oltre le medaglie, oltre le classifiche ed i podi che osserviamo concretamente, ci sono storie, incontri, ore di lavoro, di sacrifici, sconfitte e delusioni. Nuove partenze, piccole conquiste, il valore dell’insegnamento, il ruolo invisibile e fondamentale del “Maestro”. Tutto quello che non avete visto della medaglia d’argento vinto in Gran Premio all’Horses Riviera Resort sabato 17 dicembre 2016.

“Appena fatta la ricognizione di quel percorso, ho avuto chiaro ed inspiegabile il presentimento che fosse stato disegnato per Berlina M Romagnolo Z” così ha iniziato a raccontare Valeria Michelangeli di rientro dalla trasferta all’Horses Riviera Resort, luogo nel quale sabato 17 dicembre 2016 ha conquistato la medaglia d’argento nel GP 150 del Concorso A5*. Una soddisfazione speciale e differente vista la bella storia equestre che si cela dietro questo risultato apparentemente di routine per una ragazza che, giunta all’ultimo anno Young Riders,  di gare e risultati ne ha avuti tanti. Ma in equitazione non è solo il colore della medaglia che si porta al collo a fare la differenza,  è il valore intrinseco ed intangibile di quel cavallo che è protagonista della storia: “invisibile” agli occhi di tanti eppure “importante” solo per alcuni. “ c’era una linea molto tecnica del percorso che rappresentava la chiave di volta di tutto il tracciato, l’abbiamo studiata benissimo con il mio coach Piero Coata  : triplice- tavola-oxer. E’ stato lì che hanno sbagliato molti cavalieri. Ed è stato lì che abbiamo capito che avremmo fatto la differenza organizzando al meglio questa parte, perché dopo arrivava la doppia gabbia… il primo giro è andato molto bene perché la cavalla è partita subito alta e disponibile. Per organizzare le linee tecniche ho indugiato forse troppo! Sono stata attenta a rimettere un tempo di galoppo dove serviva, ma soprattutto,  ho seguito alla lettera tutte,  ma proprio tutte,  le indicazioni del mio coach. Nonostante la penalità di fuori tempo,  sono rientrata nella seconda manche e per lungo tempo sono rimasta l’unica ad aver fatto netto agli ostacoli.  Sono partita per il secondo giro e vista la penalità per il tempo non potevo esagerare quindi ho pensato più a fare zero che a spingere”  così ci ha raccontato con grande dovizia di informazioni l’amazzone allieva di Piero Coata e poi ha aggiunto”  ma non sono andata piano! Diciamo che la cavalla per come è costruita risulta un po’ lunga di schiena e fa fatica a girare, ma ci stiamo lavorando, sta acquisendo agilità e scioltezza. Vedremo in proseguo ma posso dirvi che non è facilissimo andare veloce per il momento!  Certo puntavo all’oro ma devo dire che Roberto (Turchetto, ndr) è stato veramente molto rapido quindi onore al merito! “. Incredulità e gioia sul podio, poi l’amazzone umbra di nascita,  ha anche ironizzato su quel cerotto che campeggia ben evidente sul suo naso e che ha reso indimenticabili  le foto di questa premiazione importante “Non ho compreso a pieno di essere salita sul podio grazie a questa bella performance. Me ne sono accorta il giorno dopo! Tutti mi hanno chiesto se quel cerotto che porto servisse a migliorare la prestazione dal punto di vista respiratorio o se fosse il segno evidente di un avvenuto ritocco al naso…nulla di ciò! Mercoledì prima della partenza,  per lavorare ancora,  con maggiore attenzione,  sotto l’occhio vigile del mio istruttore Piero, la cavalla ha un po’ reagito alla mia gamba sul costato, ed ha deciso bene di darmi una testata. Ho trascorso il mercoledì sera al pronto soccorso e per fortuna non ho nulla di rotto. In compenso la baia Zangersheide si è fatta subito perdonare con questa trasferta indimenticabile”. Valeria Michelangeli, classe 1995, vive da due anni e mezzo in provincia di Roma, e collabora in scuderia da Piero Coata “ ho deciso dopo la maturità di andare a montare da  Piero Coata: nella sua scuderia posso fare molta esperienza ed essere seguita da un tecnico di indubbie capacità tecniche ed umane. . Una splendida occasione per una appassionata come me di cavalli nell’ottica futura di poter trasformare la mia passione in una attività lavorativa nel settore equestre. I miei genitori mi hanno dato la possibilità di farlo e così sono partita. Da circa un mese sono anche tesserata con la mia nuova regione che mi ospita,  ossia il Lazio”.  
Dopo tutto questo doveroso preambolo del dopo gara,  con i commenti di rito che non potevano mancare nella nostra conversazione, giungiamo a parlare dell’incontro tra Berlina M Romagnolo Z e di come sia capitata tra le mani di Valeria” 
Alcuni Highlights della gara di San Giovanni in Marignano
Photo courtesy Valeria Michelangeli facebook page

 dobbiamo tornare al giugno del 2016, quando dopo lo Csio di Vierden il mio cavallo di punta, Uran, subisce un infortunio in gara. Rimango a piedi. Non avevo, a questo punto, grosse aspettative per terminare la stagione agonistica. Quello che dovevo fare,  bene o male,  lo avevo portato a termine. Mi rassegnavo pur con entusiasmo ad ultimare l’anno con i cavalli giovani che già montavo, assegnati in lavoro, da Piero. Questo luglio stavamo preparando un nazionale a Narni ed il mio istruttore montava già da due settimane Berlina perché aveva in mente di portarla lui in gara. Poi invece la cavalla è stata affidata a me, proprio per quel concorso, ossia l’ho montata il mercoledì prima della gara e sono subito scesa in campo gara: 130, 140 e poi 1,45 riportando un errore in ciascuna giornata. E da allora ho continuato a montarla in sinergia con Piero, che mi aiuta a lavorarla,  soprattutto in piano,  perché la cavalla è un po’ grande ed io da sola farei fatica a riunirla. Però piano piano le soddisfazioni sono subito arrivate perché la cavalla si concentra e si esprime molto bene, specie quando le altezze degli ostacoli si fanno più interessanti”. 
"Nessuno aveva creduto in Berlina ...Nessuno eccetto Piero Coata che aveva avuto una visione!"
Photo GIULIA IANNONE

 Berlina M Romagnolo Z è stata comprata nel 2011 da Piero Coata all’allevamento Romagnolo. L’ha montata per un po’ Luca Coata affrontando  le gare dei 5 e dei 6 anni. Poi è passata sotto la monta di una altra allieva della scuderia i Pioppi. “ La cavalla ha un carattere particolare”  sottolinea Valeria, con grande coinvolgimento e partecipazione che si evince dalla voce, come se fosse davvero orgogliosa e felice di questa evoluzione tecnica e muscolare e morale della cavalla che si sta trasformando tra le sue dita grazie soprattutto alle linee guida dell’istruttore Piero Coata verso il quale nutre profonda stima e fiducia” è brava ed educata  nella gestione da terra. Montata risulta caratteriale, con una buona dose di personalità, complessa, esigente nella monta, non calda, con una bocca particolare, impegnativa da riunire. In percorso mette tanta grinta, ha una voglia matta di fare, di saltare. Credo di aver ricevuto un grande dono dal mio Maestro quest’estate: tra tanti ha scelto me per portare avanti questa cavalla speciale ed esigente. Lo definirei un banco di prova, un test da sostenere per fare esperienza, forse per vedere di che pasta sono fatta come futura amazzone. Un bel carico di responsabilità da portare ogni volta però! Una grande occasione, per me,  penso spesso.” Una grande occasione riflettiamo, per la cavalla e per la giovane ragazza che dell’equitazione mostra di aver percepito il valore pregnante dell’insegnamento, della gara come momento espressivo per crescere e per maturare tecnicamente ed anche umanamente” ripensando alla storia di questa cavalla… Nessuno ci aveva creduto abbastanza, ovviamente eccetto Piero, che aveva avuto una visione. Si vedeva chiaramente che Berlina era dotata, aveva forza e struttura e mezzi ma non si trovava la strada interpretativa o forse il giusto connubio che, con il giusto tempo,  avrebbe mescolato ed armonizzato tutti gli elementi. Solo Piero credeva che un giorno questa cavalla avrebbe potuto fare queste gare e forse ha voluto fare questa prova con me,  perchè penso,  anzi spero,  che in cuor suo confidi almeno un po’ nelle mie potenzialità.”
Il lavoro in equitazione presuppone una bella dose di rischio e di intuito, che ben si combina con impegno, dedizione, coerenza, il giusto tempo, sensibilità, metodo, fiducia e comprensione. La cavalla olandese del 2008, mentre attendeva la sua grande occasione in questo percorso di esperienza,  ha trovato se stessa, ha tirato fuori quella scintilla “grezza” che faceva fatica a tradursi in performance atletica. “ Non credo che si possa parlare di una cavalla tardiva” ha detto la Michelangelicredo solo a questo punto che stesse cercando qualcuno che la capisse veramente, che sapesse accogliere il suo modo di essere. Le mancava il binomio. La bravura del mio Maestro è stata quella, a mio modesto sentire, di aver individuato in me la persona utile per rispondere all’esigenza emotiva della cavalla. Inizio a capire  di quante sfumature è fatta l’equitazione. Se non fossi stata io la persona utile in questo frangente a far emergere la cavalla per trasformarla da bruco in crisalide non mi sarebbe mai stata affidata! . Era tempo di trasformare i buoni risultati in qualcosa di più brillante. Berlina ha ancora bisogno di sperimentare, conoscere, sbagliare didatticamente, canalizzare la forza all’interno del metodo”. In chiusura di questa lunga e sensibile chiacchierata l’amazzone 21enne ha rivolto il suo ringraziamento al suo istruttore “doveroso il mio grazie a Piero che mi ha dato l’opportunità di montare una cavalla così mettendomi alla prova, credendo in questo ensamble da subito, con consapevolezza,  certo che la cavalla si sarebbe espressa prima o poi. Sono fiduciosa ed ansiosa di andare avanti perché sento che la strada didattica che stiamo percorrendo è solida, coerente costruttiva ed interessante. Ora sono molto curiosa di capire dove potremo arrivare. Forse al campionato italiano senior? Lo scopriremo solo con il giusto  tempo”.
Ci sono molti modi di arrivare sul podio: per caso, per fortuna, per sbaglio, per una conferma, per una risposta, perché si è intrapreso un cammino didattico.  A volte ci si arriva perché si è parte di una “visione”: qualcuno prima degli altri, ovvero la terza ala del binomio che è l’istruttore,  ha intravisto una scia di luce utile all’allievo ed utile ad un cavallo per farlo uscire da un temporaneo cono d’ombra.


martedì 6 dicembre 2016

DEDICATO AL “MAESTRO” LODOVICO NAVA :LE TESTIMONIANZE :

"Ero un ragazzo quando conobbi l'allora Ten.Col. Lodovico Nava"
Photo Courtesy Luanne Deutschmann 

”L’EFFICACIA NELLA SEMPLICITA’ “
IL DOTT. MARCO REITANO RICORDA NAVA
A cura di Giulia Iannone

Ad un giorno di distanza dalla notizia della scomparsa del Colonnello Lodovico Nava, abbiamo raccolto giusto  alcune testimonianze “simboliche”- impossibile risulterebbe sentire ed intervistare realmente tutti coloro che lo hanno conosciuto e frequentato nei diversi e svariati ruoli che ha ricoperto in ambito  equestre-  per omaggiare il   Padre della Formazione equestre italiana.
Cominciamo con quella sentita toccante e commovente del Dott. Marco Reitano, Direttore Sportivo Discipline Olimpiche della Fise:
(Segnaliamo  che le esequie si svolgeranno domani mattina mercoledì 7 dicembre c.a alle ore 9,30 presso il Reggimento Lancieri di Montebello –Ippodromo Militare Gen. Giannattasio a Tor di Quinto, Roma. )

“Ero un ragazzo quando conobbi l’allora Ten.Col. Ludovico Nava nei primi anni ’70. Avevo da poco iniziato a montare a cavallo e frequentavo regolarmente l’Ippodromo Militare di Tor di Quinto. Ricordo il Ten.Col. Nava su un cavallo grigio partecipare ad una categoria “D” del Nazionale di Roma con il campo gara posto di fronte alla palazzina reale sul manto erboso della pista grande. Ludovico Nava era uno dei tanti ufficiali in servizio alla Scuola Militare di Equitazione, allora denominata Centro Preolimpionico Ippico Militare, ma mi colpì una particolarità del Suo aspetto. Contrariamente agli altri militari montava a cavallo con il berretto dell’uniforme assicurato alla testa da un rudimentale elastico giallo agganciato alle due estremità laterali del berretto. Rividi quell’Ufficiale diversi anni dopo quando, ultimata l’accademia militare di Veterinaria in Pinerolo e svolti quattro anni di servizio a Grosseto, presso l’allevamento cavalli dell’Esercito, tornai “sulla piazza” di Roma. Erano gli anni ’80 ed il Col. Nava aveva cessato il Suo servizio nella F.A. ed era diventato un pilastro della formazione equestre federale. Verso di lui nutrivo, così come è stato sino ai nostri giorni, una sorta di timore reverenziale dovuto alla differenza di età ed al profondo rispetto della sua esperienza e valore. Ho avuto modo di avvicinarmi sovente al Col. Nava nelle sue diverse vesti di tecnico, di responsabile del Centro Equestre Federale dei Pratoni del Vivaro, di responsabile del Dipartimento Formazione della Federazione, di Consigliere federale. In tutti i ruoli è stato se stesso, una persona estremamente moderata ed equilibrata dotata di una capacità espressiva tanto semplice quanto efficace. Aveva il dono di descrivere un concetto tecnico complesso con poche parole stupendo l’interlocutore per la capacità di sintesi e l’espressività. Nei diversi consessi in cui ho avuto la fortuna di assistere a Suoi interventi e/o lezioni rimanevo stupito di fronte alla Sua capacità di rapire gli ascoltatori. Senza alcun effetto speciale, ma sovente, solo proiettando una semplice foto, spesso in bianco e nero, iniziava la sua trattazione prendendo per mano idealmente tutti i presenti, per accompagnarli in un viaggio, sorprendente per logica e sequenzialità, che si concludeva sempre con una tesi finale , che appariva lapalissiana e scontata, senza alcuna possibilità di replica. Il Col. Nava mi ha, quindi,  insegnato come l’efficacia nella semplicità sia espressione di grande spessore umano ed intellettivo, fatto questo che ci rimarrà per sempre. Nel riascoltare le Sue interviste, non si può non stupirsi delle Sue risposte semplici, permeate di calma,  ma fatte di parole pesanti,  perchè granitiche nella loro solidità  e chiarezza, elargite al giusto ritmo, senza la minima fretta, quasi a voler scolpire i diversi concetti nella mente degli ascoltatori. Gli sono grato,  da appassionato del nostro sport,  per quanto da lui fatto,  specie in favore della cultura e degli istruttori, da uomo per il supporto che mi ha sempre offerto in modo leale e sincero, da militare per il prestigio che non ha mai cessato di conferire all’Esercito con la sua competenza, signorilità e stile, dimostrando che possono coesistere cultura, competenza, umiltà, tolleranza ed ironia. Continuerà a vivere nei suoi scritti, nel nostro sapere, nella parte migliore del mondo equestre, nell’appassionato insegnamento di ogni bravo istruttore, nel “corredo genetico” dell’equitazione italiana che con il Col. Nava si è arricchita di una traccia indelebile.”


lunedì 5 dicembre 2016

CI LASCIA IL PADRE EQUESTRE “LODOVICO NAVA”

Lodovico Nava in una storica immagine
Photo Courtesy ANNCE
Articolo del 2013 a firma di Giulia Iannone
"Auguri, Lodovico  Nava"

Di Giulia Iannone
Oggi abbiamo tutti perso il nostro padre equestre ideale e concettuale.
Ci ha lasciato questa mattina il Colonnello Lodovico Nava.
Nato a Modena il 19 aprile del 1929.
Ufficiale di artigliera, cavaliere egli stesso, giudice di dressage e completo, scrittore pregevolissimo di libri manuali ed articoli di settore,  atleta olimpico,  partecipò  ai Giochi Olimpici di Roma 1960  nella disciplina del completo di equitazione con il cavallo Arcidosso. La squadra era composta da Alessandro Argenton su Plus Possible, da Gianni Grignolo su Court Hill, da Lucio Tasca su Rahin. “Arcidosso, unico italiano della squadra era stato allevato dal dottor Conforti . Figlio di Procle (purosangue italiano ) e Isotta, che della razza maremmana aveva solo la forza e la robustezza , qualità importanti. “ così scriveva l’illustre Nava che è stato anche socio fondatore dell’ANCCE , nel 2013, anno in cui usciva il testo “il completo alle Olimpiadi” dedicato all’altro grande “uomo di cavalli” della nostra storia equestre ossia Adriano Capuzzo. Ed in quell’occasione fu chiesto al Nostro padre equestre di scrivere la prefazione del libro dedicandola all’amico scomparso Adriano, al quale si rivolgeva così” Non è un compito facile ricordare in poche righe un personaggio di tal fatta. E’ arduo farne un ritratto che lo rappresenti in maniera completa. Mi viene in aiuto e mi sprona a farlo un lungo e profondo rapporto di amicizia di stima reciproca, che si è protratto per tanti anni avendo come collante comune il cavallo”.  E dice bene il Maestro Nava , perché oggi anche noi siamo in preda alla sua stessa  commozione, allo smarrimento, alla confusione ed alla tristezza profonda pur desiderosi di ricordare e salutare il nostro punto di riferimento dell’arte equestre del nostro paese che ci ha lasciati di nuovo soli, a poco tempo dalla dipartita terrena, per esempio,  di Albino Garbari. Ma ci spinge la stima, l’ammirazione, il rispetto per questa figura eccelsa che farà per sempre parte della nostra storia interiore e didattica. Prima di ogni nozione o dettaglio tecnico costui ci ha insegnato ad amare il cavallo,   perché il suo amore per il cavallo si è espresso in ogni pagina, in ogni risvolto in ogni piega dell’anima e della vita di questo meraviglioso esempio della nostra cultura equestre che ha contribuito totalmente a dare una svolta tangibile al nostro mondo equestre.  E’ stato il fondatore della didattica equestre, di quel settore della formazione che lo ha visto docente insieme al generale Geri Honorati , quando furono creati i primi corsi di federali dedicati all’insegnamento in quella grande e straordinaria fucina di atleti di campioni, allievi, istruttori, maestri che sono i Pratoni del Vivaro. Tutto questo avveniva alla fine degli anni Settanta.
Per questo siamo tutti suoi figli ideali e morali, siamo tutti suoi allievi, sue creature. Tutti noi abbiamo avuto tra le mani uno dei suoi libri, raccolta di appunti didattici con le figure disegnate a mano dal Maestro. La maggior parte di noi ha avuto la fortuna di assistere ad una sua lezione, stage, è stato esaminato da lui in una aula, in campo per la fase di conduzione di una ripresa. In campo gara in dressage. Oltre che Padre della Formazione Italiana a tutti gli effetti, è stato giudice di dressage, pieno di stile, di classe, di competenza, di compostezza, di gentilezza. Le sue schede sono ed erano piene di frasi poeticamente precise e puntuali, come i suoi testi densi di amore per l’essere cavallo. Nelle sue note a fine ripresa, mai un giudizio violento o presuntuoso e prevaricante. Solo consigli, suggerimenti impregnati di insegnamenti. “ ne gioverebbe  l’esecuzione del grafico, se  il cavallo avesse  più impulso!” . Indossava in giuria sempre  la bombetta, ed il suo completo in perfetto stile British. Grande classe e sapienza. Scriveva per il notiziario del Gruppo Italiano Dressage degli articoli esemplari, tecnici il più delle volte, ma colmi di amore e passione speciale per la magica disciplina” Il dressage quando raggiunge il massimo dell’espressione è una vera comunione fra l’uomo e il cavallo; è la sintesi armonica tra due esseri : è arte”. In questa frase , credo, sia racchiusa la chiave di volta della sua energia equestre e del suo fascino come docente ed istruttore: insegnava e predicava la fusione di due cuori, di due anime, di due volontà, dei due esseri per i quali ha dedicato tutta la sua vita. “quando il cuore del cavaliere è in sintonia con quello del suo cavallo il binomio che si forma è perfetto, è armonia. I due cuori sono sempre vicini, pulsano insieme anche se quello del cavaliere scandisce più in alto e con maggiore frequenza il ritmo della vita. Essi vivono insieme ogni istante della competizione, ed ogni istante diventa bellissimo”. Ecco cosa dobbiamo al Padre della Formazione Italiana, di aver reso tutto ciò che diceva, spiegava, insegnava, giudicava e osservava bellissimo, per il solo fatto di essere vicino ad un cavallo, l’animale che moralmente ed eticamente egli ammirava e rispettava e innalzava al rango ed al valore purissimo che esso merita.
Nel 2007 aveva scritto sul notiziario GID un articolo tecnico intitolato “ Il cavallo negli aiuti e la messa in mano”. Esso è inciso in maniera indelebile nella mia mente. Descriveva la progressione del lavoro tecnico come artefice della “macchina cavallo”: che ha un cuore che batte nel petto. In un crescendo di spiegazioni molto precise e complesse, passando per ritmo, decontrazione contatto impulso cavallo dritto e riunione, il Col. Nava giungeva ad una conclusione sensibile, empatica, profondissima, commovente:” Tutte le reazioni e i sentimenti che il cavallo  trasmette al cavaliere  (il sentimento dell’equilibrio, del movimento, della volontà di fare…) sono condensate e riunite in un feeling che si traduce in un possesso di una anima più che di un corpo. Si dice che il cavallo
 “ esce dalla mano “ quando non trova nel cavaliere l’accoglienza che il suo dare merita e quando uno o più degli elementi essenziali si dissociano dagli altri togliendo alla macchina cavallo il sentimento della perfezione.
Il cavallo è negli aiuti quando esegue.
 È nella mano quando crea.”
Ci mancherà il Maestro, il giudice, l’uomo di cavalli, il poeta...
Lodovico NAVA


mercoledì 23 novembre 2016

MATILDE PIOVANI , ORO AL CAMPIONATO ITALIANO JUNIOR SU QILKENY M’AUREA

"Non me l'aspettavo proprio di vincere questo campionato,
ma ho lavorato tanto per arrivare fino a qui!"
Photo courtesy Matilde Piovani 

UNA VITTORIA INASPETTATA:
Ho pensato solo a  fare la mia gara, tranquillamente e nel modo giusto”
A cura di Giulia Iannone

E’ Matilde Piovani la nuova campionessa italiana di completo per la categoria junior in sella a Qilkeny M’Aurea , castrone sauro  sella francese del 2004 da Corland. Sale sul gradino più alto del podio con 48.70 punti negativi complessivi, lasciandosi alle sue spalle Gaia Mazzocchi su Quenji de Beny con 49.10 pn e al terzo posto Allegra Ragaini su Athina Quandolyn con il punteggio negativo finale di 49.20 pn.
Confusa, felice emozionata e disorientata con la medaglia d’oro al collo, Matilde ha subito dichiarato “Sinceramente non me l’aspettavo proprio perché prendevo parte ad una gara una stella solo per la terza volta e si trattava del mio primo internazionale in carriera , con un cavallo che non monto neanche da tanto, solo da gennaio. Capite bene quando dico che non mi aspettavo di arrivare così bene tanto da centrare l’obiettivo! Per me chiudere la gara  tra i primi 10 sarebbe stato un ottimo risultato stagionale. Comunque ho lavorato tanto per arrivare fino a qui. Il mio sauro sella francese è molto bravo nel cross country e nella prova di concorso, mentre,  in dressage,  se non lavori molto e cerchi di fare un lavoro molto pulito,  non prende punti perché  non è un soggetto dotato di  grandi  movimenti. Quindi con il mio istruttore, Stefano Busi, abbiamo lavorato tantissimo per riuscire a migliorare. Infatti sono riuscita a portare a termine un rettangolo trovandomi in decima posizione. Posso ritenermi abbastanza soddisfatta della prova perché io ed il mio cavallo abbiamo eseguito  una buona prova, il lavoro in rettangolo è stato pulito, non straordinario ma considerando le caratteristiche del cavallo, mi reputo più che soddisfatta. Ero decima nella gara internazionale e sesta  nell’ottica del campionato. Ho pensato che sarei potuta arrivare più vicina al podio, quarta o terza magari ,  poiché Qilkeny è molto forte in cross country e si comporta bene in salto ostacoli. Dunque si trattava di fare la mia gara tranquillamente e nel modo giusto. ”. Così  la Piovani, decima dopo il dressage con 48.30 punti negativi ed una percentuale del 67.80,  ha affrontato la prova del cross country grazie alla quale è risalita al quarto posto con netto agli ostacoli ed una lievissima sbavatura di tempo. “ Sono partita per il cross con un po’ di ansia, che c’è sempre, ma al contempo abbastanza tranquilla perché il mio cavallo si trasforma in una macchina in campagna. Posso tranquillamente concentrarmi sul percorso e posso pensare a montare bene perché lui se lo punti su un salto... non lo togli neanche a morire!”  In merito ad una descrizione più tecnica e puntuale del percorso di cross country a Ravenna, questa la puntuale spiegazione dell’allieva di Stefano Busi “partiamo da un presupposto che il cavallo che monto è molto lungo. Questo comporta che io debba  stare un po’ attenta,  se ci sono delle combinazioni un po’ strette, a girare su tutte e due le mani perché se no rischio  di uscire. Sinceramente mi aspettavo un cross più grande! Non ho trovato difficoltà ad eseguire il giro, mi è sembrato molto facile. Per il tempo posso dire che sono uscita di un secondo, quindi semplicemente deve essere venuto  un salto più vicino del solito. Il cavallo ha ripreso subito il fiato, non ha avuto alcun problema, ha saltato in campagna senza sforzo. Quindi ripeto, mi aspettavo qualcosa di più grande, non ho trovato difficoltà!” .
""Ho visto , penso, per la prima volta commuoversi il mio istruttore, Stefano Busi. Insegna con tutta la sua anima e grande impegno. E' grazie a Lui se ho ottenuto questo risultato"
Un momento della premiazione, photo courtesy Matilde Piovani

La prestazione della seconda giornata di gara del campionato, fa balzare il binomio dal sesto al terzo posto, ed è stato forse, in quel momento, che ha iniziato a farsi strada nella mente della giovane allieva del Pony Club Montevecchio, il pensiero di poter essere concretamente sul podio” certo! A questo punto mi sono resa conto di essere molto vicina” ha esclamato al telefono Matilde trasmettendo grande gioia perché la voce si è fatta calda e piena di orgoglio” ovviamente prima della prova di concorso l’ansia non era quella solita! Era molto più forte! Però sono riuscita a controllare bene il mio stato emotivo e questo è stato frutto di un altro grande progresso che ho fatto perché l’ansia è stata sempre il mio punto debole. Non riuscivo proprio a controllarla in passato, invece con questa gara mi sono resa conto di essere cresciuta e  maturata. Ad  ogni modo,  quando entro in campo  mi isolo, faccio la mia gara! Quanto al cavallo saltava magnificamente. In campo prova Stefano mi ha messo i salti bassi perché Qilkeny si sparava troppo per aria, il chè mi ha fatto partire sicura perché sarebbe bastato montare bene e concentrata. Sapevo che il mio cavallo non avrebbe toccato alcun ostacolo. Come di solito non fa! Ho fatto il mio percorso che era alto il giusto, a mio avviso era 1 metro e 15 un po’ pieno però giusto per un campionato italiano. Le misure delle linee erano tutte regolari, c’erano un po’ di linee spezzate ...forse bisognava prestare molta attenzione all’ultimo salto, il numero 10,  che era un verticalino molto vuoto e magari il cavallo si sarebbe potuto un po’ distrarre perché in fondo scorgeva il campo prova ...però niente di troppo difficile o insidioso!”.  Alla fine la presa di coscienza della prima posizione, ecco la descrizione di quel momento “ Gaia, tra l’altro mia compagna di scuderia,  (Mazzocchi, ndr) che occupava la prima posizione provvisoria,  ha commesso un errore. Mi sono dispiaciuta per lei, perché certo speravo di vincere ma non che lei commettesse errore in percorso! E’ stato allora, però, che ho capito di essere prima, al momento non ci potevo proprio credere, ci ho messo un po’ ad assimilare questo stato d’animo. E’ stato un traguardo che non mi aspettavo, molto inatteso. Ho lavorato tanto per arrivarci, ma non me lo aspettavo così presto.”  
"Sapevo che il mio cavallo, anche nella prova di concorso, non avrebbe toccato nessun ostacolo!"
Photo courtesy Matilde Piovani

 Compagno di avventura e del trionfo,  un cavallo speciale di 12 anni, del quale la neo laureata campionessa italiana junior ha voluto raccontarci “Ho comprato questo cavallo a Ravenna, era il cavallo di Alessandra Rubboli. L’ho preso perché ho altri due cavalli: una si chiama Herodiade che ho preso da Argenta Campello quando ero molto piccola ed inesperta , lei è una cavalla di grandi mezzi ma un po’ impegnativa quindi abbiamo avuto un po’ di problemi per cui adesso , è sempre mia, ma mi sono un po’ staccata da lei. La riprenderò a montare  tra un po’! Poi avevo un altro mio cavallo, un grigio di 9 anni di nome  Armstrong, che ho comprato a 3 anni ,  un cavallo di ottime potenzialità e genealogia, che però si è fatto male l’anno scorso. Deve stare fermo perché ha una lieve lesione ad un tendine. Quindi, per non rimanere ferma abbiamo deciso di prendere Qilkeny!  A  primo impatto non mi ci sono trovata molto bene, perché sono abituata a dei cavalli molto piccoli, molto raccolti, invece lui è molto lungo, un po’ pesante. Preso attraverso un accordo di fitto e provato in alcune gare,   abbiamo deciso di comprarlo perché secondo Stefano è un cavallo che può darmi tanto, con cui posso andare avanti. Si tratta di un soggetto che dà l’anima, che mette tutto se stesso, che aiuta molto il cavaliere. Non sa cosa significhi essere cattivo o inaffidabile! . Il suo punto debole è un po’ il dressage perché non è bello da vedere,è  un po’ lungo e con movimenti comuni, però se si riesce a fare un buon lavoro preciso, col cavallo ordinato e nella mano, il tuo 68 percento lo prendi. “ Una ragazza molto equilibrata, puntuale nella comunicazione e nella ricostruzione del suo campionato, che a tratti è stata tradita nella voce da sentimenti quale l’emozione, lo stupore, il grande affetto per il proprio anzi per i propri cavalli, ha manifestato gratitudine e riconoscenza per il proprio istruttore “Desidero ringraziare tanto il mio istruttore, Stefano Busi, che mi sostiene tanto, crede  molto in me. Insegna con tutto il suo essere e tutta la sua anima. Si impegna a fondo e ci fa lavorare tantissimo! Credo che a Ravenna ha avuto una bella soddisfazione professionale, nel vedere premiate al primo ed al secondo gradino del podio due sue allieve. Ho visto, penso,  per la prima volta commuoversi il mio istruttore durante la cerimonia di premiazione. E’ principalmente grazie a lui se ho ottenuto questo risultato. 
"Qilkeny è un cavallo che può aiutarmi tanto..."
Photo courtesy Matilde Piovani
Desidero ringraziare al contempo  i miei genitori che mi aiutano a conciliare studio – frequento un liceo classico!-  ed attività agonistica. Inoltre monto tutti i giorni tranne lunedì e giovedì e quando ho poco da studiare vado comunque in scuderia a montare. Ho molto bisogno dei miei genitori che mi aiutano a studiare a ripassare a fare tutto! Ringrazio anche la mia squadra del pony club Montevecchio, perché siamo un team molto unito, al campionato  erano tutti presenti per sostenermi e motivarmi con il tifo. La mia carriera equestre è iniziata lì, sono allieva da 7 anni in quel circolo. La mia crescita sportiva ed interiore è avvenuta grazie a tutti loro!”
 Conclusa la stagione di gare con questo splendido trionfo, Matilde Piovani ha in programma di effettuare un lavoro molto leggero e di mantenimento con il sauro sella francese per circa un mese, perché il lavoro di questa annata è stato intenso, poi sicuramente per allenamento parteciperà ad un paio di concorsi di salto ad ostacoli per ripartire poi a marzo del 2017 con le categorie una stella di concorso completo.

 Il  resto si deciderà strada facendo!

lunedì 21 novembre 2016

CARLO NEPI ALLA GUIDA DA OGGI DEL COMITATO REGIONALE FISE LAZIO

Carlo Nepi durante il suo ultimo discorso pre elezioni

DOBBIAMO COSTRUIRE, MIGLIORANDO, NON DISTRUGGERE!”
A cura di Giulia Iannone
Si è svolta oggi, lunedì 21 novembre 2016, presso l’Hotel Parco Tirreno, in Roma , l’assemblea elettiva per la nomina  del nuovo Presidente del Comitato regionale Lazio, che ha salutato ,dopo ben 8 anni di mandato, lo storico successore di Adriano Capuzzo, ossia Giuseppe Brunetti.
Da oggi è Carlo Nepi alla guida del Comitato Lazio, nominato con 687 voti contro i 521 ottenuti dall’altro candidato in corsa alla Presidenza,  il colonnello Amos Cisi.
È stata inoltre eletta sempre nella lunga giornata di votazioni che è terminata solo alle 16.30 di lunedì pomeriggio anche la “squadra” che lavorerà assieme al neo- eletto presidente. Il consiglio vedrà impegnati allora Maria Grazia Cecchini (63 voti), Francesco Cinelli (67 voti), Antonio De Cesaris (79 voti), Alberto De Giorgio (45 voti), Alessandro Salari (60 voti), Marco Salvatori (53 voti), Alessandra Pamela  Zanot (59 voti).
Rappresentante dei tecnici, Francesca Filippucci
(27 voti); rappresentante dei cavalieri proprietari, Veronica Bardi (16 voti).
 
Il  rappresentante dei cavalieri è stato individuato a seguito di un ballottaggio tra Fernando Giganti e Gianluca Apolloni.  La preferenza è andata a quest’ultimo  con 12 voti.

"Ricordo ancora la prima elezione. Eravamo sulla Flaminia Nuova ed eravamo in 12...
guarda adesso quanti siamo diventati"
Un commosso e toccato Brunetti saluta la platea dopo 8 anni


Subito abbiamo raccolto in sala il commento a “caldo” del Nuovo Presidente della Fise Lazio, Carlo Nepi:
 Il  suo commento a pochi minuti dalla sua nomina alla guida di questo Comitato regione Lazio. Lei subentra all’uscente Giuseppe Brunetti. Possiamo parlare di continuità nell’innovazione?
“ L’incarico che mi viene oggi affidato dall’assemblea è di grande rilievo e gravoso. Sostituire in questo ruolo presidenti eccellenti che si sono susseguiti nel tempo, l’ultimo dei quali è il Presidente Brunetti, impone in me grande impegno. Sono convinto che molte cose sono state fatte bene da chi mi ha preceduto, abbiamo ottenuto ottimi risultati sportivi, probabilmente dobbiamo intervenire in ciò che non ha funzionato. Ne parlerò con il Consiglio che si è appena insediato e vedremo di apportare utili accorgimenti e le modifiche necessarie”
L’hanno definita “il clone di Brunetti”! Pare purtroppo che il fenomeno della clonazione non riesca molto bene perché produce invecchiamento precoce. Dunque questo Comitato sarebbe già vecchio sul nascere? Direi invece, nella continuità avremo cambiamento o evoluzione? Perchè spesso quando si è omologhi ci può essere l’evoluzione di qualcosa, non pensa?
“ Sul fatto del clone, non so se essere onorato od offeso. Però siccome paragonano addirittura il presidente Brunetti a George Clooney ...No a parte gli scherzi , non sono il clone di nessuno! Ho una mia identità e credo di averlo dimostrato sempre in questi quattro anni da Vice Presidente e sempre nella mia vita. Intendo procedere secondo quello che è il mio pensiero, ovviamente ci sono molte condivisioni perché ho fatto parte di questo consiglio per 4 anni. Oggi il risultato elettorale va anche in quella direzione : la gente non ha interesse a distruggere le cose, la gente ha interesse a costruire migliorando e questo è l’impegno che ho assunto oggi.”
Giuseppe Brunetti ascolta il discorso di Carlo Nepi
"Io non sono il colone di nessuno!" Ho una mia identità..." ha detto il neo eletto Presidente che
per quattro anni è stato vice presidente con Brunetti

Adesso come si procede, come avviene la consegna dalle mani del suo predecessore e come inizierà ad operare?
“ Con l’elezione del consiglio di oggi, il consiglio verrà riunito per la prima volta per i primi adempimenti. Noi ci troviamo a ridosso della scadenza dell’annata sportiva, quindi vedremo di fare già i primi passaggi ed adempimenti prioritari. Tenete presente che abbiamo già approvato in consiglio il bilancio previsionale che ci è stato assegnato dalla FISE nel 2017, quindi già sappiamo quali debbono essere le somme che possiamo investire nello sport. A consiglio insediato, procederemo con le nomine dei tecnici e poi subito dopo a seguire nei programmi. Spero di avviare la nuova attività sportiva del prossimo anno con i programmi già fatti per l’annata sportiva.”
Lei più o meno sa su cosa bisogna intervenire subito? Ci sono delle situazioni che lei ha urgenza e priorità di risolvere?
“ Metto al primo posto l’efficienza degli uffici del Comitato. Ritengo che i tesserati abbiano bisogno di servizi puntuali ed efficienti in termini anche di cortesia dei dipendenti.  Il Comitato appartiene ai tesserati non dobbiamo scordarlo!”
Lei ha un altro settore che sta agonizzando e che ha dato segnali di grande difficoltà, mi riferisco al dressage. Lei ne è a conoscenza? Come intende muoversi?
“In termini di risultati il dressage rappresenta una eccellenza per la Nostra regione. Abbiamo degli atleti di altissimo livello. Credo che vada migliorata l’organizzazione all’interno del comitato in termini di programmazione sportiva e quant’altro. Abbiamo visto nel tempo numeri elevati all’inizio che mano a mano sono scemati. Bisogna intervenire e capire come e  perché sono scemati, ed in che modo conviene intervenire per consolidare il settore. Abbiamo in Consiglio appena eletta Alessandra Pamela Zanot che è appositamente dedicata a seguire il dressage quindi vediamo quali possono essere i rimedi possibili e migliori”.

La parola anche al Presidente uscente Giuseppe Brunetti, al quale rivolgiamo un saluto grato e sentito per la sensibilità professionale, l’entusiasmo, le ottime intuizioni, il coraggio, la determinazione e la tenacia che lo ha sostenuto in molte avversità che hanno contraddistinto il suo mandato.   Lo abbiamo visto anche commuoversi oggi al termine del suo discorso di commiato dinnanzi alla platea che gremiva la sala.
“CARLO NEPI EREDITA UN GRANDE E FORTE COMITATO”
Una bellissima immagine di Carlo Nepi con Giuseppe Brunetti

  
Come possiamo commentare la vittoria di colui che è stato per 4 anni il suo vice ?
“ Sono contento perché la vittoria di Carlo significa indirettamente la conferma di una gestione che mi vedeva al vertice. Credo che il riscontro da parte degli aventi diritto al voto sia positivo sull’operato che abbiamo svolto fino ad oggi. Inoltre sono contento perché Carlo è una persona che merita, ha una grande sportività, è particolarmente diplomatico aspetto che gli consentirà di affrontare in maniera più precisa e meglio di me,  certe situazioni che sicuramente si presenteranno nel corso della gestione.”
Cosa farà adesso il Presidente Brunetti e dove la potremo rivedere o trovare, magari a bordo campo di qualche concorso di salto ostacoli?
Adesso il Presidente Brunetti si prende un attimo di riflessione, però ho in mente alcuni progetti ... non solo equestri. C’è un ritorno di fiamma pure, forse, per la canoa! Adesso vediamo!”
Un magnifico feeling tra Piero Coata e Giuseppe Brunetti,
 una grande intuizione e scelta vincente  per il Lazio che
con il tecnico allievo di Piero D'Inzeo ha ottenuto diversi  trionfi:
 ultimissimo quella del Gran Premio delle Regioni
a Verona 2016

Un Comitato quello del Lazio molto ambito, ma al contempo difficile da gestire per la tendenza ad essere innovativo e molto attivo. Che cosa eredita Carlo Nepi?
“Eredita un grande comitato, forte non solo da un punto di vista sportivo ma anche politico e quindi eredita la responsabilità di indirizzare il gruppo per le prossime assemblee, che è una responsabilità importante. Credo inoltre che ci dobbiamo togliere i complessi derivanti dai cosiddetti dirigenti del Nord, dobbiamo cercare di combattere alla pari e come dice Piero (Coata, ndr) entrare in campo non per partecipare ma per vincere! La mentalità di assecondare gli altri non premia. Credo che oggi siamo maturi per rappresentare qualcosa di molto rilevante per l’intera federazione”
Quali sono i punti che lei non è riuscito a portare a compimento e che vanno immediatamente gestiti dal suo successore?
“ Non sono riuscito a portare a compimento, ed è quasi un assurdo in termini, il rapporto con la federazione nazionale. Avevamo capito che con la gestione di Vittorio Orlandi sarebbero subentrate tutta una serie di innovazioni nel campo della formazione , della gestione delle cosiddette squadre giovanili in cui noi avevamo tante cose da dire e da proporre. Lì ci siamo proprio arenati. E poi nell’altro compito importante che è la revisione delle carte federali, perché così come sono non vanno. Non va l’ordinamento della giustizia, non va lo statuto federale. In una società che cambia radicalmente noi dobbiamo mettere in campo una federazione diversa e che sappia cogliere realmente le esigenze delle utenze e non rinviare di continuo. Dobbiamo abbattere i costi di gestione della federazione ed investire tutto sui giovani. Quella è l’unica speranza che noi abbiamo. Per fare questo dobbiamo avere un altro tipo di federazione ed un certo tipo di uomini in federazione, che fino ad oggi non ci sono”
"Tranquilli! Non siamo stati arrestati" dicono divertiti Piero e Peppe!
Questi poliziotti sono nostri amici!!!

Ci sarà un periodo di transizione per le consegne...stile Obama –Trump?
“No! Questa successione noi l’abbiamo preparata già da tempo. Al di là del riscontro elettorale che ci penalizza un po’, però qui noi abbiamo combattuto contro poteri forti che hanno cercato di ostacolare il nostro cammino e quindi ci sta tutto il risultato così apparentemente esiguo. Non si è lasciata una regione in pace di scegliersi il proprio candidato ma ci sono state delle interferenze che hanno condizionato,  come non credo che avvenga nelle altre regioni. Però da noi è avvenuto!”
Cosa augura in fine al suo successore?
“ Per lo meno i risultati sportivi che ho avuto la fortuna di vedere io; gli auguro ancora molto di più perché noi dobbiamo andare ancora più avanti. Noi oggi abbiamo premiato i ragazzi che hanno vinto con i pony a livello europeo, io mi auguro che i prossimi campionati europei giovanili “cavalli” veda impegnato qualcuno dei nostri atleti. Anzi dirò ancora di più, auguro , così come è avvenuto a Rio,  che alle prossime olimpiadi ci sia qualche cavaliere laziale nel salto ostacoli che è la maggioranza dei nostri praticanti. Abbiamo  assolutamente necessità di emergere con qualche binomio importante. Abbiamo dei giovani che stanno promettendo bene , sono convinto che questi giovani possano fare molto di più se supportati e adeguatamente seguiti”
Ed infine ecco la squadra del Comitato Regionale Lazio che opererà per il prossimo quadriennio
Tutte le foto sono a cura di GIULIA IANNONE






mercoledì 16 novembre 2016

LUCA E SIMONE COATA DI RITORNO DALLO CSI5 W* E DALLO CSI 2* DI VERONA

 “FIERACAVALLI DI VERONA:  UNO DEGLI EVENTI ITALIANI A 5 STELLE CUI TENIAMO DI PIU’ ! ”
Eccoli Simone e Luca Coata rispettivamente su Cannavaro 17 e Quite Beauty


Il commento di Luca e Simone Coata di ritorno rispettivamente dallo Csi 5 *W e dallo CSI 2* di Verona , Fieracavalli. 
 Simone Coata : “Avrei potuto avere accesso al Gran Premio di Domenica, visto che poi sono rimasti 3 posti vuoti ed hanno disputato la categoria in 37 partenti ”

A cura di Giulia Iannone


Ha vinto la categoria 140 gold , “against the clock” di venerdì 11 novembre, Luca Coata in sella a Quite Beauty, cavalla italiana del 2005 da Quite Easy x Estasy della Mezzaluna, con il tempo di 54.85 con il quale si è lasciato alle spalle Ernesto Vacirca su Ultimo FS con 54.96 e Giovanni Lucchetti su Bella Strade con 55.5 e Giampiero Garofalo su Duarte con 55.86. In occasione di questo magnifico podio ha dichiarato il cavaliere romano “Quite è stata veloce e precisa e , come un anno fa , mi ha regalato una vittoria qui a Verona! È sempre bello far suonare l'inno, farlo suonare in questo prestigioso contesto agonistico ancora di più”.  Più che positivo il bilancio per il minore dei Fratelli Coata  sulla   118ma Fieracavalli in generale “Partecipare alla manifestazione di  Verona è sempre bello ed emozionante.  Sicuramente è una location particolare ed  il numeroso pubblico che gremisce le  tribune   riempie di energia e di carica emotiva utile alla performance di gara. Sono contento di come è andata la trasferta e di come abbiano saltato i miei cavalli ossia Crandessa impegnata nello  CSI under 25 nello stesso campo in cui si è disputata la World Cup; Carito e Quite Beauty, di cui ho già accennato in esordio,  impegnati nel Fixdesign CSI 2* !”
Significativa anche la prestazione di Simone Coata, il primo genito di  Piero Coata , che nell’occasione ha portato lo storico baio oldenburg  Cannavaro 17, poi LB Castello  il baio di 11 anni  e “Last but not least”  la grigia italiana di 9 anni Luce Luce, cavalla  con  la quale  si è guadagnato ad ottobre sul campo di Arezzo , di diritto, il lasciapassare per Verona vincendo il Campionato riservato al cavallo italiano degli 8 e oltre,. Ecco cosa ci ha detto Simone Coata sulla sua Verona 2016 “quello del Veneto è sempre un concorso cui teniamo molto. E’ l’unica tappa di Coppa del Mondo che c’è in Italia insieme a Piazza di Siena, cui poi da due anni a questa parte si è aggiunta anche la Tappa di Global Tour allo Stadio dei Marmi sempre di Roma. Una delle tre grandi manifestazioni equestri a cinque stelle che  ospitiamo  in Italia. I cavalli che ho montato nell’occasione hanno saltato tutti bene: Cannavaro è stato un po’ sfortunato perché porta a termine le due gare grosse con un errore, il chè si poteva evitare soprattutto nel piccolo Gran Premio. In questa gara avevo deciso di fare 8  tempi andando verso quel falso largo che veniva dopo la doppia gabbia:  evidentemente non ho preso abbastanza spazio e siamo arrivati 20 cm più vicino di quello che serviva! Secondo me si poteva evitare calcolando che c’erano solo 6 o 7 netti in quella gara, sarebbe stato un buon piazzamento. Gli altri due cavalli hanno saltato bene, Castello fa un errore sull’ultimo durante la gara di  apertura, e poi conclude al settimo posto nella ’50 di sabato. Luce Luce è nona nella ’50 di venerdì, sabato termina settima nella ’50 a Tabella C, poi domenica commette un errorino sul Jolly ma ha saltato bene! I miei cavalli sono stati bravi non posso dirgli  niente!” 
" Quando i cavalli stanno bene sono confidenti e collaborativi, non c'è bisogno di fare cose particolari"
Simone Coata su LB Castello

 Con poche parole, quasi una pennellata,  ci siamo fatti delineare da Simone Coata i tratti salienti dei tre cavalli con i quali sta gareggiando negli ultimi tempi “Cannavaro è  il cavallo che conosco meglio e che ha tutti i mezzi per saltare a questo livello. Nelle arene un po’ strette come può essere quella di Verona ed in generale negli indoor lui può fare più fatica però può saltare la categoria più grande in programma, non rappresenta un problema per lui; LB Castello è un cavallo con cui scendo in campo da 5 concorsi, stiamo ancora conoscendoci e spiegandoci per questo motivo secondo me il baio da Contender si è comportato molto bene: la gara di sabato in cui è arrivato settimo era una gara difficile e poi c’è Luce Luce...che dire! Mi stupisce ancora ogni volta! Il fatto che è migliorata così tanto in breve tempo , che ha vinto il Campionato degli 8 ed oltre, che è entrata a Verona in un ambiente che le poteva risultare problematico e denso di elementi fastidiosi ed invece il primo giorno si piazza subito nella ’50 e poi continua a saltare bene tre giorni,  mi fa sorgere la curiosità di vedere e scoprire dove potrà arrivare l’anno prossimo. Lo vedremo andando avanti.”  Giunto a Verona con tre cavalli ben preparati ed il morale abbastanza alto, Simone Coata ha aggiunto “Anzi! Secondo me si poteva anche partecipare al Gran Premio visto che poi sono rimasti tre posti vuoti perché c’è stato un regolamento alla base che non ci consentiva di gareggiare. Penso che succeda solo in Italia. Spiego meglio: in Gran Premio di Coppa del Mondo si parte in 40. Nel Gran Premio di Coppa del Mondo disputato in Italia e precisamente a Verona siamo partiti in 37. Una cosa del genere capita solo in Italia. Penso , con modestia ed umiltà, che il mio cavallo, la cavalla  di Paolo Paini, di Davide Sbardella ad esempio e non so chi altro... avrebbero potuto disputare il GP di domenica. Magari senza fare 0, terminando con 4 o 8...ma sempre in gara ad un Gran Premio di Coppa del Mondo che si disputa in casa nostra. “ I tre cavalli di Simone Coata si erano preparati prendendo parte al GESE di Bologna -  Circuito di Crescita  tutti e tre chiudendo senza alcuna penalità ,  dimostrando di essere in forma e pronti per la tappa del Nord Italia. Nelle due settimane prima di Verona un lavoro sempre di condizione svolto in serenità e tranquillità. Momento di verifica, inoltre, con il tecnico Giorgio Nuti, che ciclicamente si reca alla scuderia “ I pioppi” di Campagnano per una supervisione ed un confronto tecnico. Niente più di questo perché ha detto il cavaliere trentenne” quando i cavalli stanno bene sono collaborativi e confidenti e amano il proprio lavoro, non c’è bisogno di fare cose particolari”. In aggiunta a ciò, il cugino di Stefano Brecciaroli ha voluto aggiungere una  riflessione equestre  ”al momento non me ne ero accorto. 
"Un dettaglio può fare la differenza in percorso: stare dietro al cavallo. Mio padre Piero e Giorgio Nuti me lo hanno sempre ripetuto, ma è stato Andrew Nicholson a colpire maggiormente nel segno spiegandomelo di nuovo"

Ma  durante la preziosa lezione che sono riuscito a farmi fare dal grande campione neozelandese di completo Andrew Nicholson, ho inquadrato meglio   un concetto tecnico molto profondo e significativo, un dettaglio che fa la differenza in percorso,  che già  mio padre Piero e Giorgio Nuti mi avevano sempre ripetuto in precedenza, e chissà perché sono riuscito a focalizzarlo con Nicholson. La sensazione ed il concetto di stare dietro al cavallo, con il cavallo ben avanti alle gambe. Una situazione che ho fatto sempre fatica ad esprimere con continuità. Certo ci devo pensare ogni volta, ma in questo periodo sto riuscendo – speriamo di mantenere la concentrazione giusta- a montare stando dietro al cavallo!”
  Subito dopo Verona, Simone Coata assieme al fratello Luca,  scenderà in campo a Cattolica in un concorso nazionale, e poi terminerà la stagione 2016 con il quattro stelle di Salisburgo.

lunedì 14 novembre 2016

LA PAROLA A PIERO COATA DOPO IL GRAN PREMIO DELLE REGIONI DI VERONA 2016

CLOSE UP
Ecco la squadra che ha trionfato al Gran Premio delle Regioni della Fiera Cavalli di Verona 2016
Al centro tra i ragazzi Piero Coata
Photo concessa gentilmente dal Presidente Giuseppe Brunetti



“VERONA? FREDDEZZA EMOTIVA, SICUREZZA E CONFIDENZA TECNICA”
“Bisogna scegliere, tra accontentarsi di partecipare o battersi per vincere”!
a cura di Giulia Iannone

Abbiamo incontrato nella club house del Circolo Ippico “ I Pioppi” di Campagnano,
il tecnico e selezionatore Piero Coata,  di ritorno dalla 118ma edizione della Fiera Cavalli di Verona.  Raccolto  un commento sulla storica vittoria della squadra del Lazio nel Gran Premio delle Regioni 2016, con lo sguardo attento al “backstage” di quanto ha portato a questo risultato: selezioni, preparazione, valutazioni tecniche e concettuali.

 Si aspettava di trionfare a Verona nel Gran Premio delle Regioni?
No. Non me l’aspettavo perché ci siamo confrontati con un gruppo di squadre molto competitive. Desidero dedicare questo trionfo a Giuseppe Brunetti, presidente uscente del Comitato regionale Lazio, che lascia l’incarico dopo 8 anni di mandato. Non è mai successo che la rappresentativa giovanile di una regione italiana abbia vinto nello stesso anno sia Piazza di Siena che Verona. Il Lazio ha in bacheca questo primato!  Verona inoltre è una gara molto difficile che, per quanto possa far discutere,  non si tratta semplicemente di affrontare un percorso di 1,25 ed 1,30. L’evento agonistico si svolge in un padiglione indoor molto impegnativo per i binomi, il materiale con cui sono costruiti i salti  è di tipo molto delicato, c’è lo schermo al centro del campo, l’atmosfera è quella di una tappa di Coppa del Mondo i ragazzi quando entrano hanno già un primo impatto emotivo da brivido, figuriamoci poter eseguire due percorsi di altezza 1,25 ed 1,30.  Perciò  bisogna portare delle persone molto preparate”
Persone preparate dice. Come vi siete allenati e dunque preparati per affrontare questo tipo di impegno agonistico che viene vissuto come squadra?
 “Prima cosa io controllo tutto l’anno come si comportano i ragazzi, sia vedendoli perché giro regolarmente per i concorsi, sia aggiornandomi consultando periodicamente i risultati dei binomi. Poi ho fatto solo una gara di selezione /qualifica a Cattolica, solo per vedere lo stato di forma in quel momento del binomio. Ed ho compilato una rosa di 12 scelte dalla quale sarebbe stata fatta l’ulteriore scrematura per Verona. Ricordiamo sempre che se ne portano solo 5 è facile ed ovvio fare scontenti e generare malcontento e dare adito a critiche. Purtroppo però si DEVE scegliere. Bisogna avere un obiettivo chiaro in mente, però. Bisogna scegliere, tra accontentarsi di partecipare o battersi per vincere”!
 Da quanti anni ricopre il ruolo di tecnico e selezionatore per il Lazio e per grosse linee si ricorda quali sono stati i risultati più importanti raggiunti nella periodo della sua gestione tecnica?
“Guardi parlerei dell’ultimo quadriennio. Posso dire solo come fatto storico che io sono subentrato nel ruolo ad Adriano Gigli. A Verona credo che il primo anno ho preso il secondo posto, poi il terzo, poi il quarto per un malaugurato “errore” di emozione perché uno dei ragazzi si è dimenticato il percorso – vedete che brutti scherzi gioca il fattore emotivo in quell’indoor- e quest’anno il primo posto. A Piazza di Siena non ricordo bene se ho vinto due o tre volte ma poco cambia.”
Come sono stati i criteri di selezione per questo appuntamento agonistico?  Nella scelta lei ha dovuto fare anche una altra considerazione: ossia che Verona e Piazza di Siena sono due eventi agonistici molto diversi. Ci spiega bene  in cosa sono diversi l’evento della Coppa dei Giovani di Piazza di Siena ed il Gran Premio delle Regioni, più o meno già lo ha accennato ma ritorniamoci per capire ancora meglio la sfumatura da cui è nata la scelta dei binomi di novembre?
“Ho già detto che ho monitorato costantemente i cavalieri ed i cavalli. Ora Verona è una gara indoor, dunque che si svolge al coperto. Nella nostra regione non abbiamo dei posti idonei per effettuare delle gare al coperto. Controllando i ragazzi sempre tutto l’anno ho preso in considerazione i cavalieri più esperti perché quella del Veneto è una gara difficile e particolare. Facendo poi a Cattolica una ultima visione solo per accertarmi dello stato di forma con l’approssimarsi della Fiera Cavalli. Poi se andiamo a vedere i ragazzi che sono andati a Verona quest’anno, parliamo di Valerio Mosca, è tra i primi dieci della computer list nazionale, poi c’è Catarci che ha rifiutato di fare la selezione, poi Luigi del Prete che è 19mo nella computer list nazionale, Arianna Iacovacci è la prima della computer list nazionale , Elisa Ottobre la osservavo da tempo, è arrivata quarta ai Campionati Italiani appuntamento agonistico non tanto lontano dal punto di vista cronologico, ma io già la seguivo sia  con Cadanz che con l’altro cavallo. Ascanio Tozzi l’ho portato per lo stile. Guardate tutti vogliono andare a Verona, ma trovarne 5 veramente competitivi e disponibili alla fine risulta difficile. Diversa è Piazza di Siena. Il metodo e criterio con cui effettuo la selezione è diverso: giusto o sbagliato che sia, attenzione, non dico che sia il vangelo! In primo luogo cerco di portare dei ragazzi veramente giovani perché si salta con il primo grado, che facciano l’esperienza sul memorabile ovale romano. Vincano o non vincano quello è un altro problema! Ma io porto dei ragazzi giovani a Piazza di Siena, per fare una esperienza!”
Piero Coata, Giuseppe Brunetti e Marco Sassara
il Tecnico selezionatore, il Presidente Comitato Regione Lazio, Lo Chef de Equipe
Photo gentilmente concessa dal Presidente Com. Regione Lazio Giuseppe Brunetti

Parliamo della rosa di 12 nominativi che già aveva generato un po’ di brusio. Come sono confluiti i primi nominativi in questo elenco?
“ Occhio sui risultati e carte alla mano. Ho seguito i risultati, i binomi si equiparavano per certi versi. Poi ad esempio porto dietro un ragazzo come Riccardo Onori, perché ci tengo, è un giovane cavaliere che per me ha talento e va aiutato, va tenuto sempre in considerazione, va curato, coinvolto e motivato all’interno del circuito giovanile. Venendo a Cattolica alla gara, lo ha adocchiato un proprietario che  forse  gli darà un cavallo da montare. In questo sport come tutti sappiamo c’è chi ha possibilità e chi no, Riccardo è un ragazzo che ha talento e per me va aiutato, va tenuto nel gruppo”
Voci di corridoio seguenti alle scelte, sostenevano che binomi che gareggiano a livello di 1,50 sono esagerati per il Gran Premio delle regioni di Verona. Ma nelle altre realtà equestri italiane, che lei ha incontrato alla gara del veneto, quale è stato il livello contro cui vi siete confrontati?
“ I cavalieri delle altre regioni erano di un livello addirittura più alto del nostro! Senza considerare i cavalli! Noi siamo andati con dei ragazzi giovani ossia juniores, io ho usato solo una Young Rider. Le altre regioni hanno usato due Young Riders che avevano almeno in curriculum diverse coppe delle nazioni   se non anche Campionati d’Europa. Noi non avevamo binomi al pari. La Arianna Iacovacci non ha mai fatto Coppe delle Nazioni.”
Ha trovato che ci siano  state più critiche del solito questa volta. Secondo lei come mai? Si è dispiaciuto?
“Credo per un fatto politico. Se io ricopro con passione e grande piacere questo ruolo tecnico, lo faccio solo per lo sport non per la politica. In caso contrario temo abbiano sbagliato persona! Questa atmosfera  sterile mi ha arrecato dispiacere perché queste critiche sono superflue per la prestazione agonistica. Inoltre sono sempre a disposizione, pronto a chiarire ogni dubbio non solo tecnico ma anche inerente il criterio di selezione. Non mi piace che la gente parli dietro senza chiedere. Quest’ambiente purtroppo è molto di facciata ed ha la cattiva abitudine di generare chiacchiericcio e brusio che danneggia  lo sport in generale. Meglio confrontarsi e chiarirsi.”
Il podio di Verona scatto ufficiale
Photo courtesy Valerio Mosca facebook page

E’ stato anche detto che i criteri di selezione non sono indicati da nessuna parte nero su bianco ed anche che lei porta a questi appuntamenti prestigiosi solo i suoi allievi. Come può rispondere alla prima ed alla seconda impressione che gira come “voce di corridoio”?
“ La prima notazione è assolutamente falsa! Per Piazza di Siena vengono fatte tre tappe di selezione e due binomi  vanno di diritto e tre li scelgo io e non si scende mai al di sotto del sesto e del settimo posto della classifica su cui si fa selezione. Inoltre nella squadra specie per Piazza di Siena non viene preso in considerazione solo chi fa zero ma anche dei binomi utili per la categoria di stile. Per Verona ho già sottolineato prima, e la selezione si è fatta a cattolica solo per vedere lo stato di forma dei binomi, visto che gli atleti  sono monitorati costantemente da me. Verona è una gara particolare, è inutile che si parla di 4 o 5 tappe...ma dove si fanno, non esiste? Poi...io uso questo metodo, se si pensa che è errato, e mi prova che non è corretto, io sono tanto umile da ascoltare. Quanto al fatto che io porto solo i miei allievi.... inizio col dire che essere miei allievi non è una condizione di comodo o vantaggio, sono molto severo ed esigente. Temo che sia davvero molto molto peggio! Non si parte avvantaggiati. Nella rosa dei 12 non avete trovato altri miei allievi come Alessandro Donazza, Alessandro Natali e Matteo Del Prete, che pure  hanno il secondo grado, ma non erano ancora pronti. Quanto a Mosca e Luigi Del Prete, essi occupano posizioni di rilievo nella computer list nazionale. Però Valerio Mosca si è dovuto guadagnare il posto in squadra, non è che l’ho portato di diritto come qualcuno faceva prima. Non ho dato di diritto niente a nessuno. Non capisco però perché quando a decidere sono io ci sono problemi, quando io sottopongo i miei di allievi al giudizio di altri tecnici è tutto normale.”
Con l’approssimarsi del nuovo consiglio del nuovo Comitato Regionale Lazio, lei auspica di conservare questo ruolo tecnico? Le piacerebbe?
“Aspettiamo di vedere chi va avanti. Poi,  se me lo chiederanno,  valuterò. Però,  prima di ogni altra cosa,  bisogna vedere  chi prende in mano il Comitato!”
In una prospettiva futura invece, le piacerebbe ricoprire il ruolo di tecnico giovanile nazionale per la disciplina del salto ostacoli ovviamente?
“ E’ una risposta difficile perché io sono innamorato della mia scuderia, dei miei allievi. Il tecnico nazionale ti porta fuori da questi binari! Perciò sarebbe una riflessione molto lunga da fare...”
(GIULIA IANNONE)