CLOSE UP
Ecco la squadra che ha trionfato al Gran Premio delle Regioni della Fiera Cavalli di Verona 2016 Al centro tra i ragazzi Piero Coata Photo concessa gentilmente dal Presidente Giuseppe Brunetti |
“VERONA? FREDDEZZA EMOTIVA, SICUREZZA E CONFIDENZA
TECNICA”
“Bisogna scegliere, tra accontentarsi di partecipare
o battersi per vincere”!
a cura di Giulia Iannone
Abbiamo incontrato nella club house del
Circolo Ippico “ I Pioppi” di Campagnano,
il tecnico e selezionatore Piero Coata, di ritorno dalla 118ma edizione della Fiera
Cavalli di Verona. Raccolto un commento sulla storica vittoria della
squadra del Lazio nel Gran Premio delle Regioni 2016, con lo sguardo attento al
“backstage” di quanto ha portato a questo risultato: selezioni, preparazione,
valutazioni tecniche e concettuali.
Si aspettava
di trionfare a Verona nel Gran Premio delle Regioni?
“No. Non me l’aspettavo perché ci siamo confrontati
con un gruppo di squadre molto competitive. Desidero dedicare questo trionfo a
Giuseppe Brunetti, presidente uscente del Comitato regionale Lazio, che lascia
l’incarico dopo 8 anni di mandato. Non è mai successo che la rappresentativa
giovanile di una regione italiana abbia vinto nello stesso anno sia Piazza di
Siena che Verona. Il Lazio ha in bacheca questo primato! Verona inoltre è una gara molto difficile che,
per quanto possa far discutere, non si
tratta semplicemente di affrontare un percorso di 1,25 ed 1,30. L’evento
agonistico si svolge in un padiglione indoor molto impegnativo per i binomi, il
materiale con cui sono costruiti i salti è di tipo molto delicato, c’è lo schermo al
centro del campo, l’atmosfera è quella di una tappa di Coppa del Mondo i
ragazzi quando entrano hanno già un primo impatto emotivo da brivido,
figuriamoci poter eseguire due percorsi di altezza 1,25 ed 1,30. Perciò bisogna portare delle persone molto preparate”
Persone preparate dice. Come vi siete allenati e
dunque preparati per affrontare questo tipo di impegno agonistico che viene
vissuto come squadra?
“Prima cosa
io controllo tutto l’anno come si comportano i ragazzi, sia vedendoli perché
giro regolarmente per i concorsi, sia aggiornandomi consultando periodicamente
i risultati dei binomi. Poi ho fatto solo una gara di selezione /qualifica a
Cattolica, solo per vedere lo stato di forma in quel momento del binomio. Ed ho
compilato una rosa di 12 scelte dalla quale sarebbe stata fatta l’ulteriore
scrematura per Verona. Ricordiamo sempre che se ne portano solo 5 è facile ed
ovvio fare scontenti e generare malcontento e dare adito a critiche. Purtroppo
però si DEVE scegliere. Bisogna avere un obiettivo chiaro in mente, però. Bisogna
scegliere, tra accontentarsi di partecipare o battersi per vincere”!
Da quanti
anni ricopre il ruolo di tecnico e selezionatore per il Lazio e per grosse
linee si ricorda quali sono stati i risultati più importanti raggiunti nella
periodo della sua gestione tecnica?
“Guardi parlerei dell’ultimo quadriennio. Posso dire
solo come fatto storico che io sono subentrato nel ruolo ad Adriano Gigli. A
Verona credo che il primo anno ho preso il secondo posto, poi il terzo, poi il
quarto per un malaugurato “errore” di emozione perché uno dei ragazzi si è
dimenticato il percorso – vedete che brutti scherzi gioca il fattore emotivo in
quell’indoor- e quest’anno il primo posto. A Piazza di Siena non ricordo bene
se ho vinto due o tre volte ma poco cambia.”
Come sono stati i criteri di selezione per questo
appuntamento agonistico? Nella scelta
lei ha dovuto fare anche una altra considerazione: ossia che Verona e Piazza di
Siena sono due eventi agonistici molto diversi. Ci spiega bene in cosa sono diversi l’evento della Coppa dei
Giovani di Piazza di Siena ed il Gran Premio delle Regioni, più o meno già lo
ha accennato ma ritorniamoci per capire ancora meglio la sfumatura da cui è
nata la scelta dei binomi di novembre?
“Ho già detto che ho monitorato costantemente i
cavalieri ed i cavalli. Ora Verona è una gara indoor, dunque che si svolge al
coperto. Nella nostra regione non abbiamo dei posti idonei per effettuare delle
gare al coperto. Controllando i ragazzi sempre tutto l’anno ho preso in
considerazione i cavalieri più esperti perché quella del Veneto è una gara
difficile e particolare. Facendo poi a Cattolica una ultima visione solo per
accertarmi dello stato di forma con l’approssimarsi della Fiera Cavalli. Poi se
andiamo a vedere i ragazzi che sono andati a Verona quest’anno, parliamo di
Valerio Mosca, è tra i primi dieci della computer list nazionale, poi c’è
Catarci che ha rifiutato di fare la selezione, poi Luigi del Prete che è 19mo
nella computer list nazionale, Arianna Iacovacci è la prima della computer list
nazionale , Elisa Ottobre la osservavo da tempo, è arrivata quarta ai
Campionati Italiani appuntamento agonistico non tanto lontano dal punto di
vista cronologico, ma io già la seguivo sia con Cadanz che con l’altro cavallo. Ascanio Tozzi
l’ho portato per lo stile. Guardate tutti vogliono andare a Verona, ma trovarne
5 veramente competitivi e disponibili alla fine risulta difficile. Diversa è
Piazza di Siena. Il metodo e criterio con cui effettuo la selezione è diverso:
giusto o sbagliato che sia, attenzione, non dico che sia il vangelo! In primo
luogo cerco di portare dei ragazzi veramente giovani perché si salta con il
primo grado, che facciano l’esperienza sul memorabile ovale romano. Vincano o
non vincano quello è un altro problema! Ma io porto dei ragazzi giovani a
Piazza di Siena, per fare una esperienza!”
Parliamo della rosa di 12 nominativi che già aveva
generato un po’ di brusio. Come sono confluiti i primi nominativi in questo
elenco?
“ Occhio sui risultati e carte alla mano. Ho seguito
i risultati, i binomi si equiparavano per certi versi. Poi ad esempio porto
dietro un ragazzo come Riccardo Onori, perché ci tengo, è un giovane cavaliere
che per me ha talento e va aiutato, va tenuto sempre in considerazione, va
curato, coinvolto e motivato all’interno del circuito giovanile. Venendo a
Cattolica alla gara, lo ha adocchiato un proprietario che forse gli darà un cavallo da montare. In questo
sport come tutti sappiamo c’è chi ha possibilità e chi no, Riccardo è un
ragazzo che ha talento e per me va aiutato, va tenuto nel gruppo”
Voci di corridoio seguenti alle scelte, sostenevano
che binomi che gareggiano a livello di 1,50 sono esagerati per il Gran Premio
delle regioni di Verona. Ma nelle altre realtà equestri italiane, che lei ha
incontrato alla gara del veneto, quale è stato il livello contro cui vi siete
confrontati?
“ I cavalieri delle altre regioni erano di un livello
addirittura più alto del nostro! Senza considerare i cavalli! Noi siamo andati
con dei ragazzi giovani ossia juniores, io ho usato solo una Young Rider. Le
altre regioni hanno usato due Young Riders che avevano almeno in curriculum
diverse coppe delle nazioni se non anche Campionati d’Europa. Noi non
avevamo binomi al pari. La Arianna Iacovacci
non ha mai fatto Coppe delle Nazioni.”
Ha trovato che ci siano state più critiche del solito questa volta.
Secondo lei come mai? Si è dispiaciuto?
“Credo per un fatto politico. Se io ricopro con
passione e grande piacere questo ruolo tecnico, lo faccio solo per lo sport non
per la politica. In caso contrario temo abbiano sbagliato persona! Questa atmosfera sterile mi ha arrecato dispiacere perché
queste critiche sono superflue per la prestazione agonistica. Inoltre sono
sempre a disposizione, pronto a chiarire ogni dubbio non solo tecnico ma anche
inerente il criterio di selezione. Non mi piace che la gente parli dietro senza
chiedere. Quest’ambiente purtroppo è molto di facciata ed ha la cattiva
abitudine di generare chiacchiericcio e brusio che danneggia lo sport in generale. Meglio confrontarsi e
chiarirsi.”
Il podio di Verona scatto ufficiale Photo courtesy Valerio Mosca facebook page |
E’ stato anche detto che i criteri di selezione non
sono indicati da nessuna parte nero su bianco ed anche che lei porta a questi
appuntamenti prestigiosi solo i suoi allievi. Come può rispondere alla prima ed
alla seconda impressione che gira come “voce di corridoio”?
“ La prima notazione è assolutamente falsa! Per
Piazza di Siena vengono fatte tre tappe di selezione e due binomi vanno di diritto e tre li scelgo io e non si
scende mai al di sotto del sesto e del settimo posto della classifica su cui si
fa selezione. Inoltre nella squadra specie per Piazza di Siena non viene preso
in considerazione solo chi fa zero ma anche dei binomi utili per la categoria
di stile. Per Verona ho già sottolineato prima, e la selezione si è fatta a
cattolica solo per vedere lo stato di forma dei binomi, visto che gli atleti sono monitorati costantemente da me. Verona è
una gara particolare, è inutile che si parla di 4 o 5 tappe...ma dove si fanno,
non esiste? Poi...io uso questo metodo, se si pensa che è errato, e mi prova
che non è corretto, io sono tanto umile da ascoltare. Quanto al fatto che io
porto solo i miei allievi.... inizio col dire che essere miei allievi non è una
condizione di comodo o vantaggio, sono molto severo ed esigente. Temo che sia
davvero molto molto peggio! Non si parte avvantaggiati. Nella rosa dei 12 non
avete trovato altri miei allievi come Alessandro Donazza, Alessandro Natali e
Matteo Del Prete, che pure hanno il
secondo grado, ma non erano ancora pronti. Quanto a Mosca e Luigi Del Prete,
essi occupano posizioni di rilievo nella computer list nazionale. Però Valerio
Mosca si è dovuto guadagnare il posto in squadra, non è che l’ho portato di
diritto come qualcuno faceva prima. Non ho dato di diritto niente a nessuno. Non
capisco però perché quando a decidere sono io ci sono problemi, quando io
sottopongo i miei di allievi al giudizio di altri tecnici è tutto normale.”
Con l’approssimarsi del nuovo consiglio del nuovo
Comitato Regionale Lazio, lei auspica di conservare questo ruolo tecnico? Le
piacerebbe?
“Aspettiamo di vedere chi va avanti. Poi, se me lo chiederanno, valuterò. Però, prima di ogni altra cosa, bisogna vedere chi prende in mano il Comitato!”
In una prospettiva futura invece, le piacerebbe
ricoprire il ruolo di tecnico giovanile nazionale per la disciplina del salto
ostacoli ovviamente?
“ E’ una risposta difficile perché io sono innamorato
della mia scuderia, dei miei allievi. Il tecnico nazionale ti porta fuori da
questi binari! Perciò sarebbe una riflessione molto lunga da fare...”
(GIULIA IANNONE)
Nessun commento:
Posta un commento