”L’EFFICACIA NELLA SEMPLICITA’ “
IL DOTT. MARCO REITANO RICORDA NAVA
A cura di Giulia Iannone
Ad un giorno di distanza dalla notizia
della scomparsa del Colonnello Lodovico Nava, abbiamo raccolto giusto alcune testimonianze “simboliche”- impossibile
risulterebbe sentire ed intervistare realmente tutti coloro che lo hanno
conosciuto e frequentato nei diversi e svariati ruoli che ha ricoperto in
ambito equestre- per omaggiare il Padre della Formazione equestre italiana.
Cominciamo con quella sentita toccante
e commovente del Dott. Marco Reitano, Direttore Sportivo Discipline Olimpiche
della Fise:
(Segnaliamo che
le esequie si svolgeranno domani mattina mercoledì 7 dicembre c.a alle ore 9,30
presso il Reggimento Lancieri di Montebello –Ippodromo Militare Gen.
Giannattasio a Tor di Quinto, Roma. )
“Ero un
ragazzo quando conobbi l’allora Ten.Col. Ludovico Nava nei primi anni ’70.
Avevo da poco iniziato a montare a cavallo e frequentavo regolarmente
l’Ippodromo Militare di Tor di Quinto. Ricordo il Ten.Col. Nava su un cavallo
grigio partecipare ad una categoria “D” del Nazionale di Roma con il campo gara
posto di fronte alla palazzina reale sul manto erboso della pista grande.
Ludovico Nava era uno dei tanti ufficiali in servizio alla Scuola Militare di
Equitazione, allora denominata Centro Preolimpionico Ippico Militare, ma mi
colpì una particolarità del Suo aspetto. Contrariamente agli altri militari
montava a cavallo con il berretto dell’uniforme assicurato alla testa da un
rudimentale elastico giallo agganciato alle due estremità laterali del
berretto. Rividi quell’Ufficiale diversi anni dopo quando, ultimata l’accademia
militare di Veterinaria in Pinerolo e svolti quattro anni di servizio a
Grosseto, presso l’allevamento cavalli dell’Esercito, tornai “sulla piazza” di
Roma. Erano gli anni ’80 ed il Col. Nava aveva cessato il Suo servizio nella
F.A. ed era diventato un pilastro della formazione equestre federale. Verso di
lui nutrivo, così come è stato sino ai nostri giorni, una sorta di timore
reverenziale dovuto alla differenza di età ed al profondo rispetto della sua
esperienza e valore. Ho avuto modo di avvicinarmi sovente al Col. Nava nelle
sue diverse vesti di tecnico, di responsabile del Centro Equestre Federale dei
Pratoni del Vivaro, di responsabile del Dipartimento Formazione della
Federazione, di Consigliere federale. In tutti i ruoli è stato se stesso, una
persona estremamente moderata ed equilibrata dotata di una capacità espressiva
tanto semplice quanto efficace. Aveva il dono di descrivere un concetto tecnico
complesso con poche parole stupendo l’interlocutore per la capacità di sintesi
e l’espressività. Nei diversi consessi in cui ho avuto la fortuna di assistere
a Suoi interventi e/o lezioni rimanevo stupito di fronte alla Sua capacità di
rapire gli ascoltatori. Senza alcun effetto speciale, ma sovente, solo
proiettando una semplice foto, spesso in bianco e nero, iniziava la sua
trattazione prendendo per mano idealmente tutti i presenti, per accompagnarli in
un viaggio, sorprendente per logica e sequenzialità, che si concludeva sempre con
una tesi finale , che appariva lapalissiana e scontata, senza alcuna possibilità
di replica. Il Col. Nava mi ha, quindi, insegnato come l’efficacia nella
semplicità sia espressione di grande spessore umano ed intellettivo, fatto
questo che ci rimarrà per sempre. Nel riascoltare le Sue interviste, non si può
non stupirsi delle Sue risposte semplici, permeate di calma, ma fatte di parole pesanti, perchè granitiche nella loro solidità e
chiarezza, elargite al giusto ritmo, senza la minima fretta, quasi a voler
scolpire i diversi concetti nella mente degli ascoltatori. Gli sono grato, da
appassionato del nostro sport, per quanto da lui fatto, specie in favore della
cultura e degli istruttori, da uomo per il supporto che mi ha sempre offerto in
modo leale e sincero, da militare per il prestigio che non ha mai cessato di
conferire all’Esercito con la sua competenza, signorilità e stile, dimostrando che
possono coesistere cultura, competenza, umiltà, tolleranza ed ironia.
Continuerà a vivere nei suoi scritti, nel nostro sapere, nella parte migliore
del mondo equestre, nell’appassionato insegnamento di ogni bravo istruttore,
nel “corredo genetico” dell’equitazione italiana che con il Col. Nava si è
arricchita di una traccia indelebile.”
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