giovedì 28 maggio 2015

IL GRAN PREMIO ROMA PARLA SVEDESE... suggerimenti per l’84ma edizione

 VINCE il 34ENNE  HENRIK VON ECKERMANN , ALLIEVO DEL KAIZER “LUDGER”!
EDIZIONE DI SIMBOLI E DI “CORSE”: suggerimenti per l’84ma edizione
83ma edizione di Piazza di Siena all'insegna di simboli ed emblemi della nostra equitazione
Salto dedicato ai Fratelli D'Inzeo nella foto di Giulia Iannone

A cura di Giulia Iannone

Era dal 2000 che uno svedese non vinceva il Gran Premio Roma.
In quell’anno,  fu Lisen Bratt su Casanova a dominare totalmente la gara con un doppio netto mentre lasciava alle sue spalle l’italiano Valerio Sozzi con un quarto di penalità per aver superato il tempo massimo. All’ora fu en plein per la Svezia, che vinse anche la Coppa della Nazioni.
Nel 2015 invece i dominatori della Coppa, ossia la Whitaker family, non sono riusciti a fare doppietta.  Al primo giro, Michael con Amai termina con 8, John su Argento termina con 9, passa il turno solo Robert su Catwalk IV. Tra gli altri cavalieri favoriti, escono subito Kent Farrington con 4 ( che non rientra per un posto nei 13 che vanno al secondo round), Gerco Schroder, Steve Guedat con Corbinian che chiude con 19 penalità, risultato molto pesante. Tra i favoriti entrano al secondo giro cavalieri veloci e puntuali come Laura Kraut sul fido Cedric, castrone grigio di 17 anni che però farà un errore e porterà l’amazzone americana a chiudere in settima posizione. Altra sarà la soddisfazione per la Kraut: a lei verrà attribuito il Premio  Master Fratelli D’Inzeo. Sbaglia Edwina Tops Alexander, fallisce il mago della velocità e delle acrobazie in sella il francese Roger Yves Bost ed il canadese Eric Lamaze su Zigali. Gli unici due netti saranno quelli di Giulia Martinengo Marquet su F. Funke Van’t Heike e Sergio Alvarez Moya su G and C . Netti sprecati, per via dell’errore al primo round che li relega in quinta e quarta posizione finale, con grande rammarico per la neo campionessa italiana Giulia Martinengo Marquet.  Maikel Van der Vleuten accumula punti di fuori tempo ( 1 del primo round e due del secondo) che lo fanno salire sul gradino basso del podio. Davanti a lui, si colora d’argento il Campione del Mondo di Caen, l’olandese Jeroen Dubbeldam proprio su Zenith, il castrone KWPN di 11 anni con il quale si è assicurato per ben due volte il clean round ma con una rispettiva penalità di fuori tempo per round, che lo portano a chiudere con 2 penalità.
Henrick Von Eckermann, svedese di 34 anni allievo del grande Ludger vince il Gp Roma
su Cantinero
Nella foto di Giulia Iannone

 E vince così il 34 enne Henrick Von Eckermann con una penalità di fuori tempo accumulata nel secondo round ma tutto sommato utile per il gradino alto di questo Gran Premio.  Pensare che una settimana fa in Gran Premio ad Amburgo nella tappa di Global Champions Tour lo svedese era volato giù di sella proprio da Cantinero, castrone baio belga di 13 anni da Cento, di proprietà del Qatar Armed Forces. Questo cavallo era stato dato in lavoro a Ludger Beerbaum e poi affidato a Henrick, allievo e cavaliere giovane della scuderia Beerbaum, che sta portando avanti questo cavallo con grande gioia e non sa per quanto tempo ancora potrà montarlo. La settimana prossima lo svedese sarà ad Aachen con Gotha e For Sale 6.
Henrick Von Eckerman è un cavaliere di 34 anni, giovane promettente e di talento.  Fu  notato dal Campione olimpico svedese Peder Fredricson che lo ha seguito per tre anni, assistendolo nel passaggio da junior a young rider. Fallita l’idea del campioncino svedese di gestire una piccola scuderia privata di circa 15 cavalli, decise poi   di seguire una altra strada, che si rivelerà quella vincente: andare a lavorare in Germania da Ludger Beerbaum, professionista che lui aveva sempre ammirato. Dal 2002 Von Eckerman è un componente stabile del team Beerbaum . Molto apprezzato nell’addestramento dei cavalli giovani ed un gran lavoratore in senso stretto , dotato di grande sensibilità in sella.
dal 2002 Von Eckermann è componente stabile del Team Beerbaum
Nella foto di Giulia Iannone


Tanti simboli e “corse” nella 83ma edizione di Piazza di Siena
Questa edizione della storica competizione romana è frutto di un piccolo miracolo:basti pensare che Vittorio Orlandi è stato eletto Neo Presidente della Fise solo il 30 marzo scorso e la macchina organizzativa di Piazza di Siena è cambiata si è rinnovata si è rivoluzionata proprio in occasione di questa nuova era Orlandi. Una cura molto  giovane ed una corsa contro il tempo!  Tutto di corsa insomma, devo dire che questa è l’immagine ed il sentimento che ha caratterizzato la manifestazione equestre sportiva per eccellenza del nostro paese. Tutto quello che abbiamo vissuto, visto, riportato e scritto e commentato è stato il frutto di un grande sforzo, di grande entusiasmo e passione per apportare sia pure  in corsa e di corsa, i primi segnali forti di cambiamento e stravolgimento ad iniziare dall’ovale di Piazza di Siena.

Guardate queste 2 foto: la prima risale al 2014 la seconda sotto al 2015
Bellissima opera di sistemazione effettuata quest'anno nell'area antistante la tribuna cavalieri
Foto di GIULIA IANNONE


 C’è stata una grande spinta emotiva per  riportare in piazza i simboli per eccellenza della nota kermesse romana. Emblemi che riecheggiano con nostalgia e rimpianto  in chi li ha realmente vissuti mentre sono sconosciuti ai giovanissimi.  Simboli che ci sono tanto cari ma che hanno dovuto confrontarsi con l’equitazione di oggi : come l’oxer di betulle,  un legame e chiaro riferimento alla  storia illustre  della nostra equitazione, ma di betulle erano fatti solo i pilieri mentre le barriere erano finte e di materiale ultraleggero, riempito  da siepi e non nudo e spoglio  come l’originale,  il Colosseo e la Dea Romana ci ha ricordato l’immenso Marcello Mastronardi, che forse i più giovani non conoscono o ignorano del tutto perché se ne parla troppo poco,  che li volle per i WEG 1998 di Roma, quella eccelsa personalità che dopo il Generale Lombardi diede vita alla figura dello chef de piste. Quei  salti hanno una grande storia da raccontare e da tramandare . Erano una invenzione coreografica , ogni anno Mastronardi con gli artigiani di Cinecittà lanciava una novità sul campo. La dea Bendata, ad esempio,  nacque in occasione della prima lotteria abbinata al concorso romano.
 I simboli dovranno purtroppo confrontarsi con il presente e con il futuro di questo CSIO: purtroppo l’erba ha ceduto il passo alla sabbia per motivi ed esigenze tecniche del cavallo saltatore, e niente potrò restituire il colpo d’occhio di giardino verde e fiorito di un tempo. Bisogna farsene una ragione. Sicuramente anacronistico il piccolo tappeto di zolle di erba posticcia che è stato montato attorno ai pannelli che delimitano il campo di gara. Lo stesso ovale è mutato nel corso degli anni, nei tempi d’oro non c’erano stands ed area vip ai lati, non c’erano cartelloni luminosi con le scritte degli sponsors,  ma una esile  e bassa staccionata di legno che oggi cercandola con lo sguardo appare fagocitata sempre di più ed in alcune componenti rotta. 
Le piante ed i fiori e le creazioni di arte topiaria hanno richiesto un grande sforzo da parte
della macchina organizzativa
foto di Giulia Iannone

 Le piante ed i fiori e le creazioni di arte topiaria hanno creato non pochi problemi alla macchina organizzativa. In primo luogo per gli spostamenti, poi per gli abbinamenti con i diversi salti dati dal colore e dal colpo d’occhio, hanno richiesto hostess e addetti che dovevano correre come formiche impazzite al cambio di categoria o tra una manche e l’altra. Questo ha destato problematiche anche per gli schemi decisionali cambiati in continuazione a seconda dei diversi responsabili.  Altro intoppo:  il problema della sostituzione della pianta o fiore danneggiato e rotto che a terra inoltre lasciava detriti sulla sabbia da ripulire last minute. Piccoli problemi anche non previsti, tra un cambio e l’altro, che all’occorrenza sono stati affrontati da personalità di prestigio. All’inizio della seconda manche del GP ROMA alcune piante sono state dimenticate sul bordo dell’ovale, Uliano Vezzani di corsa in perfetto completo giacca e cravatta, ha sfidato cronometro e binomio in gara per porre rimedio al disguido di coreografia ed immagine del percorso. 
questo è il corridoio tra gli stands e l'ovale dove passavano di corsa fotografi
tecnici addetti ai lavori, tra cavi, prese, piante...
nella foto di Giulia iannone

Ma di gente dell’organizzazione che correva se n’è vista tanta, fin’anche la Eleonora Ottaviani che correva da una parte e l’altra come un proiettile.  Non ne parliamo il giorno della Coppa delle Nazioni sotto la pioggia. C’era un piccolo corridoio tra gli stands dell’area vip e l’ovale dove passavano di corsa fotografi, tecnici, addetti, la Ottaviani quasi come una primatista mondiale, purtroppo anche durante lo svolgimento delle gare, tra cavi e fili.  Con  l’acqua, per altro,  il sentierino era diventato un piccolo rigagnolo davvero insidioso per i coraggiosi “pony express”.
Durante la Conferenza stampa di chiusura, il Presidente Orlandi ha preannunciato alla stampa il progetto dell’anno prossimo: creare ben due week end a Piazza di Siena, uno destinato ai giovani cavalieri ed ai cavalli italiani, il secondo nella consueta data dedicato allo CSIO. Riteniamo doveroso esprimere che uno dei simboli tangibili di Piazza di Siena è l’incontro tra i giovani cavalieri italiani con i propri idoli nello stesso momento, sullo stesso storico ed emblematico suolo. Non importa che ci sia l’erba o la sabbia, i fiori o le piante o i salti memorabili. Suggeriamo di ripristinare lo schema di gare tradizionali: lasciare in palinsesto solo  La Coppa dei Giovani, una categoria dedicata al pony  assoluto ed invece della potenza e della sei barriere ( gara che non è stata capita dal pubblico perchè troppo corta dal punto di vista di durata temporale. Inoltre a detta di Giulia Serventi la sei barriere va montata spalle alla porta per favorire l’equilibrio del cavallo) inserire una categoria –finale  dedicata al cavallo italiano di 7 anni, le cui  selezioni vengano   effettuate  durante l’anno agonistico.
Questa era l’antica formula. Tutte le altre gare nazionali apparse dopo non appartengono alla concezione del Concorso di Roma, spirito che voleva fare incontrare i giovani in erba con i propri beniamini. Diversificare i due appuntamenti significa allontanare la realtà dei giovani dal gotha dell’equitazione internazionale.
Una notazione va rivolta al pubblico di addetti e non addetti ai lavori: bisogna restare fino alla fine per assistere alle premiazioni ed applaudire i vincitori.
ecco come appare una tribuna vuota... Qui eravamo tra una manche e l'altra del
GP Roma, ma la sensazione di assenza è quella che vogliamo significare
Nella foto di Giulia Iannone Steve Guerdat 


E’ davvero triste l’effetto di un giro d’onore dinnanzi alle tribune  con i posti a sedere,  tutti vuoti.

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