VINCE il
34ENNE HENRIK VON ECKERMANN , ALLIEVO
DEL KAIZER “LUDGER”!
EDIZIONE DI SIMBOLI E DI “CORSE”: suggerimenti per
l’84ma edizione
83ma edizione di Piazza di Siena all'insegna di simboli ed emblemi della nostra equitazione Salto dedicato ai Fratelli D'Inzeo nella foto di Giulia Iannone |
A cura di Giulia Iannone
Era dal 2000 che uno svedese
non vinceva il Gran Premio Roma.
In quell’anno, fu Lisen Bratt su Casanova a dominare
totalmente la gara con un doppio netto mentre lasciava alle sue spalle
l’italiano Valerio Sozzi con un quarto di penalità per aver superato il tempo
massimo. All’ora fu en plein per la
Svezia , che vinse anche la Coppa della Nazioni.
Nel 2015 invece i dominatori
della Coppa, ossia la
Whitaker family, non sono riusciti a fare doppietta. Al primo giro, Michael con Amai termina con
8, John su Argento termina con 9, passa il turno solo Robert su Catwalk IV. Tra
gli altri cavalieri favoriti, escono subito Kent Farrington con 4 ( che non
rientra per un posto nei 13 che vanno al secondo round), Gerco Schroder, Steve
Guedat con Corbinian che chiude con 19 penalità, risultato molto pesante. Tra i
favoriti entrano al secondo giro cavalieri veloci e puntuali come Laura Kraut
sul fido Cedric, castrone grigio di 17 anni che però farà un errore e porterà
l’amazzone americana a chiudere in settima posizione. Altra sarà la soddisfazione
per la Kraut : a
lei verrà attribuito il Premio Master
Fratelli D’Inzeo. Sbaglia Edwina Tops Alexander, fallisce il mago della
velocità e delle acrobazie in sella il francese Roger Yves Bost ed il canadese
Eric Lamaze su Zigali. Gli unici due netti saranno quelli di Giulia Martinengo
Marquet su F. Funke Van’t Heike e Sergio Alvarez Moya su G and C . Netti
sprecati, per via dell’errore al primo round che li relega in quinta e quarta
posizione finale, con grande rammarico per la neo campionessa italiana Giulia
Martinengo Marquet. Maikel Van der
Vleuten accumula punti di fuori tempo ( 1 del primo round e due del secondo)
che lo fanno salire sul gradino basso del podio. Davanti a lui, si colora
d’argento il Campione del Mondo di Caen, l’olandese Jeroen Dubbeldam proprio su
Zenith, il castrone KWPN di 11 anni con il quale si è assicurato per ben due
volte il clean round ma con una rispettiva penalità di fuori tempo per round,
che lo portano a chiudere con 2 penalità.
Henrick Von Eckermann, svedese di 34 anni allievo del grande Ludger vince il Gp Roma su Cantinero Nella foto di Giulia Iannone |
E vince così il 34 enne Henrick Von Eckermann
con una penalità di fuori tempo accumulata nel secondo round ma tutto sommato
utile per il gradino alto di questo Gran Premio. Pensare che una settimana fa in Gran Premio ad
Amburgo nella tappa di Global Champions Tour lo svedese era volato giù di sella
proprio da Cantinero, castrone baio belga di 13 anni da Cento, di proprietà del
Qatar Armed Forces. Questo cavallo era stato dato in lavoro a Ludger Beerbaum e
poi affidato a Henrick, allievo e cavaliere giovane della scuderia Beerbaum,
che sta portando avanti questo cavallo con grande gioia e non sa per quanto
tempo ancora potrà montarlo. La settimana prossima lo svedese sarà ad Aachen
con Gotha e For Sale 6.
Henrick Von Eckerman è un
cavaliere di 34 anni, giovane promettente e di talento. Fu notato dal Campione olimpico svedese Peder
Fredricson che lo ha seguito per tre anni, assistendolo nel passaggio da junior
a young rider. Fallita l’idea del campioncino svedese di gestire una piccola
scuderia privata di circa 15 cavalli, decise poi di
seguire una altra strada, che si rivelerà quella vincente: andare a lavorare in
Germania da Ludger Beerbaum, professionista che lui aveva sempre ammirato. Dal
2002 Von Eckerman è un componente stabile del team Beerbaum . Molto apprezzato
nell’addestramento dei cavalli giovani ed un gran lavoratore in senso stretto ,
dotato di grande sensibilità in sella.
dal 2002 Von Eckermann è componente stabile del Team Beerbaum Nella foto di Giulia Iannone |
Tanti simboli e “corse” nella 83ma edizione di Piazza
di Siena
Questa edizione della
storica competizione romana è frutto di un piccolo miracolo:basti pensare che
Vittorio Orlandi è stato eletto Neo Presidente della Fise solo il 30 marzo
scorso e la macchina organizzativa di Piazza di Siena è cambiata si è rinnovata
si è rivoluzionata proprio in occasione di questa nuova era Orlandi. Una cura
molto giovane ed una corsa contro il
tempo! Tutto di corsa insomma, devo dire
che questa è l’immagine ed il sentimento che ha caratterizzato la
manifestazione equestre sportiva per eccellenza del nostro paese. Tutto quello
che abbiamo vissuto, visto, riportato e scritto e commentato è stato il frutto
di un grande sforzo, di grande entusiasmo e passione per apportare sia pure in corsa e di corsa, i primi segnali forti di
cambiamento e stravolgimento ad iniziare dall’ovale di Piazza di Siena.
C’è stata una grande spinta emotiva per riportare in piazza i simboli per eccellenza della nota kermesse romana. Emblemi che riecheggiano con nostalgia e rimpianto in chi li ha realmente vissuti mentre sono sconosciuti ai giovanissimi. Simboli che ci sono tanto cari ma che hanno dovuto confrontarsi con l’equitazione di oggi : come l’oxer di betulle, un legame e chiaro riferimento alla storia illustre della nostra equitazione, ma di betulle erano fatti solo i pilieri mentre le barriere erano finte e di materiale ultraleggero, riempito da siepi e non nudo e spoglio come l’originale, il Colosseo ela
Dea Romana ci ha ricordato l’immenso
Marcello Mastronardi, che forse i più giovani non conoscono o ignorano del
tutto perché se ne parla troppo poco, che li volle per i WEG 1998 di Roma, quella
eccelsa personalità che dopo il Generale Lombardi diede vita alla figura dello
chef de piste. Quei salti hanno una
grande storia da raccontare e da tramandare . Erano una invenzione coreografica
, ogni anno Mastronardi con gli artigiani di Cinecittà lanciava una novità sul
campo. La dea Bendata, ad esempio, nacque in occasione della prima lotteria
abbinata al concorso romano.
Guardate queste 2 foto: la prima risale al 2014 la seconda sotto al 2015 Bellissima opera di sistemazione effettuata quest'anno nell'area antistante la tribuna cavalieri Foto di GIULIA IANNONE |
C’è stata una grande spinta emotiva per riportare in piazza i simboli per eccellenza della nota kermesse romana. Emblemi che riecheggiano con nostalgia e rimpianto in chi li ha realmente vissuti mentre sono sconosciuti ai giovanissimi. Simboli che ci sono tanto cari ma che hanno dovuto confrontarsi con l’equitazione di oggi : come l’oxer di betulle, un legame e chiaro riferimento alla storia illustre della nostra equitazione, ma di betulle erano fatti solo i pilieri mentre le barriere erano finte e di materiale ultraleggero, riempito da siepi e non nudo e spoglio come l’originale, il Colosseo e
I simboli dovranno purtroppo confrontarsi con
il presente e con il futuro di questo CSIO: purtroppo l’erba ha ceduto il passo
alla sabbia per motivi ed esigenze tecniche del cavallo saltatore, e niente
potrò restituire il colpo d’occhio di giardino verde e fiorito di un tempo. Bisogna
farsene una ragione. Sicuramente anacronistico il piccolo tappeto di zolle di
erba posticcia che è stato montato attorno ai pannelli che delimitano il campo
di gara. Lo stesso ovale è mutato nel corso degli anni, nei tempi d’oro non
c’erano stands ed area vip ai lati, non c’erano cartelloni luminosi con le
scritte degli sponsors, ma una esile e bassa staccionata di legno che oggi
cercandola con lo sguardo appare fagocitata sempre di più ed in alcune
componenti rotta.
Le piante ed i fiori e le creazioni di arte topiaria hanno creato non pochi problemi alla macchina organizzativa. In primo luogo per gli spostamenti, poi per gli abbinamenti con i diversi salti dati dal colore e dal colpo d’occhio, hanno richiesto hostess e addetti che dovevano correre come formiche impazzite al cambio di categoria o tra una manche e l’altra. Questo ha destato problematiche anche per gli schemi decisionali cambiati in continuazione a seconda dei diversi responsabili. Altro intoppo: il problema della sostituzione della pianta o fiore danneggiato e rotto che a terra inoltre lasciava detriti sulla sabbia da ripulire last minute. Piccoli problemi anche non previsti, tra un cambio e l’altro, che all’occorrenza sono stati affrontati da personalità di prestigio. All’inizio della seconda manche del GP ROMA alcune piante sono state dimenticate sul bordo dell’ovale, Uliano Vezzani di corsa in perfetto completo giacca e cravatta, ha sfidato cronometro e binomio in gara per porre rimedio al disguido di coreografia ed immagine del percorso.
Ma di gente dell’organizzazione che correva se n’è vista tanta, fin’anchela Eleonora Ottaviani
che correva da una parte e l’altra come un proiettile. Non ne parliamo il giorno della Coppa delle
Nazioni sotto la pioggia. C’era un piccolo corridoio tra gli stands dell’area
vip e l’ovale dove passavano di corsa fotografi, tecnici, addetti, la Ottaviani quasi come una
primatista mondiale, purtroppo anche durante lo svolgimento delle gare, tra
cavi e fili. Con l’acqua, per altro, il sentierino era diventato un piccolo
rigagnolo davvero insidioso per i coraggiosi “pony express”.
Le piante ed i fiori e le creazioni di arte topiaria hanno richiesto un grande sforzo da parte della macchina organizzativa foto di Giulia Iannone |
Le piante ed i fiori e le creazioni di arte topiaria hanno creato non pochi problemi alla macchina organizzativa. In primo luogo per gli spostamenti, poi per gli abbinamenti con i diversi salti dati dal colore e dal colpo d’occhio, hanno richiesto hostess e addetti che dovevano correre come formiche impazzite al cambio di categoria o tra una manche e l’altra. Questo ha destato problematiche anche per gli schemi decisionali cambiati in continuazione a seconda dei diversi responsabili. Altro intoppo: il problema della sostituzione della pianta o fiore danneggiato e rotto che a terra inoltre lasciava detriti sulla sabbia da ripulire last minute. Piccoli problemi anche non previsti, tra un cambio e l’altro, che all’occorrenza sono stati affrontati da personalità di prestigio. All’inizio della seconda manche del GP ROMA alcune piante sono state dimenticate sul bordo dell’ovale, Uliano Vezzani di corsa in perfetto completo giacca e cravatta, ha sfidato cronometro e binomio in gara per porre rimedio al disguido di coreografia ed immagine del percorso.
questo è il corridoio tra gli stands e l'ovale dove passavano di corsa fotografi tecnici addetti ai lavori, tra cavi, prese, piante... nella foto di Giulia iannone |
Ma di gente dell’organizzazione che correva se n’è vista tanta, fin’anche
Durante la Conferenza stampa di
chiusura, il Presidente Orlandi ha preannunciato alla stampa il progetto
dell’anno prossimo: creare ben due week end a Piazza di Siena, uno destinato ai
giovani cavalieri ed ai cavalli italiani, il secondo nella consueta data
dedicato allo CSIO. Riteniamo doveroso esprimere che uno dei simboli tangibili
di Piazza di Siena è l’incontro tra i giovani cavalieri italiani con i propri
idoli nello stesso momento, sullo stesso storico ed emblematico suolo. Non
importa che ci sia l’erba o la sabbia, i fiori o le piante o i salti memorabili.
Suggeriamo di ripristinare lo schema di gare tradizionali: lasciare in
palinsesto solo La Coppa dei Giovani, una
categoria dedicata al pony assoluto ed
invece della potenza e della sei barriere ( gara che non è stata capita dal
pubblico perchè troppo corta dal punto di vista di durata temporale. Inoltre a
detta di Giulia Serventi la sei barriere va montata spalle alla porta per
favorire l’equilibrio del cavallo) inserire una categoria –finale dedicata al cavallo italiano di 7 anni, le
cui selezioni vengano effettuate durante l’anno agonistico.
Questa era l’antica formula.
Tutte le altre gare nazionali apparse dopo non appartengono alla concezione del
Concorso di Roma, spirito che voleva fare incontrare i giovani in erba con i
propri beniamini. Diversificare i due appuntamenti significa allontanare la
realtà dei giovani dal gotha dell’equitazione internazionale.
Una notazione va rivolta al
pubblico di addetti e non addetti ai lavori: bisogna restare fino alla fine per
assistere alle premiazioni ed applaudire i vincitori.
ecco come appare una tribuna vuota... Qui eravamo tra una manche e l'altra del GP Roma, ma la sensazione di assenza è quella che vogliamo significare Nella foto di Giulia Iannone Steve Guerdat |
E’ davvero triste l’effetto
di un giro d’onore dinnanzi alle tribune con i posti a sedere, tutti vuoti.
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