FLASH DA PIAZZA DI SIENA 2013:
Seconda Parte
Scene di gara indimenticabili: le scuole tecniche!
Ludger Beerbaum su CHAMAN |
La prima scena eccellente: L’ Ucraina in Coppa delle Nazioni, per giunta vincente. Con un team di cavalieri alcuni top class, che di Ucraino hanno ben poco. Non l’avrei definita “Ucraina” ma squadra Alexander Onyschenko, questo Billionario che ha doti economiche, cavaliere di salto ostacoli a livello amatoriale. Costui ha creato una squadra, andando in giro per il mondo a comprare i cavalli più forti, assoldando cavalieri altrettanto forti, ed attribuendogli infine la nazionalità Ucraina. Kirchoff e la Offel sono tedeschi, Cassio Rivetti è brasiliano, Krasyuk è l’unico Ukraino! Questo è lo stile dei tempi. Si può comprare ogni cosa, ma non la vera essenza. E’ un buon segnale un vaso di azalee messo solitario nel campo, ma non fa Premio Azalee, è bello aver restaurato i salti di Roma 1998 e farne mostra in una Coppa che si chiama Furusiyya, l’equivalente in arabo del concetto di Cavalleria. Questi sono i tempi: in questo secolo abbiamo acquisito gli oggetti , peccato che nell’altro siano rimasti mente e cuore!
Sono trascorsi per Ulrich Kirchoff 17 anni da quelle due medaglie d’oro memorabili di Atlanta 1996 in sella a Jus de Pomme. In quella memorabile squadra “tedesca” erano con lui, Sloothak, Nieberg e Ludger Beerbaum. Poi Ulrich è scomparso dalla scena Internazionale, dopo la perdita del suo cavallo vincente. Ce lo siamo ritrovato in Italia poi di nazionalità ucraina, al fianco dell’amazzone Barbara Suter. Evviva la cultura multietnica! Ma lui è tedesco nello stile, nel fisico, nella monta equestre.
Ulrich Kirchoff su Verdi |
Quando lo guardi non hai alcun dubbio, assomiglia tantissimo per alcune strategie tecniche a Franke Sloothak il gigante dalle mani di velluto con quelle redini lunghissime ed il suo assetto di acciaio su cavalli vecchio stile tedesco. Ecco se dovessi dire qualcosa, in questa Piazza di Siena ho riconosciuto le scuole e gli stili, spesso non corrispondenti ai colori per i quali gareggiavano, bello e strano al contempo.
Gli stili e le squadre si mescolano come le linee di sangue! Kirchoff la vecchia classe, Ludgeer lo spartiacque della Germania moderna con i suoi allievi bellissimi, leggerissimi, puliti e dinamici. Ah, quel Deusser e Weishaupt come stanno venendo bene come allievi. Questo ultimo ha fatto una altra piccola magia nella categoria dei 7 anni: in sella a Luce del Castegno, cavallo allevato in Italia ma tutto di linea straniera. Calza perfettamente agli ordini di questo allievo di Ludger. Sono nazionalista, concettualmente, ma quando vedi una cavallo come Luce ricamare tra gli ostacoli un giro così preciso, sono contenta per questa risoluzione sportiva. Oggi poi, le linee di sangue non sono più tanto chiare come una volta, come il discorso delle scuole: le genealogie sono tutte molto vicine ed imparentate tra loro! In Italia abbiamo degli allevatori che producono ottimi cavalli di linee nordiche che poi vengono venduti in Svizzera e simili.
Nick Skelton su Big Star |
L’altro stile chiaro, evidente, coerente ed efficace nei secoli- è il caso di dirlo- è quello di Nick Skelton su “Big Star” in ogni senso ! La scuola in avanti, che non interferisce mai sulla bocca del cavallo con interventi se non finissimi, con l’assetto dinamico, gioco di baricentri, di angoli in avanti. Noi diciamo la scuola condivisa con Whitaker che sarebbe “anche”, molto la nostra! Inserisco anche Spooner su questo mood ma Cristallo mostra un po’ i segni del tempo. Skelton in barrage ha fatto il solito incantesimo. Ha accorciato le redini, frustino impugnato, staffe corte, spalle avanti, e via contro il cronometro. Che cosa abbiamo visto? Niente, come al solito, e neanche un errore. Lo stile invisibile del galoppo in avanti! Pius Schwizer è stata una bella scoperta per me. Al di là dello stile che è molto personale e che sta a metà tra la Germania e la Francia , predomina anche la sua peculiarità fisica. Pius è molto muscoloso, corto nel busto e nelle leve del femore. La mano è forte un po’ tedesca, come il suo carattere volitivo e determinato.
Quando entra in campo ha lo sguardo “cattivo” , ma non lo è. E’ concentrazione. L’uso della gamba è un po’ francese compensata molto dalla mano per la riunione. Apre un po’ le braccia che stilisticamente è scorretto, ma per lui di alleggerimento. Ha come un trans quando monta, il viso si inasprisce. Ma quando l’ho incontrato nella pausa pranzo, e mi sono complimentata molto con lui, il sorriso ha alleggerito l’espressione brusca, con un “Danke” che lo ha reso più solare. Ludger Beerbaum ha poi effettuato una strategia di percorso da manuale il venerdì in sella a Chaman. La prima manche iniziava a mano destra con un largo pari insidioso, vicino ai palchi laterali. Il Kaizer ha preso il galoppo a mano sinistra spalle al largo, tutte e due le volte, curva stretta fino all’area delle premiazioni, dietro front sul galoppo rovescio e via sull’uno riunitissimo. Il cambio a volo dopo. Questo per far capire la lucidità e la perfezione mentale di questi Campioni inossidabili. E’ stato già detto molto su Emanuele Gaudiano ed il suo stop al numero 3 in Coppa. Lui è un Italiano che ha scelto di andare in Germania per portare avanti la propria carriera equestre. Un Italiano di nascita che monta alla tedesca. Il suo cavallo Cocoshynsky è Westfalen. E’ una operazione mentale oltre che stilistica abbastanza complicata., ma che sta producendo il suo risultato. E’ un “quasi tedesco” che per 8 centesimi di secondo stava strappando la corona del GP Roma a Skelton!!!
Pius Schwizer |
Infatti in premiazione il Kaizer Ludger su Chaman, con le redini tra le dita, batteva le mani a Gaudiano . Quello che non si è detto, credo vada ricordato. Emanuele Gaudiano ha dichiarato a proposito del suo Westfalen” Non si ferma mai. Non succede mai. Credo di aver allentato la pressione”. Guardiamola dalla parte del cavallo: primo giro prima manche in Coppa delle Nazioni . Gaudiano non attacca il giro. Parte cauto sull’uno e sul due. Il galoppo era molto cauto. Il cavallo poi sente venir meno la pressione mentre Emanuele è già avanti con le spalle, ma il cavallo non trova la battuta e si ferma. Il cavaliere italiano balza in avanti, tocca la barriera ma cade in piedi, porta con se le doppie redini, si trova faccia a faccia col cavallo mentre la testiera è anche uscita via dalla nuca. Cocoshynsky è incredulo e pietrificato e aspetta, non si muove. Come se volesse dire “Che è successo, amico! Non ho proprio capito. All’improvviso ci siamo persi. Comunicazioni interrotte! Perché ci guardano tutti? Usciamo da questo imbarazzo e cerchiamo di ritrovarci! Non è stato proprio bello essere soli in gara all’improvviso”. Questa, a mio avviso, il concetto tedesco, creare un cavallo sugli aiuti che attende sempre il cavaliere. Non ti puoi distrarre, non ti puoi emozionare non puoi allentare la pressione. Lui, il cavallo, diventa come una seconda pelle e sente tutto quello che fai o che non fai. E’ programmato ad eseguire non a pensare!
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