Giuseppe Forte nella sua "veste" di cavaliere "Dopo mi sono dedicato all'insegnamento" Photo Courtesy Giuseppe Forte |
“ C’E’ TANTA SCUOLA ITALIANA INSEGNATA FIN DAL
SETTORE PONY”
Sarà Giuseppe Forte il nuovo Ct del settore pony.
Dopo molte stagioni ricche di soddisfazioni come Ct pony in Lombardia, la
Nuova Fise punta su di lui per i giovanissimi
in erba. Figura equestre di primissimo ordine, ha lavorato con Raimondo D’Inzeo
e Graziano Mancinelli ed è anche molto
legato al cavaliere e tecnico lombardo Giorgio Nuti. Dalla base ai vertici
troviamo finalmente una squadra di tecnici tutti provenienti dalla “Scuola
Italiana” per eccellenza della migliore tradizione e sentire equestre.
A CURA DI GIULIA IANNONE
Può presentarsi a livello equestre ?
“ La mia
esperienza di cavaliere è stata lunga, devo dire a buoni livelli e per me sono
stati anni molto belli . Ho fatto parte di diverse Coppe delle Nazioni, ho
lavorato molto con il Col. Raimondo D’Inzeo ma
ho iniziato con “Il Cavaliere” Mancinelli. Ho fatto le mie prime
esperienze con quest’ultimo e poi ho lavorato con la federazione quindi con
Raimondo D’Inzeo per un bel po’ di anni. Dopo mi sono dedicato all’insegnamento. Sono
tecnico per la Regione Lombardia
già da un po’ di tempo e quest’anno mi
hanno dato l’opportunità di ricoprire il ruolo di CT. L’esperienza alle spalle
ce l’abbiamo, vediamo di fare del nostro
meglio!”
Dunque le figure tecniche cui le si ispira anche per
l’insegnamento credo siano Raimondo D’Inzeo e Graziano Mancinelli ?
“ Quello che ci hanno insegnato è la vecchia , che
poi è ancora e sempre attuale, scuola italiana. Abbiamo sempre impiegato questo
metodo con tutti i cavalli che abbiamo avuto da montare e dopo con tutti i
ragazzi da seguire. Scuola vecchia e
tradizionale, sì, ma vedo che vale sempre ed è l’unica vera scuola che noi
sosteniamo ed è quella che noi cerchiamo di far apprendere ai ragazzi d’ oggi. Non ci sono delle grandi novità, il
mondo è unico e sempre lo stesso. Questa scuola sa portare sempre grandi
risultati anche adesso. Quando uno vede oggi dei super cavalieri, la loro monta è una delle più fluide e lineari,
ossia un po’ quella inventata
dall’Italia”.
Veniamo al suo incarico nella FISE di Marco Di Paola.
Lei sarà tecnico e selezionatore settore pony. Può dirci come si articolerà
questo incarico?
“ Si svolge tutto in maniera un po’ veloce come tappe
ed appuntamenti. Il nostro obiettivo di base sono I campionati europei a fine a luglio , quindi abbiamo da adesso ad
allora diversi concorsi molto importanti in tale ottica. Dobbiamo cercare di
dedicarci con molta attenzione. Nel settore pony, ci sono ragazzini che escono velocemente e non
ci sono tantissimi pony di livello alto,
inoltre ci sono tantissimi ragazzini che entrano dentro ma in poco tempo,
purtroppo, devono fare una buona esperienza in vista di un campionato europeo ma anche in vista di tutte le Coppe delle Nazioni
prima che sono già di livello alto e molto impegnative per ragazzi che non
hanno ancora sostenuto degli impegni così gravosi. Bisogna individuare bene i
soggetti che possono tenere la condizione psicologica, i pony che riescono ad
impattare già bene in queste Coppe delle Nazioni da subito. Dobbiamo amalgamare
tutte queste condizioni per essere freddi e concentrati all’appuntamento
finale. Bisogna arrivare pronti. Osserverò i binomi in alcuni concorsi: questo
week end mi trovo a Manerbio, dopo abbiamo ad Arezzo una grande selezione, poi
dopo abbiamo la prima tappa a Lamprechtausen dove c’è la prima Coppa delle
Nazioni, dopo poco tempo altre due tappe Hagen e Wierden, di mezzo ci sono i
Campionati italiani e poi dopo un momento di calma e i Campionati Europei. Il
primo pezzo importante della stagione va un po’ a finire. E’ solo tutto molto
molto concentrato. Si va verso il periodo caldo e poi ci sono gli impegni
scolastici di alcuni giovani cavalieri , abbiamo tante cose insieme da valutare,
per cui bisogna fare le cose con molta
attenzione.”
“Si legge nel comunicato in cui la si annunzia Ct nazionale…ruolo nel quale lei ha già dato ottime soddisfazioni alla Lombardia. Può ricordarci in che termini queste soddisfazioni? Da quanti anni lavora perla Lombardia ?
"Ho fatto tanta gavetta in equitazione. reputo che si è più formati e preparati anche grazie alle tante esperienze negative che forgiano dentro" Photo Courtesy Giuseppe Forte |
“Si legge nel comunicato in cui la si annunzia Ct nazionale…ruolo nel quale lei ha già dato ottime soddisfazioni alla Lombardia. Può ricordarci in che termini queste soddisfazioni? Da quanti anni lavora per
“ Sono già diversi anni che lavoro per questa
regione. Dopo un periodo di pausa, adesso ho ripreso e sono già ormai 4 o 5
anni. Noi abbiamo dei trofei mirati che portano a Poniadi e Ponilandia e
Verona. Sono queste le soddisfazioni più grandi ottenute nel corso di questi
anni di lavoro. Abbiamo riportato delle vittorie in quasi tutte queste
manifestazioni agonistiche. Per i ragazzini un livello 1,15 fino a 1,20 sono
appuntamenti importanti. La
Lombardia è sempre stata la protagonista e devo dire che
abbiamo lavorato molto bene sempre cambiando i ragazzi perché l’età è di 14
anni quindi dobbiamo avere un ricambio continuo e valido per sostituire quelli
che escono. Nonostante il rincalzo, i risultati sono stati sempre super. Meglio
di così non sarebbe potuto essere. Sono e siamo molto soddisfatti del lavoro
fatto. Ogni anno, ci tengo a dirlo, abbiamo dato sempre ai Campionati Europei due
o tre componenti che venivano dai nostri circuiti e dalle nostre categorie. Tutti
ragazzi nati dal nostro vivaio. L’anno scorso e due anni fa, credo, che almeno
tre su quattro fossero lombardi. “
Per molti anni il pony è stato reputato un cavallo
“nano” e non è assolutamente così, si veda l’estero. In maniera più profonda ,
che cosa significa lavorare con i pony?
“ Non è più
possibile reputarlo un cavallo nano! Ormai ci sono dei pony che sono dei mini
cavalli, pur rispettando l’altezza prescritta. Sono strutturati bene anche
perché le altezze che affrontano sono anche abbastanza ragguardevoli: si avvicinano
molto anzi affrontano le stesse altezze dei cavalli. I campionati Europei sono
già gare di 1,35 qualcosa può toccare anche il metro e quaranta. L’impegno ed
il lavoro richiesto è paragonabile realmente a quello del cavallo. Quando non è
così bisogna avere tra le mani davvero un bel binomio che capisca queste cose.
I pony caratterialmente sono molto tosti e grintosi e la loro forza è
sicuramente il carattere. Il binomio va creato assolutamente per fare
delle gare così importanti, perché il ragazzino è alle prime armi, Quando
si crea il legame tra i due vanno avanti a mille, però bisogna stare sempre
attenti perché il pony ha molta personalità. Ormai però essendo questi piccoli
animali diventati dei mini cavalli, le distanze, le combinazioni le linee si
avvicinano molto quasi a quelle del cavallo. Non c’è grande sbalzo quando il
bambino passa dal pony al cavallo , adesso. “
L’Italia a che punto è?
“ L’anno scorso l’Italia ha vinto i Campionati
Europei! Era tanto che non accadeva. Non abbiamo tanti binomi purtroppo che
facciano quelle gare alte e soprattutto abbiamo pochi pony per fare queste
altezze perché le cifre di acquisto sono
notevoli. Inoltre bisogna considerare che un ragazzino a 16 anni non può più
montare un pony , quindi bisogna
occuparsi di ricollocare il pony in
qualche modo : si tratta di un grande investimento per un tempo abbastanza
ristretto, una situazione molto onerosa.
Da noi non c’è grande cultura di allevare e produrre pony, quindi il fatto di doverli acquistare
all’estero restringe molto il cerchio. Quando abbiamo avuto per le mani dei
buoni soggetti, il livello riesce ad essere altrettanto alto. C’è questo
handicap, che riguarda anche i cavalli, non essendo il nostro paese zona di
allevamento di grande livello purtroppo, bisogna sempre andare a cercarli all’estero.
Mettiamo tutte queste cose insieme, unite al dettaglio che la durata della carriera con
il pony non è così lunga. Dai 14 ai 16 anni non sembra, ma il tempo è poco”
Sfatiamo allora un mito: Comprare il super pony all’estero
fa andare direttamente al Campionato Europeo?
“ Purtroppo non è così! Se fosse così semplice, di
gente che può comprarne ce n’è davvero tanta, anche se dopo bisogna rivenderlo.
Però pur di arrivare al risultato la strada sarebbe praticata! Di pony che
possono fare gli europei ce ne sono
all’estero, ma non è facile trovare e creare il binomio perfetto in così
poco tempo! Devi trovare un bel feeling,
ma quindi stiamo parlando di bambini che non hanno dalla loro parte una tecnica
consolidata ed esperienza. Non basta poi importare solo un lavoro, i due esseri
devono conoscersi, identificarsi uno con l’altro. Poi i pony qualitativi hanno anche molta personalità quindi ci vuole
del tempo per accettare chi c’è sopra. Il
tempo è un ingrediente molto determinante per poter plasmare un bel binomio. Può
capitare che uno vada in Inghilterra e Germania e subito parta la scintilla di
una affinità , ma deve essere veramente
bravo il ragazzino. Se gli allievi fossero tutti così, sarebbe un lavoro molto
semplice! Però le cose sudate e guadagnate sono molto più equestri. Inoltre questi pony cambiano spesso
mani, anche per loro essere sballottati da una parte all’altra, da un lavoro
all’altro non è mica facile. Non sono delle macchine. ”
"la mia esperienza di cavaliere è stata lunga. Ho fatto parte di diverse Coppe delle Nazioni" Roma, Piazza di Siena : quando ancora c'era l'erba in campo! Photo Courtesy Giuseppe Forte |
La programmazione pony è stata affidata ad una
commissione che sarà coordinata da Mino Palma e composta poi da Antongiulio
Pieraccini e Daniela Tonali. Lei interagirà con questa commissione?
“ Loro avranno l’osservazione dei ragazzi nuovi che
promettono , sul territorio. Io devo dedicarmi a quella che è
la parte alta ossia i ragazzi di prima fascia e portare avanti loro e tenere
sempre d’occhio, giustamente, anche i ragazzi di seconda fascia perché come
ripeto, il ricambio deve essere molto veloce perché i ragazzi a 16 anni escono”
Il momento pony rappresenta una occasione tecnica per
i giovanissimi. Questa federazione mostra, attraverso le sue scelte, di essere molto attenta ai giovani. Secondo lei in qualità di Ct quale è la
differenza formativa e culturale che
mostra un ragazzo che è passato per un po’ nella gavetta pony?
“ Avendo fatto anche io tanta gavetta in equitazione,
reputo che si è più formati e preparati
anche grazie alle tante esperienze negative che forgiano dentro. Trovo che chi
ha lavorato sin da piccolissimo con i pony , pensiamo all’estero i bambini
fanno le cacce ed il completo, si presenta nel giro grosso con una marea di
esperienza alle spalle. La gavetta dà un aiuto in più in caso di difficoltà
tecnica , circostanza negativa, un problema, si riesce ad uscire fuori con
intelligenza e con saggezza e con la mente fredda. Chi ha già conosciuto queste
cose a livello inferiore, già da
bambino, non avrà problemi in proseguo di carriera. Imparare a reagire di fronte
all’imprevisto porta a completare la struttura dell’allievo sia fisica, che mentale
organizzandosi con l’animale. La
tranquillità e la freddezza sono i due elementi più importanti in ambito
equestre, praticare l’equitazione una volta a settimana non basta, oppure devi
avere delle doti pazzesche personali che alla fine non bastano perché al
momento del dunque gli altri passano avanti. Uno inventato non resta a lungo.
Trovo che lo sport abbia comunque il merito di far tornare sempre i conti alla
fine.”
La squadra di tecnici assemblata da Di Paola mostra
di avere quel bel filo comune che noi aspettavamo da tanto: c’è molta scuola
italiana. Troviamo due allievi di Mancinelli e Raimondo D’Inzeo – lei e Giorgio Nuti- abbiamo
tre allievi di Piero D’Inzeo: Natale Chiaudani, Piero Coata e Stefano
Brecciaroli, nipote di Piero.
Allora forse il famoso progetto unico che voleva
realizzare la precedente gestione, forse si potrebbe concretizzare attraverso
di voi ed il vostro lavoro. Cosa ne pensa?A lei una altra grande e bella
responsabilità culturale ?
“ Parliamo davvero tutti la stessa lingua proveniente
dalla scuola italiana. Siamo nati lavorando in scuderia anche a contatto con i
vecchi marescialli che abbiamo fatto in tempo a conoscere. io posso annoverare
Defendente Pogliaga quale primo istruttore all’età di 13 anni, una cosa che va
indietro nel tempo, sa ho 60 anni. Anche Giorgio Nuti ha lavorato con una
figura del genere, il Maresciallo Pennuti. Tanti non li conoscono, mai marescialli allora erano i pezzi forte dell’equitazione
italiana. Si, trovo che questa
federazione abbia centrato diverse persone. Non ci sono sbalzi di ideologie . Certo
non è facile, perché può essere che tanti ragazzi abbiano preso una
impostazione diversa- pensiamo alla staffa presa tanto in punta! - Non voglio
dire semplicisticamente che uno deve montare solo sollevato. Però i top riders di oggi montano
con leggerezza e velocità come se fossero in pista quindi bisogna stare attenti
a dare delle definizioni, perché ciò che passa per moderno oggi non è altro se
non la vecchia cara scuola italiana. Anche gli stessi Jerry Smit e Roberto
Arioldi sono perfettamente in questo
mood. Roberto Arioldi è un funambolo ed è molto personale, ha
lavorato con Mancinelli, lo stesso Jerry
anche se ha addosso molta scuola tedesca, ha avuto parecchio a che fare con noi! Trovo che c’è un bel
gruppo di persone. Noi desideriamo solo proseguire con semplicità ed onesta
quello che ci hanno insegnato i nostri maestri illustri. Sono andato
recentemente a vedere uno stage diretto da Giorgio Nuti. Era un po’ che non lo
vedevo lavorare, ma mi ha riportato tanto indietro negli anni. Abbiamo vinto
con quegli insegnamenti semplici lineari e coerenti che funzioneranno sempre. Spesso
è strategico usare grandi paroloni e rendere le cose difficili e complicate quando
la strada maestra è tanto semplice e precisa. E’ come a tavola, se l’insalata è
buona, non c’è bisogno neanche di condirla! “
"Noi desideriamo proseguire con semplicità ed onestà quello che ci hanno insegnato i nostri maestri illustri" Troppo Forte diceva l'articolo del tempo che ci ha inviato Giuseppe Forte. |
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