“BISOGNA ANDARE AVANTI!”
“Neptune Brecourt era stato etichettato come un
cavallo detestabile, ribelle e poco accondiscendente . . .”
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Luca Maria Moneta e Neptune Photo courtesy Moneta Fb page |
Intervista a cura di Giulia Iannone
A mente fredda, cerchiamo di ricostruire
emozioni e riflessioni in merito a
questa prima esperienza europea in carriera.
“Questo era l’obiettivo della stagione 2013. Dall’inizio
primavera, ho iniziato a preparare il
cavallo pensando a questo appuntamento agonistico. Era l’obiettivo, ripeto, che
mi ero prefisso. Ho organizzato un calendario di gare, ho gestito tutta la
stagione per cercare di arrivare all’Europeo in modo che fosse nelle mie
possibilità. Il fatto di aver centrato l’obiettivo, è stata una grande
soddisfazione.”
Sul suo “percorso” di preparazione, l’incontro con un
Ct eccezionale, chiamato Hans Horn. Credo che abbia contribuito moltissimo a
quello che abbiamo visto nel campo di Herning. Dico bene?
“Sicuramente! Innanzitutto ha molto rispettato il mio
modo di lavorare e di interagire con i cavalli, dandomi dei consigli e dei
suggerimenti senza andare a stravolgere quello che era il mio sistema di
lavoro. Già questo per me è stato un grossissimo vantaggio che mi ha permesso di
arricchire la mia esperienza e formazione, senza trovarmi in difficoltà, forzato
a cambiare le cose che sapevo già fare. Hans Horn mi ha anche consigliato come
gestire la programmazione delle gare ed abbiamo stabilito quali sarebbero stati
gli appuntamenti più o meno utili per il cavallo. Di conseguenza sono arrivato
all’appuntamento europeo al meglio, dopo aver fatto due ritiri prima di
Fasterlbo ed uno prima di Herning”
Ritiri tecnici: dove?
“in Olanda. Prima di Fasterlbo da solo, prima di
Herning insieme ai componenti della squadra italiana degli europei”
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Ecco Neptune e Luca in ritiro da Hans Horn agosto 2013 Photo courtesy Luca Moneta Horsemanship |
Quindi già con il ritiro è iniziato l’affiatamento
anche tra componenti del “team”. Che sensazione le ha fatto?
“Fermo restando che ormai sono 3 anni che salto in
Coppa delle Nazioni, ovviamente l’emozione di una squadra che rappresenta
l’Italia durante un Campionato Europeo è sicuramente una motivazione ed un
coinvolgimento maggiore. Una forte esperienza. I compagni di squadra sono dei
ragazzi in gamba, ottimi professionisti, da un punto di vista umano è scattata
subito una bellissima intesa. Si è creato un bellissimo gruppo. Come prima
esperienza non potevo desiderare di più”
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Luca Moneta e Neptune ad Herning 2013 Photo courtesy Moneta Fb page |
Lei ha stupito tutti, essendo nuovo a questo impatto
emotivo, con i suoi due netti inanellati come nulla fosse, nelle giornate
iniziali. Che dire?
“Montare a cavallo, che sia un Campionato Europeo o
una gara regionale, significa fare del mio meglio, cercare di ottenere il
massimo della relazione con il mio cavallo. Mi sono impegnato come faccio
sempre. Fortunatamente sono arrivato pronto con il mio cavallo al meglio. Diciamo
che i primi due giorni tutto è andato bene e di conseguenza sono anche arrivati
i due risultati.”
La sua “vicenda” agonistica nell’individuale ce la
racconta per bene?
“Il secondo giro della Coppa, dopo aver saltato
l’acqua, ho preparato i sei tempi di galoppo per il cancello, e nel momento in
cui il cavallo ha battuto mi ha dato un po’ una schienata ed ho perso una
staffa! Nel momento in cui ho perso la staffa, mi sono scomposto, ho perso
l’equilibrio, il mio cavallo che è molto sensibile, si è agitato quindi non
sono riuscito ad organizzare il verticale successivo dove ho fatto errore. In
più ho perso molto tempo perché non riuscivo a trovare la staffa e quindi ho
dovuto allargarmi molto per andare ad affrontare la linea con la doppia gabbia
successiva. Poi ho avuto una altra imprecisione sulla ultima combinazione che
veniva stretta a molti cavalli. Io ho sacrificato un pochino l’ingresso per
riuscire ad organizzare bene l’uscita. Il cavallo mi ha ascoltato, ma ha fatto
errore sulla seconda barriera dell’oxer di ingresso. Sicuramente con il senno
di poi, avrei potuto lasciar saltare l’ingresso senza lavorare dentro per la
combinazione. E’ stata una imprecisione mia.”
Quale è la storia di questo cavallo sella francese
Neptune Brecourt ed in che maniera le è stato affidato dai suoi proprietari?
“Stiamo parlando di un cavallo francese
e da puledro, a detta dell’allevatore, era detestabile, nel senso di ribelle e
poco accondiscendente. Ha girato due o tre diversi commercianti specializzati
in cavalli complicati. E’ stato anche provato da professionisti affermati, ma
nessuno lo ha voluto, nonostante tutti avessero riconosciuto le sue
potenzialità. Troppo difficile e complesso di carattere, questo a detta di
tutti. All’epoca facevo degli stage, e questo mio allievo – un signore francese
che è coproprietario del cavallo, lo abbiamo al 50% - ha visto il cavallo e me
lo ha dato. Essendo mio allievo, conosceva il mio metodo e quindi pensava che
sarei riuscito a gestirlo.”
A che età Neptune è arrivato tra le sue
mani?
“alla fine dei 7 anni! “
“Cavallo complicato”, questa
l’etichetta addosso a Neptune. Lei che idea si era fatto?
“Un cavallo molto sensibile che ha
avuto delle esperienze molto difficili con l’uomo, dunque ha paura di quello
che può succedere sopra di lui. Nello stesso tempo un carattere molto forte. Quindi,
a causa della sua paura e della sua ansia, aveva tendenzialmente sempre voglia
di discutere. Quando questo cavallo non
è in sintonia con il suo cavaliere è praticamente un cavallo impossibile.”
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Neptune in libertà. Per un cavallo il pascolo è una attività fondamentale per il morale e per evitare stress mentale Photo courtesy Luca Moneta Horsemanship |
Lei ha usato il “suo metodo”, ossia?
“Parte delle esperienze che ho avuto
con Pat Parelli ed altri tipi di nozioni
che ho ricevuto, mi consentono di lavorare
con cavalli complicati. La tecnica di Pat Parelli insegna agli uomini a
comprendere il comportamento dell’animale, non è una tecnica per risolvere
cavalli complicati.”
Lei ha ringraziato molto i proprietari
che in questa storia sono stati molto importanti
“Per la loro fiducia in me e per aver
rifiutato diverse offerte ricevute per questo cavallo. Hanno deciso di
lasciarmelo per permettermi di fare sport ad alti livelli. Spero che la cosa
possa continuare e che io possa continuare a tenere il cavallo a lungo”.
Lei reputa che Neptune abbia risolto i
suoi problemi con l’uomo?
“No! E’ un cavallo con un livello molto
alto di spirito, molto particolare, molto complicato. Ha bisogno di una
relazione molto profonda di fiducia per diventare disponibile e collaborare.”
Come lo ha sentito ad Herning, perché
visivamente, ha dato l’impressione di una equitazione semplice e facile.
“ Diciamo che era collaborativo. Penso
che ci sia un grosso margine di miglioramento, poiché il cavallo è ancora un
po’ ansioso, ed a volte, specie quando io non ho una posizione ineccepibile e
perfetta, si mette un po’ contro. I due errori sul finale di Campionato
derivano proprio da una mancanza di fiducia e serenità del cavallo che non mi
permette di organizzare bene le distanze”
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"la bocca di Neptune ha avuto numerose esperienze..." Photo courtesy Moneta horsemanship |
In questa ottica monta il cavallo in
hackmore?
“E’ per lui uno strumento nuovo. Grazie
a questo strumento sono riuscito a ricodificare un linguaggio in maniera
diversa. La sua bocca ha avuto numerose esperienze, che avevano portato ad
acuire le sue paure e le sue ansie.”
Molti hanno notato, non solo nei suoi
cavalli, ma proprio nel cavalier Luca Moneta, una svolta, uno stato di grazia,
una carica di tecnica ed emotività positiva. Lei sente questa energia?
“Sicuramente un atleta con successi,
esperienza, risultati, la sicurezza del binomio, la consapevolezza delle capacità
del cavallo, si sente bene ed è carico
interiormente. Lavoro molto, non solo da
un punto di vista tecnico, ma delle mente, della emotività del cavallo. Io
stesso sono seguito da una psicologa dello sport, cerco di lavorare sul
training autogeno. Curo tutti gli aspetti che riguardano l’atleta. Esiste
l’atleta cavallo ed anche il cavaliere”
Si aspettava una decima posizione
individuale in Campionato Europeo?
“il mio obiettivo europeo era cercare
di avere la condizione del mio cavallo. Non mi ero posto una posizione in
classifica particolare da raggiungere. Penso, oggi, si tratti di una posizione
molto bella, un po’ di rammarico poiché avrei potuto fare di più. Mi allenerò
per cercare di fare meglio nella prossima stagione.”
Poi, archiviato l’Europeo, lei è
partito immediatamente per la Spagna,
ossia Gijon, con gli altri cavalli
interessanti di cui dispone in scuderia:
“sono andato in Spagna con 3 cavalli. E’
stato un concorso molto positivo. Quova la cavalla giovane di 9 anni, con poca
esperienza,vince la categoria del giovedì e poi fa anche un quarto posto, fa zero nel primo giro
del Gran Premio della domenica, molto impegnativo, crollando un po’ nel barrage
per via del caldo e della stanchezza. Ma lascia ben sperare perché possa essere
un altro cavallo molto competitivo per il futuro. Connery ha saltato veramente
benissimo facendo gare grosse con zero-zero-zero, dopo di che invece il giorno
della Coppa,purtroppo, non era
assolutamente in forma, e non siamo riusciti
a centrare il risultato. Ho voluto fare lo stesso il percorso del Gran Premio
ma il cavallo non era al meglio. Però alla fine il cavallo si dimostra
all’altezza delle aspettative ma sarà una bella garanzia per il futuro”
Il proseguo?
“C’è stato subito Arezzo con la Coppa delle Nazioni con
Neptune”
Ma Neptune dopo gli Europei cosa ha
fatto?
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Pausa in paddock in Germania per Neptune in compagnia dell'araba Thara Photo courtesy Luca Moneta Horsemanship |
“E’ stato meritatamente in paddock per
rilassarsi ed ha fatto qualche passeggiata con la groom. L’ho montato un attimo,
senza testiera, prima di partire per
farlo stare con me in campo affinchè riprendessimo il dialogo in serenità. Lui
capisce subito quando si va in gara, conosce il suo mestiere. Ora sembra essere d’accordo. Incomincia a
divertirsi!”
Ha fatto bene a dare più notizie su
twitter. La gente la segue molto, lo sa? Le fa piacere?
“Molto. Penso che un po’ la gente si
immedesimi con la mia storia. Il mio percorso in fondo, penso sia il percorso
di tanti. Sono un po’ il testimonial di un certo tipo di corrente, di modo di
vedere le cose. Mi lusinga ed anzi mi da un senso di responsabilità. Sento di
dover fare sempre meglio per portare in alto questo modo di vedere
l’equitazione e confermando sempre più il sistema ad altissimi livelli”
Lei infatti dimostra e rappresenta nel
concreto che la tecnica tradizionale e
la strategia di comprensione dell’animale possono coesistere a pieno nel
concetto di atleta cavallo.
“Questo è l’obiettivo ed il mio
percorso equestre. Era un sogno all’inizio. Poter riuscire ad ottenere nello
sport quello che ottenevo in etologia. Allora mi sono detto - perché no? Ho
scelto i migliori maestri, costoro sono diventati i miei complici in questo
progetto ambizioso e ad oggi stiamo continuando questo progetto. Lei consideri
che a Gijon io ho lavorato con Michel Robert il quale mi ha chiesto una mano
con un suo cavallo e mi ha dato una mano col mio! Adesso settimana prossima da
me verrà Linda Parelli starà due giorni da me per lavorare insieme dei cavalli.
Ho sentito al telefono GEORGE MORRIS che mi chiedeva di andare con lui in
California a fare uno stage a Wellington. Bisogna andare avanti!”
Lei ha questo scambio culturale
notevole con George Morris che è il pilastro del salto ostacoli, senza limiti
temporali. Un genio assoluto, una sorta di erede equestre di De Nemethy. Che
tipo di energia trae quando ha la fortuna di stare a contatto con George
Morris?
“E’ un uomo che ti da una carica
incredibile, sa stimolarti, molto rigoroso e determinato. Riesce ad essere
molto efficace.”
George Morris crede molto nel flat
work-lavoro in piano come nascita della confidenza e relazione con il proprio
cavallo. E’ così?
“ Esatto. Non fine a se stesso. Pensi
che un giorno mi raccontava George - dato che spesso siamo a pranzo e cena
insieme - “vedi Luca! Il dressage è stato inventato per ammansire i cavalli
caldi e complicati. E sono delle tecniche e delle figure fantastiche che
portano il cavallo a diventare complice e disponibile con te. Nessuno capisce più niente! Il DRESSAGE è
uno STRUMENTO per ammansire i cavalli e renderli collaborativi.”