Pierre Mattia Menzione, ultimo allievo di Mario ha
detto: Lui mi ha insegnato a volare
sempre basso ed a lavorare col cervello. E Mario è sempre con me e dentro di
me!”
Di Giulia Iannone
A 4 anni dalla scomparsa di
Mario Maini, abbiamo contattato Pierre Mattia Menzione- oggi cavaliere e novello addestratore di
giovani cavalli nella disciplina del salto ad ostacoli- ultimo allievo in
termini cronologici del “Cavalier Maini”,
per ricevere da lui al telefono, un pensiero, un ricordo, una frase di
testimonianza. Pierre Mattia Menzione ha
dedicato all’amatissimo Mario delle parole bellissime, dolcemente malinconiche
e nostalgiche simbolo ed espressione di eterna ammirazione stima e gratitudine
per tutti gli insegnamenti di vita e di cultura equestre che lo specialista
delle categorie di Potenza, ha saputo
elargire durante gli ultimi anni della
sua vita ed attività di insegnamento. Nel desiderio di ricordare e omaggiare
Mario, non dobbiamo aggiungere nulla alle parole semplici e profonde di Pierre
Mattia, se non un grazie sentito a quell’allievo commosso e così affranto dal
distacco solo terreno, avvenuto nel 2016. Nel portare avanti il valore
dell’insegnamento e del sentire di Mario Maini, l’allievo ha sconfitto le
tenebre della morte, ed ha consegnato al cavaliere di Shephard’s Bush,
l’immortalità dell’anima e del
sentimento equestre. “Mi manca tutto di
Mario” ha dichiarato il giovane allievo” la sua voce, i suoi consigli, i
suoi rimproveri che oggi mi sono tanto cari. Ricordo e sento la mancanza di
tutto. Pagherei e farei carte false per poterlo avere qui oggi. Per me è stato
come un secondo padre, ha rappresentato e rappresenta, nel ricordo e nella
forza dei suoi insegnamenti, un faro ed un punto di riferimento e di crescita e
di equilibrio insostituibili. Oggi quando vado in gara, e mi capita di andare
male, rivivo la sua voce, quando mi diceva con grinta ed insistenza di
svegliarmi e di darmi da fare realmente come “Tobia” un cavallo simbolico- che
Mario aveva incontrato nella sua carriera di istruttore- cui mi paragonava per suggerirmi ed ispirarmi
il valore del risveglio e del cambiamento. Mi mancano le chiacchierate
simpatiche e spumeggianti, che facevamo al telefono, quando rientravo a casa la
sera, tutto ciò che riguarda lui ed il contatto con i cavalli. E’ solo grazie a
Lui che oggi ho tra le mani la possibilità di svolgere questo mestiere. Non è
facile stare senza di lui, c’è chi ha avuto la fortuna di viverlo da giovane
all’epoca d’oro del successo, quando era in auge ed osannato da tutti, io l’ho
vissuto da vecchio, e si è sempre dimostrato e rivelato un Signore in ogni
senso, sia fuori che nell’animo. “.
Abbiamo chiesto a Pierre Mattia di raccontarci di più
di questo fantomatico cavallo Tobia, per
capire al meglio la metafora simbolica e didattica suggerita dal Maestro Maini
“ c’era un cavallo al Centro Ippico I Due
Laghi. Era di origine danese, uno Knabstrup, era impiegato per la scuola.
Questo cavallo, quando si stufava, dava una sgroppata e disarcionava il
cavaliere, chiunque egli fosse! Il monito di Mario era ed è di fare come Tobia:
bisogna svegliarsi nella vita e sgrullarsi tutti di dosso, e mirare ai gradini
alti della classifica e della vita. Certo le parole di Mario erano altre, più
toste e colorite, chi lo ha conosciuto può immaginare l’espressione , ma il senso e la metafora era assolutamente
questa. Lui mi chiamava Tobia, lo sapevano tutti solo in scuderia ed io lo
accettavo con gratitudine perché per me Mario è stato come una figura di
famiglia, oltre che Maestro.
Lui mi ha insegnato a volare sempre basso
ed a lavorare col cervello. E Mario è sempre con me e dentro di me!”
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