MICHAEL JUNG?
Un dressagista superbo, un meraviglioso
interprete del cross country, un ostacolista favoloso.
PHOTO GIULIA IANNONE MICHAEL JUNG E SAM " Lo chiamano Michi, Terminator, l'extraterrestre, l'alieno"... |
Testo e foto Di Giulia Iannone
Lo chiamano Michi,
Terminator, l’extra terrestre, l’alieno del completo.
Il suo eroe e idolo nella vita, è il papà, Joachim Jung.
Seguo da parecchio tempo il campione tedesco classe 1982.
In televisione, sul web, nei
video di youtube dà sempre la stessa impressione: sembra perfetto, un marziano,
senza emozioni o sentimenti, senza paura o esitazioni.
Non pare un comune mortale,
ha una sicurezza ed un autocontrollo fuori dal normale.
Questa estate, prima dei
campionati europei in Polonia, ho
tentato di intervistarlo al telefono. E’ stato facilissimo: molto cortese,
familiare, amichevole, disponibile, di una educazione e gentilezza
impareggiabile. Un ragazzo semplice , mi sono detta, umile. Non pare il
campione senza sentimenti e paura che vediamo in televisione, di cui seguiamo
gesta imprese e vittorie continue.
"Mi ha stupito per la semplicità e disponibilità e la spontaneità"... PHOTO DI GIULIA IANNONE |
Quando ho saputo che sarebbe
stato la guest star all’Internazionale dei Pratoni del Vivaro, sono andata ad
incontrarlo, per ringraziarlo e chiedergli l’autografo. Mi ha stupito di nuovo
per la semplicità e la disponibilità e la spontaneità che presenta nei
confronti dei fan.
E finalmente l’ho osservato
da vicino, vicinissimo.
Sono stata a guardarlo per
quasi due ore a bordo campo, mentre svolgeva il warm up pre-dressage, prima con
Rocana e poi con il mitico e maturo “cavallo maestro” Sam.
Non credo di dire nulla di
nuovo in relazione a questo grandissimo campione molto moderno, che è arrivato
ad un altro livello di preparazione atletica, tecnica e psicologica.
E’ in primo luogo un atleta
sui generis: è alto 1,68 e pesa 70
kg , è molto muscoloso e certamente dal fisico poderoso, ha una condizione atletica invidiabile e molto
fiato, è molto armonioso.
PHOTO GIULIA IANNONE "E' un cavaliere perfetto in ogni piccolo dettaglio" |
Ha dimostrato di essere , e
non con un solo cavallo, un “modern Master”: un dressagista superbo, un
meraviglioso interprete del cross country, un ostacolista favoloso.
Leggendo articoli qua e là
sul web, ho scoperto che il giudizio e l’impressione su questo completista
speciale è corale: viene paragonato ad una divinità, qualcuno dotato di poteri
soprannaturali: “Super Michi” o qualcosa
del genere! Da young rider pare fosse un ragazzo che mostrava enorme talento,
un ragazzo serio, metodico, di pochissime parole, sempre concentratissimo sulla
gara, che fosse una gara di potenza, un
tre stelle, un semplice stallion show.
La differenza?
PHOTO GIULIA IANNONE I cavalli di Jung sono leggeri, obbedienti, collaborativi, desiderosi e volenterosi, partecipi del lavoro. Guardate questo 18enne! |
Sta nel modo in cui questo cavaliere lavora i cavalli:
muove e ginnastica tutto il corpo, li tiene leggeri, obbedienti, collaborativi,
desiderosi e volenterosi, partecipi del lavoro. Non li monta con forza
obbligandoli, chiede loro di lavorare sempre in perfetto equilibrio , dà loro tutta la comprensione e confidenza di
cui hanno bisogno. Il cavaliere teutonico ha portato la disciplina del completo
ad un nuovo livello, nel quale il dressage è la chiave di volta di tutto, è la
svolta epocale, è il pilastro e l’anello di congiunzione anche con la mente e
l’anima dei cavalli. Nel passato si riteneva che “troppo dressage avrebbe
rovinato e compromesso la prova di cross country”, vissuta, in altri tempi, come un vero e proprio test di coraggio e
sicurezza. Questa è la modernità di un
cavaliere che è una vera gioia per gli occhi: non c’è sforzo nella sua monta, è
morbido, semplice, sempre nel ritmo.
Non è solo espressione di talento, è motivante, è fonte di ispirazione, è classe e finezza allo stato puro, e tutto questo crea amicizia e legame con i suoi cavalli che in gara si battono e lottano nell’agone sportivo, non solo insieme , ma per lui. Quello che stupisce è il senso dell’equilibrio, la semplicità e facilità. Il dressagista internazionale, Christoph Hess, parla di Jung come di un cavaliere “perfetto in ogni più piccolo dettaglio”. Ha un assetto morbido, ha equilibrio, i suoi cavalli sono sempre avanti alle gambe grazie ai suoi “driving aids” ed addestra i cavalli seguendo alla perfezione la scala del training. Dicevamo “semplicità”, ma anche confidenza perché tutti i cavalli sono elastici, possono usare il corpo e soprattutto il collo come bilanciere, ed inoltre i cavalli sempre avanti alla verticale, possono vedere i salti presto, così che sappiano sempre cosa devono saltare.
Michael compete e si allena in dressage e salto ostacoli ai massimi livelli, gareggia ogni settimana in gare di completo o salto nelle top competition. Sa benissimo cosa fare in gara, come gestire i tempi, il warm up, ha alle spalle un ottimo team, ha una gestione dello stress e della fatica in termini positivi. Papà Joachim, padre allenatore e mentore, dice che suo figlio ha preso dal salto ostacoli grande mestiere: prima di tutto un grande occhio per le distanze e gli ostacoli, dal dressage ( è stato per molto tempo allenato da Hubertus Schmidt) ha assimilato sensibilità, affinata sempre di più con la tecnica.
Sicuro, dettagliato, pronto ad affrontare l’inconveniente tecnico, la sbavatura, sa quando e quanto chiedere ai suoi partner a quattro gambe, e ricompensa in continuazione: carezze, pause a redini lunghe, anzi impugnate alla fibbia, e distensione. La mano è leggerissima, la bocca è sfiorata mai turbata, gli aiuti sono invisibili. E’ tutto molto elegante, anche la tenuta di gara del cavaliere, l’estetica del cavallo in cui viene rispettata la massima “less is more”. Altro che alieno ed extra terrestre: quello che mi ha stupita ed emozionata , non è roba che proviene da un altro pianeta, è stata l’incredibile semplicità che, ahimè, è irraggiungibile ed ha a che fare con la perfettibile perfezione, con la sicurezza, con ore ed ore di lavoro corretto e ben studiato , l’eleganza, la raffinatezza, l’esperienza ed il mestiere , che ha, ormai , raggiunto espressione di “arte”.
Guardare un cavaliere del genere è fonte di ispirazione, è motivante, è classe e finezza allo stato puro. PHOTO GIULIA IANNONE |
Non è solo espressione di talento, è motivante, è fonte di ispirazione, è classe e finezza allo stato puro, e tutto questo crea amicizia e legame con i suoi cavalli che in gara si battono e lottano nell’agone sportivo, non solo insieme , ma per lui. Quello che stupisce è il senso dell’equilibrio, la semplicità e facilità. Il dressagista internazionale, Christoph Hess, parla di Jung come di un cavaliere “perfetto in ogni più piccolo dettaglio”. Ha un assetto morbido, ha equilibrio, i suoi cavalli sono sempre avanti alle gambe grazie ai suoi “driving aids” ed addestra i cavalli seguendo alla perfezione la scala del training. Dicevamo “semplicità”, ma anche confidenza perché tutti i cavalli sono elastici, possono usare il corpo e soprattutto il collo come bilanciere, ed inoltre i cavalli sempre avanti alla verticale, possono vedere i salti presto, così che sappiano sempre cosa devono saltare.
Dal dressage ha assimilato sensibilità affinata, sempre più, con la tecnica. PHOTO GIULIA IANNONE |
Michael compete e si allena in dressage e salto ostacoli ai massimi livelli, gareggia ogni settimana in gare di completo o salto nelle top competition. Sa benissimo cosa fare in gara, come gestire i tempi, il warm up, ha alle spalle un ottimo team, ha una gestione dello stress e della fatica in termini positivi. Papà Joachim, padre allenatore e mentore, dice che suo figlio ha preso dal salto ostacoli grande mestiere: prima di tutto un grande occhio per le distanze e gli ostacoli, dal dressage ( è stato per molto tempo allenato da Hubertus Schmidt) ha assimilato sensibilità, affinata sempre di più con la tecnica.
"la mano è leggerissima, la bocca è sfiorata mai turbata, gli aiuti sono invisibili" PHOTO GIULIA IANNONE |
Sicuro, dettagliato, pronto ad affrontare l’inconveniente tecnico, la sbavatura, sa quando e quanto chiedere ai suoi partner a quattro gambe, e ricompensa in continuazione: carezze, pause a redini lunghe, anzi impugnate alla fibbia, e distensione. La mano è leggerissima, la bocca è sfiorata mai turbata, gli aiuti sono invisibili. E’ tutto molto elegante, anche la tenuta di gara del cavaliere, l’estetica del cavallo in cui viene rispettata la massima “less is more”. Altro che alieno ed extra terrestre: quello che mi ha stupita ed emozionata , non è roba che proviene da un altro pianeta, è stata l’incredibile semplicità che, ahimè, è irraggiungibile ed ha a che fare con la perfettibile perfezione, con la sicurezza, con ore ed ore di lavoro corretto e ben studiato , l’eleganza, la raffinatezza, l’esperienza ed il mestiere , che ha, ormai , raggiunto espressione di “arte”.
Altro che alieno...quello che mi ha stupita ed emozionata non proviene da un altro pianeta. PHOTO GIULIA IANNONE |
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