“SPIRITO DI SQUADRA”
Dalla disciplina del completo i “fili invisibili” per
una tessitura concettuale speciale
Mattia Luciani in salita col suo Santano |
Di Giulia Iannone
Siamo in tempo di Campionati
Europei di equitazione e si fa un grande parlare di squadre e team e nominativi , sostituzioni varie last minute...
Al di là di quello che
avviene sulla carta, come si costituisce una “squadra” nella sua essenza?
Difficile capirlo o descriverlo a priori, ma quando scatta la magica scintilla
o si accende un fuoco speciale, allora il gruppo avrà dalla sua parte qualcosa
in più contro cui rivaleggiare: una splendida forza di unione e di coesione che
nasce da dentro.
Vale davvero la pena una riflessione su cosa
significhi “fare squadra”.
La costruzione intrinseca di
una squadra non si fa a tavolino, parte da lontano. Non bastano schemi tecnici
, regole e tabelle di preparazione per
il cuore pulsante di una entità che ha bisogno di occasioni per l’aggregazione,
per la condivisione.
Sarà la motivazione comune a tradurre tanti ingredienti in un collante ideale concreto che fa
obiettivo e risultato. Tempo e spazio sedimenteranno l’energia e la voglia di
emergere, la sofferenza intesa come patos, il sacrificio, l’attesa sublimeranno
la parte emotiva ed il feeling impercettibile.
Non si tratta di una ulteriore opzione per la
classifica.
Essere una squadra è una
occasione, è un bagaglio culturale ed emotivo, è, una splendida avventura.
Ecco la storica formazione italiana bronzo europeo nel 2007 |
La disciplina del completo
ha sicuramente alcuni fattori favorevoli a questo proposito: una magica situazione
ambientale, il contatto con la natura, spazi indefiniti da esplorare visionare
memorizzare. L’idea del viaggio che si tramuta in scoperta in avventura, il
raggiungimento di una meta attraverso la ricerca del più giusto tragitto. La
“mappatura” del sentiero che avviene non più da soli, ma insieme e l’uno per
l’altro.
Se ci riflettete bene, già
all’interno del binomio- cavallo e cavaliere- si deve fare squadra.
Pietro Sandei |
E’ già una prima forma di
unione e di simbiosi: mente e cuore impegnati a raggiungere un obiettivo che è
vissuto come comune.
Stefano Fioravanti in box con il suo Nodin mentre intreccia la criniera |
Un cavaliere ha bisogno in
scuderia di un team di appoggio: maniscalco, veterinario, groom, e soprattutto
“ coach” con i quali costruire giorno per giorno un legame di fiducia
reciproco.
Pietro Sandei col dressage coach Paolo Margi |
Questa è una altra forma di
squadra che affianca ed appoggia il binomio per il raggiungimento del proprio
fine agonistico.
Mattia Luciani e Francesco Girardi a Badminton 2013 |
Amici e familiari non sono più contorno, si tramutano anche
loro, in una parte dello stesso gruppo da cui si trae linfa.
Ingrid Klimke con sua figlia ed accanto la compagna di squadra Bettina Hoy Photo courtesy e-venting |
Dare il meglio di sé è più
facile quando si è ben sostenuti.
William Fox Pitt, ad esempio, "walk the course" insieme al suo team "four legged friends". Anche questa è una forma di squadra! Photo courtesy Hartpury Horse Trials |
Bisogna sapersi creare una rete di
sostenitori.
Come vedete quando anche
l’equitazione sia reputato uno sport individuale, ci sono tantissimi concetti
di team, fili invisibili e fondamentali.
Il “ritmo ed il mood” del completo aggiunge molti fili a questa tessitura
concettuale nel mio intento di spiegare e raccontare da cosa possa nascere un
team davvero speciale.
Sono molti gli istanti ed i
momenti che i completisti hanno la fortuna di trascorrere insieme.
Poiché essi vanno oltre i pochi minuti dell’arena dressage, oltre l’esecuzione di un percorso di salto ostacoli.
Giovanni Ugolotti trova il tempo di sedere a bordo campo per osservare i compagni di squadra all'opera. Photo courtesy Uptown Eventing |
Poiché essi vanno oltre i pochi minuti dell’arena dressage, oltre l’esecuzione di un percorso di salto ostacoli.
Esiste il confronto con il
percorso di campagna, croce e delizia e peculiarità ell’eventer.
Arcobaleno ad Hartpury |
Ci si immerge, prima e dopo,
in dei posti meravigliosi fatti di
natura lussureggiante, verdi colline, l’arcobaleno tra l’erba, boschi in cui
filtra e non filtra la luce, castelli e dimore quasi regali se si ha la fortuna
di andare in trasferta ad esempio in Inghilterra, aria leggera, pulita vivace,
distese sconfinate percorse al ritmo del galoppo che sa di libertà tra vento e
criniera. L’idea del viaggio è anche in letteratura da sempre un percorso di
crescita anche interiore e di conoscenza intima, una sfida con se stessi, prima
che con la realtà con la quale ci si relaziona.
Walking the course di squadra ad Hartpury |
Un continuo entrare ed uscire tra
essere e non essere, in sella ad un essere mitico e supremo che trasporta nel
mondo onirico, in fuga o alla scoperta dei propri limiti e delle proprie
possibilità. La scoperta, l’invenzione, il ritorno e l’interazione con i propri
compagni di impresa e tutti in sfida per lo stesso premio o riconoscimento, che
porta all’unione di energie oltre il limite. Certo il completista è dotato di
cuore impavido ed atletico “ ma un bravo
cavaliere deve saper compiere un buon gioco di squadra in cui ogni membro sia
d’aiuto agli altri. Questo spirito di gruppo non solo consente di ottenere
risultati straordinari ma favorisce anche la nascita di amicizie durature”
(W.Micklem).
I componenti
di un team che fanno propri gli obiettivi, che si rispettano e comunicano
rimarranno uniti e otterranno il massimo dal loro lavoro. (W.Micklem)
“Il team è quello che più mi
manca. Eravamo davvero un gruppo inseparabile ed inscindibile.
Quando uscivamo eravamo organizzatissimi: c’era persino la cucina”(Geremia Toia )
“Siamo tutti convinti che sia necessario un ancor più spiccato spirito di squadra: ciò vuol dire non perdersi troppo in chiacchiere ma pensare a lavorare insieme per un risultato comune.
Un momento di relax tutti insieme dopo il cross di Haras |
Quando uscivamo eravamo organizzatissimi: c’era persino la cucina”(Geremia Toia )
Giunge anche dall'Europeo di Herning, salto ostacoli, una bella immagine di condivisione tra Gaudiano, Bucci, Consorti ed il CT Hans Horn |
“Siamo tutti convinti che sia necessario un ancor più spiccato spirito di squadra: ciò vuol dire non perdersi troppo in chiacchiere ma pensare a lavorare insieme per un risultato comune.
Questa è sicuramente la prima cosa, anche perché dalla squadra possono nascere dei risultati individuali, mentre è più difficile che succeda l’opposto”(Andrea Mezzaroba)
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Lì ho capito che il mio lavoro era
sconfinato fino a creare uno spirito di squadra ed unione: la medaglia sarebbe
stata la ciliegina sulla torta”(Jacopo Comelli)