lunedì 20 gennaio 2025
ANDREA GIOVANNINI, CAMPIONE ITALIANO ASSOLUTO SENIOR 2022
Ti aspettavi di vincere il campionato Italiano tecnico assoluto di dressage 2022 e cosa rappresenta questo riconoscimento per te?
"Assolutamente non mi aspettavo un risultato del genere. Mi sono preparato al meglio durante l'anno, sono sceso in campo a presentare il mio lavoro. Per me e la cavalla era il primo campionato assoluto e come tale, non potevo immaginare un risultato del genere. La cavalla è giovane, ha 11 anni, e ribadisco che non me l'aspettavo! Abbiamo dato il meglio possibile, dopo si sono allineate una serie di circostanze e di elementi a nostro favore, perché nello sport agonistico , spesso la Dea Bendata, ci mette il suo zampino, nonostante un errore nei cambi ad un tempo, e così abbiamo vinto l'oro del campionato tecnico. Ma in categoria c'erano 14 binomi di vertice del nostro panorama dressage italiano, ed una super giuria internazionale, con giudici stranieri 4 e 5 stelle. Una occasione di grande spessore in cui contendersi tale titolo. Per me, un orgoglio doppio, perché oltre al titolo assoluto, vinco anche il criterium freestyle in sella a Jambo Deaa, un cavallo di soli 8 anni, l'unico soggetto di 8 anni nella sua categoria, che nel tecnico arriva quarto e la domenica chiude quasi con quasi il 71 % "
Che cosa rappresenta per te questo titolo?
"La ricompensa di tanti anni di sforzi, sacrifici, dedizione, lavoro silenzioso ed instancabile, una maniera concreta anche per ringraziare tutta l'equipe che ruota inevitabilmente intorno a questo risultato, dai proprietari, trainer, maniscalco, veterinario, groom. Tutte le pedine instancabili che muovono gli ingranaggi di questo sistema che mi ha portato sul gradino alto del podio, e in realtà dal 2016 al 2022, a diversi premi in campionati italiani,ottenuti in varie categorie di tale evento agonistico, salendo piano piano, anno dopo anno, con cavalli giovani, home made, verso la categoria dell'assoluto"
The best, cavalla oldenburg di 11 anni. Non sembra essere una cavalla facile, dal punto di vista emotivo e biomeccanico. Cosa ci puoi dire?
" Quando mi arrivò in lavoro, circa 6 anni fa, dalla scuderia Equitago, presentava molti problemi caratteriali. Con tanta pazienza, sono riuscito a trovare il bandolo della matassa. È una cavalla femmina, di gran qualità, ma con tanto carattere , molto calda, molto sensibile, da maneggiare con cura. Sono tanti i problemi che derivano da questo tipo di carattere. Bisognava affrontare ogni tassello con calma e costanza."
Credi che il carattere di questa cavalla sia maturato?
" Si, il carattere è maturato molto, anche nella gestione e scansione della gara. Credo che da questo momento in poi, lei potrà raggiungere l'apice del suo lavoro, perché psicologicamente ed emotivamente adesso accetta il lavoro, e la pressione che non poteva mettere nelle richieste. Ancora non posso chiedere tutto fino in fondo, però siamo sulla strada giusta".
Come ti sei preparato a questo appuntamento clou della stagione?
"Non ho cambiato molto la mia routine quotidiana. Il lavoro era programmato da un anno. Io arrivo sempre molto presto in scuderia, e chiudo tardi la sera. Ho lavorato col mio trainer, José Daniel Martin Dockx, che è venuto dalla Spagna a seguirmi, per alcuni giorni di seguito, dopo aver terminato i campionati del mondo di dressage. La decisione di portare anche l'altro cavallo, Jambo Deaa, non era premeditata. Infatti l'ho iscritta quasi all'ultimo"
Le due vite di Andrea Giovannini: spettacoli equestri e dressage agonistico. Non credi che queste due anime, nel sancta sanctorum del dressage, possano confondere e opacizzare la tua credibilità di dressagista?
" A mio avviso possono esaltare la mia immagine di dressagista, sono complementari, non si disturbano perché dialogano molto bene tra loro e si arricchiscono. Tutti sanno che io nasco come stuntman a cavallo, e lavoro molto negli spettacoli equestri in giro per l'Italia ed anzi per il mondo. In questo settore avevo raggiunto il massimo e sentivo di aver bisogno di nuovi stimoli e traguardi per la mia anima eclettica. Ho iniziato a montare in dressage a 29 anni, senza avere alle spalle una famiglia di tradizione equestre, e non ho effettuato il classico iter a cavallo dal pony in su. Tutto quello che ho fatto, l 'ho fatto da solo, prima con i cavalli iberici, e poi con cavalli del nord Europa, che ho preso da giovani a 4 anni fino a livello Grand Prix. Ci vuole coraggio, dedizione e passione, che mi viene dagli spettacoli equestri. Ho molto equilibrio in sella, perché ho fatto lo stuntman, io a 9 anni passavo al galoppo sotto la pancia dei cavalli al galoppo! Gli spettacoli equestri mi rendono avvezzo a seguire la musica, non ho problemi se sono in anticipo o in ritardo su di essa, perché la conosco, la posso interpretare, a patto però che sia solida e ben presente la tecnica. Ed quella che ho raffinato nel tempo, avendo equilibrio e musicalità. Io quest'anno ho vinto il campionato assoluto tecnico, non freestyle. Vuol dire che piano piano, lavorando con umiltà e diligenza, sto maturando anche come cavaliere ."
Ti piacerebbe, dopo questo titolo, poter lavorare per difendere i colori azzurri in una squadra?
"È il sogno di una vita, oltre a portare con orgoglio il tricolore sul petto, difendere i colori del mio paese, in una qualsiasi competizione. Nonostante il grande risultato, noi continuiamo a lavorare, per crescere sempre di più, raggiungere maggiore consapevolezza equestre, espressività e maturitá. Battersi su campi stranieri per confrontarci, aprirà anche nuove sfumature al lavoro. Credo di avere le basi giuste e le persone giuste che mi aiuteranno a migliorare ancora di più e sicuramente andare anche oltre il titolo italiano. O per lo meno provarci".
Quali sono i programmi post campionato?
"La cavalla avrà un meritato periodo di riposo, e ricominceremo la preparazione. A gennaio assieme al mio coach, decideremo quali gare fare. Il mio obiettivo è poter contare su di un cavallo di punta, che per lo meno giri attorno alla percentuale del 70. Nel rispetto dei proprietari e di chi investe su di me, è inutile uscire all'estero, con la percentuale del 66. Il mio coach spagnolo mi ha prospettato un bel progetto per l'anno prossimo, per confrontarci all'estero ".
Vuoi dirmi qualcosa di più del tuo metodo di lavoro:tu usi la tecnica spagnola?
"No, per favore la tecnica spagnola non esiste! Ho sempre frequentato la Spagna, fin da bambino, in primis perché hanno grande armonia ed energia nel lavoro equestre. I professionisti collaborano tra loro sempre con grande entusiasmo e non perdono tempo ad essere rivali. Hanno la mentalità di prendere il giovane cavallo e portarlo al gran premio , poi tutto dipende dalle qualità del cavallo. Ma ci arrivano tutti i cavalli, non scartano nulla. È un concetto vecchio dire che la doma spagnola è quella del circo. È obsoleto, non si può sentire. I risultati degli ultimi anni del dressage di vertice, ci fanno capire che non è più così. Ricordo che molti cavalieri tedeschi, oggi si fanno supportare, specie per il piaffe e passage, da cavalieri spagnoli. Jose Antonio garcia Mena, mio carissimo amico, frequenta la scuderia di Isabell Werth, in supporto di alcuni cavalli complicati, che hanno problemi col piaffe/passage. Ormai i cavalieri spagnoli sono entrati nel dressage agonistico con grande forza. Dire che spagnolo equivale al circo, proviene dagli stolti e da chi non si aggiorna. La Spagna del dressage di vertice oggi, è tra le prime 6 nazioni al mondo. "
photo courtesy Andrea Giovannini fb
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