Completo
“BARRADUFF,
IL GUERRIERO HIGHLANDER CHE VUOLE MIGLIORARE ANCORA”
Di Giulia
Iannone
Photo courtesy Pietro Roman facebook eventing page "Ho sempre avuto un cavallo eccezionale e il fatto che a 17 anni continui a migliorare è per me motivo di grande orgoglio. " |
Operazione "Ticket to Tokyo" conclusa positivamente in Germania. Tra gli alfieri di quella squadra ,c'era per la quinta volta, Pietro Roman. Il figlio d’arte
al telefono ci ha detto molto in relazione alla prestazione di squadra, a quella individuale, ai suoi progetti per il proseguo, alle le sue belle sensazioni su Barraduff. Questo e molto altro nella seguente
intervista…
Facciamo
subito un commento sulla tua prestazione individuale, sottolineando questa
magica performance in rettangolo con il grigio Highlander “Barraduff”.
“Il cavallo
era in forma già dalle settimane precedenti l’europeo. Sono partito molto
positivo da casa. Sono molto felice della mia prova di dressage a Luhmuhlen,
perché Barraduff, è sempre stato molto bello ed elegante, un
cavallo che ruba l’occhio però le ultime gare – soprattutto i mondiali- non
sono andate come speravo e desideravo. Avevo messo un po’ troppa pressione, un
po’ troppe richieste da quel punto di vista. Tornando indietro a casa,
ripercorrendo i nostri passi, abbiamo ristabilito una fiducia reciproca in
rettangolo molto positiva e si è rivelata una buona preparazione. Il cavallo
nei 10 minuti prima del rettangolo era incredibile, a dir poco spettacolare. Avendo alle spalle degli ultimi
rettangoli non proprio positivi, per sicurezza ho messo 10 minuti in più di
lavoro rispetto al solito. Quei 10 minuti in più, si sono sentiti, poiché il
cavallo era molto bello ma un pochino privo di energia. I due errori che sono
venuti: il trotto allungato che non sono riuscito a tirar fuori ed il primo
cambio, da galoppo destro a sinistro, che solitamente è il mio migliore, credo
siano dovuti ad un calo di stamina. Nonostante ciò, mi sono molto divertito col
cavallo, mi è piaciuto il momento, ed sono felicissimo di aver ritrovato un
cavallo collaborativo e sereno.”
C’era una
strategia di gara?
“ Sì, ma non
era basata sul rettangolo, ma sulla giornata di cross. Partire in dressage il
secondo giorno, è più conveniente perché si sa, i giudici sono un po’ più
generosi con i voti. La strategia era fondata sul fatto che un binomio
considerato di grande esperienza come me e Barraduff, con una buona
sicurezza in campagna, ha avuto il
compito di partire per primo, per visionare e testare il tracciato in modo
da far orientare e poter consigliare gli
altri componenti della squadra su come
gestire il tracciato”.
Come era
questo cross? Lo hai visionato a piedi nudi, abbiamo visto le foto della
ricognizione in cui sembra tu cammini sulle acque! Quali i punti delicati da
tenere d’occhio?
“ Era un
percorso difficile ma molto chiaro e mi è piaciuto da subito. Le richieste
formulate dal disegnatore erano all’altezza di un campionato d’Europa ma allo
stesso tempo molto chiare. Un buon binomio con fiducia reciproca, una monta
semplice avrebbe portato a casa un buon risultato. Così è stato. Gigi era
incredibilmente agile, concentrato, attento, le orecchie sempre avanti, non ha
mai avuto la minima esitazione nell’affrontare il cross. Il percorso, come ho
detto, era chiaro ma non classico. Partiti con i primi 3 salti, si doveva poi
affrontare un buon minuto e mezzo di galoppata priva di ostacoli dopo la quale
si arrivava ad una discesa stile scivolo dei pratoni con in fondo un cassettone,
un enorme drop in ricezione e la prima acqua che era una richiesta decisamente
seria. L’acqua e le sue richieste non mi preoccupavano, anche se ho trovato
molto inusuale il suo posizionamento così presto sul tracciato. Tutte e 4 le
acque erano di notevole importanza, soprattutto l’ultima con quei due
cassettoni in curva e quel fronte stretto acqua- acqua molto verticale, che si
è dimostrato un salto decisamente ostico da affrontare a fine percorso. Non
facendo un passaggio eccellente sull’ultima acqua e sapendo che avevo un bel
po’ di secondi in mano da poter utilizzare al meglio, ho deciso di alternare
sul salto successivo, un angolone in
cresta, evitando così uno sforzo inutile, dopo un salto non bellissimo, al
cavallo. Saper riflettere ed essere in grado di valutare un cambio di
programma, seppure in pochi brevi secondi, è fondamentale per la buona riuscita
del percorso. E’ stato un giro gradevole, divertente, bellissimo. Oso dire
che mi sono divertito, per quanto uno si
possa divertire, sapendo di avere in gioco il pass Olimpico.”
Photo courtesy Pietro Roman facebook eventing page equipe foto Barraduff, è sempre stato molto bello ed elegante, un cavallo che ruba l’occhio ... |
Hai ritrovato
il tuo Gigi, grande compagno di avventura? A 17 anni, qualcuno aveva ipotizzato
una sua fase di tramonto. Cosa puoi dire?
“Assolutamente!
Ma dire che l’ho ritrovato è sbagliato. Ho sempre avuto un cavallo eccezionale
e il fatto che a 17 anni continui a migliorare è per me motivo di grande
orgoglio. E’ arrivato in formissima, rientrando subito di
fiato, saltando benissimo fino alla fine. E’ un guerriero, vive per fare queste
gare e facendone meno in questi anni di maturità, ogni volta che vede partire
il van con gli altri cavalli in scuderia, sta lì affacciato alla finestra del
box e si capisce bene che vorrebbe salire, ma spesso non è la sua gara. E’ valsa la pena aspettarlo
tanto, è stato un soggetto tardivo. Il lavoro lento e rispettoso ha dato i suoi
frutti, perché tutt’ora è un cavallo in evoluzione (positiva) e al top della
forma”
Però, noi
sappiamo, che Gigi, ha il suo tallone di Achille e si tratta della prova di
concorso Ippico. Dico bene?
“ Esatto. La
terza prova per lui è delicata. Ma questa volta devo confessare e confermare
che i due errori a questo campionato europeo nella prova di concorso sono
arrivati per colpa mia. Sono partito scarico, sul numero 1 e non sono stato
abbastanza reattivo nel rimettermi in avanti il cavallo sul numero 2, la
distanza era un filo troppo lontana sul
verticale n°2 in cui volevo tenere un po’ di spazio ma, andava tenuto
con un ritmo ed un’energia sicuramente diversi, ritmo ed energia che non avevo.
Una incomprensione enorme da parte mia che mi ha dato un bello schiaffo in
faccia, e dopo quel grande imperdonabile errore abbiamo saltato benissimo i
rimanenti ostacoli. Era un percorso grosso tecnico ed impegnativo”
Se tu avessi
fatto netto, saresti stato quinto?
“ Direi di
sì, confesso che non sono andato troppo a vedere. Comunque questo è lo sport.
Era una situazione d’oro, nella quale si capiva, anche dopo ragionandoci con
Jacopo Comelli, che il cavallo voleva fare netto, aveva il potenziale per fare
bene. Niente da aggiungere, ho montato male io. Tutto qua. Sapevo già entrando
in campo che la squadra aveva ottenuto la qualifica per le olimpiadi, ma
nonostante ciò sono comunque entrato un po’ teso e nervoso, in una posizione
molto buona, sapendo che facendo netto e sentendo il cavallo in super forma,
sarei finito nella top 10 del campionato. Non è andata!”
Forse il
fatto più importante è stato aver ritrovato Pietro Roman versione Gigi?
“ Ho
ritrovato, dopo i mondiali, un cavallo sereno ed espressivo e concentrato sul grafico
del primo giorno, incredibile in cross, e la cosa che stupisce di più, un
cavallo che a 17 anni ha ancora voglia, testa e cuore per cambiare ed imparare
a saltare diversamente. La cosa sta avvenendo, purtroppo da parte mia ci sono
delle piccole incomprensioni. Solo un cavallo straordinario come lui può essere
pronto a cambiare metodo di monta in salto ostacoli alla sua età. E’ un cavallo
estremamente intelligente”
Photo courtesy Pietro Roman facebook eventing page "Operazione Ticket toTokyo raggiunta!: sono estremamente felice che l’obiettivo primario sia stato raggiunto” |
Che vuol dire
cambiare metodo a 17 anni?
“ Prima di
tutto gli ho dato più fiducia. Avevo sempre paura il terzo giorno che il
cavallo non avesse quel buco in più per poter saltare bene. Non è mai stato un
cavallo estremamente di gesto o con un rispetto incredibile, se no non sarebbe
così in campagna. Gli abbiamo solo ricordato come usarsi meglio e svolgersi con
tutto il corpo sul salto. Senza fare nulla di sconvolgente abbiamo fatto un
lavoro per metterlo a suo agio su qualunque tipo di salto. E’ un lavoro fisico
e mentale al contempo”
A chi si deve
questo lavoro?
“ La
rifinitura attuale di questo pensiero tecnico lo dobbiamo a Jacopo Comelli. Ma
in passato ho lavorato anni con Duccio Bartalucci e Giorgio Nuti, tanti grandi
tecnici che mi hanno trasmesso e lasciato sensazioni indelebili”.
Chi sono
allora tutte le altre figure tecniche che ti hanno aiutato a prepararti per
questo campionato europeo?
“ Mia moglie
in primis, Francesca Blasi che mi è sempre vicina e mi permette di svolgere il
mio lavoro di cavaliere, è la mia roccia in tutto quello che faccio non solo
nello sport, ma anche nella vita. E’ una grande donna di cavalli, molto attenta
al loro benessere psico-fisico. Devo moltissimo a mio padre Federico, perché mi
ha riportato- dopo l’ultima esperienza di Haras du Pin, gara nella quale
pensavo di affrontare una garetta di esercizio ed invece è stata fonte di una incomprensione in cross- sulla retta via facendomi capire come dovevo
recuperare il filo del discorso il giorno del cross. In equitazione è sempre
così, ogni tanto si vince, ogni tanto si impara. Sono sicuro che prima o poi
qualche grande bel risultato senza dubbio arriverà. In dressage mi offre un
grande aiuto un cavaliere olimpico che è Daniel Pinto, che seguiva già mio
padre in passato. Non è sempre facile da reperire per via della sua attività
internazionale, ma ce l’abbiamo fatta anche stavolta.”
Per la quinta
volta alfiere nella squadra azzurra, avete staccato il biglietto per Tokyo
2020. Cosa mi puoi dire?
“ L’obiettivo
di questi campionati europei era quello. La strategia era quella. C’è stato un
grande appoggio e sostegno dei tecnici federali, selezionatori, veterinario,
tutto lo staff federale da Kathrine Lucheschi, Giacomo Della Chiesa , Marco
Eleuteri, Francesco Girardi. Poi ci siamo trovati il terzo giorno a poter
combattere per una medaglia, cosa che non è andata come speravamo, però sono
estremamente felice che l’obiettivo primario è stato raggiunto”
Cosa ne pensi
di questa squadra tedesca ancora oro e questo duello Ingrid –Michael che ha visto
trionfare la figlia d’arte?
“ Trovo la Germania di nuovo una
nazione in gran forma con 4 binomi estremamente competitivi. Devo confessare di
essere un enorme fan di Ingrid Klimke, sono molto contento che abbia vinto lei,
come donna di cavalli, atleta, figlia ed erede di una immensa tradizione
equestre e poi sono innamorato del suo cavallo Bobby. Sono molto lieto per lei”
Adesso quali
sono i tuoi programmi per gli altri cavalli?
“ Ho un
calendario abbastanza pieno, non c’è riposo in vista per me da qui fino a fine
novembre. C’è del lavoro da fare per me,
anche perché mia moglie Francesca attende il nostro secondo figlio, quindi devo
portare avanti il lavoro anche dei suoi cavalli. Jake, il cavallo di mio
fratello che ho comprato da lui, dovrà qualificarsi su un 4 stelle lungo. In
accordo con i tecnici vedremo quale gara scegliere.”
Quindi sarà
Jake ad andare a Tokyo?
“ Difficile
da dire ora, non so neanche se andrò io… L’idea sarebbe quella di avere due
cavalli pronti ed adatti per affrontare un impegno olimpico. “
C’è qualcosa
da aggiungere?
“ Sembra
scontato, invece vorrei formulare i miei più sentiti e vivi complimenti ai miei
compagni di squadra, questo risultato ottenuto non è assolutamente un risultato
individuale ma frutto di una squadra unita che ha lottato, sofferto e
combattuto per un obiettivo comune. Di conseguenza, i miei più grandi
complimenti a tutti loro assieme alla mia più totale stima ed un grazie anche a
tutto lo staff federale. Sono stati presenti senza stravolgere e cambiare le
routine di noi cavalieri senior. Non era un compito facile essere presenti,
aiutare sostenere senza disturbare ma ci sono riusciti nel migliore dei modi.
Sono stati fantastici”
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