PARADRESSAGE
“PER ANDARE AVANTI, LA DOMANDA NELLA VITA,
COME NELLO SPORT ,DEVE DIVENTARE: “ PERCHE’ NON A ME”?
di Giulia Iannone
Abbiamo letto tante cose sulla
Campionessa del Mondo Sara Morganti in questi giorni: risultati, ragionamenti tecnici e descrizione del suo team. Eppure mancava ancora qualcosa. Desideriamo portare alla ribalta, le emozioni ed i
sentimenti che hanno alimentato questa avventura mondiale, ma ancora prima, che
caratterizzano la nostra atleta azzurra
speciale, che incanta da molto tempo, i nostri cuori.
Ecco cosa ci ha raccontato al telefono…
Cosa ha rappresentato per lei questa avventura a
Tryon e queste due medaglie d’oro conquistate in America?
“ E’ un po’ difficile esprimere cosa possono aver
rappresentato per me. Un po’ sono ancora
incredula e non realizzo ancora di aver vinto questi due ori. Durante la
preparazione, visti i risultati che erano abbastanza buoni, speravo in una medaglia,
questo non lo nascondo, però non avrei mai sognato di arrivare a tanto,
confermando sia l’oro di 4 anni fa nel freestyle, che migliorare il
risultato tecnico, dall’argento all’oro.
E’ scontato dire che sono estremamente felice. Un buon risultato mi serviva per
dare un senso a tutto il mio impegno ed il sacrificio che metto in questa
attività, specialmente durante quest’anno, durante il quale ho avuto molte
difficoltà da un punto di vista fisico. Ci sono stati dei momenti in cui non
ero neanche sicura che avrei potuto continuare la preparazione e partecipare al
mondiale. La fatica è stata ancora più grande. Se non avessi raggiunto dei
buoni risultati mi sarebbe dispiaciuto molto, perché mi è stato insegnato, fin
da bambina, che quando ci si impegna con fatica e sacrifico, i risultati
vengono. Non doveva essere necessariamente una medaglia d’oro, ma almeno un
risultato che reputassi proporzionato all’impegno profuso. Dietro c’è stato
tanto lavoro, la vera ricompensa è stata aver potuto vivere una gioia così e poterla
condividere con tutte le persone che mi hanno aiutato.”
Entriamo più nello specifico. Lei ha detto che ci
sono stati tanti momenti grigi e tante
difficoltà. Raccontiamo tutto alle persone , anche come messaggio di
speranza, perché lo sport va oltre quello che noi vediamo consumarsi in pochi
minuti di gara. Cosa c’è dietro questi risultati, che sono tre considerando
anche il grande score del team test. Inanellati con grande “leggerezza”
pensando solo all’esercizio nell’arena dressage?
“In primis c’è l’allenamento quotidiano, che uno sportivo
deve e sente la voglia di fare per
gareggiare ad alto livello. Oltre a ciò, ho la necessità di coniugare lavoro ed allenamento su una situazione
di salute che già di partenza ,per la patologia che ho, non è delle migliori.
In più quest’anno è stato tutto particolarmente difficile perché ho avuto un
periodo di peggioramento, è stato duro portare avanti gli allenamenti, il
lavoro, gli impegni istituzionali. Nel contempo, desidero vivamente portare avanti il messaggio dello sport che
giunge in soccorso, che ci aiuta e consente di essere progettuali verso il futuro. Quando ci sono momenti di difficoltà, non
necessariamente di salute ma anche di qualcosa di generale, quando viene meno
la fiducia in noi stessi, quando vi sono problemi di tipo psicologico, di vita
in generale, lo sport può dare un grande contributo , perché insegna ad essere disciplinati, ad impegnarsi, ad accogliere il sacrificio, ad avere rispetto per le altre persone, anche per gli avversari, ma soprattutto, ti regala il grandissimo piacere di praticarlo. L’equitazione
mi fa sentire libera, capace, senza pensieri, mi regala tante sensazioni
interiori, in più mi regala la possibilità di fare dei progetti positivi per il
futuro, rappresenta una spinta motivazionale per la mia vita, per le difficoltà
che si presentano, per la mia salute, nella normalità, perché sono consapevole
che come me anche gli altri vivono le proprie difficoltà e disagi. Hai più
desiderio di superare e di non fermarti, perché hai dei progetti positivi da realizzare, che non deve essere per forza un mondiale, o
una olimpiade, ma può essere anche un obiettivo minore, anche solo passare una
bella domenica con gli altri, all’aria aperta, con i cavalli, una qualsiasi
cosa positiva, guardare una motivazione. E questo lo sport te lo regala. Per
questo sono sia delegata per la provincia di Lucca per il comitato paralimpico che
rappresentante degli atleti, perché ci credo tanto in quello che lo sport può fare.
Veramente tanto.”
Si dice che la kur sia un racconto. Lei ha dato un
bellissimo nome alla sua kur: “Royal Delight, walk of love”. Cosa racconta
questa danza tutta al passo?
“ Probabilmente la mia storia con
Royal Delight. Una storia che va
avanti da 8 anni. Ho comprato Royal Delight nel 2010 ed abbiamo fatto un
cammino di crescita insieme, tanto che adesso ci conosciamo profondamente a
vicenda. Siamo riuscite negli anni ad ottenere dei bellissimi risultati e a
vivere insieme delle gioie veramente molto grandi. Alla fine, questa strada al
passo, ci ha portato adesso proprio col freestyle, a realizzare un risultato
che è incredibile. Penso che rappresenti proprio la nostra strada di questi
anni, il nostro binomio. Quello che effettivamente dovrebbe essere un binomio
fatto di una comunicazione e rispetto reciproco , il più possibile invisibile
perché condiviso . Una delle cose più belle che mi sono sentita dire, da
persone non proprio addette ai lavori, che tutto quello che eseguo in rettangolo
appare semplice e facile e spontaneo”.
Photo courtesy Sara Morganti facebook page "...Questo è sport: supportarsi a vicenda, anche quando si tratta di avversari che dovrebbero essere tuoi rivali in campo.” cit. Sara Morganti |
I cavalli entrano a far parte della nostra famiglia e
dei nostri affetti. Nella scala dei valori ,chi è Royal Delight e che posto
occupa nel suo cuore?
“Royal è sicuramente una fetta importante della mia
vita. Ovviamente nella scala dei valori la famiglia, gli amici e gli affetti
umani sono al primo posto. Ma lei è parte della mia famiglia. Lei dico, come
tutti gli animali quindi cito Ferdinand che è l’altro mio cavallo. Ho il
difetto di affezionarmi in modo molto forte a tutti i cavalli con cui ho a che
fare, quindi anche Lucky One che non è mia, ma che sto montando da un anno. Con
tutti gli animali con cui entro in contatto instauro un legame importante,
forse li umanizzo anche troppo, però mi danno così tanto, che per me è
inevitabile.”
Gara a squadre. Una sua compagna viene eliminata. Questo
sicuramente le ha fatto rivivere ciò che è accaduto a lei ,in prima persona, a
Rio 2016, quando dopo essere stata eliminata, ha continuato la sua gara facendo
il tifo per i compagni azzurri a bordo campo. Mandiamo un messaggio, a tutti
gli sportivi, cui può succedere un episodio del genere, perché bisogna
accettare le regole del gioco. Come si fa a trovare la forza per andare
comunque avanti e lasciarsi alle spalle un momento del genere?
“ Sono riuscita a trovare la forza per andare avanti
proprio perché ero alimentata comunque dall’amore e dalla passione per lo sport che pratichiamo. E questo deve
essere il mood principale: praticare il nostro sport per il piacere di
praticarlo. La gara dobbiamo viverla solo come un momento di verifica in
relazione al lavoro che abbiamo svolto. Se riusciamo a viverlo in questo modo è
come nella vita, dimensione nella quale possono capitarci delle cose che non ci piacciono o
che non ci sembrano giuste, che ci fanno stare male, però noi non possiamo e
dobbiamo fermarci. Ho vissuto delle ingiustizie nella
vita, più grandi, e meno controllabili, penso a quando ho avuto la mia diagnosi
che ho vissuto come una ingiustizia, mi sono immediatamente chiesta “ PERCHE’ A
ME?” e lo facciamo per qualsiasi cosa brutta che ci capita. Alla fine,
riflettendoci meglio, la risposta deve diventare “PERCHE’ NON A ME”? allora se
uno vive in questa ottica qui e si guarda intorno, e guarda quante cose possono
capitare, ci rispondiamo che può succedere di peggio. Se uno ci pensa bene.
L’ingiustizia di una eliminazione, come quella che può essere capitata a me a
Rio, non poteva essere una battuta di arresto definitiva. Certo, sono stata
male per un po’, non mi è sembrata giusta la motivazione e quanto altro. Ma non
poteva essere sufficiente a fermarmi. E’ un ostacolo ma non un limite assoluto.
Come tutti gli altri ostacoli, della vita di tutti i giorni o della vita
sportiva, li possiamo incontrare e quindi possono
essere superati. Alla fine ho ragionato così”.
photo courtesy Sara Morganti facebook page "...Poter regalare della gioia a chi mi ha aiutato" Cit. Sara Morganti |
Cosa porterà per sempre nel cuore, di questo
Mondiale: pensavo ad un ricordo, un incontro, una emozione, una immagine?
“ A parte il poter regalare della gioia a chi mi ha
aiutato, vorrei rispondere menzionando il momento in cui ho ricevuto, da tutti i concorrenti anche stranieri, anche
miei avversari, i complimenti e l’apprezzamento unanime di agonisti e tecnici
di paesi lontani, che il mio risultato è pienamente meritato e giustamente
raggiunto. Anche e specialmente visto quanto era accaduto a Rio 2016. Sentirselo
dire dagli avversari diretti, anche del
mio grado, dà veramente senso a quello che facciamo. Questo è sport:
supportarsi a vicenda, anche quando si tratta di avversari che dovrebbero
essere tuoi rivali in campo.”
Dopo questo tripudio di emozioni, Sara Morganti su
cosa lavora e quali sono i progetti per la fase conclusiva della stagione ?
“ Appena tornata in Italia, sono andata subito a
lavoro in senso di impiego: sono segretaria in una azienda informatica con un
lavoro part time, l’altra metà della giornata vado in maneggio, seguo i miei
cavalli e dò anche una mano in maneggio, faccio lezioni, poi il sabato e la
domenica mi dedico a montare e basta. Spesso poi capitano anche impegni
istituzionali allora sono pieni anche i week end, però va bene così. Quanto al lavoro equestre, Royal si è meritata
a pieno di fare una meritata vacanza: di solito le diamo un paio di settimane
di vita da cavalla andando in paddock, un po’ in giostra, gira alla longe. Noi
abbiamo un patto di amicizia da rispettare! Ho ricominciato già a montare Ferdinand : lui la semi-vacanza
l’ha fatta mentre ero via ai Mondiali,ora è rientrata anche Lucky One, perché
lei era ritornata a casa sua ,sempre in coincidenza con Tryon. Adesso abbiamo
da fare il programma di gare, ma penso che si ricominci il prossimo anno. Per
ora si fa il lavoro a casa, tra stages e lezioni”.
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