Photo courtesy Pietro Roman facebook page " Pietro e Barraduff sanno mediare equilibrio e velocitá, copertura del terreno e risparmio delle forze" Cit. Federico Roman |
Dopo i Mondiali di Tryon, la medaglia
olimpica di CCE di Mosca, punta la prua del suo Ponty verso Trieste, per
l’edizione n°50 della prestigiosa Barcolana, a seguire la missione dell'insegnamento dell'arte equestre.
Intervista a cura di Giulia Iannone
Da poco tempo
rientrato da Tryon è già al timone del suo Ponty per l'evento velico
dell'anno, la Barcolana.
Sappiamo che avrà un equipaggio a cinque cerchi: ci spiega di
che si tratta e se può fare i nomi di queste personalità equestri?
“ Il termine Barcolana
deriva da Barcola , quartiere di Trieste sulla costa verso Miramare) L idea di
partecipare alla 50a Barcolana, nella mia città natale con atleti olimpici
triveneto-istriani ai quali si sono aggiunti cavalieri speciali e figli
olimpici. Tutti in discipline diverse dalla vela . Abdon Pamich, Bronzo
olimpico della marcia a Roma e oro a Tokyo, Alessandro Argenton,Oro a squadre
Tokyo, argento individuale a Monaco, anche cavaliere da corsa in ippodromo,
recordman di corse ad ostacoli vinte in Italia, Pietro e Luca Roman, insieme a
Rio, Ferdinando Acerbi dressagista paralimpico, Alessandro Fiorani riserva a
Los Angeles e velista, e altri che dovranno muovere le vele”
Un equipaggio olimpico del livello del Ponty potrebbe
essere allestito per guidare la nostra federazione? Mi spiego meglio, federazioni come quelle della scherma, del
canottaggio, della canoa, della ginnastica artistica e ritmica ha i propri
campioni che appesi gli attrezzi al chiodo, continuano da dirigenti. Per noi da
qualche tempo non è più così. Che ne pensa?
“La penso come Antonio
Padellaro, che dell’ esclusione dell’Italia dai mondiali di calcio, disse : le scelte su base più o meno meritocratica
di chi crea gli indirizzi determina, nel medio-lungo tempo, la crescita dei
numeri e del consenso a scapito dei risultati di vertice o viceversa. È
politicamente poco redditizio dire la verità: superato un certo livello
critico, numeri ed elite sono in concorrenza . Una dirigenza di ex
atleti/tecnici non contaminati dalla malattia elettorale ridarebbe sicuramente
vigore all’agonismo di vertice. Ma questo è al momento nel libro dei sogni.”
Un giudizio sul completo di Tryon e sui mondiali in
generale, visto da Lei grande Tecnico e coach che ha ricoperto il ruolo di Ct
ed è pietra miliare della nostra
formazione equestre. Cosa le è piaciuto e cosa proprio non le è piaciuto!
“Ottimo il percorso, selettivo
per la classifica ma abbordabile da tutti, nemmeno un cavallo caduto. Bravo
Mark (Phillips, ndr) ! Peggior cosa la
totale assenza di tenda e schermi
per tecnici e squadre alla
partenza del cross . Ho visto il
cross di Pietro quasi solo più tardi nei
replay e nemmeno un bicchiere di acqua od un panino lungo il percorso. In
generale impianti ottimi e sovrabbondanti, organizzazione gentilissima ma
ingenuamente lacunosa e confusionaria. Si vedano le prove di endurance e reining . Logistica debole e per
noi, tutto molto faticoso e dispersivo .”
Photo courtesy Massimo Argenziano |
Suo figlio Pietro è stato protagonista di una
splendida rimonta: dal dressage ( che in genere lo ha premiato in questi anni
di più, forse Barraduff ha accusato il lungo viaggio?) ad un giro di cross
velocissimo. Quale è stato il segreto di questo cross che ha messo in luce Pietro
ed il grigio irlandese di casa Roman? Forse una opzione particolare che gli ha
dato ragione. In essa tutta l’esperienza dell’alloro olimpico di Mosca?
“Pietro e Barraduff hanno
ancora , nel tessuto tecnico e nei metodi di allenamento ricevuti, il retaggio
dell’epoca in cui il Completo si integrava con il mondo delle corse, e sanno
mediare equilibrio e velocitá, copertura del terreno e risparmio delle forze.
La semplificazione nell’ approccio ai salti ,con collaborazione vera tra
cavallo e cavaliere, è alla base di queste sintesi".
Quali erano i punti più delicati del cross country?
“Gli angoli grigi con varie
opzioni ed una leggera pendenza. Il laghetto centrale nella via diretta che ha
penalizzato Brecciaroli, pur se a sinistra l’alternativa che hanno affrontato
anche le squadre più veloci, pesava sul tempo di soli pochi secondi .”
L’atteso Uragano Florence, ha deconcentrato in parte
atleti e cavalli?
“Per noi direi poca
influenza. , in GB la gara sarebbe andata avanti secondo programma”
E la fase del salto ostacoli giunta dopo una giornata
di pausa anzi a riparo dalla tempesta, cosa ha rappresentato?
“il salto ostacoli bellissimo, e del giusto
livello mondiale, è stato sicuramente agevolato dalla giornata di riposo di cavalli e
cavalieri. Complessivamente la miglior prova della nostra squadra.”
L’Italia non ha centrato la qualifica olimpica con la
squadra. Dovremo attendere l’europeo dell’anno prossimo. Su facebook, una
giornalista ha parlato di peggioramento della prestazione della squadra
italiana del completo. Lei cosa ne pensa?
“Nel confronto continentale,
inutile negare i numeri: abbiamo molte più nazioni europee davanti rispetto al
bronzo di Strzegom 2017 . Nell’ avvicinamento alla selezione per Tryon, è mancata
la competizione , i cavalieri emergenti dell’anno scorso non ci sono stati, per
i tre binomi esperti ( Schivo, Roman, Sandei) è stato molto più semplice ,
rispetto all’anno scorso, entrare in squadra, sintomo non positivo per la
disciplina. Va anche ricordato, peró, che l’ultima volta che l’Italia ha ottenuto
la qualifica ai mondiali fu ( selezionatore e Consigliere responsabile, il
sottoscritto) nel 1998 a
Roma, dopo la squalifica della GB per un cavallo positivo al doping-test :
finimmo sesti ed eravamo a casa “.
Quale binomio a Tryon l’ha colpita particolarmente –
italiano o straniero come desidera- per intesa, prestazione tecnica, cuore?
“Mi ha colpito il tramonto
di cavalieri che ho ammirato enormemente nel passato, specie i due vecchi della
squadra neozelandese, accanto prove superbe dei colleghi di successiva
generazione . Esempi ai quali ispirarsi ? Colpito in positivo ed in generale
dagli inglesi e dalla squadra giapponese che in marcia verso Tokyo ha un team
variegato ma molto affiatato e positivo, in un evidente progetto di
investimento verso la Olimpiade.”
Cosa c’è in cantiere per Federico Roman, dopo Tryon e
Barcolana, tra vela e completo?
“Primavera-autunno 2019
scoperta della Croazia centro meridionale, Montenegro ed Albania. Probabile
inverno ad Itaca o Cefalonia. Nel frattempo inverno vicino a Trieste, con la
doppia scusa, parenti e barca, per tornare a vivere i refoli di bora, come da
piccolo. Ma anche a conferma dell’importanza di sentire più vicini i legami
della terra e del sangue, nell’epoca matura, alternati all’opposta emozione di
odisseica memoria di “entrare in porti sconosciuti prima . Per quanto riguarda
il completo, semplice .... tornando all’inizio dell’intervista , unica ipotesi
utile per tutti, continuare a seminare idee , concetti e tecnica della mia
esperienza con i cavalli in chi, a prescindere dalle convenienze di breve
corso, vuole migliorare, guardare lontano e mantenere forte il valore formativo
della persona nello Sport . Nel pubblico, credo sempre meno e non saprei
proprio essere il Tria di turno . È probabilmente il mio maggior limite , ma
non me ne pento !”