“ADESSO TOCCA ALL’ITALIA”
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"E' ora che in Italia, faccia l'Italia" Abbiamo vissuto in tanti gli anni dei super coaches stranieri!
Photo courtesy Jerry Smit |
Abbiamo chiamato al telefono il cavaliere nato a
Milano, legato nell’immaginario
collettivo, tra gli altri cavalli, al grigio Nadir di san Patrignano, per
commentare a caldo l’emozione di questa nuova avventura tutta italiana nel
ruolo di Team Manager.
Dal ricordo di un Roberto Arioldi istruttore, alla
esperienza in Cina passando a menzionare tecnici
e CT della sua storia equestre fino ai cavalli del cuore di ieri e di oggi.
A cura di GIULIA IANNONE
Lei sarà Team Manager accanto a Roberto Arioldi. Ci
spiega meglio in cosa consiste il suo ruolo? Cosa significa per lei lavorare
accanto a questo prestigioso cavaliere italiano?
“Conosco Roberto Arioldi da quando ero bambino! Ci
conosciamo dunque da tanti anni. Ho lavorato con lui, abbiamo fatto le gare
insieme …è stato anche il mio istruttore quando avevo quasi raggiunto i 14
anni. Per cui posso dire di avere un ottimo rapporto con Roberto. Per quel che
riguarda il mio ruolo insieme a lui, sicuramente rappresento un grande aiuto
per lui, penso, nel senso che avrà più occhi in giro per l’Italia e per il
mondo per vedere i nostri binomi e
sicuramente un punto d’appoggio con il quale si potrà confrontare per le scelte
tecniche e soprattutto penso di potergli essere molto d’aiuto per i rapporti
con l’estero”
Il team manager in maniera specifica si occupa
solo di public relations o entra anche
negli aspetti tecnici?
“ E’ un po’ una figura a 360°. Non c’è una
occupazione precisa. Diciamo che il team manager è quello che dovrebbe, in
teoria, essere un po’ in tutte le zone possibili e comunque provare ad essere
di supporto per tutti i vari settori. Se c’è bisogno ad esempio di un
consiglio, di 4 chiacchiere di un confronto …dovrei essere questo tipo di
figura in sintesi”
E’ stato ideato un trittico: Roberto Arioldi, Jerry
Smit e Giorgio Nuti in qualità di tecnico. E’ d’accordo con questo tipo di
definizione?
“ La nuova federazione ha variato un pochino tutte le
carte. Mettendo tante persone di alto livello, come quelle che ha citato lei e poi Natale
Chiaudani, per i cavalli giovani Marco Porro e via di seguito. Insomma tutte
personalità equestri che hanno già dimostrato di avere competenza e capacità
nel settore. L’intento della federazione è di svolgere una attività, non pensando solo al singolo settore tecnico
individuale, ma a far crescere la
federazione. Quest’ultima mira sicuramente a far funzionare tutto il sistema
organizzativo dando un aiuto all’allevamento insomma a far crescere il nostro
sport, facendolo diventare di alto livello in tutti i settori”
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Jerry Smit segue l'attività stalloniera. Nella foto Cristallo II Photo courtesy Jerry Smit |
Mi soffermo ancora su queste figure tecniche: Giorgio
Nuti, Roberto Arioldi, Natale Chiaudani e lei , la cultura equestre “made in
Italy” di prima classe è entrata di nuovo in federazione. Noi italiani siamo
sempre stati troppo esterofili ed
abbiamo avuto Hans Horn e poi Henk Nooren- figure eccelse senza dubbio- mentre abbiamo tanto cui attingere dal nostro
vivaio di casa. Cosa ne pensa?
“ Abbiamo tutti vissuto queste esperienze con questi
super coaches. Adesso è ora che in Italia “faccia l’Italia”. Credo
di averla espressa nel migliore dei modi, rispondendo così!”
Siamo sicuramente rimasti stupiti un po’ tutti, nel
leggere il suo nome nell’ultimo comunicato stampa fise, che la annunciava quale
Team Manager accanto a Roberto Arioldi. Lei è stato presente in Italia ma anche
l’assente illustre per alcuni anni. Come mai è stato scelto proprio lei?
“ Era già da anni che si parlava di qualcosa in tal
senso. Negli ultimi anni, come tutti sanno, sono stato molto presente in Cina.
Ho allenato di fatto, tenga conto che là si allenano le regioni, ad ogni modo ho aiutato a far crescere un po’
questo sport in Cina. Tanto è vero che da quando abbiamo cominciato, sei anni
or sono, c’era solo un concorso internazionale CSI 2 stelle adesso ce ne sono
già 16 più 49 in
calendario da sei anni a questa parte. Con i numeri che ci sono in Cina tutto
lo sport si è incrementato del 40 %. Direi che è cresciuto parecchio. Con il numero
di persone che ci sono in quel paese per cui faccia lei!”
Mi ha bruciato la domanda. Quindi la parentesi cinese
rappresenta una green card per questo incarico ovviamente?
“ Non solo . Sono
anche un cavaliere ancora in
attività in quanto sto ancora
partecipando a concorsi e portando avanti questa carriera; seguo l’attività stalloniera tanto è vero che ho
Coupe de Coeur e Goldfever che sono i cavalli della scuderia Beerbaum ; ho una collaborazione stretta anche con Ludger
con il quale ho sempre un buonissimo rapporto. Tutti
questi elementi, uniti all’esperienza in Cina, credo abbiano fatto sì
che la federazione abbia deciso di chiamarmi per tutti questi ruoli, magari sono diversi in diversi momenti e per diverse
motivazioni”
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Jerry e Cor du Lys
"Ho lavorato con i tecnici di tutto il mondo"
Photo courtesy Jerry Smit |
Tornando alla sua parentesi in Cina. Lei mi ha detto
che cosa ha portato dell’Europa in quel paese, vorrei invece sapere che cosa le
ha insegnato, lasciato dentro, mostrato la Cina?
“ Come ogni paese differente che vai a visitare, ti
colpisce la diversa cultura, il modo di approccio verso gli animali ancora
molto diverso e lontano da quello che è il nostro, inteso come Europa. Parliamo di una nazione
che di cavalli ne sapeva ben poco e piano piano si è appassionata agli sport
equestri tanto è vero che anche il governo sta spingendo moltissimo ad
investire in questo settore, per cui la tendenza è cooperare e lavorare con
tanti paesi”
Lei ha un curriculum eccellente…impossibile citare
tutto ma parlare di tre partecipazioni ai Giochi Olimpici è più che
sufficiente. Quali sono i tecnici ed i CT che ricorda con maggiore affetto e
stima?
“ Parto da Roberto Arioldi, menziono Hans Horn, Henk
Nooren, ovviamente Ludger Beerbaum, soprattutto anche Thomas Fuchs, Philippe Le
Jeune …temo che me ne scappi qualcuno! Diciamo che ho lavorato con tutto il
mondo.”
Quale sarà il tecnico cui lei si ispirerà per questo
ruolo di team manager?
“ Cerco un po’ di ispirarmi a tutti quelli con cui ho
lavorato , legati a tante esperienze e momenti equestri. Sicuramente mi
piacerebbe mettere la mia di testa in questo ruolo, usando tutti gli
insegnamenti estrapolati da quanto ho vissuto con queste grandi e forti e
significative essenze equestri. Per dare però una risposta concreta, il modello che sento più vicino al mio essere,
è Ludger Beerbaum. Trovo sia il
cavaliere più completo perché ha fatto tutto. Ha fatto anche della sua attività
una impresa, ha fatto tanto per l’allevamento, ha fatto crescere i cavalieri,
ha fatto tanto per lo sport in generale in Germania. Un uomo che lavora così è
davvero un modello per me”
Lei mi ha detto che è in piena attività agonistica.
Può citare alcuni dei cavalli su cui può contare in questo momento?
“ Sono molti i proprietari che stanno investendo sul
Jerry Smit cavaliere. Attualmente posso citare uno stallone di 8 anni sul quale
conto abbastanza: sta cominciando adesso
ad affrontare i primi concorsi internazionali di un certo tipo. Sto facendo il
tre stelle a Cattolica e la settimana prossima gareggerà nel 4 stelle. Poi ho
un altro cavallo di 10 anni, il mio cavallo di punta in questo momento, che
servirà a portare avanti il cavallo più giovane, e poi una serie di cavalli
giovani che vengono dietro”
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"il modello che sento più vicino al mio essere è
Ludger Berbaum"
Photo courtesy Jerry Smit |
Se le chiedessi, così a bruciapelo, di citare il
cavallo del cuore della sua carriera equestre svolta fino ad ora?
“ Tutti! Ogni cavallo ha avuto la sua storia nel
momento in cui l’ho incontrato ed è entrato a far parte della mia vita. Nadir
aveva una storia bellissima: nato in Italia, mi è stato affidato con
l’obiettivo di scendere in campo agli Europei a San Patrignano, in casa sua, ed
è stata una grande soddisfazione riuscire ad arrivarci. Comunque in squadra
siamo arrivati quarti : il nostro piccolo risultato lo abbiamo fatto. Non
quello desiderato all’epoca ma è stato un cavallo che mi ha dato molto, proprio
perché era italiano. Non posso dimenticare Lux , Iamiro, Cassandra, Costantine,
Falco Z…non posso dimenticare tanti cavalli che fortunatamente sono passati
sotto la mia sella”
Le fa piacere tutta questa attenzione per i “giovani”
che esprime questa fise?
“ma certo! Perché è lì che dobbiamo puntare. Si è
sempre parlato del rinnovamento e del cambiamento e della crescita e nulla di
ciò può avvenire se non si punta sui giovani. Non solo per i cavalieri ma anche
per i cavalli …bisogna spingere anche molto sul nostro allevamento e farlo
crescere, dare lo spunto ai nostri allevatori per avere un senso nel loro
settore. Questo è il nostro obiettivo ed è uno dei miei ruoli da dietro le
quinte. Nel mio piccolo cercherò di aiutare tutti”
Lei come ha fatto ad emergere al tempo in cui era un
giovane cavaliere? Ha avuto una carriera junior o young rider?
“ Ho cominciato più che altro da young rider. Ho
avuto il mio primo sponsor subito, poi quello che mi ha portato alle olimpiadi.
Con i cavalli del tempo sono riuscito ad arrivare agli Europei ad Aarhus
durante i quali chiusi con doppio netto in Coppa e l’anno dopo ero alle
Olimpiadi di Barcellona 1992 e non avevo
ancora 21 anni. Per cui ho letteralmente bruciato la tappa da young rider “
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Longines China Tour Guan zhou
"Jerry Smit insieme a Sloothak, Pollmann, Dubbeldam, Kirchoff"
Photo courtesy Jerry Smit |
In chiusura, è il suo primo incarico federale? Come
ci si sente?
“ Sono stato presidente del riders club al tempo. Era
un ruolo che non aveva, ancora in Italia,
grande rilievo, diciamo che adesso, con la federazione ho un incarico più grande
ed importante e mi sento bene, se riesco a svolgere bene il mio lavoro (ride) e
bene se i miei colleghi possono trovarmi utile ed efficiente ed io posso
servire a loro. E’ importante per me essere utile per uno sport che ho sempre
amato, che è la mia professione, e ci
tengo tanto a farlo crescere. “