sabato 5 dicembre 2015

“POTER SENTIRE IL CALORE DEL CAVALLO”


 Una “Giornata particolare” di lezione con il “Cavaliere” Mario Maini   per 6 binomi dell’ASD  “I Pioppi “ di Piero Coata a Campagnano.
A cura di Giulia Iannone
I 6 binomi del Circolo Ippico " I pioppi " di Campagnano incontrano il cavaliere Mario Maini



Lezione a “sorpresa” con Mario Maini,  giovedì 4 dicembre 2015 all’ASD “ I pioppi” di Campagnano alle ore 15, presso il maneggio coperto dell’ASD “ I Pioppi” di Campagnano, Roma.
Da  una idea del tecnico Piero Coata che ha voluto  offrire a 6 binomi del suo centro,  una lezione tecnica speciale diretta da un Maestro,  figura pregevolissima, pietra miliare della nostra equitazione italiana.
Piero Coata, Deus ex machina della lezione
a sorpresa come stimolo didattico
per i propri allievi

 I  binomi scelti sono stati: Sofia Cochetti con Querida della Mezzaluna, Carlotta di Giuseppe su Wild Freedom; Alessandro Donazza su Balalaika 26, , Filippo Falcinelli su Cantiano, Valeria Michelangeli con Uran; Sofia Pierleoni su It’s Fritz 7.


I giovani cavalieri in erba sono rimasti spiazzati e stupefatti dall’iniziativa dell’istruttore di casa, Piero Coata, come si fosse trattato, di una interrogazione a sorpresa, con un cavaliere che non conoscevano e di cui non avevano,  mai sentito parlare. Qualcuno frettolosamente ha cercato informazioni sul cellulare, qualcuno è sceso in campo con la curiosità  e l’aspettativa di fare conoscenza con il  “Maestro misterioso”!
Effettivamente su internet si trova ben poco, giusto una breve scheda biografica.
Mario Maini nasce a Roma,  il 4 agosto 1927.
  A  cavallo sin da subito, ad 8 anni riporta già le prime vittorie in ambito giovanile. Dal 1950 in poi ha partecipato a svariate gare nazionali ed internazionali, vincendone altrettante. Specialista della categoria della potenza, sinonimo di coraggio, di energia, di ardimento e di perfezione atletica del binomio, ha centrato per ben 70 volte la vittoria in una gara oggi tanto discussa .
 Una carriera eccezionale, costellata di allori, di podi e di altrettanti infortuni, medaglie invisibili di altrettante  battaglie interiori.
Negli anni ’70 i cavalieri tedeschi lo definiscono come il più grande cavaliere del momento, la scuola francese in quegli anni disse di lui “ Gran Cavaliere, specialista di concorsi ippici, grande preparatore di cavalli”. Nell’archivio della Fise viene annoverato tra i primi 5 cavalieri di tutti i tempi, per il maggior numero di vittorie conseguite.
Sofia Cochetti riceve delucidazioni sull'assetto e sulla posizione delle mani

Personalità eclettica e spirito indomito, partecipa a 7 edizioni del palio di Siena, dove si merita il soprannome di “Fil di Ferro”. All’apice della sua carriera sportiva, durante l’età d’oro dell’equitazione italiana, incappa in un brutto incidente in “Cross Country” e questo lo taglia fuori dalle Olimpiadi di Roma 1960. Amatissimo come istruttore,  sa lasciare una impronta indelebile a livello didattico, un po’ burbero, schietto e dal tono volitivo, induce alla riflessione. Tutta passione, disciplina e dedizione.  Ripete spesso “L’equitazione è arte”.

Quando impari da un Maestro, non devi solo ascoltare quello che dice.
Perché molto è in come lo dice, nel tono, nel proposito, in come si trasfigura mentre parla, in quelle molte sigarette accese,  in quella rabbia per l’errore, previsto,  che principalmente si riversa sul cavallo.  Nelle mani che simulano e cavalcano l’aria come se ci fosse collo e criniera e lì lontana quasi in parabola, la bocca sacra per tutti i cavalieri italiani della nostra migliore tradizione.
Il  Cavaliere - maestro Mario Maini ha visto tutto con un colpo d’occhio entrando nel maneggio coperto. Seduto in un angolo ha voluto i cavalli in presentazione fronte al centro, poi  che sfilassero uno ad uno per vedere ancora il corpo e le fattezze dell’animale. Rapido, conciso, senza troppi fronzoli di parole formali.
Cavalli in presentazione 

La lezione “di conoscenza” è stata incentrata prevalentemente  su posizione ed assetto.
Tutto comincia con molte notazioni sull’assetto, e lì la spiegazione si fa ampia, minuziosa, puntuale e si comincia toccando  due andature utilissime per il lavoro del cavallo e per verificare l’assetto funzionale del cavaliere che sono il passo ed il trotto.
Queste sconosciute nell’equitazione di oggi!
Valeria Michelangeli su Uran

 Il discorso nasce momento per momento, da quanto si presenta e balza all’occhio, seguono espressioni come “ lavorare in piano è una ginnastica di preparazione.  Ci  vuole disciplina, precisione, pazienza. Altrimenti è solo non saltare” . La maggiore inquietudine nasce sulla staffa presa in punta da quasi tutti gli allievi e qui Mario Maini si prodiga molto in spiegazioni e correzioni, anche quando precisa  che il cavallo non deve stare stretto tra i polpacci, ma tra le ginocchia “ perché avete le toppe del  pantalone sulle ginocchia se non le stringete? Dovete stare in sella come se foste in ginocchio! Allora scaricate il peso sulla staffa, la punta non si deve alzare, la gamba non deve scivolare in avanti. State vicini al costato , dovete POTER SENTIRE IL CALORE DEL CAVALLO!”
Alessandro Donazza su Balalaika 26

Ecco frasi poetiche del genere dette da figure di questo calibro, ci restituiscono il senso, il valore,  la misura di quello che si sta facendo a cavallo. Altrimenti non si parlerebbe di disciplina equestre. Una lunga carrellata sull’esecuzione dell’alt, sulle transizioni, su come mandare il cavallo sulla mano sempre attraverso l’uso preciso delle gambe, nella giusta posizione.  L’equitazione “con le gambe” in cui non si usano le redini come maniglia o come sostegno, e questo sarà il punto focale o cruciale sul salto. “Allungate le redini sul salto, le mani vanno verso la bocca non il busto.”
Effetti del lavoro, guardate come Querida della Mezzaluna si è decontratta al trotto

Dopo la fase di lavoro in piano – solo ed ampiamente al passo e trotto- ai binomi è stato chiesto di affrontare un verticale di circa 50 cm con due barriere al trotto. Qui sono emerse le imprecisioni dell’assetto dei giovani allievi che compromette l’ uso dell’incollatura- bilanciere in parabola. Indi per cui è stato alzato un po’ il verticale, messa una barriera a 5 m e posizionate due barriere a “coda di rondine” per suggerire e stimolare nei cavalli un maggior uso del dorso e dell’incollatura. Agendo sull’esercizio, il fantino del Palio di Siena, ha cercato di far “sentire” agli allievi come far esprimere al meglio il cavallo saltatore, soprattutto modificando l’uso della mano in parabola. “ torna, male! Ti reggi sulle redini! Scorri di più, avanza” oppure “ non usare troppo il busto, è la mano che va verso la bocca”. 
passaggi al trotto sulle barriere: Sofia Pierleoni su It's Fritz 7

 Sono stati davvero tanti, commoventi, toccanti gli stimoli dati dall’ottantenne che mentre faceva lezione tuonava come un leone per far passare l’ insegnamento e per donare tutta l’essenza del suo sapere.  Il cavallo “educato “, ben educato dall’equitazione secondo i parametri e lo stile della migliore cultura equestre, diventa più semplice, fine, espressivo, ed è una gioia per gli occhi . Scrive Paolo  Angioni “  Sarebbe una perdita, un passo indietro nel cammino del nostro patrimonio di civiltà, se i nostri giovani, almeno una piccola parte di essi, non potessero più arricchirsi con gli stimoli intelligenti che sa dare il cavallo educato dall’equitazione, restituendo a questo antico termine il significato di arte di governare l’istinto, le forze muscolari, il movimento del cavallo, da cui deriva tutto il resto che desideriamo.”
Ecco perché, per non perdere questa veridicità di questa disciplina che rasenta l’arte, è importante farsi ispirare da questi cavalieri – docenti, che hanno ancora , come Maini, uno spirito guerriero traducibile in tanta forza espressiva volta all’insegnamento.
Carlotta Di Giuseppe su Wild freedom


Il commento dei partecipanti:

Alcuni allievi non hanno compreso a fondo lo schema di lavoro, altri hanno dubitato che un cavallo possa affrontare in esercizio un verticale al galoppo con barriera di invito posto a 5 m, infine altro dubbio ha riguardato il tipo e l’indole del cavallo. Il pensiero che cavalli difficili, sensibili e nevrili possano   iniziare da subito la ripresa di lavoro con richieste precise,  sottomissione e pronta concentrazione. Ma anche il dubbio e la riflessione sono utili e generati da un buon stage didattico. Soddisfazione ed entusiasmo ha espresso il 15enne Alessandro Donazza con la sua cavalla “ Gradita sorpresa per me, lavorare alla “vecchia maniera” con un tecnico di tale pregio e carisma, seguendo lo schema di lezione della nostra migliore tradizione italiana. Mi ha incuriosito e motivato molto. Balalaika, la mia cavalla, ha gradito, si è trovata bene con i compiti richiesti. Uno stage che  rifarei assolutamente”! Prontamente la compagna di team, Valeria Michelangeli, 19 anni e con già qualche GP all’attivo ha precisato “ Non si tratta di vecchia o nuova maniera. E’ montare secondo i concetti chiave e cardine dell’equitazione. Montare fluidi, morbidi, con mano generosa e verso la bocca, tanto in piano quanto sul salto, sempre con l’assetto ordinato e preciso. Questa è l’equitazione”! 
Filippo Falcinelli su Cantiano 

Allievi lo si è per tutta la vita, ma in questo gruppo, l’allievo molto “sui generis”  Filippo Falcinelli di esperienza e di GP ne ha all’attivo sicuramente molti  e da cavaliere esperto del gruppo ha concluso dicendo “ Ho cercato di spiegare ai più giovani chi sia Mario Maini, cosa rappresenti  per la nostra equitazione e per la didattica. Molti ragazzi non sanno chi è, dunque è giusto parlarne, conoscerlo più da vicino, e ricevere una lezione come quella di questo pomeriggio è una occasione preziosa da non lasciarsi sfuggire. Sinceramente conosco Mario da tempo, vado spesso a trovarlo anche a casa. Ho montato altre volte  con lui dunque conoscevo il suo stile didattico e le sue richieste tecniche. Anche se la mia formazione equestre risale a Raimondo D’Inzeo – che impostava in maniera leggermente diversa- è possibile lasciarsi modellare e plasmare dal Maestro,  chiaro e carismatico. Tutto parte da un concetto di fondo:  l’assetto,  duttile e versatile. Poi tutto viene di conseguenza”.

Un breve commento di Mario Maini dopo lo stage:
" c'è molto da lavorare. Grande è la confusione sull'assetto"

Maestro, per concludere in sintesi, può fare un commento sul livello di preparazione degli allievi  cui ha fatto lezione  quest’oggi?
“ Guardi, c’è molto da lavorare! Grande è la confusione sull’assetto.  Ma è un problema che riguarda l’equitazione contemporanea! Ai miei tempi “guai chi si sedeva” oggi si è affetti dal male opposto “ guai chi si solleva!” altro problema che affligge i cavalieri di oggi è la posizione del tallone basso, poiché la staffa è presa troppo in punta, la gamba scivola avanti e le linee ed i baricentri si alterano tutte! Attenzione tengo a precisare che io non invento nulla. Se no sembra che vengo qui a sconvolgere tutto. Io proseguo quello che si è sempre fatto e che oggi si è perso completamente perché considerato vecchio stile, vecchia maniera, arcaico.”
Scusi allora dell’equitazione di oggi cosa Le piace ...visto che mi ha già esposto con poche battute cosa non le piace!
“ Non mi piace nulla! Mi piacciono sicuramente i cavalli. La qualità dei cavalli che oggi si impiegano nello sport equestre è a dir poco favolosa. Però i cavalieri si sono accorciati le staffe, le redini e le giacche nessuno è realmente ben inforcato nella sella, nessuno segue veramente l’equilibrio dinamico del cavallo. Sono cambiate tante cose ma non in meglio! Lo sa che io a Milano sono arrivato a saltare 2 metri e 20 nelle sei barriere? Lo sa che ho passato il muro a 2,30? Certo quello era il passato, la gente di oggi pensa che non era equitazione. Ma io il muro l’ho saltato con un purosangue leggerissimo, chi lo farebbe oggi?  Nel nostro tempo ci sono tante cose che non si possono fare: la potenza è tanto discussa. Non si può mettere il muro ad entrare in gabbia, i larghi di oggi sono in realtà passaggi di sentiero, le distanze sono misurate col cm al limite dell’esasperato. Ma dove è finito l’occhio del cavaliere e del cavallo per le distanze? Dove la qualità del binomio? “
Lei tratteggia una situazione equestre drammatica. Da cosa ripartirebbe allora se dovesse fare un intervento radicale?
Da zero. Bisogna rifare tutto da capo!”
Sa che questa è la stessa idea e posizione di Giorgio Nuti!
“Certo! Giorgio Nuti è stato mio allievo. Lo sapeva?”
Mi tolga una altra curiosità. Lei ha un curriculum ed una cultura equestre profonda ed invidiabile. Come mai non ha mai lavorato attivamente nel settore della formazione della nostra Federazione Equestre?
“ Ah ah! Io sono uno che scotta! Forse “rompevo” le palle a qualcuno!”
( ndr. È desiderio del Cavaliere Maini che la frase sia riportata esattamente con questo tono.! )



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