Una “Giornata
particolare” di lezione con il “Cavaliere” Mario Maini per 6 binomi dell’ASD “I Pioppi “ di Piero Coata a Campagnano.
A cura di Giulia Iannone
I 6 binomi del Circolo Ippico " I pioppi " di Campagnano incontrano il cavaliere Mario Maini |
Lezione a “sorpresa” con
Mario Maini, giovedì 4 dicembre 2015 all’ASD
“ I pioppi” di Campagnano alle ore 15, presso il maneggio coperto dell’ASD “ I
Pioppi” di Campagnano, Roma.
Da una idea del tecnico Piero Coata che ha
voluto offrire a 6 binomi del suo
centro, una lezione tecnica speciale
diretta da un Maestro, figura
pregevolissima, pietra miliare della nostra equitazione italiana.
Piero Coata, Deus ex machina della lezione a sorpresa come stimolo didattico per i propri allievi |
I
binomi scelti sono stati: Sofia Cochetti con Querida della Mezzaluna,
Carlotta di Giuseppe su Wild Freedom; Alessandro Donazza su Balalaika 26, ,
Filippo Falcinelli su Cantiano, Valeria Michelangeli con Uran; Sofia Pierleoni
su It’s Fritz 7.
I giovani cavalieri in erba
sono rimasti spiazzati e stupefatti dall’iniziativa dell’istruttore di casa,
Piero Coata, come si fosse trattato, di una interrogazione a sorpresa, con un cavaliere
che non conoscevano e di cui non avevano, mai sentito parlare. Qualcuno frettolosamente
ha cercato informazioni sul cellulare, qualcuno è sceso in campo con la
curiosità e l’aspettativa di fare
conoscenza con il “Maestro misterioso”!
Effettivamente su internet
si trova ben poco, giusto una breve scheda biografica.
Mario Maini nasce a
Roma, il 4 agosto 1927.
A cavallo sin da subito, ad 8 anni riporta già
le prime vittorie in ambito giovanile. Dal 1950 in poi ha partecipato
a svariate gare nazionali ed internazionali, vincendone altrettante.
Specialista della categoria della potenza, sinonimo di coraggio, di energia, di
ardimento e di perfezione atletica del binomio, ha centrato per ben 70 volte la
vittoria in una gara oggi tanto discussa .
Una carriera eccezionale, costellata di
allori, di podi e di altrettanti infortuni, medaglie invisibili di altrettante battaglie interiori.
Negli anni ’70 i cavalieri
tedeschi lo definiscono come il più grande cavaliere del momento, la scuola
francese in quegli anni disse di lui “ Gran Cavaliere, specialista di concorsi
ippici, grande preparatore di cavalli”. Nell’archivio della Fise viene
annoverato tra i primi 5 cavalieri di tutti i tempi, per il maggior numero di
vittorie conseguite.
Sofia Cochetti riceve delucidazioni sull'assetto e sulla posizione delle mani |
Personalità eclettica e
spirito indomito, partecipa a 7 edizioni del palio di Siena, dove si merita il
soprannome di “Fil di Ferro”. All’apice della sua carriera sportiva, durante
l’età d’oro dell’equitazione italiana, incappa in un brutto incidente in “Cross
Country” e questo lo taglia fuori dalle Olimpiadi di Roma 1960. Amatissimo come
istruttore, sa lasciare una impronta
indelebile a livello didattico, un po’ burbero, schietto e dal tono volitivo,
induce alla riflessione. Tutta passione, disciplina e dedizione. Ripete spesso “L’equitazione è arte”.
Quando impari da un Maestro,
non devi solo ascoltare quello che dice.
Perché molto è in come lo
dice, nel tono, nel proposito, in come si trasfigura mentre parla, in quelle
molte sigarette accese, in quella rabbia
per l’errore, previsto, che
principalmente si riversa sul cavallo. Nelle mani che simulano e cavalcano l’aria
come se ci fosse collo e criniera e lì lontana quasi in parabola, la bocca
sacra per tutti i cavalieri italiani della nostra migliore tradizione.
Il Cavaliere - maestro Mario Maini ha visto tutto
con un colpo d’occhio entrando nel maneggio coperto. Seduto in un angolo ha
voluto i cavalli in presentazione fronte al centro, poi che sfilassero uno ad uno per vedere ancora il
corpo e le fattezze dell’animale. Rapido, conciso, senza troppi fronzoli di
parole formali.
Cavalli in presentazione |
La lezione “di conoscenza” è
stata incentrata prevalentemente su
posizione ed assetto.
Tutto comincia con molte
notazioni sull’assetto, e lì la spiegazione si fa ampia, minuziosa, puntuale e
si comincia toccando due andature
utilissime per il lavoro del cavallo e per verificare l’assetto funzionale del
cavaliere che sono il passo ed il trotto.
Il discorso nasce momento per momento, da
quanto si presenta e balza all’occhio, seguono espressioni come “ lavorare in
piano è una ginnastica di preparazione. Ci
vuole disciplina, precisione, pazienza.
Altrimenti è solo non saltare” . La maggiore inquietudine nasce sulla staffa
presa in punta da quasi tutti gli allievi e qui Mario Maini si prodiga molto in
spiegazioni e correzioni, anche quando precisa che il cavallo non deve stare stretto tra i
polpacci, ma tra le ginocchia “ perché avete le toppe del pantalone sulle ginocchia se non le stringete?
Dovete stare in sella come se foste in ginocchio! Allora scaricate il peso
sulla staffa, la punta non si deve alzare, la gamba non deve scivolare in
avanti. State vicini al costato , dovete POTER
SENTIRE IL CALORE DEL CAVALLO!”
Ecco frasi poetiche del genere dette da figure di questo calibro, ci restituiscono il senso, il valore, la misura di quello che si sta facendo a cavallo. Altrimenti non si parlerebbe di disciplina equestre. Una lunga carrellata sull’esecuzione dell’alt, sulle transizioni, su come mandare il cavallo sulla mano sempre attraverso l’uso preciso delle gambe, nella giusta posizione. L’equitazione “con le gambe” in cui non si usano le redini come maniglia o come sostegno, e questo sarà il punto focale o cruciale sul salto. “Allungate le redini sul salto, le mani vanno verso la bocca non il busto.”
Alessandro Donazza su Balalaika 26 |
Ecco frasi poetiche del genere dette da figure di questo calibro, ci restituiscono il senso, il valore, la misura di quello che si sta facendo a cavallo. Altrimenti non si parlerebbe di disciplina equestre. Una lunga carrellata sull’esecuzione dell’alt, sulle transizioni, su come mandare il cavallo sulla mano sempre attraverso l’uso preciso delle gambe, nella giusta posizione. L’equitazione “con le gambe” in cui non si usano le redini come maniglia o come sostegno, e questo sarà il punto focale o cruciale sul salto. “Allungate le redini sul salto, le mani vanno verso la bocca non il busto.”
Effetti del lavoro, guardate come Querida della Mezzaluna si è decontratta al trotto |
Dopo la fase di lavoro in
piano – solo ed ampiamente al passo e trotto- ai binomi è stato chiesto di
affrontare un verticale di circa 50
cm con due barriere al trotto. Qui sono emerse le
imprecisioni dell’assetto dei giovani allievi che compromette l’ uso
dell’incollatura- bilanciere in parabola. Indi per cui è stato alzato un po’ il
verticale, messa una barriera a 5
m e posizionate due barriere a “coda di rondine” per
suggerire e stimolare nei cavalli un maggior uso del dorso e dell’incollatura.
Agendo sull’esercizio, il fantino del Palio di Siena, ha cercato di far
“sentire” agli allievi come far esprimere al meglio il cavallo saltatore,
soprattutto modificando l’uso della mano in parabola. “ torna, male! Ti reggi
sulle redini! Scorri di più, avanza” oppure “ non usare troppo il busto, è la
mano che va verso la bocca”.
Sono stati davvero tanti, commoventi, toccanti gli stimoli dati dall’ottantenne che mentre faceva lezione tuonava come un leone per far passare l’ insegnamento e per donare tutta l’essenza del suo sapere. Il cavallo “educato “, ben educato dall’equitazione secondo i parametri e lo stile della migliore cultura equestre, diventa più semplice, fine, espressivo, ed è una gioia per gli occhi . Scrive Paolo Angioni “ Sarebbe una perdita, un passo indietro nel cammino del nostro patrimonio di civiltà, se i nostri giovani, almeno una piccola parte di essi, non potessero più arricchirsi con gli stimoli intelligenti che sa dare il cavallo educato dall’equitazione, restituendo a questo antico termine il significato di arte di governare l’istinto, le forze muscolari, il movimento del cavallo, da cui deriva tutto il resto che desideriamo.”
passaggi al trotto sulle barriere: Sofia Pierleoni su It's Fritz 7 |
Sono stati davvero tanti, commoventi, toccanti gli stimoli dati dall’ottantenne che mentre faceva lezione tuonava come un leone per far passare l’ insegnamento e per donare tutta l’essenza del suo sapere. Il cavallo “educato “, ben educato dall’equitazione secondo i parametri e lo stile della migliore cultura equestre, diventa più semplice, fine, espressivo, ed è una gioia per gli occhi . Scrive Paolo Angioni “ Sarebbe una perdita, un passo indietro nel cammino del nostro patrimonio di civiltà, se i nostri giovani, almeno una piccola parte di essi, non potessero più arricchirsi con gli stimoli intelligenti che sa dare il cavallo educato dall’equitazione, restituendo a questo antico termine il significato di arte di governare l’istinto, le forze muscolari, il movimento del cavallo, da cui deriva tutto il resto che desideriamo.”
Ecco perché, per non perdere
questa veridicità di questa disciplina che rasenta l’arte, è importante farsi
ispirare da questi cavalieri – docenti, che hanno ancora , come Maini, uno
spirito guerriero traducibile in tanta forza espressiva volta all’insegnamento.
Carlotta Di Giuseppe su Wild freedom |
Il commento dei partecipanti:
Alcuni allievi non hanno compreso a fondo lo schema
di lavoro, altri hanno dubitato che un cavallo possa affrontare in esercizio un
verticale al galoppo con barriera di invito posto a 5 m , infine altro dubbio ha
riguardato il tipo e l’indole del cavallo. Il pensiero che cavalli difficili,
sensibili e nevrili possano iniziare da subito la ripresa di lavoro con
richieste precise, sottomissione e
pronta concentrazione. Ma anche il dubbio e la riflessione sono utili e
generati da un buon stage didattico. Soddisfazione ed entusiasmo ha espresso il
15enne Alessandro Donazza con la sua cavalla “ Gradita sorpresa per me,
lavorare alla “vecchia maniera” con un tecnico di tale pregio e carisma,
seguendo lo schema di lezione della nostra migliore tradizione italiana. Mi ha
incuriosito e motivato molto. Balalaika, la mia cavalla, ha gradito, si è
trovata bene con i compiti richiesti. Uno stage che rifarei assolutamente”! Prontamente la
compagna di team, Valeria Michelangeli, 19 anni e con già qualche GP all’attivo
ha precisato “ Non si tratta di vecchia o nuova maniera. E’ montare secondo i
concetti chiave e cardine dell’equitazione. Montare fluidi, morbidi, con mano
generosa e verso la bocca, tanto in piano quanto sul salto, sempre con
l’assetto ordinato e preciso. Questa è l’equitazione”!
Allievi lo si è per tutta la vita, ma in questo gruppo, l’allievo molto “sui generis” Filippo Falcinelli di esperienza e di GP ne ha all’attivo sicuramente molti e da cavaliere esperto del gruppo ha concluso dicendo “ Ho cercato di spiegare ai più giovani chi sia Mario Maini, cosa rappresenti per la nostra equitazione e per la didattica. Molti ragazzi non sanno chi è, dunque è giusto parlarne, conoscerlo più da vicino, e ricevere una lezione come quella di questo pomeriggio è una occasione preziosa da non lasciarsi sfuggire. Sinceramente conosco Mario da tempo, vado spesso a trovarlo anche a casa. Ho montato altre volte con lui dunque conoscevo il suo stile didattico e le sue richieste tecniche. Anche se la mia formazione equestre risale a Raimondo D’Inzeo – che impostava in maniera leggermente diversa- è possibile lasciarsi modellare e plasmare dal Maestro, chiaro e carismatico. Tutto parte da un concetto di fondo: l’assetto, duttile e versatile. Poi tutto viene di conseguenza”.
Filippo Falcinelli su Cantiano |
Allievi lo si è per tutta la vita, ma in questo gruppo, l’allievo molto “sui generis” Filippo Falcinelli di esperienza e di GP ne ha all’attivo sicuramente molti e da cavaliere esperto del gruppo ha concluso dicendo “ Ho cercato di spiegare ai più giovani chi sia Mario Maini, cosa rappresenti per la nostra equitazione e per la didattica. Molti ragazzi non sanno chi è, dunque è giusto parlarne, conoscerlo più da vicino, e ricevere una lezione come quella di questo pomeriggio è una occasione preziosa da non lasciarsi sfuggire. Sinceramente conosco Mario da tempo, vado spesso a trovarlo anche a casa. Ho montato altre volte con lui dunque conoscevo il suo stile didattico e le sue richieste tecniche. Anche se la mia formazione equestre risale a Raimondo D’Inzeo – che impostava in maniera leggermente diversa- è possibile lasciarsi modellare e plasmare dal Maestro, chiaro e carismatico. Tutto parte da un concetto di fondo: l’assetto, duttile e versatile. Poi tutto viene di conseguenza”.
Un breve commento di Mario Maini dopo lo stage:
" c'è molto da lavorare. Grande è la confusione sull'assetto" |
Maestro, per concludere in sintesi, può
fare un commento sul livello di preparazione degli allievi cui ha fatto lezione quest’oggi?
“ Guardi, c’è molto da lavorare! Grande è la
confusione sull’assetto. Ma è un
problema che riguarda l’equitazione contemporanea! Ai miei tempi “guai chi si
sedeva” oggi si è affetti dal male opposto “ guai chi si solleva!” altro
problema che affligge i cavalieri di oggi è la posizione del tallone basso,
poiché la staffa è presa troppo in punta, la gamba scivola avanti e le linee ed
i baricentri si alterano tutte! Attenzione tengo a precisare che io non invento
nulla. Se no sembra che vengo qui a sconvolgere tutto. Io proseguo quello che
si è sempre fatto e che oggi si è perso completamente perché considerato
vecchio stile, vecchia maniera, arcaico.”
Scusi allora dell’equitazione di oggi
cosa Le piace ...visto che mi ha già esposto con poche battute cosa non le
piace!
“ Non mi piace nulla! Mi piacciono sicuramente i
cavalli. La qualità dei cavalli che oggi si impiegano nello sport equestre è a
dir poco favolosa. Però i cavalieri si sono accorciati le staffe, le redini e
le giacche nessuno è realmente ben inforcato nella sella, nessuno segue
veramente l’equilibrio dinamico del cavallo. Sono cambiate tante cose ma non in
meglio! Lo sa che io a Milano sono arrivato a saltare 2 metri e 20 nelle sei
barriere? Lo sa che ho passato il muro a 2,30? Certo quello era il passato, la
gente di oggi pensa che non era equitazione. Ma io il muro l’ho saltato con un
purosangue leggerissimo, chi lo farebbe oggi? Nel nostro tempo ci sono tante cose che non si
possono fare: la potenza è tanto discussa. Non si può mettere il muro ad
entrare in gabbia, i larghi di oggi sono in realtà passaggi di sentiero, le
distanze sono misurate col cm al limite dell’esasperato. Ma dove è finito
l’occhio del cavaliere e del cavallo per le distanze? Dove la qualità del
binomio? “
Lei tratteggia una situazione equestre
drammatica. Da cosa ripartirebbe allora se dovesse fare un intervento radicale?
“ Da zero. Bisogna rifare tutto da capo!”
Sa che questa è la stessa idea e
posizione di Giorgio Nuti!
“Certo! Giorgio Nuti è stato mio allievo. Lo sapeva?”
Mi tolga una altra curiosità. Lei ha un
curriculum ed una cultura equestre profonda ed invidiabile. Come mai non ha mai
lavorato attivamente nel settore della formazione della nostra Federazione
Equestre?
“ Ah ah! Io sono uno che scotta! Forse “rompevo” le
palle a qualcuno!”
( ndr. È desiderio del Cavaliere Maini che la frase
sia riportata esattamente con questo tono.! )
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