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chiacchiere con Filippo Gilberto Catarci.
“Premio di
stile alla Fiera Cavalli di Verona 2015”
Filippo Gilberto Catarci ritratto durante i Campionati italiani 2015 Photo courtesy Filippo G.Catarci facebook page |
Intervista
a cura di Giulia Iannone
Si presenti ai lettori equestri come più le fa
piacere...
“Ho 17 anni e vivo ad
Anguillara Sabazia, sul lago di Bracciano. La mia famiglia è proprietaria di
una tenuta agrituristica che alleva capre, pecore, vacche e cavalli, chiamata I
Due Laghi. Il circolo ippico, quindi, è al suo interno. Frequento il 2º liceo
classico e gioco a basket in una squadra non agonistica. Sono da sempre
appassionato di tutti gli sport, dal calcio al Beach volley, dal tennis allo
sci, anche se dedico la maggior parte della giornata all'equitazione e allo
studio.”
Come ha approcciato l’equitazione e da quanto
tempo la pratica?
“Mi dicono che mio
nonno Federico mi ha fatto salire con lui a cavallo tenendomi in braccio, ma in
realtà a 4 anni ho cominciato a prendere le prime lezioni. Quindi questo è il
13esimo anno.”
Quanto conta e quanto è importante “l’istruttore”
nella sua giovane formazione equestre? Chi è dunque quel qualcuno cui deve di
essere arrivato fino al Premio di stile conseguito a Verona 2015?
“Devo ringraziare più
persone: in primis Maria Guttridge, istruttrice BHS che tutt'ora insegna nel
nostro circolo,- cura la scuola di base- con la quale ho fatto i primi concorsi e che mi ha curato
molto l'assetto; è stato importantissimo per me il grande cavaliere Mario
Maini, che mi ha seguito molto sulla tecnica del salto; negli ultimi 8 anni sono stato seguito
da Pierpaolo Quagliariello, grazie al quale sono migliorato moltissimo ed ho
raggiunto i livelli attuali. Negli ultimi anni è stato ed è il mio riferimento”
Gli incontri tecnici che hanno lasciato un segno tangibile nel suo modo di
montare fino a questo momento?
“Ho preso parte a
numerosi stage con il cavaliere irlandese Edward Doyle e con il tecnico
italiano Giorgio Nuti.”
Dicevamo “Premio di stile a Verona 2015” : il premio era
accompagnato da una motivazione? Se si quale? In caso contrario lei che tipo di
spiegazione si è dato nel momento in cui l’ha ricevuto?
“E’ stata riunita per
l'occasione una giuria selezionata di tecnici competenti che ha ritenuto di
assegnare un premio per lo stile a 6 cavalieri tra quelli della coppa delle
regioni. Al momento della consegna sono stato molto onorato e lo sono tutt'ora.”
"Lo stile è la padronanza della tecnica che permette di essere nel giusto assetto ..." Photo courtesy Filippo G.Catarci facebook page |
Che significa per lei stile a cavallo? quanto
conta per lei, quanto ci tiene e quanto si impegna per esso?
“Lo stile è la padronanza della tecnica che
permette di essere sempre nel giusto assetto con il corpo composto in ogni
momento del percorso. Mi alleno ogni giorno per diverse ore dato che seguo
molti cavalli. Ci tengo davvero molto e cerco sempre, insieme al mio istruttore
Pierpaolo, e alla sua severità, di migliorare.”
A
proposito di stile equestre: chi è – se c’è- il cavaliere cui si ispira ,cui fa
riferimento costante, insomma il modello
e punto di riferimento estetico ma soprattutto concettuale?
“Per quanto riguarda lo stile
equestre cerco di avere come riferimento cavalieri che hanno una struttura
fisica simile alla mia, quindi alti e slanciati, come ad esempio Daniel
Deusser. Per la grande grinta e determinazione ammiro molto Henrik von
Eckermann, che ha a che fare con dei cavalli abbastanza complessi.”
Cosa spera e desidera per il proseguo della sua
carriera equestre?
“Spero vivamente di migliorare sempre
più per raggiungere i livelli più alti, ma non c'è fretta: non voglio bruciare
le tappe.”
"spero vivamente di migliorare sempre più ma senza fretta: non voglio bruciare le tappe!" Photo courtesy Filippo G.Catarci facebook page |
Lei ha due cavalli importanti con cui affronta le
gare più rilevanti. Ma credo che Del Tikky sia il cavallo di punta? Quello
comunque con cui ha preso parte a Verona? Parliamo di lui, pregi, difetti,
carattere, qualità. E’ lui fino ad ora il cavallo del cuore?
“Sì, un baio tedesco di nome
Landewich e il sauro belga Del Tikky, che ha partecipato a Verona. È un cavallo
che ha saltato gare grosse con il mio istruttore Pierpaolo, ha grande
esperienza e buon rispetto. Sa essere molto focalizzato sulla gara ma è anche
capace di distrarsi rapidamente. Non mi sento di nominarlo cavallo del cuore: sono
molto legato ad ogni cavallo che monto, ognuno con le sue particolarità.”
L’equitazione è fatta di gioie e dolori. Vogliamo
citare un ricordo equestre “molto felice” ( non per forza una vittoria in senso
di gradino più alto del podio!) ed un momento di particolare dispiacere o
disappunto che le ha dato una lezione in termini di insegnamento?
“Un momento particolarmente felice è legato alla mia prima trasferta
estera, in un CSI a Lamprechtshausen, in Austria, in cui ho conseguito una
vittoria nel gp junior. Come esperienza negativa posso citare gli scorsi
campionati centro-meridionali in cui ho gettato via la medaglia d'oro perdendo
completamente il controllo della situazione, nonostante avessi numerosi punti
di vantaggio. Sono comunque molto contento di aver fatto tesoro di quella
lezione e di essere riuscito a gestire le gare successive.”
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