" GLI ALTRI TECNICI DOVE ERANO”?
Giorgio Nuti
sullo stage di Andrew Nicholson in Lombardia
Intervista a
cura di Giulia Iannone
Siamo
andati ad incontrare il cavaliere ed istruttore Giorgio Nuti, a Roma, durante
lo svolgimento di uno stage tecnico organizzato dal Centro Ippico Casale San
Nicola. Abbiamo raccolto il suo punto di vista in merito all’occasione didattica con Andrew
Nicholson, leggenda del completo internazionale.
"Gli altri tecnici dove erano?" si è chiesto Giorgio Nuti Foto di Giulia Iannone |
Lei ,personalmente, ha chiesto
alla titolare delle Scuderie della Malaspina, di poter assistere a qualche
momento dello stage tenuto da Andrew Nicholson, in Lombardia. Anche se non pratica più il completo, non ha voluto
perdere una occasione di riflessione tecnica. E’ andata così?
“Sono andato
a vedere lo stage perché molte volte lavoro anche con dei cavalieri
completisti. E’ chiaro che cerco di adeguarmi alle realtà che possono essere nuove e conoscere di più
soprattutto da gente come Nicholson che è un Campione che vince dappertutto e
che da anni monta a cavallo. E’ vedere, capire, cercare di imparare ancora qualche
cosa e trovare anche nuovi spunti”
Che cosa ha visto nello specifico che l’ha colpita, che bagaglio
culturale ha aggiunto al suo. Della serie, cosa ha rubato ancora con gli occhi,
visto che in equitazione questo è il metodo migliore per progredire?
“Ho visto con piacere che l’equitazione è sempre la
stessa, ho visto che Nicholson mette degli esercizi fuori dagli angoli, e
quello che mi ha colpito molto quando insegnava era la parola “seat” ossia
“sedersi sederisi!” perché ha detto che oggi i completi sono cambiati, e bisogna anche saper
rientrare in sella per affrontare ostacoli difficoltosi o stretti o delle combinazioni molto corte. Cambiando il
completo, anche i cavalieri devo cambiare con esso! Mi è piaciuto come ha usato i salti da concorso disponendoli come salti da completo. Ha messo una V, ha
cercato l’angolo con tre pilieri mettendo delle piantine al centro e lasciando
l’angolo vuoto, dei salti stretti in linea e poi delle distanze corte ma anche
lunghe su cui galoppare in avanti. Ciò che
mi ha colpito, ripeto, è stata non la parola “seat” ma il concetto di
sedersi, poiché dice che noi siamo sempre troppo avanti.”
Anche lei spesso adopera il lavoro sui salti bassi, ma Nicholson li utilizza facendo molto avvicinare e ricercando molto il concetto di saltare con poco consumo di energia. Dove la differenza del concetto?
"Bisogna andare a guardare come lavora un campione come Nicholson e cercare di imparare ancora qualcosa" Giorgio Nuti nella foto di Giulia Iannone |
Anche lei spesso adopera il lavoro sui salti bassi, ma Nicholson li utilizza facendo molto avvicinare e ricercando molto il concetto di saltare con poco consumo di energia. Dove la differenza del concetto?
“Saltare in
equilibrio e con il cavallo che è responsabile, che sia più responsabile da
solo. Anche perché, dice Nicholson, in alcune circostanze il cavallo deve saper
uscire da situazioni brutte.”
Giorgio Nuti, cavaliere e tecnico di indiscussa preparazione, si
reca in qualità di umile osservatore presso uno stage di questa caratura con il
Campione Andrew Nicholson. Quale è il messaggio che desidera rivolgere ai
giovani?
“Ai giovani? Soprattutto agli istruttori, perché
sono questi ultimi che poi insegnano ai giovani! Sono rimasto molto male nel
constatare che a vedere questo stage di Nicholson c’eravamo solo io, Stefano Brecciaroli,
Marco Biasia e so che al pomeriggio è arrivato anche Giuseppe Forte. E gli
altri, dove erano? Mi chiedo, una figura di tale prestigio in ambito equestre bisogna
andare a guardarselo e cercare di imparare qualche cosa. “
In piano cosa ha visto?
“
Ha fatto fare un lavoro molto tranquillo, non ha cercato troppe cose. Quello
che mi è piaciuto la semplicità ed il modo di spiegare le cose molto semplice.
Mi è piaciuto, è stato anche una occasione di confronto per me stesso e di
nuovi input”
"Andrew Nicholson è sempre semplice quando tiene il suo stage" Photo courtesy Katie Mortimore, E-venting |
Insomma vi siete trovati benissimo sul concetto unico ed uniforme
che l’equitazione è una e semplice.
“ Lui però,
in aggiunta, sottolinea sempre che il
cavallo sia più responsabile da solo, vuol dire avere anche un buon equilibrio
ed un buon lavoro. Sempre semplice quando tiene il suo stage, non sta a trovare
delle cose difficili. E poi la sequenza dei salti e del percorso, sono sempre
sequenza con un salto – o un salto stretto od un angolo. E’ stato bello ad un
certo punto, quando non capivo cosa fosse un salto: un verticale ad entrare
1,20, poi a 6 metri
un piccolo largo alto 30 cm .
Ho chiesto di cosa si trattasse, perché non riuscivo a capire. Era
semplicemente il tombarello, e lui l’ha costruito mettendo dei salti da
concorso. Molto bello, perché uno come va a capire come fare il tombarello! Il
concetto è che in genere in cross si viene da un salto alto, c’è la discesa e
c’è sempre questo fossetto, Nicholson diceva che si può costruire sul larghetto
piccolo un fossettino azzurro. E questo dà un po’ il senso di quello che
potrebbe essere il tombarello. “
A suo avviso poteva essere un ottimo momento di aggiornamento per
un istruttore in Italia?
“Ho
chiesto, e non mi faccia dire nomi, come
mai non ci fossero gli istruttori, perché
sarebbe servito come aggiornamento. Ci sono degli aggiornamenti che NON SERVONO
A NIENTE”
Dobbiamo ricordarci con UMILTA' e MODESTIA che non si è mai depositari di ogni certezza e sapere, specie in equitazione! Photo courtesy Katie Mortimore, E-venting |
Una occasione didattica di
approfondimento e di confronto mancata. Altro segnale tangibile che la cultura equestre è da tempo troppo
sopita e distratta per ricordarsi che
con umiltà e modestia non si è mai depositari di ogni certezza e sapere, specie
in equitazione ,che oltre che disciplina ha molto a che fare con l’arte. Padroneggiata la materia e la tecnica alla
perfezione, ed una vita non basta per fare ciò, esiste l’arte, l’ispirazione,
“l’imitatio” nella “inventio”. Sogniamo ed auspichiamo molti più appuntamenti
prestigiosi del genere, con più partecipazione ed interesse da chi di
competenza. Ottimo suggerimento di crescita, inoltre, magari da destinare agli istruttori di III livello, che raggiunto
l’apice della propria carriera ottengono anche come privilegio, l’esenzione dagli aggiornamenti tecnici
annuali, sollievo liberatorio per molti, la cui cultura manca all’appello da
tempi immemorabili , mentre la polvere del passato e del vecchio secolo offusca
ogni nozione nello scaffale dell’antiquariato.
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