giovedì 19 febbraio 2015

IL PUNTO DI VISTA DI GIORGIO NUTI

" GLI ALTRI TECNICI DOVE ERANO”?
Giorgio Nuti sullo stage di Andrew Nicholson in Lombardia
Intervista a cura di Giulia Iannone
"Gli altri tecnici dove erano?" si è chiesto Giorgio Nuti
Foto di Giulia Iannone
Siamo andati ad incontrare il cavaliere ed istruttore Giorgio Nuti, a Roma, durante lo svolgimento di uno stage tecnico organizzato dal Centro Ippico Casale San Nicola. Abbiamo raccolto il suo punto di vista  in merito all’occasione didattica con Andrew Nicholson, leggenda del completo internazionale.

Lei ,personalmente, ha chiesto alla titolare delle Scuderie della Malaspina, di poter assistere a qualche momento dello stage tenuto da Andrew  Nicholson, in Lombardia. Anche se  non pratica più il completo, non ha voluto perdere una occasione di riflessione tecnica. E’ andata così?
Sono andato a vedere lo stage perché molte volte lavoro anche con dei cavalieri completisti. E’ chiaro che cerco di adeguarmi alle realtà  che possono essere nuove e conoscere di più soprattutto da gente come Nicholson che è un Campione che vince dappertutto e che da anni monta a cavallo. E’ vedere, capire, cercare di imparare ancora qualche cosa e trovare anche nuovi spunti”
Che cosa ha visto nello specifico che l’ha colpita, che bagaglio culturale ha aggiunto al suo. Della serie, cosa ha rubato ancora con gli occhi, visto che in equitazione questo è il metodo migliore per progredire?
Ho visto con piacere che l’equitazione è sempre la stessa, ho visto che Nicholson mette degli esercizi fuori dagli angoli, e quello che mi ha colpito molto quando insegnava era la parola “seat” ossia “sedersi sederisi!” perché ha detto che oggi i completi  sono cambiati, e bisogna anche saper rientrare in sella per affrontare ostacoli difficoltosi o stretti o delle  combinazioni molto corte. Cambiando il completo, anche i cavalieri devo cambiare con esso!  Mi è piaciuto come ha usato  i salti  da concorso disponendoli  come salti da completo. Ha messo una V, ha cercato l’angolo con tre pilieri mettendo delle piantine al centro e lasciando l’angolo vuoto, dei salti stretti in linea e poi delle distanze corte ma anche lunghe  su cui galoppare in avanti.  Ciò  che  mi ha colpito, ripeto,  è stata non la parola “seat” ma il concetto di sedersi, poiché dice che noi siamo sempre troppo avanti.”
"Bisogna andare a guardare come lavora un campione come
Nicholson e cercare di imparare ancora qualcosa"
Giorgio Nuti nella foto di Giulia Iannone

Anche lei spesso adopera il lavoro sui salti bassi, ma Nicholson  li utilizza  facendo molto avvicinare e ricercando molto il concetto di saltare con  poco consumo di energia. Dove la differenza del concetto?
Saltare in equilibrio e con il cavallo che è responsabile, che sia più responsabile da solo. Anche perché, dice Nicholson, in alcune circostanze il cavallo deve saper uscire da situazioni brutte.”
Giorgio Nuti, cavaliere e tecnico di indiscussa preparazione, si reca in qualità di umile osservatore presso uno stage di questa caratura con il Campione Andrew Nicholson. Quale è il messaggio che desidera rivolgere ai giovani?
Ai giovani? Soprattutto agli istruttori, perché sono questi ultimi che poi insegnano ai giovani! Sono rimasto molto male nel constatare che a vedere questo stage di Nicholson c’eravamo solo io, Stefano Brecciaroli, Marco Biasia e so che al pomeriggio è arrivato anche Giuseppe Forte. E gli altri, dove erano? Mi chiedo, una figura di tale prestigio in ambito equestre bisogna andare a guardarselo e cercare di imparare qualche cosa. “
In piano cosa ha visto?
“ Ha fatto fare un lavoro molto tranquillo, non ha cercato troppe cose. Quello che mi è piaciuto la semplicità ed il modo di spiegare le cose molto semplice. Mi è piaciuto, è stato anche una occasione di confronto per me stesso e di nuovi input”
"Andrew Nicholson è sempre semplice quando tiene il suo stage"
Photo courtesy Katie Mortimore, E-venting

Insomma vi siete trovati benissimo sul concetto unico ed uniforme che l’equitazione è una e semplice.
“  Lui però, in aggiunta,  sottolinea sempre che il cavallo sia più responsabile da solo, vuol dire avere anche un buon equilibrio ed un buon lavoro. Sempre semplice quando tiene il suo stage, non sta a trovare delle cose difficili. E poi la sequenza dei salti e del percorso, sono sempre sequenza con un salto – o un salto stretto od un angolo. E’ stato bello ad un certo punto, quando non capivo cosa fosse un salto: un verticale ad entrare 1,20, poi a 6 metri un piccolo largo alto 30 cm. Ho chiesto di cosa si trattasse, perché non riuscivo a capire. Era semplicemente il tombarello, e lui l’ha costruito mettendo dei salti da concorso. Molto bello, perché uno come va a capire come fare il tombarello! Il concetto è che in genere in cross si viene da un salto alto, c’è la discesa e c’è sempre questo fossetto, Nicholson diceva che si può costruire sul larghetto piccolo un fossettino azzurro. E questo dà un po’ il senso di quello che potrebbe essere il tombarello. “
A suo avviso poteva essere un ottimo momento di aggiornamento per un  istruttore in Italia?
“Ho chiesto, e non mi faccia dire nomi,  come mai non ci fossero gli  istruttori, perché sarebbe servito come aggiornamento. Ci sono degli aggiornamenti che NON SERVONO A NIENTE”
Dobbiamo ricordarci con UMILTA' e MODESTIA che non si è mai depositari di ogni certezza e sapere,
specie in equitazione!
Photo courtesy Katie Mortimore, E-venting

 Una occasione didattica di approfondimento e di confronto mancata. Altro segnale tangibile  che la cultura equestre è da tempo troppo sopita e distratta  per ricordarsi che con umiltà e modestia non si è mai depositari di ogni certezza e sapere, specie in equitazione ,che oltre che disciplina ha molto a che fare con l’arte.  Padroneggiata la materia e la tecnica alla perfezione, ed una vita non basta per fare ciò, esiste l’arte, l’ispirazione, “l’imitatio” nella “inventio”. Sogniamo ed auspichiamo molti più appuntamenti prestigiosi del genere, con più partecipazione ed interesse da chi di competenza.  Ottimo suggerimento di crescita, inoltre, magari da destinare  agli istruttori di III livello, che raggiunto l’apice della propria carriera ottengono anche come privilegio,  l’esenzione dagli aggiornamenti tecnici annuali, sollievo liberatorio per molti, la cui cultura manca all’appello da tempi immemorabili , mentre la polvere del passato e del vecchio secolo offusca ogni nozione nello scaffale dell’antiquariato.









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