giovedì 19 febbraio 2015

IL PUNTO DI VISTA DI GIORGIO NUTI

" GLI ALTRI TECNICI DOVE ERANO”?
Giorgio Nuti sullo stage di Andrew Nicholson in Lombardia
Intervista a cura di Giulia Iannone
"Gli altri tecnici dove erano?" si è chiesto Giorgio Nuti
Foto di Giulia Iannone
Siamo andati ad incontrare il cavaliere ed istruttore Giorgio Nuti, a Roma, durante lo svolgimento di uno stage tecnico organizzato dal Centro Ippico Casale San Nicola. Abbiamo raccolto il suo punto di vista  in merito all’occasione didattica con Andrew Nicholson, leggenda del completo internazionale.

Lei ,personalmente, ha chiesto alla titolare delle Scuderie della Malaspina, di poter assistere a qualche momento dello stage tenuto da Andrew  Nicholson, in Lombardia. Anche se  non pratica più il completo, non ha voluto perdere una occasione di riflessione tecnica. E’ andata così?
Sono andato a vedere lo stage perché molte volte lavoro anche con dei cavalieri completisti. E’ chiaro che cerco di adeguarmi alle realtà  che possono essere nuove e conoscere di più soprattutto da gente come Nicholson che è un Campione che vince dappertutto e che da anni monta a cavallo. E’ vedere, capire, cercare di imparare ancora qualche cosa e trovare anche nuovi spunti”
Che cosa ha visto nello specifico che l’ha colpita, che bagaglio culturale ha aggiunto al suo. Della serie, cosa ha rubato ancora con gli occhi, visto che in equitazione questo è il metodo migliore per progredire?
Ho visto con piacere che l’equitazione è sempre la stessa, ho visto che Nicholson mette degli esercizi fuori dagli angoli, e quello che mi ha colpito molto quando insegnava era la parola “seat” ossia “sedersi sederisi!” perché ha detto che oggi i completi  sono cambiati, e bisogna anche saper rientrare in sella per affrontare ostacoli difficoltosi o stretti o delle  combinazioni molto corte. Cambiando il completo, anche i cavalieri devo cambiare con esso!  Mi è piaciuto come ha usato  i salti  da concorso disponendoli  come salti da completo. Ha messo una V, ha cercato l’angolo con tre pilieri mettendo delle piantine al centro e lasciando l’angolo vuoto, dei salti stretti in linea e poi delle distanze corte ma anche lunghe  su cui galoppare in avanti.  Ciò  che  mi ha colpito, ripeto,  è stata non la parola “seat” ma il concetto di sedersi, poiché dice che noi siamo sempre troppo avanti.”
"Bisogna andare a guardare come lavora un campione come
Nicholson e cercare di imparare ancora qualcosa"
Giorgio Nuti nella foto di Giulia Iannone

Anche lei spesso adopera il lavoro sui salti bassi, ma Nicholson  li utilizza  facendo molto avvicinare e ricercando molto il concetto di saltare con  poco consumo di energia. Dove la differenza del concetto?
Saltare in equilibrio e con il cavallo che è responsabile, che sia più responsabile da solo. Anche perché, dice Nicholson, in alcune circostanze il cavallo deve saper uscire da situazioni brutte.”
Giorgio Nuti, cavaliere e tecnico di indiscussa preparazione, si reca in qualità di umile osservatore presso uno stage di questa caratura con il Campione Andrew Nicholson. Quale è il messaggio che desidera rivolgere ai giovani?
Ai giovani? Soprattutto agli istruttori, perché sono questi ultimi che poi insegnano ai giovani! Sono rimasto molto male nel constatare che a vedere questo stage di Nicholson c’eravamo solo io, Stefano Brecciaroli, Marco Biasia e so che al pomeriggio è arrivato anche Giuseppe Forte. E gli altri, dove erano? Mi chiedo, una figura di tale prestigio in ambito equestre bisogna andare a guardarselo e cercare di imparare qualche cosa. “
In piano cosa ha visto?
“ Ha fatto fare un lavoro molto tranquillo, non ha cercato troppe cose. Quello che mi è piaciuto la semplicità ed il modo di spiegare le cose molto semplice. Mi è piaciuto, è stato anche una occasione di confronto per me stesso e di nuovi input”
"Andrew Nicholson è sempre semplice quando tiene il suo stage"
Photo courtesy Katie Mortimore, E-venting

Insomma vi siete trovati benissimo sul concetto unico ed uniforme che l’equitazione è una e semplice.
“  Lui però, in aggiunta,  sottolinea sempre che il cavallo sia più responsabile da solo, vuol dire avere anche un buon equilibrio ed un buon lavoro. Sempre semplice quando tiene il suo stage, non sta a trovare delle cose difficili. E poi la sequenza dei salti e del percorso, sono sempre sequenza con un salto – o un salto stretto od un angolo. E’ stato bello ad un certo punto, quando non capivo cosa fosse un salto: un verticale ad entrare 1,20, poi a 6 metri un piccolo largo alto 30 cm. Ho chiesto di cosa si trattasse, perché non riuscivo a capire. Era semplicemente il tombarello, e lui l’ha costruito mettendo dei salti da concorso. Molto bello, perché uno come va a capire come fare il tombarello! Il concetto è che in genere in cross si viene da un salto alto, c’è la discesa e c’è sempre questo fossetto, Nicholson diceva che si può costruire sul larghetto piccolo un fossettino azzurro. E questo dà un po’ il senso di quello che potrebbe essere il tombarello. “
A suo avviso poteva essere un ottimo momento di aggiornamento per un  istruttore in Italia?
“Ho chiesto, e non mi faccia dire nomi,  come mai non ci fossero gli  istruttori, perché sarebbe servito come aggiornamento. Ci sono degli aggiornamenti che NON SERVONO A NIENTE”
Dobbiamo ricordarci con UMILTA' e MODESTIA che non si è mai depositari di ogni certezza e sapere,
specie in equitazione!
Photo courtesy Katie Mortimore, E-venting

 Una occasione didattica di approfondimento e di confronto mancata. Altro segnale tangibile  che la cultura equestre è da tempo troppo sopita e distratta  per ricordarsi che con umiltà e modestia non si è mai depositari di ogni certezza e sapere, specie in equitazione ,che oltre che disciplina ha molto a che fare con l’arte.  Padroneggiata la materia e la tecnica alla perfezione, ed una vita non basta per fare ciò, esiste l’arte, l’ispirazione, “l’imitatio” nella “inventio”. Sogniamo ed auspichiamo molti più appuntamenti prestigiosi del genere, con più partecipazione ed interesse da chi di competenza.  Ottimo suggerimento di crescita, inoltre, magari da destinare  agli istruttori di III livello, che raggiunto l’apice della propria carriera ottengono anche come privilegio,  l’esenzione dagli aggiornamenti tecnici annuali, sollievo liberatorio per molti, la cui cultura manca all’appello da tempi immemorabili , mentre la polvere del passato e del vecchio secolo offusca ogni nozione nello scaffale dell’antiquariato.









lunedì 16 febbraio 2015

ANDREW NICHOLSON –STEFANO BRECCIAROLI: IL MAESTRO E L’ALLIEVO

COMPLETO
" Volevo fare qualcosa per creare una motivazione interiore e rinnovare la carica emotiva"
Stefano Brecciaroli ed Andrew Nicholson ritratti nella foto di "Scuderia della Malaspina"

Intervista al completista italiano Stefano Brecciaroli dopo il I stage in Italia del Campione Neozelandese Andrew  Nicholson.
A cura di Giulia Iannone
 Stefano Brecciaroli ha detto :“Volevo fare qualcosa per creare una motivazione interiore e rinnovare la carica emotiva. In Italia si sta perdendo la voglia e l’amore ed il desiderio di conoscenza per questo sport.”

Come è nata l’idea di organizzare uno stage proprio con Andrew Nicholson? Immagino sia stata una sua brillante intuizione, giusto?
“ E’ il primo anno che collaboro con la Sig.ra Malaspina, dopo aver visto la sua meravigliosa scuderia ho deciso di proporle l’organizzazione di qualcosa di speciale. A tutti è nota la mia grande amicizia con Andrew Nicholson, quale occasione migliore per far venire per la prima volta in Italia uno dei mostri sacri del completo. Purtroppo non è facile averlo durante l’anno, per i suoi numerosi impegni. Febbraio sembrava un periodo utile, durante il quale aveva liberi due giorni, a marzo comincia la stagione ufficiale del completo e sarebbe stato impossibile. Dunque, non abbiamo perso l’occasione. E’ venuto fuori un bell’incontro organizzato con molto entusiasmo da parte di tutti noi.”
"Stare a contatto con un grande atleta che ha fatto del completo la sua vita"
Photo courtesy Scuderia della Malaspina

Quale messaggio e quale pensiero chiave desiderava far passare al pubblico portando Nicholson qui in Italia?
“ Mi faceva piacere portare una mentalità ed un interesse un po’ diverso, in un momento così problematico per il completo italiano, settore segnato nel nostro paese dalla mancanza di palestre adeguate per lo svolgimento della disciplina del completo. Volevo fare qualcosa per creare una motivazione interiore e rinnovare la carica emotiva. Stare a contatto con un grande atleta che ha fatto della disciplina del completo la sua vita.”
Che cosa l’affascina dello stile del Campione neozelandese?
“La determinazione, il carattere, la mentalità, l’amore per questo sport, la voglia di non lasciare mai nulla per intentato, il desiderio di confrontarsi con gli altri, ancora all’età di 52 anni con tanti risultati all’attivo, mostra l’esigenza di migliorarsi, di andare avanti, di raggiungere ulteriori traguardi”
"determinazione, carattere, mentalità, amore per questo sport..."
Andrew Nicholson Key speaker ad Hartpury
Photo courtesy Katie Mortimore/E-venting

Un altro valore passa attraverso due cavalieri del completo: un forte senso dell’amicizia. Come, dove e quando vi siete conosciuti ?
“ Avevo 23 anni quindi parliamo di 18 anni fa! L’ho conosciuto alla gara di Wiesbaden. Nicholson era stremato dal viaggio di andata ed era esausto, ci siamo trovati allo stesso albergo. L’organizzazione aveva preparato i posti a tavola e ci siamo trovati insieme a mangiare. Poichè lui era davvero esausto ed aveva bisogno di andare a dormire, non ho esitato e gli ho immediatamente ceduto la mia cena (ero arrivato prima) per consentirgli di rifocillarsi. Io potevo aspettare, ma lui no. Questo gesto semplice e molto familiare lo ha colpito davvero. Durante il concorso siamo stati un po’ insieme e da lì è nato tutto. Infatti, in quell’occasione mi ha invitato ad andare a montare nella sua scuderia in Inghilterra. L’anno dopo sono andato su con dei cavalli per la mia preparazione. Ecco un’amicizia che nasce da un gesto semplice e spontaneo. Questo tipo di interazione con la gente mi piace molto.”
La semplicità è la parola che ricorre più spesso nel descrivere Andrew Nicholson ed in senso ampio i grandi campioni. Semplicità dell’uomo e della sua equitazione.
“Desideravo davvero far conoscere questo aspetto attraverso lo stage. All’esterno Andrew può sembrare un uomo tutto di un pezzo, molto impegnato, molto introverso.
Forse, per un certo aspetto mi sarei aspettato qui in Italia un pizzico di interesse in più, ma questo sintetizza il momento che stiamo attraversando. 

"Andrew proviene da una lezione grandiosa all'International Eventing forum ad Hartpury, le platee ridondavano
di pubblico"
Photo Courtesy Katie Mortimore/ E-venting
Andrew proviene da una lezione grandiosa a Hartpury con le platee ridondanti di pubblico. Questo divario di partecipazione evidenzia quella che è la nostra realtà. Per Andrew non c’è alcun problema, ma io personalmente ho toccato con mano la condizione che abbiamo noi: si sta perdendo la voglia e l’amore e il desiderio di conoscenza di questa disciplina. Mi faceva piacere attraverso questi due giorni, risvegliare questi sentimenti. Questa lezione non sarà unica e irripetibile, però bisogna sentire interiormente che c’è bisogno ancora di migliorare, di confrontarci con degli atleti veri. “
Sarebbe stata un ottima occasione da condividere con moltissimi altri addetti ai lavori, penso ad esempio aprire lo stage, destinandolo all’ aggiornamento degli istruttori. Che ne dice?
“ Ho fatto solo una piccola e ristretta pubblicità, trattandosi di un evento privato non mi son permesso, questo spetta ad altri. Si sono interessati a questo evento una rivista del settore che dedicherà alcune pagine, Class Horse tv dedicherà uno speciale. Mi ha fatto piacere che alcune persone che non sono esattamente del settore, abbiamo recepito il fascino ed il carisma di questo evento.

"anche Giorgio Nuti è venuto a vedere come lavora Andrew"
Photo courtesy Scuderia della Malaspina
 Persino un grande Istruttore e cavaliere del Salto Ostacoli come Giorgio Nuti è venuto a vedere come lavora Andrew. C’è stata invece minor attenzione da parte degli addetti ai lavori. Ad ogni modo la proprietaria della Scuderia ha voluto invitare un rappresentante della Federazione e del settore completo. Era presente nella giornata di sabato il Tecnico e Selezionatore del nostro completo, il CT Andrea Mezzaroba.”
Lei era in mezzo al campo ad aiutare un po’ come traduttore?
“ Ah, no! In primo luogo mi faceva piacere ascoltare tutte le indicazioni, poi i ragazzi sono tutti bravissimi con l’inglese. Andrew ha un modo di esporre e di farsi capire molto semplice! Comunque in caso di dubbio, sono stato pronto a dare qualche delucidazione.”
Lei non ha partecipato con i suoi cavalli?
“ Lo stage ha coinciso con una settimana non fortunata per le condizioni climatiche. L’Appennino era chiuso e venendo da Roma avrei trovato troppe complicazioni. Volevo portare a far visionare proprio la cavalla della Sig.ra Malaspina per farla esaminare in stage. Rischiare su strada in condizioni meteo avverse non sarebbe stata una scelta intelligente. Quindi ho montato il primo giorno una cavalla di 5 anni. Per Andrew non è importante la perfezione dell’esercizio mentre uno fa “schooling” come dice lui mentre lavora, è il concetto, l’idea da approfondire e da testare. La cavalla certo era un po’ verde, ho sperimentato un po’ gli esercizi più basilari per lavorare un po’ sulla mia posizione. Il secondo giorno non ho voluto mettere la cavalla in difficoltà su richieste più grosse rispetto al grado di addestramento in quanto gli esercizi erano più mirati a cavalli di livello da una stella a tre stelle. 

Andrew Nicholson monta ad Hartpury sui suoi esercizi per il training a casa
Photo courtesy Katie Mortimore/E-venting

Come avevate formato i gruppi di allievi per il lavoro in campo?
“ Una ripresa di lavoro l’abbiamo destinata a degli Junior, dando così la possibilità a dei giovanissimi di stare a contatto con un campionissimo della disciplina da loro intrapresa, le altre riprese erano rivolte a cavalieri di livello da una stella a tre/quattro stelle. Un momento di grande apertura e confronto per tutti.”

"Andrew cerca in stage interesse, passione, curiosità"
Photo courtesy Scuderie della Malaspina

Ha avuto modo di chiedere ad Andrew la sua impressione dopo lo stage?
“ Lui è stato molto contento. Quello che cerca è l’interlocutore motivato, interessato, appassionato, recettivo, non tanto il livello. Anche i cavalli più difficili sono cambiati in positivo con semplici accorgimenti mirati”
La fase di riscaldamento come è stata?
“ Come sempre, molto concreta, senza chiacchiere e spiegazioni. Giusta per la muscolatura passando subito agli esercizi semplici e molto bassi per entrare nella spiegazione dei concetti chiave che ricerca Andrew Nicholson: equilibrio, posizione, ritmo”
Passando invece alla sua programmazione di gare per il 2015, cosa ci può dire?
Ho lavorato duro sui cavalli giovani, Apollo sta rientrando ed è pronto per ricominciare le gare, ho anche una cavalla della Sig.ra Malaspina che ha avuto un debutto non fortunato in tre stelle, ma ha avuto un sei mesi di lavoro molto veloce dopo un periodo di inattività, quindi ho dovuto accelerare. Ho partecipato a delle gare di conoscenza con Viscount George, perché come sapete proviene da Andrew Nicholson ed ho preferito prendermi delle gare per trovare il giusto feeling. Provenendo da un grande cavaliere, non mi sembrava giusto buttare il cavallo irlandese del 2004, in delle gare, senza il giusto affiatamento tra di noi! Quest’anno conoscendo di più il cavallo farò la mia stagione partendo con un programma più dettagliato. Sicuramente è prevista la partecipazione alle gare in Italia perché purtroppo le trasferte all’estero sono costose. Anche se nel nostro paese abbiamo poche gare bisogna cercare di usarle, perché si risparmiano chilometri ai cavalli e a noi. Bisogna porre attenzione anche al lato economico”.
Puntando all’Europeo in Scozia di quest’anno, suppongo?
“ La strada intanto è quella di prendere le qualifiche con i cavalli, perché attualmente non le ho. La prima cosa è mettere in forma tutti i cavalli e fare delle belle gare, delle gare selezionate con criterio per la programmazione e poi si vedrà strada facendo. Ovviamente cerchiamo di puntare agli obiettivi più importanti, ma in questo sport decidono i cavalli. Faremo una programmazione mirando ad un Campionato d’Europa, ma lo ripeto, strada facendo valuteremo!”
Ottima occasione per fare sapere al popolo del completo italiano cosa sta facendo Stefano Brecciaroli , non le pare?

"Quando il cavallo importante di un cavaliere di rilievo ha un infortunio, non
vuol dire che questo dorme o si ferma"
Stefano Brecciaroli in una foto di "Scuderie della Malaspina"

“ Certo quando il cavallo importante di un cavaliere di rilievo ha un infortunio, non vuol dire che questo cavaliere dorme o si ferma. Anche se in gare di secondo piano, i miei cavalli hanno fatto dei buoni risultati in Olanda a Marbach...ecco poi non sono gare che possono essere di primo piano per la cronaca. Si tratta però di gare di livello, la squadra tedesca si è preparata più o meno partecipando alle gare cui sono andato, quindi si trattava di gare di buon livello. Diciamo che ho curato in questo lasso di tempo, la preparazione tecnica di un vivaio di cavalli di livello medio-alto, in più ho un bacino di cavalli giovani ai quali ho dedicato circa un anno e mezzo di lavoro, che spero possano essere i miei cavalli del futuro, pronti tra uno o due anni, a fare il salto di qualità”.

venerdì 13 febbraio 2015

COMPLETO: IMPARARE DA UNA LEGGENDA. ANDREW NICHOLSON IN ITALIA


Dopo aver incantato ad Hartpury, Andrew Nicholson tiene uno stage in Italia alle Scuderie della Malaspina
Di Giulia Iannone
Ecco Andrew Nicholson Key Speaker all'Hartpury College in Inghilterra
Photo Courtesy International Eventing Forum


Andrew Nicholson quest’anno è stato scelto come il Key Speaker dell’International Eventing Forum 2015, in Inghilterra presso l’Hartpury College. E’ stata una data essenziale nel diario di cavalieri professionisti e non, appartenenti a tutti i livelli.
Il tema del Forum titolava : “ Imparate da una leggenda, prenotate un appuntamento con Andrew Nicholsone spiegava inoltre “ Vincere Burghley una volta nella vita fa parte dei sogni di un completista. Vincere per tre volte, tre anni di fila e sullo stesso cavallo...è il lavoro di una leggenda, una prodezza che non potrà mai più essere ripetuta”.
Neo zelandese di nascita, Nicholson  vive ed opera in UK da più di 30 anni. A 19 anni, nel 1980,  si è trasferito in Inghilterra: il suo primo lavoro è stato quello di groom presso le scuderie di Mark Todd e a Southern Comfort a Badminton, dove più tardi ha vinto! E’ a ragione considerato il completista  più prolifico , 6 volte alle Olimpiadi e selezionato per la sua settima del 2016, molte sono le sue medaglie d’oro, d’argento e di bronzo tra olimpiadi e campionati del mondo. Ha vinto Burghley 5 volte – nel 1995 e nel 2000-  seguite dalle sue tre vittorie consecutive su Avebury : una impresa incredibile! nel 2013 vincitore dell’HSBC Classics , 16 volte cavaliere britannico numero uno ed attualmente numero 2 nella FEI world Rankings. Ha partecipato per ben 33 volte a Badminton, detenendo così il record di partecipazioni.
William Micklem,allenatore di fama internazionale,  era tra gli spettatori ad Hartpury ed è rimasto letteralmente incantato da come il neozelandese parlasse e spiegasse montando a cavallo. 
"Nicholson insegna ai suoi cavalli su piccoli cavalletti ad avvicinarsi e saltare sempre da tutte
le angolazioni e distanze"
Andrew Nicholson ad Hartpury nella foto di Katie Mortimore per E-VENTING

 “Essere in grado di fare tutte e due le cose in contemporanea” ha spiegato il campione del completo” non proviene dai muscoli, ma dall’equilibrio e da uno stile semplice” . L’essenza della monta vincente di questo cavaliere affascinante l’ha notata mirabilmente lo stesso Micklem :  Nicholson non mira a creare un  “cavallo show jumper” ma un cavallo specialista nel cross country, un cavallo regolare senza cambiamenti di ritmo, che salta in economia, che non salta in modo strano e che è responsabile per sé e per il cavaliere. Questo si ottiene in maniera tradizionale, osservando alcuni punti chiave: “ ritmo ed  equilibrio per il cavallo, per il cavaliere  occhio in battuta e percezione  della falcata di galoppo, fiducia reciproca all’interno del binomio”. In sintesi Nicholson rende tutto così semplice e chiaro nella mente dei cavalli che ama profondamente,  costruisce una collaborazione ed una partnership solidissima e crea l’atteggiamento mentale e spirituale del  “ you can do, you  will do”.
Si crea con questo lavoro, l'atteggiamento mentale di "you can do, you will do"
Photo di Katie Mortimore da E-VENTING, per gentile concessione


Tutto questo Andrew Nicholson ha mostrato concretamente montando egli stesso ad Hartpury  con ben 4 cavalli: 2 quattro anni e due cavalli esperti, spiegando e svelando il suo sistema che poi è molto vicino alla tradizione del completo, quella che vince da sempre. “Mi piace avere il controllo del cavallo,” ha detto “  mi piace creare delle battute ideali, ma per fare questo bisogna addestrare ed esercitare gli animali fin da subito con il minimo sforzo e pochi cambiamenti”.  Andrew non vuole  delle parabole appariscenti e grandiose sui salti, questo fa perdere tempo e toglie fiducia nel binomio, specialmente con i salti in acqua e  nei drops a scendere.  Tende a saltare regolarmente ma con piccoli salti  ed insegna ai suoi cavalli  ad avvicinarsi e saltare sempre da tutte le angolazioni e su tutte le distanze. La chiave del lavoro è la ripetizione.”
Clelia Casiraghi su Verdi con Andrew Nicholson nella foto di Matteo Zoja

Evento di nicchia in Italia, lo stage di Andrew Nicholson si è svolto presso le Scuderie della Malaspina , in Lombardia, i primi di febbraio. Hanno frequentato lo stage in veste di allievi : Alessandra Gherardi,  Rebecca Giorgetti, Francesca Simoncini, Matteo Migliavacca, Guido e Mattia  Gatti, Francesca Malaspina, Marina Martinasco, Anna Baracca, Tommaso Mondini, Clelia Casiraghi, Iannello, Sara  Grussu e ,dulcis in fundo, Stefano Brecciaroli, grande amico di Andrew Nicholson.  Il campione Neozelandese non ha montato, ma ha spiegato e parlato con gli allievi presenti di tutti i punti focali del suo metodo che abbiamo esposto sopra , estrapolandolo dalla grandiosa  lezione del Forum in Uk che è stata divulgata e trascritta ormai da tutta la stampa del settore.
equilibrio, posizione, conduzione, ritmo in percorso, "poche cose ma chiare"!
l'equitazione semplice e facile per i cavalli e forse, difficile per i cavalieri.
Questo " il credo " dei grandi Campioni.
Un momento dello stage nell'elegantissimo Maneggio Coperto delle Scuderie della Malaspina
Photo di Matteo Zoja

“Se non sbaglio i binomi erano una quindicina.” Ha raccontato Matteo Zoja, cavaliere ed istruttore che nell’occasione accompagnava  la propria allieva Clelia Casiraghi e contestualmente ci ha fatto da inviato speciale sul campo” Per motivi di lavoro ero solo presente alla ripresa di Clelia  Casiraghi che montava Verdi. Purtroppo non posso fornire un commento più ampio su tutti, ma credo si possa benessimo cogliere l’idea ed il pensiero di questa due giorni di training session dagli esercizi proposti per tutti i partecipanti.
Il sabato la ripresa si è concentrata su “ semplici”esercizi di conduzione. Nicholson ha fatto fare un leggero riscaldamento al trotto e al galoppo e poi su un piccolo salto. Fatto ciò, si è passati  a 4 salti in circolo da fare sempre in 5 tempi di galoppo, due volte a mano sinistra e subito dopo due volte a mano destra. Se l'esercizio non veniva fatto bene,  lo faceva continuare sino a che non migliorava conduzione ed equilibrio del cavallo. Poi ancora un lavoro su  due piccoli verticali di tavole in serpentina per curare direzione e cambio al volo. A seguire  un paio di esercizi sempre puntati sull'equilibrio del cavallo per poi finire con due salti, un verticale ed un oxer da fare in scioltezza ... 
Una bella foto di gruppo in cui riconosciamo
anche Stefano Brecciaroli...
nella foto di Matteo Zoja

Domenica invece Andrew  ha fatto fare un percorso: si partiva con un verticale sulla diagonale verso mano sinistra, 2-3 era una linea oxer-verticale da fare in 6 tempi comodi di galoppo, 4-5-6 una spezzata verticale-angolo- fronte stretto da fare in 4-5 falcate di galoppo, 7-8 nuovamente l'angolo (n' 5) e il verticale (n' 6) al contrario da fare in 4 tempi di galoppo, 9 un in-out, 10 una gabbia verticale-oxer, 11 un verticale su fosso, 12 siepe. Lo ha fatto fare due volte,   nel secondo giro ha modificato solo  alzando  alcuni salti.
Quello che posso dire  è che il lavoro è stato incentrato  sull'equilibrio, sulla conduzione e posizione il primo giorno.  nel secondo giorno,  le  stesse cose sono state applicate per la risoluzione  di un percorso durante il quale  pensare a mantenere il ritmo costante”.  Ed ha aggiunto il nostro inviato “ Poche cose ma chiare!, come istruttore sono stato  molto orgoglioso nel sentire fare apprezzamenti su Clelia e Verdi,  e vedere come reagiva sotto la guida di cotanto Coach il mio binomio di casa ! Una ottima motivazione e spinta emotiva anche per un allenatore come me che trova conferme ed aperture in occasioni didattiche come queste. Un ringraziamento speciale va ad Adriana Foti per aver organizzato questo incontro con un Campione del genere, accogliendo tutti noi  con garbo e professionalità nella sua maestosa scuderia.”
  Soddisfazione e grande apprezzamento ha espresso anche Clelia Casiraghi, allieva e promettente completista italiana presente alla lezione didattica”  Lo stage tenuto da Andrew Nicholson mi è piaciuto molto” Ha sottolineato ancora la giovane atleta”  Decisamente in linea con il mio pensiero, ci ha fatto lavorare su esercizi molto semplici se affrontati nel modo giusto, che però potevano mettere in difficoltà se non c'è armonia nel binomio e soprattutto se manca assetto, equilibrio, direzione. Lavorare con un campione del suo rango è sempre una ottima esperienza. Ricevere complimenti da lui può solo che rendere orgogliosi  e più "forti ". Le indicazioni  che mi ha dato durante il lavoro , i consigli e i ragguagli  sono stati tutti molto semplici, molto chiari e diretti.
I suoi sono stati esercizi semplici, che se fatti bene rappresentano una ottima  iniezione di fiducia, se fatti male mettono chiaramente in luce i punti su cui continuare a migliorare e crescere”
Keep going and look far away....



sabato 7 febbraio 2015

Formazione Lazio: AMORE E TUTELA DEL BENESSERE DEL CAVALLO

Le parole chiave del primo banco di prova per gli aspiranti tecnici di equitazione
Erano presenti il Dott. Marco Reitano, docente di veterinaria, il Tutor Massimiliano Floris, il Coordinatore del Dipartimento di Formazione Fise Lazio Stefano Falzini.
A cura di Giulia Iannone

 Tor di Quinto. Verifica Finale al termine della UD 1: Colloquio aperto con il Veterinario Dott. Marco Reitano, il Tutor del corso Massimiliano Floris. Nella foto è presente anche il Coordinatore della Formazione nel Lazio, Stefano Falzini.
Photo di Giulia Iannone


Trasmettere esperienze l’idea di Marco Reitano:

Abbiamo incontrato, il Dott. Marco Reitano, al termine del test di verifica che chiude l’Unità didattica 1 di Conoscenze di Base, per un commento ed una impressione sul gruppo di aspiranti istruttori che ha intrapreso a Tor di Quinto l’iter di formazione.
“Devo dire - ha affermato il docente di veterinaria, di questo corso, il cui curriculum è davvero denso di sfumature - che il giudizio che si può estrapolare è quello consueto: si tratta di giovani appassionati che vogliono avviarsi ad una carriera nuova, sanno di percorrere i primi passi in questo ambito ed incontrano le difficoltà che hanno sempre incontrato tutti nel passare dal montare a cavallo al dover diventare istruttori. Che è una altra cosa! Come al solito ho notato molta passione, molta attenzione. Chiaramente quello che si può fare in 12 ore dedicate alla materia di veterinaria e mascalcia sembra tanto, ma poi in effetti è poco perché la possibilità recettiva di ognuno di noi è limitata. Ciò nonostante impostando la lezione sotto il profilo prettamente tecnico-equestre, cercando di riportare l’uditorio a quella che è già stata l’esperienza personale – ed in alcuni è già notevole – ecco che diventa un confronto tra persone che hanno, sia pure di diversa età, la stessa passione che li conduce e li relaziona. Nel gruppo composto da poco più di 20 ragazzi, abbiamo alcuni elementi che sono estremamente preparati, un gruppetto leader direi così, poi, altri che sono in possesso già di una buona esperienza, ma che devono dare spessore alla propria capacità descrittiva e di spiegazione di ciò che sanno, ed un gruppetto di giovanissimi, che dovrà farsi un pochino le ossa migliorando sia l’esperienza pratica che la conoscenza teorica.” 
L'elaborazione dei voti al termine del colloquio di esame...
Photo di Giulia Iannone

Quanto al bagaglio di informazioni, per entrare nello specifico, fornite in questa unità didattica, il dott. Reitano ha inteso sottolineare di essere partiti dalle cose basilari e fondamentali, offrendo una spiegazione e qualche nozione in più per quanto concerne in particolare la sua materia. “Puntare su quello che gli aspiranti istruttori già hanno vissuto – ha rivelato - è stato l’unico modo per ottimizzare il tempo a disposizione. Parlare della peculiarità dei vari apparati del cavallo, non di anatomia fine a se stessa, quale meraviglioso atleta, questo è ciò che ci riguarda più da vicino. Riportando gli astanti spesso e sovente alla pratica da loro vissuta, alla gestione in scuderia, enfatizzando qualcosa che oggi diviene assolutamente prioritario, ossia l’amore per il cavallo e la tutela del suo benessere, che poi coincide, in maniera pragmatica, con l’ottimale impiego del cavallo anche per ottenere i migliori risultati in campo sportivo”. Sicuramente le domande dei giovani sono state molto gradite anche dal docente di veterinaria. “La fase più interessante – ha continuato il docente - è stata rappresentata dalle domande dei ragazzi, dai momenti in cui non parlavo io ma loro chiedevano con grande interesse e ci relazionavamo, noi, persone con la stessa passione , ahimè esperienza diversa solo per l’età, in cui c’era un dibattito, ecco in quei momenti la soglia dell’attenzione è stata molto elevata.” 
Lungo pomeriggio di esami a Tor di Quinto
Photo di Giulia Iannone

Ha ricordato il Veterinario – Colonnello in merito alla sua attività di formatore “Non ho mai abbandonato il settore della didattica. E’ dal 1984 che a più riprese ho collaborato con i Comitati regionali, con la FISE centrale vivendo tutte le varie gestioni, e sono un po’ cresciuto anche io con questo tipo di attività che trovo bellissima perché in un certo senso mi rispecchia, essendo io un veterinario che ha montato a cavallo. Non c’è niente di più bello che trasmettere esperienze da veterinario a chi monta a cavallo”
Scambio di “buone energie” per Massimiliano Floris:
Ha espresso soddisfazione ed il solito bell’entusiasmo il Tutor Massimiliano Floris al termine del colloquio di verifica, apprezzando un grado di conoscenza più che sufficiente. “Si è trattato di un bel gruppo di ragazzi molto motivati, molto interessati al tema del benessere e del rispetto del cavallo. C’è stato un buon feedback. Attraverso questa Unità didattica che è la porta d’ingresso per l’iter di formazione, cerchiamo di sottolineare da subito che tutto ruota attorno al benessere e la sicurezza dell’animale e del cavaliere. 

"Tutto ciò che facciamo, studiamo, tutta la ricerca scientifica e tecnica ruota attorno al benessere ed alla sicurezza del cavallo e del cavaliere "Massimiliano Floris.
Photo di Giulia Iannone

Tutto ciò che facciamo, studiamo, tutta la ricerca scientifica e tecnica deve volgere in questa direzione. Dobbiamo sempre ricordarci che noi trattiamo di sport e come tale lo sport serve per stare bene, serve per preparare alla vita gli atleti e questi ragazzi sono essi stessi atleti ma stanno iniziando un percorso per diventare istruttori, saranno quelli che creeranno il nuovo concetto di benessere e rispetto delle persone, e tra persone e cavalli.” Molta attenzione del Tutor allo studio dei classici e dei Grandi Maestri della storia equestre. “Senza storia – ha affermato Floris - non si va da nessuna parte, senza radici non ci può essere alcun futuro” ed al tema dell’etologia, che oggi viene inserito a ragione nella didattica equestre di nuova concezione “Lo studio del comportamento del cavallo in natura ci porta a conoscere l’essere cavallo in modo più approfondito – ha dichiarato - nella sua identità specifica di “equino” non antropologico ossia da un punto di vista umano. La non conoscenza tra esseri, come tra culture se vogliamo fare un discorso più ampio, porta al contrasto e alla non comprensione e giusta interazione”. Il discorso ha strambato verso l’uso del rollkur: “Mi sono rimaste molto impresse le espressioni dei ragazzi a seguito della visione di spezzoni sul rollkur o anche di immagini riguardanti il maltrattamento del cavallo non solo esplicito ma anche subdolo, dato dalla non conoscenza dell’essere cavallo”. Anche Massimiliano Floris ha definito l’opportunità dell’insegnamento in aula come un momento di crescita spirituale: “Da istruttore, cavaliere e oggi docente mi accorgo che l’insegnamento in aula rappresenta anche per me un arricchimento interiore. Vengo a contatto con persone che provengono da altri studi e culture e questo mi porta a conoscere nuove realtà e nuove modalità di pensiero, nuovi argomenti. Le domande spesso mi segnano e danno spunto di riflessione e pensiero ulteriore. Allora lì ne segue un nuovo ragionamento, la necessità di rileggere, di ristudiare, di documentarsi ancora e di nuovo esplorando le cose da diversi punti di vista. Ogni volta che si tiene un corso c’è un arricchimento personale sia a livello culturale che emozionale, qualcosa di non razionale. E nel relazionarsi con gli altri avviene uno scambio, come direbbe Linda Tellington, di buone energie”
Novità punti di forza e conferme per il settore della Formazione nel Lazio. La parola a Stefano Falzini.

" In questa UD1 abbiamo avuto 24 iscritti, numero giusto per poter instaurare un rapporto diretto e facile da interessare"
nella foto di Giulia Iannone Stefano Falzini

Parlando con il Coordinatore della Formazione Stefano Falzini, sono emersi i punti di forza di questi nuovi corsi organizzati nella regione Lazio, conoscenze di base in cui teoria e pratica camminano di pari passo, lezione in aula e applicazione sul campo per rendere concreto l’insegnamento e per approcciare l’UD2 con le giuste nozioni di base ma subito pronte per la pratica, il numero più basso ed omogeneo nelle esperienze in questa prima UD con 24 candidati “Un gruppo non tanto variegato e diversificato per discipline ed intenti come in altri casi, ed un numero giusto per poter con ognuno instaurare un rapporto diretto e facile da interessare grazie alla omogeneità delle esperienze equestri”. La new entry tra i docenti è il Dott. Marco Reitano che ha saputo apportare ai ragazzi una visione giustamente scientifica ma opportunamente alla mano, altra novità la verifica finale rappresentata non più da un test scritto ma da un colloquio aperto “Il problema del quiz riporta alla necessità di avere dei testi e delle domande adeguate al corso, in realtà abbiamo voluto riproporre delle domande in modo di discussione con le due figure centrali di queste ore di lavoro, dunque Veterinario e Tutor”. Abbiamo avuto anche la possibilità di sfogliare con il Coordinatore della formazione regionale tutto il calendario della formazione per il 2015 e sono emerse delle unità didattiche affidate a personalità equestri di prestigio quali Stefano Scaccabarozzi per il salto ostacoli, Della Chiesa e Antonio Tabarini per il completo nonché una conferma al dressage per Paolo Margi. 

Può spiegarci – e credo di interpretare una richiesta di molti in questo momento di disorientamento - come va intesa la conferma di Paolo Margi alla docenza dei moduli che riguardano la disciplina del dressage per tutto l’anno 2015?
“Paolo Margi per noi è stato una scoperta ed una grande risorsa. I ragazzi escono con delle testimonianze importanti perché la cultura che il dressagista italiano riesce ad infondere a questi allievi è davvero pregnante, troppo spesso tralasciata nelle scuole di equitazione nelle lezioni ordinarie.


"Paolo Margi, per noi, è stato una scoperta ed una
 grande risorsa per la didattica"
Photo di Giulia Iannone

 La disponibilità di Paolo Margi è sempre stata altissima, anche in questo periodo in cui c’è una difficoltà nell’opportunità di avvalerci di Paolo Margi. Abbiamo preferito continuare e confermarlo alla docenza della materia dressage per tutto il calendario di corsi del 2015. Questa impostazione didattica è stata ribadita anche dal Consiglio Regionale che desidera puntare su una pedina importante della cultura equestre in regione. I recenti accadimenti sul cavallo Flambo - nel rispetto di capire e chiarire cosa sia accaduto - sono sotto il vaglio della Procura Federale che sta svolgendo il suo lavoro. Da tale organo ci proviene la garanzia che nonostante l’indagine, nulla è attualmente a carico di Paolo Margi. Quindi non ci sembra giusta limitare la sua attività e quella didattica solo perché c’è un’ indagine in atto.”
Come mail il sito della Fise Lazio è fermo in maniera totale e non viene aggiornato il settore delle news e della formazione?
“Il comitato regionale in questo momento sta vivendo un problema importante relativo alle risorse umane che aiutavano la gestione del comitato, che sono parte integrante di tutti i servizi a favore dei tesserati. Sono stati bloccati nel proprio operato per la mancanza del rinnovo contrattuale 4 pedine importanti dell’organizzazione e siamo in attesa che la FISE ci faccia sapere come possiamo gestire questi servizi senza il personale”.