lunedì 21 dicembre 2020
“NUOVE RIVELAZIONI SCIENTIFICHE SUL FAMOSO LUNGING AID, PER LAVORARE ALLA CORDA IL CAVALLO”
Testo e traduzione libera
Di Giulia Iannone, Istruttore Federale di Dressage
Per info contatti e lezioni flatwork &dressage: cellulare 348 11 43 406
Mail: giequireport@gmail.com
La veterinaria e fisioterapista equina Inglese, Lynne Wilson, amazzone e tecnico di equitazione della BHS, sul sito equine canine.co.uk, esprime alcune idee, sulla base di fatti scientifici e di biomeccanica equina, in merito ai reali benefici di questo training aid.
www.equinecanine.co.uk/post/the-waldhausen--soft---rope-lunging-aid-what-are-the-facts ( questo il link dell’articolo originale)
The Waldhausen/ ‘Soft’/ Rope Lunging Aid - what are the facts?
Recentemente ho trovato sul web, un articolo molto interessante, in inglese, intitolato “The Waldhausen/ ‘Soft’/ Rope Lunging Aid - what are the facts?” sul sito equine canine.co.uk a firma di Lynne Wilson. Il testo cerca di riflettere un po’ di più, su questo fantomatico Lunging aid, che tanta fama ha assunto negli ultimi tempi presso l’ambiente equestre, come attrezzo per girare alla longe. La praticità principale è data dal fatto che è molto semplice da applicare sul cavallo, in quanto si posiziona a nudo sul corpo del cavallo. E’ diventato per un po’ di tempo, la panacea che risolve ogni soggetto. Ma molti esperti e cultori della colonna vertebrale del cavallo , invece, ed anche l’autore di questo articolo, manifestano serie perplessità, addirittura supportate da argomentazioni scientifiche. Provo a tradurre e riportare i passaggi più importanti estrapolati dal suddetto articolo.
“Un noto distributore di questo ausilio, lo ha descritto come "progettato per incoraggiare il tuo cavallo a lavorare efficacemente sulla schiena in modo naturale". Approfondiamo i fatti alla base di questa affermazione attraverso l'uso delle prove scientifiche più rilevanti disponibili, per fornirci un'idea di quali potrebbero essere gli effetti di questo aiuto ausiliario”
1. Non sembra che favorisca nel cavallo la volontà di alzare la schiena, ma il contrario ovvero l’estensione toracica. “Si ritiene che l'estensione toracica prolungata o ripetuta, contribuisca il verificarsi di processi spinosi dorsali preponderanti ( kissing spines ). L’articolo consiglia di non usarlo su cavalli che presentano kissing spines.
2. Un forte grado di pressione quando viene accorciato verso l’imboccatura ed un grado ancora maggiore di attrito, dovuto al movimento laterale determinato da spalla e gomito.
3. Può causare pressioni e restrizioni dietro i gomiti del cavallo, “È possibile che ciò comporti una ridotta mobilità del gomito, che avrà un impatto diretto sulla mobilità della spalla e in effetti sulla mobilità dell'intero arto anteriore. Qualsiasi pressione o restrizione in questo punto, avrà ripercussioni di vasta portata per l’intero sistema muscolo scheletrico del cavallo, che saranno opposte all’obiettivo generale che ci si pone impiegando questo specifico attrezzo abbassatesta.
4. Non c’è mai rilascio sulla bocca, quindi non può essere utilizzato nella fase di addestramento il rinforzo negativo: non c’è mai sospensione della pressione sulla bocca nel momento in cui il cavallo agisce correttamente. Non è formativo, crea confusione e non rispetta il welfare non solo fisico ma mentale del cavallo. Inoltre può strattonare e tirare in bocca causando paura dolore contrasto e fuga, nevralgie facciali, patologie cervicali, lesioni alla lingua, retrazioni della lingua, rigonfiamento della lingua e danni ai denti. Inoltre attrezzi per l’allenamento che fissano la testa ed il collo in posizione e non consentono il naturale movimento biomeccanico della testa in avanti ed indietro ( bascula) al passo ed al galoppo provocano andature bloccate.
5. E’ probabile che ci sia un impatto negativo, causato da questo ausilio tecnico, su garrese, gomiti, spalle e bocca, zone anatomiche che confinano con il collo del cavallo, è possibile quindi, che si verifichi un effetto compensatorio all’interno del collo. Il cosiddetto collo “rotto” non si riferisce ad una colonna vertebrale fratturata, ma è invece un termine che descrive il collo del cavallo flesso artificialmente con la forza, ad esempio con training aids, che possono causare una eccessiva flessione alle giunzioni di C3-C4-C5. E’ un peccato che quest’area –in particolare C5-C6-C7 – abbia anche dimostrato di essere l’area del collo, più comunemente colpita da alterazioni artritiche. La combinazione di questi fattori, all’unisono con l’effetto negativo sulla muscolatura di sostegno, dovuto all’uso prolungato di sistemi di addestramento, come questo, può contribuire allo sviluppo della disfunzione cervicale nel tempo. Non sappiamo ancora quale sia l’effetto immediato di questo ausilio tecnico, quindi perché rischiare questi potenziali effetti a lungo termine, quando sono disponibili altre strategie di addestramento/allenamento?
6. Infine, è interessante segnalare un dettaglio. Nell’immagine pubblicitaria di questo training aid, la ditta produttrice non ha ritenuto necessario includere il posteriore del cavallo. Come tutti sappiamo, l’ingaggio e l’azione del posteriore del cavallo, ottenuta in maniera corretta, è ciò che determina il corretto movimento dell’intera macchina cavallo. Ma in che maniera? La schiena del cavallo può essere immaginata nel suo funzionamento come un arco, il concetto in sintesi è “corda ed arco” e dimostra la connessione tra la schiena e gli arti. Una sufficiente protrazione degli arti posteriori e retrazione degli arti anteriori contribuiscono alla flessione (sollevamento) del dorso del cavallo ed al conseguente miglioramento della forza del “core” o nucleo del corpo del cavallo e della “topline” nel tempo. Come abbiamo stabilito, è probabile che l’ausilio tecnico in questione, inibisca il movimento degli arti anteriori a qualsiasi tensione, e quindi è probabile che limiti la capacità dei cavalli di ingaggiare il posteriore e quindi sollevare la schiena.
7. Allora, come possiamo stimolare e non inibire, in sicurezza, il tipo di movimento che rafforza il core del cavallo e modella la topline? È stato compiuto uno studio di 4 settimane, che ha approfondito gli effetti di un tessuto elastico che si posiziona dietro al posteriore e delle bande addominali ( Equiband TM) sui cavalli mentre sono al trotto, che ha rilevato una maggiore stabilità dinamica toracolombare nel cavallo al trotto, in mano ed alla longe, che potrebbe essere stata determinata dall’attivazione della muscolatura del core. Sebbene l’attivazione muscolare debba essere studiata in questo scenario, questo è un metodo di allenamento che non fornisce nessuno degli effetti negativi che sono stati evidenziati in questa particolare discussione. Inoltre, una tesi di dottorato pubblicata da Marie Rhodin, nel 2008, ha dimostrato una migliore biomeccanica equina come risultato del lavoro alla corda, grazie anche alla capacità dei longeur di “impegnare” il treno posteriore del cavallo. Questi sono solo un paio di brevi esempi, ma nell’articolo che ho consultato e deciso di tradurvi, è disponibile una corposa letteratura per poter investigare metodi alternativi, atti ad addestrare il proprio cavallo e migliorare il suo modo di muoversi.
(la foto, inserita a solo scopo didattico, è cortesemente tratta da www.equinecanine.co.uk)
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