Photo repertorio scattate da Giulia Iannone |
Di Giulia Iannone
Questo ha detto Adriano Panatta in una intervista, ed il nostro
Giorgio Nuti concorda con lui. “ I talenti veri sono pochi”, aggiunge il due
volte campione italiano di salto ostacoli” i genitori devono farsene una ragione.”
Abbiamo parlato a telefono col tre volte cavaliere olimpico, per sentire i suoi
programmi di lavoro per la stagione 2020. Ecco cosa ci ha raccontato in questa
intervista…
* l'intervista è stata effettuata prima che tutti i programmi fise, subissero i necessari adeguamenti all'emergenza coronavirus.
Come continua quest’anno il tuo impegno con la FISE ? Tu sei definito parte
dello “staff federale”. Cosa si intende?
“ Mi
definisco, in questo momento, un libero
professionista che lavora e collabora con la federazione. Quest’ultima, mi ha chiesto di
fare degli stage tecnici sul territorio nazionale ed io ho aderito molto
volentieri e ben contento perché trovo che si tratti di una validissima idea
didattica e formativa per i giovani”
Questo è il tuo quarto anno di collaborazione
ufficiale. Che miglioramenti hai notato e quali sono i frutti del tuo e vostro
operato – perché c’è da menzionare l’opera sinergica con Piero Coata, Stefano
Scaccabarozzi e Giuseppe Forte per il
settore pony.
“ Noi il primo anno abbiamo
avuto risultati ottenendo anche delle medaglie. Poi qualcuno e’ uscito dal
settore giovanile, qualcuno è rimasto in ambito juniores, ma altri sono
cresciuti ed hanno lasciato l’ambito yriders. Per cui noi ci siamo trovati un
pochino spiazzati. Infatti per altri 2 anni, non abbiamo portato a casa dei
risultati. Bisogna sempre continuare a
lavorare e cercare di migliorare. Quello che noi tecnici possiamo fare, è
impegnarci il più possibile, lavorando
molto durante questi stage programmati
per vedere se troviamo dei talenti nuovi. Però, reputo che sia molto difficile tutto questo. Noi dobbiamo
andare avanti, ponendo attenzione ai giovani promettenti, per cercare poi di
continuare negli anni successivi”.
Quale è il giovane del panorama odierno, che reputi
più interessante e da tenere sott’occhio?
“Abbiamo sempre Giacomo
Casadei. Lui è l’alfiere della squadra, perché è ancora junior. Però non so se
sai che non sono più tecnico federale. Sono fuori dalla Fise! Ho dato le
dimissioni da tecnico a settembre del 2019. Tanti non se ne sono accorti. Non
ero d’accordo con i programmi che avevano preparato il Presidente e gli altri”
Hai fatto bene a precisare. Sugli articoli, vieni
presentato come parte dello staff federale, allora aiutaci a capire come
dobbiamo interpretare il tuo ruolo nel settore giovanile ?
“ Il mio lavoro viene
attuato svolgendo degli stage tecnici sul territorio italiano. Il mio compito è
solo legato a tali momenti ,ed appuntamenti periodici di confronto, di verifica
di preparazione dei binomi in giro per le varie regioni italiane, seguendo un
calendario di appuntamenti preparato dalla federazione. Facendo questi lavori,
in giro per il nostro paese, posso incontrare dei binomi interessanti e
talentuosi e promettenti. In tal caso devo segnalare la circostanza ai tecnici, Piero Coata, che attualmente segue
children e juniores, e Stefano
Scaccabarozzi che si occupa del settore Young riders”
Come mai non ti sei trovato con i programmi preparati
dalla federazione. Cosa c’è stato che non ti è piaciuto o che non hai
condiviso?
“Non ero d’accordo su alcune
cose, ma non vorrei parlare di questo. Vorrei dire invece che sono rimasto in
ottimi rapporti col Presidente Di Paola, perché poi abbiamo parlato di questi
stage sul territorio, ai quali ho aderito con entusiasmo e per i quali ho dato
piena disponibilità. In questi tre anni ho trascorso bellissimi momenti con i
miei colleghi e sarò sempre disponibile per consigli e suggerimenti. Ecco,
forse un paio di motivazioni che hanno determinato le mie dimissioni, posso
riportarle. In primo luogo cito i genitori, in primis. Tutti reputano di avere
in casa giovani talenti, assolutamente al di sopra degli altri. Ogni volta c’è
stato da tribolare sulle scelte, sulle decisioni. Poi posso indicare una parte
degli istruttori, che hanno remato contro: abbiamo avuto qualche problema con
loro. Ora, essendo fuori da queste dinamiche, sono sereno, non combatto con
nessuno, nessun genitore soprattutto, porto avanti il mio lavoro con serenità e
maggiore capacità di concentrazione. Recentemente
ho sentito una intervista ad Adriano Panatta, che parlava di questo astro
nascente del tennis italiano, Jannik Sinner, che sta venendo fuori per una
certa dose di talento che balza all’occhio. Panatta ha spiegato che il ragazzo
aveva già talento e che loro come tecnici federali lo hanno notato, plasmato,
forgiato insomma coltivato. Le doti e le qualità erano tutte già presenti. “Ci
vuole talento e chi lo coltivi” ha detto precisamente Panatta. I talenti veri
sono pochi, aggiungo io, i genitori devono farsene una ragione. Lo dice anche
Panatta!”
Nella tua posizione di oggi, un po’ più libera,
vorrei sapere come hai vissuto il cambio di nazionalità di Matias Alvaro, che
difenderà i colori dell’Argentina?
“E’ davvero un peccato aver
visto uscire un nostro giovane cavaliere promettente. Vediamo quelli che sono
stati i nostri cavalli di punta – che
hanno partecipato alle nostre coppe delle nazioni- oggi sotto la sella di
cavalieri stranieri. Molto probabilmente ad Alvaro avranno fatto una buona
offerta per girare a livello internazionale. Matias Alvaro è un altro dei
nostri astri nascenti usciti dal settore giovanile.”
Photo repertorio giulia iannone |
Ti cito allora
un altro giovane talento italiano, Guido
Franchi. Cosa pensi di lui ?
“ Vado a fare degli stage da
lui, una volta al mese. Devo dire che è un ragazzo promettente, noto con gioia
che ha molta voglia di imparare. Non diciamo che è arrivato in carriera, ma
sicuramente è uno dei più promettenti ,oggi come oggi, tra i giovani”
Giorgio, tu usi molto la parola promettente. Ma cosa
intendi con questo termine ?
“ Promettente è un giovane dotato di talento e
di tanta umiltà, voglia di crescere ed imparare. In questo sport, sono i
cavalli che fanno un po’ la differenza. Dico che allora un giovane promettente
può ambire ad essere cavaliere di prima fascia, se avrà dei cavalli adeguati, giusti, consoni
ad un alto livello con i quali portare avanti talento e lavoro di qualità”
Girando come tecnico, tra nord e sud dell’Italia,
quali sono gli errori più vistosi che ancora continui a notare nella
preparazione tecnica e per i quali cerchi di porre rimedio?
“ Trovo che tante volte ci
sono dei cavalieri che fanno un tipo di lavoro tecnico superiore al proprio
grado di preparazione. Ovvero, prima di fare le elementari, si avventurano già
all’università. Invece dovrebbero pensare, magari ,di fare a cavallo delle cose
semplici, elementari appunto, ma molto più concrete ed esatte. Invece vanno sul
difficile e così si creano delle problematiche. Tutti vogliono fare delle cose
al di sopra di quello che serve realmente”.
A che punto pensi che stiamo in Italia anche nel
settore giovanile, con il lavoro in piano?
“Ecco…adesso sto girando
parecchio per via degli stage. Sono già stato in alcune regioni. Quello che
manca è proprio il lavoro di base in piano e per alcuni parlo di base. Il
rimedio per queste Regioni un pochino decentrate o che non si possono
permettere di avere grossi tecnici, è l’intervento della Federazione, che deve
subentrare e dare subito una mano a questi ragazzi. Perché anche nel sud Italia
ci sono dei talenti, però non vengono espressi, perché mancano un po’ di metodologia
di lavoro. Continuano a basarsi su quello che hanno imparato inizialmente e poi
si sono fermati lì. Così il talento non può crescere. Ora però sembra che la dressagista Ester Soldi, verrà mandata
dalla federazione per fare uno stage in Calabria, regione nella quale sono
stato recentemente. Spero che questo supporto per le regioni meno dotate di
risorse economiche, possa durare nel tempo. Trovo sia una idea molto utile”.”
Ne abbiamo parlato molte volte, ma continuo a
chiedertelo. Cosa manca ancora nel lavoro in piano: non so messa in mano,
rispondenza?
“ Vado sul generale:
sintetizzo, rispondendo che manca il lavoro di base! Vedo ad esempio poca
direzione, cavalli con la nuca troppo alta. Tanta gente non fa differenza tra
fase di riscaldamento ed una riunione, poca conoscenza di una riunione vera.
Soprattutto però il problema lampante è la direzione. Mancanza di precisione, i
cavalieri muovono troppo le mani, il pensiero è più rivolto alla testa del
cavallo, piuttosto che alla direzione, che è il fattore primario e di base per
l’esecuzione di qualsiasi movimento in equitazione. Vedo gente che fa fatica a
procedere dritta”.
Allora ci saranno anche problemi di assetto in sella,
giusto?
“ Vedo tanti cavalieri
impostati con un assetto diverso, uno dall’altro. Sono impostazioni differenti,
date dai vari istruttori. Più inforcati,
meno inforcati, più o meno piegati
all’inguine, ne trovi uno impostato più indietro, uno con le mani più alte. Il
concetto di base non è uguale ed uniforme
per tutti. Il problema risulta essere sempre questo, ne ho già parlato
molte volte”
Sarebbe a tuo avviso necessaria più gavetta su
categorie di addestramento o completo per confermare la base?
“ Forse. Non so dire. Il
problema sta nel formare dei buoni istruttori. Formarli con un criterio nuovo.
Poi ci sono anche degli istruttori, vecchi di generazione, che sono bravi, poi
ci sono quelli nuovi, poi ci sono quelli di nuova concezione con poco lavoro di
base. Questi ultimi, magari, sono bravi, perché sono cavalieri che al momento
riescono a rimediare quelle che sono le problematiche del loro cavallo, però è
sempre un rimediare e non un lavorare. “
Così si rovinano anche i cavalli?
“ Questo non vorrei dirlo
davvero, però i cavalli sono quelli che subiscono più di tutti”
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