Di Giulia Iannone
Le foto dell'articolo, sono state tutte gentilmente concesse, dal circolo "Il Dragoncello".
Anche l’ambiente equestre,
ha dovuto fare pesantemente i conti con il virus Covid 19.
Il cavallo è per alcuni un
semplice animale da affezione, cui far visita, con cui trascorrere ore
spensierate e di svago, ma anche e soprattutto un atleta, con moltissime
esigenze psico-fisiche. Non appena è scattato il primo blocco da parte del
governo, che ci imponeva drasticamente
di restare tutti a casa, è stato messo
subito in essere, da parte degli organi del nostro settore, Il concetto di garantire il benessere dei cavalli, che
necessitano di cure quotidiane. La federazione ha cercato di camminare di pari
passo con i decreti diramati dal
governo. Subito il 9 marzo, la federazione italiana sport equestri, ha
garantito, al proprio comparto, le modalità per poter gestire e tenere sotto
controllo i cavalli dei propri tesserati, grazie ad un modulo specifico,
destinato ai proprietari che avrebbero potuto recarsi- moderatamente e con
criterio- nelle proprie scuderie, per assolvere alle proprie esigenze. Ma data
la richiesta di quarantena da parte dello stato italiano che tentava
disperatamente di controllare la diffusione del virus, “tutto il popolo”
equestre ha deciso di usare senza cautela il suddetto modulo, riversandosi a
frotte all’interno dei circoli ippici, creando assembramenti anche di ragazzi,
che chiuse le scuole, sarebbero dovuti restare a casa. Immediato allora il
blocco di questa situazione, venuta alle orecchie dei diversi presidenti dei
comitati regionali, che hanno richiesto a gran voce di fermare questo uso
smoderato del modulo, che doveva essere interpretato puramente come un valido strumento di gestione. Per cui dall’11 marzo, la gestione dei
cavalli, è stata demandata ad istruttori, presidenti dei circoli, collaboratori
designati allo scopo. Salvo particolari eccezioni: situazioni di emergenza
veterinaria e cavalieri di interesse federale. E’ stato necessario rivedere
anche situazioni per il trasporto dei
cavalli. Perché purtroppo, giorno dopo giorno, man mano che si è aggravata la situazione pandemica, e le restrizioni
sono aumentate, il popolo equestre ha cercato di trovare soluzione alla propria
quarantena forzata in casa. Sono cominciate le richieste ai veterinari di certificazioni
particolari che richiedessero la presenza specifica del proprietario, ma contemporaneamente
sono fiorite anche emergenze reali, relative alla nuova gestione dei cavalli, che
bruscamente hanno cambiato lavoro e tipo di alimentazione: casi principali,
sintomi di coliche ad esempio da costipazione,spesso con la necessità di
trasporto immediato in cliniche veterinaria. E così, molti furbetti, per
cercare di aggirare le norme, hanno
cercato di trasportare il proprio cavallo in circoli ippici più vicini alla
propria abitazione, cosa che è stata immediatamente arginata con ulteriori
precisazioni a riguardo. I trasporti
sono stati regolamentati in maniera
dettagliata, aprendo anche per il settore zootecnico e riproduttivo, da e verso la stazione di monta,
centri di inseminazione e centri di riproduzione di embrioni. Altra norma che è
stata controllata con fermezza: l’accesso ai circoli ippici da parte di figure
tecniche precise e collaboratori ben individuabili, norma proprio recentissima,
per cui il modulo va affiancato ad un documento, redatto dal presidente del circolo, che possa far individuare nominalmente quelle persone che
contribuiscono all’accudimento dei cavalli ospitati, precisando orario ed identikit
dei cavalli. Tutto quanto descritto sinteticamente e consultabile, in maniera
precisa e dettagliata, sul sito web della fise, allo scopo di sensibilizzare al senso di
responsabilità e vivere civile, allontanando escamotage per eludere la norma,
in un momento delicato come questo. La federazione ha inoltre, effettuato una
attenzione ed una selezione tra i propri cavalieri, lasciando a casa amatori –
e tra essi intendo anche il proprietario che quotidianamente si reca a fare
visita ed accudire il proprio animale d’affezione- cercando di essere vicino,
invece, ai cavalieri di “interesse
nazionale” che possono continuare gli allenamenti a porte chiuse nei circoli,
rivedendo per ben due volte la qualifica. È stata data infatti,”una ulteriore valutazione effettuata da
parte dei direttori sportivi, sentiti i selezionatori di disciplina,
sull’effettiva sussistenza del requisito in questo attuale momento.” Questa
la dicitura che si legge sul sito ufficiale della fise e si aggiunge” Tale intervento restrittivo è necessario per
contenere allo stretto necessario lo spostamento degli atleti e contribuire
maggiormente al necessario sforzo di prevenire il contagio che la Federazione sta
chiedendo a tutti i suoi tesserati. “
"Hanno poi continuato a lavorare e gestire e muovere i cavalli – come tanti circoli del territorio italiano- in silenzio, con dedizione e passione." |
Noi abbiamo deciso di
apportare l’esempio, di una scuola federale romana, come dimostrazione simbolica di un
comportamento ammirevole, serio e discreto, con il quale stanno gestendo questa
situazione. Citiamo il “Dragoncello” di Acilia, gestito dalla Famiglia Roman,
perché conosciamo molto da vicino questa realtà equestre, e con loro intendiamo
menzionare ed elogiare tutto lo sport
equestre serio e disciplinato, che ci rassicura e infonde coraggio, quando la vita quotidiana si fa dura e
difficile, come in questo caso. In data 10 marzo, sulla loro pagina facebook è
apparso, immediatamente, un comunicato a
firma del Maestro, Federico Euro Roman, con il decalogo comportamentale che si
aspettava e richiedeva dagli allievi ed iscritti, del Dragoncello. Hanno poi
continuato a lavorare e gestire e muovere i cavalli – come tanti circoli del
territorio italiano- in silenzio, con dedizione e passione. In queste ore, abbiamo parlato con Pietro Roman, figlio
d’arte, cavaliere di spicco del nostro completo ed istruttore, e gli abbiamo
chiesto come prosegue da loro l’attività”
è un momento estremamente delicato, da
gestire al meglio delle nostre possibilità” ha detto Pietro al telefono” . Attualmente abbiamo all’interno del nostro
vivaio di giovani, 4 o 5 atleti che potrebbero puntare ai campionati europei,
ma solo 2, young riders, rientrano nelle attuali restrizioni federali di atleti
di interesse nazionale, e si allenano a porte chiuse” . Il cavaliere che fa coppia col grigio Barraduff,
ha poi aggiunto ” la pandemia sta aprendo
una grave crisi a livello economico, anche per il nostro paese. Dobbiamo pensare
che quando si fermano le attività commerciali ed anche le industrie, si mette
in forse l’economia di un paese, e quindi potranno venire meno le spese di mantenimento mensile del cavallo
atleta, voglio dire che ho paura che i nostri allievi potrebbero non avere i
soldi per pensare ai loro cavalli nei mesi successivi ”.
"solo 2, young riders, rientrano nelle attuali restrizioni federali di atleti di interesse nazionale, e si allenano a porte chiuse” Photo di repertorio Giulia Iannone |
L’atleta di Rio
2016, che stava pensando ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020, ha inoltre
dichiarato, dopo aver appreso la notizia dello slittamento dei Giochi, al 2021 ” Ero assolutamente convinto, in
cuor mio, che i giochi non si sarebbero
potuti svolgere, nelle date stabilite.
Sono molto felice che abbiano trovato una alternativa alla cancellazione dei
giochi. Da atleta, sentivo la necessità di ricevere quanto prima, una
indicazione in tal senso”.