Nato il 4 marzo 1999 , Luigi del Prete ha
fatto parte della rappresentativa di giovani cavalieri italiani che hanno ben
figurato prima allo Csio giovanile di Lamprechtshausen in Austria poi a Wierden
in Olanda.
"Il mio cavaliere di riferimento è Marcus Ehning però mi ispiro tanto anche a Christian Ahlmann" Photo courtesy Luigi Del Prete facebook page |
Abbiamo parlato col giovane allievo di
Piero Coata della sua vittoria in una
categoria in Austria, della sua idea equestre, del suo coach, dei suoi progetti
per il futuro.
Ecco
il suo breve commento in questa intervista
A cura di Giulia Iannone
La trasferta in Austria è culminata con la vittoria
nella categoria 135 in
sella a “Castello”. Possiamo raccontare nel dettaglio le difficoltà della gara,
le peculiarità del percorso in relazione alle caratteristiche di questo cavallo
che è un po’ esuberante dopo i salti?
“ Una gara già difficile il primo
giorno, in notturna, una atmosfera impegnativa con tanta gente a seguire la competizione.
Una categoria a tempo di velocità, c’era una linea triplice- verticale dove la
maggior parte dei binomi toccavano. Un verticale dopo la triplice, con quattro tempi
di galoppo molto corti, è stato un salto
delicato anche per il mio cavallo, solo sono riuscito ad organizzarlo bene: di solito lui, cavallo particolare, nel primo
giorno dà sempre una prestazione migliore. Però comunque una bella gara, l’intento non era proprio
quello di tirare la gara ma poi durante
il percorso ho pensato meglio, ed ho ipotizzato di tentare di vincere piuttosto
che fare solo zero!”
Lei ha detto che Castello ha un salto
“particolare” e visivamente ce ne accorgiamo perché spesso scalcia in
ricezione. Ci descrive la sensazione di
quello che avviene?
“Il cavallo è caratterizzato da un
equilibrio difficile. La bocca è molto molto delicata. Quando vado a prendere
la bocca per mettere ordine durante il percorso la prima reazione che si
produce è quella di tirare giù l’equilibrio e calciare. Il problema è legato all’ equilibrio particolare
non al carattere particolare. Alla fine stiamo parlando di un buon cavallo, è un problema tecnico, il
cavaliere non può levarglielo del tutto. Può solo tentare attraverso il lavoro
di migliorare qualcosa."
Può descrivere la sua emozione sul
podio al momento della premiazione. Lei ha fatto risuonare l’inno italiano in
terra d’Austria, cosa ha provato?
“Quando si vince una gara all’ estero e
si difende il tricolore fuori casa, il
momento dell’inno risulta essere molto più toccante. Inoltre la soddisfazione
risulta essere anche più grande a livello sportivo, perché il livello dei
propri avversari è di maggiore spessore tecnico. All’ estero a livello equestre
sono ancora avanti a noi, competere e vincere in questa occasione è sempre una
soddisfazione in più.”
Per questa trasferta in Austria era
partito un bel gruppo nutrito di binomi, proveniente dalla stessa scuderia. Può
raccontarci anche la sensazione di vivere una gara – vinta a livello
individuale- ma preparandosi ed allenandosi e condividendo il backstage con il proprio gruppo: tecnico e compagni
della stessa scuderia?
“Piero Coata è il mio tecnico, una
persona di cavalli di grande consistenza culturale, mi aiuta giorno per giorno.
E’ sempre bellissimo vivere concorsi di Coppa del Mondo insieme a lui. E’ un
momento di crescita e di evoluzione intensa e condividere il tutto anche con i
propri compagni della stessa scuderia, con cui già si scandiscono gli
allenamenti a casa, contribuisce a dare motivazione, stimolo, la giusta carica
di energia e concentrazione che riesce a supportare e far sentire a proprio
agio anche nel momento decisivo della competizione”
Ci parli dei tre cavalli protagonisti
di questa trasferta: Castello e Cheringo e la new entry Athina?
“Athina in realtà è la cavalla di mio
fratello Matteo, ha avuto piacere a vederla saltare con un altro cavaliere! È
stata acquistata per lui circa un mese fa: è stato Simone Coata ad adocchiarla
e poi ci siamo resi conto che poteva essere una cavalla utile per mio fratello per la sua crescita equestre. Parliamo
invece degli altri cavalli: Castello è un cavallo che monto da un anno, mi ha
regalato l’anno scorso delle belle soddisfazioni: ha fatto netto a Lamprechtausen in Coppa del Mondo, 4 in Gran Premio in Germania.
Insomma un soggetto che subito mi ha fatto fare delle gare grosse, rimarrà
sempre nel mio cuore. E’ un cavallo molto particolare, bisogna saperlo gestire
nel lavoro a casa,ma ha una bella mentalità positiva. Questo mi permette di fare
delle gare di alto livello. Era un
cavallo di Christina Liebherr. Invece Cheringo Maris Z è un cavallo
“strepitoso” auguro a tutti di poter montare un cavallo come lui. Viene da
Stephex Stable e lo montava Eiken Sato nelle gare grosse. Sono riuscito a
comprarlo perché ha una certa età! Stima il suo cavaliere, fa del suo meglio
per gratificarlo. Lo monto da quando avevo 13 anni, lui mi ha fatto affrontare
il mio primo Gran Premio. E’ un cavallo che ti fa vincere!”
Nel rapporto con il cavallo subentra il
terzo elemento ossia il proprio istruttore. Da quanti anni lavora con Piero
Coata e ci prova a fare l’identikit del suo tecnico di riferimento e del suo
metodo di lavoro?
“E’ circa un anno e mezzo che monto con
Piero Coata. Lo conoscevo già. Spesso mi
sono avvicinato alle gare per chiedergli alcuni consigli! Sono affascinato da
lui come uomo di cavalli e grande tecnico, è davvero un punto di riferimento
del mio quotidiano e devo dire che riesco ad avere un rapporto con lui, che non
è affatto tanto silenzioso come tutti affermano! Mi trovo benissimo con i suoi
silenzi, con la sua riservatezza ed il suo essere un istruttore molto molto
esigente. Ci capiamo senza tante parole, bastano gli sguardi. Ho un bellissimo
rapporto. Non servono tanti giri di parole per spiegare chi è Piero e come
riesce a focalizzare un cavallo con un solo sguardo. Il metodo di lavoro? Molto
semplice, segue un lavoro mirato e programmatico ritagliato per ogni cavallo. Tutto
parte dal lavoro in piano. “
"Quando ho incontrato Piero Coata, il mio istruttore , Ho avuto una svolta tecnica " Photo courtesy Luigi Del Prete facebook page |
Qualche dettaglio in più sulla sua
preparazione agonistica?
“ Dipende dalla gara che abbiamo in
programma. Rimango da Piero qualche mese quando ho un concorso importante e
lavoro con lui giorno per giorno. Il come ...dipende dalle esigenze del
cavallo. quando invece i cavalli hanno un periodo di riposo, li porto nella
scuderia vicino casa, ossia a Ninfa. Non lavoro in maniera troppo impegnativa
in quel caso, ogni tanto viene lui.”
Segue degli stages di supporto tecnico
rispetto alla preparazione di base, con Giorgio Nuti. In che maniera la aiuta
questa ulteriore figura tecnica?
“Piero e Giorgio lavorano in grande
sinergia e si trovano moltissimo su tutti i punti della didattica equestre. E’
lo stesso Piero a suggerire degli stages periodici con il tecnico lombardo. Anche
lui è diventato molto importante nella mia preparazione e nel mio dialogo con i
cavalli che monto in questo momento. Mi piace Giorgio Nuti perché spiega tutto
in campo con grande dedizione, entusiasmo ed efficacia. Riesce in due giorni a
risolvere tantissimi problemi ed è sempre interessante e significativo il suo
contributo. Non è un tecnico che mette in difficoltà, il suo lavoro produce un
cavallo sereno e collaborativo. Il lavoro di ogni giorno proposto da Piero è
coordinato perfettamente con quello di Giorgio Nuti. Un ottimo momento di
approfondimento periodico”
Lei va in effetti da poco tempo a cavallo, ed ha
raggiunto in poco tempo le categorie più alte. Ma come è cominciata la sua
storia equestre?
“Monto a cavallo da quando avevo 8 anni. ( adesso
Luigi ha 17 anni! Ndr) ho cominciato per
scherzo: montavo solo la domenica. Però
l’ho sempre visto come uno sport complesso e questo mi incuriosiva, mi
stimolava molto ad approfondire ed a voler sapere sempre di più. Inoltre il
rapporto che si istaura con l’animale mi ha influenzato ed emozionato. Ho
iniziato a montare a Latina con Pietro Busbani. A 12 anni ho preso il mio primo
cavallo. Non pony, perché già da piccolo ero molto alto! Ho iniziato a fare i
primi concorsi e da lì i primi stages con Giorgio Nuti, perché sono rientrato
nel gruppo di cavalieri del Lazio cui il comitato regionale offriva un momento
di crescita tecnica con un grande istruttore dell’equitazione italiana. Tutto è
andato concatenandosi piano piano...”
E’ andato molto veloce dai 12 ai 16 anni. Come mai?
“ Penso di aver incontrato sul mio cammino tutti
cavalli di buona indole e qualità che mi hanno aiutato a progredire serenamente
e rapidamente. Da loro poi i giusti
incontri tecnici! Quando ho incontrato Piero Coata però ho avuto la svolta!”
Guardandola dall’ esterno, ci accorgiamo che lei ha
scelto uno stile molto formale ed esteticamente molto curato. Chi l’ha
ispirata?
“ Credo che provenga da una mia impostazione mentale:
sono preciso e rigoroso di indole. Mi
piace molto montare bene, con cura del particolare e del dettaglio. Ora mi sto
concentrando non tanto su fare zero a tutti i costi in percorso ma sul montare bene. La correttezza e la pulizia di
stile se diviene metodo ed abitudine, rappresenta una seria ipoteca sul domani
: ossia sul risultato agonistico. Il mio cavaliere di riferimento è Marcus
Ehning, però mi ispiro tanto anche a Christian Ahlmann”
Il cavallo da sogno che vorrebbe montare?
“ Glock’s London”
Cosa si aspetta dall’ equitazione nel suo futuro e
cosa spera di fare in questo settore negli anni a venire?
“ Spero di proseguire la mia carriera a livello
internazionale, ovviamente. Le ambizioni sono molte. Di sicuro questo sport non
diventerà il mio lavoro. Ho il dovere di portare avanti l’azienda di famiglia,
per onorare e rispettare il lavoro di mio padre e di mio nonno. Ho delle idee
precise in mente , dovrò conciliare il mio lavoro con lo sport. Forse non
dovendo guadagnare con il mio sport, ne preserverò l’idea pura e primaria!”
"Sarebbe bellissimo coronare quest'anno riuscendo a far parte della squadra del Campionato Europeo. In caso contrario andremo avanti ..." Photo courtesy Luigi Del Prete facebook page |
C’è un ricordo speciale della sua giovane carriera
equestre che ha voglia di condividere con noi?
“L’anno scorso il mio cavallo di punta, Cheringo, era
incappato in un infortunio. Montavo con
Piero Coata da una settimana. Avrei dovuto saltare il test event di Arezzo. Il
mio istruttore allora mi ha prestato una cavalla che montava Simone ( il figlio
grande di Piero Coata, ndr) il mercoledì, per andare poi a fare il test event il venerdì. Mi è stata
prestata una cavalla calda, che non
conoscevo... ero intanto molto triste
per il mio cavallo fuori dai giochi per un problema fisico, ma la domenica sono
riuscito lo stesso a fare 0 in
Gran Premio. Ricordo intensamente l’emozione grande di quel risultato nato
nonostante tutto l’antefatto che ho raccontato, grazie a quella cavalla, a Piero,
Simone e Luca ( il secondo genito di casa Coata, ndr)! ”
Un dispiacere invece legato sempre alla prestazione
agonistica?
“L’ultima gara di selezione prima degli Europei 2015:
due settimane prima, competizione decisa all’ultimo momento. Venivo da delle
buone performances riportate in Austria e Germania. Il cavallo Castello, aveva
saltato Coppa delle Nazioni e Gran Premio, quindi risultava essere stanco. Aveva
dato già tutto. Mentalmente e concretamente si pensava di essere agli Europei.
Invece questo concorso affrontato due settimane prima degli Europei con un
cavallo stanco e con un po’ di febbre, facemmo 3 errori agli ultimi 3 salti...
Europei sfumati. Grande delusione, mi è caduto il mondo addosso. Oggi la vivo
come una esperienza anche perché per fortuna sono giovane!”
Prossimi appuntamenti agonistici ed obiettivi per
l’anno in corso?
“ Il Campionato d’Europa ed ottenere buoni risultati
a livello internazionale. Certo sarebbe bellissimo poter far parte della
squadra del Campionato Europeo ma in caso contrario faremo dei concorsi
all’estero per andare avanti. “