L’INSEGNAMENTO DEL VOLTEGGIO NELLO SPORT E NELLA
VITA:
“accettare
regole e l’importanza della disciplina”
Nelson Vidoni ed Anna Cavallaro accolgono i fruitori dello stage Photo Giulia Iannone |
Abbiamo
incontrato NELSON VIDONI ED ANNA CAVALLARO al Centro Ippico Talenti di Roma, in
qualità di docenti di eccezione per uno stage di aggiornamento di
volteggio valido per gli Istruttori di
tutte le discipline in data 29 e 30 marzo 2014.
Nella
giornata di sabato 29 marzo , alle ore 12, si è tenuto un momento celebrativo, con la consegna di
riconoscimenti ad opera del Presidente della Fise Lazio Giuseppe Brunetti.
Intervista e Foto a cura di Giulia Iannone
Identikit di un cavallo da volteggio: doti,
requisiti, sensibilità, morfologia. E’ possibile adoperare un cavallo
proveniente da altra disciplina – pensavo al dressage o salto ostacoli- magari
per iniziare ?
(Nelson Vidoni) : “ Si. Un cavallo che ha lavorato in dressage è molto
importante per il volteggio, le sue andature sono ben marcate ed ha una certa
regolarità ed anche una certa postura, posizione nel lavoro. Questo aiuta anche
nello score horse per il cavallo, perché sappiamo che nel volteggio c’è il
punteggio anche per l’animale. Non solo per il volteggiatore. I requisiti:
deve essere un cavallo non troppo piccolo, messo bene a livello fisico,
possente, che non abbia il garrese troppo prolungato, la schiena abbastanza
piatta ed un galoppo con i tre tempi ben marcati. SENSIBILITA’
importante che non abbia il solletico e che si rilassi anche quando il
volteggiatore gira, per esempio, con la
ruota sul collo sulla groppa o viceversa
in salita. Il cavallo deve fidarsi del volteggiatore ed il volteggiatore del
cavallo. “
"lo spirito di gruppo alla base anche del volteggio" Photo Giulia Iannone |
Si può tracciare lo stesso identikit per il
volteggiatore, allievo ed atleta?
(Vidoni e Cavallaro insieme):“ Dunque
conta il fisico, ma al contempo conta la serietà, la voglia di lavorare la
tanta passione che deve essere alla base di tutto! Altrimenti senza questi
elementi non arrivi da nessuna parte. Senza un obiettivo ben preciso ed un lavoro mirato non accade nulla. Bisogna
sempre ricordare che per arrivare in alto occorre tanto sacrificio.
Alle volte c’è della gente che ha tanta capacità motoria , tanta voglia, tanto
potenziale e dopo manca la continuità e la voglia di fare sacrifici”
"Quando l'atleta non ha capito il movimento, si torna sul cavallo finto. Io sono molto tirchio con i cavalli" Photo Giulia Iannone |
Quale è il rapporto che si instaura con il cavallo
nella disciplina del volteggio?
(Nelson Vidoni)” Nel volteggio il cavallo è sempre a
contatto con questi bambini, ad esempio. Anche se il cavallo ha qualche “ombra”
quale riluttanza, qualche timore, alla fine passa tutto perché si sente sempre
coccolato, sempre premiato sia con coccole, caramelle, carote. Inoltre
lavorando alla corda e parlando costantemente con lui e con il volteggiatore,
il cavallo riesce a distinguere ad un certo punto del lavoro l’uso tecnico
della voce. Senza muovere le mani, la voce del longeur cambia ed il cavallo percepisce quando è per
lui e quando è per l’atleta.”
"il volteggio rappresenta la base, la fase di approccio al mondo equestre..." Photo Giulia Iannone |
Perché praticare la disciplina equestre del
volteggio?
“(Anna Cavallaro): sicuramente è una disciplina che insegna
da subito, già ai bambini più piccoli, ad accettare le regole e l’importanza della
disciplina, e questi elementi non sono solo utili per lo sport ma anche per la
vita. Inoltre, parlando dal punto di vista prettamente equestre, possiamo
affermare che il volteggio rappresenta
la base, la fase di approccio al mondo equestre, diciamo che è uno sport
propedeutico per le altre discipline. Infatti, anche durante questo corso di
formazione/ aggiornamento che stiamo svolgendo qui a Roma, abbiamo detto che
con il volteggio si può mettere in sella un bambino già a 4 anni, e questo
bambino, già dalle prime lezioni grazie al fascione ed alla attrezzatura che si
usa nel volteggio, può già cominciare a conoscere
diverse andature, sin dalle prime
lezioni andare al galoppo. Quindi per il bambino è una soddisfazione veramente
grande.”
"Grazie al fascione ed alla attrezzatura che si usa nel volteggio, un bambino già a 4 anni può conoscere diverse andature" Photo Giulia Iannone |
Anna, attraverso la sua posizione privilegiata, non
solo per curriculum agonistico, ma fortificata dall’esperienza e dalla
conoscenza, cosa desidera divulgare in occasioni didattiche come questa?
“che il volteggio è uno SPORT da conoscere perché
tante volte viene offuscato poco divulgato, poco pubblicizzato e quindi non ha
il suo giusto spazio in ambito equestre. Noi, poiché crediamo nel volteggio, e
ci mettiamo tutta la passione possibile in quello che facciamo, vogliamo farlo
conoscere e vogliamo testimoniare che il volteggio è uno sport utile anche per la VITA per come noi prepariamo
i nostri atleti, specie quelli più piccoli, a sviluppare lo spirito di gruppo, a
rispettare regole e principi base dello
sport come della vita. Tutto ciò è vero per noi in campo, è vero per tutti sul
cammino dell’esistenza”
"lavoro nel settore della riabilitazione equestre. Questo mi permette di essere a cavallo in altro modo" Photo Giulia Iannone |
Lei ha mai montato in altre specialità equestri?
(Anna Cavallaro)”No però lavoro ed opero attivamente nel
settore della riabilitazione equestre e questo mi permette comunque di essere a
cavallo in un altro modo rispetto al volteggio. Con questi bambini, in base
alla loro patologia, lavoriamo sul trotto o sul passo, per cercare di aiutarli
ed esprimere, attraverso il cavallo, un mondo di sensazioni ed una sensibilità viva
e speciale che giovi a questi ragazzi”
Abbiamo detto che il volteggiatore ha un rapporto ed
un contatto “speciale” con il proprio
cavallo. Quali sono stati i suoi cavalli del cuore, artefici primari della sua
ascesa agonistica ai vertici del volteggio internazionale?
(Anna Cavallaro e Nelson Vidoni)”Ho cominciato,
a livello agonistico, con un cavallo che ha fatto realmente la storia del
volteggio. Si chiama Heidenauer. Negli ultimi tempi, lavora con delle catagorie più piccole per dargli il
giusto premio ed un po’ di riposo. Heidenauer
è un cavallo tedesco che arriva
dal dressage. Ha delle doti straordinarie. Possiamo dire che ha cambiato il
modo di vedere l’Italia nelle gare internazionali poiché è stato uno dei primi
cavalli giudicato molto bene nelle gare internazionali, mondiali ed europei. Con
lui ho fatto i WEG nel 2006 come individuale e poi anche la squadra nel 2002 a Jerez de la Frontera. Il fatto di
supportare una squadra – inizialmente formata da 8 componenti – è stato un
lavoro duro per lui. Un libero al galoppo che all’epoca era di 6 minuti. Per
questo noi adesso abbiamo deciso di lasciarlo riposare un po’ anche perché il
voto del cavallo ha una grande rilevanza. Adesso questo cavallo fa ancora qualche gara individuale ma una
volta all’anno. E’ tenuto bene, ha 25 anni quest’anno! (Nelson Vidoni) Poi i
nostri cavalli non vengono sfruttati. Io sono molto tirchio con il lavoro.
Quando l’atleta non ha capito il movimento torniamo al cavallo finto, ma non
ripeto tante volte sull’animale perché bisogna tenerli da conto i cavalli così.
Heidenauer a 25 anni è sempre giudicato
sopra al 6. questo non è poco. Lui fa le visite veterinarie e risultano
perfette. E’ una cosa bella per questo cavallo che si sente ancora utile.
Anna Cavallaro): e poi l’altro cavallo che con noi ha fatto storia è stato Harley, di origine cecoslovacca, 17 anni. Nelson è venuto a prenderlo a Roma. Con lui ho iniziato nel 2010 con i WEG in Kentucky e con il passare degli anni si è creata una simbiosi unica tra noi tre. Harley inizialmente aveva un carattere molto difficile ( anche oggi dice Nelson in sottofondo!) un po’ introverso però comunque stando con noi, ha cambiato il suo modo di essere, è molto coccolone, si lascia fare tutto. Harley aveva lavorato poco in dressage, era stato comprato già per fare volteggio, a 6 anni, da una ragazza tedesca che lavorava o lavora qui a Roma. Questa ragazza non aveva voglia di continuare col volteggio ed aveva dei problemi per gestirlo, siamo venuti a vederlo e c’è piaciuto. Lo abbiamo avuto in prova. Abbiamo fatto il Campionato Europeo 2005 e dopo abbiamo deciso di prenderlo ed...eccoci qui!”
"Con Harley si è creata una simbiosi unica tra noi tre!" Photo courtesy Cavallaro facebook fan page |
Anna Cavallaro): e poi l’altro cavallo che con noi ha fatto storia è stato Harley, di origine cecoslovacca, 17 anni. Nelson è venuto a prenderlo a Roma. Con lui ho iniziato nel 2010 con i WEG in Kentucky e con il passare degli anni si è creata una simbiosi unica tra noi tre. Harley inizialmente aveva un carattere molto difficile ( anche oggi dice Nelson in sottofondo!) un po’ introverso però comunque stando con noi, ha cambiato il suo modo di essere, è molto coccolone, si lascia fare tutto. Harley aveva lavorato poco in dressage, era stato comprato già per fare volteggio, a 6 anni, da una ragazza tedesca che lavorava o lavora qui a Roma. Questa ragazza non aveva voglia di continuare col volteggio ed aveva dei problemi per gestirlo, siamo venuti a vederlo e c’è piaciuto. Lo abbiamo avuto in prova. Abbiamo fatto il Campionato Europeo 2005 e dopo abbiamo deciso di prenderlo ed...eccoci qui!”
Lei ha una squadra speciale perché oltre il cavallo , il coach è in campo gara. In ciò differisce dalle altre discipline
più praticate, in cui l’istruttore resta a bordo campo! L’energia che già si
materializza durante gli allenamenti tra lei ed il cavallo, da sostegno anche
in gara...(Anna Cavallaro) “E’ veramente utile per me, dato che Nelson mi
conosce da un bel po’ di anni, credo 16-17 anni! Quindi è un grande aiuto, in quanto conoscendomi
sa cosa dirmi quando entriamo in campo. Quando andiamo al centro, prima di
iniziare l’avvicinamento comincia a parlarmi fino a metà longia continua a
parlarmi a darmi le ultime raccomandazioni. Mi dà forza e sostegno in quegli
istanti di tensione. Dopo logicamente ed anche prime delle competizioni, siamo due
cose separate perché ho i miei tempi ed ho bisogno di stare concentrata. (
meglio che sto lontano, dice Nelson, se no mi tocca litigare!) “
" Bordeaux è stata una grande esperienza ma soprattutto una grande rivincita..." Photo Giulia Iannone |
Cosa riportate dall’ultima tappa di coppa del mondo, oltre
la medaglia?
“ E’ stata una grande esperienza ma soprattutto una
rivincita! Noi siamo andati a Bordeaux nel 2012 e quella tappa di Coppa , che
poi era la finale di quell’anno, non era andata proprio bene. (interviene
Nelson) Anzi avevamo tutte le carte in regola per farla
andare bene e purtroppo mi ha sorpreso Harley, prima dell’uscita si è un po’
fermato lei ha perso un po’ l’equilibrio ha fatto l’uscita nella prima manche
ed è caduta. E’ arrivata quinta. Ci siamo mangiati la medaglia, non sappiamo di
che colore. Quindi quest’anno mi sono detto speriamo di rompere il tabù con la Francia , che non ci ha mai
portato fortuna in termini di risultato. Anche ai Campionati Europei e Mondiali
a Le Mans non eravamo arrivati dove volevamo arrivare. ( riprende Anna) allora
c’era la voglia di riprenderci questa rivincita, e ci siamo riusciti!”
Prossimi programmi ed impegni , tra la didattica e
l’agonismo?
“adesso stiamo preparando vari internazionali di
qualifica che si tengono a Portogruaro a Pasqua, a giugno saremo a Stadl Paura,
abbiamo intenzione di preparare anche luglio Aachen, dove troveremo tutti i
grandi del volteggio, e poi c’è da effettuare la preparazione per i WEG di Normandia a
settembre.”
"Alle volte c'è della gente che ha tanta capacità motoria, tanta voglia, tanto potenziale e dopo manca la continuità e la voglia di fare sacrifici" Photo Giulia Iannone |
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