martedì 17 giugno 2025

GIULIA & INVICTUS: DAL COMPLETO GIUNGE UNA RIFLESSIONE

Giulia & Invictus DAL COMPLETO GIUNGE UNA RIFLESSIONE IL DRESSAGE SI CREA CON PAZIENZA E DEDIZIONE di Giulia Iannone
Alla finale della Coppa Lazio, nel pomeriggio del sabato, era in programma una categoria di esercizio CCI3*. Un esercizio, ripeto, un allenamento, un test, mi sono detta, chissà cosa devono provare, a volte un binomio nuovo, un set up diverso, l'aria di gara... Ma questo binomio onestamente mi ha attirato da lontano. Ho visto la top line dal campo prova, la nuca alta, una eleganza particolare un buon lavoro, ilcavallo ben muscolato. Semplice , lineare, pulito ad opera dell'istruttrice Geraldine Astrologo . In un contesto di dressage specifico, un binomio.del completo si è veramente fatto spazio con gentilezza, luminosità e splendore. Giulia è al primo anno Yrider, Invictus è un kwpn di 13 anni nato in Gran Bretagna. Ha una linea speciale, perché è un discendente di Esteban. Tutto normale fin qui, un grafico di esercizio, un binomio però confermato da due anni, ci ha detto la sua istruttrice, con un grande feeling, un grande dialogo ed unione. Un binomio veramente bello. Un duo che con la sua "semplicità " costantemente allenata verso la perfezione, è giunto a ricordarci tante cose,in casa dressage. Almeno a me. Un insieme morbido, elastico, pulito, elegante, gentile, pieno di feeling, espressione di un dressage genuino, che nel completo esprime una buona dote perché rappresenta apertura e collegamento con le altre discipline, una solida base , non solo per il fisico muscolare ed articolare del cavallo, ma anche psicologica e tecnica, perché quel dressage che sembrava semplice ( e per niente banale) è la condicio sine qua non, parrebbe impossibile saltare in campagna e poi nella prova di concorso. Senza artifizi, grandi o bruschi movimenti, sbattere di mani, di bacino di gambe, tirare lasciare mollare. Tutto appena percepito ed appena accennato. L'incollatura bella avanti alla verticale, il cavallo in front of the legs, la bocca serena. Non tutta quella schiuma difensiva che oggi risalta sempre più. Ogni volta il dressage del concorso completo, quello "semplice" che dico ancora io,non contaminato dalla spettacolarità del dressage puro, mi lascia sempre disarmata, nostalgica di quel paradise lost di letteraria memoria. Mi fa pensare che noi dovremmo essere tutti figli classici di De La Guerinuere, padre della spalla in dentro, invece mi sa che il tanto controverso e discusso Baucher, oggi stia vivendo davvero un new Deal, con le sue flessioni dell'incollatura e il tanto abusato filetto sospeso che appunto porta il suo nome, che doveva annientare la briglia al tempo di questo Maestro. Oggi i filetti baucher si vedono ovunque su qualunque tipo di mano e di cavallo. Baucher sarà felice, cavaliere controverso ed anche complicato da capire e da vivere a cavallo, non per tutti, ma solo per sapienti colti e geniali. Siamo sembra la generazione di Baucher! Eppure io vorrei ricordare che Picasso prima di diventare cubista e prima di diventare astratto, ebbe una solida base del disegno accademico, grazie anche ad un padre maestro di disegno. Vorrei dire che prima di scomporre il disegno, bisogna sapere disegnare più che bene! Mi sono piaciuti Giulia e Invictus e la loro istruttrice perché hanno fatto come una apparizione magica nella calura estiva di giugno in quel di Tor di Quinto e ci hanno mostrato la loro linea di dressage così naif e così vera. Come la gioia espressa a fine di quel grafico di esercizio, (realizzato in un modo che ha lasciato senza parole), e le carezze che apparivano tutte vere e sentite e non di circostanza come spesso si vede oggi giorno. E non indossavano neanche un brillantino, uno swaroski, qualcosa di lucido sbrilluccicoso pomposo o coreografico. Less is more. C'era il dressage, un cavallo fit to compete, pelo occhi luminosi, muscolatura adeguata, coda serena e l'amazzone leggera morbida e gentile. Tutte cose che non si vendono in selleria ma si creano con pazienza e dedizione. (GIULIA Iannone)

venerdì 6 giugno 2025

MONICA IEMI: USCIRE DAL BUIO CON LOVE LIGHT.

La storia di una rinascita tangibile interiore, che si attua tornando sul campo di gara per abbattere le tenebre, di ogni tipo. DI Giulia Iannone
Ho deciso di intervistare , davvero di impeto, Monica Iemi dopo aver letto il suo trafiletto su Facebook. In esso raccontava di come avesse strappato da una possibile tragica situazione, la sua Hannover Love Light, cavalla da Gp di grande spessore tecnico. Mi sono molto emozionata! Non parlava come si vede ormai di solito, di gare, podi, coccarde, curriculum risultati, percentuali. Parlava a me , come forse a tutti voi, ricordandoci che prima di tutto in questo "mestiere" di cavaliere ed amazzone, ciò che conta è la passione, il cuore e l'amore per i cavalli. Ci sono delle storie meravigliose in questo ambiente, molto molto dietro le quinte e prima della famosa punta dell'iceberg. Quando l'amazzone lombarda, mi ha detto che con questa cavalla di 1.81 al garrese, sono falliti tutti i suoi obiettivi pianificati sulla carta, per i quali era stata acquistata, ma che ciò che ha imparato da lei è davvero molto più grande ad oggi, mi è venuta la pelle d'oca, perché credo che ognuno di noi in equitazione, abbia vissuto questa frase. E la porti scolpita addosso. Valore Interiore, forza, tenacia, sacrificio, volontà, resilienza, sono elementi più preziosi di un mero risultato di gara, anche se tutti vedono solo questo al giorno di oggi, che ci rammentano che i veri uomini e donne di cavalli, per esser tali, dentro l'anima, non devono perdere mai di vista l'essenza vera dell'equitazione , ovvero la luce del cuore e della passione che vince su ogni difficoltà. Leggete cosa mi ha raccontato Monica Iemi, una delle nostre maggiori esponenti del dressage italiano contemporaneo. Ringrazio Monica per la splendida conversazione , cosi confidenziale ed amichevole, per la quale si è resa disponibile. Abbiamo letto su fb, un messaggio veramente toccante ed emozionante rivolto alla tua cavalla di punta, con la quale lo scorso week end sei tornata a calcare un rettangolo di gara. Dopo 4 anni è davvero un tempo infinito. Hai scritto " sono stati anni di assenza forzata per un brutto male che ci ha fatto temere il peggio". Cosa è accaduto a Love Light e cosa hai fatto in questi 4 anni per curarla e riportarla di nuovo ad un evento agonistico? "È vero, 4 anni è davvero un tempo infinito. Sostanzialmente la cavalla ha avuto una malattia metabolica che semplificando molto, tra i vari effetti, è andata anche a indebolire tutti i tessuti molli tra cui i legamenti di sostegno degli arti. E' stata una cosa improvvisa, inizialmente sembrava soltanto una piccola infiammazione ad un legamento che, si sa, può capitare, ma nel giro di pochissimo tempo, pur facendo soltanto passo, tutti gli altri legamenti hanno iniziato a cedere. A quel punto si è subito intuito che non era un problema ortopedico dovuto ad uno sforzo o simile, ma c'era sicuramente una causa a monte, nel frattempo la cavalla inoltre mostrava tanti altri segnali di malessere, il pelo era diventato opaco e brutto, perdeva peso in modo visibile, e le gambe cedevano sempre di più. Abbiamo fatto ogni tipo di esame, e non è stata una diagnosi semplice, ma per fortuna si è arrivati a capire il problema a monte, questa forma come dicevo di disturbo metabolico, e ovviamente prima abbiamo dovuto curare quello, sia con farmaci adeguati che con una perfetta alimentazione studiata a puntino, una volta che il sistema centrale ha iniziato fortunatamente a rispondere bene, abbiamo dovuto fare i conti con i danni che aveva lasciato questo cortocircuito del suo corpo. Le gambe erano la preoccupazione più grande. Lei è una cavalla di 1,81 al garrese, imponente, abbiamo dovuto farle una sorta di ingessatura, fasciature che l'aiutassero a sostenersi. Come ho scritto nel post, c'è stato un momento in cui abbiamo temuto il peggio, perchè non sapevamo se le gambe avrebbero retto o se i legamenti avrebbero continuato a cedere. Non è stato facile, ma non posso che ringraziare infinitamente il mio veterinario, Stefano Tassan, e tutti i suoi collaboratori. Stefano ha seguito la mia cavalla in modo eccezionale, sia nei primi momenti con davvero delle ottime intuizioni, non ovvie per capire cosa stesse succedendo, sia poi nell'aiutarla a rimettersi in forma. Oltre a questo, quello che è stato molto importante, non appena è stata in grado di poterlo fare, è stato rimetterla in movimento. Per movimento intendo passo, tantissimo passo, e tantissimo passo montato. Cercando di aiutarla a rimettere gradatamente un po' di forza. La riabilitazione è stata molto lunga perchè andava di pari passo alla progressiva guarigione delle sue gambe. Inoltre quando ha iniziato a sentirsi meglio, ovviamente, aveva voglia di muoversi e non poteva ancora farlo come avrebbe voluto lei. Proprio per i problemi metabolici che avevano dato il via a tutto, non mi fidavo a farle nessun tipo di farmaco per tenerla tranquilla, non volevo che qualsiasi cosa potesse incrinare l'equilibrio che avevamo raggiunto con l'alimentazione e le medicine adeguate al suo problema, quindi per tantissimo tempo andavo in scuderia prima che arrivassero tutti per poterla montare nella calma e nel silenzio, in modo che non si spaventasse, rischiando di farsi di nuovo male, e per cercare di mantenere la sua testa serena. Devo ringraziare tutte le persone che hanno avuto pazienza e mi hanno aiutata in questa riabilitazione, la mia groom Martina che ogni mattina degli ultimi 4 anni mi ha accompagnata e filmata per i primi tempi di trotto, tutto lo staff del Roncobello , i cavalieri che mi hanno aiutata nei giorni in cui ero via e nei giorni difficili a tenerla in movimento, come Ricardo, Rebecca e Lodovico. E ovviamente per il supporto tecnico sia Anna Merveldt che Vicky Prandoni ( che è stata la mia prima istruttrice ma che è sempre dove torno quando sono in difficolta') Piano piano siamo uscite dalla parte più buia e passo passo si è rimessa sempre più in forma. Non ho ancora avuto il coraggio di riprovare esercizi da Gp. Ogni tanto faccio qualche tempo di passage perchè sento che ha proprio voglia di farlo, ma quando ho iniziato a sentirla veramente bene mi sono detta che forse potevo riportarla a fare qualche gara in giro piccolo. Il mio obiettivo con lei, durante tutta questa riabilitazione, non è mai stato riportarla in gara, è una cosa a cui non volevo nemmeno pensare ad un certo punto, non volevo avere fretta di ritornare a fare agonismo con lei. Il poterla anche solo rimontare era ogni giorno è una soddisfazione incredibile e una grandissima opportunità. Mi insegna ancora così tanto. Decidere di portarla fuori è stato in realtà più per me che per lei. Certo, lei è un'esibizionista, le piace tantissimo quando c'è del pubblico, e in gara è sempre diventata stupenda da montare e le è sempre piaciuto molto. Però sicuramente sarebbe felice anche in un bel prato, ad un certo punto, questa cosa ovviamente avverrà, io invece avevo proprio bisogno di portarla fuori, per combattere un po' i miei demoni di questi ultimi anni. " Love light, femm hannover del 2011, da light on. È una linea da dressage? . Ci descrivi questa cavalla? Carattere, pregi, difetti, particolarità? Cosa rappresenta per te? "Love Light è una femmina Hannover da Laudabilis x Ramina (Rotspon). E' una linea di dressage.Love Light o Lighty, come la chiamiamo noi, a volte scherzosamente anche "La Giganta", è una cavalla che ho acquistato che già faceva i GP e questa è stata per me una grande novità rispetto agli anni passati. Ho avuto la fortuna da giovane di montare cavalli incredibilmente ben addestrati e questo mi ha insegnato tanto. Poi, ho iniziato invece pian piano a prendere cavalli giovani e portarli avanti, alcuni fino a Gp, come Vancouver e Luminosa. Quando nel 2019 ero in stage da Johann Hinnemann, come spesso facevo quando potevo durante le mie vacanze, ho conosciuto Light, che era montata da Steffi Wolf. Sapevo che la cavalla era in vendita ma era decisamente fuori dalla mia portata. Durante il 2019 però ho raggiunto la consapevolezza che per Luminosa, cavalla che ho preso a 4 anni, il Gp era un po' troppo, splendida cavalla da giro piccolo, con un cuore enorme, ma fisicamente per lei il Gp era davvero troppo faticoso, e ho deciso di rimetterla in giro piccolo. A quel punto non avevo cavalli in Gp ed ero ancora nei Carabinieri, dove, giustamente, avere almeno un cavallo per fare gare di alto livello è fondamentale per rimanervi e i miei giovani erano ancora un po' lontani dall'obiettivo. Avevo calcolato di poter fare qualche anno in Gp con Luminosa, per avere il tempo di portare avanti quelli dietro, ma avevo fatto i conti sbagliati. Insomma, in tutto ciò, per un'insieme di condizioni favorevoli è capitata l'occasione di prendere Light. Quando l'ho montata per la prima volta mi è sembrato un sogno. Una cavalla tecnicamente veramente ben addestrata, con potenza, forza, elasticità, tre buonissime andature ma allo stesso tempo sensibile da montare e con una testa incredibile. Certo che non mi aspettavo quello che poi è capitato. A dicembre 2019 abbiamo fatto la nostra prima gara insieme, poi c'è stato il Covid, comunque nel 2020 siamo riuscite a fare delle gare anche durante l'estate, ma Anna , la mia istruttrice, durante il Covid è rimasta in Germania, nel 2021 c'è stata poi la Rinopolmonite, quindi siamo riuscite a fare qualche internazionale, compreso uno da cui siamo dovute tornare in quarantena, e nell'estate del 2021 le è successo quello che le è successo. I suoi pregi sono decisamente di più dei suoi difetti. Ha sempre voglia di andare, ha sempre energia, appena sali cammina come se fosse la cavalla più serena del mondo e calma e appena prendi le redini in mano accende i motori. Sempre. Montare cavalli che hanno sempre questa bella energia e voglia di fare è davvero piacevole. E' una professora. Alla richiesta corretta fa la cosa corretta e questo è impagabile. Ogni errore è sempre un errore mio. Per questo mi insegna tantissimo. Mi porta a montare bene, a curare la mia posizione, a curare la sensibilità degli aiuti, e quando faccio le cose giuste lei da sempre la risposta corretta. Per quanto riguarda i difetti invece, non saprei, sicuramente è permalosa da matti. Per esempi i cambi in serie non sono facilissimi, si scalda un po' e bisogna essere molto sensibili per non fare degli errori, cosa che capita, ecco, quando sbaglio un cambio, niente, si offende per almeno due giri di campo. E pur avendo una testa davvero molto buona ed equilibrata, non è molto paziente. Se le mosche le danno fastidio, se ha fame, o quando le si mette la coperta, che odia, fa subito capire con chiarezza che è infastidita. Insomma, è un po' una diva, ma non posso darle torto. Penso che se non avesse avuto il carattere deciso e forte che ha non sarebbe mai potuta ritornare nella forma fisica in cui è oggi. E' stata fondamentale. Però è anche molto dolce e fa sorridere perchè è grande e imponente e tutto sommato una tenerona. Dirti cosa rappresenta per me è difficile. Da un punto di vista obiettivo è stato un fallimento il suo acquisto, che oltretutto è stato per me un bello sforzo in quel momento. Avevo obiettivi alti, volevo prendere le qualifiche per i mondiali, entrare in squadra e raggiungere i risultati per cui ho lavorato tanti anni, ed invece, niente, però poi c'è quella parte di me che sa che è, una, in assoluto, delle migliori cavalle che io abbia mai montato, che sa quanto mi ha insegnato, che ogni giorno ringrazia per avere la possibilità di montarla ancora, e che alla fine la parte di me che ha scelto di fare questo mestiere, non l'ha fatto per le gare, ma per quelle sensazioni lì. Quindi alla fine è la mia cavalla. La amo . Anche se non abbiamo vinto nessuna medaglia." * Monica Iemi non ha bisogno di presentazioni, figura di rilievo del dressage italiano con tanti titoli all'attivo. Ma ogni amazzone è qualcuno quando si fonde con un determinato cavallo. Essi non.sono tutti uguali. Chi sei quando monti Lighty? "Allora quando monto Light sono tante persone diverse. Intanto credo che c'è una me, che era quella che la montava prima dell'infortunio e una me che è quella che l'ha montata dopo e forse finalmente ora una terza me. Prima ero una garista, avevo sete di conoscenza, volevo imparare il più possibile su di lei e volevo metterlo in pratica. Devo dire che è stato un momento bellissimo. Avevamo una buona sintonia e curare i particolari a quel livello di addestramento è stupendo. Poi c'è stato l'infortunio e la riabilitazione seguente, che invece hanno fatto emergere una parte di me che non mi è piaciuta molto. Ho avuto momenti in cui mi sono sentita molto insicura, avevo paura di sbagliare, paura che lei si facesse male di nuovo e questo mi ha portato ad essere estremamente apprensiva. Tutto questo non va bene. Quindi ad un certo punto ho deciso di darmi un obiettivo, di superare le mie preoccupazioni e ritrovare una me che fosse un po' più vicina alla me prima dell'infortunio, con ovviamente la consapevolezza di quella del dopo. Quello che non è cambiato è la voglia che ho ancora di imparare. " * Cosa speri per voi adesso dopo questo recupero? "Allora Lighty non è più una giovincella, quindi l'idea di poter tornare a fare qualche Gp, per quanto mi piacerebbe , non so quanto sia fattibile. Ho deciso però di non fare progetti troppo ambiziosi. La voglio innanzi tutto montare in questa bella condizione fisica il più a lungo possibile, quindi gestendo i suoi sforzi e anche i possibili impegni di gare in modo adeguato, Poi penso che farò quello che ho fatto nell'ultimo anno, l'ascolterò, per capire quanto posso chiedere e quando invece dovrò smettere. Non voglio parlare di appuntamenti agonistici. Preferisco pensare all'appuntamento che ho ogni mattina con lei, giorno per giorno. " * Durante gli anni in cui ti sei dedicata assieme al tuo team d'appoggio alla riabilitazione di questa cavalla, cosa hai potuto capire, sentire, imparare, apprendere mentre lavoravi nell'ombra? E di cosa ti sei occupata in parallelo:altri soggetti, insegnamento, carriera giudice...ci racconti? "Allora in questi anni ho sicuramente imparato tanto. Penso che molte cose le ho già dette prima. Ho capito sicuramente che a volte anche con una gestione che crediamo ottimale i cavalli possono metterti a dura prova, che avere un team di professionisti validi intorno a te è fondamentale, nella gestione quotidiana e nelle emergenze, che l'attenzione ai particolari è fondamentale, alimentazione studiata, buon fieno e ottimo mangime appropriato per ogni cavallo, ferrature corrette, terreni ottimali, tutto fa parte di un progetto dove se manca anche solo una di queste fondamenta, quello che è costruito sopra, barcolla. A tutto questo va aggiunto l'elemento fondamentale che è il buon lavoro. Studiato. Organizzato Gestendo i carichi. E la costanza nello stesso. E la ricerca attenta del particolare che fa la differenza. E' stato un periodo difficile umanamente, tante cose si sono sommate, dopo quasi 20 anni nell'Arma mi sono congedata e ovviamente mi è dispiaciuto e mi sono ritrovata da essere sempre stata una garista, con più cavalli impegnati nello stesso concorso, a montare come hai detto tu nell'ombra a casa. Forse per un attimo ho anche perso un po' di mordente. Poi sai come vanno queste cose, non ti si vede più in gara, le nuove generazioni vengono avanti, per fortuna, e sono ragazzini che non ti hanno nemmeno mai vista in sella, e smetti di girare in gare internazionali e vedere e imparare da chi è più bravo, e gli sponsor tecnici pian piano ti lasciano, non tutti devo dire, e li ringazio. Però ecco , in quel momento, mi sono sentita un po' più fragile e forse anche più soggetta al giudizio di chi magari aveva solo voglia di vedere un momento mio di debolezza e insicurezza per criticare. Però devo dire che ho avuto anche grande supporto da tanti amici, che mi hanno compresa e che mi hanno anche a volte sgridata. Ero entrata un po' in un circolo vizioso. Parlo come cavaliere. Invece stando più tempo a casa ne ho approfittato per dedicarmi maggiormente alla scuderia, dove tutti i cavalli sono gestiti come i miei, e questo per me è fondamentale, mi sono dedicata all'istruzione e ho finito tutte le unità didattiche e ho passato l'esame per diventare Istruttore di 3 livello e ho iniziato anche l'iter come giudice, penso sia un percorso interessante che mi piacerebbe portare avanti e anche perchè volevo vedere le cose da un altro punto di vista. Attenzione, non ho mai smesso di montare, oltre a Light, ho continuato a montare alcuni dei miei cavalli e sempre i cavalli dei miei allievi, avevo 3 figli della mia cavalla, allevati da me, che ho venduto l'anno scorso, erano buoni cavalli ma che ho preferito chi per un motivo chi per un altro che avessero un altro percorso. Devo dire che mi piace molto insegnare. Mi piace sia seguire i miei allievi, dai ragazzini agli adulti, sia fare degli stage in giro e vedere realtà differenti, è molto stimolante. Inoltre abbiamo da qualche anno aperto una "scuola" con cavalli nostri, che pero' sono cavalli addestrati e che fanno dressage che devo dire sta avendo successo, perchè sono molto didattici. Quindi diciamo che non sono mancate cose da fare. E poi è arrivato questo nuovo progetto..." * Ho visto che hai un soggetto giovane molto particolare, un Sf misto lusitano, molto interessante. Ce ne parli? " Ho iniziato a fine dell'anno scorso una collaborazione con Massa, un allevatore che tanti sicuramente già conosceranno, è un allevatore Francese che ha iniziato più di 40 anni fa questo ambizioso progetto di creare una nuova razza di cavalli, incrociando cavalli Lusitani con Warmblood. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, visto che ha cavalli che competono in gare importanti in tutto il mondo. Quando sono andata nell'allevamento a montarli, ho provato almeno 6 cavalli di 3 anni principalmente e sono rimasta senza parole.E' stato difficile scegliere. Il suo scopo era quello di creare dei cavalli che avessero la testa dei lusitani, e tante altre loro magnifiche caratteristiche che non posso riassumere tutte, ma tra cui sicuramente la facilità nella riunione, con invece l'elasticità e le andature più ampie dei cavalli Warmblood. Parliamo di 40 anni fa. Io ho avuto la fortuna di poter tornare a casa con due di loro, uno di 4 anni , che è quello che ho montato ad Ornago, ed era la prima uscita della sua vita e una femmina di 5. Sono cavalli straordinari. Hanno tutte le caratteristiche che oggi, a 42 anni, so di volere in un cavallo giovane. E quindi sono molto contenta di questo nuovo progetto."

venerdì 9 maggio 2025

EVELINA BERTOLI NEO CAMPIONESSA ITALIANA DI CONCORSO COMPLETO 2025

LA MEDAGLIA D'ORO VINTA IN CAMPAGNA COME DA MIGLIORE TRADIZIONE DEL COMPLETO. "DOVEVO STARE NEL TEMPO IN CAMPAGNA, QUESTA LA STRATEGIA!" di Giulia Iannone Abbiamo intervistato, dopo qualche giorno dal titolo, la completista romana, dopo aver lasciato sedimentare piano piano, le emozioni forti, derivate dal recente campionato italiano assoluto di completo, che l'ha vista trionfare e conquistare il gradino più alto del podio. Ecco cosa ci ha raccontato. L'andamento della gara, questa volta ci ha sorpreso. Un dressage meno strepitoso del solito. Ci spieghi tu come è andata la prova? " Ho deciso di montare questa volta la cavalla in briglia. Lo avevo già fatto alcune volte nel 2023. Durante la preparazione per questo appuntamento agonistico, la sentivo un pó forte, per cui ho scelto il morso e filetto. Su questa imboccatura si è tesa e non ha mostrato un bel contatto. In realtà la parte al trotto per me era buona, invece ho sbagliato totalmente il secondo cambio a volo al galoppo. In questa ripresa, i cambi al volo hanno coefficiente doppio, per cui ci sono stati dei voti come 3 e 4 che moltiplicati per due , hanno influenzato il punteggio. In più al giudice francese , l'esecuzione della ripresa proprio non ha convinto. Infatti mi aveva vista all'undicesimo posto! " Poi invece, ci hai stupito tutti con doppio clean round in cross. Super exploit in campagna. La prova della vittoria allora? "Questa era l'idea! Poi qui ai Pratoni del Vivaro, luogo che per me significa molto. Dalla prima volta che ho visto il percorso, l'ho visionato per fare il tempo, anche perché la cavalla ormai sui salti , a parte un possibile imprevisto che può sempre succedere se cerchi di andare veloce, è confermata ormai. Non c'erano combinazioni od altro che per lei potessero rappresentare un problema. Quando ho fatto la ricognizione del percorso del percorso, l'ho trovato anche un filo troppo semplice per un campionato italiano assoluto e per una categoria 4 stelle. Certo bisogna sempre dare attenzione ad un salto come lo scivolo, perché è comunque un momento che esige precisione, se sbagli qualcosa c'è poco tempo per rimettere ordine. Io volevo e dovevo stare nel tempo. Ho impostato la gara da subito così " ALLORA HAI PENSATO DI AVERE BUONE CHANCE PER IL TITOLO? "Ho pensato -ce la posso fare. È logico che fino all'ultimo poi in concorso, anche lì, sono attimi, questione di un secondo. Nulla è scontato. La cavalla è brava ma non facilissima in concorso. Quindi è stato necessario stringere i denti fino all'ultimo. Infatti una barriera più 2 secondi di fuori tempo sono scappati, però grazie ad un pó di margine di errore che mi era consentito, ed avendo anche gli altri fatto, uno una barriera e l'altro 8 penalità, stavolta la fortuna ha scelto me! Avevo 4 salti ancora da affrontare, sono stati davvero molto stressanti! Con una seconda barriera , ancora una volta, sarei stata fuori" CI HAI GIRATO ATTORNO A QUESTO ORO PER BEN 6 VOLTE. UNA LUNGA STRADA, VERO? " Esatto. Due volte 4a, una volta 5a, tranne un eliminato sono sempre arrivata tra i primi 5 a partire dal 2011, parliamo della prima medaglia da bambina. Ci voleva onestamente dopo tanta attesa" FACENDO UN RAGIONAMENTO A TAVOLINO, CHE IN EQUITAZIONE È PURAMENTE ORIENTATIVO, A PELLE SEMBRAVA CHE TU FOSSI IL CANDIDATO MIGLIORE PER QUESTO TITOLO PER VIA DELLA OTTIMA PERFORMANCE ANCHE A PARIGI '24. TU AVEVI FATTO QUALCHE CALCOLO, GUARDANDO ANCHE I TUOI COLLEGHI? "No, calcoli non ne ho fatti! Temevo quelli che poi hanno ottenuto l'argento ed il bronzo. Emiliano Portale, per esempio, è un cavaliere forte che non lascia nulla di intentato, un ottimo cavaliere che può essere davvero incisivo. Matteo Orlandi deteneva il titolo 2024, l'anno scorso aveva fatto una ottima gara, il cavallo è molto buono e lui ci si è messo insieme. Anche lui era un papabile. Diciamo che non mi ha meravigliato il podio. Non sapevo soltanto prevedere le posizioni!" PARLIAMO DI FIDJI LA TUA FIDA COMPAGNA DA ALCUNI ANNI, ADESSO 14ENNE. LA CONOSCI MOLTO BENE ORA. RISPETTO A QUANDO L'HAI PRESA , COSA È MIGLIORATO E QUALE È LA SUA CARATTERISTICA INTOCCABILE CHE NON SI RIESCE A MODIFICARE, NEL BENE O NEL MALE? " È migliorata molto nel suo modo di saltare. Anche nell'equilibrio generale ed è per questo che in campagna adesso riesco ad essere veloce. Non posso andare veloce se non ho il controllo della situazione, ecco perché non pigiavo sull'acceleratore. Ci abbiamo lavorato tantissimo, oltre al fatto che la conosco di più. Quello che non si può modificare è il suo carattere, questo terrore per gli altri cavalli. Quello le è rimasto ed è una cosa che non ti aiuta per tutte le preparazioni, per il dressage è veramente un problema. A casa puoi fare i lavori che vuoi, in gara, con gli altri cavalli diviene sempre un pó complicato. Lei non si agita per la gara ma per l'atmosfera che si crea" DOPO PARIGI 2024 ED IL CONSEGUENTE TITOLO ITALIANO, PENSI DI PUNTARE ALLA PARTECIPAZIONE DEL CAMPIONATO EUROPEO? " No, gli Europei non li vogliamo fare. Il progetto punta al Mondiale di Aachen dell'anno prossimo. L'Europeo non le si addice troppo. Anche nell'ottica di sperare di riservarla per Los Angeles 2028, se uno potesse, dando quest'anno meno peso sulle gambe, sarei molto felice" INFATTI STAVO PER CHIEDERE...HAI GIÀ IN CANTIERE UN CAVALLO ALTERNATIVO PER LA 2028 O SPERI DI ANDARE CON FIDJI DES MELEZES? " Spererei veramente tanto di andare con lei. Ho preso già un altro cavallo alternativo che è un pó indietro , un irlandese molto da lavorare ancora, non ha le sue stesse qualità, ma come secondo appoggio va bene. Ma spero che la prima scelta sia sempre la mia baia belga " UN PENSIERO PER IL COACH BRECCIAROLI DA PARTE DELLA SUA ALLIEVA È NECESSARIO. SEI SULLE SUE ORME? "Sono da 12 anni sua allieva , ci abbiamo provato parecchio a prendere questo oro. Ma non ci eravamo riusciti. 6 titoli come lui non li prenderò mai! Mi accontento di uno per ora. Non voglio esagerare. Ho iniziato troppo tardi. Non vado alla ricerca di così tanti titoli, se no diventerei troppo vecchia" DOMANDA DI PRASSI. A CHI DEDICHI ALLORA QUESTA VITTORIA? "A me stessa! Alla mia voglia di andare sempre avanti nonostante le avversità, la sorte contraria, le cadute, le sconfitte, i risultati sfiorati, i risultati ottenuti, la forza di non essersi mai arresa, gli allenamenti duri e complicati, quella girata che non ti viene, un movimento ripetuto mille volte e non eseguito, il sudore, la fatica, i sorrisi, le lacrime, il sostegno a bordo campo. Si si a me stessa!" Photo courtesy Evelina Bertoli , libere da diritti e copyright

lunedì 5 maggio 2025

Evelina Bertoli SI LAUREA CAMPIONESSA D'ITALIA DI COMPLETO 2025.

"DOPO LE OLIMPIADI DI PARIGI, IL TITOLO DI CAMPIONE ASSOLUTO SENIOR. SULLE ORME DEL COACH STEFANO BRECCIAROLI?" di Giulia Iannone
È accaduto oggi, in quel dei Pratoni Eventing - Centro Equestre Ranieri di Campello , portando a termine con 40.70 pn la categoria CCI4*sulla quale si disputava il campionato assoluto. L'amazzone romana, classe 1986, ha agguantato la prestigiosa medaglia, finalmente, dopo averla inseguita per tanto tempo, ma stavolta è stato con la complicità fondamentale, della ormai fidata Fidji des Melezes, cavalla Sbs del 2011, da Aga Khan, stallone erede di Ferro. In dressage era terza nella classifica di campionato, con 35.90 pn, pari alla percentuale di 64.100. È balzata in prima posizione dopo il doppio clean round in cross, ed ha mantenuto la testa della classifica italiana anche dopo la prova di concorso ippico, chiusa con 4 penalità ed una sbavatura di fuori tempo, che comunque l'ha condotta alla vittoria con 40.70 pn. Vice campione italiano è Matteo Orlandi su RLE LIMBO KAISER( IRL 2007) con 43.60 pn e bronzo Emiliano Portale su SCUDERIA FUTURE 1918, con 48.60 pn. Per la cronaca, su 15 partenti, la categoria è stata vinta dal francese Thomas Carlile su DARMAGNAC DE BELIARD( FRA 2013 DA CANTURO) con 32.30 pn. La nostra azzurra , ha chiuso al 4o posto della categoria con 40.70 pn, come già detto in apertura. Nel frattempo che attendiamo le parole ed i pensieri di Evelina Bertoli, che non sono ancora giunti, pubblichiamo il commento di Stefano Brecciaroli , il coach della neo campionessa azzurra, ormai da molti anni, nonché storico volto del completo nostrano, indissolubilmente legato al cavallo Apollo.
IL COMMENTO DEL COACH, STEFANO BRECCIAROLI: "C'è molto entusiasmo " ha affermato Brecciaroli " come si può facilmente comprendere. È stata una medaglia molto importante per Evelina perché è la settima ad un campionato italiano, e finalmente giunge al collo , il metallo pregiato ovvero l'oro. Un traguardo davvero importante in carriera. Eravamo ben consci del buon livello ormai raggiunto da questo binomio. A me fa tanto piacere, poiché si tratta di un binomio cresciuto insieme a me, e mi ha riempito di gioia vederla primeggiare in un evento del genere, ai massimi livelli, dopo le Olimpiadi. Questo ha consacrato finalmente Evelina campionessa d'italia, e che dire, sono molto contento e fiero del lavoro effettuato, e di come Evelina sia cresciuta in questi anni, come amazzone ed atleta a 360°, una professionista che in Italia ha fatto vedere che, con il lavoro sodo e costante, con la professionalità, arrivano dei grandi risultati, ed anche la costanza dei risultati " 4 MAGGIO 2025 Evelina Bertoli e Stefano Brecciaroli, foto di repertorio di Giulia Iannone Equestrian

giovedì 27 marzo 2025

A LEZIONE DA PEDRO SALVADOR

MEMORIES FROM PORTUGAL VISIT AT Lusitanos Academy A LEZIONE DA PEDRO SALVADOR , DRESSAGISTA CLASSICO PORTOGHESE. ULTIMA PUNTATA DEL VIAGGIO CULTURALE EQUESTRE IN PORTOGALLO Di Giulia Iannone Equestrian
Tra le varie lezioni di dressage classico, che ho potuto effettuare durante il mio viaggio in Portogallo, sono stata abilitata a pubblicare quella avvenuta presso La Lusitanos Academy , credo la più bella, per l'ordine, la precisione, l'assistenza in campo, la cura del dettaglio, la passione, la gentilezza e la dedizione con cui mi hanno accompagnato durante la preparazione dello stallone Alter Real, dalle scuderie ( abbiamo sellato insieme ed osservato il cavallo bene da terra) fino al campo coperto. Tutto il lavoro è stato effettuato con l'assistenza tecnica di Pedro Salvador , un vero Maestro del dressage classico con il quale abbiamo parlato di tanti elementi del dressage classico, e abbiamo notato che la vera cultura classica equestre può mettere subito in contatto persone che si conoscono da pochi minuti, ma che condividono la stessa cultura tecnica ed i suoi principi assoluti, validi sempre, nel tempo e nello spazio. Ringrazio Lusitanos Academy per la magnifica possibilità di montare presso di loro, ed effettuare questa lezione con Pedro Salvador ed anche di poter pubblicare le foto relative a quel momento. Ringrazio questo Maestro di equitazione, per avermi accompagnato da terra, passo per passo, da vero coach preparato competente e serio, mostrandomi che senza indugio e timore, ho potuto "montare" sotto la sua guida attenta, uno stallone di 4 anni Alter Real, ancora in formazione ( ma ho saputo solo alla fine che il cavallo aveva 4 anni! Non senza stupore ed incredulità ovviamente) Lasciandomi nell'anima oltre che una lezione tecnica, una motivazione interiore di stima e fiducia tecnica in me stessa e nelle mie possibilità e conoscenze personali. Pedro mi ha mostrato il sauro prima montato da lui rendendolo calmo, sereno e già sugli aiuti, per farmi passare la lezione che desiderava lasciare tra le dita ed il mio assetto. Il maestro portoghese mi ha lasciato scegliere l'imboccatura da adoperare per il training, ed è stato lieto di sentire come mia risposta di voler usare il morso ( un morso a pompa classico per altro) ed il filetto, per me da sempre l'imboccatura completa chiave del dressage. " si può avere tutto tra le mani al contempo, sia il filetto che la leva, basta saperla usare con sensibilità e tatto equestre, perché niente è completo e decontrae come la briglia" abbiamo potuto sintetizzare dopo la lezione. È stato bello sapere che appaio come una allieva attenta, volenterosa, desiderosa di imparare ancora, che ascolta e si impegna con passione. Una bella conferma perché nel dressage, come nella vita, non si smette mai di apprendere e solo se ci si sente sempre allievi, la strada della conoscenza ti viene incontro, nella mente e nell'anima. Un 4 anni alter real già con una buona base e l'impostazione nel seme dei movimenti tecnici laterali più avanzati. Allego qualche immagine di quella grande lezione che ho avuto la fortuna di poter ricevere e che fa parte già del mio bagaglio culturale emozionale e sensitivo irremovibile. GRAZIE A LUSITANOS ACADEMY , PEDRO SALVADOR ED ALLO STALLONE ALTER REAL. FOTO DI GIULIA IANNONE 🇬🇧 MEMORIES FROM PORTUGAL VISIT TO Lusitanos Academy A LESSON FROM PEDRO SALVADOR, PORTUGUESE CLASSICAL DRESSAGE RIDER. LAST EPISODE OF THE EQUESTRIAN CULTURAL JOURNEY IN PORTUGAL By Giulia Iannone Equestrian Among the various classical dressage lessons that I was able to take during my trip to Portugal, I was able to publish the one that took place at Lusitanos Academy, I believe the most beautiful, for the order, precision, assistance in the field, attention to detail, passion, kindness and dedication with which they accompanied me during the preparation of the stallion Alter Real, from the stables (we saddled together and observed the horse well from the ground) to the covered arena . All the work was done with the technical assistance of Pedro Salvador, a true Master of classical dressage with whom we spoke about many elements of classical dressage, and we noticed that true classical equestrian culture can immediately put in contact people who have known each other for a few minutes, but who share the same technical culture and its absolute principles, always valid, in time and space. I thank Lusitanos Academy for the magnificent opportunity to ride with them, and to do this lesson with Pedro Salvador and also to be able to publish the photos related to that moment. I thank this riding teacher, for having accompanied me from the ground, step by step, as a true coach prepared, competent and serious, showing me that without hesitation and fear, I was able to "ride " under his careful guidance, a 4-year-old stallion Alter Real, still in training (but I only learned at the end that the horse was 4 years old! Not without amazement and disbelief obviously) Leaving me in the soul as well as a technical lesson, an inner motivation of esteem and technical confidence in myself and in my personal possibilities and knowledge. Pedro showed me the chestnut he had ridden before, making him calm, serene and already on the aids, to pass me the lesson he wanted to leave between his fingers and my seat. The Portuguese master let me choose the bit to use for training, and was happy to hear my answer to want to use the double bridle (a classic pump weymouth ) and the snaffle bit, for me always the key complete dressage bit. "you can have everything in your hands at the same time, both the snaffle bit and the lever, you just need to know how to use it with sensitivity and equestrian tact, because nothing is complete and relaxes like the bridle" we were able to summarize after the lesson. It was nice to know that I appear as an attentive, willing student, eager to learn more, who listens and commits herself with passion. A nice confirmation because in dressage, as in life, you never stop learning and only if you always feel like a student, the path of knowledge comes to meet you, in your mind and soul. A 4 year old alter real already with a good base and the setting in the seed of the most advanced lateral technical movements. I attach some images of that great lesson that I was lucky enough to receive and that is already part of my unshakable emotional and sensitive cultural baggage. THANKS TO LUSITANOS ACADEMY, PEDRO SALVADOR AND THE STALLION ALTER REAL. PHOTO BY GIULIA IANNONE

martedì 4 marzo 2025

MEMORIES DAL PORTOGALLO PARTE 2

MEMORIES DAL PORTOGALLO SULLE TRACCE DEL CAVALLO LUSITANO DALLE CERAMICHE, L'AZULEJO, LA LUSITANIA DI ETÀ ROMANA ED IL BAROCCO PORTOGHESE PARTE 2
Dall'incontro con la cucina locale, ho estrapolato i concetti di tradizione, radici forti, ritmi e sapori antichi del pastel de nata, la forza la genuinità la nodositá robusta, la semplicità della pianta d'olivo e dell'olio da cui nasce il polvo a lagareiro, la modernità che si armonizza con il passato della cheesecake. Sono molti dei tratti distintivi che mi hanno preparato interiormente all'incontro con il Cavallo LUSITANO, che non è un semplice cavallo come già sapevo prima di partire. È un simbolo culturale. Mentre tutti i viaggiatori sbarcati in Portogallo vanno a Lisbona, io ci ho girato attorno, e l ho osservata da lontano. Mare e fiume e cielo, da lontano il Cristo Rei ovvero il Gesù di Lisbona che fa eco a quello del Brasile, con queste braccia spalancate a proteggere accogliere abbracciare proiettare all'infinito come ali di gabbiano, poi la congiunzione tra terra ed acqua con questo ponte immenso, denominato 25 aprile. Io.ho soggiornato a nord di Lisbona, a Caldas da Rainha, un luogo importante perché produce la ceramica. Io vengo da Salerno, Italia del Sud, e sono avvezza alla ceramica di Vietri , che ha molti colori, disegni ed ornamenti simili , mi sono accorta con quelli portoghesi. La località deve il suo nome alla sorgente termale, molto apprezzata dalla regina D. Leonor, sposa di D. João II, re del Portogallo nel XV secolo, che ebbe occasione di verificare le proprietà curative di queste acque vedendosi cicatrizzare una ferita, aperta da lungo tempo e sottoposta senza successo a varie cure. Poiché già a quell'epoca le acque termali erano molto usate dalla popolazione locale, che vi si bagnava per curare svariate malattie, affinché chi vi ricorreva potesse curarsi con qualche comodità la regina fece costruire un Ospedale, intorno al quale si formò un borgo, che divenne noto come "Caldas da Rainha". A Caldas videro la luce importanti figure della cultura portoghese, tra cui il pittore José Malhoa (XIX secolo), la cui opera può essere apprezzata nel Museo che porta il suo nome situato nel Parco Termale, e Rafael Bordalo Pinheiro, caricaturista del XIX secolo che fondò la Fábrica de Faianças das Caldas da Rainha, dove si iniziò a fabbricare la popolare ceramica di Caldas, i cui oggetti più conosciuti sono quelli che inseriscono elementi caratteristici dell'umorismo popolare. L'albergo in cui ho soggiornato, questo flag hotel, mi è apparso subito molto semplice e familiare, molto alla mano, con una sala per la colazione simile ad una casa per i vari ospiti. È stato bello perché al mattino ho incontrato delle ragazze atlete della ginnastica con i loro genitori, sicuramente in trasferta all'estero per qualche gara. Classica colazione da atleta, vigorosa naturale, da squadra , motivante e poderosa! Di fronte all'edificio dell'hotel ecco spuntare un classico Azulejo bianco ed azzurro. Ma esattamente cosa è un Azulejo? Al-zuleique è la parola araba che ha dato origine a quella portoghese azulejo e indicava la "piccola pietra liscia e levigata" che i mussulmani usavano nel medioevo. Il modo come gli arabi impiegavano gli azulejos per decorare i pavimenti piacque molto ai sovrani portoghesi e questo tipo di decorazione finì per svolgere un ruolo importante nell’architettura a partire dal XV secolo. Si può affermare che il modo come quest’arte è stata adottata in Portogallo, non ha eguali in nessun altro paese europeo. Nel XVIII secolo l’azulejo "invase" chiese e conventi, palazzi e case, giardini, fontane e scalinate. Con disegni geometrici, o raffigurazioni delle vite dei santi o di temi profani come le favole di La Fontaine, a volte commentati da scritte quasi come fossero una versione primitiva dei moderni fumetti, i pannelli di azulejos diventarono uno dei principali elementi della decorazione portoghese. Ribadisco che sulla costa amalfitana, dove gli arabi hanno fatto le loro scorribande, anche noi meridionali siamo abituati a questo tipo di ornamenti, su palazzi, litorali, chiese, muri, edifici. Nei miei vari spostamenti non ho potuto non fare a meno di imbattermi in ponti o acquedotti di epoca Romana. Il Portogallo è l antica Lusitania, ed il cavallo di questo territorio trae nome proprio dal nome antico del mondo romano. L'offensiva romana iniziò nel 179 a.C., finché furono sottomessi definitivamente da Ottaviano Augusto. Dopo la conquista di Lusitania, Asturia e Galizia, che estese la Spagna Ulteriore dal Mar Mediterraneo all'Oceano Atlantico, fu necessario effettuare una ripartizione provvisoria del territorio fra i tre legati che lo governavano. Ottaviano Augusto compì una vera divisione tra la parte sudoccidentale della penisola, la Baetica, e la parte occidentale, la Lusitana. Il mio viaggio nasce da Roma, e quindi mi sono sentita molto affine a queste antiche vestigia, che mi parlano non di lontano, ma di presente e affine. Come affine è lo stile Barocco ritrovato in molte chiese o edifici religiosi, ma non tipicamente spagnolo, come quello che campeggia possente ed anche invadente nel Sud Italia, in monumenti, restauri e sentimenti. Qui in Portogallo il Barocco è di stampo gesuitico. . È un tipo di edificio molto pratico che viene usato in tutto l'impero con adattamenti essenziali ma pronto a subire ritocchi e decorazioni per celebrare l'epoca o il fasto di un regno in particolare. La pittura, la scultura, le arti decorative e gli azulejo attraversano inoltre un'epoca di grande sviluppo. In realtà il barocco non necessita della costruzione di ulteriori edifici poiché permette di trasformare attraverso la talha dourada (pittura, azulejo, ecc.) spazi asettici già esistenti in strabilianti scenari decorativi. Lo stesso pratico ed economico meccanismo si può applicare per i rivestimenti esterni, su cui si adattano decorazioni consone al gusto del tempo o del luogo. Questo stile del barocco portoghese lo ritroveremo anche nei cavalli lusitani, non simili a quelli spagnoli per possanza, pompositá , ridondanza senza, a livello figurato, ogive pesanti e ghirigori. Foto di Giulia Iannone Equestrian 🇬🇧 MEMORIES FROM PORTUGAL ON THE FOOTSTEPS OF THE LUSITANO HORSE FROM CERAMICS, AZULEJO, THE LUSITANIA OF THE ROMAN AGE AND THE PORTUGUESE BAROQUE PART 2 From the encounter with the local cuisine, I extrapolated the concepts of tradition, strong roots, rhythms and ancient flavors of the pastel de nata, the strength, the genuineness, the robust knottiness, the simplicity of the olive tree and the oil from which the polvo a lagareiro is born, the modernity that harmonizes with the past of the cheesecake. These are many of the distinctive traits that prepared me internally for the encounter with the LUSITANO HORSE, which is not a simple horse as I already knew before leaving. It is a cultural symbol. While all the travelers who landed in Portugal go to Lisbon, I walked around it, and I observed it from afar. Sea and river and sky, from afar the Cristo Rei or the Jesus of Lisbon that echoes that of Brazil, with these arms wide open to protect, welcome, embrace, project to infinity like seagull wings, then the conjunction between land and water with this immense bridge, called April 25. I stayed north of Lisbon, in Caldas da Rainha, an important place because it produces ceramics. I come from Salerno, Southern Italy, and I am accustomed to the ceramics of Vietri, which has many similar colors, designs and ornaments, I noticed with the Portuguese ones. The town owes its name to the thermal spring, much appreciated by Queen D. Leonor, wife of D. João II, King of Portugal in the 15th century, who had the opportunity to verify the healing properties of these waters when she saw a wound heal, open for a long time and unsuccessfully subjected to various treatments. Since already at that time the thermal waters were widely used by the local population, who bathed in them to cure various diseases, so that those who resorted to them could be cured with some comfort, the queen had a Hospital built, around which a village was formed, which became known as "Caldas da Rainha". Caldas was the birthplace of important figures of Portuguese culture, including the painter José Malhoa (19th century), whose work can be appreciated in the Museum that bears his name located in the Thermal Park, and Rafael Bordalo Pinheiro, a 19th century caricaturist who founded the Fábrica de Faianças das Caldas da Rainha, where the popular Caldas ceramics began to be manufactured, whose best-known objects are those that include characteristic elements of popular humor. The hotel where I stayed, this flag hotel, immediately seemed very simple and familiar to me, very easy-going, with a breakfast room similar to a house for the various guests. It was nice because in the morning I met some gymnastic girls with their parents, surely away for some competition. Classic athlete breakfast, naturally vigorous, team-oriented, motivating and powerful! In front of the hotel building, a classic white and blue Azulejo appears. But what exactly is an Azulejo? Al-zuleique is the Arabic word that gave rise to the Portuguese azulejo and indicated the "small smooth and polished stone" that the Muslims used in the Middle Ages. The way in which the Arabs used azulejos to decorate floors was very popular with the Portuguese rulers and this type of decoration ended up playing an important role in architecture from the 15th century onwards. It can be said that the way in which this art was adopted in Portugal has no equal in any other European country. In the 18th century, azulejos "invaded" churches and convents, palaces and houses, gardens, fountains and stairways. With geometric designs, or depictions of the lives of saints or profane themes such as the fables of La Fontaine, sometimes commented on by writings almost as if they were a primitive version of modern comics, azulejo panels became one of the main elements of Portuguese decoration. I repeat that on the Amalfi coast, where the Arabs made their raids, we southerners are also accustomed to this type of ornamentation, on palaces, coasts, churches, walls, buildings. In my various travels I could not help but come across bridges or aqueducts from the Roman era. Portugal is the ancient Lusitania, and the horse of this territory takes its name from the ancient name of the Roman world. The Roman offensive began in 179 BC, until they were finally subdued by Octavian Augustus. After the conquest of Lusitania, Asturia and Galicia, which extended Spain Ulterior from the Mediterranean Sea to the Atlantic Ocean, it was necessary to make a provisional division of the territory between the three legates who governed it. Octavian Augustus made a real division between the southwestern part of the peninsula, Baetica, and the western part, Lusitana. My journey began in Rome, and therefore I felt very close to these ancient vestiges, which speak to me not of distant, but of present and similar. As similar is the Baroque style found in many churches or religious buildings, but not typically Spanish, like the one that stands out powerfully and even invasively in Southern Italy, in monuments, restorations and feelings. Here in Portugal the Baroque is of Jesuit stamp. . It is a very practical type of building that is used throughout the empire with essential adaptations but ready to undergo retouching and decorations to celebrate the era or the splendor of a particular kingdom. Painting, sculpture, decorative arts and azulejos also go through an era of great development. In reality the Baroque does not require the construction of additional buildings since it allows to transform through talha gilded (painting, azulejo, etc.) aseptic spaces already existing into astonishing decorative scenarios. The same practical and economical mechanism can be applied to the external coverings, on which decorations are adapted according to the taste of the time or place. This style of Portuguese Baroque can also be found in the Lusitano horses, not similar to the Spanish ones in power, pomposity, redundancy without, at a figurative level, heavy ogives and flourishes. Photo by Giulia Iannone Equestrian

mercoledì 26 febbraio 2025

MEMORIES DAL PORTOGALLO

MEMORIES DAL PORTOGALLO ALLA SCOPERTA DEL PAESE DEL CAVALLO LUSITANO di Giulia Iannone
Ci sono dei viaggi che non si concludono nell'attimo stesso in cui torni a casa. Alcuni viaggi devi lasciarli riposare, sedimentare, farli un pó dormire in un piccolo cantuccio dell'anima, per vedere che pieghe prendono, di che pasta sono fatti e che tipo di posto vadano ad occupare nella tua storia personale. Questo di cui sto per pubblicare qualche pennellata, lo posso definire un viaggio di conoscenza, formazione, riflessione, intuizione personale. LA CUCINA, QUALCHE PIATTO SIMBOLO: Comincerei dalla cucina e da alcuni dei piatti simbolo che mi sono venuti subito incontro durante il soggiorno: PASTEL DE NATA o pastel de Belém è un pasticcino portoghese a base di crema e pasta sfoglia. Inventati nell’800 da alcuni monaci che avevano bisogno di utilizzare tuorli avanzati, si sono velocemente diffusi sino a diventare tradizionali e amatissimi in tutto il Portogallo. Nella panetteria il profumo di pane e dolci, cannella e vaniglia, ricorda un pó i profumi antichi di alcuni piccoli paesini della nostra tradizione italiana, quella antica e genuina, non contaminata dalla fretta e frenesia della grande città, in cui si sono persi sapori, odori e fragranza. Un viaggio un pó nel passato, e qualche somiglianza con alcuni paesi interni del Sud Italia, specie della Campania. E poi il "POLVO A LAGAREIRO" POLIPO DEL FRANTOIANO In questa ricetta ci possiamo aspettare molto e buon olio extravergine di oliva e alcune olive, o non si chiamerebbe “a lagareiro” ovvero frantoiano, la persona che possiede o lavora nel frantoio, tinozze per spremere le olive. Il polipo viene irrorato con molto olio di oliva e i suoi tentacoli devono sempre immersi nell’olio quando va in forno. Si può fare la stessa ricetta sostituendo il polipo con il baccalà e normalmente queste ricette prevedono che il tutto venga accompagnato dalle “batadas a murro”, patate “a pugni”. Patate che si sbollentano con la buccia nell’acqua bollente salata e che, dopo averle aperte con un leggero pugno, si mettono ad arrostire in forno con molto olio aromatizzato come sopra descritto. Questo tipo di polpo in Italia credo sia difficile da realizzare per l enorme quantità di olio extravergine di ottima qualità che deve essere impiegato per la ricetta. Credetemi, il polpo dopo è tenerissimo, gustoso e succulento, mai provato qualcosa di così tenero. Tra i dolcetti che ho assaggiato in un piccolo ristorante molto elegante e giovane, ho trovato una cheesecake moderna, fredda. La manifattura rispecchia comunque l'andamento genuino semplice del territorio, cremosa e soffice all'interno, con poco biscotto, non risultava piena zeppa di colla di pesce, la tendenza comune della cheesecake che troviamo generalmente nella normale ristorazione commerciale dei nostri ristoranti italiani. Un bel sapore anche da questa preparazione. Foto di Giulia Iannone 🇬🇧 MEMORIES FROM PORTUGAL DISCOVERING THE COUNTRY OF THE LUSITANO HORSE there are some journeys that don't end the moment you return home. Some journeys you have to let rest, settle, let them sleep a little in a little corner of your soul, to see what folds they take, what they are made of and what kind of place they will occupy in your personal history. What I am about to publish a few brush strokes of, I can define as a journey of knowledge, training, reflection, personal intuition. THE CUISINE, SOME SYMBOLIC DISHES: I would start with the cuisine and some of the symbolic dishes that immediately came to my attention during my stay: PASTEL DE NATA or pastel de Belém is a Portuguese pastry made with cream and puff pastry. Invented in the 19th century by some monks who needed to use up leftover egg yolks, they quickly spread until they became traditional and much-loved throughout Portugal. In the bakery the smell of bread and sweets, cinnamon and vanilla, reminds us a bit of the ancient scents of some small villages of our Italian tradition, the ancient and genuine one, not contaminated by the rush and frenzy of the big city, where flavors, smells and fragrance have been lost. A journey a bit into the past, and some similarities with some inland villages of Southern Italy, especially Campania. And then the "POLVO A LAGAREIRO" POLPO DEL FRANTOIANO In this recipe we can expect a lot of good extra virgin olive oil and some olives, or it wouldn't be called "a lagareiro" or mill worker, the person who owns or works in the mill, tubs for pressing olives. The octopus is sprinkled with a lot of olive oil and its tentacles must always be immersed in oil when it goes in the oven. You can make the same recipe replacing the octopus with cod and normally these recipes require that everything is accompanied by "batadas a murro", potatoes "a pugno". Potatoes that are blanched with the skin in boiling salted water and that, after having opened them with a light punch, are put to roast in the oven with a lot of flavored oil as described above. I think this type of octopus in Italy is difficult to make due to the enormous quantity of excellent quality extra virgin olive oil that must be used for the recipe. Believe me, the octopus afterwards is very tender, tasty and succulent, I have never tried anything so tender. Among the sweets I tasted in a small, very elegant and young restaurant, I found a modern, cold cheesecake. The manufacturing reflects the genuine, simple trend of the territory, creamy and soft inside, with little biscuit, it was not full of gelatine, the common trend of cheesecake that we generally find in the normal commercial catering of our Italian restaurants. A nice flavor also from this preparation. Photo by Giulia Iannone