Pietro Roman è
il Campione italiano senior di completo 2019
Photo courtesy Pietro Roman eventing page "Devo gran parte dei miei risultati sportivi ,al metodo equestre di scuola italiana, insegnatomi da mio padre" |
Di Giulia Iannone
“Poi ho potuto integrare con i pensieri di altri
Grandi tecnici, da Daniel Pinto, Giorgio Nuti, Duccio Bartalucci, Jacopo
Comelli”. Le riflessioni del neo
campione italiano di completo Pietro Roman, attualmente in Germania in gara nel
CCI4*s.
Ti aspettavi di ripetere l’impresa, e
quindi vincere il secondo titolo italiano?
“Affrontare una gara,
pensando di vincerla, vuol dire perdere in partenza. Dalla mia, avevo un ottimo cavallo di grande
esperienza, di contro, quella dei Pratoni del Vivaro, era la nostra quarta gara e il primo 4* come
binomio.”
Ci racconti, a mente fredda, le tre
fasi di questo campionato davvero intenso?
puoi darci la tua valutazione tecnica preziosa sulla fase del cross: per
brillare bisognava avere un cavallo preciso, in forma, in condizione…per
affrontare le famose pendenze dei Pratoni del Vivaro? Ti reputi soddisfatto dello
stato di forma di Castle?
“Riflettendo a mente fredda sulle tre prove, posso dirvi che
nella prima, quella del dressage, ho dovuto gestire un po' la tensione di Jake,
ma che malgrado qualche errore (un cambio di troppo e uno in due tempi), sono
uscito molto soddisfatto, sapevo che in un campo come quello dei Pratoni non
avrei ottenuto il massimo, quindi l'obbiettivo era di eseguire una ripresa
corretta senza strafare. Il giorno successivo durante il cross country ho
capito quale fosse la vera qualità di Jake, una potenza mai sentita prima e una
sicurezza tra le bandierine che solo Barraduff mi sapeva trasmettere. Il terzo
ed ultimo giorno siamo partiti leggermente "scarichi" commettendo un
banale errore al salto n° 2 che però, ci
ha fatto suonare un campanello interiore, portandoci a saltare
bene tutto il resto del percorso. Credo che per affrontare al meglio il
percorso ideato da Giuseppe della Chiesa
, bisognasse avere un cavallo in ottima condizione fisica. Un tracciato a
misura, tecnicamente impegnativo, che ha saputo sfruttare al meglio le pendenze
dei Pratoni unito ad un gran caldo (improvviso ma prevedibile), ha reso la
giornata di sabato decisamente interessante. Con il senno di poi avrei fatto un
paio di galoppo in più.”
Come ti eri preparato per questo
appuntamento agonistico?
“Mi sono preparato al meglio per gli appuntamenti
precedenti e ,passo dopo passo, i Pratoni mi sono venuti incontro: Ravenna per
conoscerlo, Vairano per testarlo su una gara più impegnativa, Sopot per
confermare le buone sensazioni precedenti”
Che cavallo è Castlewood? Cosa ne
pensavi già quando lo montava in gara tuo fratello Luca, al quale sicuramente
va un grazie speciale? E cosa significa gareggiare e vincere il titolo italiano
col cavallo che ha interpretato Luca alle Olimpiadi? E’ davvero una splendida
immagine per lo sport, per la cultura equestre ed i valori della vostra
famiglia
“Jake, come ogni buon cavallo, é un cavallo dalla forte
personalità: sarebbe capace di saltare il vicarage V di Badminton al trotto, e
poi, spaventarsi di una foglia fuori posto. Già vedendolo sotto la sella di
Luca, sapevo che Jake era un cavallo estremamente potente e sicuro dei propri
mezzi. Vincere un titolo, con un cavallo precedentemente montato da mio
fratello Luca, ai massimi livelli, é un emozione grandissima che va poi a
confermare e sottolineare il fatto di essere stati formati dalla stessa
scuola.”
Come si ottengono le qualifiche per
Tokyo 2020: a livello individuale e a livello di squadra. Cosa deve fare il
team italia dopo la tappa di Nations Cup ai pratoni?
“Le qualifiche per Tokyo 2020, a livello
individuale, sono rimaste invariate rispetto al 2016 e seguono dunque la
ranking Olimpica dell'anno precedente i giochi. A livello di squadra ci sono
sempre i classici due posti ai campionati europei, che precedono le olimpiadi ,e a differenza del 2016 in cui valeva solo la
finale di FEI nations cup, viene riservato
un posto per la nazione con il punteggio più altro a fine circuito. É
dunque fondamentale essere presenti con una squadra a tutte le tappe di FEI
nations Cup, per accrescere le
probabilità di accumulare punti preziosi per la classifica finale.”
Barraduff, il cavallo irlandese croce e
delizia per la sua personalità, potrà ancora dare il suo contributo per
l’appuntamento a 5 cerchi?
“Attualmente Barraduff, nonostante i suoi 17 anni, rimane
il mio cavallo di punta. É in splendida forma ed ogni volta che accendo il van
per andare in gara, é il primo a tirare fuori la testa dal box. Per quanto
riguarda il prossimo anno, al momento credo sia fondamentale concentrarsi sul
conseguimento della qualifica ,ma se
dovesse essere convocato, lui é l'ultimo a tirarsi indietro.”
Parliamo del Dragoncello. Due argenti,
ed un oro negli emergenti per i vostri allievi, Francesca Blasi, tua moglie con
la quale hai uno splendido feeling, in prima linea nell’insegnamento. Che
significato ha trionfare anche con i propri allievi? Quanto è importante anche
l’impegno validissimo profuso da Francesca con i giovani talenti della vostra
scuola?
“In scuderia siamo una grande squadra. Ci mettiamo tutti
molto impegno, ma come hai ben detto tu, Francesca è quella che mette quel 30%
in più. Abbiamo una grande sintonia e ci capiamo al volo, nel lavoro come
nella vita. Ne approfitto per rinnovare i complimenti a Lucrezia, Ludovica,
Lorenza e Carolina, ai loro cavalli e ai loro genitori per le fantastiche
performance ai campionati Italiani. Sicuramente questi risultati sono la
conferma che la nostra scuola di pensiero è vincente ed applicabile a tutti i
livelli.
L'impegno che mia moglie, insieme a tutto il resto della
famiglia, mettono quotidianamente in scuderia è ciò che mi permette di fare
quello che faccio come cavaliere, senza di loro nulla sarebbe possibile.”
Tu ci dimostri che il metodo equestre
italiano è vincente. Che crea cavalli longevi, sicuri, confidenti,
collaborativi. Hai trovato in famiglia sempre tutte le risposte concrete ai
dubbi equestri. Ora che sei cavaliere maturo, quanto sei grato a questo metodo
ed a tutti gli insegnamenti paterni? Ti piacerebbe avere un cavallo italiano
per creare un pendant perfetto tra cavaliere tecnica ed origini del cavallo?
“Devo gran parte dei miei risultati sportivi ,al metodo
equestre di scuola italiana,
insegnatomi da mio padre. Credo
che la carta vincente che ha fatto la differenza, sia stata quella di integrare
con pensieri di altri grandi tecnici ( Daniel Pinto, Giorgio Nuti, Duccio
Bartalucci e Jacopo Comelli) dai quali ho saputo interpretare e rendere mio ciò
che mi mancava. Sicuramente sarebbe bello poter montare un cavallo Italiano,
portandolo ai massimi livelli. Per ora un piccolo progetto c'è.... staremo a
vedere.”
Ora come prosegue la stagione di gare?
“Attualmente sono a Luhmuhlenn, con Barraduff nel cci4*s,
che come appuntamento principe, ha gli europei a fine agosto, per Jake e gli
altri cavalli devo ancora decidere il da farsi.”
.